IL MARTIRIO DI SAN LORENZO
BANCA D'ALBA
Banca di credito cooperativo di Alba, Langhe e Roero
IL RESTAURO DEL “MARTIRIO DI SAN LORENZO” DI TIZIANO
della Chiesa dei Gesuiti a Venezia
15 maggio 2011- 30 agosto 2011
La pala del “martirio di San Lorenzo” di Tiziano: gli studi e le indagini preliminari al
restauro
15 maggio 2012- 15 novembre 2012
La pala del “martirio di San Lorenzo” di Tiziano restaurata
Sale del piano terreno del “Palazzo Banca d'Alba”; Alba
con il patrocinio di :
Ministero per i Beni e le Attività Culturali
Soprintendenza al Polo Museale di Venezia
Compagnia di Gesù
Regione Piemonte
Regione Veneta
Città di Alba
Fondazione Centro Studi Tiziano a Cadore
Sponsor unico: Banca d'Alba cc.
Comitato scientifico :
Giovanna Damiani Soprintendente
Il dipinto - destinato all’altare dei Massolo, antica stirpe patrizia
veneziana,
secondo a destra nella chiesa di Santa Maria dei Crociferi (o
Gesuati) oggi nota come Chiesa dei Gesuiti - doveva esser già
iniziato sul finir del 1548, se, il 18 novembre, Lorenzo, ultimo
discendente della famiglia, nel testamento, poteva ordinare che
“la palla del qual altar […] si abbia a finir”.
E’ probabile che l’incarico a Tiziano d’eseguirla risalisse prima
del suo lungo soggiorno ad Augusta e, dunque, intorno al 1547.
L’esecuzione fu, comunque, di tempi lunghi e assai sofferta,
anche se dei saggi grafici di prova ci resta solo un foglio, oggi nel
Gabinetto dei disegni e stampe degli Uffizi a Firenze (…) con
uno studio delle gambe del carnefice a sinistra della graticola su
cui è disteso il Martire.
Allorché il 25 gennaio 1557, Lorenzo Massolo perdeva la vita,
l’opera non era ancora terminata poiché la vedova, Elisabetta
Querini, nel suo testamento, del 15 marzo di quell’anno, stabiliva
che se, al momento della sua morte, “l’arca et pala di
Crosecchieri [Crociferi] non sarà finita [l’esecutore] la facci finir
con quella più prestezza serà possibile”.
In realtà, è probabile che la pala fosse pronta poco dopo visto
che, il 9 ottobre
1564, il segretario dell’ambasciatore a Venezia di Filippo II,
Hernandez Garcia, poteva segnalare ad Antonio Terez,
segretario del re, che “in un monastero della città [Venezia] è un
quadro di San Lorenzo che [Tiziano] fece molti anni addietro”.
Soprintendenza speciale per il Patrimonio storico, artistico ed etnoantropologico e per il Polo museale della città di
Venezia e dei comuni della Gronda lagunare
Claudia Cremonini: Direttore dei lavori di restauro
Gloria Tranquilli: Direttore operativo
Lionello Puppi: Coordinamento storico critico
Restauro:
NICOLA RESTAURI s.r.l.
A cura di Annarosa Nicola e Nicola Pisano
Analisi strumentali all'UV, IR, IRFC, Riflettologia,IR,RX, videomicroscopio a fibre ottichre: NicolaPisano
Analisi chimiche con XRF: ADAMANTINO s.r.l.
allestimento delle esposizioni a cura:
Ufficio tecnico della Banca d'Alba, studio Deabate e Saracco e Lanzetti di Alba
Grafica: Matteo Cordero
Impianti antifurto e di sicurezza ERREGI di Alba
Trasporti: Tratto, Venezia – Ghilardini, Torino
Si ringraziano per la collaborazione offerta:
la Chiesa dei Gesuiti a Venezia
Collocata nel secondo altare a destra della chiesa dei
Crociferi ch’era stata rifabbricata nel 1515, la pala del
“Martirio di San Lorenzo” vi rimase sino alla soppressione di
quell’Ordine nel 1656 da parte di papa Alessandro VII, che ne
donava i beni alla Serenissima, il cui Governo vendeva il
monastero alla
Compagnia di Gesù, la quale vi insediava la Casa professa
della Provincia di Venezia, provvedendo,tra il 1715 e il 1730, a
rifabbricare la Chiesa dalle fondamenta.
Nel tempio rinnovato la pala fu collocata sull’altare della
prima cappella a sinistra dedicata a San Lorenzo e
assegnata alla famiglia Pezzana e là rimase sino ad oggi e,
dunque, anche al di là della soppressione nel 1773, da parte
di papa Clemente XIV, dell’ordine dei Gesuiti, restando,
ciononostante, la Chiesa officiata.
La pala fu solo rimossa negli anni dal 1797 al 1815, allorché
su decreto napoleonico, fu trasportata a Parigi, ove,
nell’occasione, venne sottoposta ad un discutibile restauro.
Esso faceva seguito a quello, ordinato dalla Serenissima,
condotto dal pittore Pietro Cardinali per tentar di ovviare ai
danni che il dipinto aveva patito,nella vecchia Chiesa dei
Crociferi, a causa delle esalazioni fetide provenienti da
“alcune sepolture che dianzi si cavarono” (Ridolfi, 1648).
Né il dipinto trasse giovamento (ne patì, anzi ulteriori
sofferenze) dai restauri effettuati a spese del Governo
austriaco tra il 1834 ed il 1835 e, nel 1842,
dal pittore Sebastiano Santi, dalla rifoderatura eseguita nel
1877 ed infine dalla pulitura realizzata in vista della grande
Mostra tizianesca del 1935.
Solo in parte si ovviava infine al degrado del capolavoro con
un intervento realizzato nel 1981.
Con il restauro in corso si spera quindi di riportare l’opera
alla pienezza dei suoi originali valori pittorici.