I CHEMIOTERAPICI ORALI: LA CAPECITABINA Che cos’è La Capecitabina è il primo farmaco chemioterapico orale per il trattamento del tumore del colon-retto, della mammella e dello stomaco. Rispetto alla chemioterapia standard (terapia endovenosa con 5-fluorouracile/leucovorin) questo farmaco ha dimostrato una maggiore capacità di ridurre la massa tumorale, a parità di sopravvivenza libera da malattia e di sopravvivenza globale, ed un migliore profilo di tollerabilità (meno effetti collaterali, soprattutto per quanto riguarda perdita di capelli, nausea, vomito e astenia). Inoltre, grazie alla formulazione in compresse, capecitabina può essere facilmente assunta dai pazienti a domicilio, con un evidente beneficio in termini di qualità della vita (sia per i disagi e i rischi evitati, che per i notevoli risvolti psicologici) ma anche un considerevole risparmio di spesa per il Sistema Sanitario Nazionale (meno ospedalizzazioni, minori costi di somministrazione, minori costi dovuti al trattamento degli effetti collaterali). In Italia si stima che tale risparmio per il Servizio Sanitario potrebbe ammontare a circa 60 milioni di euro potenziali all’anno1. Come agisce Si tratta di un chemioterapico innovativo e molto efficace, sviluppato per trasportare il fluorouracile direttamente all’interno delle cellule tumorali, senza gli inconvenienti legati alla tradizionale terapia endovenosa (ospedalizzazione, rischio di infezioni, ecc.). Il farmaco deve essere assunto due volte al giorno, a colazione e a cena, per due settimane, con un periodo di riposo di una settimana. Questo schema consente una copertura continua di chemioterapico che mima l’azione del fluorouracile in infusione continua. La capecitabina uccide in maniera selettiva le cellule tumorali attraverso il 5fluorouracile, che ne attacca il DNA. Il farmaco agisce in tre fasi: 1 Numero pazienti e/o trattamenti: dati IMS/Onco 3, prima rilevazione 2007. Dati risparmio medio per paziente: Garrison LP, Cirrincione A, Giuliani G: “Pharmacoeconomic analysis of treating advanced gastric cancer (AGC) with capecitabine/cisplatin (XP) vs. 5-FU/cisplatin (FP) regimens in an Italian setting,”, Poster presented at ISPOR 2007 Giuliani G, Lucioni C, Mazzi S, De Carli C, Jamieson C.: “Valutazione di convenienza economica comparata tra un farmaco orale (capecitabina) e una terapia parenterale a base di 5-FU (regime Mayo)nel trattamento del carcinoma del colon-retto metastizzato), Pharmacoeconomics, Italian Research Articles, 4 (1) 2002: 13-38 Di Costanzo F, Sobrero A, Twelves C, Douillard J, Giuliani G, Patel K, Garrison LP, Cassidy J: “Italian economic evaluation of capecitabine vs. bolus 5-FU/LV as adjuvant chemotherapy for patients with Dukes’ C colon cancer” Poster presented at WCGIC (World Congress of Gastrointestinal Cancer) 2006 è inattivo quando viene ingerito, e rimane tale fino a quando viene assorbito attraverso l’intestino ed entra nel circolo sanguigno le prime due fasi di attivazione avvengono nel fegato, dove la capecitabina si converte in agente tumoricida rimanendo non tossica la molecola comincia ad agire solo nella terza fase quando, ormai giunta all’interno delle cellule tumorali, si trasforma in 5-fluorouracile grazie ad un enzima presente in quantità molto più elevate nelle cellule tumorali rispetto a quelle sane. Grazie a questo meccanismo attivato dal tumore stesso, il farmaco ha la possibilità di agire solo dove serve, colpendo esclusivamente le cellule malate. La capecitabina nel tumore del colon-retto Capecitabina è utilizzata per il trattamento dei pazienti con tumore del colon-retto, in combinazione con altri trattamenti comunemente usati nella patologia quali l’irinotecan e l’oxaliplatino. Nel 2001 è stata autorizzata come trattamento di prima linea in monoterapia per il tumore metastatico del colon-retto nella maggior parte dei paesi (compresi USA ed Unione Europea). Nel 2005 (rispettivamente a marzo e a giugno) l’EMEA e l’FDA hanno approvato capecitabina per il trattamento adiuvante del tumore del colon (dopo l’operazione chirurgica). Recentemente è stata richiesta, sia negli Stati Uniti sia in Europa un’estensione di indicazione di capecitabina per l’utilizzo in associazione a qualsiasi farmaco già indicato per il trattamento del tumore del colon-retto metastatico. La capecitabina nel tumore della mammella Capecitabina in combinazione con docetaxel ha ottenuto dei buoni risultati nel tumore della mammella metastatico. In monoterapia è inoltre indicata per il trattamento del tumore metastatico della mammella resistente ad altri chemioterapici quali il paclitaxel e le antracicline. La capecitabina nel tumore dello stomaco Il farmaco è già stato approvato in Corea del Sud come trattamento di prima linea per il tumore metastatico dello stomaco; nel marzo 2007 l’EMEA ha approvato l’utilizzo di capecitabina, in combinazione con chemioterapia a base di platino, come trattamento di prima linea per i pazienti con tumore gastrico avanzato. L’approvazione dell’Agenzia Italiana del Farmaco è stata concessa nel luglio del 2007.