Proposta provvisoria di data per il test scritto di fine modulo

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Lezione 17 (5 novembre 2009)
Proposta provvisoria di data per il test scritto di fine modulo: sabato 5 dicembre ore 10-12
Notizie supplementari sul Teeteto di Platone
– per motivi stilistici e strutturali, databile a un periodo tardo della carriera dell’autore
– sembra fare parte di un ciclo insieme al Sofista e al Politico
– il suo sottotitolo è “sulla Conoscenza” è si concentra su tre definizioni: (i) conoscenza è
percezione; (ii) conoscenza è vera opinione; (iii) conoscenza è vera opinione con una
spiegazione ragionata (logos)
– nessuna delle tre viene accettata e il genere del dialogo è “peirastico” – “per tentativi”
– il distacco dell’autore: la conversazione tra Socrate e i matematici Teodoro e Teeteto
(inventore dei “solidi platonici”) è raccontato da Eucleide il Megarico al suo amico
Terpsione
– nel brano nella dispensa, un ulteriore livello di distanza: Socrate immagina un dialogo con
Protagora
15 versioni della tesi relativista nel Teeteto (disp. pp. 23-5) – numerate in ordine di apparizione nel
testo, con parole cruciali in ‘forma dizionario’
1 (169d): ‘ciascuno è autosufficiente (autarkes) in conoscenza (phronesis)’
2 (170a): ‘quel che pare (doxa) a ciascuno veramente è (einai fusi) per colui al quale pare (doxa)’
3 (170a): ‘per certe questioni non c’è nessuno che non consideri se stesso più sapiente (sofoteron)
degli altri’ (quindi nessuno accetta correzione?)
cfr. 14 (172a): ‘nessuno è più sapiente (sofoteron) di un altro’
4 (170c): Non bisogna ‘considerare che un altro [è] ignorante (amathes lett. ‘senza scienza’) e nutre
false opinioni (pseuda doxa)’
5 (170d): ‘l’uomo è misura (metron) di tutte le cose’
cfr. 8 (170e) – ripetizione della stessa formula privilegiata da Protagora (attestata nel Teeteto anche
a 151e e 161c e altrove in Platone a Cratilo, 385; in Aristotele a Metafisica, X, i, 1053a36, e XI, i,
1062b13; in Sesto Empirico a Schizzi, I, 216 e Contro i matematici, VII, 60, in Diogene Laerzio,
Vite dei filosofi, IX, 51; e in Ermia (il cristiano), Il disprezzo dei filosofi pagani, 9)
6 (170d): ‘il tuo parere (doxa) è vero (alethes) per te
7 (170d): dobbiamo sempre giudicare che tu hai opinioni vere (doxa alethes)
9 (170e): ‘la verità (alethes) non esiste per nessuno’
10 (171a): ‘sono vere (alethes) tutte le cose che pensano (doxa) gli uomini’
11 (171b): Protagora riconosce come vera (alethes) l’opinione opposta alla propria
12 (171b): Chi predica contro Protagora, ha (per Protagora) opinione vera (alethes)
13 (171e): per molte cose (calore, aridità, il dolce) quali sembrano (doxa), tali sono
15 (172b): ‘non c’è in natura (phusei) nessuna di queste cose (giustizia, santità) che abbian una sua
essenza (ousia)
Lezione 18 (6 novembre 2009)
Una versione moderna e comune della posizione di Protagora : ‘Tutto è relativo’
– l’autoreferenzialità della tesi
– dice qualcosa di se stessa (cioè che è relativa)
L’autoreferenzialità da sola non deve fare paura (una caratteristica comune delle lingue naturali)
– parole autologiche (che predicano di se stesse una loro caratteristica) :
– ‘breve’ è breve ; ‘polisillabico’ è polisillabico ; ‘italiano’ è italiano
– parole eterologiche (che predicano di se stesse una caratteristica che non hanno)
– ‘lungo’ non è lungo ; ‘monosillabico’ non è monosillabico ; ‘tedesco’ non è tedesco
– Paradosso di Grelling : ‘eterologico’ è eterologico ?
– Se sì, no ; se no, sì (motivo per credere che l’eterologicità non sia una nozione del tutto
coerente)
Frasi autoreferenziali possono essere vere o false :
(1)
‘questa (stessa) frase è in italiano’ (Vera)
(2)
‘questa (stessa) frase è in inglese’ (Falsa)
(3)
‘this (very) sentence is in English’
La frase inglese (3) è vera; nonostante dica la stessa cosa della frase falsa (2), la dice nella lingua
che la rende vera
(4)
‘tutti i cretesi dicono sempre bugie’
Se (4) viene pronunciata da un cretese (Epimenide) e quello che dice il cretese è vero (perché tutti i
cretesi mentono sempre), allora non sta mentendo. Ma se Epimenide non sta mentendo, allora
quello che dice (che sta mentendo) non è vero (perché i cretesi non dicono sempre bugie)
(5)
‘questa (stessa) frase non è vera’
Una frase che afferma di se stessa di non essere vera, non può essere vera
Se una tesi implica la propria negazione, è falsa (cfr. consequentia mirabilis)
– perché falsa di se stessa
– si autoconfuta
Se tutto è relativo, allora è assolutamente vero che niente è assoluto
Se è assolutamente vero che niente è assoluto, almeno una cosa è assoluta (cioè la verità del
relativismo)
‘Il relativismo può essere vero per te, ma non lo è per me’ : il relativista non può ribattere (cfr. Tesi
protagoree 11 e 12)
– la ‘dottrina’ relativista non può essere affermata sensatamente
– non è neanche una dottrina o credenza o opinione
– si può credere di credere nel relativismo, ma si sbaglia
– si può credere che gli altri credano nel relativismo, ma si sbaglia
Il relativismo si autoconfuta in quanto implica la propria negazione
– se il relativismo legge ogni predicazione come ad almeno due posti (poliadica), dalla sua
falsità possiamo desumere che almeno alcune predicazioni monadiche sono vere ?
– se c’è predicazione monadica, c’è verità non-relativa, ‘a prescindere’, assoluta
– il mero fatto che il relativismo sia falso non ci indica quali sono le verità non-relative
– problema : dove si va a trovare tali verità ?
Aristotele: il Principio di Non-Contraddizione (o Legge di Contraddizione) nel libro Gamma della
Metafisica (disp. pp. 29-311) in rapporto anche al (presunto) Principio del Terzo Escluso messo
sotto pressione nel nono capitolo del Sull’interpretazione (disp. pp. 26-8)
– questi testi sono topoi per tutta la tradizione filosofica occidentale (sia analitica che
continentale)
– il nostro approccio sarà tendenzialmente analitico
1
NB nella disp., appaiono degli ‘io’ in mezzo ad alcune frasi – errori di scansione dovuti alla presenza di numeri nel
margine del testo.
Lezioni 19-20 (7 novembre 2009)
Notizie supplementari sulla Metafisica di Aristotele
– una collezione di 14 ‘libri’ (= ?= rotoli di pergamena), alcuni usati come appunti per lezioni
nel Liceo
– raggruppati dal primo curatore degli scritti di Aristotele, Andronico di Rodi
– un testo ripetitivo, poco organico e forse anche incoerente
– il titolo significa ‘dopo la fisica’ (i libri sul movimento, tra le nozione di causa,
cambiamento e tempo, nonchè astronomia e biologia), nell’ordine imposto da Andronico
– il prefisso ‘meta-’ ha anche altri usi (ad es. ‘metalogica’, metastoria’, ‘metamateria’)
Alcuni temi discussi nei libri numerati, ma più noti con la lettera greca
– il libro I (Alpha) presenta la prima storia della filosofia (fino a quel punto) ed è una delle
fonti privilegiate per i filosofi ‘presocratici’ nonché per le opinioni di Socrate (come
personaggio storico) e per Platone
– il libro II (piccolo alpha) spiega il ruolo della filosofia nella conoscenza delle cause
– il libro III (Beta) è un elenco di problemi (aporiai) sulle nozioni di esistenza e unità alla
maggior parte dei quali Aristotele non ha dato (e nemmeno tentato ci dare) una risposta
– il libro IV (Gamma) è dedicato quasi per intero a stabilire la centralità della filosofia nella
difesa dei principi primi : quello detto di Non Contraddizione (PNC) e quello detto di Terzo
Escluso
– il libro V (Delta) è un lessico filosofico in 30 ‘voci’/capitoli che distingue i vari sensi delle
parole che danno più problemi (da cui il passo disp. p. 32)
– il libro VI (Epsilon) mette la scienza dell’essere in quanto essere in relazione alla nozione di
verità
– i libri VII, VIII e IX (Zeta, Eta e Theta) fannno quasi un’unità e parlano di sostanza o ‘cos’è
essere una cosa ?’ in rapporto a foma e materia, attualità e potenza, e cambiamento e
generazione
– il libro X (Iota) discute le nozioni di unità e identità
– il libro XI (Kappa) riassume Gamma, Delta e Epsilon più pezzi della Fisica (forse un
piccolo corso di ‘Istituzioni di filosofia’ mod 1)
– nel libro XII (Lambda) si torna alla questione degli esseri e i loro princìpi e si indagano i
motori immobili (e la teoria aristotelica dei cieli e di Dio)
– i libri XIII e XIV (Mu e Nu) criticano la teoria platonica dei numeri e delle entità
matematiche in generale
Alcuni temi ricorrenti nella Metafisica
– ‘prima filosofia’ (prima in ordine di generalità, non in ordine di insegnamento)
– la scienza dell’« essere quanto essere » (a prescindere dalle caratteristiche particolari)
– l’indagine delle sostanze (ontologia) e delle unità (henologia)
– lo studio dei « princìpi (archai) primi » (primi in quanto logicamente antecedenti –
« assiomi »)
Che cos’è un «assioma » ?
– terminologia presa in prestito dalla geometria
– un «assioma » è una formula data per vera all’interno di un sistema
– per il riferimento a un sistema e ‘data per’, può sembrare che gli «assiomi » siano relativi
– ciò che Aristotele sta cercando in IV iii sono gli «assiomi » della « scienza dell’essere in
quanto essere »
–
–
–
–
–
questa è ‘prima filosofia’, la scienza che indaga i princìpi («assiomi ») di ogni altra scienza :
‘La fisica è, sì, una sapienza, ma non è la prima sapienza’ (1005b1, disp. p. 29)
se riusciamo a trovare gli «assiomi » della prima filosofia, questi non saranno ‘relativi a un
sistema’
la scienza dell’essere in quanto essere indaga quelle verità che si applicano a tutte le scienze
Aristotele indica un a stretta connessione tra la logica (lo studio degli Analitici,1005b2-7) e
la filosofia prima
nonostante ciò, la tradizione aristotelica (a partire da Alessandro di Afrodisia) vuole che la
logica sia uno strumento (organon) per la filosofo piuttosto che parte integrante (cfr. l’uovo
della filosofia degli stoici)
Caratteristiche degli «assiomi » della filosofia prima
– devono essere ‘i più sicuri di tutti’ (1005b10 e 17, disp. p. 29)
– devono essere ‘inconfondibili’ (1005b12)
– non possono dipendere da qualche altra ipotesi (1005b15-6)
Perché non si possono dimostrare gli «assiomi » della filosofia prima
– se fossero dimostrabili, allora dipenderebbero da qualche altro principio
– ogni dimostrazione (apodeixis) deve partire da un principio più universale della cosa da
dimostrare
– se ci fosse un principio P a partire dal quale dimostrare gli «assiomi » della filosofia prima,
allora P sarebbe più universale degli stessi «assiomi »
– se, a sua volta, cercassimo di dimostrare P, dovremmo trovare un principio P* più
universale di P a partire dal quale dimonstrare P :
in generale, è impossibile che ci sia dimostrazione di tutto: in tal caso si procederebbe
all’infinito, e in questo modo, per conseguenza, non ci sarebbe affatto dimostrazione
(1006a8-9, disp. p. 30)
Domanda: Se non si possono dimostrare gli «assiomi », come possiamo assicurarci della loro
verità ?
Riposte di Aristotele: (a) Guardandoli ; e (b) sfidando chiunque a negarli
Come si formula l’«assioma» fondamentale ?
Tre versioni del PNC :
(1) semantica (riguardante la predicazione) :
(A) ‘È impossibile che la stessa cosa, nello stesso tempo, appartenga e non appartenga a
una medesima cosa, secondo lo stesso rispetto (e si aggiungano pure anche tutte le altre
determinazioni che si possono aggiungere, al fine di evitare difficoltà di indole
dialettica)’ (1005b19-22)
(B) non è possibile che i contrari sussistano insieme in un identico soggetto (e si
aggiungano a questa premessa le precisazioni solite) (1005b26-7)
(2) ontologica (riguardante le cose):
‘è impossibile che una cosa, nello stesso tempo, esista e non esista’ (cap. iv, 1006a4)
(3) psicologico (riguardante le credenze degli uomini):
(A) è impossibile a chichessia di credere che una stessa cosa sia e non sia (1005b23)
(B) è impossibile, ad un tempo, che la stessa persona ammetta veramente che una stessa
cosa esista e, anche, che non esista (1005b29-30)
Per Aristotele (3) consegue da (1) e (2) in quanto esemplificazione di esse : gli stati mentali
sono soggetti agli stessi princìpi della filosofia prima
– quindi neanche Eraclito ha creduto una contraddizione (1005b25)
– anche se ‘alcuni’ l’hanno creduto capace di tanto o di dire di aver fatto tanto
– forse questi ‘alcuni’ sono i relativisti Protagora e/o Cratilo
– o forse sono i ‘naturalisti’ (1006a2-3 disp. p. 30) : Anassagora e Democrito (1009a27, non
nella disp.), nonché Empedocle (1009b15 non nella disp.)
Guardare PNC basta per convincerci della sua verità ?
– sì : sembra il principio più sicuro di tutti, inconfondibile e indimostrabile
– no : sembra che ci possa essere un trucco
– perché tutte le qualficazioni (esplicitate nella versione (1) (A))?
‘ad un tempo’ (questione del cambiamento: ora sono pallido, ma d’estate ero
abbronzato)
‘secondo lo stesso rispetto’ (i relativi: sono alto rispetto al Signor B, ma non sono alto
rispetto a Michael Jordan)
‘e si aggiungano pure anche tutte le altre determinazioni che si possono aggiungere, al
fine di evitare difficoltà di indole dialettica’ (ma queste non rendono il principio vuoto di
contenuto?)
Cosa significa ‘sfidare chiunque a negare PNC’?
– possiamo immaginare un ‘negazionista’ o ‘oppositore’?
– qualcuno di ‘indole dialettica’ che non vuole accettare il principio
– cfr. il poeta americano Walt Whitman, ‘mi contraddico? va bene, mi contraddico (sono
grande, contengo moltitudini)’2
Supponiamo un oppositore O che dice : ‘non vedo la verità di PNC’
– nella misura in cui PNC è indimostrabile, non possiamo fornirne una dimostrazione a O a
partire da un principio che O accetta (pena regresso all’infinito)
– se O non fornisce uno sostegno per quel che dice, possiamo lasciarlo nella sua ignoranza
– in tal caso, O è un ‘vegetale’ (phytos, 1006a15)
– se O dice qualcosa per spiegare la sua mancanza di convinzione, questo qualcosa deve
essere o (i) sensato (con un senso definito) o (ii) insensato (senza un senso definito)
– in caso (i), se la tesi di O esclude PNC (è un motivo contrario a PNC), allora essa
presuppone PNC (ossia il principio secondo cui i contrari si escludono)
– in caso (ii) la tesi di O non esclude PNC
In che senso un’affermazione contraddittoria non esclude niente ?
Rappresentiamo qualsiasi proposizione (‘sta piovendo; ‘Socrate è un uomo’; Platone è un
cavallo’…) con ‘p’
– usiamo una lettere sola per prendere il posto di una frase compiuta
– ‘non-p’ è la negazione di ‘p’
– se p è vera, allora non-p è falsa
– se non-p è vera, allora p è falsa
– una contraddizione è la congiunzione di una proposizione e la sua negazione
2
W. Whitman, Song of Myself (1855) 50: ‘Do I contradict myself?/ Very well then I contradict myself/ (I am large, I
contain multitudes)’
Definizione di ‘congiunzione’: una congiunzione è composta da due proposizioni (i congiunti) e
retta dall’operatore ‘e’
– una congiunzione è vera nelle circostanze in cui entrambi i congiunti sono veri
– dall’affermazione di una congiunzione si può desumere entrambi i congiunti
– da ‘p e q’ consegue ‘p’
– da ‘p e q’ consegue ‘q’
Definizione di ‘disgiunzione’: una disgiunzione è composta da due proposizioni (i disgiunti) e retta
dall’operatore ‘o’
– una disgiunzione è vera nelle circostanze in cui almeno uno dei disgiunti è vero
– dall’affermazione di una proposizione si può desumere la sua disgiunzione con qualsiasi
altra proposizione
– da ‘p’ consegue ‘p o q’
Definizione della regola di inferenza nota come ‘sillogismo disgiuntivo’: dall’affermazione
congiunta di una disgiunzione e del contraddittorio di uno dei disgiunti, si può desumere l’altro
disgiunto
– da ‘(p o q) e non-p’ consegue ‘q’
– (cfr. ‘o il cane è andato a destra o è andato a sinistra’; ‘non è andato a destra’; quindi ‘è
andato a sinistra)
Prendiamo una ‘q’ che rappresenta la Risposta alla Domanda Fondamentale sulla Vita, l’Universo e
Tutto (qualunque essa sia) e sintetizziamo il ragionamento:
(1)
(2)
(3)
(4)
(5)
p e non-p
p
poq
non-p
q
(assunzione di una contraddizione)
(da (1) con la regola della congiunzione)
(da (2) con la regola della disgiunzione)
(da (1) con la regola della congiunzione)
(da (3) e (4) con la regola del sillogismo disgiuntivo)
Così, ogni contraddizione implica la Risposta alla Domanda Fondamentale sulla Vita, l’Universo e
Tutto
– ma questo perché implica anche che Atalanta è in Serie A; Atalanta è in C1; Torino è la
capitale della Turchia …
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