Storia – 5 Prima di Cesare Elenchiamo di seguito alcuni punti fondamentali del periodo “pre” cesariano. Conosceremo meglio figure come Pompeo Magno e Cicerone che saranno centrali negli anni a venire. Crasso e Pompeo Marco Licinio Crasso e Gneo Pompeo Magno erano tra gli uomini più facoltosi di tutta la Repubblica, talmente ricchi da potersi pagare degli eserciti personali. Entrambi, poi, essendo del partito di Silla (gli ottimati) si erano arricchiti con i bene sottratti ai popolari a seguito dell'emazione delle liste di proscrizione. Quando sconfissero Spartaco, rendnendo così vana la rivolta degli schiavi, era il 71 a. C. e i due erano troppo giovani per potersi candidare a magistrature importanti. Tuttavia, grazie alle loro ingenti ricchezze riuscirono a fare in modo che il Senato violasse le regole e nel 70 a. C. furono nominati consoli. Pompeo contro i pirati e Mitridate Dopo il pericolo della rivolta degli schiavi, Roma doveva difendersi dalla pirateria marittima. In realtà potremmo dire che questo pericolo se l'era creata da sola. Infatti, dopo la seconda guerra punica, Roma aveva svolto il ruolo di “gendarme” del Mediterraneo, e ne aveva ripulito dai pirati la parte occidentale. Aveva però permesso che i pirati prosperassero a Oriente. Roma li considerava utili sia perché ostacolavano l'attività dei mercanti orientali (suoi concorrenti) sia perché rifornivano il mercato degli schiavi di Delo (il principale mercato del Mediterraneo, dove Roma principalmente si approvvigionava). Quando Roma conquistò tutto il mediterraneo i pirati divennero un ingombro inutile e pericoloso. Erano diventati così spavaldi da presentarsi alla foce del Tevere. Per liberarsi dai pirati il Senato nel 67 a.C. conferì a Pompeo un imperium (comando) straordinario, senza limiti militari e finanziari. Pompeo divise in 13 settori il Mediterraneo e, con una flotta di 500 navi, iniziò a ripulirlo zona per zona. Quando arrivò in Turchia trovò un “nuovo” nemico: Mitridate, omai vecchio, aveva imbracciato le armi. Pompeo lo sconfisse e iniziò a tessere alleanza per isolarlo. Abbandonato da tutti, e tradito perfino dal figlio, Mitridate si uccise nel 63 a. C. In poco tempo Pompeo non solo sconfisse i pirati, ma unificò l'Oriente. Adesso solo l'Egitto, in utto il Mediterraneo, era un regno indipendente. La congiura di Catilina Mentre Pompeo combatteva i pirati a Roma avvenne uno dei fatti più gravi e celebri della storia repubblicana. Nonstante le speranze di Silla le sue riforme non erano riuscite a restaurare una pace sociale. Vi erano ancora molte rivendicazioni da parte della popolazione non nobile. Si fece portatore di questi malumori e dissensi Lucio Sergio Catilina. Catilina era un personaggio piuttosto controverso. Era stato, come Pompeo, un seguace di Silla (quindi del partito degli ottimati), ma a differenza di Pompeo non era riuscito ad arricchirsi durante il periodo sillano. Aveva sì guadagnato ingenti somme di denaro, ma aveva impegnato tutto il suo patrimonio in costose (quanto inutili) campagne elettorali. Il suo desiderio era diventare console. La cosa più incredibile era il fatto che pur essendo stato un sillano, si presentasse alle elezioni come il paladino dei popolari. Non veniva eletto perché i suoi programmi apparivano rivoluzionari e, soprattutto, inverosimili. Non era inoltre visto come un uomo virtuoso, ma come un immorale. Quando nel 63 a. C. perse l'ennesima campagna elettorale cercò di organizzare un complotto per uccidere i consoli e causare il caos a Roma. Uno dei due consoli di quell'anno era Marco Tullio Cicerone. Cicerone era un esponente degli ottimati, un uomo dalla cultura straordinaria, passato alla storia come il più grande prosatore di tutta la storia romana. I suoi scritti verranno presi come riferimento di “bella lingua”, studiati e influenzeranno perfino la lingua italiana (veniva visto come modello per la prosa). Ma in questa sede ci occuperemo del suo ruolo politico. Egli fu vittima di un attentato nella sua casa, ma riuscì a scamparvi. Sorretto dal Senato riuscì a organizzarsi contro Catilina che minacciava di invadere Roma con un esercito posizionato in Etruria. La cosa importante, che vedremo avrà risvolti di non poco conto per il futuro di Cicerone, fu che vista la gravità della situazione e l'estremo pericolo percepito, quando ebbe sconfitto l'esercito di Catilina e lo ebbe imprigionato, decise di ucciderlo per strangolamento senza fargli nemmeno un processo (infrangendo così la legge romana che vietava di uccidere un cittadino romano senza che lo avesse stabilito un giusto processo). La Congiura di Catilina è anche un famoso libro dello storico romano Sallustio e probabilmente è un episodio così importante anche grazie alla testimonianza dello storico (che d'altronde non avrebbe pensato di scriverci un libro se non l'avesse ritenuto un evento fondamentale).