Giovanni Verga un intellettuale catanese che arriva al Verismo - corrente letteraria di cui diventa il massimo esponente - attraverso il rifiuto della cultura borghese, giudicata “soddisfatta e opulenta, cieca di fronte ai reali problemi del Paese” 1840 - 1922 venerdì 4 dicembre 2009 Periodo preverista 1865 - 1878 Nei suoi primi anni di scrittore Verga scrive romanzi erotico-sentimentali: • produzione di scarso valore letterario • grande successo di pubblico 1871: storia di una capinera •romanzo epistolare •trama sentimentale valore nuovo: •trama unitaria intorno alla protagonista (Maria) •stile letterario •documento umano: la storia è presentata come realmente accaduta venerdì 4 dicembre 2009 la realtà diventa elemento fondamentale della produzione letteraria © Luca Pirola Il verismo di Verga evoluzionismo questione meridionale naturalismo La teoria di Darwin concepisce la vita come una lotta individuale e di classe: il progresso scaturisce dalla reciproca volontà di primeggiare sugli altri. Il progresso si realizza a spese dei “vinti che levano le braccia disperate e piegano il capo sotto il piede brutale dei sopravvegnenti, i vincitori di oggi … che saranno i sorpassati di domani” inchiesta in Sicilia L’assommoir di Zola Lo scrittore catanese verifica nel territorio che conosce il realizzarsi delle leggi economiche e di classe contro cui è inutile ribellarsi (Malavoglia e lupini) Impersonalità dello scrittore come unica tecnica adeguata a raccontare la realtà storica e sociale, mettendo in primo piano i fatti, i risultati dell’osservazione sociale e economica venerdì 4 dicembre 2009 morale dell’ostrica © Luca Pirola Temi dell’opera di Verga materialismo la vita umana è regolata dai bisogni materiali e dalla lotta per la sopravvivenza determinismo l’ambiente determina la storia dell’uomo plebi meridionali Mondo rurale siciliano caratterizzato da: ★ rifiuto della novità ★ sfiducia nelle possibilità dell’uomo ★ fatalismo l’intellettuale non deve denunciare per migliorare una situazione, ma solo indagare sui rapporti deterministici della società ciclo dei vinti venerdì 4 dicembre 2009 concezione pessimistica della vita progresso attuato a spese dei più deboli © Luca Pirola tecniche narrative Lo scopo finale delle tecniche narrative è l’impersonalità per eliminare il filtro dell’autore nel racconto regressione eclissi totale del narratore l’autore rinuncia a esprimere il suo punto di vista e “regredisce” al livello dei personaggi i personaggi narrano la propria vicenda con stile, mentalità, espressioni, gusti coerenti con la loro estrazione sociale lingua deve adeguarsi nel non il dialetto perché: 1. limita il pubblico lessico e nella sintassi al 2. compromette l’unità linguistica mondo rappresentato © Luca Pirola venerdì 4 dicembre 2009 Vita dei campi (1880) 8 novelle tra cui le principali: la lupa, cavalleria rusticana, fantasticheria, Jeli il pastore, Rosso Mapelo, l’amante di Gramigna personaggi temi © Luca Pirola venerdì 4 dicembre 2009 contadini, pastori, minatori mostrano la società elementare in cui le leggi naturali di mostrano senza veli 1.il principio dell’impersonalità trova la prima realizzazione attraverso la rappresentazione obiettiva - ma partecipe - dei meccanismi che regolano la vita, delle lotte che essa impone e del destino di sconfitta che grava sui deboli 2.sacralità dei valori contadini, che esprimono principi elementari (famiglia, onore, giustizia) 3.conflitto tra l’individuo originariamente buono e la società corruttrice a causa degli egoismi che cercano di superarsi. Il contadino “primitivo” di Verga si oppone a questa società, ma è sconfitto in partenza. Vita dei campi (1880) tecniche 1.discorso indiretto libero (discorso indiretto, cioè non introdotto dai verbi di dire o pensare); 2.parlato filtrato o rivissuto (esposizione dei dialoghi senza distinzione tra le battute oppure discorsi riferiti a terze persone) servono a rendere il punto di vista della comunità paesana o di un personaggio 3.sintassi zoomorfa (paragoni e metafore tratte dal mondo animale) 4.oggettività (definisce la verità storica) 5.lessico e sintassi semplificati lingua con forti elementi dialettali, predominanza della paratassi ricreano l’ambiente culturale dei personaggi © Luca Pirola venerdì 4 dicembre 2009 I Malavoglia (1881) primo romanzo del ciclo dei vinti: popolani storia della sconfitta di chi tenta di elevarsi dalla miseria è un romanzo corale: protagonista dell’azione è l’intero paese di Aci Trezza Trama: nel 1864 i Toscano, detti Malavoglia, considerati benestanti perché sono padroni della “casa del nespolo” e di una barca da pesca, la “Provvidenza”, tentano di arricchirsi “alla ricerca del meglio” in un commercio di lupini. Cominciano le sventure: la barca naufraga, e nella disgrazia muore Bastianazzo, il capo famiglia, e si perde il carico comprato a credito. Rimangono i genitori anziani Maruzza, detta la “Longa”, e padron ‘Ntoni, con i loro nipoti ‘Ntoni, Luca, Alessi, Mena, Lia. Luca muore a Lissa, la “casa del nespolo” è presa dagli usurai; ‘Ntoni si dà al contrabbando e finisce in galera; Lia diventa una prostituta in città; Mena rimane zitella perché senza dote; Maruzza muore di colera e padron ‘Ntoni si spegne di fatiche e dolore all’ospedale. Solo Alessi riuscirà a sposarsi, riscattare la “casa del nespolo” e ricostruire il focolare domestico. Non è più come prima , perché ‘Ntoni, uscito di prigione, torna, ma non può restare, perché ha tradito le leggi dell’onore e della famiglia, unica difesa contro le offese della vita. Le vicende terminano nel 1876. © Luca Pirola venerdì 4 dicembre 2009 I Malavoglia: analisi di una sconfitta Dimensione collettiva: I Siciliani sono vinti dai cambiamenti storici, perché l’unità nazionale ha portato solo nuove tasse e la leva obbligatoria Tema dei vinti Dimensione privata: I Malavoglia, tentando di migliorare la propria condizione, vanno incontro ad ogni sventura, perché cercano di rompere l’ordine prestabilito. La miseria è condizione presente e futura dei personaggi, non c’è possibilità di progresso o di un futuro migliore. Stile: Impersonalità narrativa, ottenuta attraverso: 1. Andamento rapsodico: una serie di episodi costruiscono la vicenda. Lo scrittore non domina la 2. 3. 4. 5. narrazione, ma i personaggi stessi compongono la storia con il mosaico dei punti di vista. Tutta la narrazione è realizzata con il discorso indiretto libero Regressione: lessico popolare, proverbi, similitudini zoomorfe, uso scorretto del “che” relativo. Lingua: Italiano parlato medio cioè la lingua nazionale con forti inflessioni e termini siciliani Sintassi: preferenza alla paratassi, frasi brevi, carattere denotativo dei termini. © Luca Pirola venerdì 4 dicembre 2009 I Malavoglia: romanzo e società il romanzo descrive la scomparsa della società patriarcale sostituita dalla società borghese il cambiamento è vissuto come tragedia, sconfitta, perdita di valori rappresentata da Padron ‘Ntoni morale fondata sui proverbi, espressione del buon senso popolare custode dei valori tradizionali prevale il motivo economico che dà significato alla tradizione: “per menare il remo bisogna che le cinque dita si aiutino l’un l’altro” © Luca Pirola venerdì 4 dicembre 2009 Novelle rusticane (1883) Titoli 12 novelle tra cui Libertà, Il reverendo, Pane nero, La roba. 1. 2. Temi 3. 4. 1. Tecniche © Luca Pirola venerdì 4 dicembre 2009 Le leggi dell’economia corrompono anche il mondo contadino e i suoi valori tradizionali: l’avidità travolge i popolani e li rende feroci; altrettanto feroce è la repressione che riporta l’ordine costituito. È descritto il livello economico più basso: la lotta per la sopravvivenza è disumana per l’inutilità e la pericolosità delle rivolte dei poveri, ceto irresponsabile e inetto. Le leggi naturali tracciano la trama della novella dominata dal dolore. L’unico valore riconosciuto è la “roba”, la ricchezza materiale, che soppianta tutti valori tradizionali, ma non può sostituirli come collante per la società. Le tecniche tradizionali di Verga sono inserite in una periodare ampio, grave e ricco, che si sviluppa in modo “sinfonico”, sottolineando la coralità dell’azione. Mastro don Gesualdo (1889) Trama: Don Gesualdo Motta è un capomastro che “con le sue mani mangiate dalla calcina” si è costruito un patrimonio. La ricchezza lo spinge a cambiare il suo modo di vita: abbandona l’umile e fedele Diodata, per sposare Bianca Trao, fanciulla nobile ma povera. Il matrimonio è avvelenato dal disprezzo della moglie, che si crede superiore – ed è innamorata di un altro – e della figli Isabella, che non perdona al padre di aver abbandonato Diodata. Isabella, poi, sposa un nobile palermitano, che dissipa il patrimonio di don Gesualdo. I parenti di Gesualdo sono pieni di invidia per la sua ricchezza, anche se Gesualdo li aiuta finanziariamente; anche i parenti acquisiti lo disprezzano e cercano di accaparrarsi con l’inganno le sue ricchezze. Infine Bianca muore di tisi, che la piange tristemente, nonostante tutto; Gesualdo, sfribrato dalle amarezze e dalle avversità muore di tumore nel palazzo cittadino della figlia, tra il disprezzo dei servi che irridono le sue umili origini. © Luca Pirola venerdì 4 dicembre 2009 secondo romanzo del ciclo dei vinti: borghesia Storia della sconfitta di chi tenta di cambiare l’ordine economico e sociale. Temi principali: solitudine, individualismo e incomunicabilità Mastro don Gesualdo: individuo e società Tema della roba L’avidità disgrega ogni legame umano, ogni affetto familiare, che non protegge più gli “umili” nella lotta per la sopravvivenza. Determinismo storico Sullo sfondo della vicenda si compiono le vicende di moti del 1820 e del 1848, durante i quali i contadini reclamano contro i baroni le terre del Comune. Il fallimento delle rivolte conferma l’inutilità dei tentativi umani di cambiare la propria situazione. Lo stile narrativo presenta novità rispetto alle opere precedenti Periodi ampi, alternati ad altri secchi e brevi: manifestano il febbrile affannarsi all’accumulo di ricchezze. Linguaggio più letterario, per descrivere un ambiente più colto (nobiltà) Il discorso indiretto libero lascia il posto al monologo interiore: sottolinea la mancanza di comunicazione tra i personaggi Abbandono della coralità: il narratore assume punti di vista individuali dei vari personaggi © Luca Pirola venerdì 4 dicembre 2009 Mastro don Gesualdo: romanzo e società emergono dal racconto le divisioni e le contraddizioni sociali rendono impossibile ogni progresso umano Nobiltà: classe in piena e inarrestabile decadenza, è arroccata in difesa dei suoi privilegi Borghesia: afferma il proprio potere economico, ma culturalmente dipende dalla nobiltà non ha fiducia nel popolo da cui si è appena distaccata Popolo: opportunista e violento, senza valori umani © Luca Pirola venerdì 4 dicembre 2009 Le novità dell’opera di Verga La moda della lingua letteraria andava dal recupero dei toni lirici di Carducci al culto della parola di D’Annunzio Verga propone una lingua popolare senza ricorrere al dialetto La narrativa sociale denunciava la situazione dei ceti più poveri da una prospettiva di estraneità e con atteggiamento di condiscendenza (De Amicis) Verga rappresenta con scarna obiettività un mondo senza speranza, rigido, chiuso nella fatica di sopravvivere Il naturalismo denuncia le situazioni di degrado con la fiducia nel miglioramento della società. Verga parte dal positivismo, ma arriva ad una concezione di esistenza come solitudine, chiusura sociale e infelicità, che anticipa il decadentismo. © Luca Pirola venerdì 4 dicembre 2009