dal nome del progettista, o più propriamente “Museo Nazionale D

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LOCALIZZAZIONE INTERVENTO
L’edificio denominato comunemente “Palazzo Piacentini”, dal nome del progettista, o più
propriamente “Museo Nazionale Di Reggio Calabria” è localizzato in posizione strategica
nel contesto urbano; il museo nazionale si colloca, infatti, nella storica Piazza De Nava,
progettata alla fine degli anni venti, sulla quale convergono le principali strade
generatrici del centro storico di Reggio Calabria. La piazza di forma rettangolare,
delimitata da quattro strade carrabili, è connotata dalla presenza di altri due importanti
edifici pubblici: la sede dell’Ente Edilizio con la facciata progettata da Camillo Autore e
le case per gli impiegati dello stato progettate dall’Ing. Pietro De Nava.
L’edificio del Museo Nazionale di Reggio Calabria rappresenta un esempio paradigmatico di
architettura “Piacentiniana” ed è inoltre uno dei rari esempi di edificio museale progettato e
realizzato ad hoc.
L’edificio rientra tra le cose di interesse storico artistico monumentale espressamente
richiamate dall’art. 10 del D.LGS. 42/2004.
• FINALITA’ DEL PROGETTO
Il progetto per il restauro, l'ampliamento ed i nuovi allestimenti del Museo Nazionale di
Reggio Calabria, è inserito nel programma per le celebrazioni dei 150 anni dell'Unità di
Italia e rappresenta l'opera pubblica di maggiore rilevanza tra quelle realizzate nel
mezzogiorno.
La progettazione architettonica, firmata dallo studio ABDR architetti associati persegue
numerosi obiettivi:
- di restaurare l'edificio progettato da Marcello Piacentini negli anni '30
- di provvedere alla sua messa a norma per quanto attiene soprattutto agli aspetti
antisismici;
- di ampliare il museo esistente provvedendolo di nuove funzioni oggi necessarie ad una
struttura di queste dimensioni, come una caffetteria/ristorante(roof-garden), una
biblioteca, una piccola sala conferenze, una sala per le esposizione temporanea, una
grande dotazione per magazzini e laboratori di restauro, un bookshop ed una
lobby(corte) adeguata;
- di provvedere ad un nuovo e più adeguato livello prestazionale del Museo dal punto di
vista impiantistico e della distribuzione interna;
- di riorganizzare i percorsi di visita secondo criteri adeguati alle più recenti strategie di
comunicazione anche con l'adozione di appropriati supporti multimediali;
- di ridisegnare integralmente gli allestimenti interni.
Gli interventi oggi realizzati si sono sviluppati a partire dalla necessità di realizzare con urgenza
interventi finalizzati alla messa antisismica dell’edificio ed alla integrale riorganizzazione degli
impianti, completamente assenti nella struttura Piacentiniana.
A partire da questi interventi il progetto perviene alla generale riorganizzazione del Museo
Piacentiniano, al suo ampliamento ed alla completa riorganizzazione del percorso museale e
del suo allestimento.
La caffetteria/ristorante, è organizzata a corte sulla copertura in vetro del cortile Piacentiniano
che, chiuso in sommità da questo nuovo solaio vetrato calpestabile supportato da una
sorprendente e trasparente tensegrity (struttura di cavi e puntoni), viene trasformato in nuova
lobby di ingresso.
Vista del nuovo solaio vetrato della corte
Una speciale attenzione è stata riservata agli aspetti riguardanti il funzionamento bioclimatico
dell'edificio, finalizzata al contenimento significativo della spesa per approvvigionamento
energetico. La nuova lobby funziona infatti come un grande camino di ventilazione dell'edificio
ed è in grado, grazie ad appropriate tecnologie, di assicurare ventilazione naturale, producendo
raffrescamento estivo e riscaldamento invernale senza consumo energetico.
Nella lobby è stato realizzato un grande intervento artistico del maestro Alfredo Pirri,
caratterizzato da una forte integrazione con le caratteristiche spaziali della monumentale
altezza dell'atrio.
La “Piazza” è composta con elementi prelevati dal disegno delle facciate architettoniche e sovrapposte sulle stesse in
modo da realizzare una partitura di frammenti che pur essendo composti da forme astratte, denunciano la loro
provenienza dallo spazio costruito. Questi elementi disegnano delle quinte teatrali di pochissimo aggettanti rispetto
alle pareti reali. Queste quinte sporgono grazie ad un telaio inclinato a 45° e dipinto di rosso in modo che il colore si
riverberi sulle pareti retrostanti dando la sensazione di una velatura di bianco su bianco, una superficie rotta un po’
fantasmatica un po’ strutturale. Forme disegnate da un colore che si riflette seguendo il movimento naturale della luce
che penetra dall’alto e inframmezzate dalle ombre (mobili e spezzate anch’esse) prodotte dalle trame metalliche che
sorreggono la grande vetrata che copre tutto. L’opera quindi si confonde con lo spazio che la ospita facendosene parte
costitutiva, quasi ne fosse una sottolineatura come si fa con un pennarello per evidenziare e marcare quello che ci
colpisce di più in un’immagine o nella frase di un libro (Alfredo Pirri).
Nel museo, infine, saranno tra l'altro riposizionati, dopo il recente restauro, i Bronzi di Riace.
Per le due statue sono stati previsti nuovi basamenti antisismici appositamente studiati con
ENEA.
Vista interna della corte
• Al fine di lasciare pressoché immutate le geometrie delle sale espositive esistenti
(Piacentiniane), e minimizzando le interferenze e le variazioni dei volumi degli spazi
interni, si e reso necessario l’utilizzo di impianti di climatizzazione tipo misto ariaacqua. Nelle attuali sale espositive tale soluzione è stata resa possibile eliminando il
pacchetto di finitura del pavimento sino all’elemento strutturale e sopraelevando il
vecchio piano di calpestio.
Sala espositiva
Nella corte è stata mantenuta la piena leggibilità dell’architettura, dei prospetti interni,
mantenendo i suoi elementi decorativi e compositivi (finestre, cornici, modanature
ecc.).
• Il Museo all’esterno è caratterizzato da un pregevole rivestimento di grandi lastre in
travertino, ad eccezione del piano uffici (intonacato), ed un zoccolo di pietra lavica solo
su tre lati. L’intervento effettuato è stato quello di pulire tutte le lastre e sostituirne
Vista piazza de nava angolo via romeo
Vista via romeo angolo via veneto
alcune donando nuovamente all’edificio lo splendore cromatico del passato.
Per quanto riguarda l’intervento eseguito all’interno della corte, esso avviene attraverso
il giusto incastro di differenti masse cromatiche, studiate ad hoc con i tecnici oikos,
ottenendo un effetto tradizionale simile al “marmorino” a base di grassello di calce e
con una finitura autolucidante.
Come in ogni progetto che si rispetti il risultato finale si deve infine anche alla
straordinaria sinergia avuta nel tempo con le Amministrazioni, in particolare un ruolo
fondamentale hanno svolto il Commissario Straordinario per la realizzazione dell'Opera,
la
Direzione
Regionale
dei
Beni
Culturali
e
Paesaggistici
della
Calabria,
la
Soprintendenza BAP di Reggio Calabria, la Soprintendenza per i Beni Archeologici della
Calabria, Provveditorato Interregionale alle OO.PP. Calabria e Sicilia Direttore dei Lavori
con le quali il progettista ha giornalmente dialogato per la definizione del progetto
stesso.
Oltre agli architetti hanno lavorato al progetto gli ingegneri strutturisti, geotecnici, della
sicurezza antincendio, degli impianti di condizionamento e di ventilazione naturale,
impianti elettrici /speciali e dell'ingegneria per le strutture speciali in acciaio e vetro.
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