australia - Agenzia ICE

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Superficie 7,617,930 kmq
Popolazione 23.673.311 (novembre 2014)
Densità di Popolaz. 2.9 ab/kmq
Lingua Ufficiale Inglese
Religione Cristiani cattolici (26%), Anglicani
(19%) Buddisti (2,1%)
Unità Monetaria Dollaro Australiano
Forma Istituzionale Monarchia Costituzionale
Capitale Canberra
AUSTRALIA
QUADRO MACROECONOMICO DEL PAESE
Paese ricco di risorse naturali e caratterizzato da un elevato dinamismo economico, da venti anni l'Australia registra tassi di crescita
economica sopra la media delle economie OCSE.
Secondo un recente rapporto della Banca Mondiale e dell’IFC (International Finance Cortporation) “Doing Business 2015” l’Australia si
colloca tra i migliori paesi dove fare affari in tutto il mondo, posizionandosi all’10° posto su 189 economie valutate per la facilità di
accesso al credito, tempi di registrazione di una società , procedure doganali, soluzioni delle controversie.
La solidità dell'economia australiana e' stata confermata dal limitato impatto generato dalla crisi finanziaria ed economica globale. A
differenza di quanto avvenuto per le principali economie avanzate, l'Australia, grazie soprattutto alla crescente integrazione con le
economie emergenti asiatiche, ha mantenuto un tasso di crescita economica di segno positivo durante il corso della crisi, senza mai
entrare in recessione. L’Australia e’ la dodicesima economia del mondo per PIL nazionale e la quarta piu’ grande nella regione asiatica.
L'economia australiana è cresciuta del 2,4% nel 2011, del 3,7% nel 2012 e del 2,8% nel 2013. Il tasso di crescita combinato degli
ultimi cinque anni – nonostante la difficile congiuntura globale – ha raggiunto il 13%.
A giugno 2014 l’economia australiana e’ cresciuta su base annua del 3.1%. A contribuire alla crescita sono state le variazioni di
magazzino (0,9% del totale della crescita), la spesa per consumi finali (0,3%) e gli investimenti privati fissi lordi (0,3%). Hanno
contribuito negativamente, invece, le esportazioni nette (-0,9%) e gli investimenti pubblici fissi lordi (-0,2%). Per quanto riguarda il
comparto privato il settore manifatturiero e’ cresciuto su base annua del 2,1% (specificatamente quello legato al comparto primario)
quello delle costruzioni dell’1,4%, mentre il settore della ristorazione e alberghiero ha registrato un miglioramento netto del 4,5%. Di
segno opposto invece l’andamento del comparto minerario, peggiorato rispetto ad un anno prima dell’1,4%.
L’economia australiana e’ dominata dal settore dei servizi, che rappresenta il 72,1% del PIL, anche se il successo economico e’ dovuto
all’abbandonza di risorse minerarie e agricole.Il settore minerario conta infatti per il 10,3% del PIL, il manifatturiero per il 7,3%, e le
costruzioni per l’8,1%. L’agricoltura pesa per il restante 2,2% del PIL.
La crescita del debito pubblico dal 15% del PIL nel 2007 al 33% nel 2013 ha portato il governo in carica a presentare una manovra nel
maggio 2014 restrittiva, prevedendosi riduzioni della spesa pubblica in molti settori. Questo al fine di raggiungere l’obiettivo di attestare
il rapporto deficit pubblico/PIL all’1,6% nell’anno fiscale 2014/15.
In risposta alle incertezze economiche generate dalla crisi del debito, la Reserve Bank of Australia ha avviato una politica di
alleggerimento monetario riducendo nel novembre 2011 e agosto 2013 il tasso ufficiale di sconto di 225 punti e fissandolo al 2,5%. In
particolare l’ultimo taglio deciso dalla Reserve Bank of Australia è stato favorito dal basso livello di inflazione e a sostegno del
deprezzamento della valuta nazionale. In effetti nel corso del 2013 il dollaro australiano si è fortemente deprezzato nei confronti delle
principali valute internazionali (il cambio medio annuo AUD/Euro è stato pari a 0,80 nel 2012 ed è sceso nel 2013 a 0,72) a causa
principalmente del crollo dei prezzi delle materie prime, preoccupazioni per una crescita economica del paese più lenta del previsto, e
direzione degli investitori internazionali verso mercati sicuri quale quello australiano .
Dagli inizi del 2014 il dollaro australiano, dopo essere sceso a gennaio 2014 a 0,64 e in fase nuovamento di lieve apprezzamento e nel
periodo gennaio-ottobre 2014 il cambio medio AUD/Euro e’ stato pari a 0,68. La RBA ha piu’ volte espresso la propria frustrazione per il
valore troppo alto del dollaro australiano che danneggia il previsto re-balancing dell’economia penalizzando le esportazioni ed il settore
del turismo. Poiche’ il dollaro australiano e’ considerato un proxy per la performance dell’economia cinese, i dati economici provenienti
da Pechino influenzeranno significativamente le oscillazioni della valuta australiana.
Il tasso di inflazione rilevato a settembre 2014 e’ sceso al 2,3% (era al 3% a giugno 2014) probabile conseguenza della abrogazione
della carbon tax e della diminuzione dei prezzi internazionali dei prodotti energetici.
La Reserve Bank of Australia (RBA) continua a mantenere il costo del denaro al 2,5% al fine di sostenere l’economia del Paese
condizionata dai tagli previsti del Budget Federale presentato dal Governo liberal-nazionalista di Tony Abbott nel Maggio 2014 e in
considerazione di un previsto rallentamento della crescita economica e delle trasformazioni strutturali in atto conseguenti il passaggio
da un sistema produttivo basato sugli investimenti nel settore minerario ed energetico ad uno maggiormente focalizzato sui servizi,
agribusiness, e investimenti infrastrutturali, soprattutto stradali. In particolare come conseguenza dei tagli previsti dal budget federale
per il 2014/2015 si assiste ad una continua erosione della fiducia dei consumatori - attualmente ai livelli più bassi dalla fine della crisi
finanziaria internazionale – per cui la RBA si aspetta un rallentamento della crescita nei prossimi trimestri. Tra i fattori del
rallentamento vi sarebbe in primo luogo le azioni di consolidamento fiscale che il Tesoro stima posssano tagliare la crescita di mezzo
punto percentuale nel nuovo anno fiscale. Il secondo fattore è la fase di declino degli investimenti nel settore minerario e il terzo è il
previsto rallentamento delle esportazioni. Se da un lato le esportazioni verso i principali paesi clienti sono aumentate in termini di
volume, al contempo i margini si sono fortemente ridotti. In particolare i prezzi dell’acciaio in Cina, il primo mercato di sbocco del ferro
grezzo australiano, hanno registrato una flessione inferiore alla media rilevata negli ultimi anni e il declino sarebbe coerente con la
contrazione della domanda di acciaio dalla Cina.
Gli ultimi dati disponibili sulla disoccupazione (ottobre 2014) mostrano un tasso sceso nell’ultimo mese al 6,2% rispetto al 6,4% del
mese di luglio e risulta in crescita la forza lavoro aumentata di 24.100 unita’. Di senso positivo sono anche i dati relativi alla produttività
del lavoro, cresciuta su base annuale del 3.1%.
In definitiva, malgrado l’acceso dibattito nazionale interno negli ultimi mesi si sia concentrato sulle crisi del settore manifatturiero
australiano e poi sulle forti riduzioni alla spesa pubblica proposte dal Governo nell’ultima manovra di bilancio ispirantesi a criteri di
austerita’, i dati statistici australiani indicano piuttosto un ottimo stato di salute dell’economia australiana, suffragata in larga parte ancora
una volta dall’ottimo contributo del settore minerario, dalla competitivita’ del sistema finanziario e bancario, dall’andamento positivo delle
esportazioni e dal tendenziale aumento della produttivita’ del lavoro.
La spinta derivante dalla crescente integrazione economico-commerciale dell’Australia con le dinamiche economie del Sud Est Asiatico,
rafforzata dai negoziati in corso per la Trans Pacific Partnership, ha determinato l’avvio di imponenti programmi di investimento nei settori
infrastrutture, energia e risorse, che dischiudono opportunità commerciali e di investimento per l’imprenditoria italiana.
La necessità di ammodernare le infrastrutture fisiche del Paese per rispondere alle sfide determinate dalla crescita economica,
dall’incremento della popolazione (secondo recenti stime la popolazione crescera’ oltre i 40 milioni entro il 2040) e dal commercio delle
materie prime, ha spinto le Autorità australiane a presentare ambiziosi piani pluriannuali di sviluppo infrastrutturale.
COMMERCIO INTERNAZIONALE
L’interscambio commerciale dell’Australia e’ caratterizzato dall’esportazione di risorse primarie (minerali, energetiche e agricole) e
l’importazione di tecnologia ad elevato valore aggiunto. Nel 2013 la bilancia commerciale australiana ha registrato un saldo positivo
di ca. 21 miliardi di AUD, l’avanzo commerciale più consistente degli ultimi anni a fronte di una crescita delle esportazioni del 5.8% (per
un ammontare pari a ca. 262 miliardi AUD) ed una lieve diminuzione delle importazioni dello 0,4% (per un ammontare pari a ca. 241
miliardi AUD).
Le esportazioni australiane consistono principalmente in minerali ferrosi, carbone, oro, gas naturale e petrolio grezzo. Per quanto
riguarda le importazioni, troviamo ancora il petrolio grezzo, autoveicoli, petrolio raffinato, apparecchiature per le telecomunicazioni e
prodotti farmaceutici.
Circa la destinazione geografica delle proprie correnti di scambio commerciale, l’Australia rimane fortemente orientata verso l’Asia. La
Cina è il primo partner commerciale dell’Australia posizionandosi al primo posto sia per le esportazioni australiane (31,6% del totale)
sia come mercato di approvvigionamento (19,6%). Tra i principali destinatari export troviamo il Giappone (18%) la Corea (7,3%) e
l’India (3,6%) mentre tra i fornitori si collocano al secondo posto gli Stati Uniti (10,2%) seguiti da Giappone e Singapore rispettivamente
al 7,8% e al 5,4%.
Nei primi nove mesi del 2014 le esportazioni australiane sono ammontate a 202 miliardi AUD, in aumento del 5,1% rispetto allo stesso
periodo del 2013. L’export australiano e’ saldamente orientato vero i mercati asiatici e si confermano nelle prime posizioni Cina (35%)
Giappone (17,7%) e Corea del Sud (7,5%). Le importazioni complessive sono invece in aumento del 6,03% per un ammontare
complessivo pari a 187 mld AUD, rilevando un avanzo commerciale pari a 14,2 miliardi AUD. I minerali ferrosi e il petrolio, sia grezzo
che raffinato, continuano a rappresentare le principali voci dell’export, seguiti a distanza da carne e cereali. Sul lato import il petrolio
continua ad essere la voce principale delle importazioni australiane seguono i macchinari e gli autoveicoli
L’Australia e’ un Paese estremamente aperto con circa il 21,3% del PIL generato dalle esportazioni ed il 36% generato dagli
investimenti diretti esteri (una percentuale superiore alla media delle economie avanzate, calcolata dall’UNCTAD intorno al 27%).
Numerosi sono gli accordi di libero scambio (FTA-Free Trade Agreement) che l’Australia ha sottoscritto: con Nuova Zelanda, Singapore,
Thailandia, Stati Uniti, Cile, Associazione dei Paesi del Sud-est asiatico (ASEAN) e Malaysia. Tali paesi rappresentano il 26%
dell’interscambio commerciale dell’Australia. Nell’aprile 2014 l’Australia ha firmato il FTA con la Corea e nel luglio 2014 con il Giappone.
Tali accordi entreranno in vigore appena ultimato l’iter di approvazione da parte dei rispettivi organi parlamentari, presumibilmente entro
il corrente anno. In fase avanzata sono anche i negoziati con la Cina .
INVESTIMENTI DIRETTI ESTERI (IDE)
A giugno 2014 lo stock complessivo di investimenti diretti esteri (IDE) in Australia ha raggiunto un valore pari a AUD 679,2
miliardi, più del doppio rispetto a 10 anni prima . Dal 2008, anno dello scoppio della crisi finanziaria internazionale, gli
investimenti diretti esteri in Australia sono aumentati del 40%. Nel 2013 gli IDE in entrata avevano raggiunto il valore complessivo di
629,2 miliardi di dollari, con un aumento del 6,5% rispetto al 2012. I settori principali di destinazione degli IDE sono stati: minerario con
una quota del 36,6%, in forte crescita rispetto agli anni precedenti, il manifatturiero con il 14,1%, ma in flessione rispetto al 2012 e a
seguire il settore finanziario e del commercio con quote rispettivamente pari all’11,2% e al 9,1% entrambi evidenziando un trend
positivo
Gli Stati Uniti (23,7%), il Regno Unito (13,8%) e il Giappone (10%) rimangono i principali investitori mentre il peso degli altri paesi
asiatici rimane marginale, mentre la Cina i cui investimenti sono aumentati del 29% nel 2013 rispetto all’anno precedente, hanno
raggiunto la quota del 3,3%.
Gli investimenti diretti esteri australiani, ammontati nel 2013 a 494,8 miliardi AUD, sono destinati verso gli Stati Uniti (39%) e l’Unione
Europea (30%).
La crescita degli investimenti in Australia conferma il consolidamento della reputazione dell’Australia quale destinazione ottimale per
fare affari. L’Australia ha una forza lavoro flessibile e qualificata che, insieme ad un buon sistema amministrativo, un’alta qualità della
vita, nonche’ la vicinanza con i mercati del Sud est asiatico, l’hanno resa una sede ideale per il dislocamento delle funzioni direttive di
molte imprese multinazionali. Secondo il rapporto A.T. Kearney’s 2012 FDI Confidence Index l’Australia
si dell’ufficio
colloca in sesta
posizione
A cura
ICE di
Belgrado
nella graduatoria delle nazioni più favorevoli per gli investimenti diretti esteri. La crescita costante dei flussi di investimenti riflette del
resto una ottima performance economica del paese nell’ultimo ventennio, unita ad una posizione strategica, forti legami commerciali
internazionali, un ambiente degli affari aperto e innovativo. Secondo il World Investment Report 2014 dell’UNCTAD (UN Conference on
Trade and Development) l’Australia si e’ confermata nel 2013, per il terzo anno consecutivo, fra le prime 10 destinazioni per gli IDE
posizionandosi all’ottavo posto.
Gli IDE provenienti dall’Italia sono ammontati nel 2013 a 869 milioni AUD, in aumento del 47,8% rispetto al 2012 quando avevano
raggiunto un valore pari a 588 mln AUD. L’Italia nella graduatoria dei principali paesi investitori in Australia mantiene pero’ una
posizione marginale rappresentando solo lo 0,14% del totale degli IDE in Australia ed e’ preceduta da tutti i suoi diretti concorrenti
europei: oltre il Regno Unito (86 mld AUD), Olanda (29,4 mld AUD), Svizzera (19,1 mld AUD), Germania (13,8 mld AUD), Francia (5,5
mld AUD) e Belgio (5,4 mld AUD).
Gli investimenti diretti australiani in Italia sono invece ammontati a 140 milioni di dollari nel 2013.
RAPPORTI ECONOMICI TRA L'ITALIA E AUSTRALIA
Interscambio commerciale
Le relazioni economico-commerciali fra Italia e Australia godono di ottima salute. Nel 2013 il valore delle esportazioni di merci italiane e’
ammontato a 5,8 miliardi di AUD , in crescita dell’8,1% rispetto al 2012 ,con una quota di mercato dell’Italia pari al 2,4% (era il 2,2% nel
2012) mentre le esportazioni australiane sono ammontate a 702 milioni di dollari australiani. L’Italia e’ il 12° Paese fornitore dell’Australia
ed il 3° tra i Paesi fornitori Europei (dopo Germania e Regno Unito).
L’Australia rappresenta il terzo mercato di esportazione italiano nell’area dell’Asia/Oceania (dopo Cina e Giappone) ed e’ inoltre il Paese
dell’area Asia/Oceania con cui l’Italia registra il più elevato saldo positivo della bilancia commerciale.
Il saldo della bilancia commerciale Australia/Italia e’ infatti favorevole all’Italia, con un avanzo commerciale nel 2013 pari a ca.
AUD 5,1 m i l i a r d i c o n u n a u m e n t o r i s p e t t o a l 2 0 1 2 d i c i r c a i l 1 3 , 3 % .
Nel 2013 le principali voci del nostro export sono costituite dal settore dei macchinari che da solo rappresenta il 32,7% del totale
importato dall’Australia in forte crescita rispetto al 2012 (+49,5%) . In particolare sono da segnalare in forte crescita le importazioni di
pompe a pressione e parti di ricambio seguite dalle turbine a gas. Seguono i prodotti farmaceutici che pur registrando una flessione del
16,2% si posiziona al secondo posto nella graduatoria e i macchinari elettrici in aumento del 21,8%.
Le principali importazioni italiane dall’Australia sono carbone e lana, seguite da grano, materiali ferrosi, pelletteria e carne fresca.
Nel periodo gennaio-settembre 2014 le importazioni australiane dall’Italia sono state pari a 4,4 miliardi AUD , in aumento dell1,6%
rispetto allo stesso periodo del 2013 e fra i principali prodotti si collocano i macchinari (-7%), gli apparecchi elettrici in forte aumento
(+17,5) seguiti da prodotti farmaceutici e veicoli, entrambi in diminuzione. In aumento invece il settore agroalimentare e bevande con i
cibi conservati che raggiungono un valore pari a 95,4 mln. di dollari (+19,6%), le bevande 92 mln AUD (+15,8%) e i prodotti da forno
61,4 mln (+14,5%).
Le esportazioni australiane verso l’Italia, sono ammontate a 510 milioni AUD, stabili (0,54%) rispetto allo stesso periodo del 2013 e fra i
principali prodotti esportati si confermano lana, minerali ferrosi, pellame, carne e cereali. Il disavanzo commerciale australiano e’ stato
pari a 3,9 mld. AUDc
Presenza italiana in Australia
Per quanto riguarda la presenza italiana in Australia, si segnala che operano circa 150 aziende radicate in forma stabile e diretta nel
mercato locale con impianti di produzione, filiali commerciali o uffici di rappresentanza.
In notevole crescita e’ la partecipazione delle imprese italiane nei progetti australiani di sviluppo dei comparti minerario, energetico e
infrastrutture.
l valore complessivo degli investimenti nei due sensi e’ storicamente limitato in ragione soprattutto della lontananza geografica e della
struttura economica contraddistinta in entrambi i Paesi da piccole e medie imprese. Negli ultimi anni, tuttavia, vi sono stati alcuni
investimenti di rilievo da parte di grandi gruppi italiani, a conferma di un rinnovato interesse dei nostri investitori verso l’Australia.
Le Autorità di Governo federali e statali, nonché i rappresentanti dell’industria australiana, hanno più volte manifestato l’interesse a
sviluppare relazioni con il nostro Paese, in termini di partecipazione a gare per la realizzazione di progetti infrastrutturali, investimenti in
equity, costituzione di joint-ventures e accordi di off-take per lo sfruttamento delle risorse, fornitura di tecnologia e macchinari per l’industria
mineraria ed energetica
I principali investitori italiani sono:
Agustawestland (gruppo Finmeccanica) ha siglato un contratto con Australian Helicopters per la fornitura di sei elicotteri AW139 per
conto dell’operatore Ambulance Victoria rafforzando cosi’ la propria presenza nell’area geografica dove vanta oltre 50 elicotteri di vario
tipo già in servizio, distribuiti tra Australia e Nuova Zelanda;
Ansaldo STS, produttrice in Australia di sistemi di segnaletica ferroviaria (nel 2009 ha siglato un accordo di collaborazione con
l’Australian Rail Track Corporation);
ENI, gestore al 100% dei giacimenti di Blacktip, uno dei maggiori depositi di gas naturale dell’Australia;
Ferrero, che produce in Australia per la regione del Sud est asiatico;
Ghella parte del consorzio che si è recentemente aggiudicato la gara per la realizzazione del collegamento autostradale Northern Link a
Brisbane ed stato shortlisted, in quanto facente parte del consorzio Inner Link Group, per il progetto East West Link della citta’ di
Melbourne, sebbeen non sia poi risultato vincitore;
Gruppo Zegna ha per la prima volta, investito nel settore della produzione della lana, acquistando il 60% di “ Achill “, un’azienda agricola
di pecore con una storia di 175 anni nella regione del New England nel New South Wales.
Impegilo-Salini che hanno vinto un appalto per la realizzazione di un collegamento ferroviario urbano nella citta di Sydney nell’ambito
del progetto infrastrutturale denominato North West Rail Link;
Intesa San Paolo ha aperto un ufficio di rappresentanza a Sydney;
Iveco, produttrice di camion in Australia (nel 2009 ha avviato la produzione del primo bus ibrido australiano);
Longobardi, ha progettato e coordinato la realizzazione di un centro completamente automatizzato per la classificazione, scatolamento e
pallettizzazione di frutta, nei pressi della citta’ di Melbourne;
Luxottica, che gestisce la più importante catena australiana di negozi per ottica, OPSM;
Parmalat secondo operatore australiano nel mercato del latte fresco australiano, recentemente ha acquistato la societa’
australiana Harvey Fresh;
Prysmian, unico produttore in Australia di fibre ottiche che rispondono ai requisiti per il National Broadband Network, ha firmato un
ulteriore contatto di fornitura con la societa’ pubblica dello Stato del NSW, Ausgrig;
Rizzani De Eccher, parte del consorzio che si è aggiudicato i lavori per la costruzione di una superstrada sopraelevata ad Adelaide ed e’
attualmente finalista, in joint venture con Leighton Group, per l'assegnazione di uno dei piu' importanti progetti infrastrutturali della citta’ di
Sydney, il WestConnex..
Saipem e Nuovo Pignone, che nel 2009 hanno vinto contratti di sub-fornitura per oltre AUD 2 milioni in relazione al progetto di LNG di
Gorgon;
Selex, ha siglato un contratto con il Ministero della Difesa Australiano per lavori di aggiormento dei sistemi di comunicazione e
trasmissione dati in dotazione alle navi da guerra australiane della Classe Anzac.
Tenova/Techint, in joint-venture con la SEMF Australia per la realizzazione di impianti di accatastamento e trasporto di minerali
di carbone e ferro e per le strutture multiuso;
Tod’s ha aperto il suo primo punto vendita, in franchising a Sydney presso il department store Westfield.
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Novembre 2014
A cura dell’Ufficio di Sydney dell’ICE-Agenzia
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