IL CAFFÈ 19 febbraio 2012 3 1 “Ormai è un paradiso perduto” Cartolina FAMIGLIA GRASS, BERLINO HELENE, 38 ANNI LUTZ RADEMACHER, 42 ANNI DUE FIGLI 2.3% 1.8% 1.7% Lontana dalla Svizzera la figlia di Günter Grass dice: ‘Troppo cara’ 1.4% STEFANO VASTANO, da Berlino “L a Svizzera ha città molto belle, pulite ed efficienti. Ha stupende valli e montagne per passeggiare e ri- 10) 55.3% Cartolina 20.5% 15.8% 5.9% lassarsi. Offre una cultura viva ed effervescente. Ma oggi trovo molto stressante passare una vacanza in Svizzera”. Parole di He- 2 FAMIGLIA QUARANTA, FRIBORGO HERNAN, 33 ANNI ROBERTA, 40 ANNI UN FIGLIO IN ARRIVO 2.4% “Bello il lago, le montagne… ma è tutto chiuso” tto Fonte: Usi D el Ticino è un habitué. Soprattuttto del Sottoceneri, dove da oltre due decenni, almeno una volta l’anno, alloggia in un albergo per tre, quattro giorni. Roberta Quaranta, quarantenne e un figlio in arrivo, abita a Friborgo con il marito Hernan, 33 anni, impiegato, una realtà per loro completamente diversa dal Ticino. Del cantone apprezza soprattutto il clima e il paesaggio. “Avere il Ticino in Svizzera è eccezionale - dice Roberta -. Quando scendiamo a sud delle Alpi è come se andassimo in un altro Paese. Ci sono i laghi e delle belle montagne dove fare tante passeggiate. Infine, si parla italiano, una lingua che tutt’e due amiamo molto”. Bè, avercene di turisti come Roberta e Hernan, verrebbe da sospirare. Ma c’è un ma. “Spesso troviamo i negozi chiusi. Per fortuna è a due passi dall’Italia”. Ahi, eccola la nota dolente. Sovente per molti turisti il cantone diventa solo una sorta di corridoio, dove fermarsi sì, per qualche giorno, oppure da usare come un pied à terre e scendere più a sud per fare shopping. “Purtroppo i negozi in Ticino hanno orari molto rigidi, quindi a volte è tutto chiuso quando si vorrebbe stare in giro per fare degli acquisti - nota Roberta -. Una realtà un po’ triste se sei in vacanza e hai tutto il tempo che vuoi. Mentre nei giorni di festa è bello bighellonare tra i negozi, guardare le vetrine e farsi un giro all’interno. Ma l’Italia è lì vicina. Il Ticino ha una posizione interessante anche sotto questo aspetto. “Per fortuna l’Italia è a due passi. Così possiamo fare tutto lo shopping che vogliamo” Così, prendiamo l’auto e ci spostiamo un po’ più giù, dove possiamo fare tutto lo shopping che vogliamo, senza problemi di orari. Pure di sera, fino a tarda ora, e nei giorni festivi”. Anche coloro che tutto sommato amano il Ticino, lo scelgono come meta vacanziera anche perché è una porta verso l’Italia, Paese più allegro, vivace e con orari dei negozi molto più elastici. “Inoltre è tutto meno caro - aggiunge Roberta -. Negli anni mi sono accorta che i prezzi sono lievitati di molto in Ticino. Per chi non ha problemi economici non importa. Ma capisco che per una famiglia, magari con un paio di figli, diventa impossibile alloggiare in un albergo per una settimana. Troppo caro”. Già, troppo caro, soprattutto per l’offerta che, detto francamente, i nostri intervistati non giudicano allettante. “Per fortuna le nostre esigenze con gli anni sono cambiate - nota Roberta -. Quindi a noi va anche bene il fatto che tutto sommato sia un cantone un po’ piatto sotto questo aspetto. Se vent’anni fa la sera uscivo e amavo il movimento, il divertimento e la ressa, oggi non è più così. Con mio marito ci piace visitare, andare per musei. Oppure fare delle lunghe gite in montagna. Siamo una coppia piuttosto tranquilla e il Ticino ci va bene”. Tutto sommato un giudizio più positivo che negativo quello della famiglia Quaranta. Anche alla gastronomia viene appuntata una stella. “Ci facciamo consigliare - spiega Roberta -. Ogni volta che veniamo in Ticino abbiamo un elenco di locali da visitare. Ci sembra soddisfacente la cucina, anche perché è diversa dalla nostra”. p.g. 3 Cartolina FAMIGLIA BUMANN, BERNA OMAR, 43 ANNI JUDITH, 40 ANNI DUE FIGLI DI 7 E 5 ANNI “Negli anni è cambiato, non lo riconosco più, ha perso la sua tipicità” L ago, montagna, sole. Un tris vincente per un luogo turistico. Già, forse un tempo. Oggi non più. Chi viene in vacanza nel cantone cerca qualcosa d’altro. Qualcosa che è andato perso, ma che però un tempo c’era. È l’opinione di Judith Bumann, 40 anni, di Berna, un marito, economista, e due figli di 7 e 5 anni: “Conosco il Ticino da tanti anni e lo trovo molto cambiato - dice -. Non lo riconosco più. Ha perso la sua tipicità”. E Judith torna indietro negli anni, quando del cantone ammirava soprattutto l’impronta più latina. “Non c’è più quell’atmosfera che tanto mi piaceva, che lo rendeva abbastanza simile all’Italia. Inoltre, ricordo un luogo molto più ospitale, giovanile, colorato, allegro, dove si mangiava bene, con i piatti tipici della regione. Oggi Era più ospitale, giovanile, si mangiava bene, con piatti caratteristici della regione invece nei ristoranti si trovano per lo più solo menu turistici, con cibi che niente hanno a che vedere con la cultura ticinese. Inoltre, tutti ti si rivolgono in tedesco e ti sembra di essere ancora a casa tua. E al- lora, scusate, ma cosa vengo in Ticino a fare? Scelgo l’Italia, che è molto meglio, oltre che meno cara”. Così, mamma Judith e papà Omar negli ultimi anni hanno deciso di diradare i loro viaggi in Ticino. Se prima venivano almeno una volta l’anno, adesso, tra una vacanza e l’altra, lasciano trascorrere molto più tempo. Nel frattempo hanno visitato l’Australia, la Francia, l’Inghilterra, la Spagna… L’ultima vacanza al sud delle Alpi risale a un paio di anni fa, in un alberghetto delle Centovalli. “Ma anche Ascona la conosciamo molto bene, in generale tutto il Sopraceneri l’abbiamo visitato - aggiunge Ju- dith -. Il fatto è che per una famiglia con due bambini è difficile trovare alloggi adeguati, sia in hotel che in appartamento, ma che non siano troppo cari. Inoltre per i ragazzi c’è poca offerta. Si annoiano. Senza dire di quanto costa uscire a mangiare in quattro!”. Le note dolenti non finiscono qua: “La sera è tutto chiuso! - aggiunge Judith -. Ma scherziamo?! In un luogo turistico non è possibile. Noooo, davvero troppo triste una vacanza in Ticino. Forse quando i ragazzi saranno cresciuti, io e mio marito, tutt’e due un po’ più anziani, apprezzeremo nuovamente questa regione della Svizzera”. p.g. lene Grass, affermata attrice berlinese di cinema e teatro. E sí, la figlia del premio Nobel Günter Grass la conosce molto bene e un po’ tutta la Svizzera. Non solo perché, racconta: “Con mio padre sono andata spesso da ragazza a passeggiare per le valli dell’Engadina o a mangiare nei ristorantini del Ticino”. Ma anche perché Helene è nelle scuole e sui palcoscenici svizzeri che ha imparato il mestiere. “Ho studiato teatro alla scuola di Zurigo spiega la simpatica madre di due bambini - e nei teatri svizzeri ho iniziato la mia carriera”. Il ricordo che la giovane attrice tedesca ha di Zurigo è: “Una città pulita, molto più ordinata e funzionale della caotica Berlino”. Ma, pulizia ed efficienza a parte, Grass insiste “Sulla qualità della vita e sui meravigliosi posti di vacanza”. Così come sull’offerta, la qualità dei cibi e dei vini. “Varietà e cultura gastronomica la trovi un po’ ovunque in Svizzera, qui in Germania te la puoi sognare”, nota. E della stessa opinione è anche suo marito, il direttore d’orchesta Lutz Rademacher. Che di Basilea, dove dirige opere dice: “È una città dal flair internazionale e squisita sotto tutti gli aspetti”. Un autentico Eden la Svizzera “Il franco alle stelle ci ha tolto la voglia della settimana bianca e delle belle escursioni estive là da voi ” dalla prospettiva di una giovane famiglia di Berlino? No, piuttosto un paradiso perduto. Oggi sia Helene che Lutz (che in Svizzera si sono persino conosciuti) lamentano l’impossibilità materiale di trascorrere con i loro due bambini una vacanza tranquilla in Svizzera. È il franco alle stelle che ha tolto anche a questa famiglia di professionisti berlinesi “la tranquillità”. “E la voglia sia della settimana bianca in Svizzera - spiega Helene - che, d’estate, quella delle belle passeggiate rilassanti nel Ticino”. Di fatto, per la giovane coppia oggi è francamente troppo stressante far fronte alla Svizzera come famiglia con due bambini. “Coi prezzi inverosimili al bar o ristorante”, commenta. E col franco che ha stracciato l’euro le cose sono peggiorate. “È anche la relazione qualità-prezzo che non funziona più nella vacanza in Svizzera”, aggiunge. Certo, Helene si ricorda ancora oggi con piacere quando, dalla piovosa Zurigo, arrivava col treno in Ticino e le pareva di sbucare d’improvviso in un sogno italiano in miniatura. In un certo senso, visto dalla grigia prospettiva di Berlino, il cantone italiano ha tutto ciò che manca ogni giorno al tedesco. “Una qualità della vita altissima, luoghi incantevoli - sintetizza Helene - ed ora anche un festival del teatro e del cinema a livelli altissimi”. Nemmeno i festival di Lugano e Locarno però bastano a compensare “lo stress” del franco, un disagio insopportabile per il budget del normale turista tedesco. “Molti colleghi svizzeri - spiega l’attrice - mi raccontano dello stress che anche loro vivono per pagarsi l’affitto ed affrontare la vita in Svizzera”. Risultato? La prossima settimana bianca Helene, e famiglia, l’hanno prenotata in Italia. “Mi dispiace - dice - ma la Svizzera di oggi è per noi un paradiso irraggiungibile”.