PROGETTAZIONE SECONDARIA DI II GRADO a. s. 2014-2015 INSEGNARE RELIGIONE Stefano Pagazzi LA VITA AL CENTRO PREMESSA Emilio Cecchi, una delle figure di maggior spicco del giornalismo culturale italiano, nel 1920 scriveva: “la vita dell’uomo è un filo di seta sospeso in un gioco di rasoi”. La frase, per un verso, descrive la bellezza e la preziosità della vita (come il filo di seta), per l’altro manifesta come essa sia fragile e in costante pericolo (è in mezzo a rasoi). A ben guardare, la massima di Cecchi sembra contenere in qualche misura i riverberi dei primi capitoli della Genesi sulla creazione dell’uomo, creato tanto prezioso (è cosa molto buona, è immagine di Dio) e tanto fragile (è fatto “di terra”) ad un tempo. Vivere – e non limitarsi a sopravvivere - è certamente la cosa più difficile, più affascinante e importante al mondo, soprattutto se si rammenta che la vita umana non è una specie di energia o di fluido impersonale presente in un corpo, ma è ciò che siamo, non è altra cosa da noi e dunque dovrebbe meritare tutta la nostra attenzione, la nostra cura. Non amare la vita è non amarsi. Eppure, in taluni ambiti della cultura, della società, della politica, delle relazioni e delle esperienze assistiamo al paradosso sorprendente della svalutazione della vita umana. Alcuni sostengono che non vi sia differenza fra la vita di un essere umano e quella di ogni altro essere vivente (una cavia da laboratorio, per esempio), altri la considerano un semplice processo biologico… Vi sono comportamenti che compromettono l’integrità, il pieno sviluppo, il “successo” di una vita (abuso di alcool, droghe, noia, assenza di progetti, massificazione…)… Vi sono scelte di ordine morale che minacciano la vita (aborto, eutanasia, manipolazione e commercio degli embrioni…). S. Giovanni Paolo II più volte nei suoi discorsi ha fatto riferimento al contrasto stridente fra la “cultura della morte”, che sembra trovare sempre più consensi, e la “cultura della vita”. Forse, è opportuno tornare a parlare di vita, nella sua bellezza, nella sua grandezza e nelle sue fragilità, nelle sue luci e nelle sue ambiguità, per promuoverla, amarla, difenderla perché, è proprio vero, “la vita dell’uomo è un filo di seta sospeso in un gioco di rasoi”. 1. LA PROPOSTA La proposta di IRC per la Scuola Secondaria di Secondo Grado si articolerà in due percorsi: uno per il biennio e uno per il triennio. In attuazione delle Indicazioni Nazionali, DPR 20 agosto 2012 [Nell’area riservata, l’estratto degli Obiettivi di Apprendimento CEI-MIUR relativi a questa proposta di programmazione] cercherà di offrire spunti di riflessione per ri-costruire una cultura della vita snodandosi su due assi distinti, uno esistenziale (biennio) e l’altro morale (triennio), ma entrambi costituiscono le facce di una stessa medaglia e sono, quindi complementari. Il percorso per il biennio presenta una riflessione articolata e strutturata sul progetto di vita: partendo da situazioni di crisi (la solitudine, il senso di vuoto e smarrimento…), che tutti proviamo, se ne analizzano le cause e gli effetti per utilizzarli come risorsa. Quindi, si passeranno in rassegna alcuni modelli esistenziali (Essere o avere? Protagonismo o massificazione? Maschere o persone?) con i quali misurarsi per arrivare, in seguito, al confronto con l’antropologia cristiana a partire dai racconti di creazione fino al messaggio del N.T.: solo avendo un’idea alta, ricca, ampia di uomo è possibile progettare un’esistenza di valore e impegnarsi per tutelare la vita. 1 Il percorso per il triennio ruota intorno ad alcuni temi della bioetica. Partendo dall’analisi della “cultura della vita” e della “cultura della morte” si giunge ad un confronto con la Sacra Scrittura per delineare la visione cristiana dell’uomo e della vita. Quindi, vengono affrontati alcuni fra i temi più scottanti della bioetica: aborto, eutanasia, procreazione assistita e manipolazione degli embrioni. L’obiettivo di entrambi i percorsi è promuovere una riflessione seria, non emotiva, sulla vita e sul suo valore. La proposta, sia per il biennio come per il triennio, si svilupperà in cinque Unità di lavoro della durata di due-tre lezioni ciascuna, nelle quali, per rendere le lezioni più accattivanti e partecipate, verranno utilizzate tecniche didattiche diversificate. 2. PERCOSO BIENNIO: VOGLIA DI VIVERE MAPPA CONCETTUALE BIENNIO Chi voglio essere domani? Necessità di conoscersi Confrontarsi con i modelli Essere o avere? Conseguenz e personali e sociali Bisogno di saggezza L’antropologico cristiano La riflessione Biblica Apparire o essere? Protagonismo o omologazione ? Conseguenz e personali e sociali Conseguenze personali e sociali Conseguenze personali e sociali Il coraggio di decidere LEGENDA = Temi portanti; = riferimenti biblici; = collegamenti primari; = riferimenti derivati/consequenziali = Collegamenti derivati 2 LE TAPPE DEL PERCORSO Unità di lavoro 1. Chi vogliamo essere, domani? Che cosa stiamo facendo per costruire gli uomini e le donne che saremo? Vivere e crescere non è lasciar scorre il tempo, perché il rischio è che la vita corra via senza di noi. E’, quindi, necessario “guardarsi allo specchio” per capire chi siamo: quali doti abbiamo, quali potenzialità possediamo, quali limiti e debolezze ci legano. Conoscersi è il primo passo per progettarsi e costruirsi: solo individuando le nostre doti possiamo farle crescere, arricchendo la nostra persona; parimenti, riconoscendo le fragilità possiamo mettervi mano e risolverle o gestirle o utilizzarle, addirittura, come “trampolino di lancio”. Agire così è essere saggi. Inoltre, percepire che alcune paure, alcuni problemi sono esperienza di tutti è rassicurante: ciò significa che non siano “diversi” né meno o più degli altri, ma semplicemente persone in crescita. Chi voglio essere domani? Necessità di conoscersi Bisogno di saggezza Unità di lavoro 2. Lo vogliamo o no, siamo condizionati da modelli sociali e culturali che influenzano la progettazione di quello che vorremmo diventare come persone. Un modello prevalente, oggi, è quello consumistico e della cultura dell’avere: sembra che la nostra affermazione sociale dipenda da quel che possediamo (telefonino, scarpe, jeans, denaro…) e, per farci accettare dagli altri, per integrarci nel gruppo, rischiamo di dimenticare che siamo noi a dare valore alle cose, non il contrario. Guardare a quel che desideriamo e a come desideriamo è importante per comprendere chi vogliamo diventare. Una vita a partire dall’ avere Conseguenz e personali e sociali Confrontarsi con i modelli Una vita a partire dall’ essere Conseguenze personali e sociali Unità di lavoro 3. La TV, il gruppo, i social network spesso impongono comportamenti e stili artificiali per emergere e distinguersi, generando, in realtà, solo nuove forme di omologazione; modelli di pensiero e di valutazione banali, emotivi, istintivi, molto facili da usare perché immediati, orientano sovente le scelte, anche importanti. E sembra di non essere moderni, al passo con i tempi, se non ci si adegua. Ma agendo così, decidiamo liberamente, scegliamo davvero o seguiamo la corrente? Promuoviamo la nostra persona, le nostre doti o corriamo il rischio di “lasciarci decidere” dagli altri? La vita autentica è quella di chi, da vero protagonista, sceglie e decide consapevolmente, sapendo rendere ragione di quello che fa e di quello che è. 3 Confrontarsi con i modelli Conseguenz e personali e sociali Essere omologati Essere Protagonisti Conseguenze personali e sociali Unità di lavoro 4. Un altro modello che si sta imponendo sempre più riguarda l’apparire: l’importante è colpire, farsi notare, emergere, ottenere successo, trovare un modo per distinguersi. “Appareo, ergo sum”, sembra essere il nuovo motto. Per raggiungere lo scopo si utilizza una certa tipologia di linguaggio, di vestiario, ci si “mette in mostra”, si curano gli atteggiamenti e il modo di porsi, si sfrutta anche il proprio corpo, talvolta in modo anomalo e rischioso. Non solo: per apparire si costruiscono “profili” dove chiunque può presentarsi come ciò che vorrebbe essere, anziché ciò che è. Il rischio è costruire una “civiltà delle maschere” nella quale le relazioni, gli incontri sono falsati dal sospetto che l’altro non sia vero, ma solo un avatar, un’immagine, una maschera vuota, appunto. Un modello opposto è rappresentato dalla riflessione personalista che propone di sviluppare tutte le dimensioni della persona: il corpo, la conoscenza, la libertà, l’intelligenza, la relazione, la spiritualità... Apparire Confrontarsi con i modelli Conseguenz e personali e sociali La persona Conseguenze personali e sociali Unità di lavoro 5. La grandezza, il valore degli uomini e delle donne che saremo domani dipendono dalla grandezza e dal valore del progetto e quest’ultimo è intimamente collegato (è lo strumento per raggiungerla e realizzarla) all’idea di persona che abbiamo. L’antropologia cristiana, a partire dai racconti di creazione, presenta un’immagine elevatissima di uomo e di donna: sono immagine di Dio. Il Nuovo Testamento, con l’incarnazione e il sacrificio di Gesù sulla croce che manifestano l’amore di Dio per l’uomo, supera e compie il messaggio dell’A.T. sull’uomo e presenta un modello di umanità nuova, cui ispirarsi per progettare il proprio domani. Confrontarsi con i modelli L’antropologia cristiana La riflessione Biblica Conseguenz e personali e sociali Il coraggio di decidere 4 3. PERCOSO TRIENNIO: “VIVA” LA VITA MAPPA CONCETTUALE TRIENNIO Cultura della vita e Cultura della morte valori Che cos’è la vita La riflessione biblica rischi La riflessione laica Diversi modelli etici L’aborto Il valore della vita La vita primo valore Caratteristiche Campi d’azione La bioetica Quel che non si sa La procreazione medicalmente assistita I diritti del bambino Quel che non si sa L’Eutanasia L’amore e la vita La sofferenza e i modelli culturali Viva la vita LEGENDA = Temi portanti; = riferimenti biblici; = collegamenti primari; = riferimenti derivati/consequenziali = Collegamenti derivati 5 LE TAPPE DEL PERCORSO Unità di lavoro 1. Sembra proprio che sia in atto uno scontro fra la <<cultura della vita>> e la <<cultura della morte>> e, di entrambe, se ne delineano alcune caratteristiche di fondo e le conseguenze che ne derivano. Per evitare che il discorso rimanga generico, teorico, quasi ideologico, lo svolgimento dell’unità si baserà soprattutto su dati, rilevazioni, domande e provocazioni molto concrete che riguardano il mondo della medicina, gli interessi (mai dichiarati) che vi sottostanno, i rischi e i pericoli che presenta. Di riflesso emergerà l’attualità, l’importanza, la necessità di creare una <<cultura della vita>>, capace di proteggere l’uomo dal suo primo istante di vita con il concepimento fino all’ultimo respiro. Il titolo generale del percorso: <<”Viva” la vita>> è volutamente ambiguo: “viva” è al tempo stesso un elogio, un’esaltazione della vita e un congiuntivo che esprime l’augurio che essa possa dilatarsi, realizzarsi, essere rispettata, difesa e promossa. Il titolo esprime quindi i due binari sui quali si muoverà la proposta didattica: costruire una cultura della vita, (ri-)scoprendone il valore, e produrre un quadro di riferimento etico consapevole e motivato che la difenda. valori Cultura della vita e Cultura della morte rischi Unità di lavoro 2. Una riflessione sulla vita è automaticamente una riflessione sull’uomo. Che cos’è la vita? Non è certamente una dimensione astratta, un concetto; la vita è vivere ossia è fare esperienze e incontri, è provare emozioni ed affetti; in altre parole, la vita umana è l’uomo concretissimo che ciascuno di noi è o che ciascuno di noi incontra. La Sacra Scrittura (della quale si esaminano alcuni testi) propone un’immagine elevata dell’uomo, della sua dignità, del suo valore: è immagine di Dio, è figlio di Dio e, perché questo figlio avesse la vita, Dio stesso si è sacrificato sulla croce. La riflessione biblica Che cos’è la vita La riflessione laica Diversi modelli etici La vita primo valore Unità di lavoro 3. Dopo aver presentato una breve sintesi sull’identità e sulle caratteristiche della bioetica (campi e modalità d’azione, principi e valori di riferimento…), viene introdotto il tema dell’aborto procurato, approfondendone la legislazione, chiarendo le ambiguità, le banalità e le distorsioni del pensare comune, evidenziando gli interessi in gioco, i quadri di riferimento etici e gli schemi culturali che lo favoriscono. Nel dibattito sull’aborto procurato – che vede in campo i diritti della donna o del padre - si sottolinea come il “grande assente” sia proprio il figlio, come soggetto di diritto. Quindi, vengono confutate scientificamente le più diffuse motivazioni che sostengono o permettono l’aborto, per giungere, infine, a sottolineare il valore della vita umana, che deve essere tutelata, protetta, partendo anche da una nuova cultura della vita, la cui creazione e diffusione è compito di ciascuno. 6 Caratteristiche Campi d’azione L’aborto La bioetica Il valore della vita Quel che non si sa Unità di lavoro 4. Viviamo il paradosso per il quale, da una parte, si vuole poter rinunciare alla nascita di un figlio al sopraggiungere di un problema e, dall’altra parte, si auspica di poter avere un figlio ad ogni costo, ad ogni età. Non solo, si fa strada l’idea di scegliere il figlio con caratteristiche prestabilite (altezza, quoziente di intelligenza, colore degli occhi…), aprendo il campo all’eugenetica (ma avendo cura di non utilizzare mai il termine). Della procreazione medicalmente assistita si espongono le tecniche mediche più praticate, gli interessi in gioco, i valori e i diritti lesi, i rischi a cui si potrebbe andare incontro. Il protagonista dell’unità, sul quale si cercherà di mantenere desta l’attenzione, è il bambino. Quel che non si sa La procreazione medicalmente assistita I diritti del bambino Unità di lavoro 5. Davanti alla fragilità della vecchiaia e alla malattia grave cronica le coscienze si interrogano. I modelli culturali che danno importanza solo all’uomo “perfetto”, all’uomo “produttivo”, all’uomo “forte” tolgono senso e valore a chi non rientra in queste categorie, svalutando la dignità della persona che, invece, resta sempre tale qualsiasi sia la sua condizione psicofisica. La “cultura della morte” sembra erodere terreno alla “cultura della vita”. Una riflessione ampia sul valore della dignità dell’uomo, sul senso della vita, della vecchiaia, della malattia e della morte può risultare una proposta educativa che ridia valore all’esistenza, affinché “viva” la vita. L’Eutanasia L’amore e la vita La sofferenza e i modelli culturali Viva la vita 7