Storia Contemporanea - prof. M. Romano (appunti presi in aula - scusate gli errori di battitura) Problema di definizione e periodizzazione Contemporanea > presente Storia > passato Come si è giunti a queste denominazioni? La contrapposizione tra antichità e modernità era binaria. Continuum multidimensionale > convivono passato e presente. La transizione da un’epoca all’altra. Storia antica 476 d.c. Storia medioevale 1492 Storia moderna 1- Storia moderna 1815 2- Storia contemporanea C. Poman > parla di partizioni cronologiche, periodizzazioni e arbitrarietà, dopo la ricerca c’è sempre l’interpretazione. La rivoluzione francese e la rivoluzione industriale hanno inizio nei primi del ‘700, inizia la storia contemporanea e questi sono eventi inaugurali. Da molti il progresso è considerato un evento salvifico ma non per i conservatori. L’’800 fu un secolo cerniera tra il periodo precedente e la modernità. La possibilità di sfamare la popolazione che cresce, è il problema dell’uomo fino alla rivoluzione industriale. Trappola MALTUSIANA: storia preindustriale, crisi demografiche, carestie ecc. Rivoluzione industriale: grande creatività tecnologica applicata alla produzione che aumenta la crescita economica e si aggiunge il miglioramento dello sfruttamento delle risorse naturali. Serie progressiva di sostituzioni: macchine al posto di uomini e animali, energia eolica sostituita col carbone (?). Si sviluppa prima il settore tessile, poi quello meccanico, siderurgico ed infine i trasporti. Nel 1733 John Key (inventore) introduce nel telaio la navetta volante, ogni operaio aumenta la sua produttività del 30% ma l’invenzione entra in produzione solo dopo 30 anni perché non c’era la materia prima, questo problema si chiama “collo di bottiglia”. Nell’ultimo quindicennio del ‘700 il costo del cotone calò con l’aumento della produzione. Aumento della produttività > tutta la società si deve adeguare. Un gruppo di geniali meccanici ha la paternità di tutte le evoluzioni soprattutto spinti dall’invenzione delle macchine a vapore. Scienziati e inventori, uniti dalla fede nel progresso, dominare e modificare la natura; questa unione è alla base del progresso scientifico. Sviluppo tecnico no uguale in tutti i paesi. Prima Inghilterra e Belgio, poi Germania alla metà dell’’800, in Italia tra il 1896 e il 199, in Spagna non ci sarà mai una rivoluzione di questo tipo. Non tutto il continente europeo è coinvolto, resta l’agricoltura la prima fonte di sostentamento. Anche in questo settore dal 1815 al 1847 si attuano delle innovazioni tecnologiche e modifiche della distribuzione della proprietà terriera (rivoluzione agraria). Ora la terra e l’agricoltura subiscono le leggi di mercato essendo inesistente ormai il sistema feudale che mirava solo al sostentamento e non mirava a realizzare capitali (Francia). Nel centro Europa (Germania, Russia) questo evento accade tempo dopo (1861). Ancora diversa è la situazione nell’Italia del sud e nella penisola Iberica (fine 800 superamento del sistema feudale). In Spagna la terra è ancora in mano alla chiesa, nel 1835 si ha una ridistribuzione a favore degli antichi feudatari e i grandi borghesi (involuzione rispetto alle altre nazioni); comunque c’è un incremento della produzione. Nel sud Italia tra il 1806 e il 1815 ridistribuzione ai contadini delle terre della chiesa, demaniali 1 e feudali, si scontra con l’opposizione dei proprietari e con una borghesia emergente che vuole acquisire proprietà e status (titoli nobiliari). Ovunque si forma una popolazione sovrabbondante (anni 30 proletari) che contribuisce alla costruzione di infrastrutture e porta nuove braccia nelle fabbriche > rivoluzione urbana. Masse di contadini che si spostano in città x le opportunità di lavoro ma anche per motivi sociali e culturali poiché ci sono esodi anche verso città non industrializzate (Napoli). Nel periodo feudale, il contadino aveva comunque garantita la sopravvivenza potendo disporre di legna e prodotti del sottobosco. La rottura di questi usi civici, porta il contadino ad allontanarsi dalla terra. Nelle città nascono nuovi quartieri di ricchi e di poveri, non è emerso ancora un ceto intermedio (borghese), degrado sociale (1800). Rivoluzione demografica > fine 700 inizio 800, diminuzione della frequenza dei cattivi raccolti grazie alle nuove tecnologie come: il prato artificiale per l’allevamento, i sistemi di irrigazione, razze sempre più forti per selezione genetica, coltivazioni a rotazione, bonifiche, disboscamenti, stoccaggio conservazione prodotti agricoli, miglioramento dei trasporti per gli approvvigionamenti zone in crisi, tutto questo porta ad un innalzamento del tetto di soddisfacimento dei bisogni primari. Sparisce la peste, ma c’è ancora il vaiolo, scoperta del vaccino. Sesso e matrimonio tradizionale, due figli ogni 5 anni. Gran Bretagna regime demografico esplosivo. Francia stagnante. In Gran Bretagna basso tasso di mortalità grazie alla ricerca scientifica e si intreccia ad un’alta natalità, fenomeno anomalo perché questo accade nelle società più arretrate. Nel regime della proprietà terriera si tende a fare pochi figli per non diluire l’eredità. Per i contadini salariati invece, più braccia ci sono, più si guadagna, per questo si fanno più figli. Questo accade anche per la classe operaia, parliamo sempre della Gran Bretagna. In Francia la crescita demografica tende allo zero perché è stato il paese investito dalle conseguenze dirette della rivoluzione francese, più bocche da sfamare con il rischio di perdere le terre; uso delle prime rudimentali pratiche anticoncezionali. La società dell’’800 si configura sempre di più come una società di classi e non di ceti e tende a polarizzarsi su due classi: la borghesia e il proletariato. L’’800 è appunto chiamato secolo della borghesia. Gli anni ‘70 del ‘900, segnano la fine dell’era capitalistica e in questo periodo l’800 viene visto dagli storici in modo più critico, poiché si domandano se il borghese dell’epoca era veramente un imprenditore. La nuova storiografia tedesca afferma che la borghesia era legata all’aristocrazia. In Italia i borghesi hanno favorito il nazismo ecc. Restaurazione 1815 -1848 Per tutta la metà dell’800 la rivoluzione francese fu una vera e propria presenza in Europa e condizionò scelte e strategie da parte di chi combatteva per cancellarla e che temeva un ritorno ad essa. Austria, Prussia, Russia e Gran Bretagna, che avevano contrastato la rivoluzione francese, vedevano in ogni tumulto una nuova rivoluzione, temevano che si ripetesse quella forza che aveva battuto l’antico regime e che mirava al concetto di unità nazionale (appartenenza tra popolo, territorio, cultura, ecc.); i componenti del popolo erano diventati cittadini. I valori di libertà, uguaglianza, fraternità, avevano fatto breccia su coloro che volevano avere una presenza politica e ordinamenti giuridici costituzionali. La classe borghese era quella che aveva ereditato più di tutte, le conseguenze della rivoluzione francese. La rivoluzione ha la straordinaria capacità di esportarsi in altri paesi, un’estrema plasticità ed adattarsi ai caratteri politici e ideologici diversi da Stato in Stato. 2 Nel congresso di Vienna (1 novembre 1814 - 9 giugno 1815) si riunirono le potenze che avevano battuto Napoleone, con lo scopo di fare una restaurazione, cioè una pulizia dei principi che la rivoluzione francese aveva seminato. Borboni in Francia con Luigi XVIII La restaurazione aveva lo scopo di tentare di bloccare eventuali ripetizioni della rivoluzione francese, però le decisioni che si presero a Vienna, erano figlie della rivoluzione stessa, poiché non si poteva ignorare questo accaduto. I cittadini furono ricondotti a sudditi e si favorirono solo le grandi dinastie europee. Fu disegnata una Europa con lo scopo di ridurre le tensioni internazionali, operazione che prende il nome di “principio dell’equilibrio”. L’Inghilterra che era già padrona dei mari, si preoccupò di consolidare tale posizione con l’acquisizione dell’isola di Malta e cercò di frenare le espansioni verso occidente della Russia. Però non poté evitare la ricostruzione della Francia come grande potenza, in egual modo per la Spagna. La Russia tenne la Finlandia e parte della Polonia e dovette rassegnarsi ad una Prussia più forte unita alla Sassonia, Prussia che aveva l’incarico di montare la guardia alla Francia, a occidente, e alla Russia a oriente. Gli stati tedeschi furono uniti in confederazione dove sia i danesi che gli inglesi che gli olandesi avevano dei possedimenti lì, e nella dieta c’erano anche loro rappresentanti e quindi c’era una grave mancanza di coesione. I confini erano fluttuanti, privi di identità e ciò lasciava spazio ai paesi + forti. Alla chiusura del congresso di Vienna ci furono delle prime tensioni con l’Austria (presidenza politica austriaca nell’area tedesca) e la Prussia nel 1818 dava vita ad una lega doganale Zollverein) che fu la molla la quale portò ad un enorme sviluppo economico. Iniziò un processo di integrazione tra la Prussia orientale con l’area occidentale per formare la Germania moderna. Francesco I di Borbone nel regno delle due Sicilie nel 1816 dato dall’unione della Sicilia e del regno di Napoli con capitale Napoli. La Sicilia aveva perso tutto, la sua capitale, la sua autonomia amministrativa e iniziarono dei tentativi secessionisti. Ferdinando III di Asburgo-Lorena > Toscana Savoia > Sardegna e Repubblica di Genova Dominio austriaco > Lombardia Chiesa > come era Austria manteneva in Italia importantissimi teste di ponti cioè ducati al di là del Po. L’Italia con la sua frammentazione poteva essere meglio controllata nel così detto “equilibrio dell’impotenza”. La borghesia lavorava nel settore amministrativo. I Piemontesi erano i più scontenti per la forte presenza degli Austriaci, forte ostacolo per l’espansione dei Savoia. Ma anche Venezia e Genova per la loro tradizione repubblicana. La rivoluzione francese aveva eliminato il principio di legittimità fondato sul diritto divino del Re, principio ripristinato con il congresso di Vienna, potere inalienabile del Re. Secondo la rivoluzione francese invece il potere doveva nascere invece dai cittadini. Fu difficile ridare credibilità a questo antico regime. La rivoluzione francese doveva essere rinnegata ma non cancellata dai congressisti. Talleyrand non voleva far smembrare la Francia anche se sconfitta. Metternich convinse il sovrano francese a concedere una costituzione che non era fatta dal popolo ma come tale faceva da “contentino”. Alessandro I di Russia fu il promotore della Santa Alleanza basata sul principio dell’unione tra i popoli e proprio per questo Metternich la fece passare in sordina (non parlava di alleanza tra sovrani). Non aderì a questa alleanza la Gran Bretagna poiché la giudicò inconsistente e incompatibili col proprio regime costituzionale. In alternativa 3 promosse la Quadruplice Alleanza con Russia, Prussia e Austria che prevedeva anche interventi militari dove era necessario. Restaurazione = commistione tra rigidità di principio e convenienza politica, oppure, inestricabile compromesso tra passato e modernità. Anche nel regno delle Due Sicilie, i Borbone riprendono quello che c’era di meglio nella macchina amministrativa Marattiana, tutto ciò esteso anche alla Sicilia che non aveva fatto quella esperienza francese. I Codici, le amministrazioni erano eredità della rivoluzione francese. Durante in Congresso di Vienna ci fu Waterloo, nel 1815, i congressisti proposero a Napoleone di far rientrare i confini della Francia come nel 17??, ma lui rifiutò e fu ancora guerra. Il clericalismo, centro di aggregazione delle forze del passato; in Francia fino al 1825, chi bestemmiava in pubblico, veniva condannato a morte. Il Congresso di Vienna ha portato 100 anni di pace? Non tutti gli storici pensano così, miseria e continui tumulti erano sempre presenti. La restaurazione non doveva più combattere la Francia, ma le sue conseguenze in Europa, cioè sommosse in altri luoghi. Moti liberali e costituzionali del 1820-21 Tentativi di insurrezione organizzati dalle società segrete di matrice liberalcostituzionale in Spagna e in alcuni stati italiani. In Spagna, la dissidenza liberale poteva contare, in pratica, sui soli ambienti militari, dove le sette avevano ampie ramificazioni. La Carboneria passò per la prima volta dalle parole ai fatti nel 1820 a Napoli organizzando delle rivolte di carattere antiassolutistico e liberalcostituzionale che prendeva spunto da quelle effettuata a Cadice l'1 gennaio dello stesso anno: i due ufficiali Michele Morelli e Giuseppe Silvati (che avevano avuto l'adesione di generali ex murattiani, come Guglielmo Pepe) l'1 luglio marciarono da Nola verso il capoluogo campano alla testa dei loro reggimenti della cavalleria. Impaurito dalla protesta, il re Ferdinando I accettò di concedere una nuovo carta costituzionale e l'adozione di un parlamento. La vittoria, seppur parziale, illusoria ed apparente, causò molte speranza nella penisola e a Torino i carbonari locali, guidati da Santorre di Santarosa, marciarono verso la capitale del Regno di Sardegna ed il 12 marzo 1821 ottennero la costituzione democratica. Tuttavia la Santa Alleanza non tollerò tali comportamenti e a partire dal febbraio del 1821 spedirono un esercito nel sud che sconfisse gli insorti, numericamente inferiori e male equipaggiati. Anche in Piemonte il re Carlo Alberto di Sardegna, indeciso sul da farsi, cedette alle pressioni del fratello Carlo Felice di Sardegna e chiese all'Austria di intervenire militarmente: l'8 aprile l'esercito asburgico sconfisse i rivoltosi ed i moti del 1820-1821, scatenati quasi totalmente dalla Carboneria, potevano dirsi chiusi in maniera fallimentare. Tra i principali capi della Carboneria, Morelli e Silvani furono condannati a morte; Pepe andò in esilio; Confalonieri, Pellico e Maroncelli furono incarcerati. Liberalismo > movimento etico-politico che vuole il riconoscimento dell’eguaglianza giuridica dei cittadini di fronte alla legge. 1 gennaio 1920 >esplode la rivoluzione > obiettivo: la Costituzione che era stata varata da uomini liberali. costituzione detta “Spagnola” su modello di quella francese. Tre sono i principi della costituzione Spagnola (o Codici): 1 - Sovranità popolare 2 - Parlamento monocamerale 3 - Limitazione del potere regio. 1 luglio 1820 > nel napoletano scoppia la prima rivolta. Marzo 1821 > insorgono i militari Piemontesi 4 Spagna > l’esperienza del Triennio Costituzionale fu stroncata dalla Francia. La resistenza fu scarsa. Austria > compito di sedare le rivolte nel Regno di Napoli. Ciò era difficile. Piemonte > il fronte rivoluzionario si spacca. Tratti comuni nei moti del 20-21: sette segrete Massoneria, Carboneria, costituzione spagnola 1815. 1820 > Duca di Berlisa assassinato di liberali radicali. Gridarono al complotto giacobino; non si poteva predisporre un governo liberale. Ministro Villele, forte reazionario, tolse persino le libertà di stampa. Moti del 1830 Detti “spartiacque” perché da questi cambiano molte cose. Rispetto a quello del 2021, non vi sono più l’elité militari e le minoranze progressiste corbonare a guidare questi moti, ma le masse urbane, ceti medi e proletari, guidati da una borghesia con una coscienza politica, dal ceto più basso della società, proletariato urbano > “poveri che lavorano”. Area medio atlantica > forma politica dominante che si fonda sul liberalismo e combatte il radicalismo che viene dal nascente proletariato che emerge. Sul piano delle relazioni internazionali, i meccanismi di Metternich e la Santa Alleanza, non hanno più senso, perché messi in atto con un eventuale atto di repressione, porterebbero gli Stati da reprimere, all’altezza di rispondere con una guerra vera e propria. La Francia dei Borboni ha una duplice realtà: 1 - Regime statale - liberalismo costituzionale (proiezione futura). 2 - Clima ideologico - culturale dominato dal pensiero reazionario (orientato al passato). 1 + 2 = miscela esplosiva (Reazionario = contrapposto a rivoluzionario) I reazionari, con lo scopo di non legittimare la rivoluzione francese, cercavano ri rimuoverla evitando anche la produzione di scritti relativi ad essa. De Maistre, massimo teorico della restaurazione parla di rispondere alla rivoluzione con la verità di cui la Chiesa ne è la depositaria, quindi, ritorno al modello della società cristiana de Medioevo: le ingiustizie sociali facevano parte di una realtà che imponeva al cristiano il superamento di questi mali che poi il bene lo avrebbe raggiunto nella vita ultraterrena, quindi questi non erano mali della società. La convinzione di fondo che percorre l’intera riflessione di Maistre è infatti che gli uomini non siano padroni delle proprie vicende e dei propri accadimenti: ciò pare del resto incontrovertibilmente provato dal fatto che, quando al Rivoluzione raggiunse l’apice della tirannide, ci volle poco per rovesciarla; il XVIII secolo si è presentato come rivolta contro Dio, il quale ha punito questo efferato delitto ritirandosi dalla storia, lasciando fare agli uomini. Proprio in virtù di ciò "il mondo andò in frantumi", dice Maistre. L’uomo è profondamente segnato dalla colpa del peccato originale e, in forza di ciò, nel mondo, dove ogni cosa è stravolta, v’è soltanto violenza, crudeltà, efferatezza, cosicché anche gli innocenti finiscono col pagare per i colpevoli. E’ soltanto il sacrificio a poter espiare le colpe di cui l’umanità si è macchiata, in primis il sacrificio di Cristo, ma poi anche quello degli innocenti che si fanno carico delle colpe e soffrono anche per i colpevoli. L’agire di Dio (che è l’unico e autentico padrone della storia) può apparire dispotico e crudele, ma ciò dipende solamente dalle colpe degli uomini, che rivendicano per se stessi una libertà assoluta. La costituzione politica non può né deve essere opera dell’uomo e assumere artificiosamente una codificazione scritta, giacché l’uomo non può creare nulla e ciò vale non solo sul piano naturale, ma anche su quello morale e politico. La costituzione è, al contrario, il modo di esistere che un potere superiore (cioè divino) assegna a ciascuna nazione, cosicché il potere non può essere del popolo e l’unico modo di ricostruire la vera sovranità dipende da un potere unico e assoluto. La legge, infatti, è realmente tale se e 5 solo se emana da una volontà superiore, non dalla volontà di tutti o dei più. Sicché la forma naturale di governo (quella che rispecchia il volere divino) è la monarchia, ove al potere del monarca non si possono porre limiti di alcun tipo. In antitesi con quel che credevano i rivoluzionari, il re può essere ucciso ma non legittimamente giudicato. Conseguentemente, la monarchia ereditaria, finalizzata a perpetuare il potere unico e assoluto, è la forma di governo avente la massima stabilità e il massimo vigore. Nell’opera Sul papa, Maistre accentua esponenzialmente la dimensione teocratica del suo pensiero, arrivando a sostenere l’urgente necessità di ripristinare il primato e la funzione universale che il papato aveva avuto nel Medioevo, in quanto unico potere superiore e infallibile, in grado di impedire alle monarchie stesse di degenerare in tirannidi e di ricostruire l’unità che è bene (di contro alla divisione, che è sempre male). Allo scritto Sul papa (pubblicato nel 1819, in pieno clima di restaurazione) arrise grande successo, a tal punto da avere cinquanta edizioni nel corso del XIX secolo: di fronte allo spettacolo della carneficina prodotta dalla Rivoluzione francese e, più in generale, dalla storia, paragonata a un immenso "mattatoio" (Hegel stesso ricorre a questo paragone), quand’è affidata alla sola ragione umana, Maistre presenta come unico salvifico rimedio il ripristino di un’autentica autorità indivisa, al di sopra dei monarchi stessi: il papa. Senza il papa, il cristianesimo stesso si riduce ad una credenza fra le tante, priva di potenza: il papa serve per mantenere l’unità della cristianità, anche nelle zone più periferiche. Luigi XVIII (1816) ha problemi con questa corrente, è un saggio monarca e considera l’assemblea 70% come una “cambre.......” e la scioglie. Questo scioglimento del Parlamento, portò allo studio della rivoluzione francese. Ritorna fortemente il concetto di rappresentanza nazionale. Qui due correnti si scontrano: 1 - il liberali dottrinali che mirano prima al re e poi la rappresentanza nazionale; 2 - i liberali indipendenti che pongono al centro la nazione come elemento dominante della rappresentanza nazionale (Madame de Staël). Entrambe le correnti si accordano sul punto che no tutti i cittadini possono avere un ruolo nella rappresentazione nazionale anche se tutti i cittadini sono uguali. I ruoli sarebbero riservati a uomini che hanno una certa proprietà privata. Nel 1824 muore Luigi XVIII e gli succede Carlo X, legato agli ambienti più bigotti e reazionari della Francia. Distacco definitivo tra borghesia francese e potere monarchico. Carlo X ripropone i “re taumaturgico” per esempio, il ritorno al re divino. Ciò cozzava con l’eredità lasciata dalla rivoluzione francese, nei borghesi il pensiero della grande identità della nazione, si basava sui tre principi (libertà, uguaglianza, fraternità). Ciò intaccava anche gli elettori per censo (reddito) e produce un elettorato liberale. Carlo X > un colpo di stato > nel ’29 il re affidò il governo a Polignac, capo della fazione degli ultras (ultrarealisti reazionari) parigini e sciolse la camera istituendo nuove elezioni. Quando queste non ebbero il risultato sperato, davanti al crescere dell’opposizione tolse la libertà di stampa e modificò la legge a suo piacimento rendendola ancora più restrittiva > quattro emendamenti di cui il quarto modifica la legge elettorale alzando il livello del censo fino al livello dei suoi più stretti fedeli. Nei cinque anni di regno, la nazione riversa in uno stato di estrema povertà e rinasce una capacità evocativa del simbolo numero uno della rivoluzione francese: “La Marsigliese”, composta nel 1792 aveva la capacità di mobilitare il popolo contro la tirannide di Carlo X con Luigi VI della rivoluzione. Ma la borghesia liberale ha paura del ritorno della rivoluzione soprattutto nella versione più radicale cioè quella giacobina (dittatura del proletariato). Costretta a frenare questo popolo che un tempo aveva sostenuto, appoggia l’elezione del luogotenente Luigi Filippo d’Orléans, figlio di (1830), eletto re per volontà del popolo francese. Giurò fedeltà ad una costituzione appena ritoccata; era un re “borghese”, ma in realtà non dette vita alla monarchia che il popolo voleva, poiché in effetti appoggiò l’alta borghesia parigina. Cade la monarchia Borbonica! 6 Il Belgio fu sfavorito dal Congresso di Vienna (era ricco di materie prime, industria sviluppata) e unito all’Olanda. Guglielmo I sfrutta il Belgio che non tollerando ciò, insorge con un’alleanza inedita tra cattolici e liberali (laicità dello Stato); raggiunge l’indipendenza nel 1831 e una neutralità perpetua viene sottoscritta tre Francia liberale, Inghilterra liberale e Prussia reazionaria. Anche la Svizzera viene raggiunta dai moti, ma qui i promotori furono gli studenti che chiesero uno svecchiamento ai ventidue cantoni in senso liberale. La Polonia era soggetta all Prussia, alla fine di novembre del 1830 l’esercito insorge e proclama la repubblica nel gennaio 1831 confidando sull’appoggio francese e sull’opinione pubblica europea la quale dimostrava la sua influenza nell’indipendenza della Grecia. La Francia invece non intervenne e lasciò che l’esercito russo soffocasse la rivoluzione polacca. Negli stati tedeschi i moti insurrezionali erano guidati da élite culturali che riuscirono ad avere una costituzione liberale dalle camere. Ne febbraio 1831 i moti scoppiarono subito dopo in Italia. Al centro delle nuove insurrezioni italiane si collocano i personaggi di Ciro Menotti e del duca Francesco IV, figure che rivestirono un’importanza focale nell’origine degli avvenimenti. Francesco IV infatti progettava la nascita di una sorta di Regno del Nord Italia e sperava di poterne essere capo dando il proprio aiuto a Menotti, patriota frequentatore di società segrete che sognava un’Italia unita. Una volta resosi conto della follia del proprio progetto e della repressione che l’Austria avrebbe attuato su di esso, Francesco preferì tradire e consegnò alle autorità il Menotti il giorno prima della data in cui sarebbero dovuti scoppiare i moti. Ma era già troppo tardi ed il giorno dopo, 4 febbraio, ciò che non era successo a Modena accadde a Bologna e si estese rapidamente a tutto il nord Italia grazie alla fitta rete di contatti delle società segrete, costringendo Francesco IV alla fuga. Le varie insurrezioni cercarono quindi di coordinarsi fra di loro, creando il governo delle Province unite con sede a Bologna, e si dettero alla ricerca di un corpo di volontari disposto a marciare contro Roma. Purtroppo non se ne fece nulla perché dopo poco cominciarono a sentirsi in mezzo agli insorti voci discordanti, che impedirono una totale coesione degli intenti. Poco tempo dopo gli austriaci, non ostacolati dalla Francia come avrebbero sperato gli insorti, discesero nei ducati e si riappropriarono dei loro domini, raggiungendo anche il cuore degli insorti a Rimini e sterminandoli. Moti del 1830 > Mazzini (31) che si oppose ai carbonari e alla massoneria verticalizzazione nel commercio e agricoltura. Il Inghilterra donne e bambini lavorano La Carta del Popolo: primo suffragio universale, secondo elezioni politiche, terzo stipendio. La questione della libertà sociale e nazionale diventa punto di struttura ideologica. I soggetti politici si muovono intorno a questi tre punti Il 1848 in Francia fu dominato dalle questioni sociali, scontro tra la democrazia politica e quella sociale. L’area tedesca era debole, aree dirigenti tendono ad un processo di unificazione nazionale. La situazione dei domini austriaci è ancora più complessa a causa di intrecci tra questioni di contadini, proprietari terrieri e borghesia. Autodeterminazione dei popoli > indipendenza dall’impero Asburgico > prevale l’assolutismo regio. Anche in Italia si verificano situazioni con complessi intrecci. 22 Febbraio 1848 in Francia: pretesto della rivolta: opposizione del governo al festeggiamento dell “Battaglia dei Banchetti” organizzato dall’opposizione politica che raccoglieva trasversalmente tutte le forze politiche > il regime Orleanista cade senza 7 troppi sforzi da parte dell’opposizione; nasce un governo provvisorio formato da una coalizione e per la prima volta un operaio entra a far parte di un governo legittimo. Questa è una trasformazione significativa in forma quasi incruenta. Per la borghesia è il primo punto d’arrivo, per i proletari la repubblica democratica è uno strumento per andare alle radici della condizione sociale (miseria). Un uomo politico Blanc per dare un sostegno ai poveri, promosse un progetto chiamato “atelier socieaux”. Nell’aprile del 48 si verificarono le elezioni a suffragio universale e per l’assemblea costituente ci furono le prime sorprese: ci fu una svolta netta da parte del paese. Poiché si espressero tutti quei francesi che fino ad allora avevano taciuto, si ebbe un risultato elettorale conservatore perché la provincia era moderatamente conservatrice. I risultati del suffragio, traumatizzarono i repubblicani e i socialisti rivoluzionari e molti seggi andarono alla destra conservatrice. Di conseguenza ci fu un riassorbimento delle concessioni fatte al popolo da parte del governo provvisorio. Si ritornò a superare il tetto delle 10 ore lavorative al giorno, si tornò al cottimo e non si attuarono gli atelier socieaux promessi ai proletari dal governo provvisorio. 21 giugno 1848 > chiusi gli atelier, peggiore la situazione con la convocazione alle armi di tutti i giovani sotto i 25 anni. Si innesca così ì la seconda rivoluzione il 22 giugno 1848 questa volta con esiti drammatici (2.000 morti). La Francia resta sempre una repubblica, la democrazia vince sul socialismo. Nel novembre del 48 > Costituzione > Repubblica Presidenziale suffragio diretto > poteri confliggevano con il parlamento provocando una paralisi dell’attività politica. Nelle elezioni del dicembre del 48 nessun uomo che aveva promosso e partecipato alla rivoluzione venne eletto. Fu eletto a capo del paese Luigi Bonaparte. Conflitti di classe tra borghesia e proletariato. Il primo contraccolpo della rivoluzione in Francia si verificò a Vienna ad opera di studenti e professori > fuori Metternich per sempre > elezione del Parlamento a suffragio universale. A Berlino (capitale della Prussia), Federico Guglielmo IV fu costretto a convocare l’assemblea costituente > libertà di stampa, suffragio universale maschile > ruolo guida della borghesia. Il 5 maggio del 48 venne eletto il Parlamento che dibatterà sul problema dell’unificazione nazionale e non sui problemi sociali: che forma dare alla Germania unita e che rapporto con la Prussia, cosa fare dei residui feudali, che confini territoriali, includere o escludere l’Austria? (piccola o grande Germania?). Obiettivo liberalcostituzionale ridimensionato dalla borghesia che aveva paura di soccombere alle questioni sociali del proletariato come era successo per la Francia. Distruggere la feudalità significava distruggere l’aristocrazia che era la base della monarchia. Gli operai tedeschi insorgono e la borghesia si rifugia sotto le ali di Guglielmo. Il Parlamento di Francoforte decide di concedere la corona dell’impero tedesco, nell’aprile ‘49 a Guglielmo IV che rifiuta sprezzamente perché il re viene incoronato da Dio e non dal popolo. In questa occasione i rappresentanti dell’Austria si ritirarono per protesta. Si verifica una perdita progressiva della carica rivoluzionaria della borghesia che arriva a spegnersi completamente. A Praga viene dichiarata l’indipendenza con un governo provvisorio. Questa città diviene il punto di raccordo degli slavi sotto l’impero asburgico dal quale viene bombardata. In Ungheria, grazie alla strategia di un valente uomo politico Liam Kossuth, nasce un governo provvisorio liberal-costituzionale e diventa subito indipendente dall’Impero Asburgico, ma perde subito questa indipendenza conquistata quando a fianco degli Asburgo interviene la Russia degli Zar. Nel 1848 Metternich sparisce definitivamente e viene sostituito da Felix Von Sh , personaggio più reazionario del suo predecessore, ben visto dall’esercito e dalla chiesa la quale aveva in questo periodo, poteri straordinari anche in questioni pubbliche; l’esercito in stato d’assedio fino agli anni ‘50. 8 L’impero Asburgico, alla fine, ha il sopravvento sui mori rivoluzionari perché ha promesso ai contadini le terre tolte agli aristocratici che quindi avendo ottenuto ciò che interessava loro, non sono più interessati alla rivoluzione. I moti del ‘48 rientrano con le armi anche se non si può più tornare come prima (tranne in Francia da monarchia si passa a repubblica solo temporaneamente come vedremo). La restaurazione non porta più gli ordinamenti dello Stato alla situazione precedente ai moti, di fatto non si torna più agli antichi regimi, perché i governati temevano di tirare troppo la corda nei confronti del popolo e quindi temevano altre rivoluzioni. Nel 1851, la Francia rompe gli equilibri del Congresso di Vienna. La Prussia resta costituzionale e diventa il punto di riferimento degli stati tedeschi che lottano per l’unità nazionale. In Francia il primo elemento fortemente costituzionale resta il suffragio universale attraverso il plebiscito, anche Napoleone quindi non può fare a meno di tener conto del popolo. I Prussia l’assolutismo puro non può più esistere in una società che si sta evolvendo. diverso è il bilancio della questione sociale: vengono aboliti i residui feudali, è una conquista propria del ‘48, anche se concessa dal governo (questione relativa al passato). Il futuro si colloca nelle città, proprio qui nasce la sconfitta dei moti rivoluzionari: la borghesia guarda i proletari, vede che sono molti e ne ha paura. Tale borghesia passa dal liberalismo a posizioni conservatrici e moderate perché proteggersi dal proletari potenzialmente molto pericolosi. La borghesia perde progressivamente il suo ruolo di classe politicamente rivoluzionaria. Ma questo concetto non è da generalizzare in tutta Europa: per esempio in Italia ciò non accade perché la borghesia ha un ruolo ancora rivoluzionario anche se diversamente stratificato. La rivoluzione del 48 apparentemente era fallimentare nei paesi in cui si era creata, al contrario aveva modificato la situazione europea. Il risorgimento è la tappa fondamentale per la nascita dello Stato Nazionale Italiano: L’Italia diventa uno stato unito con personaggi come Mazzini, Cavour. Il termine Risorgimento assume significato di rottura con il passato, risorgere non è rivoluzione. Il 1848 quindi è molto importante, i moti hanno due fasi: 1 > successione di eventi, conquista dal basso della popolazione, liberazione dallo straniero; 1 > azione della diplomazia e iniziativa règia. Il 48 ha un significato simbolico, ideale, politico, ed inoltre con il 48 italiano la questione nazionale italiana, entra anche nella questione europea. Con il 48 il risorgimento italiano entra nella sua fase decisiva. Significato del risorgimento: aspettativa di unità nazionale. La periodizzazione del risorgimento ha prospettive diverse: 1 > inizia il 48 e finisce con l’unità d’Italia (1860-61) > prospettiva breve. 2 > rivoluzione francese, Napoleone, sino alla prima guerra mondiale > prospettiva lunga. A fine 800 si sviluppa una controinterpretazione che definisce il Risorgimento come un processo incompiuto. Gramsci > concezione secondo cui l’Italia non è mai riuscita a raggiungere la democrazia a causa delle fasi del risorgimento. Per Gramsci, il Risorgimento è una rivoluzione sociale mancata, in quanto non c’è stata una rivoluzione globale, tutto ciò ha portato al predominio della destra storica, cioè la classe dei moderati e questo potere ha limitato l’evoluzione piena delle istituzioni democratiche in Italia. Questo epilogo ha portato al regime fascista. Proprio questo tema di Gramsci, e quello di matrice liberale, si confrontano alla fine della guerra. Interpretazione Gramsciana: di matrice marxista, rivoluzione sociale mancata (rappresentante Emilio Sereni > scarso sviluppo economico e malessere). 9 Interpretazione di matrice liberale: la rivoluzione è stata una rivoluzione borghese (rappresentante Rosario Romeno > le classi moderate della destra liberale non avrebbero potuto fare scelte migliori per permettere lo sviluppo delle disponibilità finanziarie). Presupposti ideologici-politici del moto rivoluzionario: Fino agli anni 30 ci sono solo istanze rivoluzionarie, non c’è un progetto politico di fate un’Italia unita. Dopo gli anni 3i0 la situazione cambia grazie a Giuseppe Mazzini. Lui per primo pone il problema dell’unità. Nel 1831 sorge la Giovine Italia a Marsiglia, che serve a Mazzini per realizzare il suo progetto politico. Con Mazzini si passa ad una politica autonoma. Questa strategia si basa: 1. sulla consequenzialità tra pensiero e azione, cioè ogni processo politico deve contenere in sè la realizzazione politica del progetto; per Mazzini la teoria politica deve avere una conseguenza sul piano proprio. 2. Quindi ci deve essere la capacità di collegare mezzi e fini. 3. Poi ci deve essere la propaganda politica. 4. poi ci deve essere l’insurrezione. Per Mazzini, la religione è una forza etica che fa muovere gli uomini verso il concetto di bene. Programma di Mazzini: a) Unità (per la prima volta). b) Indipendenza. c) Repubblica. La Giovine Italia ha una organizzazione nazionale. Politica mazziniana Mazzini fu costretto all’esilio in Francia, Svizzera, Inghilterra andando incontro fallimenti e delusioni. I moti erano falliti, decine di morti giovanissimi tra i patrioti mazziniani. Molti giustiziati tra l’indifferenza della popolazione nella quale Mazzini aveva riposto le speranze. Il fallimento per eccellenza sta nell’impresa dei fratelli Bandiera (1844) che furono scambiati dalla popolazione per briganti e trucidati. Il Liberalismo Moderato prese la sua forza da tutti questi morti e si propose in sostituzione dei mezzi violenti di Mazzini con delle riforme portate avanti dai prìncipi d’Italia; ricerca di soluzione compatibili con l’esistenza degli stati regionali e con le monarchie lì radicate. Non solo politica ma anche motivi economici. Lega doganale anche in Italia come aveva fatto la Prussia nel 18 . Grande strumento per lo sviluppo economico: eliminare tutte le barriere per il libero commercio, è nel 1847 che iniziano le trattative preliminari negli stati italiani per creare la Lega Doganale. Vincenzo Gioberti nel 1843 pubblicò la sua più importante opera "Del Primato morale e civile degli italiani" nella quale, partendo dalla considerazione che presso altri popoli la fede religiosa era stato l'elemento di fusione e non ostacolo all'unificazione nazionale (ad esempio in Grecia nel corso della lotta contro i Turchi), egli si domandava perché la stessa cosa non dovesse accadere anche in Italia, culla della cattolicità e, come tale, maestra di civiltà al mondo. Chiesa unità spirituale della nazione e compito di assicurare l’indipendenza e l’unità della nazione, che Gioberti non considera come unità statale poiché la considera utopica. Cesare Baldo, moderato, pensa ad una confederazione di stati. Neoguelfo di Gioberti per il ruolo primario attribuito al Papa e ripiega sulla sulla proposta del Papa di farsi promotore di una lega di stati italiani accettata anche dalla monarchia perché garantiva una indipendenza dei prìncipi di ogni stato e dai democratici, così si aveva un’unità politica. Confederazione: non ha sovranità sui cittadini dei vari stati, è più stabile (forma compatibile con i prìncipi italiani). Federazione: ha sovranità sui cittadini ed è una forma di governo più stabile. 10 Nel 1846 si realizzò con Pio IX, successore di Gregorio XVI (reazionario e chiusa alle problematiche sociali), avendo un carattere aperto, istintivo, oppositore dell’Austria... Appena eletto fece una amnistia politica. Fu detto “Papa Liberale”. In tutta Italia si diffuse un’aria di entusiasmo nei confronti di Pio IX che lo costrinse a continuare ad operare in senso liberale: libertà di stampa, istituisce le guardia civica e una consulta di Stato anche con rappresentanti laici. Metternich dice che a un papa liberale non aveva mai pensato! Nel 1847 l’esercito austriaco occupa Ferrara come monito verso il Papa Liberale e con Carlo Alberto (Piemonte) che offre al Papa il suo appoggio militare. A contrasto c’erano i ghibellini (Ghibellini, Ranieri) che erano anticlericali e si domandarono che funzione aveva la monarchia Sabauda. Corrente democratico - liberalista > Carlo Cattaneo cosmopolitismo di respiro europeo, esaltazione delle intelligenze, nemmeno lui pensa ad una unificazione italiana. Rifiuto del progetto di Gioberti, insiste sulla confederazione che rispetti il pluralismo. Primo obiettivo = libertà come base della democrazia, solo se il popolo partecipa alla vita dello Stato, autonomie solo su piccole unità amministrative. Inconciliabile co i Re e co la chiesa. Non gli faciliterà i rapporti con quelli che credono nella monarchia piemontese come guida. Biennio delle riforme prima del 1848 (1846-47). Nel Piemonte di Carlo Alberto, essendo egli legato a Metternich, sale al trono con promesse di non concessioni al popolo. Ma cambia atteggiamento e comincia a concedere la libertà di stampa spinto dalla rottura dei rapporti commerciali con l’Austria, dal fallimento di Mazzini, da Gioberti e il suo federalismo. Il suo era un progetto di politica di potenza per allargare la stato Sabaudo. Il 12 gennaio del 1848 a Palermo scoppia la scintilla con Pigo e Crispi entrambi mazziniani e Crispi sarà primo ministro dal 1887 al 1897 coniando così l’età crispina e nel corso del risorgimento si avvicinerà ai piemontesi (Società Nazionale). In Sicilia e in tutto il meridione, Ferdinando II si è chiuso e non vuole nemmeno partecipare alla Lega doganale che in quei giorni è in discussione dai Prìncipi italiani. Palermo insorge, si crea una costituzione spagnola e tutto ciò accade senza che l’Austria possa intervenire (alleata dei Borboni), perché fermata da Pio IX. Alla fine di gennaio Ferdinando II concede la costituzione. Tutti gli altri sovrani italiani sono costretti a concedere la costituzione. Il fattore scatenante delle insurrezione del Lombardo Veneto sono i moti di Vienna e la cacciata di Metternich. Il 13 marzo Venezia si solleva e si nomina Repubblica di San Marco con Manin a capo di un governo provvisorio. Il 18 marzo a Milano si compiono le 5 giornate con la cacciata dei tedeschi, è una rivolta popolare (cosa che covava da tempo) con la complicità del patriziato Milanese che contava su Torino. Cattaneo era su posizioni opposte rispetto al patriziato perché temeva l’Austria e non voleva mettersi in mano del Piemonte ma nonostante questo non si tira indietro e fonda un consiglio di guerra a fianco ai rivoluzionari dimostrando una perfetta capacità strategica. Ma al governo provvisorio ci sono i rappresentanti della vecchia guardia (moderati) ai quali si uniscono i rappresentanti delle città lombarde e tutti temevano Cattaneo e le iniziative popolari-repubblicane. Il 28 marzo Carlo Alberto dichiara guerra all’Austria. Si preoccupa che i repubblicani possano prendere il sopravvento si sente in pericolo (disegni espansionistici). Carlo Alberto entra in una città già in mano dei moderati. Grande entusiasmo in Italia, Leopoldo II, Ferdinando II, Pio IX, iniziano ad appoggiare militarmente i piemontesi e volontari raggiungono il teatro di guerra. Ma l’esercito piemontese aveva dei limiti: lento, tatticamente sbagliato perché Carlo Alberto è inorgoglito da alcune scaramucce militari vinte contro gli austriaci (Pastrengo). Fece anche di peggio. Sul piano politico - diplomatico si inimicò gli alleati esponendo a 11 Milano i registri su cui il popolo poteva votare sull’annessione Piemonte/Lombardia, ancora prima della fine della guerra. Quando fu chiara l’intenzione espansionistica di Carlo Alberto, Pio IX ritirò le truppe e fu seguito in questa iniziativa da Leopoldo II di Toscana e Ferdinando II di Borbone. Ma il progetto di Carlo Alberto non parve compromesso, la città del nord votarono l’annessione al Piemonte. La repubblica svaniva... Ma le sorti della guerra si ribaltarono a luglio del 48 a Custoza; Radeski, che nel frattempo si era ritirato nel quadrilatero, riceveva rinforzi. Ad agosto ci fu l’armistizio e il Piemonte dovette rientrare nei suoi confini. Così termina la prima guerra d’indipendenza. ci fu in seguito un’alternanza tra democratici contro moderati. Ritornò l’iniziativa mazziniana. Scoppiò una scintilla nello Stato Pontificio: il ministro Pellegrino Rossi, che per la sua ambiguità era malvisto da entrambi gli schieramenti, fu ucciso, e il Papa fu costretto a fuggire a Gaeta. Lo Stato Pontificio fu trasformato in Repubblica Romana e governato da un triunvirato composto da: Mazzini - Saffi - Ermellini con Garibaldi a capo dell’esercito. Anche Leopoldo II di Toscana fu costretto a raggiungere il Papa a Gaeta e il suo stato si proclamò repubblica, un’entità stato repubblicana. Mazzini tentò di unire le due repubbliche ma i toscani si rifiutarono. In Piemonte i moderati tentarono una soluzione diplomatica che fallì (chiesero l’intercessione della Francia e dell’Inghilterra (?)). Così cadde il governo e salì Gioberti e cadde anche questo perché egli voleva allearsi al Papa e a Leopoldo II e intervenire militarmente contro le nuove repubbliche. Salì al governo una sinistra progressista. Se le nuove repubbliche (romana e toscana) si uniscono, diventano una vera minaccia per il Piemonte e così Carlo Alberto decide per l’intervento militare. Comincia la controrivoluzione > la restaurazione > gli Austriaci riportando al trono Leopoldo II, mettono sotto assedio Venezia che cade eroicamente e per questo motivo, caso raro, gli Austriaci concedono l’onore delle armi al popolo veneziano. Luigi Bonaparte (II republ. francese) interviene a favore di Pio IX, poiché, avendo già in mente un suo rafforzamento, per attuarlo ha bisogno del Papa che nel frattempo era diventato un altro: non era più il “Papa Liberale”. Da questo momento in poi, c’è un alternarsi tra il Partito d’Azione (democratici) e il Partito dell’Ordine (moderati) che pensano al processo di unificazione. Prima guerra d’indipendenza chiusa male, politicamente è più importante il fatto riguardo la decisione di Vittoria Emanuele II di confermare il regime costituzionale. Gli altri stati riprendono la politica repressiva; la libertà di stampa e di opinione che lo Statuto Albertino concedeva attira tutti i patrioti in Piemonte perché nei loro stati erano perseguitati. Il Piemonte poteva assurgere a Stato guida per l’unificazione e rare all’Italia un regime parlamentare liberale. Mazzini riprende un programma massiccio di riorganizzazione: Comitato Nazionale Italiano per organizzare i gruppi mazziniani. Restano i punti fermi di prima, ma il suo pensiero è una polemica anti-socialista a carattere interclassista. Entra in polemica con la corrente socialista. Nel 1850 G. Ferrari pubblica due opere in polemica con Mazzini: dice di fare unità con la questione sociale e fare un collegamento e cercare un appoggio con la Francia che è una repubblica. Socialista - radicale > carlo Pisacane lo accusa di fare riferimento esclusivamente alla classe borghese, insiste sulla debolezza della borghesia. Il Sud è considerato una polveriera pronta ad esplodere a causa dello sfruttamento delle masse contadine e della debolezza dei Borboni, si pensa di far partire da qui la rivoluzione. Fallimento di Pisacane a Sapri > colpo di grazia alla predicazione mazziniana. Dal 1853 tutti i mazziniani cominciano a defluire dal Partito d’Azione e si avvicinano alla “Società Nazionale” (1857) fondata da Manin e Giuseppe Garibaldi con i seguenti obiettivi: raggiungere l’unità con i liberal moderati e stimolare il ruolo guida del regno Sabaudo; questo moderalismo politico comincia a strutturarsi intorno al Piemonte. Già sotto Massimo D'Azelio conservatore si impegna all’osservanza dello statuto albertino, 12 anticlericale, modernizzazione dell’agricoltura, dell’esercito, leggi Siccardi (1850) > volontà della maggioranza piemontese di ridimensionare il potere ecclesiastico in linea con gli altri stati italiani. Il Piemonte è il presidio della libertà costituzionale anche sotto il governo di D’Azelio, sotto Cavour tutto questo si rafforza. Nel 1852 Cavour assume l’incarico di fare il nuovo governo. Connubio Cavouriano > moderati e progressisti di destra. Cavour vuole isolare le aree estreme di sinistra e di destra per avere un’ampia maggioranza intorno al suo programma che lo schematizziamo in cinque punti fondamentali: 1. libero scambio 2. centralità del Parlamento eletto a suffragio ristretto (controllo del Parlamento sul Governo) 3. difesa delle libertà fondamentali: stampa, opinione, associazione (anche se esistono i codici di sicurezza che frenano il tutto). 4. innovazioni economiche come incentivi, convenzioni rispetto ai salari, miglioramento dei processi produttivi. 5. lotta per l’indipendenza italiana ma non unificazione; Cavour pensa ad una espansione del Piemonte. Rinsalda il potere del governo, del regime parlamentare innalzandolo presso l’opinione pubblica liberale. Cavour riesce anche a relegare i mazziniani nel ruolo scomodo di partito antisistema. Può finalmente iniziare a svolgere un’intensa attività diplomatica. A questo punto attua un’impresa rilevante: tra il 1854-56, il Piemonte partecipa alla guerra di Crimea. Inglesi, francesi e piemontesi contro la Russia che vuole estendersi verso oriente. Come mai il Piemonte si trova coinvolto in questa guerra? Sono i francesi e gli inglesi che fanno pressioni in questo senso. Prima lo avevano chiesto all’Austria che aveva rifiutato per non mettersi contro la Russia essendo questa uno dei componenti della Santa Alleanza e con il pretesto di aver paura del Piemonte. Ma Cavour ha dei seri dubbi perché non vuole rischiare da combattere affianco dell’Austria, nemica d’Italia. All’ultimo momento l’Austria decide di non combattere e così il Piemonte può partecipare. Da questa guerra l’Inghilterra ricava un innalzamento del suo prestigio e la Russia viene ridimensionata. Cavour a Parigi può illustrare la situazione drammatica dell’Italia e vede subito in Napoleone III l’uomo che può dare un assetto definitivo all’Europa. Il 20 luglio si incontrano segretamente a Plombier dove stipulano un’alleanza militare che prevedeva l’intervento della Francia in aiuto del Piemonte solo se questo fosse attaccato dall’Austria, e poi una risistemazione dell’Italia a vantaggio dei piemontesi e dei francesi a danno naturalmente dell’Austria: il Regno settentrionale sotto la stato Sabaudo, al centro un sovrano parente dell’imperatore cioè Gerolamo Bonaparte, non si poteva toccare lo Stato Pontificio per non compromettere questo appoggio a Napoleone III. Nel Su d’Italia per ora i Borboni. (Attentato fallito di Felice Orsini a Napoleone III che manda una lettera all’imperatore chiedendo perdono e di aiutare l’Italia) Cavour nel 1859 permise a Garibaldi di organizzare militarmente un gruppo di volontari e di portarli a presidiare i confini con l’Austria. Questa si preoccupò, e inviò al Piemonte un ultimatum per lo scioglimento di questo gruppo di volontari. Il sovrano respinse l’ultimatum, l’Austria attaccò e scattarono gli accordi di Plombier diventando operativi. L’Austria fu sconfitta in poco tempo dall’esercito franco - piemontese. Napoleone III però, a un certo punto e unilateralmente, decise di interrompere la guerra (era stata solo conquistata la Lombardia) . Intanto il Gran Ducato di Toscana, Emilia, Romagna insorgono con governi provvisori di impronta liberale, ma a Villafranca Napoleone III firma l’armistizio (fine II guerra d’indipendenza). Egli è preoccupato per un eventuale ingrandimento e rafforzamento del Piemonte, la Prussia minaccia di allearsi con 13 l’Austria attaccando la Francia da nord. La Lombardia tramite la Francia viene annessa al Piemonte. Cavour si sente tradito e si dimette. La spinta democratica ancora una volta spinge gli eventi (l’armistizio prevedeva la restaurazione delle monarchie nei ducati), nei ducati c’è malcontento che invece volevano annettersi al Piemonte. Cavour torna e convince sulla legittimità dei ducati di volersi annettere con plebiscito. L’Inghilterra ritiene che un Piemonte vasto possa ridimensionare Napoleone III e gli Asburgo in Italia e diplomaticamente intercede. Nel 1860 Toscana, Stato Pontificio, Emilia, Romagna voto annessione al Piemonte. Ritorna l’attenzione dei democratici alla Sicilia dove vi era in atto una lotta contro i Borboni comandata dall’élite. Da lì Crispi prepara il terreno con il tacito consenso di Vittorio Emanuele II. Cavour era contrario, ma da Quarto partirono i Mille di Garibaldi e arrivati a Marsala, con l’aiuto dei guerriglieri siciliani , cacciarono i Borboni. Allora Garibaldi, sicura dell’appoggio inglese, puntò verso Roma. In pochissimi mesi il progetto dei democratici sembrò sul punto di realizzarsi; il radicalismo di Ferrari e Pisacane si smussa per potersi avvicinare alla società siciliana dove il disagio si fa più sentire. Garibaldi sarà un dittatore in Sicilia, ma abolirà la tassa sul macinato e distribuirà le terre ai contadini. Francesco II di Borbone, per cercare di salvare la corona, a Napoli concede la costituzione ai liberali, ma le voci che arrivano dalla Sicilia fanno traballare questo governo. Quindi Garibaldi a Napoli trova terreno facile e a settembre del 1860, Mazzini e Cattaneo (federalisti repubblicani) arrivano affianco di Garibaldi a Napoli. Questo Cavour e il re piemontese non possono accettarlo e convincono Napoleone III a scherarsi contro Garibaldi per evitare che l’Italia da Roma in giù diventi repubblica. Quindi Napoleone III consente il passaggio delle truppe piemontesi nello Stato Pontificio, Cavour occupa le Marche e chiede l’annessione del regno delle due Sicilie al Piemonte con plebiscito. Così trionfa la soluzione moderata e se Garibaldi, Mazzini e Cattaneo si fossero opposti, sarebbero diventati per tutti oppositori dell’unità d’Italia. Il 26 ottobre del 1860 a Teano avviene l’incontro storico tra Garibaldi e il re dove lo stesso eroe gli consegna simbolicamente la corona d’Italia. (Garibaldi non aveva nessuna intenzione di opporsi al progetto piemontese). Da qui tutto passa al parlamento piemontese che il 17 marzo 1861 proclama la costituzione del regno d’Italia. Questa è uno stato agricolo dove sono inesistenti le vie di comunicazione; l’isolamento geografico e l’arretratezza avevano portato l’agricoltura verso l’autoconsumo, poco andava sui mercati. Solo la Pianura Padana era pre-capitalistica (macchinari, salari); al centro la mezzadria, al sud il latifondo di proprietà nobiliare e piccolissima proprietà (stoppelli 2-3 aree). Italia nazione = problemi economici subito. È un’unificazione politica per intreccio di fattori politico-militari e non culturali o di popolo. Proclamazione dell’unità non vuol dire “unità”. 1. problema sul nuovo ordine costituzionale rappresentativo e la costruzione di una intelaiatura amministrativa. 2. realizzare integrazione culturale, geografica, economica dello Stato a. integrazione economica > miriade di mercati economici che ruotano intorno a gruppi d’interesse (olio e vino pugliese > Inghilterra) che tra loro non comunicano protetti da barriere doganali. b. non esiste una rete stradale o ferroviaria c. integrazione di tipo culturale > l’ analfabetismo in alcune zone raggiunge il 100%. (Tullio De mauro ha fatto studi in cui dice che il solo il 2,5% della popolazione parlava una lingua vicina all’italiano colto), 3. bisognava ricollocare la nuova entità statale a livello internazionale perché l’Italia era considerata totalmente subordinata alla Francia. 14 Il gruppo dei liberali moderati che aveva sostenuto Cavour più altri componenti liberali dell’Emilia, della Toscana, formano la “Destra Storica” che non è un partito e non va associato al fascismo; è sempre uno schieramento liberale, le ali estreme sono extraparlamentari. È un gruppo di notabili che si aggregano attorno ad una matrice ideologica fondamentalmente conservatrice, e spesso si verificano rivalità personali. Le differenze stanno nel loro retroterra economico. La componente maggioritaria era composta da proprietari terrieri, poi c’erano i rappresentanti della finanza, e una minoranza di industriali. Il modello di gestione del potere si basa su una rappresentanza stretta e ha diritto al voto solo il 2% della popolazione (50.000 elettori su 20 milioni di abitanti). Per votare bisogna essere un maschio adulto, saper leggere e scrivere, pagare 40 lire di imposte dirette (si applicano su un È un governo che ha grande stabilità (chi va al parlamento è l’espressione di una determinata classe sociale), forte e moderato liberale, autoritario, che non mise mai in discussione l’assetto costituzionale. Lo Statuto Albertino fu esteso su tutta la nazione per essendo arcaico, il Parlamento riesce a controllare il Governo e produce forte controllo sul suo operato. Marco Meriggi parla di una discreta sintonia tra stato italiano.... (la periferia riuscì a farsi sentire a livello centrale). Raffaele Romanelli > II metà 800 in tutta Europa l’unità e considerata il presupposto per l’avanzamento economico e civile, processi però un po’ artificiosi perché si scontrano con le diversità reali della nazione e forme di opposizione che impongono scelte di forza. Lo stato deve intervenire imponendo dei valori condivisi (scuola ecc). Per questo, questa unificazione parve agli italiani una conquista da parte del Piemonte, di annessione al Piemonte stesso. Da allora le forze politiche fino ad oggi discutono nel decentramento amministrativo per paura che maggiore autonomia potesse portare a processi di disgregazione statale. 1865 > Legge Rattazzi > 59 province > (circondari > sottoprefetture) prefetture (prefetti di nomina regia, potere enorme) > sindaci nomina regia. Normativa Giuridica allargata a tutta l’Italia e Codice Civile (1866). Pemontesizzazione a tutta l’Italia > figure piemontesi a capo di ogni regione italiana. 1863 > trattato commerciale favorevole alla Francia ricambio per l’aiuto dato alla Francia, favorito il vino, il sapone. Apertura ai mercati internazionali. ma subordinati alla Francia. Abbassamento dei tassi doganali provoca difficoltà all’agricoltura del sud e alle prime industrie del nord. Favorì solo l’agricoltura avanzata. destra storica favorevole alla libertà, banche e ferrovie ???? per un’accellerazione dell’economia. Banche fondamentali per combattere l’usura e per rivitalizzare l’attività economica. Senza ferrovie non c’è scambio e lo scambio è fondamentale per il mercato; su questi punti non era liberista. Non lo stato garante dell’economia ma rimozione degli ostacoli per lo sviluppo economico, esempio: migliora la ferrovia perché serve a collegare il territorio: Romanelli > lo Stato nn specula su questa costruzione. Lo Stato deve finanziare il progetto e trovare le risorse, dove? Lo Stato è in deficit. Cavour ha annesso al piemonte anche i debiti pubblici di ogni stato per trovare in queste popolazioni il consenso. La destra storica inasprì le imposte dirette (gravano sul prodotto e sull’utile e sugli immobili) e anche indirette (che si pagano all’acquisto). Emerse la natura del blocco dominante colpiti i redditi dal commercio e industria e tasse contadine + povere (tassa macinato gravava sui consumi, pane, prelevate dal mugnaio all’atto della macine - diretta - si ritoccò il prezzo del prodotto e aumentò il pane = fame per i poveri), reazioni violentissime in Emilia e Romagna, istituito lo stato di assedio. Intervento diretto dello Stato nella vita sociale - autoritaria che portò a tre distorsioni: 1) libertà dei cittadini (brigantaggio) 2) economia (aumento pressione fiscale) 15 3) istituzioni e politica (localismi generati dal centralismo amministrativo. Nel meridione la situazione nn era pacifica, già dal 1860 si era sviluppata una violenta guerriglia in Irpinia, Basilicata, Casertano, Puglia > grande brigantaggio meridionale. Già reazioni filoborboniche a Garibaldi sentimento legittimista (fiducia alla monarchia che sta crollando), il contadino avverte sempre l’autorità del signore, i cambiamenti improvvisi nn sono graditi (autunno 1860 - legittimismo + disagio morale fino al 1865). 350 bande, molte con + di 100 uomini ciascuna, (qualche decine di migliaia di filoborbonici), forte seguito popolare (Marco Meriggi - studioso). Brigantaggio > riflessi a livello internazionale perché stimolò la controrivoluzione borbonica a livello europeo; appoggiati da Spagna e Stato Pontificio, i Borboni stavano al Vaticano e volevano riprendersi il regno. Diffuso disagio morale e reazioni alla delusione delle promesse mancate da parte dello Stato: riforma fondiaria mancata, profondo distacco tra popolazione a Stato che stava intaccando una realtà meridionale > usi civici > terreno di scontro poiché qui le comunità avevano fondato un’economia, tutte possibilità di integrare un’economia povera e contadina (la legge nn faceva + tagliare gli alberi, o pascolare liberamente su terreno demaniale ecc.). 160.000 soldati (1863 legge Pica > competenza per reati di brigantaggio a tribunali militari), stato d’assedio, guerra civile. In 5 anni (61-65) controguerriglie governative violente, incendi di interi villaggi, ecc. In Sicilia ci furono problemi: 1866 > Comitato Partito Regionista che si opponeva alla legge dell’unificazione amministrativa represso col sangue dal governo. La “questione romana” prettamente politica > regioni ancora da annettere. Senato > Roma capitale d’Italia che era ancora in mano al Papa. Il Partito d’Azione Mazziniano e tutti gli ambienti si agitavano per aver subìto Roma capitale (i liberali erano gli avversari politici). Stato pontificio protetto da Inghilterra, Francia e ciò metteva in difficoltà il governo nel settore politica estera. La questione romana diventa cavallo di battaglia dei democratici per riavere visibilità nel mondo politico. Chiesa rinuncia al potere temporale, lo Stato di impegna a considerarla religione di fondamento (?) Bettino Ricàsoli > cattolico, tenta di convincere Pio IX ad una mediazione sulla questione romana. Tenta anche di ammorbidire l’intransigenza di Napoleone III. Fu rigettato da Pio IX e fu trattato duramente da Napoleone III il quale minacciò che ogni tentativo sulla questione romana da parte dell’Italia lo avrebbe considerato un atto di guerra > dimissioni Ricàsoli. Urbani Rattazzi (sinistra) > crede di poter trarre vantaggio dall’azione dal basso di Garibaldi per conquistare militarmente Roma, con volontari senza compromettere il governo (in Veneto). Clima europeo mutato e la Francia fa la voce grossa tanto da ordinare a Garibaldi di sciogliere i volontari. Ci riprovò partendo dalla Sicilia nell’autunno 62, ma fu fermato sull’Aspromonte dall’esercito italiano. Cade il governo Rattazzi nel dicembre 1862. Falliti due governi, sia moderati che democratici. Destra storica + cauta, i governi quasi opportunisti sembrano sfruttare Bismark che, diventato cancelliere di Prussia, si vuole allargare, e ciò sembra giovare alla politica italiana. M. Minghetti, più moderato, si muove con l’obiettivo di rassicurare le grandi potenze, in particolare la Francia, e con le “Convenzioni di Settembre”, risolve la questione romana difendendo i confini dello Stato Pontificio e facendo Firenze capitale. Napoleone III si ritira con le sue truppe dal Lazio ( per far tacere i democratici). A Torino il 21 settembre 1868 la città insorge, Minghetti rassegna le dimissioni. Gen. Lamarmora, destra moderato, uomo di polso. Pio IX legge nelle “Convenzioni” un sinistro presagio. Nel dicembre 64 con la sua enciclica attacca violentemente i principi liberali condannati nel “Sillabo”, vede male l’uscita delle truppe francesi del suo stato. Reazione dell Stato a catena - Luglio 1866 legge che scioglie le congreghe e gli ordini religiosi, incameramento dei beni della chiesa (palazzi, opere d’arte, libri) più terre dell’asse ecclesiastica dal 1867 all’asta accaparrate 16 dall’aristocrazia e dalla borghesia forte, non servì ai contadini. Per conquistare Venezia, alleanza Italia - Bismark (Prussia) segreta, intervento Italia in caso di guerra AustroPrussiana in cambio di Venezia. Giugno 1866: prussia contro Austria + Italia (III Guerra di Indipendenza), fallimento. A Custoza, Lamarmora fu un pessimo stratega, la più disonorevole sconfitta. rivalità tra il gen. Cialdini e Lamarmora, il primo nn portò giuste notizie. Luglio 1866, sconfitta a Lissa della marina e l’Italia perde credito agli occhi di Bismark. Invece Garibaldi vinceva aprendosi la strada nel Trentino. Bismark decide la pace con l’Austria contro gli accordi che non prevedevano armistizi unilaterali. L’Austria nonostante sconfitta, dettò legge con l’Italia, Garibaldi ritirò le truppe. Alla pace di Praga, l’Italia non fu invitata: no trento, no Trieste, si Venezia ma sempre attraverso Napoleone III. Ricàsoli dimissioni, Rattazzi sale. Garibaldi di sua iniziativa marcia su Roma. Napoleone III attacca a Mentana e sconfigge Garibaldi con fucili con retrocarica. Dicembre 1869 sale Giuseppe Lanza che chiama Quintino Sella imprenditore. svolta. 1870 > legge sul pareggio del bilancio, vero risanamento, opera meritoria. Bismark guerra contro la Francia che aveva smobilitato i contingenti in Italia > vinta, Napoleone prigioniero, Italia invade lo Stato Pontificio senza trovare difficoltà. Breccia di Porta Pia, il Papa scomunica il re. 27 Gennaio 1871 Roma capitale! Cade l’ultimo brandello del potere temporale del Papa. Marzo 1871 viene varata la legge delle Quarentige: libertà di culto, sovranità sui palazzi, congruo sostentamento. Il Papa riconferma la sua intransigenza e nel 1874 ordina tassativamente a tutti i cattolici (non expedit) di fare politica. Età dell’imperialismo (1870 - 1914) Le grandi potenze si dividono i territori che nn sono stati ancora colonizzati. Fenomeno di portata eccezionale determinato da 3 fattori: 1) 1873 - 1896 grande lunga depressione > calo prezzi agricoli > crisi agraria > conseguenza di una sorta di globalizzazione > ingresso grani americani a prezzi bassi (x esempio) > i capitali prendono la via dell’industria a scapito dell’agricoltura >sviluppo industria pesante > militare. 2) Sviluppo militarismo legato agli organi strutturati > stati maggiori legati agli eserciti permanenti degli stati. 3) Diffondersi delle teorie positivistiche e socialdarwiniste > valori società occidentale in quanto maggioritari e giusti > da esportare anche con la guerra e col sangue, sempre brutale oppressione sulle popolazioni indigene. L’impero porta impegni economici che gravano sulla popolazione, ma nn ci sono in questo caso proteste strutturate; solo il movimento operaio geneticamente oppositore alle politiche di potenza in quanto pacifista. Forse per il conseguente sviluppo economico portato dall’imperialismo è la causa delle mancate opposizioni del popolo. Fase necessaria e suprema per il capitalismo. Colonialismo commerciale quello precedente x motivi economici. Colonialismo imperialista x togliere territori ad altre potenze. Dal 1870 in poi l’imperialismo formale è sostituito dal nuovo imperialismo > annessione diretta giuridico-formale di vari territori > le colonie diventano propaggini delle nazioni colonizzate. A) 1870 - 1885 - 1ª Fase dell’imperialismo. B) 1885 - fine secolo - 2ª Fase C) Fine secolo - 1ª guerra mondiale - 3ª Fase A) > Inizio depressione, crisi agraria, le potenze iniziano a parlare di espansione, rafforzamento potere coloniale dell’Inghilterra. Altre potenze potenze fanno la stessa cosa, altre ancora procedono all’inizio delle conquiste coloniali = tensioni nelle relazioni internazionali che si collocano in Africa dove più nazioni vogliono lo stesso territorio. 17 Bismark fa un congresso a Berlino (1884 - 1885) nel quale si stabiliscono criteri precisi per la spartizione dell’Africa. B) > Stabilite le regole, si verifica un’accellerazione della politica imperialista. C) > È la fase più delicata perché nn c’è più niente da dividere, ma ci sono delle potenze che sono arrivate per ultime (Germania - Italia) e cominciano attriti tra Germania, Francia, Inghilterra (crisi marocchina), Italia in Libia. Si affacciano altre due potenze nuove: USA e Giappone. Prime forme di democratizzazione (suffragio, sindacati) determinate da forti contrasti sociali. Blocchi diplomatico - militari contrapposti, fatti da nazioni alleate che vogliono emergere, culto del prestigio e della potenza militare. Governi più conservatori devono fare i conti con il nuovo sistema capitalistico e nuovi soggetti politici (operai). La Germania è considerata da tutti un’accozzaglia di stati retti da un re insignificante, idea che svanisce dopo Bismark. Gli storici hanno coniato una categoria “Sonderweg” via per lo sviluppo della Germania, un intreccio tra protezionismo, militarismo e alleanze tra potere industriale e agrario. Guglielmo I e Bismark governano su una Germania che cresce economicamente per la produzione del carbone, diffusione dell’istruzione elementare e tecnica > specializzazione della classe operaia tedesca per l’alto tasso di scolarizzazione; modernizzazione dell’agricoltura nonostante la crisi agraria europea = stabilità della gerarchia sociale poiché nn tocca gli Junker; disponibilità di capitali, adozione di tariffe protezionistiche: si innalzano i dazi d’entrata per preservare tutti i settori dell’economia > capitalismo organizzato. Tutto questo scardina gli equilibri dell’economia europea, porta a mutamenti interni che creano alcune difficoltà a Bismark. Egli appena giunse al potere, cercò di tenere a bada gli stati meridionali che erano cattolici contro la Prussia che era protestante. Non esitò a fare battaglia contro il partito cattolico il “zentrum” (cultur kanf (?)) guerra fra culture. 1878 - 1879 > Leggi antisocialiste > alleato con i cattolici e con i conservatori. I suo obiettivo è evitare la liberalizzazione delle istituzioni politiche. 1883 - 1889 Introduce l’assicurazione obbligatoria per i lavoratori dipendenti > primo passo verso l’affermazione dello stato sociale. Richiamo ai miti per nazionalizzare le masse. La politica estera di Bismark ha lo scopo di isolare la Francia militarmente e politicamente. Voleva essere mediatore tra Austria e Russia per la questione dei Balcani. 1876 Patto dei “Tre Imperatori” tra Germania, Austria, Russia. 1877 Guerra Russia/Turchia vinta dalla Russia con condizioni tremende. Inghilterra e Austria si preoccupano della Russia troppo potente. 1878 A Berlino, durante un congresso, si riesce a ridimensionare tale potere. L’obiettivo di Bismark era quello di intervenire per nn perdere il suo controllo politico in Europa e poi il progetto di espansione nei Balcani. Evitare la guerra su due fronti: francese e russo. 1879 Alleanza militare con l’Austria (duplice alleanza) + Italia (triplice alleanza 1882). La Francia si allarma perché si sente bloccata dalla Triplice Alleanza e si militarizza. La Russia non si oppone a tale alleanza per interessi suoi, anzi rinnova il patto dei “Tre Imperatori” ma nel 1887 lo abbandona perché non ha ottenuto nulla e si avvicina alla Francia soprattutto quando va via Bismark nel 1891 (duplice intesa). L’Inghilterra si avvicina all’intesa cordiale nel 1906 (triplice intesa) quando vede crescere la potenza germanica. Bismark nn si voleva impegnare in una politica coloniale (1884) ma, messo sotto pressione da tutti, va in Africa fare conquiste. 1888 sale al trono Guglielmo II, giovane e ambizioso, i settori della società spingono per l’aggressione e trovano in lui il giusto re. Bismark sotto pressione nel 1890 dà le dimissioni quando il partito ............................. ha la maggioranza. Radici per l’assalto al mondo. 18 Unificazione germanica, politica di potenza, esercito, diplomazia, aristocrazia terriera, governo Prussiano, più centrali rispetto al caso italiano. Federico Guglielmo IV Prussiano. In tutta l’area tedesca. Hannover e Assia due stati dell’area tedesca. Caduta del Parlamento di Francoforte, il governo prussiano aveva tentato di fondare un’unione indipendente dagli altri stati tedeschi, uno stato unico con Hannover e Assia per continuità territoriale, elemento fondamentale per l’epoca. Si pose la questione di una confederazione, a questa proposta si oppose l’Assia che richiese l’intervento dell’Austria. Il governo prussiano aveva l’esercito sulle grandi vie di comunicazione e quello austriaco si mobilitò e si fronteggiarono su queste arterie ma nn si arrivò mai al conflitto > settembre 1850. Da qui nacque la necessità di formalizzare l’abbandono prussiano con il trattato di Olmuz (1850), che cancellò l’idea prussiana di fare una confederazione nella confederazione. Ebbe “ragione” l’Austria, predomino politico. I prussiani si sentirono oltraggiati sul piano politico ed economico: Austria predominio politico, però la Prussia nella lega doganale di Zollverein aveva il predominio e rifiutò l’ingrasso all’Austria nella lega. Quindi la politica dell’Austria, potenziamento, Prussia più Germania > Zollverein > sviluppo economico grandissimo con irrobustimento dei rapporti economici, condividere il destino comune, economia come collante e facilita quello che sarà il processo di unificazione. I gruppi liberali e radicali nel decennio successivo al 1848, si rassegnarono all’inattività, perdita dello slancio rivoluzionario, soprattutto in Prussia, braccati dal potere assoluto. 1858 - 59 - 60 tra l’unificazione dell’Italia e il processo di unificazione tedesco ci sono molti legami, più di quanto possa sembrare. L’opinione pubblica tedesca si rimette in moto grazie agli eventi italiani coinvolgendo l’Austria e la Francia (ns II Guerra d’Indipendenza). L’opinione pubblica si divide tra simpatizzanti per l’Italia, altri temono la Francia, nemica storica, rafforzamento del suo potere in Italia a scapito dell’Austria e chiede l’alleanza con essa con una soluzione “Grande Tedesca”. La sconfitta dell’Austria con la Francia, la screditò molto tra gli stati tedeschi rafforzando il ruolo di stato leader della Prussia. Settembre 1859 “Movimento dell’unione nazionale tedesca” ( Prussia leader), si sviluppò tra gli stati settentrionali più convinti della soluzione “piccola tedesca” La “società delle riforme” si batteva per l’applicazione della costituzione concessa a mai applicata, per una limitazione degli Junker, aristocrazia potentissima, conservatrice, timorosa della Prussia, avrebbe voluto un governo austriaco. Modello Politico Prussiano 1) Rigido autoritarismo, 2) sostanziale marginalità delle istituzioni politiche (parlamento e borghesia) 3) predominio di un blocco sociale sbilanciato verso la grande proprietà terriera conservatrice. 1 + 2 + 3 = alla conseguenza di dover difendere uno stato diviso in due con doppi confini (geopolitico); dal punto di vista sociale la presenza degli Junker, classe fedele alla corona, che ha ricambiato con le più alte cariche (magistrature...). Dopo barlumi di liberalismo nel 48 si ripiombò in un semi-assolutismo, anche se c’era una costituzione, Bicamerale: senato di nomina regia in teoria, in pratica è ereditaria e vitalizia (Junker); Camera (Lantag) sistema di voto basato sulla ricchezza (un voto di un ricco voleva per esempio quanto cento poveri) sempre Junker presenza assoluta . 1862 ottobre nominato Bismark cancelliere, figlio di proprietari terrieri Junker anche lui, odiava il liberalismo e la democrazia. Non puntò mai all’unificazione della Germania, ma puntava all’espansione prussiana nell’area tedesca. Uso della forza. Prioritaria l’autorità dello stato per non avere un regime arbitrario > real politic vs la politica dell’utopia (48). Eredita una situazione complessa perché è venuto meno il rapporto tra corona e parlamento. Lo stato maggiore prussiano voleva un incremento dell’organico dell’esercito ma dal 1857 le forze liberali iniziano a compiere tentativi per sottoporre a regime parlamentare le forze militari. Dal 1861 il partito progressista ha una forte 19 rappresentanza nel Lantag perché sta diventando più ricca e con più possibilità di accedere alla Camera. Nel 1862 si sciolgono le camere per attenuare questa opposizione liberale contro l’esercito nn approvando il bilancio per finanziare i militari. Guglielmo I conosce bene Bismark e lo chiama al governo e fa passare la manovra finanziaria per il rafforzamento dell’esercito. Bismark è l’unico uomo forte, meno compromesso dal liberalismo. Non considera proprio la camera e si avvale dell’appoggio della Corona, dei militari, ecc. nn considerando la borghesia che nn ha ancora identità politica: 1ª tappa > unificazione; 2ª tappa > diplomazia internazionale = accattivarsi la benevolenza dello zar di Russia, sfrutta una rivoluzione in Polonia che Alessandro I nn riesce a domare e Bismark soffoca la rivoluzione al posto suo con truppe fresche. Alessandro I sempre grato a Bismark. Con la Francia gioca con le ambizioni di Napoleone III facendogli credere che appoggia le sue espansioni; 3ª tappa > vs la Danimarca 1864, due ducati sotto la Danimarca in lingua tedesca, nn tolleravano, ricusano la successione di Cristiano IX in linea femminile e si ribellano difesi dall’esercito prussiano che passano sotto l’amministrazione Austria-Prussia. Uno dei due ducati, sul mare del Nord, molto lontano, molto lontano dall’Austria, Bismark vuole far passare la sua politica per disinteressata e screditare l’Austria che invece vuole espandersi nell’area tedesca. L’olstain vuole sottrarsi all’Austria con cui non c’è contiguità territoriale (Mare del Nord) è uno stato tedesco. Guerra Prussia/Austria, vince in Boemia e termina la guerra imponendo all’Austria alcune clausole sulla confederazione, per nn calcare la mano, per nn spaventare ancor di più quegli stati tedeschi meridionali che già temevano la Prussia e si sarebbero alleati con la Francia e la Russia; e lì Bismark nn ce l’avrebbe fatta e infatti si fermò. Bismark aveva già rapporti con Napoleone III soprattutto di neutralità; guarda agli stati tedeschi del sud con spinte autonomiste appoggiati dalla Francia. Bismark vuole lo scontro con Napoleone III: 1870 casus belli: Isabella II di Castiglia perde il trono e viene proposto dagli spagnoli a un cugino del re di Prussia; questo per Napoleone III significa accerchiamento. In realtà il principe rifiuterà. Napoleone III va da Guglielmo I chiedendo rassicurazioni su trono di Spagna, no ai prussiani. Bismark fece circolare un dispaccio in cui diceva che il diplomatico francese era stato cacciato a calci, notizia falsa ma in Francia l’orgoglio nazionale portò a dichiarare la guerra alla Prussia. Esercito francese viene sconfitto e Napoleone III abdica e i piccoli stati tedeschi del sud, facendo prevalere un nazionalismo tedesco, non si affiancano più alla Francia ma confluiscono a fianco di Bismark. Pace di Francoforte 1871 > Alsazia e Lorena a Germania, debito di guerra enorme e nascita del II Raich (?) - II Impero tedesco. Restavano nella forma confederale 25 stati che davano potere assoluto a Guglielmo I (re prussiano). Cancelliere Bismark (prussiano), indipendente dalla fiducia delle Camere, solo sotto l’imperatore. Parlamento formato da due Camere, 58 rappresentanti, 25 Stati, 17 alla Prussia (maggioranza relativa). Altra Camera a suffragio universale maschile. Affinità dei processi unitari Italia/Prussia; prodotte entrambe dall’alto (Prussia/Piemonte); Piemonte liberale, Prussia assolutismo; Piemonte rapporti con i liberali degli Stati italiani, Prussia accordi presi solo con i sovrani di ogni stato. Analisi della sinistra storica: Italia dell 800, degli anni 70; dopo la comune di Parigi > agitazione classe dirigente (liberali) che diventa consapevole delle questioni sociali. Per la prima volta si manifesta la questione meridionale. Ci furono inchieste igienico - sanitarie 20 (Agostino Bertani medico promotore) sulle condizioni di vita dei contadini (molto approfondite). Nel 1885 un’alta inchiesta ufficiale > fotografa la situazione di tutti i comuni del Regno d’Italia dal punto di vista sempre igienico - sanitario > il Parlamento se ne interessa. Primissimi processi di industrializzazione in alcune zone > il proletariato urbano comincia ad affrontare nuove situazioni. Strutturale ristrettezza dello stato liberale, delle basi, inadeguato a dare risposte a queste esigenze degli stati subalterni e classi lavoratrici (questione sociale). In Italia ogni classe non è adeguatamente rappresentata. A partire dagli anni 70, la questione si lega a due forze: Movimento Operaio Socialista (nuovo), Movimento Cattolico (forza antica). Società di Mutuo soccorso > prime associazioni, movimenti di carattere paternalistico promosse da una borghesia illuminata ma che vuole mantenere inalterati gli status quo. Idomeneo Barbadoro > primo famoso storico dei sindacati. Subiscono influenza mazziniana > forme di resistenza della classe padronale, non per rivendicazioni economiche ma più in senso sindacale, ma tale influenza iniziò a a disperdersi perché Mazzini dichiara esplicitamente di essere contrario alla Comune di Parigi a così si aliena le simpatie delle classi popolari. Garibaldi indirizzo le nuove generazioni di orientamento democratico verso il socialismo prima ancora di una vera propria propaganda socialista (nascita di un moderno proletariato di fabbrica). L’operaio italiano si occupava di tutto > compiti variegati. Bakunim > lotta contro lo Stato. Andrea Costa > leader degli anarchici italiani > 1881 fonda il PSR di R ( Partito Socialista Rivoluzionario di Roma), fu eletto deputato nel 1882 e fu il primo deputato socialista e primo sindaco socialista di Imola. Industrializzazione > Piemonte - Lombardia - Pianura Padana > moti bracciantili nel Polesine con esiti positivi > raddoppio della quota di prodotto. Nelle fabbriche resistenze operaie e formazioni sindacali, si uniscono per dare vita al Partito Operaio Italiano; tre rivendicazioni: 1 economica, 2 sindacale, 3 normativa (aumento salario, riduzione ore di lavoro, tutela lavoro femminile e minorile). Distacco del movimento operaio dalla sinistra più radicale risorgimentale, detta estrema. Si distaccano anche alcuni intellettuali come Anna Kuliscioff e Filippo Turati e fondano la Lega Socialista. Unione di tutte le organizzazioni in un partito e si verifica la definitiva separazione dei socialisti dagli anarchici e liberali italiani (1892). Ampiezza dei consensi anche dei braccianti agricoli. Distacco movimento sindacale e movimento socialista. Sindacati > strutture orizzontali (tutti i lavoratori); strutture verticali (per categorie di mestiere). Dagli anni 70 i cattolici cominciano ad emergere. Quasi tutti fedeli al pontefice e ostili allo stato risorgimentale. Opera dei congressi > organizzazione nazionale per fare incontri per decidere gli indirizzi delle opere caritative e del proselitismo > 1880 impegno sociale di tipo moderno. Usura > canale per l’acquisizione delle terre. Casse rurali > polmone finanziario per il mondo contadino in difficoltà. Anche associazioni di sostegno di tipo interclassista. Leone XIII > Rerum Novarum > cattolicesimo sociale (Giuseppe Toniolo). C’è anche una corrente moderata che spinge a una riconciliazione fra Stato e Chiesa. I grandi finanzieri e proprietari cattolici avevano gli stessi interessi degli altri finanzieri (contrastano la crescita del Partito Socialista). Muore de Pretis (1887) > Crispi 1887 - 1896 età crispina, lo Stato come strumento di potenza, estensione sul piano internazionale, esercitare forte pressione sulla società (autoritarismo più imperialismo intrecciati) > disagio dell’opinione pubblica e crisi delle istituzioni politiche (mai sopiti gli irredentisti). Crisi istituzionale > uomini politici in questioni amministrative tanto da creare clientelismo e voti di scambio. 21 Crispi > da posizioni radicali ad accettazione del principio monarchico fino a una concezione quasi statalista. Fu lui a incitare Garibaldi nella spedizione dei Mille. Concetto di totale annullamento del cittadino a favore del bene comune dove prima era l’Unità d’Italia, con Crispi è lo Stato > assimilazione delle masse all’interno dello Stato quindi considera ostacoli i sindacati e il Partito Socialista non ancora creato ma in fase movimentistica > ostacolo al tentativo di optare le masse all’interno dello Stato. Uomo forte per la classe dirigente italiana > punti fondamentali della sua politica: 1. Profonda riforma dello Stato; 2. Connotazione aggressiva delle alleanze internazionali (Triplice Alleanza); 3. Acquisizione di colonie in Africa. 1887 - 1891 > approvati provvedimenti legislativi per portare a termine l’accentramento dello Stato: i Prefetti diventano anche strumento di pressione politica sulle amministrazioni locali. 12 febbraio 1888 > legge che amplia i poteri del governo esecutivo. 22 dicembre > approvata la riforma sanitaria, interesse pubblico alla tutela della salute del cittadino. Crisi politica fine secolo in Italia. Starabba Rudinì successore di Crispi. Romolo Murri democratico cristiano > coinvolgimento cattolici nella politica. 1889 > aumento del prezzo del pane > rivolte partite dal Salento (Gallipoli), crisi fine secolo. Muore Umberto I per mano di Gaetano Bresci. Svolta nella politica italiana. Zanardelli - Giolitti > Sinistra Costituzionale. Le nuove generazioni imprenditoriali guardano ai sindacati come normali interlocutori, non costituiscono più un problema. Trasformazione anche all’interno dello stesso partito socialista > orientamento riformista per estendere la democrazia attraverso le riforme > graduale evoluzione del movimento operaio. Apertura e mediazione politica tra le parti. Dal 96 in poi, ripresa economica, sviluppo industriale, ampliamento delle libertà politiche. Convergenza tra socialisti e liberal progressisti. La Gran Bretagna e l’egemonia mondiale Nel 1900 prestigio dell’Inghilterra fortemente ridimensionato. Cosa sta accadendo? Inghilterra medio - vittoriana (1846 - 1875); analisi tra il 1837 e 1891. Grande balzo: revocate le leggi sul grano, inizia un grandissimo processo di espansione economica, la vita delle classi popolari migliora sensibilmente, notevole stabilità in terna, sviluppo di tutta la società civile, ristrutturazione di tutto il sistema politico, il bipartismo diventa un modello per tutte le altre democrazie, logica dell’alternanza. I liberali dominano dal 55 al 74 quasi ininterrottamente. Disdraeli, sui generis, molto aperto, allargamento del suffragio, allarga la rappresentanza dai ceti medi in su e furono proprio i conservatori a pagarne le conseguenze, fu come un boomerang per i conservatori. Limitazione della corruzione > legge che istituiva i concorsi pubblici, abolizione venalità gradi dell’esercito, introdotta la segretezza del voto, piano riordinamento tribunale penale unificati nella Corte suprema, tutela del lavoro femminile e minorile, sabato non lavorativo, la classe lavoratrice non era più un pericolo rivoluzionario grazie alle sue ottime condizioni di vita, il socialismo cominciò a scomparire e a confluire nel liberalismo costituzionale di Gladstone. Lib lab (liberal labour) liberalismo diventa popolare > peculiarità inglese > rivoluzione nell’esercizio del governo pur essendoci una parte di democrazia referenziale (classi superiori con cessioni alle classi inferiori). Questione irlandese > autonomia dall’Inghilterra anche con atti terroristici. Gladstone adottò solo alcuni provvedimenti palliativi che comunque portarono alla nascita di un movimento moderato in Irlanda. Dopo il 1870 lo sviluppo industriale non è una prerogativa inglese, ciò è dovuto non a ristagno economico, ma all’intervento di Germania e Francia sul mercato (prima era 1/3 della produzione mondiale, 1/5). Rallentamento forte dell’economia, l’impero coloniale è comunque una risorsa politica ed economica; nonostante una perdita sul piano quantitativo della produzione, resta il concetto di primato nell’opinione pubblica inglese. 22 L’ampiezza dei traffici commerciali con le colonie, questa magnificenza su scala mondiale, nasconde agli occhi degli inglesi l’arretramento inglese sul piano industriale. Ciò garantisce alla classe dirigente di mantenere un’economia aperta (?). Disdraeli. 1878 Cipro viene acquisita dall’Inghilterra, interviene duramente in Afganistan, sancisce il suo dominio sull’India ne 1876 > Vittoria imperatrice dell’India. Crisi agraria in Inghilterra non a causa della concorrenza ma per mancanza di raccolti. Gladstone. 1885 Riforma elettorale (5 milioni di votanti); responsabilità oggettiva dell’imprenditore sugli infortuni sul lavoro; politica estera (Egitto - Suddan); Irlanda di nuovo causa della caduta Gladstone, problemi all’interno dello stesso partito liberale (vedi Chamberlan - Salsbury). Esclusi dal voto comunque tutti i domestici e gli uomini adulti che vivevano ancora con i genitori. Nè liberali, nè conservatori riusciranno a frenare quel processo di decadimento partito dal 1870 dell’economia inglese. Passaggio 800 > 900, oligarchia > forme di stato più organizzate, nuove organizzazioni politiche, socialisti e cattolici a larga base popolare > difficile la legittimazione da parte delle classi popolari per i liberali. Germania > caso esemplificativo di struttura di potere autoritaria. Anche nei paesi dove si è consolidata la prassi parlamentare, si creano strumenti per la manipolazione del consenso verso le masse. Per stati e governi si sente la necessità di integrare le masse non solo con l’esercito e scuola (nazionalizzazione) ma anche comunicazione di massa, cerimonie pubbliche. Inizi del 900 rivendicazioni di nazionalità negli stati multietnici (Austro-Ungarico, Russia, Ottomano, ecc) diverse da quelle dell’800: nazionalismo di stato con funzioni di rafforzamento di identità, mobilitare le masse popolari e legarle allo stato; altro nazionalismo antagonista rispetto allo stato, molto più conservatore e bellicista, non liberale e democratico, xenofobo, antisemita, razzista aggressivo (epoca di grandi emigrazioni e quindi aumento dei contatti tra popolazioni diverse). Chamberlain > protezionismo per trovare stabilità economica > i conservatori si opposero (camera dei Lords) > dimissioni Chamberlain. Ritorno dei liberali inglesi, 377 seggi nella camera dei comuni. Labour Party (?) > partito a favore dei wing nato nei primi del 900, appoggio politico ai liberali e Irlandesi. Crisi costituzionale in Inghilterra risolta grazie all’abolizione del veto per i lord nel settore finanziario. Suffragette > donne che si battevano per il diritto di voto. In USA > solo diritto di voto. In Inghilterra > era uno degli obiettivi, inoltre: diritto istruzione, professioni, proprietà, diritti estesi del mondo femminile. Problemi: scioperi, questione Irlandese, suffragette. Aspit > sulla questione Irlandese > progetto di autogoverno (home rule) 1912 sempre bloccato alla camera dei Lord. Sin fein > noi soli (in irlandese). Poca chiarezza in Ingh in questo inizio di secolo nonostante la tradizione democratica consolidata. La Francia nel passaggio di secolo Caso Dreyfus, il nuovo governo dà l’amnistia ed è guidato da un repubblicano, per la prima volta in Europa, un ministro socialista: Milleran. Blocco delle sinistre > 1902 vince di nuovo > Combes guida il governo > colpisce le chiese come roccaforte del conservatorismo > il governo non sovvenziona il clero. La popolazione rurale chiedeva assistenza allo stato. Gli impiegati dell’amministrazione pubblica vollero legarsi alla federazione nazionale sindacale (Confederazione Generale del Lavoro) > repressione da parte dello stato ma anche qualche concessione sulle clausole assistenzialistiche. I conservatori, su queste scollature sociali basarono la loro vittoria elettorale nel 1913, ma solo un anno dopo la situazione si ribaltò a favore dei socialisti (i conservatori avevano aumentato le imposte dirette e di un anno la leva obbligatoria). Quindi, alla vigilia 23 della prima guerra mondiale, La Francia si presentava politicamente instabile. Contrapposizioni che spingono a cedere alle provocazioni della Germania. In Germania Bismark caduto, segue Von Caprivi; Guglielmo II fu contro tutti i cancellieri che seguirono facendo il gioco dell’alta finanza che gli garantisce stabilità di potere sempre più a destra, più militarista, più autoritaria e la funzione del cancelliere viene ridimensionata. Politica espansionistica, ampliamento dell’esercito, riarmo navale. L’Inghilterra cercò di porre un freno a questi armamenti considerandosi invincibile sui mari e anch’essa si riarmò. Si avvicinò all’Intesa Cordiale che era contrapposta alla Triplice Alleanza. L’Impero Asburgico (Austro - Ungarico) Dopo la sconfitta da parte di Bismark, l’Ungheria reagì (più progrediti e ricchi) con un compromesso: unità monarchica con autonomia amministrativa tra Austria (Cisleitania) e Ungheria (………………). Negli anni 90 messo in crisi il movimento nazionalista Ceco “Giovani Cechi”; nel 1891 risultato elettorale nel parlamento Boemo > Ceco separato dal Tedesco > bilinguismo in Boemia e Moravia > ostilità delle popolazioni tedesche di queste due regioni che volevano addirittura unirsi alla Germania. Nel 1898 > stato d’assedio, bilinguismo revocato > questione Ceca irrisolta e comunque i cechi non volevano l’indipendenza ma solo una maggiore autonomia. Età Giolittiana Svolta con forti permanenze nel passato. Primi 15 anni del 1900. Giolitti, chiamato da Vittorio Emanuele III, fu in carica da 1903 al 1914 con due interruzioni (1905/06 1909/11). Zanardelli - Giolitti > governo di prima svolta orientato verso lo sviluppo dell’economia e l’industria e relativa tolleranza nei confronti del mondo del lavoro: Stato neutrale nei rapporti sociali ed economici. I socialisti per la prima volta non votarono contro il governo liberale ma si astennero. Nel 1901 - 02 ci furono scioperi e grandi agitazioni nelle campagne meridionali; Giolitti, come ministro dell’interno, impose una ricomposizione dei rapporti di classe, aumento degli stipendi, riconoscimento delle strutture sindacali che presero fiducia (Federterra). Nel 1902 > normativa che tutelava il lavoro delle donne e dei fanciulli. Novità assoluta: ufficio del lavoro; municipalizzazione dei servizi > passaggio gestionale ad aziende pubbliche comunali: apre spazi di grande autonomia ai comuni (acqua, fogna, elettricità). Di fatto, in Valpadana, cioè dove esistono leghe organizzate, avviene la svolta, cosa che non avviene in Meridione dove le repressioni vengono effettuate nel sangue. Nel settentrione non si interviene nello sciopero, anzi lo si fa rientrare con soddisfazione di entrambe le parti; al Sud, no! E questa è una delle contraddizioni del governo Giolitti. C’è anche una forte componente di clientelismo a soddisfare gli interessi di gruppi più forti. Il diritto allo sciopero non è riconosciuto a livello legislativo e non si interveniva dove venivano lesi gli interessi di potenti industriali su cui si basava il governo Giolitti. Con Giolitti si rafforza lo Stato e con lui il primo ministro soprattutto rispetto al re. Non c’è una Costituzione scritta. Aumentano le spese militari (21% del bilancio statale), l’esercito si sente separato dallo Stato ma in rapporto diretto con la Corona, non ci sono leggi che obbligano l’esercito all’obbedienza allo Stato, aumentano i poteri dei Prefetti (punto di raccordo tra centro e periferia) cioè manipolazioni per la riuscita dei candidati governativi, ipertrofia della burocrazia, Giolitti costretto a regolamentarla. Pur di rimanere la potere, Giolitti fece ricorso anche a coercizioni, considerato dai contemporanei un doppia faccia. Giolitti era un liberale (sinistra - liberale), poi sono le contingenze che lo spingono a compiere azioni non tanto liberali perché si tratta di ordine pubblico, altro aspetto contraddittorio di questo periodo. La borghesia non aveva un partito per contrastare i socialisti e i cattolici. Grande capacità di creare grandissime maggioranze parlamentari sulla scia di De Pretis. I radicali entrano a pieno tutolo in questa maggioranza dimostrando quanto 24 potesse essere variegata, geneticamente incline all’opposizione. Secondo Giolitti, senza socialisti e cattolici non si può mantenere il potere. La Federterra ha una forza enorme, nel suo programma parla di condivisione della terra, ma non ha consensi al Sud. Un’organizzazione intercategoriale (Camera del Lavoro), politicizza i lavoratori verso i socialisti, lascia ad altre organizzazioni le rivendicazioni di categoria. Turati > riformista, socialista la quale si poggia Giolitti. Dopo il 1902, intransigente, rivoluzionaria, l’opposizione di sinistra all’interno del partito socialista (sindacalista rivoluzionario), si verifica un inasprirsi delle rivolte padronali, questa è la causa della nascita di questa corrente. Nel 1904, Labriole, un intellettuale meridionale, proclama lo sciopero generale a causa delle rivolte meridionali represse nel sangue da Giolitti. Giolitti ottiene da Pio X un appoggio che gli sarà fondamentale > rafforzamento dei clarico-moderati. Elezioni del 1904. Integrazione del movimento cattolico legato ai liberali. Giolitti fu costretto ad alimentare con favoritismi che fecero sprofondare ancora di più il mezzogiorno - compromesso con i cattolici. Lo sciopero generale fu un fallimento. La parte riformista riprende il potere del partito socialista nel 1906, cioè il controllo del partito. Le organizzazioni sindacali trovano una base comune con la fondazione della CGIL che rifiuta la componente sindacalista rivoluzionaria che però non sparisce. Giolitti si riavvicina al riformismo e ai rappresentanti delle fabbriche legati a questa corrente, che vogliono la protezione dello Stato e Giolitti gli va incontro. Tutto questo porta ad un nuovo equilibrio delle finanze pubbliche > riconversione delle rendita: Giolitti abbassa gli interesse sui titoli di Stato e quello che guadagna lo reinveste in settori produttivi, infrastrutture e gestione di servizi prima gestiti da privati (es. 1903 > servizio telefonico, 1905 > statizzazione delle ferrovie). Comunque lo strapotere dei gruppi industriali non fu ridimensionato. Crisi economica già dal 1907 a livello internazionale. Nel 1909 scioglie il parlamento: fu un’uscita strategica per poi rientrare con un’altra maggioranza. Riedizione ampliata rispetto a quella del 1904, con i cattolici che scendono ancora più in massa > idea di polarizzazione della società e della politica: sinistra da una parte e cattolici dall’altra, politica che si rispecchia nella società. Nel 1910 Confindustria come risposta alla Confederazione del Lavoro > radicalizzazione dello scontro. Investimenti verso i Balcani, connotazione imperialistica. Nel 1911 Giolitti torna al governo con proposte innovatrici: monopolio statale sulle pensioni di vecchiaia e invalidità, suffragio universale maschile anche per i maschi analfabeti. La massa rurale è appannaggio dei cattolici, quasi un suicidio per Giolitti che si trova a dover fare i conti con un nuovo elettorato. Filippo Meda e don Romolo Murri hanno una rappresentanza politica elevata. Elezioni 1913. Giolitti entra in contatto con Gentiloni con un patto in cui si stabilisce che i cattolici avrebbero appoggiato coloro che sarebbero andati contro gli anticlericali. L’elettorato passa così dal 7 al 24%. Il Patto Gentiloni fu una barriera alle forze di sinistra. Così Giolitti ebbe una consistente maggioranza, ma nei fatti fece emergere la parte conservatrice del blocco sociale che sosteneva Giolitti; radicalizzazione del conflitto sociale anche a causa dell’intransigenza delle forze di sinistra che limitano di molto i margini di manovra del capo del governo; contrapposizione degli industriali emergenti, siderurgia e meccanica chiedono una guida più precisa da parte dello Stato nell’economia. Corriere della Sera > Luigi Albertini direttore, conservatore, grande influenza sull’opinione pubblica, convergono anche gli ambienti economici liberisti e anche Sonnino e Salandra. Problemi per Giolitti. Grandi movimenti, crisi positivistica. Rivista “Il Regno” (Enrico Corradini) > destra nazionalista: mito Corradiniano “Italia proletaria” che deve lottare all’interno di un programma imperialista: no a nuovi territori ma spazio vitale (base per i 25 totalitarismi). Il ceto medio si sente insidiato dal proletariato. L’Associazione Nazionalista Italiana > culturale, ideologica (1910), si lega con gli industriali emergenti che non vedono la politica giolittiana capace di facilitare il loro sviluppo (no ai mercati internazionali). Stato Corporativo dei Produttori sostenuto dall’Associazione Nazionalista Italiana. Per questo Giolitti fu costretto a darsi ad una politica espansionistica (Impero Ottomano) e nel 1902 giunge ad un accordo preventivo diplomatico con la Francia in merito alle colonie riconoscendosi a vicenda le aspirazioni sui territori africani (Marocco - Libia). Non ci furono grandi operazioni, solo riconoscimento preventivo sui diritti dell’Italia sulla Libia. Giolitti odiava l’Austria perché si era appropriata della Bosnia -Erzegov. e tende ad infiltrarsi in Albania e a non sedare gli irredentisti di Trento e Trieste. Giolitti dichiara di aver preso la Libia anche se ciò non era vero a causa della forte resistenza delle popolazioni indigene; politicamente è ben riuscita perché così Giolitti voleva riconquistare quel potere che stava perdendo, ma non ci riesce soprattutto con il blocco della legge sul monopolio sulla previdenza. Ritirata strategica di Giolitti per poter poi ritornare con un maggioranza più malleabile am ormai il blocco conservatore si è consolidato e mette al suo posto Antonio Salandra. In Europa Germania > forte crescita economica; Inghilterra che tendeva ad uscire dal suo splendido isolamento; forti contraddizioni in tutti gli stati europei. Germania > Guglielmo II e la sua politica: elemento scatenante il suo aggressivo militarismo che preoccupava l’Inghilterra. Attivismo coloniale in Medioriente della Germania in Turchia (ferrovia delle tre B: Berlino, Bagdad, ……………). Svolta nella politica estera inglese all’inizio del 1900 (1904), accordo diplomatico, riconoscimento reciproco delle colonie tra Francia e Inghilterra rispettivamente su Egitto e Marocco (Intesa Cordiale). Fallisce invece il tentativo di Guglielmo II (la Francia già vicina alla Russia) di separare la Francia dalla Russia appellandosi al loro stato di impero facendo leva sull’idiosincrasia di Nicola II verso la repubblica (la Francia lo era). Ma lo zar non può fare a meno dell’aiuto economico francese e per questo l’accordo fallisce (1905 accordo di Biorco). Nel 1907 Inghilterra - Francia - Russia stipulano l’accordo militare (Triplice Intesa). Russia ridimensionata dopo la guerra in Asia (Giappone) distrutta la flotta Russa, e per questo l’Inghilterra considera ormai la Russia inoffensiva. Aumenta così l’isolamento tedesco. Crisi marocchine: 1905, Guglielmo II si presenta a Tangeri per difendere il Marocco contro la Francia che in quel momento è debole, di fronte alla minaccia di Guglielmo II si ritira. Ma Guglielmo vuole strafare e organizza una conferenza in Spagna (primavera 1906) vicino allo stretto di Gibilterra, in cui le potenze europee non danno il protettorato alla Germania ma alla Francia! Guglielmo II esaspera i rapporti con l’Inghilterra e comincia a produrre corazzate dal 1906. L’Inghilterra propone un accordo sulla limitazione agli armamenti che Guglielmo II rifiuta, anzi, dice che farà un accordo solo se l’Inghilterra esce dalla Triplice Intesa. È una provocazione. Guglielmo continua a dimostrare le sue pretese sul Marocco. Approfitta dei disordini a Fes per contestare il protettorato alla Francia e posiziona una nave. Minacciato dall’Inghilterra pronta ad un conflitto armato, si ritira e costretto a firmare un accordo (1911) dove la Francia ha il dominio assoluto sul Marocco ma ottiene una parte del Congo francese adiacente ai domini coloniali che i tedeschi hanno in Camerun per non umiliare troppo la figura di Guglielmo II per evitare grosse crisi che possono rompere l’equilibrio europeo. 26 Ma Guglielmo II continuò la sua politica aggressiva nei Balcani che però erano in rapporto esclusivo con l’Austria. A sua volta la Germania lo aveva con la Turchia. L’Austria voleva controllare la Serbia, la Russia fomentava e voleva il controllo degli stretti. Nazionalismi che si creavano dalla frammentazione dell’Impero Ottomano. L’Inghilterra per un secolo sempre coerente, no alleanze, controllo vie comunicazione, mediatore ideale, potenza tra le parti, tutto questo solo fino alla fine dell’Ottocento. Poi era entrata in competizione con le altre potenze europee e così cade il suo ruolo di mediatrice anche per tutelare i propri interessi sui Balcani. Attentato di Sarajevo in Bosnia, attentatore Serbo contro Francesco Ferdinando d’Asburgo, erede al trono. Clima di esasperazione nazionalista (tra Impero Ottomano e nuovi stati che stavano sorgendo dalla sua disgregazione). Qui si concentrano gli interessi delle potenze europee. Questi stati balcani, per forte nazionalismo, sono disposti a farsi appoggiare dalla Russia. Dall’attentato, una serie di reazioni a catena, Austria vede la Serbia, dietro questo episodio ed è un'occasione per toglierla di mezzo a causa delle sue pretese. Ultimatum > rifiuto della Serbia per presenza Austriaca; 28 luglio 1914 dichiarazione di guerra. Risponde la Russia mobilitando l’esercito al confine Austro - Ungarico, poco dopo è totale su tutto il territorio. Atto visto dalla Germania come una provocazione, ma di fatto non era una mossa politica ma tattico strategica (difensiva), la quale inviò un ultimatum alla Russia di ritirare le truppe e uno alla Francia di neutralità. La Russia rifiuta, la Francia è esitante. E la Germania il 3 agosto 1914 dichiara guerra alla Francia, non scelta politica ma tattica anche perché la Germania già dall’inizio del 900 mirava all’espansione in Europa (piano Von Slieffen ?); guerra lampo contro la Francia e in seguito sulla Russia con una presumibile guerra più lunga. Invasione attraverso il Belgio (punto più debole e Stato neutrale calpestato) della Francia. Questa violazione fa schierare l’Inghilterra contro la Germania (4 agosto). Entra in guerra il Giappone con l’obiettivo di subentrare alla Germania su alcuni territori in Oriente. Autunno > Impero Ottomano e Bulgaria (per ostilità contro la Serbia) con la Germania. Poi USA per motivi economico - finanziari. Perché l’attentato di Sarajevo non ha portato una III Guerra Balcanica ma una guerra mondiale? Perché per la prima volta una grande potenza europea è interessata? (Austria). Non si può parlare di competizione coloniale come unico motivo della 1ª Guerra Mondiale. I motivi sono altri: Inghilterra in rotta con la Germania per il dominio sui mari e la fine dello splendido isolamento inglese; la questione dell’Alsazia e della Lorena sottratte alla Francia da Bismark considerata come una vera e propria mutilazione; la questione coloniale aveva in passato creato occasione di conflitto tra potenze, momenti di tensione acuta tra potenze emergenti (USA Giappone) e potenze europee (Spagna, Russia, ecc). Il fattore che in assoluto attira l’attenzione degli storici è la Germania > instabilità politica nel cuore dell’europa: grande potenze con poche colonie, territori frammentati senza contiguità, vuole impossessarsi dei territori anche lontani solo perché hanno lingua tedesca; comincia a serpeggiare tra la popolazione l’idea della razza pura. I militari vogliono togliere il Congo al Belgio, le colonie alla Francia, considerati stati piccoli per avere tali colonie. Questi concetti che prima circolano negli ambienti militari, con la guerra diventano programma di governo. Gli stati maggiori rispondono solo alla gerarchia militare, prendono decisioni importanti e ciò favorisce un certo percorso degli eventi. Non ci sono più spazi liberi, allora bisogna dividere quelli occupati. La guerra ha una funzione catartica per le situazioni che si sono create secondo la classe dirigente europea. Ovunque entusiasmo collettivo, esaltazione patriottica, quasi di tipo sportivo, verso le sorti della propria nazione in guerra. Cominciano a sfumare le conflittualità di classe in nome dell’unità nazionale. Differenza nei confronti del partito socialista visto come elemento di frattura all’interno della società. 27 Tentativo di sostituire una prassi politica ad una prassi plebiscitaria. Socialisti e cattolici sono pacifisti in quasi tutti i paesi europei: Ma parlando di bellicismo di massa è conseguenza che i socialisti devono soccombere alle tendenze delle masse che alimentano il loro potere. Assolutamente pacifisti rimangono: PSI, in parte, bolscevichi russi, cattolici neutrali. In un primo momento, la Francia subisce ma poi reagisce (settembre 1914 fiume Marna) è successo che la Russia era penetrata nella Prussia orientale e i tedeschi sono costretti a dividersi, per questo i francesi riescono a contenere i tedeschi. I tedeschi non hanno più la forza di piegare la Francia (famoso il fronte occidentale lungo 800 km rimasto immutato). Unica vera vittoria è sulla serbia. Non più guerra lampo, ma guerra di trincea, di logoramento. Nel 1914 l’Italia è neutrale per la clausola della Triplice Alleanza (difensiva, non offensiva). Così si potranno comunque avere concessioni territoriali (Trento, Trieste, Dalmazia). Il governo austriaco si mostrava molto ben disposto rispetto a questa eventualità. Il fronte interventista taglia trasversalmente tutte le forze politiche parlamentari e hanno natura democratica perché considerano la guerra come atto conclusivo risorgimentale. Patto di Londra 26/4/1915 (entro un mese l’Italia entra in guerra), Trento Trieste e Dalmazia, in caso di vittoria, cosa che avrebbe ottenuto comunque dall’Austria anche rimanendo neutrale. Austriaci meglio armati, fortezze naturali, anche qui guerra di posizione, Cadorna fallisce nel tentativo di sfondare sull’Isonzo. Il 1916 è l’anno delle grandi offensive e compaiono i carri armati aumentando la capacità offensiva degli eserciti. I Russi riescono a penetrare attraverso il fronte nemico e questo interrompe la spedizione punitiva della Germania e dell’Austria contro l’Italia. Il 1917 è l’anno più tragico ma anche della svolta (6 aprile intervento USA per condizionare gli esiti del conflitto, i principali debitori degli USA devono vincere la guerra Inghilterra - Intesa). Comincia a fare effetto il blocco commerciale contro la Germania. Rivoluzione Russa bolscevica, disimpegno progressivo al conflitto sul fronte orientale > sfondamento di Caporetto > conseguenza: esercito italiano allo sbando; da Cadorna a Diaz. Nel 1918 ricomposizione dell’esercito italiano e mette a punto una controffensiva (autunno) e Vittorio Veneto, entra trionfante a Trento e a Trieste. In Germania, i disordini interni la indeboliscono. Russia Crollo Impero Zarista come prima grande conseguenza della Prima Guerra Mondiale. Così improvviso, imprevedibile, regime assai fragile perché non poggiava su un Parlamento (1905 rivoluzione Russa), 1907 - 1917, il governo dello zar oscillò tra aperture e chiusure quando le richieste dei liberali andavano altre, secondo il governo dello zar. Sul piano economico > blocco sviluppo industriale, inurbamento dalle compagne solo per le industrie militari > declassamento della classe operaia. Destra moderata, sinistra radicale. Tra melsceviki (più moderati) esistono all’interno divisioni tra destra e sinistra. Bolsceviki pacifisti più radicali ma vorrebbero una trasformazione della guerra in rivoluzione. Rivendicazioni operaie economiche più il dissenso della guerra voluta dallo zar, creano un distacco tra corona e società civil; anche i contadini sperano in una riforma agraria. Anche tra le file dei conservatori (cadetti più nazionalisti) si trovano episodi di distacco dallo zar: iniziarono a chiedere riforme per ricompattare strati sociali (facciata dello zar). Avvicinamento alla sinistra un regime parlamentare, uno stato forte che vuole 28 continuare la guerra per avere posizioni forti in un eventuale tavolo di trattative, no alla riforma agraria perché contraria agli interessi dei propri rappresentanti, anche solo l’idea potrebbe disimpegnare l’esercito strettamente legato al mondo rurale. I socialisti rivoluzionari, legati invece alla riforma agraria, più i molcheviki, volevano la pace senza nè vinti, nè vincitori, ma comunque appoggiavano il governo provvisorio, anche i bolsceviki criticamente lo appoggiavano. La Russia, secondo i bolsceviki, è troppo arretrata per instaurare un governo socialista, quindi ritengono di dover aspettare (sviluppo della democrazia borghese), abbandonano anche i punti della loro politica (riforma agraria e pace). Solo il partito bolscevico non rinuncia (minoranza). Solo alcuni molsceviki e socialisti rivoluzionari guardano con simpatia i bolsceviki. Siamo di fronte ad un caso di doppio potere. I soviet che si formano nel 1917 sono diversi da quelli del 1905: nascono nelle campagne, la maggioranza sono tenuti dai social rivoluzionari, ma anche sono presenti nel governo, e se esso non può prendere decisioni se prima non sente i soviet, questi non vogliono assumersi responsabilità di governo perché fondamentalmente non sono daccordo > situazione di stallo e di doppio potere. Aprile 1917 rimpasto: nazionalisti + cadetti + molsceviki e social rivoluzionari; involuzione conservatrice, il primo social rivoluzionario, diventa ministro della guerra (Pherenzi), molsceviki e socialisti rivoluzionari hanno paura dell’anarchia. Lenin giunse dal suo esilio (bolscevico) > tesi di Aprile contro il governo provvisorio > tutto il potere ai soviet. Constad > Soviet più importante, che sposa il motto di Lenin diffondendolo e interessando i molscevichi e i socialisti rivoluzionari ancora fedeli ai loro ideali e che guardano male i loro colleghi al governo. Estate 1917: a favore dei bolscevichi; scioperi per situazione economica peggiorata, sostenuti e non alimentati dai bolscevichi che però vengono messi fuori legge come minacce alla democrazia. Ma avviene un evento significativo: si stanno organizzando delle forze paramilitari fedeli allo zar sul piano militare. Cherensky li vuole usare contro i bolscevichi ma i paramilitari assediano Pietroburgo (tentativo di colpo di stato) e il ministro della guerra riporta alla legalità il bolscevichi per essere aiutato ad uscire da questa morsa. Nel II Congresso Sindacale russo, i candidati bolscevichi passano dal 38% al 58%. Lenin passa all’azione; 25 ottobre 1917 (calendario ortodosso) riunione congresso generale dei Soviet: abbattimento del governo provvisorio e proclamato il potere ai Soviet. Si organizzano anche militarmente per assaltare il Palazzo d’Inverno, sede del Governo Provvisorio, Cherensky abbandona la carica; molscevichi e social rivoluzionari aderiscono alla politica di Lenin. Si confiscano le terre poi devolute ai contadini, commissari del popolo per governare il paese fino all’elezione dell’assemblea costituente. Primo atto del governo Lenin > data elezioni > assemblea costituente. 25% bolscevichi, 63% social rivoluzionari > prima sorpresa da parte dei contadini riconoscenti ad essi. Per questo la Costituente dura solo un giorno, perché ritenuta non rappresentativa da Lenin. Nessuno fu contrario. Dal novembre 1917 a marzo 1918 nessuna opposizione interna, i social rivoluzionari furono assorbiti dai bolscevichi. Repubblica Federale Socialista Russa (01/1918), l’opposizione è ormai poca cosa. E per la pace? Lenin, marzo 1918, pace di Prest-Litovc, la Russia perde territori per il 50% della produzione agricola e il 70% delle risorse minerarie rispetto ai tempi dello zar. Ora si scatena l’opposizione, una campagna terroristica della destra. Truppe inglesi attaccano la Russia e da Oriente USA e Giappone per non farla uscire dalla guerra e per paura del comunismo. Anche guerra civile da destra e sinistra. Lenin si deve difendere su due fronti (interno ed esterno) e si riorganizza sul piano militare: polizia politica con ampi poteri, Armata 29 Rossa contro l’Intese. Primavera 1919, l’Intesa abbandona la Russia, la guerra civile finisce un anno dopo. La Polonia invade l’Ucraina per annettersela proprio nella primavera 1920; l’Armata Rossa respinge le truppe polacche a sua volta, cercando di diffondere il socialismo anche lì, ma ancora respinti nel proprio territorio e si giunge ad una pace disastrosa per la Russia. Annessioni di regioni alla Russia per formare l’Unione Repubbliche Socialiste Sovietiche e nel 1925 questa nuova entità stato occupa 1/6 della terra, 1/10 della popolazione mondiale. Processo di riconoscimento da parte delle altre nazioni con trattati commerciali. Comunismo di guerra: militarizzazione dell’aspetto economico per colpire la borghesia contadina, ma i bolscevichi sbagliarono facendo un parallelismo con gli industriali e gli operai ; così furono colpiti solo quelli della classe media. Introduzione NEP > Nuova politica Economica. Primo dopoguerra e fascismo Crisi demografica ed economica. 25 milioni di morti nella prima guerra mondiale. Difficile la ripresa della natalità, in alcuni casi decrescente. Economie in ginocchio sia delle nazioni sconfitte che vincenti. Campagne depopolate, industria solo bellica, traffico commerciale verso l’America che era l’unica nazione che aveva tratto vantaggi dalla guerra e risucchia tutta la ricchezza mondiale, clima asfittico del mercato interno, disoccupazione, inflazione. Politica > non esistevano più i grandi imperi (russo, austro-ungarico, ottomano). Austria: gravissimi disordini; Inghilterra: egemonia periferica; Francia: unica grande potenza a proporsi al posto della Germania. I 14 punti di Wilson (1918) = principi democratici e lega delle nazioni per garantire la pace nel mondo (Società delle Nazioni), il disarmo attraverso la gestione concordata delle tensioni fra nazioni. Onore e giustizia come principi fondamentali. Cinque membri permanenti e quattro a rotazione. USA esclusa dalla partecipazione anche se Wilson era il promotore, ciò per evitare disordini in Europa. Di fatto fu inoperativa perché per ogni decisione era necessaria l’unanimità che fu un limite, fu solo una società con espressioni morali, molte episodi restarono impuniti. La pace non convinse nè i vinti nè i vincitori. Giugno 1919 trattato di Varsaille che riguardava la Germania con conseguenze a lungo risentite sulla storia europea. La Francia umilia la Germania che restituisce l’Alsazia e la Lorena, sfruttamento carbonifero della Sar ceduto alla Danimarca, Ungheria riduzione dell’esercito, riparazione integrale dei danni di guerra. Divieto assoluto all’Austria di unirsi alla Germania (trattato di Sant Germain). L’Ungheria ottenne l’autonomia. No la Dalmazia all’Italia. Protagonismo consapevole delle masse. La funzione organizzazione sarà un elemento dominante in questo dopoguerra. L’esperienza della Russia viene percepita dal movimento operaio (biennio rosso), collettivizzazione die mezzi di produzione. Disagi individuali per chi torna dalla guerra e mitizza questa stessa (aspetto fondamentale della società post-guerra) uno dei motivi per comprendere il fascismo. Italia anche se paese vincitore è il più indebitato, gravissime tensioni sociali e politiche. Due fronti: irredentismo nazionalista e movimento operaio. Ci furono tre episodi rilevanti durante il biennio rosso > 1. le rivolte contro il carovita giugno 1919 a La Spezia (Nitti), a luglio già terminate e riguardarono quasi tutta la penisola; sindacati e partito socialista non assecondarono queste manifestazioni spontanee, furono latitanti; 2. ammutinamento di Ancona (giugno 1920) contro le mire espansionistiche verso l’Albania. 3. occupazione fabbriche (1920) del movimento operaio. Resa dei conti definitiva da parte delle organizzazioni imprenditoriali (pag 75/76). I sindacati, al contrario dei sindacalisti rivoluzionari (minoranza) non volevano la rivoluzione ma mantenere i disordini su argomenti salariali. gramsci smorzato da Giolitti, che evita di usare la forza con il scioperanti > accordo tra industriali e operai con aumento del salario dal 10 al 20%, ripresa della produzione, 30 tranquillizza gli imprenditori ma infiamma i Grasmsciani e i napoletani nella figura di Bordiga. Scissione del partito socialista (1921) a causa delle direttive di Lenin nel II Congresso che vuole rompere con i vertici economici e promuovere assolutamente la Rivolta Proletaria > nascita del PCI. Ceti medi > disagio > inflazione > discesa nella scala sociale > sublimazione disagio nella grandezza della nazione (nazionalismo irredentista). Ufficiali > aderire al nazionalismo irredentista > propaganda vittoria mutilata. Polemiche contro i trattati di Parigi. Riproporre in tempo di pace l’atmosfera di guerra ( ex soldati e ufficiali disadattati che mitizzavano la guerra). Impresa di Fiume (discredito internazionale per l’Italia). Trattato di Rapallo (pag. 75). Stato liberale, danni enormi subiti da nazionalismo irredentista e da proletariato. Liberalismo e Giolittismo > debolezza in 2 anni di governo dittatoriale. Giolitti > ultima esperienza di mediazione. Fascismo 1) Politica interna 2) Politica economica 3) Politica estera. 1) Politica interna = regime repressivo (parola, stampa, associazione) 1924/25 legge che modifica lo Statuto Albertino > capo del governo rapporto diretto con la monarchia, nomina ministri. Nel 1926 abolite le elezioni amministrative, potestà al posto dei sindaci, Tribunale speciale per difesa dello Stato riguardo i reati politici, gerarchia militare. OVRA. Fuoriuscitismo degli antifascisti all’estero. Demolizione del sistema parlamentare. Nel 1928 riforma elettorale > collegio unico nazionale, il Gran Consiglio stabilisce i candidati tra i nomi segnalati dai sindacati fascisti, nel 1928 nuove competenze del Gran Consiglio: redigere lista successori Mussolini (rottura con la Corona), esprimersi addirittura sulla successione riguardo la Corona. Pratica del terrore poliziesco e mobilitazione delle masse... Patti Lateranensi > con il Vaticano si impegnò a riallacciare i rapporti. L’11 febbraio 1929, il Cardinale Gasparri e Mussolini. Patti divisi in tre parti (inclusi da Togliatti nel 1946 -?). Trattato bilaterale, riconoscimento implicito da parte della Chiesa, dello Stato (prima volta), convenzione finanziaria, sovranità del Papa sul Vaticano, Stato garante del culto, ecc. ... Mussolini aveva bisogno dei cattolici. Le elezioni che seguirono furono a voto non segreto. 2) Politica economica = fase economica liberista. Motto di De Stefani: “uno Stato forte non è uno stato economico”. Abolizione di molte tasse, riprivatizzati tanti servizi per rilanciare l’impresa e il prodotto italiano, ma anche contrazione dei salari. Primi segnali di mercato saturo, disoccupazione, inflazione, anche per la ripresa economica della Germania che fa ridurre le nostre esportazioni del 60%. Reazione di Mussolini: Guerra del Grano, Quota 90 (acquisto di 1 sterlina a 90 lire invece di 143, anche per una funzione politica cioè per legare a Mussolini il ceto medio). Nel 1925 fase dirigista dello Stato nelle attività economiche. Ma esplode la crisi nel 1929 che però in Italia non è subito sentita perché ha una struttura che poggia sull’agricoltura, una bassa integrazione sul mercato Internazionale, la stessa struttura sociale (famiglia allargata, politica deflazionistica che ha poco surriscaldato l’economia italiana, non ci sono grandi investimenti e rischi. Mussolini punta a poggiare i grandi monopolistici mantenendo i salari bassi, così nasce lo Stato Imprenditore (al contrario dell’America); tenta vari risanamenti (es. IRI, bonifica integrale) e gestisce l’economia. 1936 fase dell’autarchia. 3) Politica estera = non forte perché non ha un consenso generalizzato non avendo fato grandi cose per tutti gli anni ‘20. Negli anni ‘30, Mussolini comincia ad avere un atteggiamento bellicoso,. Si mette a capo di un fronte revisionista contro i trattati che hanno danneggiato l’Italia. La crisi economica aveva inasprito i rapporti internazionali. 31 Affrettarsi prima che i giochi in Europa fossero fatti visto che Hitler cominciava a farsi sentire (nazional socialismo). L’uccisione, del Primo Ministro austriaco al quale Mussolini è legato, da parte di Hitler che voleva l’Austria. Mussolini si avvicinava alla Francia e Inghilterra che condannarono il riarmo tedesco e ci si riaccordò sui confini (Conferenza di Stresa 1935). Dai francesi (un ministro - La Valle), aveva ottenuto il consenso per un intervento in Etiopia perché la crisi economica poteva essere risolta con la conquista di nuovi territori (1935). L’Etiopia era stata portata nella Società delle Nazioni grazie all’Italia e la sua conquista scatena una punizione sull’Italia che non viene mai messa in atto (gli USA non facevano parte della S. delle N.). Autarchia > 3ª fase delle politiche economiche, conseguenza del complotto internazionale che Mussolini riferiva. Stato consumatore e non solo imprenditore. L’avventura coloniale crea nemici in Europa e Mussolini e l’Italia si trovano sempre più isolati e così Mussolini tende ad avvicinarsi alla Germania. La guerra di Spagna è importante perché per la prima volta c’è un primo scontro tra democrazia e totalitarismo dove partecipano volontari nazisti e fascisti. Sempre più vicini nel loro comune isolamento (1938), Mussolini esce dalla Società delle Nazioni e, cosa ben più grave, accetta che la Germania si impossessi dell’Austria (ANSCHLUSS). Si ribalta la situazione: se inizialmente Hitler guardava Mussolini con ammirazione, ora (1938) succede l’opposto. Patto d’acciaio (1939). Storia della Germania dalla fine della Prima Guerra Mondiale in poi: Repubblica Tedesca moderata e orientata verso le forze conservatrici che la riconoscono e contrattano il mantenimento dei vecchi interessi. Infatti ricostruisce l’esercito esattamente come era prima della rivoluzione e fa la stessa cosa con l’industria. L’aspetto rivoluzionario della Repubblica di Wemar (18-23) è che aveva spodestato Guglielmo. “Democrazia concordata” tre patti per mettere d’accordo il nuovo con il vecchio potere. 1. Patto sociale (sindacati e industria), 2. militare (governo ed esercito vecchio), 3. politico (social democrazia e partiti di destra). Scontri tra Spartachisti di Berlino e social democratici conservatori maggioritari quando questi ultimi fanno dimettere i tre rappresentanti del popolo. La Lega di Spartaco diventa Partito Comunista Tedesco con l’appoggio dei capitani rivoluzionari. Social democrazia indipendente - Social democrazia maggioritaria. Lega di Spartaco > così era divisa la Social Democrazia. 100.000 uomini era il limite dell’esercito tedesco imposto da Versaille. Gustav Nosche (corpi franchi) generale, mette a posto i disordini. Elezioni seguenti (1919) > governo moderato, la social democrazia perde vori poiché gli operai attribuiscono ad essa gli eccidi precedenti avvenuti durante i disordini. Un coacervo di forze che non ha nulla di rivoluzionario anche liberali e cattolici). Comunque la Germania continua ad avere nemici in tutta Europa sempre considerato elemento di instabilità politica all’interno dell’Europa. I Corpi Franchi cominciano a propagandare contro l’affarismo ebraico e contro i Russi (?). Il governo non riuscì a contenere. Inflazione alle stelle, ceto medio distrutto, grande proletariato, gli operai riescono a contenere. Le industrie però si vedono annullare i debiti proprio per questa inflazione continuando a vendere all’estero quindi società fortemente polarizzata: ricchissimi e poverissimi. Ma è necessario intervenire; dal 1923 fase di stabilizzazione; risolvere i contrasti con la Francia sulle miniere di carbone (Rur); piano Devis per reinserire le Germania nel mercato europeo e cominciare a pagare i debiti con gli USA. È necessaria una stabilità interna. Un conservatore (1925) prussiano Indemburg, dà garanzie a livello internazionale. La classe media diventa “tecnica” con tecnici > industria > produzione, ecc > molto moderna. Parallelamente si sta riducendo la forza di iniziativa degli operai perché non ci sono più operai che hanno tradizioni di 32 mestiere e quindi legati alla social democrazia. Si ha dunque una grande crescita delle forze di destra che porteranno poi alla creazione del Nazional Socialismo (Hitler). Conferenza di Yalta. Richiesta dalla Russia > Giappone restituire terre occupate 50 anni prima. Vicino Berlino > prima della bomba atomica > opposizione degli USA contro URSS per come stava gestendo indipendenza di alcuni paesi come la Romania. Conferenza di pace a Parigi che finì ottobre 1946. L’Italia perse le colonie, mancanza di accordo sulla Germania, una sorta di spartizione tra potenze occidentali e URSS (Berlino era URSS) ed entrambi fecero un’amministrazione separata, inglesi e americani (Bizona) consideravano la Germania occidentale totalmente staccata anche con la promozione di un governo autonomo e volevano l’unità. Gli USA non hanno bisogno di farsi accettare con la coercizione grazie alla natura stessa del loro governo, cosa che non può fare la Russia. La Cina fu voluta da Roosveld nell’ONU per sottolineare la sua non occidentalizzazione, la Cina non socialista. Punto decisivo, nel 1946, guerra civile in Grecia dove vince la Monarchia. Il Partito Comunista Greco si ribella, la Grecia monarchica è protetta dall’Inghilterra che però non può per gli sforzi fatti nella II Guerra Mondiale. USA > Grecia, dottrina del contenimento dell’espansionismo sovietico nell’area balcanica (Truman presidente USA). Stati satellite a difesa della madre Russia (cortina di ferro). Piano Marshall > davvero scopo di sostentamento senza fare distinzione, tra i paesi compare l’URSS che però fu vista come un’ingerenza e rifiutò la gestione collettiva di questi aiuti (materie prime...) questo non andò in porto e l’URSS costrinse alcuni paesi come la Cecoslovacchia a rinunciare agli aiuti. In risposta COMINFORM partiti comunisti europei per controllare gli stati e i partiti comunisti. Così sono nati due blocchi. Solo la Jugoslavia di Tito non si alleò perché la sua indipendenza l’aveva conquistata con i suoi combattenti comunisti e questo gli portò l’isolamento completo con gravi danni economici. Inizio Guerra Fredda > 1947 Blocco di Berlino > 1948 > e delle vie di comunicazione per 11 mesi per fiaccare la resistenza della popolazione sotto l’area occidentale. Fallito per l’aviazione occidentale. I sovietici non violano lo spazio aereo perché sarebbe stato un attacco diretto agli USA e sapevano che in Inghilterra c’erano dei caccia bombardieri con bombe nucleari. Il blocco sovietico ha contiguità territoriale, gli USA no. L’URSS vuole riunire la Germania sotto il suo controllo per avere una mano nel cuore dell’Europa. (Nel 1954 la Germania occidentale aderisce al Patto Atlantico). Tra il 1948 e il 1949 stabilizzazione rapporti tra i blocchi. Processi di decolonizzazione > fine degli imperi coloniali. 1949 > Repubblica Popolare Cinese > Mao Tse Tung > USA perde terreno. 1950 (?) > Guerra di Corea > sfiorato il conflitto mondiale > prima guerra non vinta dagli USA. 1952 > URSS fa esplodere primo ordigno nucleare all’idrogeno, non più superiorità militare USA. Inizio fase disgelo, Cruscioff comincia a parlare di coesistenza pacifica e denuncia contro il suo predecessore (Stalin). 1955 > conferenza paesi afro - asiatici a Bandung. Per la prima volta tentano di dare una forma comune concordata ad una serie di rivendicazioni e non vogliono entrare nei blocchi. È qui che per la prima volta viene coniata la parola “Terzo Mondo”, nata con significati politici (non primo mondo > occidente, né secondo mondo > oriente). Sottosviluppo funzionale dei paesi del terzo mondo a favore dello sviluppo dei paesi sviluppati, questa è la denuncia a Bandun. 1956 > rivoluzione ungherese, una delle conseguenze della de-stalinizzazione. Intaccata solo la figura del leader e non il sistema socialista. Contro il Patto di Varsavia. Stroncata con la forza da Crusciov. A luglio, in Medio Oriente, Nasser, generale egiziano chiede capitali alle potenze. Nazionalizza il canale di Suez dove avevano diritti francia e 33 Inghilterra. Scontro. URSS adesso minaccia un suo interventi se gli USA non fanno ritirare Francia e Inghilterra. Gli USA temevano di perdere l’opportunità di attrarre nella propria orbita altre realtà statali che si stavano configurando. 1956 fine colonialismo. USA > intimato ritiro truppe “qui comando io” verso Inghilterra e Francia. Seconda decolonizzazione anche nell’Africa Nera agevolata da Francia e Inghilterra, invitano a costituirsi come governi perché conviene di più così dal punto di vista economico per poter entrare nelle classi dirigenziali amichevolmente. 1960 > Cuba > ordinamento socialista Fidel Castro. 1962 > Crusciov per ritorsione per quanto stava succedendo in Germania (sconfitta diplomatica), basi missilistiche a Cuba, si sfiora il III conflitto mondiale nucleare, risolto con il ritiro dei missili di Cuba e da parte degli USA rotazione delle rampe missilistiche verso la Turchia e non più su URSS. Furono anche anni della contestazione in USA, apertura verso le minoranze, contro le cristallizzazioni, verso le altre religioni 1968 > in Europa forme diverse: studenti e operai uniti. Anche in Italia , 1969, anni drammatici precursori degli Anni di Piombo. Non solo occidentale, non solo culturale > i partiti comunisti rifiutano al partito comunista sovietico il ruolo guida e se ne distaccano. 1968 >Primavera di Praga, Vigilia gravissima crisi internazionale. USA non sa più come controllare la circolazione del dollaro nel mondo. Per Nixon il dollaro non può essere più utilizzato per un cambio stabile tra le monete. Scatena un caos economico. Crisi del petrolio con effetti gravissimi > stagninflazione (stagnazione + inflazione). S avviano le ricerche sulle energie alternative (centrali nucleari - 1970). Anni ‘80 ripresa della guerra fredda e la svolta di Gorbaciov in URSS. L’Unione Sovietica invade l’Afganistan per abbattere una guerriglia (mujaedin) considerato dagli USA in negativo. Scudi stellari inventati dagli USA, URSS si adeguò. 1987 > Gorbaciov e Regan riduzione armamenti e ritiro mezzo milione di uomini russi dal cuore dell’Europa (1988, poi premio Nobel per la pace). 34