GRATIS 18+ Solo per adulti. Soft Secrets viene pubblicato sei volte all’anno dalla Discover Publisher BV, Paesi Bassi Numero 5 - 2012 Deputata alla coltivazione di Giovanna Dark In questa edizione: Alla ricerca della fumata perfetta ›› 12 LA SFIDA DI ELISA B. ALLA FIBROMIALGIA Secondo le statistiche, l’1-3% della popolazione mondiale soffre di fibromialgia e Elisa B. è una ragazza che l’ha contratta ed ha trovato enormi benefici nell’utilizzo della marijuana, tanto da spingerla a battersi pubblicamente per la legalizzazione di questa terapia. ›› 22 Rita Bernardini, romana classe 1952, non è certo una donna qualunque. Entrata nel Partito Radicale poco più che ventenne, negli ultimi 35 anni ha animato le battaglie per i diritti civili in Italia attraverso l’organizzazione di innumerevoli azioni di disobbedienza civile come scioperi della fame, sit-in, presidi non violenti o le clamorose e ormai celeberrime distribuzioni di hashish che i Radicali di Pannella portarono avanti nel 1995 e nel 1997. Nel settembre del 2002 è tra i fondatori dell’Associazione Luca Coscioni per la libertà della ricerca scientifica, di cui sarà il primo segretario, e in quest’ultima legislatura ricopre la carica di componente della Commissione Giustizia alla Camera. Un curriculum di tutto rispetto dunque che, in questa nostra sede, serve semplicemente ad indicare come Rita Bernardini non configuri di certo una figura criminale. Eppure, per la giustizia italiana, la deputata radicale rischia in questo momento la reclusione da 6 a 20 anni e la multa da 26mila a 260mila euro a causa dell’articolo 73 comma 1 comma del D.P.R. 309/90. Il perché è presto detto. Al posto del basilico o dei classici gerani, Rita Bernardini ha deciso di mettere sul balcone di casa sua alcune piante di marijuana. Come tutti sappiamo, da sempre i radicali chiedono la legalizzazione delle droghe leggere e più in particolare che si affronti il tema dell’uso terapeutico dei derivati della cannabis. Proprio per sensibilizzare il parlamento su una questione che, dati i primi passi in alcune regioni italiani, si configura ormai come di interesse nazionale, la deputata radicale ha deciso di coltivare pubblicamente in seno alla disobbedienza civile. Ma andiamo per ordine. Tutto è cominciato circa tre mesi fa quando, durante una conferenza stampa a Montecitorio, Rita Bernardini aveva pubblicamente piantato alcuni semi di marijuana in tre vasetti. Durante questa azione dimostrativa, Rita Bernardini ha tenuto a GUERRILLA OUTDOOR L’hip hop spaventa le forze dell’ordine? Turba i sogni quieti dei benpensanti? Perfetto, se [rendimenti più elevati sono possibili] è davvero così, allora è proprio arrivato il momento di scoprire Guerrilla Outdoor il nuovo progetto di Cole e Gast dei Truceklan. ›› 45 Venite a visitare il nostro nuovo sito www.plagron.com ricco di nuovi tutorial e consigli sottolineare che nonostante le aperture alla cannabis terapeutica di alcune ASL, nella stragrande maggioranza del territorio italiano «il cammino dei malati affetti da patologie che possono essere curate con la cannabis, dalla Sclerosi multipla all’Aids, è invece un percorso ad ostacoli che a volte diviene un vero calvario e che trova ragione solo nella follia proibizionista». Per questo la deputata, assieme ad altri colleghi di partito, aveva depositato, contestualmente all’azione dimostrativa della “pubblica semina”, una proposta di legge intesa a depenalizzare la coltivazione domestica della marijuana. Una proposta di legge che prende a modello la vigente legge spagnola – tollerante verso la coltivazione domestica sia per scopi terapeutici che ludici – e che è stata da poco calendarizzata alla Camera. documentare passo dopo passo la crescita delle piantine sul suo profilo Facebook. Tre album fotografici e alcuni video che ritraggono le piantine in tutta la loro verde salute e in tutte le fasi della crescita: giorno dopo giorno le foto mostrano una crescita rigogliosa avvenuta anche grazie ai suggerimenti ricevuti dalla deputata sul web. Quando le piante saranno poi finalmente pronte per il raccolto Rita Bernardini ha già deciso che cosa fare delle sue produzioni: «Sono destinate ai malati– ha affermato – che non riescono ad accedere alla terapia in alcun altro modo. Mi sono arrivate molte richieste e al momento giusto l’intenzione è di fare una grande festa e di consegnare le infiorescenze a chi ha mostrato di averne bisogno». La deputata è certamente consapevole di aver commesso un reato. «Il solo fatto che io abbia piantato della marijuana è vietato e la Dopo la conferenza stampa Bernardini ha presenza, o meno, del principio attivo – ha portato a casa i vasetti con i semi di cannabis, precisato – non cambia la sostanza delle li ha sistemati sul suo terrazzo e, coerente con Continua a pagina 3 la sua pubblica disobbedienza, ha deciso di Sicuro, abbiamo quello cerchi. Siamo il distributore per l’Italia con più varietà di prodotti per la coltivazione indoor. Confronta le nostre offerte per i growshops. Serviamo anche il dettaglio. Visitate il nostro showroom a Roma o acquistate on-line attraverso il nostro sito. Spendi quello che vuoi spendere, non di più. Prodotti dall'ottima qualità al prezzo più conveniente. Non c'è una forma più semplice di trovare ciò di cui hai bisogno per la tua coltivazione indoor. Showroom Giulio Cesare, 102 00192 Roma Marconi Oderisi da Gubbio, 234 00146 Roma Bufalotta Tor San Giovanni, 140 00139 Roma Tel. 06 87121079 [email protected] Skype: Igrow 3 Continua dalla prima pagina cose». Il significato che la parlamentare dà alla sua azione è però di altro tipo: «Questo gesto di disobbedienza civile dovrebbe far riflettere sulle leggi illogiche del nostro Paese in cui la detenzione di cannabinoidi per uso personale è punita con una pena amministrativa mentre la loro coltivazione è classificata come un reato penale». Nella speranza che la proposta di legge dei Radicali sia presa in seria considerazione dalle Camere, Soft Secrets si complimenta con Rita e con quella che sarà la sua fantastica erba. Cheers! La Big Devil XL Auto è senza dubbio la grande diabolica delle autofiorenti! In sole 9 settimane, questo seme di cannabis garantisce rese abbondanti e di qualità quasi senza pari. Non ditelo a nessuno, ma abbiamo sentito che il selezionatore della Big Devil XL ha venduto l’anima per lei! Quando si fa un tiro di Big Devil XL Auto, si pensa di morire e andare in paradiso. L’effetto intenso e il delizioso aroma tagliente sono ben più che divini! La Big Devil XL è una varietà autofiorente (femminizzata) di 3° generazione di Sweet Seeds. Questo ibrido deriva dall’incrocio fra una Big Devil #2 e un’autofiorente Jack Herer. L’altezza è maggiore. Le piante possono arrivare a un’altezza compresa fra 110 e 160 cm, con numerosi rami laterali. Sono maggiori anche lo spessore e la densità delle cime e sono incredibilmente cariche di resina aromatica. L’aroma è a incenso con un tocco agrumato di limone. I ceppi autofiorenti di solito rimangono limitati in dimensione a causa del rapido sviluppo, ma la Big Devil XL Auto Femminizzata è l’eccezione che conferma la regola. Genetica: Tipo: Altezza: Raccolto indoor: Raccolto outdoor: Aroma, fragranza: Big Devil #2 x Jack Herer Auto Autofiorente 110 - 160 cm 650 g per m² 150 g per pianta Leggero gusto di limone con un tocco di aroma a incenso Selezionatore: Sweet Seeds Big Devil XL Auto OndaVerde Chi di voi, seduto al volante della propria auto, non ha mai desiderato di trovare sempre la strada spianata? Niente semafori rossi a bloccare la corsa e quel verde che, ogni volta lo si scorge in lontananza, viene benedetto o invocato a seconda della fretta che si ha. Ebbene in terra d’Abruzzo qualcuno ha pensato bene di istituire la sua personalissima “onda verde”. Decine di adesivi a forma di foglia di cannabis sulla luce verde dei semafori della città: succede a Pescara, dove nel pieno delle ferie agostane al centralino del Comune e alla sala operativa della Polizia municipale sono arrivate diverse segnalazioni da parte di automobilisti che hanno notato le etichette rappresentanti le foglie di canapa. Gli adesivi sono stati attaccati con tutta probabilità col favore della notte, sui principali semafori della città abruzzese. Un gesto sicuramente simbolico e per nulla lesivo della normale circolazione che però ha mandato su tutte le furie le istituzioni cittadini. Il Comune è infatti intervenuto tempestivamente ed ha allertato Pescara Gas, responsabile della gestione degli impianti, che ha effettuato una ricognizione sul territorio, rimuovendo tutte le “foglie” presenti. Parlando di “una bravata, uno scherzo di pessimo gusto o semplicemente un atto vandalico”, il presidente della Commissione consiliare Sicurezza del Territorio, Armando Foschi, sottolinea che l’autore del gesto “non si rende neanche conto dell’importanza dei semafori nel garantire la tutela di chi guida e di come anche un semplice adesivo possa distrarre un automobilista, causando imprevedibili tragedie”. “Ma gli autori dello scherzo - annuncia Foschi - potrebbero non averla fatta franca: in alcuni casi, infatti, abbiamo verificato la presenza di telecamere di videosorveglianza che potrebbero aver ripreso lo svolgimento dell’azione, permettendoci di identificare velocemente il volto del colpevole”. Certo se al posto della foglia della nostra amata piantina ci fosse stato un simbolo di partito la notizia non avrebbe fatto il giro dei quotidiani, né probabilmente sarebbe stata trattata con i toni che avete potuto leggere qui sopra. In fondo gli stickers con le foglioline sono stati piazzati nella parte giusta del semaforo e, di buono, c’è che il gesto dell’anonimo/i pescaresi avrà un potere decisamente rivelatore: se vedremo degli idioti paralizzati ad un semaforo verde, sapremo che non sono fumatori di cannabis ma proibizionisti! 4 LETTERE DAI LETTORI Lettere dai lettori Attenzione lettori italiani! Cari amici di Soft Secrets complimenti per le vostre riviste sempre più aggiornate,vi allego le foto della mia zona di coltura con le mie bimbe, cresciute con terriccio e fertilizzanti della Biocanna, 2 lampade hps da 200 w. Spero piacciano anche a voi, vorrei un parere da voi e qualche consiglio per migliorare le mie prossime coltivazioni, questa e solo la mia seconda esperienza. Grazie siete grandi. Le tue piante sembrano ben sviluppate e, dato che sei alla seconda esperienza, devo farti i miei complimenti visto che sembrano essere anche in discreta salute. Hai usato 800 Watt in fioritura, una buona potenza che ti permetterà di raggiugere ottimi risultati. Cerca di ottimizzare il numero di piante che coltivi con il grande spazio che hai a disposizione, solo cosi aumenteraila resa! Caro Soft Secrets, ti presento le mie bambine! Ho usato un box 1,20x1,20x2 mt, con una lampada 400 w hps, una da 250 w hps e per gli ultimi 15 giorni ho aggiunto anche sunlight led da 600 w. Il sapore ve lo saprò dire nella prossima puntata. Un ringraziamento particolare al mio personale grower fornitore. Yeaaaa. Un verde saluto a tutti voi. PORRY Ciao Porry, io al posto tuo avrei aspettato ancora una decina di giorni almeno prima di distaccare le foglie dalla pianta! La foto in questione dimostra come le tua figlioletta non sia ancora matura, cosa che invece non riguarda la tua splendida fidanzata. Ricorda la regola di base: quando pensi che sia pronta, aspetta un’altra settimana! Volete vincere semi FEMMINIZZATI di DINAFEM? Mandateci una fotografia della vostra stanza di coltura o della vostra miglior pianta di cannabis, dove si veda chiaramente una copia di Soft Secrets. DINAFEM vi manderà una confezione da 3 semi femminizzati. Se nella fotografia dovessero figurare anche la vostra bellissima moglie o ragazza che indossano un micro bikini sexy o dell’intimo molto allettante, riceverete una confezione 2 x 3 di semi femminizzati. La fotografia del mese riceverà una confezione 3 x 3 di semi femminizzati di prima qualità! Il tutto è un omaggio di Soft Secrets Europa e DINAFEM! Mandate le vostre fotografie via e-mail a [email protected] o mandatele alla nostra PoBox. Fate attenzione: il materiale verrà gestito con la massima discrezione. Non pubblichiamo foto sfocate e non ci piacciono le fotografie di piante in fase vegetativa. Vogliamo vedere grosse cime e belle donne! Buona fortuna! E-mail: [email protected] Amici di Soft Secret, come promessso vi anticipo la stagione estiva con questo collage di fotografie di “Guerrilla Grow “ dal Nord Italia. Spero di avere un buon raccolto. Grazie, a presto. SIMON.MILANO. Ciao amico dal nord Italia, beh che dire? Hai un giardino invidiabile, anche se dalle foto non sembra una coltivazione da guerrilla visto che ci troviamo all’interno di una proprietà privata. Complimenti per la scelta della Romulan: la varietà più amata in Canada da vent’anni a questa parte!!! www. .ORG NEW STRAINS 2011 x1 10 € x1 11 € x1 10 € x3 26 € x3 25 € x3 23 € x5 43 € x5 40 € x5 37 € x10 85 € x10 80 € x10 75 € D I N A F E M D I N A F E M ORIGINAL AMNESIA SUPER POTENTI D I N A F E M SATIVA DOLCE E VELOCE CRITICAL+ AUTOFLOWERING CRITICAL JACK AUTOFLOWERING GRANDE FIORI GUSTO FRUTTATO by Dinafem DOLCE E RESINOSA GRANDE PRODUZIONE FEATURED STRAINS D I N A F E M MOBY DICK FORTISSIMA D I N A F E M D I N A F E M CRITICAL+ SUPER PRODUZIONE ALTA PRODUZIONE NUOVA FORMULA GUSTO HAZE PIÚ PRODUZIONE POWER KUSH FORTE ODORE GUSTO DOLCE x1 14 € x1 12 € x1 9€ x3 33 € x3 28 € x3 21 € x5 55 € x5 45 € x5 35 € x10 110 € x10 90 € x10 70 € D I N A F E M D I N A F E M D I N A F E M CRITICAL JACK CHEESE GEMME GROSSI SAPORI CRITICAL FORTE EFETTO WHITE WIDOW #1 IN INGHILTERRA BIANCO STRATO DI RESINA SAPORE DOLCE MOLTO FORTE POTENZA MEDICINALI x1 10 € x1 9€ x1 11 € x3 23 € x3 21 € x3 33 € x5 37 € x5 35 € x5 50 € x10 75 € x10 70 € x10 100 € D I N A F E M INDUSTRIAL PLANT SUPERPRODUCER VELOCE E DOLCI x1 x3 x5 x10 12 € 30 € 49 € 98 € D I N A F E M D I N A F E M HAZE AUTOFLOWERING FRUIT AUTOFLOWERING GRANDI FIORI GUSTO HAZE x1 x3 x5 x10 11 25 40 80 € € € € 70 GIORNI GUSTO FRUTTATO IN 60 GIORNI x1 8€ x3 18 € x5 30 € x10 60 € ...CLOUD 9, WHITE SIBERIAN, SHARK ATTACK, ROADRUNNER, ROADRUNNER2, AND MORE. 6 Ciao vi invio qualche foto delle mie piantine autofiorenti crescute in terrazzo.. insieme alla mia amica... Spero vi piacciano. Ciao caro, direi che per essere delle autofiorenti si sono sviluppate parecchio in altezza. Osservando la foto, che da l’idea di un giardino ben curato, si vede dalle punte delle foglie che le tue bambine hanno sofferto di over-fertilizzazione. Nonostante questo piccolo inconveniente credo che le tue amate ti avranno regalato anche un discreto raccolto; i nostri complimenti vanno anche alla tua amica! Ciao ragazzi. vi invio delle foto di4 Mazar cresciute in vegetativa per quasi 2 mesi, poi passate in fioritura. il tutto sotto 400 w (mh/hps) box 1x1x2. Spero vi piacciano questi 250g di fiori secchi. Grazie ragazzi continuate così! Le tue piante sono sicuramente allettanti, la prossima volta ti consiglio di usare una fonte di luce più potente in uno spazio di 1,5 mq: una 600 watt dovrebbe svolgere al meglio il suo lavoro. Mazar? Ottima genetica, produttiva e molto potente: può dare di più! 7 Cari Amici di Soft Secrets, sono un vostro fan e sono contento di presentarvi la mia White Berry e la mia Blue Cheese. Le cime sono state tagliate in tre tempi, e le foto delle piante sono state scattate dopo il primo taglio. La mia specialità rimane comunque la piantumazione outdoor! Indoor?? ...ancora alle prime armi! (per necessità, purtroppo).Ma i vostri preziosi consigli mi hanno aiutato. BAMBI Caro lettore, hai scelto delle ottime genetiche. Secondo me il motivo che ha scatenato la muffa è stata l’umidità troppo alta nella fase notturna: con genetiche sensibili alla botrite come la Bluecheese bisogna cercare di tenere il tasso di umidità al minimo ed avere un buon ricambio d’aria!!! Sconsiglio vivamente di fumare cime ammuffite dato che fanno molto male, al massimo puoi farci dell’Ice-O-Lator! Alla prossima Ciao amici di Soft Secrets, siamo vostri appassionati lettori e vi seguiamo continuamente. Vi invio la foto della mia Black jack di Sweet Seeds autofiorente insieme a mia moglie. La mia prima esperienza outdoor concimata con prodotti biologici Biobizz. Spero vi piaccia, un abbraccio a tutti!! GRAZIE Appassionato lettore, per essere un autofiorente coltivata in outdoor il risultato è accettabile anche se la resa può essere almeno il doppio di quanto si vede nella foto. Nonostante ciò se hai effettuato un buon flush, la pianta sarà ricca di sapore!!Tua moglie invece rende bene anche cosi! Ciao mio caro SS, ormai sono 3 anni che ti seguo e diciamo di avere imparato tanto. La pianta in foto è una “Big Bud” della Sensi Seeds dalla 4 settimana di Flow fino al raccolto. Cresciute in terra con vasi 18 Litri, HPS 600 W + integrazione di neon 40 W da terza settimana di flow in poi, Fertilizzanti Atami Terra Leaves e Terra Bloom,Root Stimulator, Integratore “Bionova XCEL”, Enzymes+ Bionova, e Flush finale, PH 5.8 - 6.0, EC 1.5, CO2 in bombola erogato manualmente. Aspiratore in entrata per irrorarle sempre di aria fresca, ed estrattore in uscita, più un ventilatore girevole sempre puntato addosso i fusti ed un umidificatore per il controllo dell’umidità. Grow Room 140 cm x 190 cm. Questo il setup. Prossimamente vi invio le foto delle CriticalJack da voi gentilmente donate (sono una bellezza, resinose odorose e belle cime compatte)..... Un saluto a tutti voi. ODRA Amico mio che dire hai usato un buon set-up e dopo tre anni si comincia a vedere l’esperienza. La Big Bud è una genetica ottima che per svilupparsi bene ha bisogno di molta luce. Forse l’unica pecca è che in un ambiente così grande avresti necessitato di due 600 W, ad ogni modo complimenti. 8 FLASH PRODOTTI MICROMIX SOLUZIONE DI ELEMENTI IN TRACCE Questo prodotto contiene: 0.36% di Fe (ferro HEEDTA); 0.08 di Mn (manganese EDTA); 0.4 di Bo (boro monoidrato); 0.09 di Zn (zinco EDTA) e lo 0.06 di Mo (sodio molibdato). Gli elementi in tracce sono un mix tra piccole quantità di differenti elementi indispensabili per un elevato numero di processi biologici. Una mancanza dei suddetti elementi si manifesta immediatamente attraverso uno sviluppo deficitario delle differenti funzioni della pianta, che può portare carenze diversificate e nel lungo periodo addirittura alla morte della pianta. La mancanza di elementi in tracce si manifesta sempre nelle foglie giovani, perchè gli stessi non possono venire trasportati all’interno della pianta. Questo prodotto dovrebbe venire utilizzato per ovviare ad alcune carenze, o come base di partenza per una soluzione nutritiva completa. Un dosaggio di 1:1000 aumenta la quantità totale di: Fe fino a 100 umol Mn fino a 25 umol Bo fino a 140 umol Zn fino a 16 umol Mo fino a 5 umol DOSAGGIO: In caso di carenza aggiungere 25-50 ml ogni 100 litri di soluzione nutritiva. Nel caso in cui si stia preparando la base per una soluzione nutritiva completa aggiungere continuamente 25 ml ogni 100 litri d’acqua. Importante ricordare che se si sta già utilizzando uno dei principali fertilizzanti della Bio Nova l’aggiunta di MicroMix non è necessaria in quanto già garantita dal precedente prodotto. B’CUZZ WORTEL STIMULATOR Come d’abitudine, Atami ha per ogni pianta e ogni fase tutti i supplementi necessari. Una pianta attraversa diverse fasi durante la crescita; una delle prime e probabilmente la più importante è la fase delle radici che è spesso sottovalutata. Poiché il 50% della pianta si trova sottoterra, le radici grandi e sane sono molto importanti perché contribuiscono allo sviluppo ottimale della pianta. La pianta assorbe il nutrimento dalla barbata. Il B’cuzz Wortel Stimulator è uno dei più forti stimolatori di radici sul mercato ed è ideato specialmente per questa prima fase. Questo stimolatore di radici garantisce una crescita esplosiva delle radici e una forte produzione di barbata. Ha anche un effetto frenante sulle malattie delle radici e del terreno e dà alla terra un forte stimolo. Le piante con delle radici ben sviluppate e fisse assorbono facilmente i nutrimenti e saranno più sane e forti e il risultato è un ottimo raccolto. Il B’cuzz Wortel Stimulator è adatto a ogni tipo di mezzo e sistema d’irrigazione, è un prodotto biologico al 100% e non è dannoso per l’ambiente. Il B’cuzz Wortel Stimulator è ideale in combinazione con il B’cuzz Booster. www.atami.com www.bionova.nl VITA START E VITA RACE DELLA PLAGRON SPRAY DI VITAMINE PER PIANTE SANE E FORTI Una pianta sana e forte con una resa molto alta: non è proprio questo quello che desiderano tutti? La Plagron offre due spray di vitamine innovativi che garantiscono una buona coltivazione: Vita Start e Vita Race. Vita Start, in precedenza nominato ‘Cropspray’, è uno stimolatore della crescita liquido per piantine, talee e piante madri. Contiene una combinazione ingegnosa di enzimi organici, oligoelementi e stimolatori della crescita. Questi proteggono la pianta contro le influenze negative esterne e assicurano un raccolto migliore. Vita Start permette alla pianta di assorbire i fattori nutritivi disponibili in maniera più efficiente e rafforzata ed esclude il rischio di sovraconcimazione e malnutrizione. Spruzza Vita Start sulle foglie della pianta. Il prodotto è molto concentrato per cui hai bisogno di soltanto 1 ml per ogni litro d’acqua. Vita Start è ottenibile in confezioni da 100ml, 250 ml, 500 ml e 1 litro. Vita Race Vita Race, in precedenza ‘Phyt-Amin’, è un fertilizzante fogliare biologico e uno stimolatore della crescita durante la fase della crescita e le prime tre settimane della fase di fioritura. Fornisce alla piante gli amminoacidi, i microelementi, i minerali naturali necessari e degli ormoni naturali essenziali grazie ai quali la crescita viene accelerata e viene preparata la fioritura. Diluire al massimo 5 ml di Vita Race in 1 litro d’acqua (1:200). Spruzza la pianta settimanalmente fino bagnarla per ottenere un risultato ottimale. Vita Race è ottenibile in confezioni da 100ml, 250 ml, 500 ml e 1 litro. Pass it on! Visita il nostro nuovo sito web nel quale troverai tutte le informazioni necessarie sia sui prodotti Plagron che sulle tecniche di coltivazione più avanzate. Troverai in maniera semplice ed intuitiva tutte le informazioni riguardanti un singolo prodotto e quelle ad esso correlate, utili consigli e le immancabili FAQ. Il sito interattivo permette a ciascun coltivatore di incontrare gli altri e scambiare le proprie esperienze ed opinioni sui prodotti Plagron. Esattamente in accordo al significato del nostro slogan ‘pass it on’. Tieni d’occhio il nostro sito per essere sempre aggiornato sulle ultime notizie e sviluppi dei nostri prodotti e sul giardinaggio in generale. Non dimenticare di controllare anche la nostra pagina Facebook per ulteriori trucchi e consigli. (facebook.com/plagron). Ovviamente puoi contattare anche il nostro servizio clienti al seguente indirizzo email: [email protected]. 10 IL CANAPAIO La Cannabis fa bene! Nonostante quello che possono dire i proibizionisti, giovanardi e serpelloni in testa (il minuscolo è per disprezzo verso dei propugnatori di menzogne e diffusori di “notizie false e tendenziose, miranti a turbare l’ordine pubblico” ), la cannabis fa bene. Fa bene a chi la usa, alla stragrande maggioranza di quelli che la usano. E chi può non sentirsi bene è perché l’ha usata nel modo per lui sbagliato, oppure, come nel caso dei due figuri citati prima, perché ha un problema nel sistema di Franco Casalone endocannabinoide, ed è meglio che si curi. La cannabis fa bene al mondo, alla vita nel mondo. La cannabis fa bene all’ambiente come sostituto del petrolio, come produttrice di biomassa, come risanante dei terreni, come produttrice d’ossigeno, protettrice del terreno e di tutte le forme viventi che la usano in qualche modo. Fa bene alla comunità perché promuove l’economia, è un medicinale veramente importante anche se nascosto per decenni, favorisce la socialità e rende le persone più disponibili a capire i problemi altrui, meno violente e meno aggressive, richiede lavorazioni complesse che necessitano di una serie di compiti svolti da diverse persone, favorisce la cooperazione e la collaborazione, contribuisce allo sviluppo delle economie locali e del benessere delle aree dove è presente. Fa bene alle singole persone: non sto qua ad elencarvi per cosa, andate a cercarvi i 20000 studi medici che ne riconoscono i principi attivi validi per ristabilire un delicato equilibrio praticamente per tutti i problemi di salute del corpo e dello spirito. Non avete mai fatto la pace con il vostro/la vostra partner dopo una canna? Non vi siete mai sentiti meglio, più rilassati se alla fine di una dura giornata vi facevate una canna? Non siete mai stati contenti di condividere con qualche amico qualcosa di particolarmente buono? Fa bene alle società dove se ne concede l’uso: oltre a restituire credibilità alle istituzioni non più costrette a mentire, a decongestionare il sistema piano, con i riflessi non appannati, più rispettosi degli altri utilizzatori delle IL VALORE CURATIVO DELLA CANNABIS IN FORMA CRUDA STA NEL FATTO CHE, NON ESSENDO PSICOATTIVA, SE NE POSSONO INGERIRE GROSSE QUANTITÀ SENZA RISENTIRE DI EFFETTI “COLLATERALI” penale, a permettere una sopravvivenza dignitosa, rende anche meno pericoloso il vivere quotidiano. Vediamo in questi luoghi una diminuzione degli incidenti stradali, l’uso di cannabis renda più sicura la guida, nonostante leggi e controlli assurdi sulla circolazione: molti guidatori, dove concesso l’uso, sostituiscono l’alcol con la cannabis, ritrovandosi ad andare più strade, più rilassati e con meno fretta di arrivare. Sapendo che è bene che il nostro corpo abbia un’alta percentuale di cannabinoidi in circolo, e che normalmente riesce a produrne quantità quasi sufficienti, ma spesso si trova ad averne bisogno in quantità maggiori (praticamente di fronte a qualunque attacco alla salu- te), e sapendo purtroppo bene che ci troviamo in uno stato retrogrado per questo problema, in cui l’approvvigionamento di cannabinoidi dall’esterno è perseguitato, ho pensato che potremmo stimolare il nostro organismo a produrre più endocannabinoidi. Come? Ad esempio con una dieta ricca di precursori degli endocannabinoidi. Ho fatto una piccola ricerca, e ho trovato che gli acidi grassi poliinsaturi e l’acido arachidonico sono precursori efficaci, ed una dieta ricca di olio d’oliva (non è stato provato, ma sono sicuro che è efficace anche l’olio di semi di canapa) e di burro d’arachidi stimola una maggiore produzione di endocannabinoidi. Con il burro d’arachidi non bisogna esagerare, se non vi volete ritrovare pieni di foruncoli, ma che adesso Giovanardi e i suoi sgherri vadano a vietare l’olio d’oliva...non possono certo toglierci, rendendola illegale, la base alimentare della nostra amatissima dieta mediterranea! Un altro modo in cui la cannabis fa bene (ed in questo caso fa molto bene, a chiunque, anche a quelli che non ne vogliono sapere dell’eventuale effetto psicoattivo) è il mangiarla cruda, o il berne il succo centrifugato. È un potente antinfiammatorio e la sua azione benefica può essere superiore a quella della sostanza utilizzata riscaldandola in qualche modo. I cannabinoidi presenti sulla cannabis fresca sono in forma acida (THCA, CBDA, CBGA, ecc,). In questa forma non sono psicoattivi, per diventare tali devono “decarbossilare”, vale a dire perdere una molecola di carbonio: questo processo avviene in presenza di calore (se fumata/bruciata è immediato, se cotta/bollita richiede un tempo abbastanza lungo, circa 40 minuti) oppure si ha una decarbossilazione lenta nel tempo, fino a più anni. Il valore curativo della cannabis in forma cruda sta nel fatto che, non essendo psicoattiva, se ne possono ingerire grosse quantità senza risentire di effetti “collaterali” che per qualcuno potrebbero far parte del processo di guarigione, ma che per altri potrebbero essere decisamente indesiderati. Le stesse quantità cucinate o fumate probabilmente causerebbero problemi di “socialità” a molti. In quanto a dosi, ho trovato che un bicchierino di succo di foglie centrifugato (l’equivalente di poco più di un caffé), o 15-20 foglie grandi e carnose al giorno, possono già considerarsi un ottimo quantitativo per provare a migliorare la propria salute. I cannabinoidi in forma acida sono poco studiati, ma hanno probabilmente le stesse proprietà curative dei loro omologhi decarbossilati (nei video sull’ingestione di cannabis cruda, raw cannabis in inglese, si vedono persone guarite dalla SLA, dal cancro…). E sicuramente non sono solo i cannabinoidi ad avere effetti benefici: oltre 120 terpeni ed una quarantina di flavonoidi sono sicuramente riconosciuti 11 avere effetti terapeutici, e fra le altre 300 sostanze presenti numerose hanno attività farmacologica (indoli, nitrati, alcaloidi…). La constatazione del potere curativo della cannabis cruda è nuova nel tivamente superiori fino al 50%. In quanto a qualità, è questione di preferenze di effetto. Io preferisco mangiare un frutto ben maturo, non passato o marcio, ma sicuramente più zuccherino dello stesso di 15 giorni prima. SAPPIATE ASPETTARE PER LA QUALITÀ. I FRUTTI, LE VERDURE, IL CHARAS MIGLIORI SONO QUELLI RACCOLTI PIÙ TARDIVI, E NON LE PRIMIZIE. mondo occidentale, ma ricordo che per gli Indù il bere Bhang (bevanda ottenuta dalle foglie e, a volte, infiorescenze pestate e spremute da crude) è da sempre considerato un modo per prolungarsi la vita. E visto che la cannabis fa così bene, qualche consiglio di stagione per poterla far rendere al meglio: non fatele mancare l’acqua in fase di fioritura, nemmeno gli ultimi giorni. Ne guadagnerà in sapore e resa. Non togliete le foglie, se sono sane, prima che siano completamente ingiallite (non ve lo dico più!) Non mandate le piante in overdose di fertilizzanti (in questa fase avremo bisogno di tanto fosforo e una buona quantità di potassio, senza esagerare perché il potassio è un alimento di “lusso” ed una sua sovrabbondanza potrebbe spingere le piante a produrre meno resina) ma nemmeno fate loro patire la fame. Negli ultimi 15-30 giorni date alle piante solo acqua, per lavare via un probabile accumulo di sali minerali, somministrati con la fertilizzazione. Sappiate aspettare per la qualità. I frutti, le verdure, il charas migliori sono quelli raccolti più tardivi, e non le primizie. Capisco che di fronte a delle magnifiche infiorescenze si possa essere impazienti di assaggiarle, capisco che tempi più lunghi vogliono dire costi e rischi più alti (rischi che le piante possano essere trovate, rischi di infestazioni di parassiti o/e muffe, costi di elettricità, di prodotti per le piante, maggior lavoro e maggior tempo impegnati…). Nonostante si ricerchino varietà che maturino il più rapidamente possibile, la qualità si ha solo sapendo aspettare. Non a caso ci sono tonnellate di detti popolari che ce lo insegnano da quando siamo bambini. Visto che molto raramente si riescono a creare le condizioni ideali per ogni singolo strain (ma piuttosto, al meglio delle condizioni, uno standard basato su parametri ideali ma generici, che non rispetta mai le singole esigenze), dando tempi più lunghi nelle varie fasi vegetative si favorisce la formazione di diversi terpeni: i cannabinoidi riescono ad arrivare in forme più stabili, la pianta ha la maturità necessaria a sviluppare e maturare infiorescenze sane e rigogliose. Lo scegliere strain sempre più veloci ha portato ad un appiattimento dei gusti e degli effetti e provare ad aspettare anche solo 15 giorni in più, può portare ad avere raccolti quantita- Le infestazioni da insetti e da muffe possono essere un grosso problema in periodo di fioritura. Non si può usare nessun prodotto, se no si comprometterebbe il gusto delle infiorescenze. E nemmeno si può aspettare che il raccolto venga distrutto. Togliere gli insetti a mano, per quanto possibile. Colpirli con un getto d’acqua fredda. Passare una spugnetta imbevuta d’acqua e alcol (10%) sulla superficie inferiore delle foglie, mantenere pulitissima l’area di coltivazione. E se questo non dovesse bastare, provate ad infilare le piante in un sacco di plastica e a riempire il sacco di anidride carbonica: una bomboletta per la birra alla spina o per gasare l’acqua possono funzionare bene. Lasciate le piante nel sacco per un paio d’ore, non di più se no la pianta potrebbe morire e il risultato sarà che tutti gli insetti saranno morti asfissiati. Per le muffe, l’unica arma efficace è la prevenzione: ambienti puliti, ventilati, con poca umidità (se indoor max 50%) e tanta luce, nessun ristagno d’acqua ed un terreno vivo e ricco di batteri benefici saranno le barriere contro un’infestazione subdola e pericolosa. Appena notate una fogliolina secca tra le infiorescenze, controllatela alla base: probabilmente lì si sta sviluppando un focolaio di botrite (muffa grigia, pericolosissima, può distruggere un intero raccolto in pochi giorni). Tagliate immediatamente almeno una decina di centimetri sotto la parte lesa, e fate seccare la cima ammuffita lontano dalle altre piante. Disinfettate immediatamente dopo gli attrezzi usati per non propagare l’infestazione. In caso di coltivazione indoor un modo per prevenire e bloccare qualunque attacco di patogeni è installare un ozonizzatore: un’apparecchiatura che produce ozono (O3). Attenzione a non confondervi con uno ionizzatore, appa- seccano, il polline non più scendere nell’ovario e il seme non si può formare. Dal momento che il polline è sceso nell’ovario, la pianta dedicherà tutte le sue energie alla maturazione dei semi e solo con piante particolarmente forti (o se si è impollinato troppo presto, in questo caso si produrranno pochi semi) si assisterà ad un formarsi di nuovi calici pistillati. I semi ci metteranno circa 40 giorni a maturare, un segnale della loro maturazione è dato dall’aprirsi delle bratteole (foglioline intorno al fiore, spesso chiamate calici, termine improprio ma di uso comune) e dal vedere al loro interno il seme pronto. recchio produttore di ioni negativi, utilissimo per prevenire odori forti e infestazioni leggere e mantenere un ambiente d’aria sana e pulita intorno alle piante, ma molto meno efficace di un ozonizzatore. Alte concentrazioni di ozono sono pericolose per la salute, bisogna trattare l’ambiente, lasciare agire l’ozono per un paio d’ore e ventilarlo bene prima di entrarci nuovamente. le foglie (anche se tutti consigliano di togliere le foglie prima, è solo per comodità e rapidità di pulizia in seguito). Se lasciata, la foglia proteggerà l’infiorescenza da polvere e abrasioni accidentali e l’acqua contenuta nelle piante tenderà ad uscire attraverso gli stomi delle foglie piuttosto che dalle infiorescenze, processo più lungo, che alla fine permette il formarsi di migliori aromi. Ricordo che la clorofilla contenuta nelle piante degrada in un tempo minimo di 3 settimane (non che la clorofilla faccia male, ma il suo gusto da fumata non è tanto piacevole). Dalla raccolta, aspettate almeno questo periodo prima di degustare le vostre meraviglie. E non dimenticate di farvi del bene… Per chi desidera prodursi dei semi (cosa che consiglio sempre), raccomando di partire con piante regolari, non femminilizzate. Impollinate le piante (o solo alcuni rami) scelte quando ci sono già numerose infiorescenze, ricche di pistilli freschi, ancora bianchi. Se i pistilli Quando raccoglierete le infiorescenze mature, il modo migliore di preservare la resina è quello di appenderle a testa in giù, in un ambiente ombreggiato e ventilato, lasciando attaccate 12 GUSTO Alla ricerca della fumata perfetta Qualche mese fa, quando ancora si indossavano indumenti contro il freddo, incontrai Chimera ad una fiera della Cannabis in Spagna. Ebbi per fortuna la possibilità di intervistarlo a riguardo del suo lavoro di genetista e grazie ad una sua frase ho avuto l’ispirazione per questo articolo. Alla mia domanda sulle sue scelte varietali ottenni questa risposta: “Io scelgo gli esemplari più buoni e consdi CBG ervo solo i figli più buoni”. La risposta inizialmente non mi diede così tanto da pensare finché recentemente mi sono reso conto dell’importanza della selezione genetica artificiale effettuata solo per i sapori. Nel panorama cannabico abbiamo oltre 4000 varietà da catalogo su seedfinder.eu e possiamo assumere che siano state sviluppate per differenti motivi, dividendole così in quattro gruppi. Il primo grande gruppo sono le varietà ricercate per l’uso medicinale, cioè varietà selezionate per il loro alto contenuto di cannabinoidi. Il secondo grande gruppo sono le varietà commerciali, cioè quelle cultivar molto produttive in differenti condizioni indoor o magari con una particolare resistenza indotta. Il terzo gruppo sono le varietà ottenute per caso e selezionate da ottimi coltivatori lungimiranti. Mentre il quarto gruppo, e sto parlando della maggioranza delle genetiche conosciute, comprende tutti gli esemplari scelti a gusto. Purtroppo non è molto pubblicizzato l’utilizzo ludico e ancora meno si parla scientifico-tecnicamente di coltivazione a fini degustativi. Ma il mondo è pieno di fumatori che di gusto fumano ogni giorno la Canapa e senza troppe informazioni sono costretti alla letteratura di infima qualità dei forum online. Per capirci: come fanno due degustatori a confrontare i sapori che sentono se non c’è standardizzazione? Bisogna innanzitutto distinguere l’o- secuzione: una breve annusata affinché l’odore salga ma non penetri a fondo nel naso. Poi effettuiamo una seconda annusa- ta, più lunga della prima e da qui il suo nome “lunga”, a riempire il naso di profumi misti che sono il vero corpo LA SCELTA GENETICA È LA MAGGIOR PARTE DEL LAVORO, IL RESTO STA NELLA CORRETTA INTERPRETAZIONE DEL PRODOTTO CHE ABBIAMO dore della sostanza secca dal gusto della fumata che ogni singola erba presenta. Posto che la continuità nasobocca è rarissima ma indice di altissima qualità, posso solo augurarmi di trovare sempre più spesso delle buone biologiche uguali al naso e al palato. L’annusata classificatrice propongo sia effettuata così: Una prima annusata volta a sentire i sapori più dolci e pungenti va effettuata spezzando il campione d’erba. Questa prima annusata la chiameremo “corta” per via della sua modalità d’e- del nostro prodotto. L’importante è non inspirare troppo, né troppo poco, e soprattutto bisogna assolutamente evitare di ripetere troppe volte di seguito il procedimento. La terza annusata è quella più importante perché, se le prime due ci hanno dato informazioni sulla freschezza del prodotto e ci hanno fatto conoscere il corpo del bouquet di profumi, la terza ci fa capire esattamente cosa c’è dietro. La terza annusata, chiamata “lunghissima”, segue le prime due ed è una saturazione dei recettori del naso, una assuefazione indotta al profumo affinché rimangano solo i sapori di fondo che sono indicatori della conservazione e della genuinità della sostanza vegetale. Non appena il naso è assuefatto, rimane solo l’odore di fieno o il profumo di una buona stagionatura in vasetto. Alla corretta annusata deve seguire una corretta fumata, non starò qui a ricordare come assumere tramite combustione di qualità la Canapa, esiste però una maniera di analizzare il gusto alla bocca. Un esperto fumatore ad Amsterdam, stazione e su selezione genetica, cosa può fare quindi un fumatore ludico per concedersi momenti di lussuosa gioia? O coltivare, vedi Soft Secrets Italia numero 4/2011 a pagina 9, oppure affinare, vedi Soft Secrets Italia numero 6/2011 a pagina 12. Ma quali varietà scegliere? Quali genetiche di sicuro mi daranno un prodotto indubbiamente di qualità per via dell’alto contenuto di svariati oli essenziali e terpenoidi? Le migliori sono le più ricche di terpenoidi e sono ad esempio la S.A.G.E. o la Dieseltonic o la Northern Light o la Ed Rosenthal Super Bud o la Blue Cheese durante una fiera, mi propose di degustare la fumata secondo uno schema circolare tra bocca, lingua e palato. La lingua è la base, il palato è la sommità e ai lati si chiude il cerchio con l’interno delle guance e il fondo della gola. Il sapore quindi classifica l’erba a seconda di dove entra nel cerchio della bocca. Questa interpretazione è un buon metodo per approfondire la conoscenza della propria fumata e classificare oggettivamente, senza l’uso del gascromatografo, le erbe. Una Afghan sarà penetrante e balsamica al naso, la fumata in bocca è un cuneo sul palato, colpisce su in alto e poi riempie la bocca molto lentamente solo dopo diversi tiri. La New York City Diesel, fenotipo mandarina (non me ne vogliano i più esperti), alla fumata è un concerto laterale di sapore limone e arancia con una fortissima nota agrumata nel naso a completare una base dolce ben affermata in tutta la bocca. Dopo tutto questo discorso su degu- e vanno esclusivamente coltivate secondo la scuola biologica così da permetterne uno sviluppo omogeneo del corpo. Come sviluppo omogeneo intendo senza picchi di sapore anormali e senza evidenti segnali di errori metabolici di crescita. Spesso capita di incontrare erbe dal sapore strano, cioè troppo marcatamente presente nel palato ma di un solo sapore o di massimo due o tre diversi, sintomo di una scorretta crescita o di una crescita sfasata dall’utilizzo di una concimazione minerale eccessiva. La conclusione di quest’articolo vuol’essere uno sprono di onestà intellettuale per tutti coloro che una volta nella vita hanno desiderato un sapore preciso in bocca, un sentore nel naso particolare o quel preciso saporino tra palato e lingua. La scelta genetica è la maggior parte del lavoro, il resto sta nella corretta interpretazione del prodotto che abbiamo. Al prossimo numero, speranzoso di ritrovarvi degustanti. Buone colture! 15 COLTIVATE CON LITTLE LEBOWSKI Cannabis autofiorente: è arrivata per restare! A meno che negli ultimi anni non abbiate vissuto in una scatola di cartone, non potete non aver notato la moda dei semi autofiorenti e la crescita della loro popolarità. Prendetevi un minuto per guardare le svariate pubblicità delle banche dei semi presenti in questo numero di Soft Secrets, la maggior parte propone almeno una varietà autofiorente nella propria gamma. Alcune hanno esclusivamente riserve di autofiorenti! Allora, che cosa pensare di questa tendenza? Quali sono i Di Little Lebowski vantaggi? E... queste piante sono arrivate per restare? Quindi, di che cosa si tratta? Il termine “autofiorente” si riferisce a piante di cannabis che passano dalla fase vegetativa alla fase di fioritura in funzione dell’età della pianta, anziché in base alla quantità di luce che ricevono. Le varietà normali di cannabis, sensibili al fotoperiodo, vengono coltivate nella fase vegetativa con 18 ore di luce e 6 ore di buio e poi forzate alla fioritura alterando il Come vengono create? I primi incroci di piante di ruderalis non erano particolarmente famosi, ma, con il coinvolgimento di diversi breeder e banche dei semi, la qualità è migliorata velocemente. La maggior parte di voi conoscerà due tipi di varietà di cannabis: la indica e la sativa. Le varietà di piante “indica” sono generalmente piante tozze, folte, molto resinose e dalla resa elevata, che producono cime dall’effetto “stoned” forte. Le varietà di piante “sativa” Ora potete avere varietà autofiorenti di molte delle vostre specie preferite e la maggior parte di esse sono anche femminizzate: nessun bisogno di sessare le piante né di modificare l’illuminazione, che cosa c’è di più facile? semplici e compatte da coltivare (e le più facili da nascondere) disponibili sul mercato. LE PIANTE INIZIERANNO A PRODURRE CIME A PRESCINDERE DALLA QUANTITÀ DI LUCE CHE RICEVONO rapporto a 12 ore di luce e 12 ore di buio. La riduzione della luce “inganna” la pianta e la porta a fare fuoriuscire i fiori (a fare crescere le cime); in natura, infatti, la riduzione delle ore di luce diurne significa che sta arrivando l’autunno e la pianta ha bisogno di riprodursi. Le piante autofiorenti inizieranno a produrre cime a prescindere dalla quantità di luce che ricevono. Coltivate a partire dal seme, le piante inizieranno a sviluppare cime una volta raggiunte le 3-4 settimane. Non è necessario ridurre la quantità di ore di luce che ricevono. In una situazione di outdoor, le normali varietà di Cannabis sativa e indica possono impiegare 6 mesi per arrivare dalla semina al raccolto. In indoor, per il raccolto possono volerci 3 mesi. Al contrario, le varietà autofiorenti cresceranno dal seme e arriveranno al raccolto in 8 o 10 settimane. Questo significa che potete piantarle insieme alle vostre normali piante in outdoor e ottenere un bel raccolto proprio nel mezzo della stagione! In parole povere, piantate il seme, aspettate che germini, lasciate che la piantina cresca per un paio di settimane e poi spostatela nel contenitore finale. Non c’è nessun bisogno di cloni, nessuna necessità di stanze per la crescita vegetativa e la fioritura separate, e nessun bisogno di modificare il timer delle vostre luci. Le autofiorenti sono le piante più rapide, sono in genere più alte, meno folte, con foglie lunghe e sottili che producono cime con un potente effetto “high”. In parole semplici, i breeder incrociano le varietà indica e sativa per produrre varietà miste che contengano le caratteristiche positive di entrambi i progenitori. Controllate online o sul retro delle confezioni di semi: il breeder o la banca dei semi in genere segnala la percentuale di Cannabis indica e sativa di una determinata varietà. Le varietà autofiorenti introducono una terza varietà di cannabis: la Cannabis ruderalis. Le opinioni possono variare, ma in generale si ritiene che questa varietà abbia avuto origine nella Russia sud-orientale e che si sia poi diffusa in Cina e ancora più verso Est. Per un fumatore o un coltivatore, la pianta di ruderalis pura e semplice è di scarso interesse: cresce poco in altezza (fino a circa 60 cm), produce pochi fiori femmina e le cime che riesce a dare contengono relativamente poco THC. Tuttavia, per un breeder, la ruderalis contiene una caratteristica molto interessante: questa varietà è in grado di crescere arrivando da seme a pianta adulta in circa 10 settimane (consentendo la coltivazione anche in climi più freddi e con meno luce disponibile). Inoltre, le femmine di ruderalis producono velocemente i fiori, senza necessità di ridurre le ore di luce. Fioriscono quando raggiungono una certa età, anziché dipendere dalla quantità di luce. Autofioriscono! Quali sono i vantaggi? Le autofiorenti sono diventate popolari molto in fretta nella comunità della cannabis. Ecco perché. - Ideali per i principianti (o per i coltivatori pigri!) – non è necessario preoccuparsi della variazione del fotoperiodo, non è necessario avere stanze separate per la crescita vegetativa e per la fioritura. Vi basterà piantare i vostri semi, fare crescere le piantine per un paio di settimane e lasciare che la genetica faccia il suo corso. Se prendete una varietà autofiorente femminizzata non avrete nemmeno bisogno di sessare le vostre piante. Inoltre, l’altezza più ridotta delle piante autofiorenti funziona bene per il coltivatore inesperto che ha bisogno di concentrarsi sul nutrimento e sulla creazione del giusto ambiente, più che sulla potatura e sulla sentirà inoltre di avviare una coltivazione in outdoor in un periodo dell’anno più avanzato. Quindi, se la primavera è uno schifo (e di solito lo è!), potete seminare anche nei mesi estivi e ottenere comunque un raccolto in outdoor. - Coltivare in outdoor, anche al Nord! – i coltivatori che si trovano in zone più settentrionali e più fredde potranno verosimilmente seminare una coltivazione di autofiorenti in outdoor ora che non devono più dipendere da una primavera mite a da un numero consistente di ore di luce al giorno. - Piante resistenti – l’influenza della Cannabis ruderalis nella genetica delle varietà autofiorenti comporta una maggiore resistenza ai climi freddi, alle malattie e alle muffe (dopo tutto, queste piante crescevano in Russia e Siberia!). È una caratteristica molto pratica per chi coltiva in outdoor nelle zone più settentrionali e per i nuovi coltivatori che non hanno esperienza nel mantenere una temperatura stabile nelle stanze per la coltivazione. - Dimensioni ridotte – la maggior parte delle varietà di autofiorenti (con l’esclusione delle “Super Auto”) resta di dimensioni limitate. È una caratteristica perfetta per chi ha una piccola stanza o per chi usa le tende per la coltivazione e per i guerrilla grower che cercano una pianta facile da nascondere. LE VARIETÀ AUTOFIORENTI INTRODUCONO UNA TERZA VARIETÀ DI CANNABIS: LA CANNABIS RUDERALIS necessità di controllare la crescita perché non superi lo spazio della stanza. - Maggiori raccolti in outdoor – dal momento che le autofiorenti iniziano la fioritura in modo automatico, la possibilità di coltivare in outdoor e di iniziare (tempo permettendo) nei primi mesi dell’anno significa che si potrà effettuare il raccolto nel bel mezzo dell’estate. Sovrapponendo i periodi di semina e di raccolto di una settimana circa, è pensabile ottenere, persino nei climi più freddi, 3 raccolti in outdoor all’anno!!! Il ciclo di crescita breve vi con- - Battete i vostri amici! – sappiamo tutti che le lingue lunghe sono pericolose (e mandano in rovina le coltivazioni!), ma sappiamo anche che c’è della sana competizione tra amici che sono coltivatori. Batteteli sul tempo del raccolto con una varietà autofiorente! - Interessante per i breeder per hobby – le varietà autofiorenti mostrano il sesso dopo solo 3 settimane e una femmina può produrre centinaia di semi nonostante resti alta meno di 60 cm! Un tempo più breve per arrivare al raccolto significa che 16 potrete fare incroci e produrre in modo rapido. Un consiglio: il tratto autofiorente tende a essere recessivo, quindi se incrociate con una pianta sensibile al fotoperiodo (anziché con un’altra autofiorente), è probabile che perdiate la caratteristica dell’autofioritura. Suggerimenti per la coltivazione di autofiorenti consueto anche gli stimolatori delle radici e della fioritura e gli integratori di P-K. Illuminazione in indoor – le autofiorenti possono essere fatte fiorire con cicli da 12 a 24 ore di luce. In teoria, maggiore è la quantità di luce che ricevono, maggiore sarà la resa che daranno: poiché la maturazione è determinata dall’età piuttosto che dalle ore di luce, non accorcerete significativamente il ciclo di crescita con più luce, la pianta fotosintetizzerà semplicemente di più e darà una maggiore resa nel tempo previsto. In vaso Dal punto di vista economico, è consigliabile tenere in considerazione la bolletta dell’elettricità quando decidete la quantità di luce da dare alle Dal momento che la maggior parte delle varietà autofiorenti resterà di una dimensione relativamente ridotta, è controproducente usare vasi molto grandi, perché le piante inizieranno a fiorire prima di riempirli. Ricordate che non potete prolungare la fase vegetativa per fare sì che le radici riempiano il vaso. Le piante fioriranno a partire dalla terza settimana circa e a quel punto sarà meglio che tutta l’energia sia concentrata sulla produzione di cime, quindi sarà sufficiente metterle in vaso una volta sola dopo la germinazione, in un contenitore Il futuro Come già detto, le piante autofiorenti hanno guadagnato una fama sempre maggiore fino al punto che molte varietà pluripremiate e “classiche” sono ora disponibili come autofiorenti. Queste piante hanno aroma e forza paragonabili alle normali Quali sono gli aspetti negativi? Ogni positivo ha un negativo, ogni ying ha bisogno di uno yang! Le autofiorenti non fanno eccezione. - Raccolti molto ridotti – da una pianta autofiorente otterrete meno cime. Queste piante sono più basse e non potrete controllare il periodo vegetativo per fare in modo che le piante si ingrossino e “riempiano” tutto lo spazio destinato alla crescita prima della fioritura. In ogni caso la pianta di ruderalis, dalla quale discendono le varietà autofiorenti, produce meno cime rispetto a una varietà di sativa o di indica. Alcune delle varietà autofiorenti nane, che arrivano a fioritura all’incirca in 60 giorni, produrranno in genere meno di 30 grammi per pianta. D’altra parte però, tutto questo sta cambiando negli ultimi tempi con l’introduzione delle “Super Auto”. - Contenuto di THC più basso – l’influenza della Cannabis ruderalis comporta che il contenuto di THC delle varietà autofiorenti piante sensibili al fotoperiodo e non sono troppo distanti in termini di resa (se paragonate a una pianta normale, fiorita dopo 3-4 settimane). piante. Vale la pena di tenere accesa 24 ore al giorno una lampada da 600 watt per ottenere pochi grammi in più? Probabilmente no, finireste per spen- MOLTE VARIETÀ PLURIPREMIATE E “CLASSICHE” SONO ORA DISPONIBILI COME AUTOFIORENTI sia inferiore a quello di alcune delle varietà di indica o sativa più forti e più diffuse. Alcune delle prime varietà autofiorenti prodotte avevano un contenuto psicoattivo davvero ridotto o inesistente, che ha fatto sì che queste piante guadagnassero una cattiva reputazione tra alcuni coltivatori. Tuttavia, con il coinvolgimento di un numero maggiore di banche dei semi e di breeder, la qualità delle autofiorenti è migliorata rapidamente e continuerà a migliorare, basta dare un’occhiata alla rivista e vedere i grandi nomi che ora producono varietà autofiorenti. - Nessun clone – la coltivazione delle autofiorenti è possibile solo a partire dal seme. Non è impossibile clonare una pianta autofiorente, ma dal momento che le piante maturano e fioriscono a prescindere dalla quantità di luce che ricevono, non è possibile prolungare la fase vegetativa per sviluppare il clone. Se prendete una talea da una pianta autofiorente che è sul punto di fiorire, quel clone inizierà a fiorire. Quindi, niente scambi o vendite di cloni. dere di più in elettricità di quanto non ricavereste dal vostro raccolto. Il miglior consiglio è provare a fornire tra 16 e 20 ore di luce e vedere i risultati che riuscite a ottenere con la stessa varietà. Come con le piante sensibili al fotoperiodo, l’uso di una lampada fluorescente blu/bianca o di una lampada ad alogenuri metallici nelle prime 3 settimane favorirà la crescita vegetativa e darà alle vostre piante una struttura solida sulla quale fiorire. Potrete passare a una lampada HPS nello spettro rosso una volta che avrete iniziato a vedere lo sviluppo di cime. Nutrienti – come con le piante normali, l’uso di uno specifico nutriente per la crescita e la fioritura contribuirà a promuovere una crescita laterale fitta nella fase vegetativa (le prime 3 settimane dopo la germinazione) e lo sviluppo delle cime nella fase della fioritura. Usate il nutriente per la crescita fino alla fine della prima settimana di fioritura, come fareste per una normale varietà di cannabis. Potete usare come di che non superi gli 11 L di capienza. Coltivazione in outdoor – le varietà autofiorenti possono essere coltivate anche in zone molto più a nord rispetto alle normali varietà, poiché il periodo di maturazione è molto più veloce. Sarà sufficiente seminare alla fine di maggio o all’inizio di giugno per arrivare al raccolto alla fine dell’estate. Inoltre, le dimensioni ridotte di alcune delle varietà autofiorenti nane le rende ideali per le coltivazioni guerrilla o per quello spazio che resta nella serra o in giardino, fuori dalla vista dei vicini! Uno degli sviluppi più recenti nel campo delle autofiorenti è la nascita delle varietà “Super Auto”. Queste varietà sono molto più grosse delle normali autofiorenti e hanno un periodo vegetativo molto più lungo, che permette alle piante di crescere fino a raggiungere una dimensione notevole prima che inizi automaticamente la fioritura. I raccolti sono previsti nel giro di 110-120 giorni rispetto ai 60-80 giorni di una normale autofiorente. Il vantaggio delle “Super” è che il periodo vegetativo più lungo (una caratteristica della sativa) comporta rese molto maggiori. È chiaro che le autofiorenti sono molto più che una moda a breve termine e possono avere molto più senso di una normale varietà per i principianti, i guerrilla grower in outdoor o i coltivatori che hanno poco spazio. Sono arrivate per restare! Buona coltivazione! INCLUDE: HIGHLIFE CUP, CANNABIS CANARIAS CUP, OIRTZUN CUP, REFLEX SOFT SECRETS CUP E ALTRO... Facebook.com/RQSeeds Twitter.com/royalqueenseeds WWW.ROYALQUEENSEEDS.IT TEL: +31 (0)73-5479916 [email protected] 18 COLTIVATE CON LITTLE LEBOWSKI Coltivare a partire dai semi è una gran cosa; c’è una vasta gamma di banche dei semi dalle quali acquistare e (a differenza della coltivazione a partire da cloni) potrete scegliere la varietà che preferite coltivare piuttosto che dipendere dalle talee che si trovano in un Di Little Lebowski determinato momento. Coltivare a partire dai semi è una gran cosa; c’è una vasta gamma di banche dei semi dalle quali acquistare e (a differenza della coltivazione a partire da cloni) potrete scegliere la varietà che preferite coltivare piuttosto che dipendere dalle talee che si trovano in un determinato momento. I primi 10 giorni dopo la germinazione possono essere i più cruciali per la vita delle vostre piante. Proprio come un neonato, le vostre bambine sono vulnerabili agli elementi e dipendono totalmente da voi, che dovrete assicurare loro il migliore inizio. Molti coltivatori, sia principianti che con esperienza, perdono le piante in questa fase, si scoraggiano e finiscono per di un propagatore mentre si aspetta che tutti i semi arrivino a germinazione può far marcire o avvizzire le pianticelle già germinate. te i semi a sandwich all’interno di strati di tovaglioli di carta o tessuto bagnati e metteteli in un contenitore ermetico, in un sacchetto con chiusura a cerniera oppure tra due piatti piani capovolti. Metteteli in un posto caldo e buio, in uno stenditoio riscaldato, sopra il frigorifero oppure sopra un lettore DVD, in posti dove fuoriesca costantemente aria calda. I semi dovrebbero germinare nel giro di 48 ore e potranno poi essere piantati. Per evitare questi problemi, potreste scegliere di fare germinare i semi prima di piantarli nel mezzo di coltura. In questo modo potrete essere certi di selezionare solo i semi più sani e non dovrete aspettare che germinino anche quelli più deboli. Accertatevi di piantare i semi a qualche millimetro dalla superficie del vostro mezzo di coltura con la radice che punta verso il basso; in un paio di giorni spunteranno le piantine e voi non dovrete restare ad aspettare le più piccole. Ecco un paio di metodi pre-germinazione comprovati. Scelta del giusto ambiente 1. Metodo del bicchiere di acqua – prendete un bicchiere di acqua minerale e I PRIMI 10 GIORNI DOPO LA GERMINAZIONE POSSONO ESSERE I PIÙ CRUCIALI PER LA VITA DELLE VOSTRE PIANTE abbandonare l’uso dei semi. Ma prendersi cura delle piantine a partire dal seme non è necessariamente difficile. Basterà che seguiate semplici regole e avrete piantine sane, giorno dopo giorno. Suggerimenti pre-germinazione Alcuni dei problemi associati alla coltivazione delle piantine a partire dai semi possono derivare dal fatto che non tutti i semi germinano nello stesso momento. Per esempio, tenere chiuse le bocchette lasciatelo per alcune ore a temperatura ambiente. Mettete i semi nell’acqua e rompete la tensione superficiale con il dito (pulito) in modo da far affondare i semi. Mettete il bicchiere in un luogo buio che sia a temperatura costante, preferibilmente tra 19 e 24°C. Nel giro di 24-48 ore i semi si saranno aperti e mostreranno le radici. I semi possono restare nell’acqua fino a quando le radici protruderanno di alcuni millimetri e a quel punto potranno essere piantati. 2. Metodo del tovagliolo di carta – chiude- Senza dubbio, l’ambiente migliore in assoluto per una giovane piantina è un propagatore. Le piantine hanno bisogno di costanza per crescere in modo sano: ciò significa temperatura, umidità e flusso di aria costanti. Un propagatore offre un ambiente costante. Le eventuali variazioni a questi fattori ambientali devono essere apportate il più gradualmente possibile, per evitare shock, e con un propagatore tutto è più semplice. Nella sua forma più elementare, un propagatore può essere fatto di qualsiasi materiale che consenta alla luce di raggiungere la piantina e mantenga l’ambiente costante intrappolando al suo interno calore e umidità. Una busta di plastica trasparente messa su un vaso e trattenuta da un elastico fa da propagatore economico ma efficace! Il vostro negozio di idroponica di fiducia avrà sicuramente propagatori economici Un sano piccolo germoglio nel terriccio di plastica composti da un vassoio per la semina e un coperchio o una cupola per l’umidità di plastica trasparente. In genere i coperchi hanno delle bocchette regolabili che permettono di controllare il flusso di aria e i livelli di umidità all’interno del propagatore. Quando i semi iniziano a germinare, dovrete mantenere l’umidità costante a circa l’80%; per farlo, tenete chiuse le bocchette, fermando il flusso di aria e impedendo all’umidità di fuoriuscire. Quando saranno spuntate tutte le piantine, aprite gradualmente le bocchette, un po’ ogni giorno, in modo da aumentare il flusso di aria e diminuire l’umidità; questo processo è detto indurimento e fa sì che le piantine siano pronte a essere trasferite nella stanza principale. Evita inoltre che le piante avvizziscano. Dopo 10 giorni dovrete rimuovere del tutto il coperchio e le vostre piantine saranno pronte per il trapianto. La temperatura ideale perché le radici delle piantine si sviluppino è di 19-22°C. Mantenendo uniforme la temperatura per tutte le piantine, potrete fare in modo che si sviluppino alla stessa velocità e che siano pronte al trapianto nello stesso momento. Potete ottenere questo risultato mettendo il vostro propagatore su un tappetino riscaldato oppure, se volete coltivare molti semi, potete investire in un propagatore riscaldato. Uso della giusta luce Una volta che i semi saranno germinati e che le piantine saranno spuntate dalla superficie del mezzo di coltura, inizieranno a fotosintetizzare e dovranno avere luce per almeno 18 ore al giorno. Due semi appena “scoppiati” Germinazione con il metodo del tovagliolo di carta Prima serie di foglie reali che inizia a farsi vedere Anche se è sicuramente possibile far nascere piante di cannabis sul davanzale con la luce naturale, questo metodo ha i suoi problemi, il più grande dei quali è il fatto che il sole non è costante come una lampada da coltivazione. È difficile prevedere un giorno di caldo sole e rincasando potreste trovarvi il davanzale pieno di piante avvizzite. Le piantine sono vulnerabili e possono avvizzire nel giro di poche 19 ore se le condizioni sono sfavorevoli. La luce diretta del sole può friggerle! dere gli effetti dell’annaffiatura della zona delle radici. Se i livelli di luce naturale sono scarsi, le piantine si allungheranno alla ricerca della luce e a voi non resteranno che piante lunghe e sottili che daranno solo rese scarse. Ricordate, se coltivate in indoor, dovrete ottimizzare l’altezza libera disponibile sotto le luci. Dovrete fare in modo che le piante restino basse e tozze fino a quando saranno pronte per la fioritura. Altrimenti sprecherete lo spazio per lunghi fusti e non per lunghe cime! Le radici crescono in risposta all’esaurimento delle risorse in alcune zone, per esempio crescono verso l’esterno per cercare acqua e nutrimento. Quando una radice ha assorbito tutta l’acqua e i minerali di un’area del mezzo di coltura, cresce verso l’esterno per trovarne altri. In questo modo la pianta “riempie” con le radici il mezzo di coltura. È quindi fondamentale permettere che il mezzo di coltura si asciughi prima di tornare ad annaffiare. In questo modo le radici esauriscono gran parte dell’acqua e dei nutrienti presenti. Perché spendere molti soldi per i semi e poi rischiare di perdere tutte le piante sul davanzale? Ha senso investire in un sistema di illuminazione da indoor. Quando le piante sono molto piccole, il calore e la luce eccessivi possono arrestare la crescita o persino ucciderle. Per questa ragione non è consigliabile piantarle sotto una luce HID, se lo faceste sprechereste i vostri soldi perché dovreste posizionare la lampada a buona distanza dalle piantine (sprecando luce e calore). Le luci fluorescenti sono meno intense ed emanano meno calore, quindi sono più adatte. Le luci per propagatore disponibili dal vostro grow shop di fiducia (per esempio i neon T5 per la propagazione o le “eco luci” CFL) emettono luce nello spettro blu/ bianco; questo incoraggia le piante a sviluppare le radici e crescere verso l’esterno piuttosto che verso l’alto e sono adatte Quando acqua e nutrienti sono sempre disponibili, le radici non si devono allungare per cercarli e la zona radicale resta sottosviluppata. Ovviamente, è molto importante non annaffiare eccessivamente le piantine, ma d’altro canto questa azione deve essere equilibrata, perché una scarsa annaffiatura fa seccare le radici e anche questo limita lo sviluppo. È importante ricordare che le piantine sono minute e che è probabile che non necessitino di altra acqua o nutrimento per i primi 3-5 giorni dopo la germinazione. In caso di dubbi, potete acquistare un misuratore dell’umidità per controllare il terreno. I primi nutrienti potranno essere somministrati alle piantine una volta che saranno comparse le prime foglie reali; si tratta della seconda serie che si sviluppa dopo LA VISITA DA STONATI ALLA VOSTRA STANZA DI COLTIVAZIONE AVRÀ COME EFFETTO INEVITABILE CHE LE PIANTINE SARANNO IN DISORDINE nella fase di propagazione e fino all’inizio della fase vegetativa della crescita. Queste lampade fluorescenti sono più economiche dal punto di vista dell’acquisto e dell’uso rispetto alle luci HID e, dato che rilasciano meno calore, possono essere posizionate più vicino alle piantine, in modo da sprecare molta meno luce. In Italia, un neon T5 da 24 watt costa all’incirca 25 € nei negozi di idroponica. Questa lampada copre 10-15 piantine in un propagatore di piccole dimensioni. Che affare! la germinazione. Non usate nutrienti più forti di un livello di EC di 1,2, compresa l’EC di fondo. Siate sempre cauti con i fertilizzanti, è facile dare più nutrienti alle piante se ne hanno bisogno, ma è difficile correggere un eccesso di nutrienti con le piante molto giovani. Imparate a leggere le vostre piante; come regola generale, se le foglie diventano gialle, hanno fame. Se i bordi delle foglie sono marroni o arricciati, sono state troppo nutrite. Trapiantare con cura Prima di piantare i semi, il mezzo di coltura deve già essere umido, ma non completamente saturo. È consigliabile immergere la torba o la fibra di cocco in acqua fino alla completa espansione e poi lasciarle scolare per una notte. Se usate cubi di lana di roccia per la propagazione, immergeteli in una soluzione che contenga un quarto di soluzione nutriente con pH regolato a 5.5 e lasciateli scolare per una notte prima di usarli. Se avete piantato i vostri semi in un mezzo di coltura come cubi di lana di roccia, torba o pellet di cocco, in 10 giorni di germinazione le piantine dovrebbero essere pronte per essere trapiantate e passare alla fase successiva. Anche i semi piantati in un piccolo vaso da 7 cm con fibra di cocco potranno probabilmente essere pronti per essere messi in vaso dopo due settimane di germinazione. Le piantine saranno ancora vulnerabili in questa fase, quindi il principale obiettivo sarà ridurre al minimo lo shock da trapianto. Come detto, l’obiettivo principale quando si propagano le piantine è ottenere rapidamente una zona sana a livello delle radici. Per fare questo, è bene compren- Per ottenere i migliori risultati – e ridurre al minimo gli shock – trapiantate nello stesso mezzo di coltura iniziale, per esempio i semi germinati nel terriccio dovrebbero Nutrimento al momento giusto Investite in un propagatore. Le vostre bambine vi ameranno per questo! essere trapiantati in un vaso di terriccio, i semi piantati nella fibra di cocco andranno in un vaso di fibra di cocco. In questo modo si ridurrà il tempo necessario alle piantine per attecchire nel nuovo mezzo. L’eccezione a questa regola è la lana di roccia, che fornisce un blocco di partenza inerte e sterile che può essere trapiantato in qualsiasi mezzo. Ogni blocco è uguale all’altro, quindi ogni piantina crescerà in modo coerente e sarà pronta per il trapianto insieme alle altre. Contrariamente a quanto si crede, quando si trapianta in un nuovo mezzo, è bene non annaffiare lo stesso giorno del trapianto. È probabile che le piantine abbiano subito qualche danno alle radici quando sono state trapiantate e annaffiare immediatamente può introdurre agenti patogeni nelle radici danneggiate. È meglio aspettare fino al giorno successivo e annaffiare con una dose di integratore per alleviare lo stress delle piante, come SuperThrive. Questo aiuterà inoltre a evitare che le radici marciscano o avvizziscano. Va anche detto che quando si esegue il trapianto si può coprire la pianta fino al primo nodo (o ramo). In questo modo si può accorciare l’altezza delle singole piante e si garantisce una chioma uniforme. Questa tecnica può essere messa in atto in qualunque fase dell’invasatura. La tempistica è la chiave del successo per il trapianto; le radici delle piantine dovranno essere fuoriuscite dal mezzo di propagazione. Trapiantare troppo presto può bloccare la crescita mentre le radici cercano di riempire il mezzo di coltura. Trapiantare troppo tardi può significare che le piantine sono radicate eccessivamente nel cubo e si possono disidratare o sviluppare carenze. Se le piantine iniziano a ingiallire, hanno bisogno di essere nutrite, trapiantate e ricevere nutrienti aggiuntivi. Una volta che le piantine sono state trapiantate nei nuovi vasi o cubi, possono essere messe nuovamente nel propagatore per un paio di giorni per l’indurimento prima di passare alla stanza di coltivazione principale. L’importanza dell’etichetta Etichettare i semi al momento della semina è davvero un must. Quando si coltiva più di una varietà alla volta, una cosa che coglie in fallo anche i coltivatori più esperti è non sapere a quale varietà appartengono le piante. Non importa quanto sia buona la vostra memoria, dopo un paio di canne, la visita da stonati alla vostra stanza di coltivazione avrà come effetto inevitabile che le piantine saranno in disordine. Le diverse varietà potrebbero avere bisogno di diversi livelli di nutrimento, quindi è bene poter ricordare le diverse piante. Usate etichette su bastoncini di plastica anziché di legno, sono più facili da pulire e in qualche caso legno umido può ospitare le larve di alcuni insetti infestanti. E ora germinate! 21 CANNABIS HERO La storia incredibile di Fabrizio Pellegrini, epilogo Siamo all’ultima puntata della storia di Fabrizio Pellegrini, musicista chietino, affetto da sindrome fibromialgica. Fabrizio si trasferisce a Roma perché sa che, rispetto alla provincia, in città sarà più semplice conseguire cannabis da fumare per attenuare i suoi dolori vertebrali. Ma la vita per un malato è sempre in salita e la situazione si complica di Carlos Rafael Esposito anche per lui.. Seduti al tavolo di un bar, l’ultima volta che ho incontrato Fabrizio queste sono state le sue parole: “due settimane fa sono stato in un centro di accoglienza comunale sulla Tiburtina, dove mi sono ammalato. Abbandonato a me stesso. Mentre le sentenze dei tribunali vietano quello che la sanità autorizza. Invece di assistermi mi trattano come un pericoloso delinquente. E’ infame. I centri di accoglienza sono sempre occupati”. SSIT: Come malato che ne pensi del tuo diritto alla salute in quest’Italia di tecnici? Se tutto potesse ricondursi alla legge non si sarebbe allo sfacelo attuale (Ndr. la canapa è prescrivibile su un semplice ricettario da un qualsiasi medico): ci sono tante tutele, tante garanzie, che in realtà nel mio caso rappresentano solo un calderone di parole. Le realtà soggettive, dei singoli cittadini, toccano il dramma per davvero, anzi alcune, sfiorano la tragedia e questo è inammissibile. SSIT: Perché non importi il BEDROCAN dall’Olanda come ti permetterebbe la legge? Perché è a carico del paziente e per questo motivo la mia ultima richiesta risale all’ottobre del 2010, data in cui l’ASL di Chieti mi comunicò che sarei stato io a dovermi sobbarcare la spesa. Ad oggi la mia richiesta prima, dove l’accesso alla canapa medica è più facilitato, adesso avrei guadagnato molto terreno. Sto seriamente pensando di andare in Spagna perché se devo aspet- trovare un medico che ti prescriva la canapa. Che fare allora? Se sei malato in questi casi l’autocoltivazione può essere un metodo piuttosto sicuro per una continuità terapeu- tare che il Governo dei tecnici valuti nel concreto come risolvere l’accesso al mio medicinale sto fresco. tica di qualità. Cosa manca? Informazione adeguata, uno stato che produce la canapa e ne sperimenta le migliori qualità per usi medici, una legge che decriminalizza la coltivazione e permette a chi ne ha bisogno di coltivare, se riesce a ottenere una qualità che lo soddisfa, un sistema di associazioni di coltivatori che possono coltivare per i malati non autosufficienti o che non hanno l’esperienza sufficiente per coltivare canapa di qualità. Come si fa in Canada insomma. Il capo del DPA Serpelloni etichetta una riflessione in questi termini come un ritorno al medioevo: “Farmaci e terapie controllate devono essere date gratuitamente ai malati, non piante e prodotti vegetali non controllati e autoprescritti o autodosati”. Anche la Corte di Appello de L’Aquila, che ha condannato Fabrizio (in nome del popolo italiano) si esprime in maniera non dissimile:“ Comunque, l’imputato, se ne avesse avuto bisogno, doveva seguire le direttive mediche e curarsi con i farmaci che gli consigliavano i sanitari e non ricorrere a cure fai da te, con sostanze proibite, di cui non è affatto provata la portata terapeutica (dosi, ecc).” Purtroppo il medioevo c’è nella nostra Italia ed è l’oscurantismo moralizzante che ci tiene sotto una campana di vetro nociva e reazionaria. Una campana che ci vieta di comprendere come gli altri stati affrontano la medesima questione di salute pubblica. E poi è così medievale il restituire al paziente il potere sul come curarsi? Carlos Rafael Esposito non ne è per niente convinto. cente continuità terapeutica mi tocca scegliere il canale illecito. SSIT: Quanto dovresti guadagnare per garantirti il tuo farmaco con i canali legali? Sarebbero 720/800 euro per essere coperto 3 mesi. Bisogna poi considerare la dose media giornaliera di ciascun paziente. Per me, ad esempio, sarebbero fra 1 e 2 grammi assunti costantemente tutti i giorni, ma ci possono essere momenti in cui il mio fabbisogno può essere maggiore, come ad esempio all’inizio della terapia, periodo in cui il corpo deve arrivare a un livello ottimale. L’ingresso del principio attivo del THC nel sangue, infatti, ha un’azione antalgica immediata, ma la funzione staminale di ricostruzione dei tessuti danneggiati-infiammati prende più tempo e più dosaggio. SSIT: Mentre adesso? Adesso è un altalena, un giorno trovi qualcosa e un giorno nulla, un giorno trovi e due nulla, un giorno trovi e cinque nulla, una settimana trovi e un mese nulla. Al momento sono in astinenza da 2 settimane e vado avanti con l’artiglio del diavolo (Harpagophytum procumbens) che contiene alcaloidi, guaranà, caffé e tanto peperoncino. Non posso uscire e sto chiuso in casa SSIT: Cosa rappresenta per te la legge regionale in Toscana che rende concretamente operativo il DM della Turco del 2007? Un piccolo passo da una delle regioni matrici di cultura. Una piccola parte del paese, L’IMPORTAZIONE DI FARMACI È TUTTA A CARICO DEL PAZIENTE ( 720/800 EURO PER 3 MESI), QUINDI PER GARANTIRMI UNA SODDISFACENTE CONTINUITÀ TERAPEUTICA MI TOCCA SCEGLIERE IL CANALE ILLECITO è tutt’ora valida, datata 27 settembre 2010, ma il problema economico rimane. SSIT: Il mercato nero non è altrettanto caro? Se hai la fortuna di conoscere qualcuno che è capace a coltivare, puoi trovare un buon prodotto a circa 20 euro al grammo. Allo stesso tempo, importarla per vie ufficiali, ti può costare da un minimo di 8 euro al grammo con un acquisto di 90 grammi, per un totale di 720 euro, fino a 16 euro al grammo con un acquisto di 30 grammi, per un totale di 480 euro. Tutto sommato per garantirmi una soddisfa- da mia mamma, disteso sul pavimento, così tengo irrorate le radici nervose che sono sempre compresse, mi alzo solo per fare da mangiare. E’ l’unica cosa che può tenere a bada il dolore. Vedo un po’ fino a che punto resisto, poi non so cosa succederà. SSIT: Cosa rappresenta per te questa altalena? Uno stress del mio sistema immunitario e una diminuzione della mia dignità esistenziale. La mia è una storia emblematica del paradosso fra la realtà di facciata e quella concreta. Sono anni che vado avanti, se mi fossi deciso ad emigrare erede di cultura e di un pensiero civile, almeno ha dimostrato di esistere. Fabrizio continua a lottare per un miglioramento delle sue condizioni di vita, in un paese dove la società civile ha il dovere di tenere sempre desta l’attenzione sui percorsi spesso tragici che questi malati di serie B incontrano giorno dopo giorno. Nel frattempo, primo, la canapa medica per via legale non è propriamente gratuita in tutte le ASL di Italia; secondo le leggi regionali spesso non prevedono tutte le patologie che dalla canapa potrebbero trarre beneficio; terzo, è più facile trovare un giudice che si sostituisca a un medico, come nel caso di Fabrizio, che 22 MEDICAL CANNABIS La sfida di Elisa B. alla fibromialgia La fibromialgia è una patologia invalidante caratterizzata da stanchezza cronica, rigidità muscolare e dolore. Ciò porta all’infiammazione della muscolatura, delle articolazioni e dei loro legamenti, generando dolore distribuito in tutto il corpo, dalla colonna vertebrale al cingolo pelvico. Da qui nascono una serie d’altri disturbi, dalla difficoltà di concentrazione, alle vertigini, dai crampi all’intolleranza a caldo e freddo, alla bocca, gli occhi e la pelle che seccano. Il contatto con l’acqua fredda, per esempio, causa dolori fortissimi, mentre l’infiammazione al vestibolo vulvare crea difficoltà nei rapporti sessuali. di Davide Calabria Dopo un mese di trattamento con il Sirdalud vennero a galla tutte le controindicazioni del farmaco e non riuscì più né a dormire, né tantomeno a reggersi sulle gambe, trovandosi a camminare come un’ubriaca. A questo punto Elisa si fece prescrivere da un medico una visita immunologica dove incontrò finalmente una dottoressa splendida, professionalmente e umanamente, che le prescrisse un gran numero d’esami, in esenzione dal ticket, e la mappatura del Dna, alla ricerca di patologie rare. Nell’attesa degli esiti, arrivò l’estate 2011 e con il caldo aumentarono i sintomi, con dolori paralizzanti, contrazioni alla vescica e fatica, che le impedivano di Gli esami ematochimici e radiodiagnostici non sono in grado di diagnosticare la malattia e solitamente questa viene individuata dal reumatologo tramite la palpazione di diciotto punti cardine, chiamati Tender Points, prevalentemente nel capo. Quando undici punti su diciotto sono dolenti al tatto per almeno tre mesi è diagnosticata la fibromialgia. L’origine di questa malattia è praticamente sconosciuta: un tempo si credeva fosse un deficit del sistema sinergico o una ipersensibilizzazione del sistema nervoso centrale, mentre più recentemente si sta facendo largo l’ipotesi si tratti un mancanza nel sistema endocannabinoide. Se il corpo non produce abbastanza endocannabinoidi (la marijuana prodotta dal corpo umano), è risaputo infatti che l’organismo non sia in grado di rispondere a fattori come il dolore. Questa tesi è sostenuta, per esempio, dallo studio scientifico di Ethan Russo, dell’Università di Washington (Usa). La ricerca, pubblicata su Neuro Endocrinology nel 2008, analizza il concetto di carenza clinica di cannabinoidi (Clinical Endocannabinoid Deficiency, CECD) per concludere che patologie come la fibromialgia, l’emicrania, la sindrome dell’intestino irritabile e altre patologie resistenti alla medicina allopatica, sono causate da questo deficit e pertanto sono curabili con i farmaci a base di cannabinoidi. Secondo le statistiche, l’1-3% della popolazione mondiale soffre di fibromialgia e Elisa B. è una ragazza che l’ha contratta ed ha trovato enormi benefici intensi. Inizialmente il dolore passava lentamente da solo, ma con il tempo Non conoscendo la cannabis, ai primi cenni della malattia, Elisa iniziò a curar- ELISA HA INCONTRATO LE PRIME DIFFICOLTÀ ALL’INCIRCA 4 ANNI FA, QUANDO INIZIÒ A PERCEPIRE DOLORI LANCINANTI, COME DELLE PUGNALATE, LUNGO LA COLONNA VERTEBRALE E IL COLLO nell’utilizzo della marijuana, tanto da spingerla a battersi pubblicamente per la legalizzazione di questa terapia. Elisa ha incontrato le prime difficoltà all’incirca 4 anni fa, quando iniziò a percepire dolori lancinanti, come delle pugnalate, lungo la colonna vertebrale e il collo e con attacchi nausea molto s’aggiunsero nuovi disturbi, come un’elevata debolezza alle gambe e alla mano sinistra, fino a non aver più nemmeno la capacità di chiudere il palmo. Elisa fu lesa anche dalla tipica ipersensibilità all’acqua fredda, così come da vertigini intense, rigidità muscolare al risveglio, dolori pungenti diffusi e difficoltà alla vista nella messa a fuoco. si con gli antidolorifici in commercio, ma senza risultati nell’attenuazione del dolore, mentre il suo dottore di base insisteva nel ritenere si trattasse di stress e gli prescrisse una visita neuorologica. Anche la neurologa, però, diagnostico un disturbo da stress e le prescrisse il Sirdalud, un miorilassante, e uno sciroppo alla erbe per sanare il nervosismo. svolgere le normali attività quotidiane. Era diventata dolorosa perfino la guida o il semplice stare seduta. Addirittura, oltre al dolore ai denti, sentiva un male alla pelle e la sofferenza le era entrata in testa, in un circolo vizioso che la portava a coricarsi non tanto per sonno, ma per la spossatezza. A volte andava a letto sperando di non risvegliarsi più, mentre altre, sognando, come per magia, di alzarsi il giorno seguente senza dolori, ma non era mai così. Con l’esito degli esami nell’ottobre 2011 fu demandata da un reumatologo per l’accertamento della sindrome fibromialgica, con appuntamento al 22 dicembre. Le mancavano quasi 3 mesi alla visita ma il dolore era persistente 23 e insopportabile, al punto da impedirle il cambio nel guardaroba con gli abiti autunnali, facendole provar fatica anche solo nell’andare a fare la spesa o nel lavarsi i denti e asciugarsi i capelli. Come molti fibromialgici, anche Elisa era resistente ai farmaci e l’assunzione di antinfiammatori al brufene, ipobrufene e simili o miorilassanti come il Muscoril, non avevano effetti, se non collaterali. Assunse pure il Lyrica, un antiepilettico alla codeina indicato nella fibromialgia per ridurre il dolore, ma ottenne solo rigidità muscolare, sudorazione, tachicardia, tremori e allucinazioni. A questo punto, navigando sul web conobbe una persona, in seguito divenuto un suo grande amico, che le suggerì di provare a curarsi con la marijuana. Consultò quindi il sito internet Pubmed (U.S. National Library of Medicine) e, trovati i riscontri scientifici, decise di provare. Grazie ad un altro amico riuscì ad avere tre differenti genetiche di marijuana ad un buon prezzo, con THC al 7, 12, 15%. L’assunse inalandola e il fumo di marijuana risultò subito efficace: il dolore si attenuava, a volte scomparendo anche per 5-6 ore. Elisa approfondì quindi un po’ l’informazione sull’argomento, per scoprire che poteva cucinare la marijuana, degradando i principi attivi, perché fossero assunti dal cibo. Per non inalare fumo provò poi a mangiarla, percependo un migliore effetto, ma una maggiore difficoltà nel dosaggio. Scavando ulteriormente alla ricerca di nozioni sulla cannabis, scoprì dell’esistenza di un farmaco, il Sativex, con quantità di principi attivi stan- dardizzati, quindi di facile posologia, d’assumere come spray sublinguale. Tramite un giro di conoscenze alla fine di Novembre , riuscì pure a importarne illegalmente un boccettino terapeutico, ed iniziò ad assumerlo. La confezione purtroppo non conteneva il bugiardino con le misure dell’assunzione e, giunta la notte, decise d’arrangiarsi e sperimentare tre spruzzi, prima di coricarsi. L’indomani si svegliò ben riposata, si stirò e percepì una diminuzione del dolore. Le dolenze si riaffacciarono solo verso la sera seguente il test e così decise di riassumerlo nuovamente prima di andare a letto. Al risveglio, dopo la seconda assunzione, le cose stavano ancora meglio anche se il dolore tornava durante la giornata. Decise quindi di cambiare posologia e assumerlo al bisogno, senza orari stabiliti. Elisa sentiva d’avere la soluzione ai suoi mali a portata di mano. Con il miglioramento dei sintomi le era pure tornata la voglia di vivere, riscontrando vantaggi quotidiani: il dolore era quasi scomparso, non aveva più contrazioni muscolari e nessuna iper-sensibilità al freddo. Da allora riesce a lavorare e guidare senza sentire male, la sua mente è tornata libera e creativa, può appendere gli abiti nel guardaroba, non è più nervosa, non ha più parestesie, il suo corpo si è termoregolato e si infila solo un paio di calze di cotone, mentre prima il freddo la faceva ricorre a più paia di lana. Elisa si sente rinata, sta bene ed è piena d’energie, senza capogiri, non ha più bisogno di recarsi in bagno ogni 20 minuti, non ha nemmeno fitte dolorose insopportabili e sente che il circolo vizioso dei suoi pensieri sta diventando virtuoso. Arrivò così il 23 Dicembre e la visita dal reumatologo le diagnosticò la fibromialgia, quattordici punti su diciotto. I punti erano ancora dolenti ma solo al tatto. Elisa decise quindi d’informare il medico dei benefici scaturiti dall’assunzione del Sativex e, con le lacrime agli occhi per la paura di tornare nell’illegalità, gli chiese una prescrizione. Il medico rispose di credere nel farmaco, ma per la prescrizione la demandò a un passaggio nel centro del controllo del dolore dell’ospedale. Il reumatologo continue scuse insensate. Nel frattempo Elisa ha iniziato un’altra boccettina di Sativex, crede di riuscire a trovarne delle altre, seppur illegalmente, ma con dalla sua parte almeno un’indicazione terapeutica. Si ritiene una miracolata dalla canapa e negli ultimi mesi se l’è cavata con dosi minime di Sativex riscontrando, durante tutto il periodo, solo due contrazioni muscolari molti forti, riassorbite comunque con il farmaco o fumando fiori di cannabis. ELISA SI RITIENE UNA MIRACOLATA DALLA CANAPA E NEGLI ULTIMI MESI SE LE CAVATA CON DOSI MINIME DI SATIVEX s’impegnava nel frattempo a parlare con il collega che l’avrebbe visitata sull’efficacia del Sativex e dell’inefficicenza degli altri medicinali testati. La visita le fu prenotata per il 23 di Marzo, a distanza di tre lunghi e incerti mesi, ma Elisa era determinata nell’ottenere ciò che desiderava. Nel frattempo ottenne altri flaconcini di Sativex e un bugiardino con le indicazioni per l’assunzione. Regolando le somministrazioni ad orari regolari riuscì a controllare stupefacentemente il dolore, quindi a svolgere una vita normale. Giunto il 23 marzo 2012, Elisa si è recata al centro controllo del dolore ospedaliero e durante il colloquio con l’agologo sono affiorati tutti i progressi derivati dalla somministrazione di Sativex. Il medicò le suggeri quindi di continuare la cura, ma alla richiesta di una prescrizione tramite ricetta medica, supposta come un diritto, il dottore si rifiutò di compilarla per ignoranza, in quanto non si era mai occupato di cannabinoidi e non conosceva nemmeno la prassi. Elisa tentò quindi di spiegargli la pratica e gli mostro i moduli per l’importazione scaricati dal sito dell’Associazione Cannabis Terapeutica (www.medicalcannabis.it) e altra documentazione sulle liceità della prescrizione, ma il medico si disse affrettato e per mancanza di personale nel reparto stava per andarsene. Elisa gli chiese almeno se fosse disponibile al rilascio di un foglio che la dichiarasse come consumatore terapeutico e che la tutelasse in caso fosse fermata alla guida, ma il medico la invitò a proseguire nella clandestinità e non volle prendersi la responsabilità, anche se dichiarò l’intenzione di parlarne con il responsabile del reparto, per ricontattare la paziente, a quel punto sconcertata, dopo i festeggiamenti della Pasqua. Alla fine della visita, grazie alla sua determinazione, Elisa non uscì comunque a mani vuote, senza prescrizione, ma almeno con un foglio stampato e firmato dal medico. Dopo tutta questa diatriba, l’unico medico volenteroso d’aiutare Elisa è il reumatologo, anche se non si è ancora degnato d’approfondire l’argomento e non ha quindi trovato il coraggio per prescrivere la marijuana, inventando Se non dovesse riuscire più a procurarsi il farmaco, sarebbe costretta a cercare altre soluzioni, mentre i medici nel frattempo, le chiedono d’attendere pazientemente, ma lei non può permetterselo perchè l’interruzione della somministrazione comporterebbe il ritorno dei sintomi. Elisa, con il sua storia, teme di sembrare una “fattona”, ma ci tiene a precisare che non è questa la situazione, perchè “il dolore – sostiene – ti toglie tutto, ti uccide e non è quindi legittimo sopportarlo”. Come le ha insegnato qualche suo amico, gli unici che sostengono che il dolore possa essere sopportato sono coloro che non l’hanno mai provato, perchè il male meglio sopportabile è sempre quello degli altri. Nell’era del proibizionismo, invece, la compassione per il dolore altrui a volte manca completamente, come nel caso di Fabrizio Pellegrini, anche lui affetto da fibromialgia, la cui storia è stata seguita e raccontata da Soft Secrets. Ad un certo punto Elisa ha sentito quindi il dovere di prendere una decisione e ha scelto la vita, lasciando da parte, almeno per un periodo, la legalità. La lotta per la prescrizione è una battaglia per i diritti e la legalità, e Elisa si dichiara favorevole all’acquisto iniziale del farmaco, auspicando che poi le possa essere fornito in modo gratuito dall’Asl. Per questo Elisa è divenuta un’attivista nella divulgazione delle tematiche legati alla canapa, stringendo rapporti con l’Associazione Canapa Terapeutica (ACT) e l’Ascia (Associazione sensibilizzazione canapa). Tutto il suo attivismo l’ha portata ad entrare in contatto con pazienti americani che stavano testando una genetica di marijuana medica, ricca di cannabidiolo (CBD), adatta alla cura dei dolori, in particolare della fibromialgia. In riconoscimento alla sua attività svolta in Italia, in America hanno deciso di chiamare questa nuova varietà di marijuana Elisa B., ora in fase di stabilizzazione anche in Spagna. Elisa B. dovrebbe essere reperibile ai fibromialgici nei Cannabis Social Club della Spagna e i suoi semi sul mercato da quest’autunno. 24 Hemporium Cose di Canapa, Vicenza 1 8 S.S. 11 Padana Sup. Verso Verona, 279 36100 Vicenza [email protected] dal lunedì al venerdì dalle 15 alle 19.30 sabato dalle 11 alle 19 cell. 339 61 02 455 cell. 339 27 99 178 Mysticanza, Perugia “Mescolanza di particolary varietà di ynsalata verde.” (Zingarelly) 1 2 6 Head and Growshop A Perugia in Via San Francesco n.9 (Piazza San Francesco) gli appassionati del biogardening troveranno Mysticanza. Dal 2003 punto di riferimento per il centro Italia. Sei anni di competenza, discrezione e cortesia sono le credenziali di Mysticanza. 9 2 v. San Francesco, 9 06123 Perugia -Italytel/sms +39-338-8819198 fax n. +39-075-951183 [email protected] www.mysticanza.it MAR-SAB dalle 11:30 alle 14:00 dalle 15:00 alle 19:30 DOM-LUN chiuso Growerline, Pomezia 5 3 Amsterdam Shop di Pomezia cambia look! Nuova sede: Viale Alessandro Manzoni 33 Pomezia (RM) 00040 Orario: Aperto dal Lunedì al Sabato dalle 10:00 alle 13:00 e dalle 15:30 alle 19:30 Si effettua anche vendita on-line di materiale per il giardinaggio indoor e outdoor dal nostro sito aggiornato www.growerline.com e di semi di canapa da collezione su www.seedsline.com Servizio di assistenza clienti su Skype oppure via mail agli indirizzi staff@growerline.com o staff@seedsline.com Tel. 0691801148 - 3403824505 Orto Biologico Shop, Cagliari 4 Specializzato nella coltivazione biologica e biodinamica Orto Biologico nasce dall'amore verso la natura. Da circa dieci anni sperimentiamo una serie di terricci professionali pronti all'uso, specifici per tutte le fasi della pianta, questo è il nostro punto forte. La nostra esperienza è a vostra disposizione per aiutarvi a risolvere qualsiasi problema!! 4 Ci trovate a Cagliari in via Tigellio 60 – Tel/fax 070/653170 Email: [email protected] Website: http://www.scirarindi.org/scirarindi/?q=node/2877 Hemp-orio, Cordenons 5 Nel marzo 2002 a Cordenons in via Martiri della Libertà 21 (PN), viene avviato il primo growshop del Friuliveneziagiulia. Il suo obbiettivo principale è fornire affidabilità e seguire con professionalità il cliente. Merito va allo staff e alla clientela affezionata, se dal 2004 l'Hemp-orio ha conseguito successo sul piano interregionale, fornendo una vasta gamma di articoli per fumatori, nutrimenti per terra, idroponia e cocco, lampade per crescita/fioritura, sistemi per idroponica e aeroponica, oggettistica e tanto altro. Via Martiri della Libertà 21, Cordenons (PN). Aperto dal martedì al sabato dalle 11:00 alle 19:00. 3 Foglie d'erba, Bologna Growshop Via Brugnoli 17/E 40122 Bologna Tel. 051 523668 Lunedì-Sabato 15:30-19-30 Martedì-Sabato 11:00-13:30 Headshop Via de Marchi 29/A 40123 Bologna Tel. 051 4847574 Lunedì-Sabato 15:30-19-30 Mercoledì-Sabato 11:00-13:30 www.fogliederba.net - www.fogliederba.it 6 25 12 Legalized Via Carrozieri a Monteoliveto, 5 80132 NAPOLI Lunedì - Sabato 10.00 - 13.30 15.30 - 20.30 www.legalized.it [email protected] twitter @infolegalized NON VENDERE CIÒ CHE COLTIVI Growshop Area 51, Ostia, Roma Dopo anni di esperienza e dalla nostra grande passione nella coltivazione biologica, vista la continua richiesta e la difficoltà di trovare prodotti “veramente biologici” nasce la voglia di crearci un nostro orticello e nasce così la nostra attività, basata nel reperire, testare ed approvare per voi le ultime novità del mercato italiano ed estero nel campo della coltivazione indoor e outdoor. 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Ti aspettiamo in via Corrado del greco 32 – 00121 ostia – roma – aperti dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 19.30 tel 06 56338761 o al sito http://www.growshoparea51.com Naturalstore San Benedetto del Tronto Comune di Roma 10 11 11 10 Via Cherubini 6 San Benedetto del Tronto (AP) 63074 - ITALIA [email protected] tel. 0735 650 968 cell. 366 713 3388 www.naturalstore.it ORARIO: 11:00 - 12:30 / 16:00 - 20:00 domenica e martedi chiuso Organic Farm growshop a Pisa Vasto assortimento di prodotti per colture biologiche e allestimento miniserre indoor 9 Kit completi per growbow- Semina e propagazione- Fertilizzanti e addittiviTerricci e substrati- Ormoni naturali- Vasi e contenitori- Controllo del PH.EC- Kit illuminazione miniserre- Antiparassitari e Antimuffe- Growbox- Controllo climatico miniserre- All seeds www.organic-farm.it [email protected] Via Rainaldo 52, Pisa Tel + 39 050 3820399 / 366 341 52 42 Orario: Lunedì 15.30- 19.30 Ma- Sa 10.00- 13.00 15.30- 19.30 12 Chacruna Head&Growshop, Trento 8 Chacruna da 9 anni seleziona solo le migliori marche, unendo discrezione, professionalità ed esperienza. Proponiamo un'ampia scelta di banche di semi da collezione e siamo specializzati in impianti a LED Professionali. Abbiamo una vasta disponibilità di prodotti per la fertilizzazione, sistemi idro e aeroponici e impianti d’illuminazione con soluzioni su misura. Siamo RIVENDITORI UFFICIALI per il Trentino Alto Adige di ROOR, EHLE e G.SPOT. Inoltre proponiamo ACCESSORI in CANAPA, COSMETICI NATURALI, BORSE e tanto altro. Chacruna Head&Growshop Corso 3 Novembre 72 presso “Galleria Al Corso” - TRENTO ORARIO: 9.30-12 15-19 (LUN mattina CHIUSO) Web: www.chacruna.it– Email: [email protected] Skunkatania, Catania Via Vittoria Emanuele II n. 229 Catania Sicilia Italia c.a.p. 95124 Next opening!! Skunkatania, Ortigia 7 Via Roma n. 92 Siracusa Sicilia Italia c.a.p. 96100 Orari di apertura: 10/13 - 16/20 chiuso la domenica www.skunkatania.it Tel. +39095820824 / +393408703024 7 26 Cura La cura richiede tempo. Preventivate 4-6 ore per curare la pianta e ottenere circa 454 g a mano con l’ausilio di forbici. Un trimmer automatico ridurrà il tempo richiesto a 1-2 ore. Usate forbicine appuntite di facile utilizzo per raggiungere i pertugi nelle cime. Tenete a disposizione 2 o 3 paia di forbici. Cambiate forbici quando le vostre mani faticano a effettuare il lavoro. Curate le piante su un setaccio fine, del vetro o una superficie liscia. Raccogliete le ghiandole di resina cadute sulla superficie o sotto il setaccio. Questa potente resina può essere fumata subito o pressata in blocchetti di hashish. Indossate guanti di gomma economici per raccogliere “hashish a mano”. Dopo aver tagliato per bene, togliete l’hashish raccol- COLTIVA CON JORGE CERVANTES to a mano sui guanti con dell’alcol. Mettete su una superficie l’hashish contenente l’alcol durante la notte affinché evapori. Raccogliete l’hashish rimanente dopo che tutto l’alcol è evaporato oppure mettete i guanti di gomma in freezer per alcune ore. Il raffreddamento faciliterà l’operazione per rimuovere l’hashish accumulato dai guanti. Raccogliete la resina accumulata sulle forbici quando ottura le lame. Utilizzate un coltellino per eliminare la resina dalle lame. Appallottolate la resina raccolta con omogenea quando le piante vengono fatte essiccare lentamente, in 5-7 giorni o più. Le cime si asciugano completamente, quindi il sapore è dolce e il fumo piacevole. Le cime essiccate troppo velocemente trattengono la clorofilla e altre sostanze contenute nel fogliame. Una cannabis essiccata in questo modo sa di “acerbo”, la combustione non è omogenea e il sapore cattivo. DOMANDE PER JORGE La temperatura nella sala di essiccatura ideale è compresa fra i 18° e i 24° C e l’umidità è del 45–55 percento. Le temperature al di sotto dei 18° C rallentano l’essiccatura e l’umidità è più difficile da controllare. L’umidità al di sopra dell’80 percento rallenta l’essiccatura e aumenta le probabilità di attacco delle muffe. Le temperature al di sopra dei 24° C possono portare a un’essiccatura troppo rapida delle cime e l’umidità può scendere sotto il 50 percento ideale più facilmente. Usate sempre un termometro preciso per misurare la temperatura minima e massima e un igrometro per assicurarvi che la temperatura e l’umidità siano nel range ideale. Jorge Cervantes è l’autore di: Marijuana Horticulture: the Indoor/Outdoor Medical Grower’s Bible (Gennaio 2006), Jorge Cervantes’ Ultimate Grow DVD (girato in BC) e Jorge Cervantes’ Ultimate Grow DVD II (girato in Spagna), Indoor Marijuana Horticulture: The Indoor Bible, Marijuana Indoors: Five Easy Gardens, Marijuana Outdoors: Guerrilla Growing e Jorge’s Rx. Scrive per 13 riviste in 6 lingue diverse. I libri di Jorge sono pubblicati in olandese, inglese, francese, tedesco e spagnolo. Vai al sito www.marijuanagrowing.com per maggiori informazioni. le dita. La pallina di hashish s’ingrandirà man mano che le operazioni proseguono. Essiccatura A marijuana verde fresca non è molto potente. L’essiccatura trasforma il THC in forma psicoattiva ed elimina circa il 75 percento dell’umidità dalle piante appena raccolte. L’umidità evapora in maniera I piccoli raccolti possono essere essiccati facilmente in un armadio, in un piccolo armadio o uno scatolone di cartone, che è una parte della dimensione dell’area di coltura. I raccolti grandi richiedono molto più spazio. Fate riferimento a Marijuana Horticulture: The Indoor/Outdoor Medical Grower’s Bible per maggiori informazioni. 27 Cura e conservazione Una volta che le cime sono secche, sono pronte per essere curate. Questo processo permette un’essiccatura omogenea delle cime, in modo tale che quando si fuma il tutto è piacevole e il sapore è dolce. Se le si cura adeguatamente, l’umidità viene completamente eliminata e il THC raggiunge il massimo potenziale psicoattivo. Un processo corretto garantisce la completa essiccatura delle cime e minori probabilità di muffa una volta conservate. Usate un piccolo ventilatore per tenere l’aria in movimento nella stanza d’essiccatura, ma non puntate il ventilatore direttamente verso le cime, altrimenti l’essiccatura non sarà omogenea. Il ventilatore potrebbe essere necessario per facilitare il controllo di temperatura e umidità. Usate un condizionatore d’aria o un riscaldatore per controllare umidità e temperatura estreme. Per curare le cime, inseritele delicatamente in contenitori sigillabili a tenuta stagna. L’umidità non si muoverà dai gambi alle foglie essiccate. Mettete i contenitori in un luogo fresco, asciutto e buio. Aprite i contenitori dopo 2-4 ore, per fare in modo che l’aria umida esca. Lasciateli scoperchiati per 5-10 minuti, in modo tale che l’umidità esca. Richiudete i contenitori. Aprite i contenitori alcuni minuti a distanza di qualche ora, per fare in modo che l’umidità in eccesso venga eliminata, prima di rimettere il coperchio. A seconda del contenuto di umidità, le cime dovrebbero essere completamente essiccate in alcuni giorni, con un massimo di 2 settimane. Premete delicatamente le cime per sentire se sono più flessibili e per controllare l’umidità rispetto a qualche ora prima. Una volta essiccate in maniera omogenea, sono pronte per essere fumate o sigillate in un contenitore a tenuta stagna per la conservazione. Controllate l’essiccatura piegando un gambo. Il gambo dovrebbe fare uno scatto e non piegarsi quando lo si fa. La cima dovrebbe essere asciutta al tatto, ma non rigida. Le cime essiccate bruciano bene quando si rolla una canna. Una volta secche, le cime sono pronte per la cura, che è fondamentale! Conservate le cime in un luogo fresco, asciutto e buio. Il proprietario di questo Maggiolone della Wolkswagen ha conservato le cime in un luogo fresco e asciutto, ma si è dimenticato di tenerle al buio. Le cime conservate in frigorifero rimangono fresche alcuni mesi in più. Assicuratevi che le cime sono conservate in un contenitore a tenuta stagna nel frigorifero, per evitare che l’umidità vi entri. Jack 47 Auto 28 Criador: Sweet Seeds Simple words + Quick photos = Easy success! Marijuana Grow Basics The EASY Guide for Cannabis Aficionados by Jorge Cervantes €21.95 NEW Download FREE pages from Jorge’s books ONLINE www.amazon.com www.amazon.ca www.amazon.co.uk www.amazon.de www.amazon.fr www.amazon.jp Jorge’s simple easy guide shows American, Canadian and European techniques to grow the maximum yield of the most potent cannabis possible—including week-by-week photo-based instructions to grow a 12-week crop from seed and a 10-week crop of clones. Even first timers are guaranteed a heavy harvest! 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Un processo che potremmo definire “storico” e che ha ribaltato la tendenza della magistratura ad accusare dei semplicissimi imprenditori d’istigazione a delinquere, solo ed esclusivamente perché vendono in potenza quella che per la legge italiana è in atto una pianta illegale. A distanza di 13 mesi, dal mondo della Giustizia, arrivano però altre nuove buone notizie che, nella formulazione che vi proponiamo di seguito, vanno anche oltre quanto raggiunto con la sentenza a favore di Semitalia.it. Lo scorso 22 maggio il giudice Monocratico del Tribunale di Rovereto, in provincia di Trento, ha assolto un webmaster di e-commerce che gestiva più siti, indipendenti tra loro, attraverso i quali era possibile procurarsi tutto il necessario per la coltivazione outdoor e indoor della cannabis: dai semi agli irrigatori, dalle lampade ai fertilizzanti. L’accusa puntava proprio sulla vendita di prodotti funzionali alla coltivazione di sostanze stupefacenti, come violazione della normativa in materia di stupefacenti (art. 82 dpr 309/90) ma, in barba alla richiesta di un anno e quattro mesi di reclusione e di una multa di 2000 euro, così come chiesto dal pubblico ministero, il Tribunale di Rovereto ha ritenuto di potere assolvere l’imputato da ogni accusa. Muovendo infatti dalla sentenza numero 63/2012 del 17 Gennaio 2012, pronunciata dalla IV Sezione della Corte di Cassazione, il giudice Corrado Pascucci ha classificato le informazioni contenute nel blog e nei siti come neutre, ovvero prive di quel carattere di esaltazione delle qualità stupefacenti dei prodotti ricavabili dalla coltivazione dei semi di cannabis. Così facendo il giudice monocratico di Rovereto ha esplicitamente affermato che l’imputato sui suoi siti (seeds24.com; mariuanait.com; caprishop.com; caprishop. it e marijuana.pl) pur vendendo sementi e attrezzature atte alla coltivazione di piante di cannabis, e pur dando consigli sulla fase vegetativa e di raccolto, non si è macchiato di reato di istigazione al consumo di stupefacenti in quanto ha volontariamente omesso di descrivere gli effetti, per così dire “dopanti”, della sostanza incriminata. Stando a quanto recita la sentenza, infatti, sulle pagine del webmaster “non c’è la propalazione o l’esaltazione, neppure subliminale, della droga ricavabile dalla coltivazione dei semi oppure l’esaltazione delle sue qualità al fine di indurne all’uso il destinatario del messaggio”. Anche l’avvocato Carlo Alberto Zaina, legale dell’imputato e consulente legale dell’associazione ADUC sottolinea come l’orientamento giurisprudenziale, sia in sede di merito che di legittimità e salvo qualche rarissima voce contraria, abbia ormai sancito che la vendita online di semi di cannabis, anche se abbinati ad altri beni, prodotti o informazioni che possano approfondire tematiche di coltivazione, non costituiscono manifestazione di induzione od istigazione all’uso di sostanze stupefacenti. Un passo avanti dunque verso la tolleranza di condotte legate alla cannabis che, pur non legittimando la coltivazione, indica perlomeno la volontà di lasciare in pace (giudizialmente parlando) coloro i quali hanno fatto legalmente della marijuana il loro esercizio commerciale. Solo qualche anno fa, infatti, davamo conto delle mega retate contro gli smart-shop che l’allora sottosegretario Giovanardi aveva benedetto in nome del rispetto della legge sua omonima, mentre oggi – ad essere ottimisti – si potrebbe anche affermare che dal rigore iniziale, la magistratura è passata ad una nuova interpretazione che tende a non punire la vendita di semi e prodotti per la coltivazione a patto che i venditori appongano i doverosi disclaimer e si astengano dal commentare le qualità della loro merce Ora, c’è da dire che in Italia la tendenza della legge in merito alle droghe è assolutamente arbitraria: le sentenze formulate negli ultimi 20 anni confermano che la gravità del reato non è valutata in base a criteri standard, ma in realtà è quasi sempre filtrata dalla percezione personale del problema che il singolo giudice ha. Molto spesso la stessa Cassazione si è contraddetta emanando, anche nel giro di pochi mesi, sentenze discordanti sull’uso personale e la coltivazione di hashish o marijuana. Un esempio lampante: nel 2007 la Corte di Cassazione (Sezione VI Penale) il18 gennaio 2007, sancisce che non è reato penale coltivare nel giardino di casa qualche piantina di marijuana perché ciò equivale alla detenzione per uso personale, il 10 gennaio 2008 la stessa sezione della Corte di Cassazione sentenzia invece che la coltivazione, sul balcone di casa, anche di una sola piantina di marijuana, indipendentemente dalle sue caratteristiche psicoattive è penalmente perseguibile. Che la legislazione sia da tempo votata al proibizionismo totale lo sapevamo, ma è inutile negare che determinate sentenze vanno tutt’ora a coprire un vuoto normativo importante in materia di vendita, detenzione e consumo di sostanze stupefacenti. Quella di Rovereto è una di queste e non possiamo che rallegrarcene. Ma c’è sempre un “ma” e in questo caso riguarda gli acquirenti di questi siti o esercizi. Per quanto riguarda la coltivazione domestica la legge è purtroppo chiarissima e, tranne alcuni pronunciamenti della Cassazione – che, ricordiamolo, fanno sì giurisprudenza ma non possono modificare la legge, né produrre indirizzi interpretativi vincolanti per giudici terzi – non viene ammessa come condotta lecita né tollerata. Per questo, come annunciato nella nostra copertina, i Radicali e in particolare Rita Bernardini, stanno portando avanti un disegno di legge che autorizzi, almeno per le applicazioni terapeutiche, la coltivazione privata di piante di marijuana. Fino a che non si avrà una decisa sterzata in ambito legislativo dunque, i rischi rimarranno a carico di chi i semi li coltiva e li porta a maturazione. di Giovanna Dark 31 GROW WITH ED ROSENTHAL Io e Jane siamo stati in Florida a febbraio. Prima di ritornare nella West Coast, abbiamo deciso di trascorrere alcuni giorni in Giamaica, a poche ore di volo. Un vecchio amico che periodicamente vive a Negril ci aveva invitati da lui. Ci trovavamo in posizione strategica vicino alla spiaggia e vi abbiamo trascorso una giornata. Il nostro obiettivo per il primo giorno era quello di andare sulla spiaggia di Negril, al baracchino consigliato da Trip Advisor. Il sole splendeva con le sfumatu- re più deboli invernali, piacevole e caldo mentre camminavamo sulla sabbia. Il sole estivo in Giamaica è intenso. Ci sono stati momenti in cui la spiaggia era naturale, naturalmente, ma si parla di decenni fa. Oggigiorno è completamente turistica. Il nostro amico non aveva mai sentito parlare delle polpette di Niah ed è rimasto sorpreso delle loro dimensioni e qualità. La maggior parte dei baracchini serve solo polpette comprate esternamente, ma Niah le prepara su ordinazione. Abbiamo trascorso la seconda giornata alle cascate YS a St. Elizabeth. Si tratta di una serie di cascate che finiscono in piscine dove si può nuotare. C’è una passatoia laterale che facilita la salita alle piscine più alte. È stato divertente e rilassante fare il bagno nell’acqua calda corrente. Siamo arrivati alle 14.30 circa e nel giro di un’ora, i pullman dei turisti, con quasi tutti i presenti, se ne sono andati. Eravamo praticamente gli unici ed è stato romantico godersi il paradiso di acqua, cascate, piscine e anche i pesciolini a filo d’acqua. Durante il ritorno, ci siamo fermati da Cloggy sulla spiaggia dove abbiamo scelto da un paniere di pesce appena pescato. Il sole è tramontato mentre ci siamo goduti una cena deliziosa a base di pesce e gamberetti grigliati con salse speciali. L’autista mi aveva detto che mi avrebbe portato a vedere una coltivazione il terzo giorno. C’è voluta circa un’ora per andare dalla città alla campagna. Siamo usciti dalla strada principale per passare a uno sterrato pieno di curve in cui passava a malapena il taxi. Abbiamo torturato il telaio della macchina per quasi due chilometri e poi l’autista ha parcheggiato la macchina all’ombra, in un punto in cui lo sterrato è diventato improvvisamente un percorso pedonale. Il percorso si apriva sulla foresta e la vegetazione, sfociando dolcemente nella foresta leggermente coperta. Abbiamo fatto un’ultima curva e poi ci si è aperta la vista su una coltivazione utilizzata da anni. La coltivazione era usata tutto l’anno e sono arrivata un paio di settimane prima del raccolto invernale. Le piante erano state coltivate alla fine di novembre e sarebbero state pronte per il raccolto in qualche tempo. Alcune erano già state raccolte e il resto sarebbe stato pronto in due settimane. La coltivazione terrazzata era pieno di terreno minerale costellato di solchi fra le pietre. Non c’è molta materia organica in questo terreno e nella maggior parte dei terreni tropicali, dato che i batteri si sviluppano a ritmi altissimi con il calore e la mangiano Una vista dell’orto terrazzato creato con pneumatici. I pneumatici sono stati riempiti con terreno minerale con solchi che non conteneva molta materia organica. E’ stato poi fertilizzato con un fertilizzante ad alto contenuto di azoto (N) in modo tale che le piante fossero un po’ cresciute prima di passare in fioritura. La maglietta appesa al centro dell’orto è stata usata come spaventapasseri per gli uccelli che altrimenti avrebbero divorato le pianticelle appena nate. Sono stati piantati circa 40 semi in un pneumatico di circa 33 cm e altri semi in pneumatici più grandi. le piante sono cresciute raggiungendo altezze variabili dai 30 ai 60 cm. Avevano tutte cime uniche, perchè erano state forzate in fioritura non appena germinate, a causa delle brevi giornate invernali che avevano portato oltre 12 ore di buio. %#1 /05+1. "%*#!.0%,/ ! .+/!*0$(X/%#1 /,,%/$!.! THE MOBILE VERSION OF THE BIG BOOK OF BUDS AVAILABLE NOW FOR IPHONE, IPOD TOUCH AND IPAD. t *OTUBOUBDDFTTUPWBSJFUZJOGPSNBUJPOVQEBUFEXFFLMZ t 4PSUCZCSFFEFSBOEWJFXIJHIRVBMJUZQIPUPT t 3BUFBOEUSBDLGBWPSJUFT GET IT NOW! #.+33%0$0$!!/0 MARIJUANA GROWER’S HANDBOOK Increase quality and learn the newest equipment and cultivation techniques. Ed Rosenthals Marijuana Growers Handbuch: Jetzt auch auf Deutsch erhältlich! English and German editions available! Das Buch vom besten Lehrer, den ihr euch MARIJUANA: LET’S GROW A POUND vorstellen könnt, dem Growtitan Ed Rosenthal aus den USA. EASY INDOOR GARDENING Grow .5 Kilo using a 1000-watt HPS light Seit Jahrzehnten bekannt durch zahlreiche Publikationen zum Thema Cannabis - jetzt ist sein neuestes Werk auch auf Deutsch erhältlich. 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L’agricoltore aveva irrigato la coltivazione con un fertilizzante idrosolubile a elevato contenuto di azoto, ciononostante, la dimensione dei fiori mostrava una carenza di potassio. mi hanno spiegato che stavano costruendo quel luogo. Abbiamo usato la piscina, che si affacciava sull’oceano ed era circondata da uno scenario incantevole di foresta verde e oceano blu. Il giorno seguente siamo andati al “The Blue Hole”, che si trova dove sorgerà un centro termale, sebbene fosse indicato come destinazione difficile da raggiungere. La parte finale del percorso non era asfaltata, quindi non un tipico luogo turistico. Quando siamo arrivati nel tardo pomeriggio, gli operai avevano finito la loro giornata lavorativa e stavano trascorrendo del tempo di fianco alla piscina e alla cava. La buca in effetti è una cava a cielo aperto piena di profonda acqua blu, 9 metri al di sotto della superficie e di 9 metri di profondità. Gli operatori, giovani, facevano tuffi acrobatici e risalivano poi la scaletta. Io e Jane non abbiamo voluto partecipare e ci siamo accontentati della piscina. Con l’arrivo dell’imbrunire, ho suggerito che sarebbe stato bello vedere il tramonto dal tetto. Gli altri hanno accettato la mia idea e siamo saliti tutti sul tetto del cantiere, il tetto del futuro hotel, per passare del tempo con nuovi amici. Il reggae riempiva l’aria, mentre noi la riempivamo con il fumo delle nostre canne. Dopo il tramonto, siamo partiti per tornare a Negril. Quella era l’ultima sera del Festival Bob Marley, che si teneva in un parco appena fuori dal centro della città. I gruppi erano tutti del posto. Il ritmo reggae si è evoluto ed è stato soppiantato dal rap, ma il festival ha mantenuto fede alla filosofia One Love di Marley. Purtroppo il prezzo per entrare al festival era troppo alto per molti giamaicani, che altrimenti vi avrebbero preso parte. Una donna che si trovava in questo luogo si è messa a soffiare bolle gigante e ondulanti. I toni rossi del sole al tramonto illuminavano le bolle giganti con effetto arcobaleno. La donna ha continuato a creare queste sculture ondulanti per circa 20 minuti e poi è scomparsa misteriosamente. È stato come assistere a una scena di una commedia dell’assurdo. Abbiamo trascorso l’ultimo giorno sulla spiaggia, per cenare poi al ristorante di Ivan, dove abbiamo goduto di un altro pasto spettacolare e dell’oceano al chiaro di luna dalla veranda del ristorante. È stato un finale perfetto per una gita spettacolare. È stata la scena più particolare alla quale ho assistito sull’isola. Quando siamo arrivati, tutti hanno accettato tranquillamente la nostra presenza. Nessuno ha chiesto se avevamo il permesso di essere là o ci ha fermati per “aiutarci”. Ho cominciato a parlare con alcune persone molto amichevoli, che La Gangia giamaicana che ho fumato era di grado medio e l’hashish derivante non era dei più puri. Ciononostante, l’effetto è stato molto piacevole e il prezzo corretto. Mi è costata circa 30$ ogni 30 grammi. La prossima volta porterò un setaccio per ottenere dell’hashish a mano. Guardate il video dei tuffi nella Blue Hole: un test di resistenza e coraggio: » http://www.youtube.com/watch?v=QuXFDWTSV4U&feature=youtu.be 34 Hashish estratto con acqua localmente. Fantastico. Cime essiccate dalle piante a maturazione più rapida. Non sembrano giamaicane? Primo piano di una cima. Hashish estratto a mano. Da notare le impurità come le foglie che si attaccano alla massa gommosa. Ne è valsa la pena. Era fresco e fragrante e l’effetto è stato davvero piacevole ed energizzante. Cima di Skunk coltivata vicino a Negril che mi è stata data da un amico. I semi olandesi-americani sono ormai presenti nelle coltivazioni giamaicane. Primo piano di una cima di Skunk. Cima giamaicana di qualità più elevata di un’altra coltivazione. Questa cima è stata il risultato di una coltivazione fertilizzata meglio. Era della stessa varietà della coltivazione che ho visitato. Buganvillee selvatiche su una collina lungo la strada verso la cascata. Una casa più tradizionale lungo la strada. Lungo la strada verso la Blue Hole, siamo passati dall’Eastland District, noto per il traffico degli ultimi decenni. Decollavano infatti gli aeroplani dalle lunghe strade di questa zona. Il tutto è stato fermato negli anni Novanta. Sono ora in costruzione case di elevato livello. 35 STRAIN REPORT Blueberry, Dj shorts e una famiglia vestita di blu Cari lettori, in questa edizione voglio parlarvi di una varietà di cannabis davvero superlativa: la Blueberry di Dj Shorts. La storia di questa varietà parte da lontano. Correva l’anno 1970 quando il noto breeder canadese, che in quei tempi viveva nella west coast in California, iniziò la sua opera di breeding che avrebbe portato alla realizzazione di uno dei ceppi più stimati ed utilizzati dei tempi moderni. Sul mercato, oggi come oggi, si trovano moltissimi ibridi nei quali è presente la genetica di Dj Shorts; uno dei miei preferiti è certamente l’incrocio che deriva dalla Cheese di Big Buddah con la Blueberry di Dj Shorts: un’erba favolosa che ho avuto il piacere di fumare per lunghi periodi. Assaggiando anche altri incroci con Blueberry, sono arrivato all’idea che tutto ciò che viene attraversato da questa varietà diventa speciale, come per magia. Ma in realtà c’è di Carlo Erba una spiegazione scientifica a tutto ciò. Questa spiegazione deriva dal fatto che i geni presenti nel DNA della Blueberry, sono abbastanza diversi rispetto a quelli che si trovano negli ibridi europei. Questo perché quasi tutte le varietà disponibili nel mercato degli ultimi 20 anni, sono stati realizzate in Olanda dove, prevalentemente, sativa al 100% non è coltivabile sotto le luci artificiali: diventa troppo grande e soprattutto richiede periodi di fioritura molto lunghi per raggiungere una maturazione completa. Incrociando una sativa con una indica e portando avanti la selezione, con criterio e metodo, fino alla quinta gene- Ma torniamo alla selezione di Dj Shorts: le piante da lui utilizzate per creare molte delle sue varietà, compresa la Blueberry, sono l’Highland Oaxaca Gold, proveniente dal Messico, una Thai, una Afghana proveniente dalla catena montuosa dell’Hindu Kush e infine una Chocolate Thai. Tutte piante sative al 100%, fatta eccezione per l’afghana che è una pura indica ed è stata molto utilizzata anche dai breeders che lavoravano in Europa come Shanti Baba. Il processo di selezione della BB è stato molto complicato. Dj Shorts iniziò incrociando una sativa thailandese con l’indica afghana, ottenendo cosi un ibrido F1, molto potente e fruttato. Il secondo passaggio fu l’incrocio tra la sativa messicana Higland Oaxaca Gold e la razione almeno, si riesce ad ottenere una pianta più bassa e cespugliosa, con una fioritura più breve e soprattutto con le caratteristiche dell’high della sativa (sempre se sono questi i tratti che si vogliono fissare nel patrimonio genetico). Quasi tutti gli ibridi presenti oggi sul mercato sono incroci di indica e sativa, questo perché si preferiscono piante che diano un effetto molto high pur mantenendo un pattern di crescita delle indiche. thailandese Chocolate Thai dal quale risultò una sativa ibrido F1 dal sapore speciale e con evidenti sfumature di blu e porpora, non solo nelle cime ma anche nelle foglie a pianta matura. Il problema di questa pianta era che aveva dimensioni notevoli e fioriva molto a lungo prima di portare i calici alla giusta maturazione. Il terzo step consistette nell’incrocio della Purple Thai appena ottenuta con l’afghana, la quale diede origine alla Floral Line: que- coltivava molte piante all’esterno, prevalentemente sative provenienti dal centro e dal sud America, nonché dalla zona caraibica. In quel periodo c’era la tendenza a coltivare solo varietà di sativa, l’indica infatti ha fatto la sua comparsa tra gli allevatori solo in un momento successivo. Con la comparsa della UNA PIANTA POTENTE, RESINOSA E CESPUGLIOSA, DI BREVE FIORITURA MA CON UN EFFETTO CHE TI SPEDISCE IN ALTO NEL CIELO PIÙ BLU venivano utilizzate Skunk, Northen Light ed Haze. Incrociando uno di questi ibridi con la Blueberry si dà un tocco di novità al patrimonio genetico della pianta che si vuole ottenere. Ma da dove deriva questa genetica cosi speciale che caratterizza la Blueberry? Beh, è una storia molto lunga che proverò a ricostruire tassello dopo tassello. Come dicevo all’inizio di questo articolo, la storia di questa varietà ha origine in California. Dj Shorts varietà afghana e delle indiche in generale, i breeders iniziarono a farne un utilizzo massiccio fino al punto che si iniziò a metter da parte le sative in quanto richiedevano un periodo di fioritura più lungo, maggiori cure e garantivano minori profitti. Per Dj Shorts comunque, l’avvento della indica afghana è stato uno degli elementi fondamentali che hanno permesso di creare le sue piante leggendarie. Una pianta 36 sto incrocio venne ripetuto una seconda ed una terza volta per fissare i tratti che il breeder voleva portare nella sua pianta, quindi fino alla terza generazione originando la Temple Flo. L’ultimo passaggio, il decisivo, riguardò l’incrocio tra la Temple Flo e l’ibrido F1 creato nel primo incrocio (ThaiXAfghan): questo rappresentò il tassello finale per la creazione di questo complesso ibrido a 4 vie qual’è la mitica Blueberry. Il risultato di questo complesso procedimento fu incredibile: una pianta potente, resinosa e cespugliosa, di breve fioritura ma con un effetto che ti spedisce in alto nel cielo più blu. La Blueberry è una grande produttrice in condizioni ottimali, si presenta a fine fioritura con molte sfumature di colore, che vanno dal rosso porpora, al blu lavanda: esteticamente risulta molto gradevole ma chi ha il piacere di osservarla, rimarrà altrettanto colpito nel momento in cui potrà fumarla. Ha una buona proporzione calici/ foglie e delle cime che risultano molto compatte quando mature. Al momento della combustione, l’aroma è dolcissimo e speziato nello stesso tempo: il fumatore appassionato rimarrà molto colpito sia dalla dolcezza del fumo che dalla potenza dell’effetto. Per usare un termine americano ci troviamo davanti ad una varietà “one hit wonder” cioè che ti porta in alto già dalla prima boccata. Questa pianta è meravigliosa e, oltre a soddisfare i palati più sopraffini, ben si presta ad essere incrociata garantendo all’ibrido finale un’altissima qualità in fumata, con note di mirtillo e agrumi, nonché una potenza fuori dal comune. La Blueberry è una varietà dalle proprietà organolettiche speciali. La quantità di cannabinoidi presenti è molto alta e supera agevolmente la soglia del 20%, il profilo dei terpeni garantisce un sapore ed un odore che porteranno in cielo le vostre papille gustative. Le cime si conservano molto bene in un barattolo di vetro, dove continueranno a maturare mese dopo mese diventando sempre più prelibate. Se avete la fortuna di aprire un barattolo di Blueberry, proverete una sensazione analoga a quella in cui versereste se vi tirassero in faccia una crostata al mirtillo con panna montata: si viene realmente investiti da un profumo inebriante di mirtillo, agrumi e miele. Ad Amsterdam, fin dalla sua comparsa, questo strain ebbe un grandissimo successo, tanto da vincere tutte le coppe esistenti. Tutte queste piante meravigliose hanno molti geni in comune: ad esempio la Blue Moonshine altro non è che una selezione di Blueberry particolarmente resinosa e profumata ed è un ibrido F3. La F13 è una Floral Line F2 reincrociata con sè stessa fino alla quinta generazione ed è quindi una F5. La bellissima Flo invece nasce dall’incrocio di Afghan con Thai e Thai con Afghan: pianta davvero speciale questa, con forti note di agrumi e da una fioritura esplosiva. Questi ibridi hanno numerosi punti in Cheese e G13-Haze (in questo incrocio il mio consiglio è di cercare il fenotipo G13, a dir poco devastante!). Per quanto riguarda l’utilizzo della Blueberry per fare dell’hashish devo dire che la pianta ricopre alla perfezione il ruolo richiesto: che si voglia del Dry Sift, o dell’Ice-O-Lator, il risultato non cambia visto che avremo sempre un fumo d’altissima qualità: gustoso, potente e di molto sopra la media. La Blueberry infatti, dispone di una LA BLUEBERRY È UNA VARIETÀ DALLE PROPRIETÀ ORGANOLETTICHE SPECIALI E BEN SI PRESTA AD ESSERE INCROCIATA, GARANTENDO ALL’IBRIDO FINALE UN’ALTISSIMA QUALITÀ Attualmente la Blueberry non è l’erba più di moda in Olanda, in quest’ultimo periodo vanno di moda le Kush, ma alcuni coffeshop dispongono di scorte di Blueberry degne del suo nome. Ad esempio il Mellow Yellow, il più antico coffeshop d’Olanda, ha sem- pre questa favolosa erba nel suo menù. Lo stesso si può dire per il The Noon, altro coffe shop nel quale la mitica varietà non manca mai; in questo bel locale inoltre, la vincitrice della Cannabis Cup del 2000, è disponibile ad un prezzo molto abbordabile: 8 € al grammo. Ogni volta che mi reco in Olanda, mediamente 2 volte l’anno, visito sempre questi 2 coffeshop che si trovano a sud della città; nella stessa zona troviamo anche un’altro coffe fornito di qualità eccellenti, il Katsu, che insieme al Mellow Yellow e al The Noon, rappresentano i migliori posti dove fumare a sud della città. Torniamo ora al mitico Dj Shorts, il quale, oltre che alla creazione dello strain in questione, ha dato origine a molte altre varietà che insieme formano la celeberrima “Blue Family”. Le più famose sono: la Blue Velvet, la Flo, la Blue Moonshine ed infine la F13. comune e si caratterizzano tutti per avere un DNA sconosciuto agli incroci creati in Olanda prima del loro avvento sul mercato. Come dicevo all’inizio di questo report, ci troviamo davanti a qualcosa di nuovo, ad una pianta che porta con sé un background caraibico che rimane sconosciuto agli ibridi europei fino agli anni 90. Dal suo avvento in poi, questo strain è stato incrociato con tutto quello che esisteva in Europa: esistono più di 150 varietà sul mercato con patrimonio genetico Blueberry. Se avete letto attentamente questo articolo, ricorderete che tutto quello che viene attraversato da BB diviene speciale: il fatto che esistano 150 ibridi in vendita ne è la prova più cristallina. Tra le più famose ricordiamo: Blue Cheese di Big Buddah e Barneys, erba meravigliosa dal gusto di Cheese e dal retrogusto di Berry. La Fighting Buddah di Chimera, altro maestro del breeding e anch’esso d’origini canadesi; la GrapefruitBlueberry sempre di Chimera, varietà capace di regalare un hashish sublime; infine ricordo la Sogouda di Soma, risultato di un incrocio killer qual’è quello tra Blueberry, resina d’altissima qualità, che ben si presta alla produzione di hashish; il fatto poi che abbia una lunga vita in barattolo, gioca solo a favore della conservazione e della stagionatura dell’hash. Personalmente, tra gli hash più buoni che ho fumato alla scorsa Cannabis Cup, troviamo proprio una battitura di Blueberry, ovviamente fuori competizione, fatta da un’amico che ogni tanto si reca in Marocco per compiere qualche lavoretto speciale. Fumi del genere è difficile trovarne sul mercato anche se si dispone di buoni agganci: rimane così un qualcosa di unico, da conservare nella memoria per molto tempo. Anche gli Ice-O-Lator rendono bene, al The Noon è possibile acquistarne un grammo per 30 € ma è davvero qualcosa di speciale. Attualmente Dj Shorts produce questa varietà in 2 varianti diverse: True Blueberry ed Original Blueberry. La differenza tra queste due selezioni è che una è più orientata verso la sativa (True Blueberry), ed ha un sapore più dolce, l’altra invece porta più i caratteri della indica ( Original Blueberry) ed è più potente. Ad ogni modo, qualunque sia la vostra scelta, sarete sicuri di avere un raccolto eccezionale in qualità oltre che in buona quantità. Oltre alle Blue di DJ Shorts, che sono molto costose, esistono molte altre rappresentazioni di questo strain, tra le quali c’è la versione di Dutch Passion che è un po’ più economica. Io non mi stancherò mai di ripetere al mondo intero, che risparmiare sui semi è uno dei più gravi errori che si possano commettere quando si decide il set-up di coltivazione. Si può risparmiare su molte cose ma non si deve mai commettere l’errore di acquistare una genetica di mediobassa qualità: vi ritrovereste al raccolto finito, con il rimpianto di non aver speso qualcosina in più, che magari vi avrebbe permesso di passare da un’ottima erba ad un’erba davvero speciale. Per concludere mi sento di consigliarvi in pieno questo strain, se siete dei coltivatori da talea e avete la fortuna e lo spazio per poter conservare qualche madre nel tempo, non ho dubbi che nella vostra stanza ci sarà anche una femmina di Blueberry. Coltivate BB e ve ne innamorerete perdutamente: nonostante i grandi ibridi creati negli ultimi anni, con questa pianta farete sempre invidia ai vostri amici e sarete sempre quelli che dispongono dell’erba più buona del quartiere, garantito! AMSTERDAM 3 0 Pci ù d i opp e ® UNA A DELLA CANNNABIS CUP 2010 * VINCCITTORE HIGGHLIFFE Sensi Star PAR ADI SE SE STOEDS RE APERTO T UTT T I I G I O R N I : 1 0.00- 20.000 ORE PARADISE SEEDS FLAGSHIP STO DAM, GRAVENS TRA AT 12 IN AMS TERD . JUST BEH IND DAM SQU AREE Pandora ® AUUTOOFIOOREENTEE E RICO PERTE CON WW PA W. RA DI SE -S EE .C DS OM PAR SEEDADISE STO S RE Paradise Seeds Shop: 020 7371599 Paradise Seeds Office: 020 6795422 www.paradise-seeds.com Fax: +31 342461027 [email protected] Postbus 377 - 1000 AJ Amsterdam- Holland STRRATO DI RESINNA Allkush ® Nebula ® Automaria II ® Ice Cream ® White Berry ® Sensi Star ® Wappa ® Lucid Bolt ® Jacky White ® Vertigo ® Belladonna ® Dutch Dragon ® Spoetnik ® Acid ® Delahaze ® 38 GROWING Autunno: la stagione del raccolto Ora è il momento di andare a vedere le proprie buche di guerrilla, il proprio bosco dietro casa o semplicemente la propria serra, o ancor meglio il proprio balcone. Ora stanno per essere pronte tante profumate infiorescenze di Canapa. Per chi si affida al sole per avere copiose fioriture è questo il momento di raccogliere ma non ancora di gustare (vedi Soft Secrets Italia numero 4/2011 pagina 9 articolo “a metà dell’opera”). Se sono le stagioni a scandire il ritmo della nostra coltivazione allora siamo a buon punto. Ora occorre tagliare per portare a casa il prodotto. Cosa significa e soprattutto come capisco quando una pianta è pronta e quando è al massimo del suo potenziale sia in termini di quantità che di qualità? Premetto che gli utilizzatori di Canapa terapeutica sanno esattamente quando raccogliere perché con l’esperienza hanno imparato quando tagliare per raccogliere la maggior quantità disponibile di principi attivi nella forma chimicamente attiva. Leggevo di un malato, scontento delle autofiorenti a causa del loro scarso contenuto di cannabinoidi interessanti, che si lamentava della loro inutilità (per ora) in di CBG quanto fumando non leniva i propri dolori come con le proprie piante selezionate non fotoperiodiche. La qualità della resina è un fattore di scelta decisivo quando si tratta di tagliare, in generale però chi raccoglie lo fa due giorni dopo la data in cui sembrano pronte, giustamente per avere qualche piccolo fiore in più. Posto che la fretta è cattiva consigliera, se una persona non ha bisogno di Canapa terapeutica può tranquillamente aspettare qualche giorno in più e dare tempo alle piante per finire la loro fioritura. Così eviterebbe la maturazione di morte, pericolosissima per le perdite in campo dovute alla scarsa umidità e per il saporaccio di fieno che passa al prodotto secco. Una buona pratica seguita da molti coltivatori nel mondo consiste nella corretta scelta della genetica da piantare, non è scontato e purtroppo va ribadito ancora sui giornali di settore affinché sempre più persone capiscano l’importanza di lavorare con ottimi punti di partenza. Cosa significa scegliere la giusta semente? Significa scegliere varietà che, oltre al commerciale effetto sballonissimo e potentissimo, abbiano soprattutto tempi di maturazione compatibili col nostro habitat. Se ad inizio ottobre si corre il rischio di avere grandi nebbie, allora bisognerà giocare furbescamente d’anticipo scegliendo semi di genetiche dalla rapida fioritura, pronte cioè in poche settimane e quindi a fine settembre al massimo. Facendo qualche nome, direi Jamaican Dream di Tony di Eva seeds, una produttrice precoce da soli 50 giorni outdoor di fioritura quindi adatta anche alla Valpadana dove le nebbie ad ottobre sono un’ abitudine quanto lo è il caffè la mattina. Un altra genetica valida contro le muffe dovute dall’eccessiva umidità relativa è la Holland Hope, un ceppo molto resistente scelto in Olanda e conservato per via della sua buona adattabilità e rusticità. Un’ennesima scelta può essere ad esempio l’utilizzo delle prime autofiorenti (quelle che chiamano ora “di prima generazione”) con molta ruderalis nel loro genoma, quindi adatte al clima più fresco in ricordo del loro habitat di origine in Siberia. Quando la pianta è ricoperta di infiorescenze ben formate si può misurare il suo grado di maturazione osservando con un microsco- pio 100x i tricomi sparsi sui fiori. E’ molto importante non fare confusione tra leggende e realtà: i pistilli non sono indicatori di maturazione della pianta ma del singolo fiore, quando imbruniscono significa che quel fiore è senescente o è stato impollinato, non di certo indicano il grado di maturazione dei cannabinoidi contenuti nei tricomi. Osservando i tricomi con una lente si può intravedere la loro forma di fungoide, se si riesce a vedere il tallo (il gambo) allora quella lente è dell’ingrandimento giusto. Il tallo deve essere ambrato, ma non troppo in quanto l’ossigeno renderà ambrati tutti i tricomi che raccogliamo ancora trasparenti. I tricomi ghiandolari sono dei peli con un bulbo sorretto da un tallo, se sono peli trasparenti allora sono di recente formazione, se invece sono torbidi o ambrati quasi marroncini allora significa che hanno già più tempo rispetto agli analoghi trasparenti. Il periodo ottimale però non può stare in un libro o non può venir insegnato all’univer- 39 sità: l’esperienza acquisita sul campo renderà edotti sul comportamento da tenere trattando le nostre genetiche, tenuto conto che indoor si ha la completa gestione dei parametri ambientali mentre in esterni ci si affida alla natura. secondari e di creano i sapori terziari, tipici dei lunghi mesi di attesa in barattolo di vetro. Un’altra scuola di pensiero, impraticabile industrialmente o su larga scala, è quella del taglio sequenziale. Il taglio sequenziale è una SCEGLIERE VARIETÀ CHE, OLTRE AL COMMERCIALE EFFETTO SBALLONISSIMO E POTENTISSIMO, ABBIANO SOPRATTUTTO TEMPI DI MATURAZIONE COMPATIBILI COL NOSTRO HABITAT Quando si parla di raccolto ognuno ha la sua storia da raccontare con le sue esperienze e le sue “scoperte”. Niente di male se perlomeno ci si limitasse con umiltà a consigliare e non imporre idee e pratiche campate per aria, adatte solo a determinati luoghi con circoscritte condizioni ambientali. Bisogna tenere a mente la prima regola fondamentale dell’agronomia: “La coltivazione deve tenere conto anche dell’ambiente in cui è inserita la coltura; ciò rende inutile ogni tentativo di generalizzazione in campo agrario”. A meno quindi di avere le correte nozioni di Agronomia, Chimica e Fisiologia è impossibile e alquanto sconsigliato fare previsioni sull’andamento di una coltura tanto più se, come abbiamo appena visto, la medesima genetica può comportarsi in maniera differente a seconda dell’ambiente in cui è inserita. Quando si ha la convinzione di tagliare, per raggiunto grado di maturazione dei tricomi o per esigenze di limiti di tempo, vi sono due scuole di pensiero. Una – ed è la mia preferita per semplicità e rapidità d’esecuzione – è il taglio totale. Si recide il fusto appena sotto i primi rami, si pulisce la pianta cioè si tagliano le foglie più grandi, mettendole da parte per le eventuali successive estrazioni e la si appende tutta intera per il gambo. Il fatto di appenderla per il gambo permette di raccogliere e tornare in azienda in poco tempo con poco dispendio di energie e spreco di mezzi. Inoltre le piante asciugano più lentamente grazie ai foglioni grandi che avvolgono le infiorescenze, ricordando però che se permangono troppo tempo a contatto danno un odore di fieno e foglie secche quasi castrante ai fini di una fumata degustativa. Il taglio totale si effettua facendo una media del grado di maturazione dei nostri tricomi: quindi se l’apicale è matura, non lo saranno i rami inferiori che comunque recupereranno durante la fase di asciugatura delle infiorescenze. Non abbiano paura i fanatici del taglio perfetto perché altrimenti potreb- arrogantemente disposto contro le cime. Un ventilatore rischierebbe di far cadere per gli eccessivi scossoni molti cristalli; mentre un estrattore effettuerebbe un ricambio d’aria troppo intenso, dando ai fiori un sapore sciapo. maniera di raccogliere le piante osservando con meticolosa cura il grado di maturazione di ogni singola formazione floreale (le cime!). Il vantaggio evidente di questa pratica – forse troppo per fanatici e poco coi piedi per terra – è che le cime restano sulla pianta fino a quando sono mature; si tratta perciò di una maturazione in campo delle cime rimaste sulla pianta. I vantaggi sono indiscutibilmente per pazienti ed utilizzatori della Canapa terapeutica visto che pochi giorni di maturazione in più rendono solo la coltura una Uno svantaggio immediato che viene in mente parlando di taglio sequenziale delle infiorescenze è senza dubbio il continuo aprirsi di ferite che in non pochi casi si sono rivelate entrate per patogeni e muffe, anche letali, per il raccolto in vasetto. Sarebbero da cicatrizzare tutte le aperture provocate dal taglio della forbice di chi raccoglie, ma ciò rende solamente ancor più macchinoso e fuori dal normale questo metodo di raccolta con taglio sequenziale. Le foglie sono una parte importantissima di questo procedimento, senza dimenticare l’ottimo battuto che si estrae dagli scarti di produzione. Con le foglie si possono ottenere battuti secchi, estrazioni a bassa temperatura ed estrazioni tramite l’ausilio di un solvente. Le foglie rimaste attaccate alla pianta dopo il taglio, quindi quelle più piccole, svolgono la secondaria funzione di copertina igrometrica, cioè lasciano evaporare l’acqua maniacale maniera di ottenere infiorescenze. Il sapore ne risente sia positivamente, in quanto le cime vengono essiccate ben pulite dalle foglie, sia negativamente in quanto asciugano troppo velocemente e si ossidano maggiormente. Andrebbe detto per completezza che le cime devono seccare al buio in luogo fresco e leggermente ventilato libero dai forti odori e dagli sbalzi termici, molto più lentamente rispetto ad una cima senza foglie. Il sapore ne risentirà, soprattutto durante gli autunni caldi e secchi (rari e comunque sintomo di qualche stranezza climatica). Dopo massimo un mese sono pronte per venir pulite dai rami grossi, dalle foglie inutili ed archiviate ad affinare in vasetto. Vi sono numerose varianti di pratica, questa è la più comoda e redditizia secondo me. QUANDO SI HA LA CONVINZIONE DI TAGLIARE, PER RAGGIUNTO GRADO DI MATURAZIONE O PER ESIGENZE DI TEMPO, VI SONO DUE SCUOLE DI PENSIERO: IL TAGLIO TOTALE E QUELLO SEQUENZIALE bero andare in un campo a controllare le cariossidi di frumento (ed eventualmente li manderei a sarchiare il grano). Le piante seccano in molto più tempo, fino a 25 giorni dal taglio, perché sono intere e protette dalle foglie medie ancora attaccate alla pianta. Lentamente si creano gli equilibri tra sapori inoltre devono essere appese (o disposte su un graticcio) a breve distanza dal taglio in campo e devono esserci più cime rispetto al volume di ossigeno libero nella scatola d’essiccazione. Una leggera brezza è preferibile ad un estrattore in continua o ad un ventilatore Quando i rami più piccoli si spezzano e quelli medi sono morbidi, allora possiamo passare alla successiva fase di almeno due mesi in vasetto tenendo conto che è inutile affinare le erbe troppo secche ( “se il ramo generico si spezza di netto con un rumore di legno rotto allora è pronta da fumare”: mai fu udita una baggianata simile! ). Piuttosto è meglio mettere a conciare un’erba leggermente troppo umida che una schifezza troppo secca, dal sapore indistintamente pessimo. Dobbiamo sempre ricordare quanto migliori un’erba minimamente umida rispetto allo scarso miglioramento di un’erba secca pronta da impastare. Inoltre ogni buon coltivatore che conosca ciò che fa sa benissimo che l’erba nei vasetti va osservata regolarmente per la prima settimana: se l’erba ammuffisce, perché è stata archiviata troppo umida, la colpa è solo e solamente del tizio che l’ha sigillata senza rendersi conto della sua umidità interna ma soprattutto è colpa sua perché non ha saputo osservare i cambiamenti in atto nella prima settimana. Un coltivatore sa bene cosa significhi e quanta importanza riveste l’osservazione. In ultima cosa voglio dare dei consigli pratici per chi raccoglie in guerrilla. Prima di tutto servono tanti sacchi neri del pattume per occultare i rami e le foglie derivanti dalla prima cimatura in campo. In guerrilla si tende a non tagliare le piante interamente per non avere problemi logistici durante un’eventuale fuga attraverso ai boschi. Secondo, ricordatevi le forbici e la bussola per sapere esattamente da che lato occultare i rifiuti evitando così di attrarre sguardi e pettegolezzi indiscreti. Infine, se possibile, interrate gli stocchi impedendo di fatto la localizzazione del “campo” o del sito e riempite lo spazio con residui di potature di piante presenti in luogo. Raccogliete infine ogni fogliolina dimenticata in giro altrimenti, come Pollicino, arriverà qualcuno a trovarvi sui sentieri del bosco. In conclusione lascio i miei più sentiti auguri a tutti coloro che leggendo quest’articolo sono nella situazione di raccogliere. L’onestà verso i propri prodotti, la ricerca del gusto nuovo e l’approfondimento delle conoscenze devono essere la forza che spinge e motiva ogni coltivazione. 40 CINE REVIEW INTERVISTA CON IL REGISTA ENRICO CARIA L’ERA LEGALE La nostra caldissima estate è stata scaldata ulteriormente dalle dichiarazioni di Roberto Saviano, autore di Gomorra e nostro più autorevole esperto di mafia che si è dichiarato decisamente e risolutamente a favore della legalizzazione e regolamentazione del mercato della canapa. Il parere di Saviano, anche a fronte delle iniziative “socio-assistenziali” intraprese dalla mafia in quel di Scampia, segue di pochi mesi il documento firmato da numerosi leader mondiali firmatari dell’appello della Global Commission e rispecchia filologicamente la deriva continentale che si è delineata in particolare nei paesi latino-americani e che vede governi di vari orientamenti politici uniti nel reclamare una svolta extra-proibizionista. E’ in questo contesto di grandi sommovimenti geopolitici che un film come L’Era legale del regista partenopeo Enrico Caria di Enrico Fletzer appare in sintonia con lo zeitgeist di cui sopra. Un film estremamente piacevole, grazie al tipico estro napoletano, ma non per questo scontato. Il film di Enrico Caria non è un prodotto banale non fosse per gli autorevoli interventi del direttore dell’Economist, di Isabella Rossellini e di Renzo Arbore ma anche di alcuni esponenti della destra illuminata. Ne L’Era Legale il protagonista é un candidato sindaco di una grande città del nostro Meridione, che da perfetto sco- SSIT: Il tuo film interviene sul tema della legalizzazione delle droghe: il sindaco Amore propone l’anticipazione di un movimento alto che non guarda a destra o a sinistra ma che si muove con i piedi per terra. Un ruolo che in parte potremmo associare al De Magistris sindaco di Napoli, un magistrato ma anche un outsider della scena politica tradizionale. E’ una scelta casuale quella di un sindaco come protagonista o pensi che anche il sindaco vero possa proporre di attuare una svolta nella politica delle droghe e non solo? SSIT: L’operazione “Mo’basta” ci ricorda come il sindaco possa, con un decreto di necessità ed urgenza, attuare forme di distribuzione di sostanze o farmaci atti a tutelare la salute. Una competenza generalmente disattesa dalle autorità e spesso omessa, tanto da rendersi responsabili di gravi atti di negligenza colposa, come proprio il proibizionismo produce su scala più vasta. Che ne pensi? Volevo affrontare temi scottanti col tono leggero della satira. Le possibilità offerte dal linguaggio di un finto documentario Da autore satirico, la mia è una provocazione culturale. Sono sì alla ricerca di nuovi format per il cinema politico e alla Zelig di Allen mi sono quindi sembrate le più adatte. Da qui la finta biografia di un parvenu che diventa sindaco e la sua ascesa tragicomica nella quale incastonare i problemi reali di Napoli. Quanto a De Magistris, la sua elezione è avvenuta mentre ero in montaggio, e solo il caso ha voluto che entrambi i sindaci, (quello vero e quello di fantasia) siano spuntati fuori dai soliti giochetti politici del voto di scambio che a Napoli, da Achille Lauro in poi, ha ammorbato quasi sempre le elezioni, sia a destra che a sinistra. O forse una certa voglia di riscatto del popolo napoletano era già nell’aria; mi riferisco in particolare ai comitati anti-discarica che sono scesi in piazza per opporsi al degrado e al malaffare prendendosi pure un sacco di botte e di denunce... ma alla fine l’hanno spuntata spesso e volentieri. Non a caso è anche a credo che un intrattenimento - ti cito - non banale, sia un ottimo veicolo per uno sguardo civile forte. E qui mi fermo. Non pretendo di entrare nel dettaglio delle soluzioni possibili. Questo spetta a chi fa politica attiva e ha dati e strumenti adatti. Ma di una cosa sono certo: il proibizionismo è un fallimento criminale che moltiplica i drogati, riempie le galere di malati e rende le mafie invincibili. Come dice il procuratore Macrì nel mio film: se non chiudiamo il rubinetto del traffico di droga non finiremo mai di combattere il riciclaggio e le nostre democrazie finiranno come in Messico: ostaggio dei narcos, con economie mafiose dove i cittadini sono ormai sudditi della criminalità organizzata. Ma noi non vogliamo che accada e non molliamo. Giusto? loro che De Magistris ha dovuto volgere lo sguardo. alla creazione di una civiltà ideale dove tutti stanno bene e pochi fanno i furbi. Il padre si concede qualche canna ed è guarito dalla dipendenza dall’alcool. Con un vantaggio anche per le casse della comunità. Insomma Enrico Caria con un piccolo budget è riuscito a produrre tanto divertimento e tanti interventi di esperti e di politici. E ci auguriamo che il suo lavoro venga valorizzato anche perché, almeno inizialmente, il film ha avuto delle spora- LA FINTA BIOGRAFIA DI UN PARVENU CHE DIVENTA SINDACO E LA SUA ASCESA TRAGICOMICA NELLA QUALE INCASTONARE I PROBLEMI REALI DI NAPOLI nosciuto riesce ad essere eletto sindaco e comincia ad adottare una serie di soluzioni giuste e razionali che, nonostante le tante diffidenze iniziali, riescono ad avere successo grazie alla legalizzazione e al buon senso ivi applicato. La storia sembra quasi ricalcare il successo parallelo di tanti outsider della politica vincitori alle ultime elezioni comunali come Pisapia a Milano, Doria a Genova e De Magistris a Napoli. Il signor Amore comincia a capire che si tratta di affrontare il problema del consumo delle sostanze voluttuarie proprio come lo stesso ha operato con suo padre alcolista che si rovinava il fegato con il vinaccio che gli vendeva la camorra di nascosto. Parimenti Amore si impegna a regolamentare il mercato degli stupefacenti togliendo i profitti alla malavita e distribuendo gli utili alla collettività. Amore, partendo da una analisi empirica riesce a fornire una via di uscita dal proibizionismo e dalla delinquenza fino diche apparizioni nelle sale e nei circuiti dei centri sociali ed underground mentre è sicuramente un lavoro che merita molta più attenzione. SSIT: Come è nata l’idea di far scattare l’era legale, un film assolutamente non banale che rende giustizia ad una grande città come Napoli? L’idea che a Napoli siamo seduti su una montagna d’oro ma poi moriamo quasi di fame mi salire sempre il sangue in testa. Per dirla con Goethe: Napoli è un Paradiso abitato da diavoli... tanti poveri diavoli aggiungerei io, cui una minoranza di demoni camorristi ha rubato e continua a rubare il presente e il futuro... e ahime, grazie al traffico di droga sono ormai così ricchi e potenti che fermarli è diventata un’impresa. Ma non impossibile. E’ necessario però che le Istituzioni dello Stato la piantino di guardare dall’altra parte (se non peggio). ROOTS Team snc [email protected] +39 035 02 93 502 +39 345 66 21 823 Via Cristoforo Baioni, 5E - 24123 Bergamo Martedì - Sabato 13.30 - 19.30 PURE SMOKE KULTURE Grow-Head Via Uberto Ranieri 2a 06019 Umbertide PG (difronte parcheggio stazione) Tel 392 2009743 email [email protected] 42 INTERVIEW BOTTA E RISPOSTA AL CARDIOPALMA CON UNA CONVINTA PROIBIZIONISTA C’è chi dice no, a priori C’è chi del proibizionismo ha fatto una carriera politica, chi semplicemente ignora quasi del tutto la questione e si esprime per partito preso, e chi invece al fatto che “tutte le droghe siano dannose per l’uomo” ci crede davvero e difende la sua idea a spada tratta. Ne parliamo con Katia, una ragazza che, pur non facendo attivdi Giovanna Dark ismo in senso proprio, ha fatto della lotta al consumo uno dei suoi valori più forti. Questa è un’intervista che ho sempre rimandato. Sapevo già a cosa andavo incontro e il pensiero di avere un sicuro battibecco con una semi-sconosciuta non mi allettava di certo. Ma poi con riluttanza ho ceduto all’idea che sentire anche “l’altra campana” SSIT: Quindi sei una fumatrice. Non più, lo sono stata in modo molto saltuario durante l’adolescenza ma era la classica posa da ragazzina che vuole sembrare più grande. Non mi è mai piaciuto l’odore CREDO CHE CHI DECIDE DELIBERATAMENTE DI DROGARSI NON STIA AFFATTO BENE CON SÉ STESSO, CHE ABBIA DI CERTO DEI PROBLEMI è qualcosa che fa sempre bene alla completezza e alla conoscenza di un argomento e quindi, dopo un personal di profumatissima Skunk e 10 minuti buoni di training autogeno, mi sono avviata verso l’appartamento di Katia con la ferma intenzione di ascoltare pazientemente ed astenermi il più possibile dal commentare. L’intenzione di fondo non era quella di convertirla alla causa antiproibizionista o convincerla che le sue erano idee fallaci, il mio intento era piuttosto quello di cogliere le ragioni profonde di un’idea che tutto sommato è per definizione liberticida e intrinsecamente negativa. Non tanto per darvi l’ennesima conferma che siamo dalla parte della ragione, quanto piuttosto per offrire – senza pretese di boria, per carità! – uno strumento di difesa critica per sostenere la causa antiproibizionista con argomenti validi e convincenti. Perché, citando il filosofo e sociologo francese Michel Focault, “La critica non deve essere la premessa di un ragionamento che poi si concluderebbe col dire: ecco dunque quel che vi resta da fare. Deve essere invece uno strumento per coloro che lottano, resistono e non ne vogliono più sapere di come son messe le cose. Deve essere quindi utilizzata nei processi di conflitto, di scontro, nei processi in cui si mettono in atto dei tentativi di rifiuto. Non deve fare la legge alla legge. Non è una tappa all’interno di una programmazione. È una sfida nei confronti delle cose così come sono”. SSIT: Iniziamo con una domanda ovvia quanto probabilmente irritante alle tue orecchie: hai mai fumato cannabis? Si ma non è stato intenzionale. Mi ero appena trasferita in una nuova città per studiare all’università e vivevo in un appartamento con altre 4 persone come moltissimi altri fuori sede. Ovviamente ogni tanto capitava che si facessero delle feste con amici e una di quelle sere mi sono ritrovata a fumare uno spinello credendo fosse una sigaretta di tabacco. del fumo e in fondo sono una salutista. Quella volta avevo appena 19 anni e ho davvero fumato in buona fede. SSIT: È stata una brutta esperienza? È stato terribile. Quasi subito mi sono sentita male, con una tachicardia folle e una debolezza che a stento mi reggevo in piedi, poi ho sentito un caldo tremendo e poco dopo sono svenuta. Una mia coinquilina si è spaventata al punto di chiamare la guardia medica e non è stato per niente bello spiegare al dottore che se ero in quello stato era perché avevo “incidentalmente” fumato della marijuana. Ricordo che mi vergognai moltissimo. SSIT: Da allora immagino che tu non abbia mai più toccato una canna... qual’è la radice delle tue idee proibizioniste. Premesso che non amo particolarmente essere definita una “proibizionista”, il mio è un ragionamento molto semplice: la droga è una cosa da deboli. Credo che chi decide deliberatamente di drogarsi non stia affatto bene con sé stesso, che abbia di certo dei problemi. Vuoi che siano di relazione con le altre persone, per cui per stare in mezzo alla gente si ha bisogno della “spintarella”; vuoi perché magari non ci si accetta e quindi si sospende la coscienza in modo da non dover riflettere troppo sulle proprie azioni. Ovvio. Non sono una masochista. SSIT: La tua prima ed unica esperienza con la cannabis è stata quindi traumatica. È da qui che hai maturato la tua convinzione che le droghe siano un male per le persone? Spiegaci SSIT: Secondo te dunque tutte le droghe sono uguali? Non pensi che possa esistere una differenza sostanziale tra droghe leggere e droghe pesanti? Si, sono uguali l’una all’altra nella misura in cui alterano il tuo stato psicofisico. Sia che tu ti faccia una canna o una riga di cocaina, piuttosto che una siringa di eroina, l’effetto in soldoni sarà sempre lo stesso. Ovvero una modifica evidente del proprio stato di coscienza. È come un voler allontanarsi da sé stessi per trasformarsi un una persona diversa. A mio parere chi usa droghe pensa di essere una persona migliore quando è sotto il loro effetto ma agli occhi della società rimane indubbiamente un alienato. SSIT: Stando a quanto affermano i cosiddetti “filosofi lisergici” come Timothy Leary e Richard Alpert, è proprio questa la caratteristica migliore delle sostanze stupefacenti. Le definiscono “chiavi chimiche in grado di aprire la mente, liberando il sistema nervoso dagli schemi e dalle sue strutture ordinarie”. Certo loro si riferivano ad LSD e altre sostanze psichedeliche, ma anche la marijuana ha delle proprietà positive rispetto al benessere psicofisico di una persona. Tonnellate di ricerche mediche lo confermano e anche a livello legislativo alcune regioni italiane hanno iniziato ad accettare l’utilizzo di derivati della cannabis per la cura di specifiche patologie. Esistono anche tonnellate di ricerche mediche che dicono il contrario. Giusto ieri leggevo un articolo che parlava di come l’uso costante di cannabis comporti un rischio di sviluppare il tumore al polmone 20 volte di più rispetto al fumo di sigarette. Anche li c’era una grossa università e un professorone 43 che garantivano per queste affermazioni... e allora dove sta la verità? Io so solo che fumare, qualsiasi cosa, fa male alla salute. Le Regioni che hanno approvato leggi sull’uso della cannabis terapeutica non hanno certo fornito gli ospedali di spinelli pronti all’uso. Si parla di medicinali, di sintesi chimica. Non metto in dubbio che la marijuana, essendo una pianta, abbia delle proprietà benefiche. Tutte le piante ne hanno, non vedo perché questa dovrebbe fare eccezione. Il problema è che le proprietà benefiche della cannabis sono comunque inferiori alle esternalità negative che il suo uso ha sulla popolazione. SSIT: Il proibizionismo è certo fondato sull’assunto socioeconomico che l’uso ludico delle sostanze stupefacenti, marijuana in primis, abbia pesanti ricadute sia a livello produttivo che a livello di ordine pubblico. Ma non credi che, sempre ragionando in questi termini, illegalità chiami illegalità? Mi spiego: nel momento in cui una sostanza come la cannabis – che viene usata da più di 1/5 della popolazione – è bandita dal commercio, il mercato nero arriva immedia- è un problema culturale. L’illegalità diffusa che esiste nel nostro Paese ha radici molto lontane e il narcotraffico è solo una delle molte sfaccettature. SSIT: Se quindi anche in Italia ci si dovesse muovere, come molti altri Paesi hanno fatto, nel senso della tolleranza verso SSIT: Molti economisti internazionali hanno benedetto la legalizzazione della marijuana in quanto decisamente benefica per i bilanci statali. Il professor Marco Rossi dell’università La Sapienza ha affermato proprio sulle nostre pagine che solo nel biennio 2007/2008 l’erario avrebbe potuto riscuotere circa 10 IL PROBLEMA È CHE LE PROPRIETÀ BENEFICHE DELLA CANNABIS SONO COMUNQUE INFERIORI ALLE ESTERNALITÀ NEGATIVE CHE IL SUO USO HA SULLA POPOLAZIONE l’auto-coltivazione, rendendo nuovamente legale la pianta di canapa, credi che la tua posizione potrebbe cambiare? No perché questa sarebbe solo una soluzione parziale. Le droghe portano problemi sia nel senso a cui alludi tu, ovvero arricchimento della criminalità e diffusione della cultura dell’illegalità, sia nel senso più ampio di costo sociale. Quanti giovani sono finiti in cura per aver assunto droga? E quanto credi che costi allo Stato mantenerli improduttivi perché impazziti o perché ammalati? So miliardi di euro dalle imposte sulla vendita legale di cannabis. Praticamente una finanziaria risparmiata alle nostre tasche. Economicamente parlando, non credi sarebbe una buona risposta proprio alla crisi che stiamo vivendo? Ok, potrebbe essere una soluzione immediatamente positiva ma poi i costi sociali della diffusa tossicodipendenza sarebbero incrementati, vanificando il guadagno ricavato dalla tassazione della sostanza stessa. In pratica sarebbe un gioco a somma zero in cui alla fine non vince nessuno ma tutti perdono. SSIT: Dal momento che le tue idee sono così cristalline e che il tuo dire no alle sostanze stupefacenti pare essere un caposaldo esistenziale, perché non sei mai entrata a far parte di una delle tante associazioni contro la droga? Mi sono sempre considerata un cane sciolto e il limitare il mio raggio di azione e di pensiero ad una singola associazione mi è sempre sembrato riduttivo. SSIT: Dunque ti limiti solamente a fare proseliti? Non lo definirei proselitismo quanto piuttosto fare prevenzione e informazione. tamente a soddisfare la domanda e, in Italia, sai meglio di me che mercato nero significa Mafie e narcotraffico. Infatti fosse per me queste sostanze dovrebbero scomparire del tutto. Quello di cui parli idee. Semplicemente mi limito ad agire concretamente quando la situazione lo richiede. Ad esempio se vedo che nella strada di casa mia ci sono persone intente a spacciare chiamo subito il 113 denunciando il fatto. Oppure se noto che tra amici ci sono persone che si drogano o mostrano i sintomi della tossicodipendenza, mi limito benissimo che parlando in questo modo rischio di sembrare una nazista ma, a conti fatti e tenendo conto del periodo di crisi economica che stiamo vivendo, la tossicodipendenza altrui è un costo che io come cittadina mi rifiuto categoricamente di pagare. a prenderli in disparte e a parlare loro senza astio ma cercando di convincerli che quello che fanno è scorretto proprio nei confronti di loro stessi. Dico loro che non vale la pena buttarsi via in questo modo e che smettendo la salute ne gioverebbe inevitabilmente. Cerco sempre di premere sui due aspetti cardine della consapevolezza e della responsabilità, che nel mondo delle dipendenze significano soprattutto comprensione delle conseguenze delle proprie azioni, anche di quelle che comunemente sono considerate in modo superficiale e non dannoso. Per questo la mia preoccupazione maggiore è quella di rivolgermi a chi fuma marijuana. Comincia sempre tutto con questa droga: prima qualche tiro, poi qualche canna e non appena non bastano più si passa a cose molto più pesanti. E non dire che non è vero, perché non si è mai sentito nessuno che abbia fatto il percorso inverso. SiT: Scommetto che non hai mai sentito quel verso della canzone robespierre degli offlaga disco Pax che dice “gli amici del campetto / passati dalle marlboro direttamente all’eroina / alla faccia delle droghe leggere”. ma questo è un’altro discorso, si parlava di anni ‘70. Un’ultima domanda: se tuo figlio dovesse mai cominciare a far uso di marijuana, come la prenderesti? SSIT: Curioso, credevo di fare lo stesso anch’io. Evidentemente abbiamo fonti diametralmente opposte. Ad ogni modo, raccontaci in cosa si esplicita la tua attività informativa. Un’ultima domanda: se tuo figlio dovesse mai cominciare a far uso di marijuana, come la prenderesti? Niente di istituzionale o particolarmente articolato. Non ho un blog, né fermo per strada le persone per parlargli delle mie SSIT: Grazie per il tuo tempo. Ne morirei. Grazie a voi. 44 ESTRAZIONE GUIDA AI METODI DI ESTRAZIONE E LAVORAZIONE DELLA RESINA Tradizione VS innovazione di Carlo Erba Cari amici di Soft Secrets, in questo numero cercheremo di effettuare un confronto tra l’hashish ottenuto con le tecniche tradizionali rispetto a quello ottenuto con le tecniche moderne. Tale paragone non è dei più semplici, visto che tutti i prodotti realizzati da sapienti mani hanno qualità e caratteristiche proprie che li rendono egualmente appetibili per l’amante della resina. Innanzitutto possiamo fare una disamina delle varie tecniche di estrazione esistenti, tradizionali e non, che ci permettono di ottenere la resina dalla nostra amata pianta. Fondamentalmente le tecniche di produzione tradizionali sono 2: setacciando le piante secche o sfregando le mani sulle piante ancora vive. I metodi di estrazione moderni invece sono principalmente 3: l’estrazione mediante l’utilizzo di ghiaccio e sacche con fondo a “setaccio”, il famigerato Ice-O-Lator; il fumo ottenuto con il setaccio rotante, macchinario brevettato dal Pollinator di Amsterdam e che gli ha dato il nome e infine le estrazioni con gas o solventi vari che danno origine ai Budder. Cerchiamo di fare un po’ d’ordine: mese e la storia vuole che venisse conservata sotto terra all’interno di pelli di capra; dopo un periodo di maturazione, viene impastata a mano con acqua calda, thè o vapore acqueo. 2) Estrazione del tipo “hand rubbing”, metodo tradizionale: India, Kashmir, Nepal di qualità disponibile, è di seconda e terza battitura. In Libano l’hashish viene fatto in maniera analoga, l’unica differenza sostanziale è che al posto di battere si sfrega su dei setacci montati in telai di legno. Il prodotto viene sfregato su almeno tre tele diverse e La resina può essere collezionata anche tramite lo sfregamento diretto delle mani sulle cime di piante vive. Questo è un metodo poco produttivo rispetto alla battitura marocchina, visto che molta resina si spre- il risultato finale sarà la nostra tanto desiderata resina. L’hashish libanese, prodotto nella Bekaa Valley, è difficilmente reperibile sul mercato a differenza degli anni 70 dove nelle sue 3 qualità più famose - Red, Blonde e Gold – spopolava in Europa. In Afghanistan l’hashish viene setacciato in un modo ancora diverso: per pressione. La cosa che rendeva un tempo l’hashish afgano il migliore al mondo è che la polvere ottenuta dalla prima operazione, veniva filtrata una seconda volta con una maglia più fine, in modo da trattenere solo le ghiandole più mature e aumentando di conseguenza la potenza del prodotto finito. La polvere ottenuta veniva fatta riposare per qualche ca perchè rimane attaccata alla pianta. Nei paesi intorno all’Himalaya l’hashish viene prodotto proprio in questa maniera; è un lavoro molto duro visto che un charsi esperto può produrre in una giornata di lavoro, 5 grammi di crema o 10 grammi e più di prodotto meno raffinato. L’operazione è molto semplice ma per ottenere buoni risultati è richiesta molta esperienza: si prende una cima tra le mani e si comincia a sfregarla gentilmente, delicatamente e in maniera uniforme, dall’alto verso il basso e viceversa. Bisogna stare attenti a non fare troppa pressione perchè altrimenti si sporcherà il prodotto finito di materiale vegetale rendendolo meno pregiato. I luoghi migliori 1) Estrazione con setacci, metodo tradizionale: Marocco, Libano, Afganistan ed altri In Marocco il fumo si ottiene mediante battitura su setacci. Le piante vengono raccolte ed essiccate all’interno delle fattorie o sulle terrazze delle stesse. Dopo qualche mese, i contadini prendono le cime secche ed iniziano la battitura, procedura che porterà ad ottenere il distacco delle ghiandole di resina dalla parte vegetale. L’operazione sarà ripetuta più volte: la prima volta tenderanno a distaccarsi solo le ghiandole più mature, la seconda anche quelle meno mature e via via finchè si arriva alla quinta battitura, dove non c’è praticamente più resina ma solo materiale vegetale. Chiaramente il prodotto di maggior qualità, sarà quello di prima battitura, ma è praticamente introvabile sul mercato. La maggioranza dell’hashish dove viene prodotta la charas, si trovano nell’Himachal Pradesh dove troviamo la Kullu Valley, Parvati, Manali e la Malana. La produzione di queste zone è molto molto bassa ed è destinata a soddisfare un giro molto ristretto di amici e conoscenti. 3) Estrazioni moderne: Ice-OLator, butano, solventi Queste sono tecniche che permettono di avere un prodotto finito con una maggior percentuale di principio attivo: si parte dal 40% dell’ Ice-O-Lator sino ad arrivare oltre al 90 dei Budder. L’Ice-o-lator sfrutta il principio per il quale una temperatura di 0 gradi, permette un agevole distacco della resina dalle cime. Il trim viene messo all’interno della sacca con acqua fredda e ghiaccio, dopo 20 minuti si comincia a frullare con uno sbattitore elettrico e poi si filtra il tutto: nella sacca superiore resterà la parte vegetale, in quella inferiore la resina. Usando molte sacche con fori di diverso diametro si possono ottenere varie qualità di Ice, una più potente dell’altra. La parte più noiosa sta nell’asciugare la resina estratta: con un po’ di pazienza e con un buon lavoro manuale, non risulterà troppo difficile. Bisogna comunque asciugare bene l’hashish visto che se rimane bagnato diviene suscettibile alle muffe. Il Budder invece viene ottenuto mediante l’utilizzo di gas butano. Questo tipo di estrazione riesce a realizzare un prodotto finito potentissimo: oltre il 90% di THC o cannabinoidi vari. Nel realizzare questa estrazione bisogna stare molto attenti, visto che il butano è un gas altamente infiammabile e nocivo per l’uomo. Infine vale solo la pena di ricordare che ci sono molti solventi in grado di distaccare le ghiandole di resina dalla parte vegetale, il più comune di questi è l’alcool con il quale è possibile anche ottenere un potentissimo olio. Dopo aver esaminato le tecniche più diffuse per collezionare la resina, è giunto il momento di trarre delle conclusioni. Personalmente, preferisco le tecniche tradizionali, in quanto ghiaccio e solventi vari, rovinando gran parte dei terpeni presenti, diminuiscono l’aroma del prodotto finito, pur aumentando la potenza. Certo è che chi scrive ritiene che fumare hashish debba essere innanzitutto un piacere per il palato, prima che un’esperienza psicoattiva, per questo la scelta per me diviene scontata. Voi invece che ne pensate? 7DUWXÀPDJLFLHNLWSHU 7DUWXÀPDJLFLHNLWSHU ODFROWLYD]LRQH*URZNLW &KLHGLDOWXRJURZKHDGVPDUWVKRSGL ÀGXFLDRYLVLWDZZZPDJLFWUXIÁHVFRP 45 MUSIC INTERVIEW COLE E GAST DEL TRUCEKLAN PRESENTANO IL LORO NUOVO PROGETTO essere scoperti i lettori di libri in Farenheit 451. Il signor Rossi con un lavoro, con 1 metro quadro e 400 watt, non ha margini per risultare socialmente rilevante da questo punto di vista e nella mia esperienza di tutti i giorni posso dire di essere rimasto stupito di quanti signor Rossi ci siano. Guerrilla Outdoor “L’hip hop porta i nostri giovani a delle condotte di carattere illecito, gravi, spesso anche mettendo a grave rischio la loro stessa incolumità fisica”. Conferenza stampa dei Carabinieri in relazione all’operazione antidroga e all’arresto di alcuni membri del Truceklan. di Carlos Rafael Esposito L’hip hop spaventa le forze dell’ordine? Turba i sogni quieti dei benpensati? Perfetto, se è davvero così, allora è proprio arrivato il momento di scoprire Guerrilla dal punto di vista positivo tutto quello che sta dietro al mondo della coltivazione, che non si riduce solo alla cultura della fattanza. Ad esempio l’adrenalina del primo raccolto, GAST: Guarda, adesso mi capita parecchie volte di provare erba autoprodotta e ti posso assicurare che a Roma si coltiva tantissimo, sia indoor che outdoor. Le genetiche sono buone e anche un cretino riesce ad avere dei buoni risultati. Questo ovviamente anche grazie al grande lavoro educativo che hanno svolto negli anni i growshop e Soft Secrets e Co. Io senza queste informazioni sarei stato fottuto. SSIT: Torniamo al tecnico. Come e perché scegliere di autoprodurre la propria erba? GAST: Se hai un certo tipo di testa e un certo NEL RAP, INFATTI, TUTTI HANNO DETTO: “ FATEVI LE CANNE, FUMATEVI I BONG”. MA MAI NESSUNO AVEVA DATO TESTIMONIANZA DI ESPERIENZA DIRETTA DI COLTIVAZIONE. Outdoor il nuovo progetto di Cole e Gast dei Truceklan. Un progetto che, come dice il nome, è strettamente connesso all’azione politica di autoprodurre la propria ganja. SSIT: Come nasce il progetto Guerrilla Outdoor? il giardinaggio, l’escursione per trovare un luogo adatto alla coltivazione in guerrilla. GAST: E poi tutti dovevano sapere che basta un armadietto autoprodotto, poche centinaia di euro e puoi essere felice! Invece tutti Ho cominciato a puntare tutto su una coltivazione più auto selettiva: per me le piante devono resistere al freddo e al caldo, ovviamente evitando gli shock termici, devono poter resistere ai parassiti che a Roma sono numerosi, e quindi da iper affettivo e iper protettivo sono diventato più assente e proprio con questa mia mancanza ho trovato i punti di forza. Allora affezionati lettori di Soft, siete pronti per la guerrilla? Sul tubo la trovate a questo indirizzo: http://www.youtube.com/ watch?v=B0FdGhkJujk ed ecco in anteprima alcune liriche: COLE: La notte mi oriento con le stelle nella selva / seguo il vento / sento l’acqua che la disegna / finisce la città più in la si fa campagna / cerco sole ancora sole e terra di montagna. Qui scorre un’acqua con il PH adatto / se hai terra idonea è il metodo perfetto / un seme ogni due metri sotto 5 mm / se vuoi una piantagione senza muffa resistente spargi strain femminizzati appropriati / rain proof con il mio crew mimetizzati / faccio alberi nei prati / scelgo luoghi desolati. 1 per le madri 2 i cloni radicati / cima sti cespugli frutteranno doppio / germoglio nella buca / substrato al cocco / sparisci qualche mese hai buone percentuali di ragionare in un inverno fatto di quintali tipo di possibilità, autoprodurre diventa un tuo dovere in modo che diventi legale nel più breve tempo possibile. E anche se così non fosse, è sempre compito di tutti noi consumatori diffondere la cultura dell’autoproduzione anche contro l’attuale legge che GAST: C’ho il new era mimetico / il giacchetto sintetico / qualche antistaminico e un progetto magnifico / cerco zone / boschi senza traccia umana / posti inesplorati per i miei giardini sconfinati. Porto cloni radicati / semi femminizzati / dormiamo incrementa la bassa qualità del prodotto. Figurati, già non sai che compri al supermercato, immagina quando compri l’erba! E poi un consiglio per cominciare? Studiate. Leggete Soft Secrets, andate su internet, entrate in un growshop e informatevi. accampati illuminati dalla luna / cerco una laguna / scavo buche ad una ad una / sudo sangue mi spezzo le gambe / devo farci una fortuna. Nell’orto porto sativa in vegetativa come alternativa / guerrilla outdoor racconta in comitiva la mia Kush è psicoattiva / ti attiva / fatta nei boschi sotto al sole è cattiva / è viva. Dio fumo solo marijuana bio / mi da l’oblio / la coltivo io stesso / chiedi ad ogni amico fesso / adesso è ora che esci e scegli i semi / ti avveleni con la merda che trattieni. COLE: Questo progetto è l’unica cosa politica che ho fatto nella mia vita, perché credo sia importante far passare il messaggio dell’autoproduzione. Idealmente nasce nel 2008 e avrebbe dovuto comprendere 5 pezzi incentrati sul tema della coltivazione e del consumo di erba. L’aspetto dirompente era che volevamo concentrarci sul lato tecnico come nessuno aveva ancora fatto. Nel rap, infatti, tutti hanno detto: “ Fatevi le canne, fumatevi i bong”. Ma mai nessuno aveva dato testimonianza di esperienza diretta di coltivazione. GAST: Sono i primi pezzi in italiano che spiegano come e perché coltivare. All’epoca erano informazioni di nicchia quindi, con Cole, abbiamo deciso di fare un concept album in cui si affrontasse il discorso cannabinoidi e sostanze stupefacenti, da un punto di vista completo, funzionale alla diffusione del fenomeno e della cultura. Tra i miei amici ero l’unico che coltivava, quindi, la mia idea era di divulgare tutte quelle informazioni che mi avevano colpito in Soft Secrets, Dolce Vita, High Times, la Bibbia Indoor, diventando anche io parte di questo circuito di informazione e approfittando del fatto che il rap è un mezzo immediato di comunicazione, che riunisce la gente. COLE: Ci esponiamo tantissimo per far capire ai ragazzi che è importante sapere ciò che si sta fumando. Tanti ragazzi non si muovono in questa direzione semplicemente perché non conoscono tutto quello che ci sta dietro. Dal punto di vista negativo: il traffico, le mafie e tutto quello che comportano. E vivevamo la frustrazione di pagare oro un surrogato della maria, che tagliavano con di tutto: fecola, silicio, farina, liquidi vari... SSIT: Nonostante tutti i problemi se ti sgamano a coltivare, perché sempre più persone decidono di cominciare? COLE: Io non credo negli eroi. Secondo me la gente rischia perché nell’anonimato, se uno fa le cose fatte bene, la percentuale di essere scoperti è la stessa che avevano di COLE: Il rapporto fra giardiniere e piante all’inizio è morboso perché non hai esperienza, alla minima macchiolina, finisci per ipernutrire le piante. La mia fortuna è stata di non desistere ma di cambiare approccio. 46 BELPAESE / INDICE PUBBLICITÀ Marijuana Metropolitana Una vera e propria azienda per la coltivazione della marijuana, con impianti di irrigazione, lampade alogene e camere di essiccazione, all’interno di un lungo tunnel nell’antica “ferrovia metropolitana” di Roma, proprio sotto la Banca d’Italia. I finanzieri del Comando Provinciale di Roma hanno scoperto vicino alla sta- zione di Roma Casilina, un’area sotterranea di circa 7000 metri quadrati in cui era stata allestita una serra per la coltivazione e la lavorazione di marijuana. Il tunnel, costruito durante la seconda guerra mondiale, avrebbe dovuto collegare, con una linea metropolitana mai realizzata, il quartiere di Centocelle con la stazione Termini. Ad insospettire i “Baschi verdi” del Gruppo Pronto Impiego di Roma nel corso di un normale pattugliamento è stato il forte odore di marijuana proveniente da un dirupo della zona, nota per i numerosi sotterranei in pietra ora adibiti che in quel momento stava entrando nel tunnel e che è risultato titolare dell’azienda agricola. Il primo tratto del tunnel era ancora adibito a fungaia, con cassette di legno per il trasporto e locali per la conservazione. Continuando l’esplorazione però, i finanzieri hanno scoperto un muro di mattoni attraver- so il quale, con un ingegnoso meccanismo di cerniere, si accede alla seconda parte della galleria. Qui era stata allestita una grande serra con circa mille piantine, alcune alte quasi un metro e altre appena spuntate, coltivate grazie ad un efficace impianto di lampade alogene ed un sistema di irrigazione composto da cisterne di acqua sotterranee, autoclavi ed una rete capillare di tubi che si diramava al di sotto della piantagione. La struttura era completata da una stanza per l’essiccazione della marijuana con deumidificatori, tavoli da lavoro UN’AREA SOTTERRANEA DI CIRCA 7000 METRI QUADRATI IN CUI ERA STATA ALLESTITA UNA SERRA PER LA COLTIVAZIONE E LA LAVORAZIONE DI MARIJUANA alla coltivazione di funghi. Dalle indagini è emerso che l’odore proveniva da un’impresa agricola situata nelle vicinanze. Durante la perquisizione della zona i finanzieri hanno fermato un 57enne, C.O. con vari utensili, bilance di precisione, prodotti chimici ed uno strumenti per l’estrazione. Alcune piante erano già confezionate in buste di plastica sottovuoto e pronte per essere vendute. Indice pubblicità Colofon Nome Pagina Amsterdam Seed Center Area 51 Atami Buddha Seeds Bank Campo di Canapa Chacruna City Jungle Delicious Seeds Dinafem Seeds Dinafem Seeds Do.Is Dream Planet Easy-Grow Wholesale Ed Rosenthal Evergreen Exodus Foglie D’Erba Grass-O-Matic Growerline Growryder Growshop Reggio Hemp Passion Hempatia Hemp-orio Hemporium I-Grow Il Giardino Idroponico Indoor Heart Indoormania.it Jorge Cervantes La Canaperia Legalized Mycologics Mysticanza Natural Store Non Solo Erba Organic Farm Orto Biologico Orto Biologico Shop Panoramix Paradise Seeds Paradise Seeds Phytolite Plagron Procare Roots Royal Queen Seeds Secret Garden Secret’s Garden Serious Seeds Skunkatania Square Trading Sweet Seeds Sweet Seeds Virgoz 37 24-25 48 14 37 24-25 41 13 1 5 41 44 20 32 41 41 24-25 9 24-25 9 37 13 17 24-25 24-25 2 37 41 35 29 41 24-25 44 24-25 24-25 41 24-25 37 24-25 41 1 37 43 1 44 41 17 41 37 20 24-25 30 1 47 41 L’imperdibile SSIT 6/2012 esce il 9 novembre 2012 In un angolo c’erano tute da lavoro e scarponi per gli operai, mentre alla parete, su una lavagna, erano annotati i quantitativi di fertilizzante da utilizzare. Lungo il corridoio che portava alla serra, inoltre, erano stati disseminati dischetti di vetroresina che se calpestati producevano un rumore acuto. Un sistema di allarme artigianale per scoprire l’arrivo di “ospiti indesiderati”. In tutto sono stati sequestrati 340 chili di marijuana, da cui sarebbero state ricavate, considerando il prezzo di mercato di 7/8 euro al grammo, circa 3 milioni di euro con la vendita di 340.000 dosi probabilmente destinate al mercato nazionale e internazionale. Il titolare dell’azienda agricola è stato arrestato e posto a disposizione del Sostituto procuratore della Repubblica, Maria Bice Barborini, sotto la cui direzione Soft Secrets Italia è pubblicato da: Discover Publisher BV P.O. Box 362, 5460 Veghel, Paesi Bassi Tel: 0031 - 73 54 98 112 Fax: 0031 - 73 54 79 732 e-mail: [email protected] Editore: CC Cremer Collaboratori: Ed Rosenthal, Franco Casalone, Jorge Cervantes, Enrico Fletzer, CBG, Monsignor Jose Maria, Carlo Vinci, Giovanna Dark, Davide Calabria, Carlos Rafael Esposito, Carlo Erba, Little Lebowski e tanti altri. Traduzioni: Valefizz Indirizzo redazione: Soft Secrets Italia PoBox 17250, 1001 JG Amsterdam, Paesi Bassi E-mail: [email protected] Sito internet: www.softsecrets.nl Pubblicità: Fabrizio E-mail: [email protected] Tel: 0039 - 36 65 44 66 94 Soft Secrets Italia non intende in alcun modo incentivare condotte vietate. Tutte le informazioni contenute sono da intendersi ai fini di una più ampia cultura generale. La redazione e i collaboratori non si assumono nessuna responsabilità per un uso imporprio delle informazioni contenute nella rivista. L’editore e i distributori non sono da intendersi implicitamente d’accordo con i contenuti pubblicati. Nessun contenuto di questa pubblicazione può essere copiato o riprodotto in alcun formato senza autorizzazione degli editori. proseguiranno, ora, le indagini per individuare i complici del gestore. “Questa scoperta - è l’analisi del segretario dei Radicali Mario Staderini - è tanto clamorosa quanto emblematica: nella capitale d’Italia accade quello che è norma in Messico. Dopo essersi comprati immobili e imprese delle nostre città con i soldi della droga proibita, ora le narcomafie si prendono pure il sottosuolo. Dispiace per i finanzieri che hanno perso il loro tempo, ma questi sequestri sono solo spreco di denaro e di risorse umane”. “Anziché tutelare il fatturato miliardario delle narcomafie - conclude Staderini - si arrivi subito alla legalizzazione almeno della coltivazione ad uso domestico. Meglio una pianta legale sul balcone che mille piante criminogene sotto un tunnel”. ® www.sweetseeds.es 0LOOLRU%DQFDGL6HPH ([SRFDQQDELV 2007 Cream Caramel 0LOOLRU%DQFDGL6HPH 6SDQQDELV 2008 Jack 47 ® ,QGLFD6DWLYDāBlue Black x Maple Leaf Indica x White Rhino ® ,QGLFD6DWLYDāJack Herer x Ak47 1. Premi Outdoor “Ragazza dell’anno” Cannabis Champions Cup 2011 2009 V¼ V ¼ V ¼ [ 'LVSRQLELOHDQFKHLQ$XWR¿RUHQWL*(1(5$=,21( Cream Caramel Auto V¼ V ¼ V ¼ ® Green Poison V¼ V ¼ V¼ [ 'LVSRQLELOHDQFKHLQ$XWR¿RUHQWL*(1(5$=,21( Jack 47 Auto Big Devil #2 ® V¼ V ¼ V ¼ ® ® $XWR¿RUHQWL*HQHUD]LRQH ,QGLFD6DWLYDāIngredienti Segreti V¼ V ¼ V ¼ V¼ V ¼ V ¼ [ 'LVSRQLELOHDQFKHLQ$XWR¿RUHQWL*(1(5$=,21( Green PoisonAuto ® V¼ V ¼ V ¼ Disponibile Big Devil ® V¼_V¼_V¼ Big Devil XL ® V¼_V¼_V¼ www.sweetseeds.es &'U1LFDVLR%HQOORFKQāā9DOHQFLDā(VSDxDāā*URVVLVWDā)D[ $WWHQ]LRQHLVHPLGLFDQDSDVRQRHVFOXVLGDOODQR]LRQHOHJDOHGL&DQQDELVFLzVLJQL¿FDFKHHVVLQRQVRQRGDFRQVLGHUDUVLVRVWDQ]DVWXSHIDFHQWH/GHODUWFRPPDOHWW%FRQYHQ]LRQHXQLFDVXJOLVWH SHIDFHQWLGL1HZ<RUNGHOHWDEHOODGHOGHFUHWRPLQLVWHULDOH,Q,WDOLDODFROWLYD]LRQHGL&DQDSDqYLHWDWDDUWUHGHOGSUVHQRQVLqLQSRVVHVVRGLDSSRVLWDDXWRUL]]D]LRQHDUWGSU DISPONIBILE A BREVE IL NUOVO BIO-BLOOMBASTIC Atami CI SONO RIUSCITI DI NUOVO! 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