Università degli studi di Torino Facoltà di Medicina e Chirurgia A.O.U.S. S. Giovanni Battista di Torino Corso di Laurea in Infermieristica MARINELLA D’ORIA Reparto di Cardiorianimazione A.O.U.S. S. Giovanni Battista di Torino Tutor: Brancalion Massimo STUDIO GUIDATO RICERCA BIBLIOGRAFICA QUESITO DI RICERCA: “Come trattare l’urgenza in un paziente con insufficienza respiratoria acuta” Quesito di ricerca: “Come trattare l’urgenza in un paziente con insufficienza respiratoria acuta” INTRODUZIONE L’insufficienza respiratoria è una condizione caratterizzata da un’alterazione della ventilazione alveolare e/o da una difficoltà dello scambio gassoso a livello polmonare. È una condizione inoltre che può essere determinata da un insufficiente trasporto di ossigeno ai tessuti o da un’insufficiente utilizzazione, da parte dei tessuti, dell’ossigeno stesso. I livelli diagnostici dell’ipossiemia (diminuzione dell’ossigeno nel sangue arterioso) e dell’ipercapnia (aumento nel sangue dell’anidride carbonica) sono: pressione parziale dell’O2 < 60 mmHg e pressione parziale della CO2 > 45 mmHg. La respirazione si avvale di quattro fasi: Ventilazione Scambio dei gas a livello polmonare Trasporto dei gas Scambio dei gas a livello dei tessuti Il compromesso funzionamento degli organi preposti al corretto svolgimento di questi atti provoca i diversi tipi di insufficienza respiratoria. I segni caratteristici di questa condizione rilevabili nel paziente sono: Alterazioni dello stato mentale Tachicardia Dispnea Cianosi Segni di fatica dei muscoli respiratori e uso dei muscoli accessori della respirazione Nell’insufficienza respiratoria acuta assume importanza la rapidità con la quale essa si manifesta. Se essa non viene trattata tempestivamente può insorgere l’arresto respiratorio che consiste nell’abolizione dell’attività respiratoria (apnea). L’assenza di respiro è preceduta da boccheggiamento (gasping) o respiro agonico e riduzione estrema della frequenza degli atti respiratori fino al loro totale arresto. Il cuore può continuare a pompare sangue per diversi minuti portando l’ossigeno residuo al cervello. Se però l’arresto respiratorio non viene trattato o sarà trattato tardivamente quasi sicuramente insorgerà anche l’arresto cardiaco. La respirazione può essere inefficace o assente generalmente a causa di : Danno ai centri encefalici di controllo della respirazione Ostruzione delle vie aeree Paralisi o compromissione dei nervi e/o dei muscoli respiratori Polmoni compromessi In alcune situazioni la cura della causa che ha determinato l’insufficienza respiratoria determina la rapida risoluzione dell’insufficienza respiratoria stessa. OBIETTIVO Con la seguente ricerca l’obiettivo che ci si pone è di rispondere al quesito di partenza, e quindi affrontare il problema di come si tratta l’urgenza in un paziente con insufficienza respiratoria acuta. Con i seguenti articoli verranno proprio analizzate le tecniche e i dispositivi adeguati per far fronte all’urgenza e per rianimare il paziente in caso di arresto cardio-respiratorio. STRATEGIA DI RICERCA P (paziente): paziente con insufficienza respiratoria acuta I (intervento): trattamento d’urgenza C (comparazione): O (outcome): rianimare il paziente Le parole chiave utilizzate sono: Insufficienza respiratoria (respiratory insufficiency) Intervento d’urgenza (emergency treatment) Rianimazione cardiopolmonare (cardiopulmonary resuscitation) Ho utilizzato esclusivamente l’operatore booleano “AND” per combinare insieme le parole chiave e cercare così degli articoli che affrontassero l’argomento in modo specifico. In questa maniera, attraverso la ricerca combinata delle tre parole chiave, ho trovato articoli che spiegano il trattamento da eseguire in caso di urgenza per rianimare un paziente in insufficienza respiratoria. Search History <1> Unique Identifier 17443106 Status MEDLINE Authors Foley PW. Authors Full Name Foley, Paul William Xavier. Institution Queen Alexandra Hospital, Cosham, Portsmouth, Hampshire, UK. [email protected] Title A serious complication of thrombolysis after prolonged cardiac arrest: airway obstruction from tongue injury. Source Journal of Cardiovascular Medicine. 8(5):374-6, 2007 May. Abstract Prolonged cardiac arrest with external chest compression was regarded as a contraindication to thrombolysis for acute myocardial infarction, although recent work has largely refuted previous concerns. This paper presents a serious haemorrhagic complication, which risked airway patency due to unrecognised nasopharyngeal airway- induced trauma and tongue biting. The patient required blood transfusion, and owing to the haemorrhage was unable to have rescue angioplasty. Methods of revascularisation after prolonged cardiac arrest are discussed. Publication Type Case Reports. Journal Article. <2> Unique Identifier 16842306 Status MEDLINE Authors Australian Resuscitation Council. Authors Full Name Australian Resuscitation Council. Title Paediatric advanced life support: Australian Resuscitation Council Guidelines 2006. Source Emergency Medicine Australasia. 18(4):35771, 2006 Aug. Publication Type Journal Article. Practice Guideline. <3> Unique Identifier 16842305 Status MEDLINE Authors Australian Resuscitation Council. Authors Full Name Australian Resuscitation Council. Title Adult advanced life support: Australian Resuscitation Council Guidelines 2006. Source Emergency Medicine Australasia. 18(4):33756, 2006 Aug. Publication Type Journal Article. Practice Guideline. <4> Unique Identifier 16842303 Status MEDLINE Authors Australian Resuscitation Council. Authors Full Name Australian Resuscitation Council. Title Cardiopulmonary resuscitation: Australian Resuscitation Council Guideline 2006. Source Emergency Medicine Australasia. 18(4):3324, 2006 Aug. Publication Type Journal Article. Practice Guideline. <5> Unique Identifier 9632406 Status MEDLINE Authors Anonymous. Title The 1998 European Resuscitation Council guidelines for adult single rescuer basic life support. Basic Life Support Working Group of the European Resuscitation Council.[see comment][erratum appears in BMJ 1998 Aug 22;317(7157):501]. Comments Comment in: BMJ. 1998 Jun 20;316(7148):1844-5; PMID: 9632399 Source BMJ. 316(7148):1870-6, 1998 Jun 20. Other ID Source: NLM. PMC28585 Publication Type Guideline. Journal Article. Practice Guideline. <6> Unique Identifier 9349126 Status MEDLINE Authors Gabbott DA. Baskett PJ. Authors Full Name Gabbott, D A. Baskett, P J. Institution Gloucestershire Royal Hospital. Title Management of the airway and ventilation during resuscitation.[see comment]. [Review] [81 refs] Comments Comment in: Br J Anaesth. 1997 Dec;79(6):814; PMID: 9496223, Comment in: Br J Anaesth. 1998 Jul;81(1):101; PMID: 9771279 Source British Journal of Anaesthesia. 79(2):15971, 1997 Aug. Publication Type Journal Article. Review. RISULTATI DELLA RICERCA BIBLIOGRAFICA Gli articoli trovati nelle banche dati attraverso la ricerca bibliografica sono 6: 1 journal article, Case Report 4 journal article, Practice Guideline 1 journal article, Review CRITERI DI SCELTA DEGLI ARTICOLI Leggendo gli abstract dei sei articoli trovati nelle banche dati la mia scelta è ricaduta su tre di essi: “Rianimazione Cardiopolmonare: linee guida 2006 del Consiglio Australiano della Rianimazione”, “Linee guida del 1998 del Consiglio Europeo della Rianimazione sull’assistenza vitale di base per adulti con un singolo soccorritore”, “La gestione delle vie aeree e della ventilazione durante la rianimazione”. I primi due sono delle linee guida che spiegano il trattamento da eseguire per la rianimazione cardiopolmonare. Il terzo invece si concentra in maniera specifica sulla gestione delle vie aeree e della ventilazione durante la rianimazione, ed espone le tecniche e i dispositivi adeguati per far fronte all’urgenza. ANALISI DEGLI ARTICOLI “Rianimazione Cardiopolmonare: linee guida del 2006 del Consiglio Australiano della Rianimazione” ¹ La rianimazione cardiopolmonare (CPR) è la tecnica di salvataggio costituita da un insieme di interventi (respirazione artificiale combinata con le compressioni toraciche) che si praticano durante un arresto cardio-respiratorio per ristabilire o sostituire le funzioni vitali compromesse. Lo scopo è quello di mantenere la circolazione sufficiente per preservare la funzione del cervello fino a quando non è disponibile il trattamento specializzato. La CPR andrebbe subito iniziata se la vittima non da segni di vita (inconscio, non risponde e non respira normalmente). È raccomandato un rapporto di compressioni e ventilazioni di 30:2 (30 compressioni seguite da 2 ventilazioni). Tale rapporto è stato selezionato per : Aumentare il numero di compressioni Ridurre al minimo le interruzioni di compressione. Delle prove hanno dimostrato che l’interruzione delle compressioni è associata a ritorni più poveri della circolazione spontanea e a più bassi tassi di sopravvivenza. Evitare la ventilazione eccessiva Prima di tutto bisogna controllare la presenza di eventuali pericoli e se la vittima risponde. Dopo aver verificato l’apertura delle vie aeree, il paziente deve essere posto su una superficie rigida e il suo torace deve essere scoperto poiché tale manovra richiede il contatto con il torace; questo per essere sicuri della corretta posizione delle mani. Quest’ultime vanno collocate sopra lo sterno, una sopra l’altra con le dita incrociate, al centro del petto. Solo il palmo dovrebbe toccare il torace, per evitare di rompere le coste. Tenendo le braccia dritte, senza piegare i gomiti, bisogna esercitare delle compressioni toraciche determinando un movimento di circa 4-5 cm per ciascuna compressione. È assolutamente importante rilasciare completamente dopo ogni compressione ma mai staccare il palmo delle mani dal torace. Dopo ogni 30 compressioni è necessario praticare 2 insufflazioni con la respirazione artificiale. Con una mano si chiude il naso e con l’altra si estende la mandibola per mantenere la bocca aperta. È fondamentale che il capo del paziente rimanga in iperestensione. La scorretta posizione delle vie aeree inoltre espone la vittima al rischio che entri aria nello stomaco, provocando così facilmente il rigurgito. Esso è il flusso passivo del contenuto gastrico in bocca e nel naso che potrebbe dirigersi all’interno delle vie aeree. L’inalazione del contenuto gastrico è una grave minaccia per la persona inconscia, e spesso è silenziosa e non evidente perché non è presente nessuna attività muscolare. Le insufflazioni non devono essere eccessivamente energiche ma bisogna emettere una quantità d’aria non superiore a 500-600 cc. I rischi dell’iperventilazione sono: Aumento eccessivo della pressione intratoracica Rischio di insufflazione dell’aria dello stomaco Eccessivo ritorno venoso al cuore Se non si può eseguire la respirazione artificiale il soccorritore dovrà solo effettuare le compressioni toraciche. Esse dovrebbero essere fatte di continuo con una velocità di circa 100/min. “Linee guida del 1998 del Consiglio Europeo della Rianimazione sull’assistenza vitale di base per adulti con un singolo operatore” ² Le seguenti linee guida si basano su uno stato di consulenza con il Gruppo di Lavoro del Supporto Vitale di Base. Il termine supporto vitale di base si riferisce al mantenimento della pervietà delle vie aeree e al sostegno della respirazione e della circolazione senza l’uso di attrezzature se non quelle di protezione. Lo scopo del supporto vitale di base è quello di mantenere adeguate la ventilazione e la circolazione. Esso comprende i seguenti elementi: Valutazione e mantenimento delle vie aeree Respirazione artificiale Compressioni toraciche Quando tutti questi elementi sono combinati insieme si parla di rianimazione cardiopolmonare. L’arresto della circolazione per 34 minuti (ancora meno se il paziente è ipossiemico) porterà a danni cerebrali irreversibili. Un ritardo, anche all’interno di quell’intervallo, potrebbe ridurre l’eventuale possibilità di un esito positivo. Il termine originale “massaggio cardiaco” e il suo successore “compressione cardiaca esterna” riflettono la teoria iniziale su come realizzare la tecnica, ossia premendo sul cuore. La raccomandazione corrente è per un tasso di 100 compressioni al minuto, e ciò ha dimostrato di essere efficace nella pratica. È importante ricordare però che, anche quando eseguite in modo ottimale, le compressioni non devono superare il 30 % della produzione normale cardiaca. Bisogna prima di tutto garantire la sicurezza del soccorritore e della vittima e vedere se quest’ultima risponde. Cercare di mantenere la pervietà delle vie aeree, guardare e sentire se è presente la respirazione (più di qualche occasionale boccheggio). Se il paziente non respira rimuovere qualsiasi tipo di ostruzione, iperestendere la testa della vittima e chiuderle il naso, e successivamente insufflare per 1,5-2 secondi circa 400-600 cc di aria nei suoi polmoni. Effettuare fino a 5 tentativi. In seguito valutare gli eventuali segni della circolazione controllando il polso carotideo: Se è presente continuare con la respirazione fino a quando la vittima non riprende a respirare autonomamente; ogni 10 respiri ricontrollare il polso. Se non ci sono segni della circolazione deve subito avere inizio il massaggio cardiaco. Per le compressioni toraciche individuare la metà inferiore dello sterno e posizionare una mano sopra l’altra intrecciando le dita. Con il palmo in contatto con il torace del paziente e le braccia tese premere verso il basso sullo sterno comprimendo di circa 4-5 cm. Senza perdere mai il contatto tra mano e torace eseguire circa 100 compressioni al minuto. Se respirazione e compressioni sono combinate insieme, bisogna eseguirle con un rapporto di 15 compressioni:2 respirazioni. In caso di ostruzione parziale delle vie aeree la vittima in genere è in grado di rimuoverla con la tosse; ma se tale ostruzione ostacola completamente il flusso d’aria ciò non sarà possibile perché la persona sarà incapace di parlare, respirare o tossire. In questo caso eseguire il “back slapping”, cioè dare dei colpi sulla schiena e se ciò non dovesse bastare eseguire le spinte addominali (manovra di Heimlich). Se l’ostruzione è visibile in bocca provare a rimuoverlo con le dita. “La gestione delle vie aeree e della ventilazione durante le rianimazione” ³ La gestione delle vie aeree e della ventilazione è una componente vitale nella rianimazione del paziente con un arresto cardiaco e respiratorio. Negli ultimi anni l’accento è stato posto maggiormente sugli elementi cardiaci e vascolari della rianimazione. Ciò nonostante il ruolo del mantenimento dell’ossigenazione, durante il processo della rianimazione, non è meno importante al fine di garantire la protezione degli organi vitali dal danno ipossico. L’ostruzione delle vie aeree può essere la prima causa dell’arresto cardio-respiratorio e potrebbe causare la perdita di coscienza. Una totale ostruzione delle vie aeree non trattata, anche in un breve periodo di tempo, causerà danni potenzialmente irreversibili o addirittura fatali all’encefalo e agli altri organi vitali. Un’anormale fonazione, suoni anomali del respiro, rantoli o stridori indicano una particolare ostruzione. Lo stridore generalmente indica ostruzione al di sopra della laringe, mentre i rantoli indicano ostruzione della laringe. La valutazione delle vie aeree si basa sul controllo dei movimenti del torace e sentendo il flusso d’aria attraverso la bocca e il naso. La valutazione dovrebbe essere fatta lasciando il paziente nella posizione in cui si trova soprattutto se c’è un trauma sospetto. Una buona valutazione della pervietà delle vie aeree costituisce il primo passo per assicurare una corretta ventilazione ed ossigenazione al paziente. Se la respirazione è assente il paziente dovrebbe essere ruotato in posizione supina. Testa e collo dovrebbero essere allineati. Successivamente la valutazione deve essere completata dalla ricerca di altri segni come cianosi, pallore, eccessiva salivazione, presenza nella bocca o nella faringe di contenuto gastrico o corpi estranei. Negli adulti le più comuni cause di ostruzione sono l’ab ingestis del contenuto gastrico associato ad una perdita del riflesso di protezione della laringe, e il soffocamento causato da grandi porzioni di cibo poco masticato. Il soffocamento è annunciato da sofferenza respiratoria, stridori e tosse. Più l’ostruzione diventa completa più il flusso viene ridotto e il paziente è incapace di parlare e respirare e subentra la cianosi. Il paziente diventa incosciente e può andare incontro a morte se l’ostruzione non è rimossa immediatamente. Se sembra esserci un adeguato flusso d’aria, il paziente deve essere incoraggiato a tossire e dovrebbe essere somministrato l’ossigeno. Se il movimento d’aria è scarso o assente il paziente diventa cianotico ed è richiesta un’azione immediata. L’ostruzione deve essere rimossa con: Colpi sulla schiena. Una serie di 5 colpi da applicare sulla schiena durante l’espirazione del paziente seduto, in piedi o in decubito laterale. Compressioni addominali (manovra di Heimlich). Potrebbero essere applicate con un paziente in piedi, seduto o supino (quando è impossibile cingere l’addome della persona). Con tali compressioni c’è però il rischio del rigurgito gastrico. Compressioni toraciche. Da preferire nei bambini e quando le compressioni addominali sono controindicate. Sono compressioni ritmiche da applicare con entrambi le mani sulla parte anteriore del torace. Spazza dito. Da usare solo nelle vittime inconsce che non hanno un buon riflesso o abilità nel mordere il dito del soccorritore. Laringoscopio con aspirazione Cricotiroidotomia (via aerea chirurgica) da usare come ultima risorsa qualora la ventilazione risulti difficoltosa o impossibile. È una tecnica percutanea che, sfruttando l’introduzione contemporanea di ago tagliente e cannula, permette l’accesso tracheale diretto per l’ossigenazione del paziente. Nella rianimazione di base il metodo di scelta è la ventilazione “bocca a bocca”, “bocca a naso” o con la maschera facciale. Quest’ultimo metodo ha maggiori vantaggi, può ridurre la possibilità di trasmissione di infezioni tra paziente e soccorritore, e alcuni modelli permettono l’aggiunta di ossigeno. La sequenza delle ventilazioni finora raccomandata in relazione alle compressioni toraciche esterne nei pazienti con arresto cardiaco è di 1:5 con due operatori e 2:15 con un operatore. La ventilazione attraverso una via non protetta può portare ad un grosso rischio di inflazione gastrica e conseguente ab ingestis polmonare. La pressione insufflata dovrebbe essere limitata a 20 cm di H2O. La gestione avanzate delle vie aeree è richiesta se le tecniche di base sono inadeguate. Qualsiasi tecnica può essere descritta come avanzata se include l’uso di una via aerea o tecnica aggiunta. Tra le vie aeree e tecniche avanzate si ricorda: Cannula orofaringea e nasofaringea. Sono le più semplici. Facilmente inseribili ma rappresentano solo un aiuto nel mantenimento della pervietà delle vie aeree. Esse devono essere posizionate correttamente e hanno bisogno di una misura appropriata (se troppo corte sono inefficaci ma se troppo lunghe possono provocare spasmi della laringe). Quelle orofaringee sono poco tollerate nei pazienti semiconsci perché attivano il riflesso del vomito, e potrebbe inoltre risultare difficile l’inserimento nei pazienti con la mascella serrata. Pressione cricoidea. Il rigurgito gastrico e l’ab ingestis devono essere considerati i maggiori rischi durante la rianimazione soprattutto se le vie aeree non sono protette. La pressione cricoidea rappresenta una misura di protezione. Questa tecnica consiste nell’applicare una pressione posteriore sulla cartilagine cricoidea per comprimere l’esofago contro le vertebre cervicali e prevenire l’insufflazione gastrica e un possibile rigurgito. Intubazione endotracheale. Rappresenta il gold-standard per la gestione avanzata delle vie aeree durante la rianimazione. Essa provvede a rendere sicura la via aerea permettendo la ventilazione, l’ossigenazione e l’aspirazione. Il posizionamento di tale tubo viene effettuato con l’ausilio di un laringoscopio a lama curva o a lama retta. Maschera laringea. Questo dispositivo ha rivoluzionato la pratica anestetica sino dalla sua introduzione nel 1988. È stata testata la sua soddisfacente e versatile applicazione in molte difficili circostanze. Fornisce una chiara via aerea senza l’uso del laringoscopio. La ventilazione è molto più efficiente rispetto alla maschera facciale. La maschera laringea non andrebbe usata nei pazienti con i polmoni poco espandibili. Delle limitazioni per tale maschera sono l’inadeguata protezione delle vie aeree e la sua non perfetta abilità a funzionare adeguatamente in presenza della pressione cricoidea. Questo dispositivo è comunque da ritenere assolutamente utile nella pratica della rianimazione e dovrebbe essere usato come prima via aerea per coloro a cui è impossibile eseguire l’intubazione endotracheale. Combitube (tubo esofago tracheale). Questo dispositivo è un tubo a doppio lume il quale passa attraverso la bocca e permette la ventilazione dei polmoni del paziente sia che il tubo entri in trachea sia che entri nell’esofago. Se il tubo entra in trachea si comporta come un normale tubo endotracheale, mentre se entra nell’esofago, la cuffia della laringe è cuffiata, e la ventilazione è possibile tramite l’apertura sopra la glottide. Il Combitube non richiede strumenti per l’inserzione ed è utile in difficili situazioni o luoghi. CONCLUSIONI Giunti a questo punto, dopo l’analisi degli articoli, si può trattare il problema del quesito di partenza, e dunque capire come affrontare l’emergenza in presenza di un paziente con insufficienza respiratoria. Nell’insufficienza respiratoria acuta assume notevole importanza la rapidità con cui essa insorge. Per preservare le funzioni vitali bisogna quindi provvedere immediatamente a liberare le vie aeree, praticare la respirazione artificiale e prevenire l’arresto cardiaco che in presenza di arresto respiratorio non trattato, o trattato tardivamente, si manifesta sempre. Confrontando i tre articoli e mettendo insieme le notizie si può fare un quadro generale sulla situazione di emergenza e il relativo trattamento. La principale azione da fare è la valutazione dell’attività respiratoria e della pervietà delle vie aeree. Una buona valutazione è il primo passo per garantire poi una corretta ventilazione al paziente. Se è presente un’ostruzione bisogna provvedere immediatamente a rimuoverla, poiché più l’ostruzione diventa completa più il flusso d’aria sarà ridotto, subentrerà la cianosi e il paziente può andare incontro a morte. Quando si è in presenza di arresto cardio-respiratorio si deve provvedere immediatamente a fornire un supporto vitale. Si parte da quello di base il cui scopo è mantenere un’adeguata ventilazione e circolazione senza l’uso di attrezzature se non quelle di protezione. Esso comprende il mantenimento delle vie aeree, la respirazione artificiale e le compressioni toraciche. Quando questi elementi sono combinati insieme si parla di rianimazione cardiopolmonare. Il rapporto raccomandato per le compressioni e le ventilazioni è diverso nei tre articoli. Mentre il primo più recente (2006) sostiene che debba essere di 30:2 (30 compressioni seguite da 2 ventilazioni), gli altri due un po’ più vecchi (1998 e 1997) sostengono 15:2. In ogni caso la velocità raccomandata è di 100 compressioni/minuto. L’insufflazione d’aria nei polmoni per ogni ventilazione deve essere di 1,5-2 secondi e di 400-600 cc di volume tenendo le testa del paziente in iperestensione. I rischi dell’iperventilazione sono l’aumento eccessivo della pressione intratoracica, il rischio di insufflazione dell’aria dello stomaco con conseguente rigurgito e possibile ab ingestis, e l’eccessivo ritorno venoso al cuore. Le compressioni toraciche devono essere eseguite con il palmo della mano comprimendo di circa 4-5 cm; dopo ogni compressione si deve rilasciare completamente ma mai staccare le mani dal torace. Quando le tecniche del supporto vitale di base sono inadeguate è richiesta la gestione avanzata delle vie aeree. La gestione si considera avanzata quando è incluso l’uso di tecniche o vie aeree aggiuntive. Tra esse si ricordano: la cannula orofaringea e nasofaringea, la pressione cricoidea, l’intubazione endotracheale, la maschera laringea,il Combitube (tubo esofago tracheale). Nel reparto di cardiorianimazione dove ho eseguito il tirocinio la ventilazione artificiale è fornita per la maggior parte dei casi attraverso il tubo endotracheale, la tracheotomia e le maschere facciali con una ventilazione non invasiva (NIV). Bibliografia: ¹Australian Resuscitation Council. Cardiopulmonary resuscitation: Australian Resuscitation Council Guideline 2006. [Journal Article. Practice Guideline] Emergency Medicine Australasia. 18(4): 332-4, 2006 Aug. ²Anonymous. The 1998 European Resuscitation Council guidelines for adult single rescuer basic life support. [Journal Article. Practice Guideline] 316(7148): 1870-6, 1998 Jun. ³Gabbott, Baskett. Management of the airway and ventilation during resuscitation. [Journal Article. Review] British Journal of Anaesthesia. 79(2): 159-71, 1997 Aug.