sercitazione Imposte indirette testo e soluzioni

A.A. 2012/2013
Scienza delle Finanze
50011 – CLMG
Esercitazione: IVA-IRAP
TESTO E SOLUZIONI
Esercizio 1 (IVA)
Si consideri la seguente situazione:
- l'impresa A vende all'impresa B un bene intermedio, che ha prodotto utilizzando solo il fattore lavoro, al prezzo
al netto dell'imposta di 1.000;
- l'impresa B, utilizzando il bene acquistato da A e il fattore lavoro, produce un bene finale che vende a 2.000 (al
netto dell'imposta).
a) Assumendo che l'aliquota sul bene prodotto da A sia del 10% e quella sul bene prodotto da B sia del 20%, si
calcolino:
i)
l’imposta versata dalle due imprese
ii)
il prezzo del bene venduto da B al lordo dell'imposta
iii)
l'aliquota effettiva che grava sul bene prodotto da B
nei seguenti casi:
1) IVA calcolata con il metodo base da base,
2) IVA calcolata con il metodo imposta da imposta.
b) Supponendo che si applichi il metodo imposta da imposta, si determinino:
i)
l’imposta versata dalle due imprese
ii)
il prezzo del bene venduto da B al lordo dell'imposta
iii)
l'aliquota effettiva che grava sul bene prodotto da B
nei due casi seguenti:
1) la vendita del bene finale da parte di B sia operazione esente;
2) la vendita del bene finale da parte di B sia operazione non imponibile.
Soluzione
a)
1)
IVA calcolata con il metodo base da base
i)
Imposta da versare
IVA versata da A = 10% x (1.000-0) = 100.
IVA versata da B = 20% x (2.000-1.000) = 200.
IVA complessiva = 300.
ii) Prezzo del bene venduto da B
PB = 2.000+300 = 2.300.
iii) Aliquota effettiva
t = 300/2.000 = 0,15.
1
2)
IVA calcolata con il metodo imposta da imposta
i)
Imposta da versare
IVA versata da A = 10% x 1.000 = 100.
IVA versata da B = 20% x 2.000-10% x 1.000 = 300.
IVA complessiva = 400.
ii) Prezzo del bene venduto da B
PB = 2.000+400 = 2.400
oppure:
PB = 2.000(1+20%)=2.000+400=2.400*.
Nel caso in cui l’IVA venga calcolata con il metodo imposta da imposta, solo l’aliquota applicata nell’ultimo stadio
concorre alla determinazione del prezzo finale.
iii) Aliquota effettiva
t= 400/2.000 = 0,20.
b)
1)
La vendita del bene finale è un’operazione esente
i)
Imposta da versare
IVA versata da A = 10% x 1.000 = 100.
IVA versata da B = 0.
IVA complessiva = 100.
ii) Prezzo del bene venduto da B
PB = 2.000+100 = 2.100.
iii) Aliquota effettiva
t = 100/2.000 = 0,05.
2)
La vendita del bene finale è un’operazione non imponibile
i)
Imposta da versare
IVA versata da A = 10% x 1.000 = 100.
IVA versata da B = 0-10% x 1.000 = -100.
IVA complessiva = 0.
ii) Prezzo del bene venduto da B
PB = 2.000+0 = 2.000.
iii) Aliquota effettiva
t = 0.
In entrambe le operazioni (esente e non imponibile) non è prevista l’applicazione dell’imposta sul valore aggiunto
creato nello stadio finale. Mentre nel caso di operazione non imponibile le imposte afferenti ai precedenti stadi
sono rimborsate, nel caso di operazione esente tale diritto al rimborso non sorge. In quest’ultimo caso, il prezzo
finale comprende una componente fiscale relativa agli stadi precedenti a quello finale. Il prezzo finale nei due casi
è:
Operazione esente:
Operazione non imponibile:
pv = Valore della produzione (o prezzo netto) + IVA pagata sugli acquisti
pv = Valore della produzione (o prezzo netto).
2
Esercizio 2 (tratto dal testo d’esame del 16 Gennaio 2009)
L’impresa A produce, utilizzando solo lavoro, un bene di investimento per un valore di 800 (al netto dell’IVA) e lo
vende all’impresa B. A sua volta, l’impresa B produce un bene finale (valore al netto di imposta pari a 2.000)
utilizzando, oltre al bene di investimento acquistato da A, un bene intermedio del valore di 400 (al netto dell’IVA),
prodotto dall’impresa C. Per produrre il bene intermedio l’impresa C utilizza, oltre al fattore lavoro, un bene di
investimento acquistato dall’impresa D. L’impresa D produce il bene di investimento utilizzando solo lavoro e lo
mette in vendita ad un prezzo (al netto dell’IVA) pari a 200. Nell’ipotesi che l’imposta sul valore aggiunto sia
calcolata secondo il metodo imposta da imposta con un’aliquota pari al 20% e che il coefficiente di ammortamento
riferito a qualsiasi bene di investimento sia pari al 40%, si calcoli l’imposta versata dalle quattro imprese nei 3
seguenti casi:
a) base imponibile di tipo reddito lordo;
b) base imponibile di tipo reddito netto;
c) base imponibile di tipo consumo.
d) A quale di queste tre fattispecie appartiene l’imposta sul valore aggiunto applicata in Italia?
e) Sempre con riferimento all’imposta sul valore aggiunto applicata in Italia, si discuta se l’imposta ha un
riferimento finanziario oppure reale.
Soluzione
L’imposta versata da A e da D non varia nei tre casi considerati:
IVA versata da A = 20%*800 = 160
IVA versata da D = 20%*200 = 40
Imposta versata da B e C:
a) B.I. di tipo reddito lordo
L’IVA pagata sugli investimenti non è detraibile:
IVA versata da B = 20%*2.000 (IVA a debito) - 20%*400 (IVA a credito) = 400-80 = 320
IVA versata da C = 20%*400 = 80
b) B.I. di tipo reddito netto
L’IVA pagata sugli investimenti è ammessa in detrazione solo in proporzione alla quota di ammortamento:
IVA versata da B = 20%*2.000 (IVA a debito) - [20%*400 + 20%*(40%/2*800)] (IVA a credito) =
= 400-80-32 = 288
IVA versata da C = 20%*400 - 20%(40%/2*200) = 80 – 8 = 72
c) B.I. di tipo consumo
L’IVA pagata sugli investimenti è ammessa in detrazione in misura integrale:
IVA versata da B = 20%*2.000 (IVA a debito) - [20%*400 + 20%*800] (IVA a credito) =
= 400-80-160 = 160
IVA versata da C = 20%*400 - 20%*200 = 80 – 40 = 40.
d) La detraibilità dell’imposta afferente ai beni d’investimento implica che la nostra imposta sul valore
aggiunto sia di tipo consumo.
e) L’imposta sul valore aggiunto applicata in Italia ha un riferimento finanziario poiché colpisce solo le
operazioni che hanno dato luogo a transazioni monetarie (compatibile con il metodo imposta da imposta).
3
Esercizio 3 (IVA in contesto internazionale)
a) Si dia una definizione del Principio di Origine e del Principio di Destinazione in relazione all’applicazione
delle imposte sulle vendite in un contesto internazionale.
Sul mercato del paese B vengono venduti due beni: agrumi, prodotti internamente, il cui valore unitario è pari a 100
e vino, importato dal paese A, il cui valore unitario è 200. Nel paese A vige un’aliquota IVA del 12%, nel paese B
del 5%.
b) Si calcoli il prezzo relativo dei due beni in assenza di imposte.
c) Si calcoli il prezzo finale dei due beni e il loro prezzo relativo, applicando rispettivamente il Principio di
Origine e il Principio di Destinazione (l’imposta è applicata con il metodo imposta da imposta).
d) Si commenti brevemente il risultato ottenuto al punto c) in relazione all’allocazione efficiente dei due beni.
Soluzione
a) In base al Principio di Destinazione, i beni oggetto di scambio internazionale vengono tassati applicando le
aliquote vigenti nel paese in cui vengono consumati.
In base al Principio di Origine, i beni oggetto di scambio internazionale vengono tassati applicando le aliquote
vigenti nel paese in cui vengono prodotti.
b) In assenza di imposte, il prezzo relativo del vino rispetto agli agrumi è pari a
200
pV

 2.
p A 100
c) Poiché l’IVA è applicata con il metodo imposta da imposta, il prezzo finale di ciascun bene si determina
sommando l’imposta pagata dall’acquirente finale al valore unitario del bene.
Se si applica il Principio di Destinazione, ad entrambi i beni si applica l’aliquota vigente nel paese in cui
vengono consumati (il paese B). L’aliquota rilevante è quindi il 5%.
Il prezzo finale degli agrumi è pA=100(1+0,05)=105
Il prezzo finale del vino è pV=200(1+0,05)=210
Il prezzo relativo del vino rispetto agli agrumi è pari a
210
pV

2
p A 105
Se si applica il Principio di Origine, al vino, prodotto nel paese A, si applica l’aliquota vigente in quest’ultimo,
cioè il 12%; agli agrumi, prodotti nel paese B, si applica l’aliquota del 5%.
Il prezzo finale degli agrumi è pA=100(1+0.05)=105
Il prezzo finale del vino è pV=200(1+0.12)=224
Il prezzo relativo del vino rispetto agli agrumi è pari a
224
pV

 2,13 .
p A 105
d) Dal punto c) emerge chiaramente che, applicando il Principio di Destinazione, l’IVA non modifica i prezzi
relativi dei due beni rispetto al caso di assenza di imposte. Pertanto, l’IVA non produce distorsioni
nell’allocazione dei beni tra i paesi. Viceversa, applicando il Principio di Origine, i prezzi relativi dei beni
cambiano e si introducono potenziali elementi di inefficienza.
4
Esercizio 4 (Iva in contesto internazionale)
L'impresa Alfa, appartenente al paese A, esporta un ettolitro di vino, che ha prodotto utilizzando soltanto lavoro,
all'impresa Beta, appartenente al paese B, ad un prezzo al netto dell'imposta di 200 euro. L'impresa Beta procede
all'imbottigliamento utilizzando delle bottiglie da un litro che costano 0,5 euro (al netto dell'imposta) l'una, prodotte
dall'impresa Zeta, appartenente al paese B, e le immette sul mercato finale del paese B al prezzo di 6 euro (al netto
dell'imposta) la bottiglia. L'imbottigliamento avviene manualmente.
Le aliquote IVA sono pari al 5% in A mentre in B sono del 10% sul vino, imbottigliato o sfuso, e del 20% sulle
bottiglie vuote.
Utilizzando il metodo imposta da imposta, determinare l'imposta versata dalle imprese Alfa, Beta e Zeta e l'imposta
riscossa da A e da B nei due casi:
1) IVA applicata secondo il principio di destinazione;
2) IVA applicata secondo il principio di origine.
(Si consideri il sistema vigente sino al 1993).
Soluzione
1) Principio di destinazione
i)
Imposte versate
Le esportazioni di Alfa sono non imponibili in A, quindi:
Alfa versa 0.
Beta versa il 10% del valore del vino importato alla dogana:
10% x 200 = 20.
Successivamente, Beta versa la differenza fra l’IVA incassata sulle vendite di bottiglie piene (IVA a debito)
e l’IVA pagata a monte sugli acquisti di vino e bottiglie vuote (IVA a credito):
10% x 600 - 10% x 200 - 20% x 50 = 30.
In totale,
Beta versa in B: 20 (in dogana) + 30 = 50.
Zeta versa in B il 20% del valore delle vendite di bottiglie vuote:
20% x 50 =10.
ii) Gettito dei paesi A e B
TA = 0.
TB = 50 (Beta) + 10 (Zeta) = 60.
2)
Principio di origine
i)
Imposte versate
Alfa versa in A il 5% del valore del vino esportato:
5% x 200 = 10.
Beta versa in B la differenza fra il 10% del valore delle sue vendite (IVA a debito) e l’IVA pagata a monte
sugli acquisti di vino e bottiglie vuote:
10% x 600 - 5% x 200 – 20% x 50 = 40.
Zeta versa in B il 20% del valore delle vendite di bottiglie vuote:
20% x 50 = 10.
ii) Gettito dei paesi A e B
TA = 10.
TB = 40 (Beta) + 10 (Zeta) = 50.
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Esercizio 5 (IVA e diverse basi imponibili)
L’impresa A produce, utilizzando solo lavoro, un bene d’investimento per un valore di 500 (al netto dell’IVA) e lo
vende all’impresa B. A sua volta, l’impresa B produce un bene finale (valore al netto di imposta pari a 1000)
utilizzando un bene intermedio prodotto dall’impresa C del valore, al netto dell’IVA, pari a 100 e il bene di
investimento acquistato da A nello stesso anno e ammortizzato secondo un coefficiente ordinario del 40%.
Per produrre il bene intermedio l’impresa C utilizza esclusivamente lavoro.
Nell’ipotesi che l’imposta sul valore aggiunto sia calcolata secondo il metodo imposta da imposta con un’aliquota
pari al 20%, si calcoli l’imposta versata dalle tre imprese nei 3 seguenti casi:
1. la base imponibile è di tipo reddito lordo.
2. la base imponibile è di tipo reddito netto.
3. la base imponibile è di tipo consumo.
Soluzione
L’imposta versata da A e da C non varia nei tre casi considerati.
IVA versata da A = 20%*500 = 100
IVA versata da C = 20%*100 = 20
Imposta versata da B
f) B.I. di tipo reddito lordo
L’IVA pagata sugli investimenti non è detraibile:
IVA a debito = 20%*1000 = 200
IVA a credito = 20%*100 = 20
IVA da versare = 200-20 = 180
g) B.I. di tipo reddito netto
IVA a debito = 20%*1000 = 200
IVA a credito = 20%*100 + 20%*(40%/2*500) = 20+20 = 40
IVA da versare = 200-40 = 160
h) B.I. di tipo consumo
IVA a debito = 20%*1000 = 200
IVA a credito = 20%*100 + 20%*500 = 20+100 = 120
IVA da versare = 200-120 = 80
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Esercizio 6 (IRAP)
La società Alfa ha conseguito, nel corso dell’anno corrente, ricavi per 1.000 euro sostenendo i seguenti costi:
beni intermedi
salari
acquisto di un macchinario
interessi passivi
300 euro;
450 euro;
200 euro (coefficiente di ammortamento ordinario 20%);
50 euro.
Alla fine dell’anno, inoltre, si registra un incremento di 100 nel valore delle scorte.
Calcolare l’ammontare di IRAP a carico della società (si ignorino le deduzioni forfetarie previste per i lavoratori
assunti a tempo indeterminato).
Soluzione
La base imponibile dell'IRAP è costituita dal valore aggiunto di tipo reddito netto corrispondente alla differenza tra
il valore della produzione (ricavi e variazioni positive delle rimanenze) e la somma dei costi di acquisto dei beni
intermedi da altre imprese, degli ammortamenti e della variazione negativa delle scorte.
Per la determinazione della base imponibile, calcoliamo la quota di ammortamento di pertinenza dell’esercizio:
10% x 200 = 20 (ammortamento ordinario = 200 x (20%/2) = 20).
Base imponibile IRAP = 1000 (Ricavi) - 300 (beni intermedi) - 20 (ammortamento) + 100 (Δscorte) = 780.
Il debito di imposta è determinato tramite l’applicazione di un’aliquota uniforme del 3,9%:
IRAP = 3,9% x 780 = 30,42.
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Esercizio 7 (IRES, IRAP e IVA)
Nell’anno corrente la società ALPHA ha conseguito ricavi per 800 e ha percepito interessi attivi per 15. In aggiunta
essa ha effettuato le seguenti operazioni:
acquisto di materie prime
300
corresponsione di salari
200
corresponsione di compensi per prestazioni libero-professionali
10
acquisto di beni di investimento (coeff. di ammortamento ord. 20%)
50
pagamento di interessi passivi
20
a) Trascurando i vincoli sul trattamento fiscale degli interessi passivi, si calcoli l’ammontare IRES e IRAP a
carico della società ignorando nel calcolo della base imponibile IRAP le deduzioni forfetarie previste per i
lavoratori assunti a tempo indeterminato ed assumendo che la società benefici di una deduzione di 9,7 dalla
base imponibile IRES per l’IRAP pagata.
b) Utilizzando il metodo imposta da imposta, si determini l’IVA che la società deve versare nel caso di
un’aliquota unica pari al 10% su tutti i beni acquistati o venduti.
Soluzione
a)
La base imponibile IRAP è costituita dal valore aggiunto di tipo reddito netto, corrispondente alla differenza tra il
valore della produzione (ricavi e variazioni positive delle rimanenze) e la somma dei costi di acquisto dei beni
intermedi e servizi da altre imprese, della variazione negativa delle scorte e degli ammortamenti. Quindi:
Base Imponibile IRAP = [800 – (300 + 10 + 5)] = 485
Ricordando che l’aliquota IRAP è pari al 3,9% abbiamo:
IRAP = 3,9% x 485 = 18,92
La base imponibile IRES è data da:
Ricavi
800
Interessi Attivi
15
- Salari
200
- Materie prime
300
- Interessi passivi
20
- Compensi prestazioni libero-professionali 10
- Ammortamento (metà al primo anno)
5
- Deduzione per IRAP pagata
9,7
= Base Imponibile IRES
270,3
IRES = 27,5% x 270,3 = 74,33
b) In Italia l’IVA è applicata con il metodo imposta da imposta ed è riconducibile ad una base imponibile di tipo
consumo. Pertanto, l’IVA pagata sugli investimenti è totalmente detraibile. Quindi:
IVA a debito = 10%  800 = 80
IVA a credito = 10%  (300 + 10 + 50) = 36
IVA da versare = 80 – 36 = 44.
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