“Innamorati”, una pièce agrodolce fatta di musica, colori e metafore

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VI
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S
i parla di amore nel nuovo spettacolo di Silvio Laviano, andato
in replica al Teatro Coppola lo
scorso week-end. Un amore a due
facce, completamente opposte:
l’opera mette insieme, da una parte la britannica "lesbica e suicida" Sarah Kane e dall’altra il "catanese troppo catanese" Nino
Martoglio. Innamorati - Tragicommedia della Purificazione, da S. Kane e N. Martoglio
è il titolo della pièce andata in scena al Teatro Coppola di Catania. Gli innamorati duplicano la loro presenza al teatro Coppola
occupato.
Il progetto S.E.T.A., Studio Emotivo
Teatro Azione In residenza presso il Teatro
Coppola - Teatro dei Cittadini di Catania,
dopo il grande successo ottenuto da
S.O.G.N.O Ergo Sum e Diversi- Personaggi
in cerca di un Altrove, per il terzo anno consecutivo ha aperto la stagione teatrale del
teatro Coppola, decidendo di esplorare gli
archetipi sempiterni della Morte e dell'Amore, mettendo insieme due autori distanti per sesso, origine e scrittura. Ma si sa,
i poli opposti finiscono con l’attrarsi. Da una
parte la virulenza del siciliano la cui opera
è tutta contraddistinta, oltre che dal verismo,
anche dalla contrapposizione tra ricchezza
e povertà; dall’altra la scrittrice e drammaturga britannica, autrice di testi teatrali discussi per i temi trattati di stupro, cannibalismo e malattie, morta suicida nel 1999.
Metterne insieme le opere sembra impossibile, finché non si raschia il fondo: il fondo
dell’uomo, fatto di bestialità e fisicità,
questo ciò che accomuna gli autori, e
questo ciò che accomuna tutti gli uomini,
le loro storie e le loro passioni. Questo l’elemento che tanto piace cogliere e sviscerare
a Laviano. Le scelte complicate sono
cercate e servono a dar vita ad un racconto
tragicomico e crudele.
L’opera di Laviano, apparentemente ardua, finisce invece con il far dialogare i due
autori, spiegandoli. Sul palco ma poco distanti dal pubblico, gli attori sono sempre
pronti a rompere le inutili barriere che separano la scena dalla realtà. Dodici episodi
si susseguono in cambi sequenza sempre più
tesi, sporchi di sangue, osando sempre di
più. «Sarah Kane e Nino Martoglio, entrambi, in tempi e luoghi diversi, raccontano la
loro città, il loro quartiere, i loro agglomerati
urbani senza aria, l'Amore di periferia - spiega Silvio Laviano -. La periferia Inglese e
la Civita sembrano incontrarsi in personaggi
SPETTACOLO
21 OTTOBRE 2016
Sul palco del Teatro Coppola è andato in scena l'opera di Laviano, un amore a due facce punto di fusione tra Sarah Kane e Nino Martoglio
“Innamorati”, una pièce agrodolce
fatta di musica, colori e metafore
spettacolo. Degli attori, bravissimi, del
loro ardore, della loro fatica, del sudore e
dei pezzi di sé che lasciano sul palco, pezzi
di anima che lanciano al pubblico in dono.
Disposti a tutto: proprio come gli innamorati.
Protagonisti: Roberta Amato, GianMarco
Arcadipane, Alessandra Barbagallo, Egle
Doria, Paolo Guagenti, Silvio Laviano, Giada Morreale, Vincenzo Ricca, Diego Rifici.
Ideazione Scenica e Regia di Silvio Laviano.
Luci: Luca Giannone. Direzione degli allestimenti: Arsinoè Delacroix, Giuseppe Pomidoro. Assistenti agli Allestimenti Laura
Lazzaro, Chiara Tirone. Aiuto Regia: Valentina Sardo, Diego Rifici. Referenti Teatro: Coppola Chiara Carrera, Marco Sciotto.
Progetto Fotografico Sebastiano Trigilio.
Progetto Grafico Roberta Incatasciato. Assistente al Progetto S.E.T.A:. Stefania Bonanno, Ciccio Tellico.
Giovanna Russo
dove le relazioni sociali vissute come
incubo lasciano spazio alla lingua delle vittime, lontani ma vicini, non troppo diversi,
gli autori trasportano l'azione in una città di
un "sud del mondo"».
Una sfida insomma, ma alle sfide Silvio
Laviano ha abituato il suo pubblico. Laviano
ci porta a Bogotá Jonica tra direttori e personaggi, canzoni e playback, in un crescendo mai scontato e che potrebbe turbare le
menti uniformanti, perché il teatro può fare
pensare anche solo nel tema dell'innamorarsi.
Innamorati parla di un Amore violento,
complesso, totale: l’unico possibile, senza
sconti, senza scelta, senza scampo. Una pièce agrodolce fatta anche di musica, di
colori, di riferimenti e metafore dove la realtà avvolge, imprigiona, disdegna, impedisce di arrivare.
Se ve lo siete persi, cercatelo solo così potrete innamorarvi di Silvio Laviano e del suo
La verve di Tuccio Musumeci nell'ultima commedia scritta da Nino Martoglio e messa in scena con la regia di Giuseppe Romani
Il Marchese di Ruvolito apre la stagione al Brancati
Il Marchese di Ruvolito inaugura la conquistare uno stemma sulla porta.
“Vario nei temi e nei motivi, ricco di conuova stagione del Teatro Vitaliano Brancati,
una stagione che dà voce agli autori contem- lore, vitalistico e brioso, il teatro di Nino
poranei, ma non dimentica i testi della tra- Martoglio raggiunge gli esiti più felici
quando rappresenta gli aspetti peculiari e audizione.
In scena a partire da giovedì 20 ottobre ore tentici della sua terra mediante personaggi
21, la commedia in tre atti del grande che celano le intime ferite dietro una maschera ironica, canzonatoautore siciliano Nino
ria: civitoti chiassosi,
Martoglio vedrà sul
poveri ingegnosi e
palco di via Sabotino
ciurmatori, ingenui o
Tuccio Musumeci e,
scaltri scampoli di
accanto a lui, Rossana
umanità bonaria, ilari
Bonafede, Turi Giore bizzarre figure, aridano, Maria Rita
stocratici e politici deSgarlato, Riccardo
caduti e spiantati,
Maria Tarci, Roberta
creature sordamente
Andronico, Fabio Codisperate. Un microstanzo, Antonio Cacosmo volutamente
stro, Donatella Liotta,
semplice ed elementaEnrico Manna, Savì
re, popolato di archeManna, Claudio Mutipi collettivi, buoni e
sumeci, Luigi Nicotra,
cattivi, furbi e sciocMarina Puglisi, Rachi, dove signorotti
niela Ragonese, Giosquattrinati e popolani
vanni Strano. Regia
trafurelli vivono di
Giuseppe Romani, coespedienti per sbarstumi Mela e Rosa
care il lunario, dispenRinaldi, scene Susansando agli ingenui e
na Messina, moviagli illusi gli uni titoli
menti coreografici Silnobiliari e radici illuvana Lo Giudice.
stri, gli altri consigli
La trama de Il Marlegali e numeri del
chese di Ruvolito ruolotto.
ta attorno alla figura
Tuccio Musumeci
Vecchio aristocradel Marchese, un aristocratico ormai ridotto alla rovina, senza più tico in miseria fra parvenus smaniosi di noun soldo con la sua dimora pignorata e ormai biltà, Il Marchese di Ruvolito sbarca il lucostretto a fare i conti con la nuova società nario inventando radici illustri a famiglie pledi affaristi che sono disposti a tutto pur di bee. Per lo spasmodico desiderio del blasone
donna Prazzita Timurata, “ex rivendugliola”
zeppa di denari (fatti con l’olio ed il formaggio) con “tutte le spocchie delle nuove arricchite”, ha deciso di dare in sposa la figlia
Immacolata ad un cacciatore di dote, il “baronello di Mezzomondello”, cinico, spiantato, borioso.
Sarà il Marchese di Ruvolito a sventare
gli interessati progetti del baronello adottando il giovane Adolfo Giesi, anch’egli pieno
di soldi (fatti col sapone e la potassa) ma privo di blasoni, e consentendogli così, divenuto Marchese di Gebbiagrande, di sposare
Immacolata, di cui è innamorato corrisposto,
con l’entusiastico consenso finalmente di
donna Prazzita, divenuta madre nientemeno
che di una marchesa “di curuna cch’ ’i gigghia, non con le palle!”. Dal canto suo il
Marchese di Ruvolito otterrà di restare
usufruttuario nel palazzo avito, riscattato dal
figlio adottivo, dal quale rischiava di essere
sfrattato.
La prima della commedia in tre atti in dialetto siciliano Il Marchese di Ruvolito ha luogo al “Teatro Nazionale” di Roma il 23 dicembre 1920, “Compagnia Angelo Musco”,
interpreti Angelo Musco (il Marchese di Ruvolito) e Rosina Anselmi (donna Prazzita).
È l’ultima commedia del belpassese che
scomparirà di lì a poco, il 15 settembre 1921,
precipitando nella tromba dell’ascensore in
costruzione dell’Ospedale Vittorio Emanuele
di Catania”.
Lo spettacolo andrà in scena al Teatro
Brancati di via Sabotino a Catania fino al 6
novembre.
Il Centro Teatrale Siciliano presenta il progetto multidisciplinare curato da Nino Romeo con l'apporto di Antonio Di Grado e Lina Scalisi
Itinerari Tempio, il CTS legge “La Carestia”
Nel magnifico scenario della Catania Barocca, alla Scalinata Alessi, nei giorni 19, 20 e 21
ottobre, alle ore 18,00 il CTS Centro Teatrale
Siciliano presenterà, nell’ambito del progetto
multidisciplinare Itinerari Tempio, a cura di Nino
Romeo, la lettura commentata dei primi cinque
Canti de La Carestia di Domenico Tempio.
I precedenti
Nino Romeo e Graziana Maniscalco hanno
avviato, agli inizi del 2015, il progetto multidisciplinare dedicato alla vita e all’opera di Domenico Tempio dal titolo Itinerari Tempio, con
l’apporto scientifico del critico letterario
Antonio Di Grado e dello storico Lina Scalisi.
In quell’anno è stato allestito lo spettacolo In
Petra trasfigurazione scenica de L’imprudenza
o Lu Mastru Staci, su progetto drammaturgico
e per la regia di Nino Romeo, anche interprete
insieme a Graziana Maniscalco, con la presenza
in scena di quattro scalpellini/musicisti che, battendo su bàsole di pietra lavica con martelli e
scalpelli, davano il ritmo ai versi tempiani; e con
quello di un’operazione teatrale originalissima, Ma ne La Carestia c’è altro: la ponderosità deltrascinante e coinvolgente con un seguito no- l’opera che si sviluppa in 20 canti; la lingua inventata da Tempio che parte dagli umori popotevole di spettatori.
lari del linguaggio catanese del suo tempo per
La Carestia
farsi lingua di canto e di poesia; le grandiose imÈ ormai accertato, presso critici e storici della magini, realistiche ed immaginifiche.
Eppure La Carestia è poema poco conosciuto.
letteratura, che Domenico Tempio sia l’autore
Il nostro impegno sulla figura e sull’opera di
più originale e innovativo del Settecento italiaDomenico Tempio assolve, tra
no.
le altre, anche a questa funzioE nella storia della letterane: fare conoscere nella sua cittura italiana, La Carestia cotà, questa opera monumentale
stituisce un unicum: innanzie straordinaria a cui Tempio detutto per l’argomento: il poedicò circa due decenni della sua
ta, come annuncia all’esordio
vita e della sua produzione ardell’opera, non si propone di
tistica.
cantare armi ed amori, ma di
Caratteri del nostro progetparlare di miseria; che ciò avto
venga in un poema concepito
Nel dicembre del 2015 il
nei decenni finali del SetteGraziana Maniscalco
CTS ha proposto la lettura dei
cento, è una anticipazione di
primi due Canti de La Carestia
quattro figure di coro che incastonavano van- temi e di condizioni che donel corso di tre serate di letture
niate (le grida di richiamo dei venditori ambu- vranno attendere quasi un
drammatizzate, accompagnate
lanti) tra le sestine del poema. Il risultato è stato secolo per essere sviluppati.
Nino Romeo
da riflessioni, informazioni, annotazioni, digressioni. Il progetto di letture drammatizzate de La
Carestia proseguirà per giungere, nell’anno
2018, alla lettura integrale dell’opera in un’unica
giornata, dall’alba al tramonto.
In caso di pioggia l'evento sarà ospitato all'interno del Nevskij.
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