Comunità “Eccomi, manda me!” Cellule di Evangelizzazione 17° Incontro - settimana dal 06 al 12 Gennaio 2014 Adorare Gesù La Parola di Dio “1 Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme 2e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». (…) 11Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra.” (Mt 2,1-2.11) “15 Appena gli angeli si furono allontanati da loro, verso il cielo, i pastori dicevano l’un l’altro: «Andiamo dunque fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere». 16Andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia.” (Lc 2,15-16) Riflessione Carissimi fratelli e sorelle, dopo la nascita di Gesù nella grotta di Betlemme sembra iniziare un movimento di attrazione che spinge a trovare il Bambino per adorarlo. Un movimento centripeto che dall’esterno spinge verso l’interno, dalla periferia spinge verso il centro dell’universo: Il Bambino Gesù. I magi lasciano la loro terra e dall’oriente seguendo la stella vanno verso Gesù per adorarlo. I Pastori anche lo lasciano il loro gregge, la loro terra e senza indugio vanno a Betlemme dove trovano Maria, Giuseppe e il Bambino adagiato in una mangiatoia. Colui che si darà come cibo negli altari del mondo per la salvezza degli uomini sin dall’inizio della sua vita terrena sceglie di adagiarsi in una mangiatoia. 1. Che cosa è l’Adorazione ? Adorare Gesù è centrare la propria vita. Adorare Gesù significa come i magi e i pastori intraprendere un cammino che ci porta verso il centro dell’universo, della vita, della storia. Adorare Gesù significa rendere la propria vita equilibrata perché si è posto al centro il Centro. La nostra vita quando adoriamo il Signore è una ruota dove tutto viene messo al posto giusto. La vita non viene trascinata ma viene portata. I pesi, le fatiche vengono affrontati ma con equilibrio. Il carico diventa leggero e il peso dolce. Ma quando il Centro non è al centro allora si procede con molta fatica e a volte con disperazione. Il cerchi diventa ovale. Non c’è più un centro ma ci sono due fuochi: L’Io e Dio. Adorare Gesù significa portare l’Io in Dio e Dio nell’Io al punto che come San Paolo possiamo dire: Non sono più Io che vivo ma Cristo vive in me. Papa Francesco in un omelia tenuta in San Paolo Fuori le Mura a Roma ha detto: “Che cosa vuol dire allora adorare Dio? Significa imparare a stare con Lui, sentendo che la sua presenza è la più vera, la più buona, la più importante di tutte. Ognuno di noi, nella propria vita, in modo inconsapevole e forse a volte senza rendersene conto, ha un ben preciso ordine delle cose ritenute più o meno importanti. Adorare il Signore vuol dire dare a Lui il posto che deve avere.” E il posto che il Signore deve avere nella nostra vita è il centro. 2. L’Adorazione ci porta alla missione Quando una persona è decentrate da se stessa non può che essere protesa verso gli altri e verso Dio. Quando il centro non sono più io sono autenticamente in Missione. L’Adorazione di Gesù è come una molla che all’inizio ci spinge con questa forza centripeta verso l’interno, verso il centro e poi ci lancia verso l’esterno, verso le “periferie esistenziali” delle folle affamate di Dio. La missione parte sempre dal Cuore. E’ il cuore che deve adorare Gesù. E il cuore che per primo va in missione uscendo fuori da se stesso. Scrive Papa Francesco: “Usciamo, usciamo ad offrire a tutti la vita di Gesù Cristo. (…) preferisco una Chiesa accidentata, ferita e sporca per essere uscita per le strade, piuttosto che una Chiesa malata per la chiusura e la comodità di aggrapparsi alle proprie sicurezze. Non voglio una Chiesa preoccupata di essere il centro e che finisce rinchiusa in un groviglio di ossessioni e procedimenti. Se qualcosa deve santamente inquietarci e preoccupare la nostra coscienza è che tanti nostri fratelli vivono senza la forza, la luce e la consolazione dell’amicizia con Gesù Cristo, senza una comunità di fede che li accolga, senza un orizzonte di senso e di vita. Più della paura di sbagliare spero che ci muova la paura di rinchiuderci nelle strutture che ci danno una falsa protezione, nelle norme che ci trasformano in giudici implacabili, nelle abitudini in cui ci sentiamo tranquilli, mentre fuori c’è una moltitudine affamata e Gesù ci ripete senza sosta: « Voi stessi date loro da mangiare » (Mc 6,37).” (Papa Francesco, Evangelii Gaudium, 49) Una Chiesa che adora Gesù esce per offrire a tutti la vita di Gesù. Non è preoccupata di essere il centro. Non è incentrata su se stessa ma ha trovato il suo centro in Dio e nei fratelli a cui annunciarlo. Diceva spesso il nostro caro don Salvatore Tumino: “Il centro della Comunità è fuori della Comunità.” Il centro della Chiesa è fuori, il centro della cellula è fuori dall’incontro di cellula. Il centro della cellula è Dio e in Lui il fratello da evangelizzare con la preghiera. il servizio, la testimonianza e l’annuncio dell’amore di Dio. Al termine di questa riflessione possiamo farci queste domande: Chi c’è al centro della mia vita? A chi appartengo? Quando mi capita di essere “squilibrato”? E perché? La bella notizia è questa: anche quando noi facciamo fatica a mettere Dio e il suo Amore al centro del nostro cuore, Lui non può fare a meno di tenerci al centro del suo Cuore. Egli è lì appeso sulla croce e con la debolezza del suo Amore di Bambino e di uomo Crocifisso ci attira a se con lo splendore della sua luce e del suo volto. La vergine Maria, prima discepola di Cristo e missionaria ci aiuti e ci sostenga con la sua intercessione perché possiamo sperimentare sempre la gioia di chi vive in Dio e per Dio. Amen