TEORIA del KITESURF GLObe KITER TEORIA del KITESURF - CORSO BASE SPORT ESTREMO ADATTO A TUTTI .....................................................PAG. 1 TEORIA DEL VENTO ...................................................................................PAG. 1 LA ROSA DEI VENTI DIREZIONE DEL VENTO .......................................................................PAG. 2 TERMINOLOGIA .................................................................................... PAG. 3 ORIENTAMENTO DEL VENTO INTENSITA’ DEL VENTO........................................................................ PAG. 4 GRADIENTE DI VENTO ................................................................................PAG. 6 VENTO TERMICO TURBOLENZE ED EFFETTI ..........................................................................PAG. 7 INFORMAZIONI FORNDAMENTALI ........................................................PAG. 7 NUVOLE ...............................................................................................PAG. 8 MAREE ................................................................................................. PAG. 9 CORRENTI LO SPOT ........................................................................................................PAG. 10 ANDATURE ...................................................................................................PAG. 10 FINESTRA DEL VENTO.............................................................................PAG. 11 VENTO APPARENTE................................................................................ PAG. 13 ATTREZZATURA .........................................................................................PAG. 13 IL KITE STORIA DEL KITE PARTI DEL TUBE KITE ............................................................................. PAG. CARATTERISTICHE DEL KITE AERODINAMICA DEL KITE ....................................................................... PAG. ANGOLO DI ATTACCO ............................................................................. PAG. STALLO ................................................................................................. PAG. 14 15 16 17 LE LINEE IL BOMA .............................................................................................PAG. 18 TRIMMAGGIO ......................................................................................... PAG. 19 LA TAVOLA......................................................................................... PAG. 20 IL TRAPEZIO ...................................................................................... PAG. 21 ALTRI ACCESSORI............................................................................ PAG. 22 REGOLE E DIRITTO DI PRECEDENZA ...............................................PAG. 22 SEGNALI INTERNAZIONALI ................................................................... PAG. 23 MONTAGGIO DEL KITE ............................................................................ PAG. 25 CONCLUSIONI .............................................................................................PAG. 26 GLObe KITER TEORIA del KITESURF - CORSO BASE SPORT ESTREMO ADATTO A TUTTI Il Kitesurf è considerato uno sport estremo, perché, per quanto il suo apprendimento sia facile e piuttosto veloce, un banale errore può comportare brutte conseguenze per se stessi e anche per gli altri. Richiede conoscenza, attenzione, rispetto delle regole e delle condizioni meteorologiche e marine e, come in tutte le cose, la giusta dose di buon senso. Il kitesurf è uno sport estremo senza età, se fatto in sicurezza. E’ praticabile da tutti, sia dai bambini che dalle persone di età più matura. E' uno sport tecnico. Non prevede una preparazione particolare o una forza fisica ben allenata. Unica condizione limite abbastanza intuitiva è il peso. Normalmente l’età giusta per iniziare è quella il cui peso si aggira indicativamente intorno ai 30 kg. Richiede una buona acquaticità; nonostante ciò un bravo istruttore può essere in grado, con i giusti tempi, di portare sulla tavola anche chi con l’acqua non ha molta dimestichezza. Tutti coloro che si lasciano incuriosire possono iniziare il kitesurf. Seguire un corso e farsi guidare da un istruttore certificato è però vivamente consigliato, perché fornisce tutte le basi necessarie per praticarlo in modo sicuro e autonomo. TEORIA DEL VENTO Il vento è l’elemento base, condizione indispensabile per la pratica del kitesurf. Può essere definito come aria in movimento. E’ il risultato di variazioni di pressione atmosferica che si generano a causa dell’irregolare assorbimento di radiazioni solari dalla superficie terrestre (differenza di temperatura tra zona equatoriale e polare). L’aria che si muove genera appunto il lift, grazie al quale si riesce a planare e così pure a saltare. ROSA DEI VENTI La “Rosa dei Venti” o stella dei venti è un diagramma che indica i nomi e la provenienza dei principali venti. Immaginando la Rosa dei Venti collocata nell’isola di Zante, sulla costa greca che si affaccia al Mar Ionio, i nomi dei venti derivano dalla loro direzione di provenienza (Libeccio da Libia, Grecale dalla Grecia, Maestrale da Roma, “città maestra”). Vi sono rappresentati i quattro punti cardinali, nord, sud, est e ovest e i quattro punti intermedi, che determinano le altre direzioni (nord-est, sud-est, sud-ovest e nord-ovest). • Tramontana (Nord): vento gelido moderato, porta freddo; • Grecale (Nord-Est): vento forte specialmente in inverno, di solito non porta pioggia; • Levante (Est): vento caldo e umido; • Scirocco (Sud-Est): vento caldo frequente in primavera, porta spesso piogge; • Mezzogiorno o Ostro (Sud): vento caldo; • Libeccio (Sud-Ovest): vento rafficato, caldo e afoso; Pagina 1 GLObe KITER • • Ponente (Ovest): vento fresco; Maestrale o Maestro (Nord-Ovest): vento freddo, spesso rafficato. TRAMONTANA N MAESTRALE GRECALE NW PONENTE NE W E SW LEVANTE SE LIBECCIO SCIROCCO S OSTRO MEZZOGIORNO Direzione del vento Per capire la direzione del vento (da dove arriva), ci sono diversi metodi: osservare come sventolano le bandiere, osservare in che direzione si muovono i capelli delle persone, raccogliere della sabbia e lasciarla andare nella direzione del vento, osservare la prua delle imbarcazioni, IN PRIMIS ascoltaLO, semplicemente utilizzando i nostri sensi e cercando di mettersi contro la direzione del vento in modo tale da sentirlo soffiare uniformemente da entrambe le orecchie. - Pagina 2 GLObe KITER Terminologia - SOPRAVENTO (UPWIND): la zona da cui spira il vento rispetto ad una cosa/persona presa come punto di riferimento. - SOTTOVENTO (DOWNWIND): tutto ciò che si trova dopo quella cosa/persona presa come punto di riferimento lungo la direzione del vento. Sottovento è quindi un concetto relativo, dipendente dalla provenienza del vento. Al sottovento corrisponde un sopravento e viceversa. Gli oggetti o le zone sopravento sono quelli che sono colpiti prima dal vento rispetto ad altre. Se prendo me stesso come punto di riferimento posso valutare ciò che è sopravento a me e ciò che è sottovento a me. IO DIREZIONE del VENTO SOPRAVENTO (a me) SOTTOVENTO (a me) Per capire come sia in realtà un concetto relativo, prendiamo due oggetti come riferimento: A e B. A è sopravento a B; a sua volta B sarà, logicamente sottovento ad A. A è colpito prima dal vento rispetto a B. DIREZIONE del VENTO A B Orientamento del vento - ON SHORE: vento proveniente dal mare verso terra, perpendicolare alla spiaggia. - OFF SHORE: vento proveniente da terra verso il mare. - SIDE o CROSS SHORE: vento che soffia parallelo alla spiaggia. Pagina 3 GLObe KITER ON SHORE SIDE ON SIDE SHORE SIDE ON SEA / MARE SIDE OFF SIDE SHORE SIDE OFF —————————————————————————————————————— LAND / TERRA OFF SHORE I venti più sicuri per il kiteboarding sono SIDE SHORE (o cross shore) o SIDE ON SHORE (cross on shore). Questo non significa che non si possa uscire con gli altri tipi di vento, ma per un principiante è bene tenere in considerazione che: - venti ON SHORE possono essere pericolosi perché in caso di non adeguato controllo possono condurre il kiter ad incidenti sulla terra ferma (è quindi indispensabile tenersi ad opportuna distanza di sicurezza dalla spiaggia prima di partire); - venti OFF SHORE sono pericolosi innanzitutto perché bisogna avere una buona padronanza delle andature per riuscire a rientrare ed inoltre perché, in condizioni di vento non sicuro, non è comunque certo il rientro a terra; inoltre la qualità del vento off shore è ridotta dalla presenza di ostacoli, quali costruzioni sulla terra ferma, che lo possono rendere particolarmente agitato e turbolento. In entrambi i casi la presenza di un gommone rende possibile e semplifica lo svolgimento delle lezioni. Intensità del vento L’intensità del vento si misura grazie ad uno strumento che ha il nome di ANEMOMETRO. Il vento si misura in: Pagina 4 GLObe KITER Scala Beaufort della forza del vento Valore Termine Scala descrittivo Beaufort Effetti sulla terra Altezza media delle onde (m) Effetti sul mare Velocità media del vento nodi (KT) m/s Km/h <1 0-0.2 <1 Calma; il fumo sale verticalmente. - Il mare è uno specchio. 0.1 Leggere increspature dell’acqua. 0 Calma 1 Bava di vento 1-3 0.3-1.5 1-5 La direzione del vento è segnalata dal movimento del fumo, ma non dalle maniche a vento. 2 Brezza leggera 4-6 1.6-3.3 6-11 Si sente il vento sul viso e le foglie frusciano; le maniche a vento si muovono. 0.2 Onde piccole, ma evidenti. 0.6 Piccole onde, creste che cominciano a infrangersi. 3 Brezza tesa 7-10 3.4-5.4 12-19 Le foglie e i ramoscelli più piccoli sono in costante movimento; il vento fa sventolare bandiere di piccole dimensioni. 4 Vento moderato 11-16 5.5-7.9 20-28 Si sollevano polvere e pezzi di carta; si muovono i rami piccoli degli alberi. 1 Piccole onde, che diventano più lunghe. 5 Vento teso 17-21 8-10.7 29-38 Gli arbusti con foglie iniziano a ondeggiare; le acque interne s’increspano. 2 Onde moderate allungate, con possibilità di spruzzi. 6 Vento fresco 22-27 10.8-13.8 39-49 Si muovono anche i rami grossi; gli ombrelli si usano con difficoltà. 3 Si formano marosi con creste di schiuma bianca. 7 Vento forte 28-33 13.9-17.1 50-61 Gli alberi iniziano a ondeggiare; si cammina con difficoltà contro vento. 4 Le onde s’ingrossano, la schiuma comincia a “sfilacciarsi” in scie. 8 Burrasca moderata 34-40 17.2-20.7 62-74 Si staccano rami dagli alberi; generalmente è impossibile camminare contro vento. 5.5 Marosi di altezza media; le creste si rompono e formano spruzzi vorticosi. 9 Burrasca forte 41-47 20.8-24.4 75-88 Possono verificarsi leggeri danni strutturali agli edifici (caduta di tegole o di coperchi dei camini). 7 Grosse ondate, con dense scie di schiuma e spruzzi, riducono la visibilità. 10 Burrasca fortissima 48-55 24.5-28.4 89-102 (Raro nell'entroterra) Alberi sradicati e considerevoli danni agli abitati. 9 Enormi ondate, con lunghe creste a pennacchio; il mare ha un aspetto biancastro. 11.5 Onde enormi che possono nascondere navi di media stazza; il mare è coperto da banchi di schiuma e la visibilità è ridotta. 14 Onde altissime; schiuma e spruzzi riducono molto la visibilità e il mare è tutto bianco. 11 12 Fortunale Uragano 56-63 >63 28.5-32.6 103-117 >32.7 Fattori di conversione nodi (KT) 1 1.9452 0.54 m/s 0.52 1 0.28 Km/h 1.852 3.6 1 >118 (Rarissimo nell'entroterra) Vasti danni strutturali. Danni ingenti ed estesi alle strutture. La scala Beaufort è una misura empirica della forza del vento, basata sull’osservazione degli effetti del vento sul mare. La scala prende il nome dall’ammiraglio inglese Francis Beaufort (1774-1857), addetto al servizio idrografico britannico, che nel 1805 propose un metodo per la classificazione del vento in 13 gradi. Dal 1° gennaio 1949 questo sistema di valutazione ha validità internazionale. Pagina 5 GLObe KITER - NODI, 1 nodo corrisponde a 1,852 km/h, BEAUFORT, va da 0 (calma) a 12 (uragano), m/sec, km/h. Si può definire il vento a seconda della sua intensità. Eccone alcune: - BREZZA fino a 10 Nodi - 3 Beaufort - fino a 5,4 m/sec - fino a 19 km/h - VENTO MODERATO da 11 a 16 Nodi - 4 Beaufort - 5,5-7,9 m/sec - 20-28 km - VENTO TESO da 17 a 21 Nodi - 5 Beaufort - 8-10,7 m/sec - 29-38 km/h - VENTO FORTE da 28 a 33 Nodi - 7 Beaufort - 13,9-17,1 m/sec - 50-61 km/h - BURRASCA da 34 a 40 Nodi - 8 Beaufort - 17,2-20,7 m/sec - 62-74 km/h e non finisce qui (vedi tabella pagina 5). GRADIENTE DI VENTO Il vento diminuisce la sua velocità più ci si avvicina all’acqua. Ciò è dovuto all’attrito con la superficie dell’acqua e alle onde. L’effetto gradiente avviene anche sulla terra ed è influenzato anche dal tipo di paesaggio. GRADIENTE DI VENTO ————————————————————————— MARE VENTO TERMICO Nella determinazione dell’intensità del vento bisogna includere anche il cosiddetto vento termico (o brezza marina), il cui principio base è la differenza di temperatura tra terra e mare. Durante la prima parte della giornata la terra subisce un riscaldamento, assorbendo calore più rapidamente rispetto al mare. Dal momento del picco massimo del sole, la terra inizierà a rilasciare il calore accumulato, riscaldando l’aria sopra di essa; l’aria calda sale, con una conseguente riduzione di pressione. L’aria fredda del mare si muoverà quindi per riempire la zona di bassa pressione che si è creata, determinando la formazione della Pagina 6 GLObe KITER brezza marina. Di notte il processo si inverte. La terra si raffredda più velocemente rispetto al mare, creando quindi uno spostamento d’aria opposto a prima. Logicamente il vento termico è di natura locale; zone desertiche avranno un termico superiore. Il vento termico inizierà a calare nel tardo pomeriggio per poi fermarsi del tutto; si inizierà a formare la brezza terrestre. Le brezze marine possono portare a venti on shore o side on shore costanti. Attenzione però alla direzione, che verso sera con il calare della temperatura sarà opposta (off shore). TURBOLENZE ed EFFETTI Oggetti ed ostacoli (alberi, costruzioni, colline, ecc.. ) lungo la direzione del vento possono creare raffiche, cambi di direzione dello stesso o turbolenze sopravento e turbolenze sottovento (chiamate rollio o mulinelli). L’ostacolo può creare in pratica delle correnti ascensionali o discendenti che possono essere di disturbo o pericolo per il kiter. L’area detta zona d’ombra, in cui il vento presenta turbolenza, è indicativamente lunga: - 7 volte l’altezza dell’ostacolo SOTTOVENTO all’ostacolo stesso, - 3 volte l’altezza dell’ostacolo SOPRAVENTO all’ostacolo stesso. La turbolenza è relativa anche alla velocità del vento: più forte è il vento, più grande sarà l’area della turbolenza. E’ bene perciò aumentare la distanza di sicurezza dagli ostacoli in caso di vento forte per evitare buchi di vento o aree pericolose. Ci sono tre effetti a tenere bene a mente. • L’effetto baia: in una baia con vento side o side-on, edifici, alberi, scogliere possono creare turbolenze o accelerazioni; il vento può cambiare direzione ed intensità in varie parti della baia. • L’effetto venturi: quando il vento passa attraverso una zona più stretta (ad esempio tra due montagne), subisce un’accelerazione dal lato sottovento rispetto all’apertura e si possono creare forti raffiche. • L’effetto di compressione (updraft): quando ci si trova davanti a grandi ostacoli si creano correnti ascensionali con aumento della velocità. Saper identificare la qualità del vento è importante, in quanto gli ostacoli possono variarne il flusso in modo notevole, tale da compromettere anche la stabilità del kite e creare situazioni di pericolo. INFORMAZIONI FONDAMENTALI Gli elementi che si devono prendere in considerazione prima di una session sono: - INTENSITA’ e DIREZIONE del VENTO, e la sua influenza sulle condizioni dell’acqua (onda), - PRESENZA DI SOLE e LIVELLO UV, VISIBILITA’, PRESSIONE ATMOSFERICA (un - abbassamento di pressione visualizzabile su un barometro è collegato ad aumento di vento e possibile perturbazione), TEMPERATURA dell’aria (vento freddo) e dell’acqua, (in quanto influenzano notevolmente una session), PREVISIONI del meteo, MAREE, CORRENTI. E’ molto importante per ogni kiter analizzare le previsioni del tempo e imparare a riconoscere le condizioni direttamente visibili, al fine di prevenire un cambiamento meteorologico e saper prevedere un’eventuale situazione di pericolo legata ad esso, prima Pagina 7 GLObe KITER e durante una session. E’ inoltre buona norma raccogliere le informazioni da più fonti e confrontarle. Nuvole Sono uno dei migliori indicatori meteo che abbiamo a disposizione. Considerando il fatto che le previsioni meteo non danno mai certezza assoluta, averne una conoscenza base e riconoscere qualche formazione nuvolosa può fornire indicazioni e risultare realmente utile prima o durante una session. Le nuvole sono formate da vapor acqueo, generato a causa del riscaldamento solare dall’evaporazione dell'acqua (mari, laghi, fiumi, etc.) sulla superficie terrestre, il quale si condensa a varie altezze nel cielo. La temperatura della superficie terrestre aumenta a causa dell'irraggiamento solare e, di conseguenza, per conduzione termica si scalda anche l'aria a contatto con lo stesso suolo caldo. Poiché l'aria calda è più leggera si solleva generando una corrente ascensionale e portando con sé l'umidità contenuta. Salendo, l'aria si raffredda, raggiungendo il punto di saturazione del vapore, il quale si trasforma in minuscole goccioline di acqua che galleggiano nell'aria, formando le nubi. - NUBI ALTE (o CIRRI) Le nubi di alta quota hanno aspetto filamentoso. E' necessario distinguere: i cirri di "bel tempo" (forma è irregolare ed estensione limitata), che sono alti nel cielo e si spostano lentamente (vento e meteo stabile), e i cirri di "cattivo tempo”, che sono disposti parallelamente, coprono tutto il cielo e si muovono ad elevata velocità (sono un segnale dell’arrivo di un fronte caldo di bassa pressione in avvicinamento, che significa un imminente aumento della forza del vento e una perturbazione nelle 15 ore successive). - NUBI BASSE (o CUMULI) Nubi di bassa quota, possono apparire molto disordinate. Hanno l’aspetto del cotone e tendono a formare colonne e ammassi separati. Indicano la presenza o l’avvicinarsi di un fronte freddo; se il fronte si stabilizza, le nubi possono addensarsi a quote medie. Il vento ed il meteo associati ad un fronte freddo sono instabili: raffiche di vento e/o temporali improvvisi (qualora le nubi abbiano accumulato sufficiente umidità). In alcuni casi il cumulo può aumentare e portare alla formazione dei cumulonembi. - CUMULONEMBI E’ una formazione instabile e pericolosa, con sviluppo verticale e forma ad incudine che si può estendere anche a grandi altezze. L’incudine punta in genere nella direzione in cui si sta per muovere la tempesta. Questo tipo di formazione ha la capacità di poter creare un vento proprio risucchiando l’aria da molto lontano, che può viaggiare anche con direzione opposta alla direzione del vento di navigazione, creando inoltre imprevedibili e forti correnti ascensionali e discendenti (attenzione pertanto anche a cumulonembi visibili sottovento al kiter). Con la formazione del cumulonembo si percepiscono raffiche ed un abbassamento della temperatura. Una volta passato il vento normalmente diminuisce o si arresta completamente e la nuvola scompare. Questo tipo di nube è anche il segnale dell’inizio di una tempesta elettrica. Pagina 8 GLObe KITER Con cielo nero è altamente probabile che il tempo stia per cambiare e che sia in arrivo una tempesta. Quando è in arrivo un fronte freddo, la massa di aria fredda impatta con quella di aria calda che, essendo più leggera, tende a salire lasciando spazio all’aria fredda più pesante. L’aria calda sale, si raffredda e se carica di umidità formerà intense precipitazioni. In questo caso è bene non aspettare che la situazione peggiori, ma uscire immediatamente dall’acqua o non entrare, così come se si osservano dei lampi o si avverte un aumento di elettricità statica nell’aria, con o senza presenza di cielo nero. Maree E’ sempre buona norma informarsi non solo sulle condizioni meteo, ma sugli orari delle maree e le altezze dei loro punti massimi e minimi. Le maree sono l’alzarsi e l’abbassarsi del livello degli oceani intorno al globo, a causa della forza gravitazionale esercitata dal sole e dalla luna. E’ importante esserne a conoscenza per essere preparati durante la propria session, informandosi attraverso le mappe e le carte sulle maree (internet, libri e giornali locali, guardia costiera..). Alta e bassa marea possono cambiare notevolmente uno spot creando onda o acqua piatta. Inoltre, in presenza di alta marea, la superficie per atterrare il kite può ridursi e così pure in presenza di bassa marea coralli e scogli possono affiorare e alcune aree possono quindi non essere più navigabili. Ci sono due tipo di maree: - ALTA MAREA o EQUINOZIALE (SPRING TIDE) - BASSA MAREA (NEAP TIDE). Si possono ricondurre a tre tipi fondamentali: - MAREE DIURNE caratterizzate da una sola alta e bassa marea nel corso delle 24 ore; - MAREE SEMIDIURNE, con due alte e due basse maree pressappoco di uguale ampiezza; - MAREE MISTE sempre con due alte e due basse maree, ma con ampiezza diversa in base al prevalere della tendenza semidiurna o diurna. Correnti Sono movimenti dell’acqua in una determinata direzione. Una corrente favorevole o contraria ad una andatura può facilitare o meno la stessa. Esistono pericolose correnti, di ritorno o risacche, delle quali è sempre bene essere informati. CORRENTI DI RITORNO Sono un intenso flusso d'acqua causato dal moto ondoso del mare, che si forma davanti alla spiaggia. L'accumulo d'acqua lungo la costa provoca un aumento di pressione, che deve essere compensato da un flusso di ritorno che si dirige dalla riva verso il largo ad elevata velocità, trascinando con sé tutto ciò che incontra. Per uscirne nuotare parallelamente alla costa. RISACCHE Si tratta di una corrente localizzata (a differenza del flusso di ritorno), che "raschia" il fondale scavando veri e propri canali. La presenza di queste correnti può essere causa di notevole pericolo per le persone che si avventurano in acqua, sia per l'aumento Pagina 9 GLObe KITER improvviso della profondità in corrispondenza dei canali, sia per la forza stessa della corrente, soprattutto in regime di mare mosso o agitato. REEF RIP Causato da un buco nel reef che crea un effetto mulinello. LO SPOT Oltre alle condizioni di meteo, maree e correnti, il compito di un kiter prevede anche l’analisi dello spot: - SPAZIO sufficiente al lancio e all’atterraggio; - OSTACOLI AL FLUSSO DEL VENTO (sopravento e sottovento) possono ad esempio essere importanti nelle operazioni di lancio e atterraggio del kite, perchè creano vento rafficato turbolenze o cambi direzione dello stesso; - PERICOLI IN SUPERFICIE, come il tipo fondale (sabbia, sassi, reef..), presenza di oggetti pericolosi; - ATTIVITA’ DELLE PERSONE INTORNO (bagnanti, altri kiter, persone che praticano altri sport..); attenzione sempre anche a chi abbiamo intorno; - PERICOLI SOTTOVENTO (ad esempio la presenza di pontili, reef..) sono importanti perchè in caso di perdita di controllo ci si può ritrovare sopra. ANDATURE Definiamo ora le andature in base alla direzione del vento. -ANDATURA DI BOLINA: navigare sopravento, ovvero andare contro la direzione del vento. -ANDATURA DI LASCO: navigare sottovento, ovvero seguire la direzione del vento. -ANDATURA DI TRAVERSO: navigare in direzione perpendicolare alla direzione del vento. -ANDATURA DI POPPA: navigare nella stessa direzione del vento. Esiste una ZONA di NON NAVIGAZIONE che è quella direttamente contro vento. Ciò significa che per muoversi sopravento e arretrare, un kiter deve procedere a zig-zag. Guadagnare acqua significa quindi spostarsi sopravento, bolinando. Perdere acqua, al contrario significa spostarsi sottovento, lascando. Definiamo le direzioni di andatura: - MURE A DRITTO, braccio destro in avanti verso la direzione, kite sul lato destro; - MURE A SINISTRA, braccio sinistro in avanti verso la direzione, kite sul lato sinistro). Pagina 10 GLObe KITER DIREZIONE DEL VENTO ZONA di NON NAVIGAZIONE SOPRAVENTO SOPRAVENTO ANDATURA DI BOLINA AL TRAVERSO SOTTOVENTO SOTTOVENTO ANDATURA DI LASCO DI POPPA ANDATURA DI GRAN LASCO FINESTRA DEL VENTO La finestra del vento (o finestra di volo) è l’area in cui vola il kite. Viene rappresentata come un quarto di sfera, la cui grandezza è determinata dalla lunghezza delle linee (raggio della sfera). Nella finestra del vento distinguiamo: - BORDO FINESTRA, ovvero la posizione limite a cui il kite può arrivare verso il vento; - ZONA -, ovvero una zona definibile “morbida”, più vicina al bordo finestra, in cui il kite genera una potenza moderata ed è facilmente controllabile; - ZONA +, zona di potenza; più si sposta il kite verso il centro della finestra di volo e maggiore sarà la velocità e potenza che il kite acquisisce; - ZONA ++, o POWER ZONE, è la zona in cui il kite acquisisce o genera la massima potenza e velocità. Pagina 11 GLObe KITER 12 ZENITH FINESTRA STATICA FINESTRA DINAMICA 11 pow zon er e ++ zon e- zon e+ 1 10 VENTO REALE’ VELOCITA’ VENTO INDOTTO VENTO APPARENTE + + one ezon e+ zon er z pow 2 9 DIREZIONE DEL VENTO 3 BORDO FINESTRA 3 ZONA di LANCIO e ATTERRAGGIO 9 POWER ZONE La posizione del kite nella finestra di volo viene indicata suddividendo il bordo finestra nei quadranti orari di un orologio: dalle 9 alle 3 (zone di lancio e atterraggio del kite), passando per lo zenith, ore 12, erroneamente chiamato zona neutrale. La forza del vento imprime effetti differenti a seconda della posizione in cui l’ala si trova all’interno delle diverse aree della finestra di vento. Inoltre, più il kite è basso sull’acqua e più si avrà spinta all’avanzamento, ma meno scarico di peso. Al contrario, più il kite è allo zenith e più si avrà scarico di peso, ma meno spinta all’avanzamento. La finestra di vento così come spiegata sopra è vista dal punto di vista STATICO, valida per il kiter che non si muove. Quando il kiter è in movimento la finestra diventa DINAMICA, perchè su di essa influisce il cosiddetto VENTO APPARENTE, generato dal movimento del kite nell’aria. Pagina 12 GLObe KITER VENTO APPARENTE Un oggetto che si muove attraverso l’aria percepisce un vento indotto (velocità del vento) che ha direzione opposta al quella del movimento stesso e intensità proporzionale alla velocità di movimento. La velocità del vento e il vento reale si combinano nel vento apparente. Il vento apparente è quindi vento generato dal movimento del kite nell’aria, con direzione diversa dal vento reale. Si può dire che, in assenza di vento reale (condizioni di aria ferma), esso possiede intensità proporzionale e direzione opposta a quella del movimento (vento apparente = vento indotto). In presenza di vento reale, il vento apparente è la somma vettoriale del vento indotto e del vento reale. In movimento la finestra del vento si sposta perché il kite sarà in linea con il vento apparente (FINESTRA DINAMICA) e non più con il vento reale, come da fermi (FINESTRA STATICA). ATTREZZATURA Il Kite Il kite è la nostra ala volante che genera potenza attraverso il vento. Il suo stesso profilo è in grado, quando incontra il vento, di creare il lift che si trasforma poi in una forza in grado di trainare il kiter. STORIA DEL KITE Grazie allo sviluppo dei kite moderni, questo sport è diventato non solo accessibile tutti, ma anche più facile e sicuro. Quando si parla di kite s’intende principalmente TUBE KITE, kite con tubolari gonfiabili. A metà degli anni 80 nascono i primi kite gonfiabili a 2 linee, che verranno rimpiazzati attorno al 2001 con i kite a 4 linee. Questi kite permettono di modificare l’angolo di attacco e di conseguenza anche di regolarne la potenza. Trattasi dei cosiddetti C-KITE (dove C indica la forma chiusa come la lettera c, c-shape), kite stabili, ma con difficile rilancio, poco depower e quindi limitato range di vento, il cui sistema di sicurezza è stato migliorato negli anni con l’invenzione della quinta linea (2003). Nel 2004 nascono i BOW-KITE (bow shape), kite con una forma più appiattita, un’area proiettata maggiore e provvisti di un sistema di briglie per conferire maggiore stabilità (forme piatte esigono più stabilizzatori), facilmente e totalmente depotenziabili. Intorno al 2005/2006 escono gli SLE (SUPPORTING LEADING EDGE), che come i bow presentano un sistema brigliato a carrucole, ma che differiscono per la forma del bordo di uscita e quindi della vela stessa. Gli SLE quindi sono kite con briglie lungo il leading edge, è evidente che si tratta di una famiglia molto ampia che può includere qualsiasi kite abbia le briglie, anche i bow-kite! Seguono gli IBRIDI, dal sistema brigliato semplificato, che combinano in modo diverso i vantaggi del C-Kite (stabilità) e quelli del Bow-Kite (rilancio più semplice e sistema di depower più efficace). Nel 2007 nasce infine l’ultima generazione di kite: viene brevettato il DELTA KITE, in cui la cosidetta forma a delta in volo, conferisce un’ottima manovrabilità in ogni condizione. Oltre ai tube kite ci sono poi i cosiddetti FOIL KITE (soft kite), che hanno origini dal parapendio e dal landboarding. Hanno un profilo piatto, molte briglie e a differenza dei kite descritti sopra, sono sprovvisti di una parte gonfiabile e sono invece costituiti da camere Pagina 13 GLObe KITER d’aria aperte (celle autogonfiabili) che permettono al kite di volare. Sono kite leggeri (buone capacità di sfruttare il vento debole), resistenti e costosi, con una grande area proiettata, che si potenziano e depotenziano efficacemente, ma che prevedono tecniche speciali di rilancio. PARTI DEL TUBE KITE LEADING EDGE - bordo di attacco: parte gonfiabile principale, punto di incontro con il vento TRAILING EDGE - bordo di uscita STRUTS: parti gonfiabili trasversali alla leading edge, che conferiscono struttura al kite VALVOLA INFLATE/DEFLATE: per gonfiare e sgonfiare il kite ATTACCO LEASH POMPA AT TA C C O Q U I N TA L I N E A (optional) CANOPY: tessuto del kite. KEVLAR: tessuto più resistente, posizionato nelle zone più soggette ad usura. ESTRADOSSO: parte esterna dell’ala. INTRADOSSO: parte interna dell’ala. PUNTI DI ATTACCO BACK e FRONTLINES: per la connessione delle linee. BRIGLIE: sistema di linee che conferisce rigidità e stabilità al kite, possono includere pulegge di plastica. BLADDER: sono le camere d'aria che si trovano all'interno degli struts e della leading edge; danno il sostegno necessario a mantenere la struttura rigida. CARATTERISTICHE DEL KITE Vengono prodotti kite di dimensioni e modelli diversi. • DIMENSIONE La dimensione viene scelta in base all’intensità di vento, al peso e allo stile del kiter. Si misura in metri quadrati. Kite più grandi sono più potenti. Sono prodotti in diverse misure (5-20 mq). Pagina 14 GLObe KITER • FORMA E’ la forma del tessuto (canopy), vista frontalmente. La curvatura conferisce stabilità al kite in quanto incanala l’aria. Forme più appiattiti necessitano di stabilizzatori. PROFILO • E’ la sezione al centro del kite, perpendicolare alla leading edge. Profili “alari” più sottili e appiattiti sono più veloci, ma anche molto sensibili al cambiamento di vento e all’azione sulla barra. Un profilo molto curvato è più stabile, ma più lento. Alcuni kite sono provvisti del SISTEMA ONE PUMP: consente il gonfiaggio di tutta l’ala da un solo punto. Il controllo del kite avviene attraverso la barra, le linee ed un sistema di sicurezza. AERODINAMICA DEL KITE Quando l’aria è costretta a passare attorno ad un oggetto esercita una forza contro tale oggetto chiamata FORZA AERODINAMICA. A seconda del profilo, della forma e del suo angolo rispetto al vento, la forza creata sarà più o meno forte. Una forma ruvida crea un flusso d’aria frammentato, chiamato turbolenza. Una forma liscia crea minori turbolenze ed un flusso laminare d’aria. Cosa succede quando un kite è investito dal vento? Immaginiamo una sezione dell’ala, ottenuta effettuando un taglio perpendicolare alla leading edge al centro del kite. Il profilo del kite formato dalla leading edge e dal canopy è ai fini aerodinamici come se fosse pieno, cioè l’aria scorre come intorno alla sezione di un’ala d’aereo (profilo alare). Quando il vento incontra la leading edge del kite, il flusso d’aria si divide in due: una parte passa sopra l’estradosso e l’altra parte sotto l’intradosso. I due flussi d’aria creati effettuano percorsi diversi, con due distanze diverse; il tempo di arrivo sul bordo di uscita è però lo stesso (leggi aerodinamiche della conservazione dell’energia nel caso del moto di un fluido). Il flusso che passa sotto l’intradosso ha una distanza inferiore da percorrere e quindi velocità minore, rispetto al flusso che passa sopra l’estradosso. In accordo con il TEOREMA DI BERNOULLI (nei fluidi in moto maggiore è la velocità, minore è la pressione), nella parte inferiore dell’ala, dove l’aria è più lenta, la pressione è maggiore e genera la spinta sull’ala. Al contrario il flusso che passa sopra l’estradosso ha una velocità superiore, perché deve percorrere una distanza più lunga, generando quindi una riduzione di pressione che tira l’estradosso del kite. Si genera così il LIFT, o PORTANZA aerodinamica, ovvero una forza a 90° rispetto alla direzione del vento, che agisce sul kite. Il Lift è la forza che utilizziamo per planare o per saltare ed effettuare manovre quando l’ala è in potenza. In realtà la FORZA AERODINAMICA finale è la forza di trazione “risultante” dalla PORTANZA e dalla cosiddetta RESISTENZA (forza, con direzione uguale a quella del vento che colpisce il kite, creata dall’attrito dell’aria sull’ala e della scia creata quando il vento passa sopra il kite). Naturalmente le forze prodotte variano a seconda dell’angolo tra il kite e il vento. Pagina 15 GLObe KITER LIFT - PORTANZA VISTA LATERALE DEL KITE DISTANZA MAGGIORE VELOCITA’ MAGGIORE PRESSIONE MINORE Sezione Leading Edge DISTANZA MINORE VELOCITA’ MINORE PRESSIONE MAGGIORE LIFT - PORTANZA PROFILO ALARE (chiuso) FORZA AERODINAMICA PROFILO KITE (sezione al centro del kite perpendicolare alla leading edge) RESISTENZA CORDA ALARE linea che passa attraverso il centro del profilo del kite. Definisce l’angolo di attacco e la larghezza del profilo PORTANZA + RESISTENZA = FORZA AERODINAMICA ANGOLO DI ATTACCO E’ l’angolo tra la linea della corda del kite e la linea di direzione del vento. Pagina 16 GLObe KITER Al variare dell’angolo varia la POTENZA del kite: un angolo piccolo crea una potenza sufficiente al kite per rimanere in aria; aumentando l’angolo aumenta la potenza del kite, ma con un angolo eccessivo il kite crea troppa resistenza, cadendo indietro. Sulla POTENZA influiscono parametri legati all’ala stessa quali: • la DIMENSIONE, • la FORMA e la STRUTTURA, • le PROPORZIONI, • il PESO dell’ala; così pure parametri dinamici come: • posizione della barra sulla linea centrale (angolo di attacco), • il trimmaggio (angolo di attacco), • la lunghezza delle linee (gradiente di vento), • la velocità dell’aquilone in volo nella finestra di vento. STALLO Quando il lift è minore del peso del kite, l’ala tenderà a cadere. Può capitare o in seguito a movimenti errati o a determinate condizioni di vento. • FRONTSTALL: il kite cade in avanti (errori del rider o vento “bucato”). E’ opportuno spostarsi sopravento e non tenere il kite fermo allo zenith. • BACKSTALL: il kite cade all’indietro (angolo attacco troppo elevato). Allontanare la barra per depotenziare riducendo l’angolo. Le Linee Le linee (o cavi) collegano l’ala alla barra e servono a mantenere un kite in posizione o a muoverlo. Nel kitesurf amatoriale si usano normalmente linee da 20 a 27 metri. Linee lunghe aumentano il tempo di risposta del kite, ma allo stesso tempo amplificano gli errori; per questo motivo in fase di apprendimento si consiglia l’utilizzo di linee più corte, dai 5 ai 10 metri (kite più reattivo, ma gradiente di vento inferiore e minore potenza). Esse sono in Dyneema, fibra sintetica adatta alla produzione di cavi da trazione, o in Spectra, simile per materiale e composizione prodotta su proprio brevetto. Hanno un elevato carico di rottura che va da 160 a 220 kg. I cavi sono collegati al boma mediante le prelinee, cime di spessore maggiore (4 – 5 mm) e di lunghezza variabile da 15/20 cm fino al metro, che prevengono le abrasioni alle mani causate da contatti violenti con i cavi in Dyneema; al kite sono collegate mediante un sistema di briglie e i punti di attacco (brevi linee di connessione attaccate al kite, più spesse e sostituibili). Le linee si dividono in : • BACKLINES o linee con attacco sulla parte posteriore e terminale del kite, potenziano, depotenzionano e muovono il kite in aria. La backline di sinistra e destra hanno colori diversi. • FRONTLINES o linee con attacco frontale; stabilizzano il kite in aria. • QUINTA LINEA è un sistema di sicurezza aggiuntivo, agevola il rilancio del kite e ha anche la funzione di trim. Le linee, le prelinee e i punti di attacco nella stessa posizione (destra o sinistra) hanno in genere lo stesso colore per agevolare il collegamento corretto della barra al kite. Pagina 17 GLObe KITER Le linee e i punti di connessione del kite possono terminare con nodi o asole che permettono la formazione di nodi a BOCCA DI LUPO. Nodi e asole sono alternati in modo da non poter confondere le frontlines dalle backlines. Inoltre nodi e asole della stessa posizione hanno lo stesso colore. Le linee vengono vendute già stirate e tutte uguali. Tuttavia ci vanno un po’ di ore di volo perché le linee raggiungano la lunghezza finale. E’ necessario che le linee siano tutte della stessa lunghezza, altrimenti la barra non lavorerà correttamente. Pertanto monitorare la lunghezza ogni tanto per verificare che siano sempre tutte in pari. Le linee sono soggette ad usura. E’ necessario controllarle frequentemente ed eliminare eventuali nodi presenti che possono causarne rottura (riduzione resistenza delle linee fino al 30%). Il Boma Tutti i produttori di kite offrono barre di controllo (boma) corrispondenti per ogni ala della loro intera gamma. Inoltre alcune barre di controllo possono essere utilizzate solamente con ali corrispondenti della stessa casa produttrice. BARRA E’ l’elemento rigido che permette di guidare il kite, determinandone la posizione, la direzione e la potenza. E’ divisa in due metà (lato destro e lato sinistro), contrassegnate e colorate in maniera chiaramente diversa, così come le linee, per garantire al kiter di impugnarla sempre, in qualsiasi situazione, facilmente in modo corretto per dare il giusto impulso al kite. Normalmente il colore più forte (rosso) è a sinistra. I terminali della barra sono il punto di connessione delle prelinee e sono sagomati in modo tale da permettere di riavvolgere le linee stesse intorno; sono inoltre provvisti di elastici per fissarle una volta riavvolte sulla barra. Sono di misure diverse ( dai 40/45 cm ai 50/55 cm) e alcune barre sono allungabili: barre più lunghe rendono il kite più reattivo. PRELINEE Connessione della barra alle backlines. GALLEGGIANTI Avvolgono la parte terminale delle prelinee direttamente collegate al boma. Permettono alla barra di rimanere a galla e proteggono ulteriormente il kiter dal rischio di infortunio con le linee. CHICKEN LOOP E’ l’anello che permette di vincolare il kiter alla barra attraverso il gancio del trapezio. Creato con l’introduzione dei kite a 4 cavi per permettere di gestirne la potenza (i rider che usavano questo sistema venivano chiamati chicken da quelli che usavano le due linee, in quanto questi si sentivano più coraggiosi). Ne esistono di diverse misure: chicken loop più grandi permettono manovre da sganciato più agevoli mentre quelli più piccoli sono più adatti ai rider con struttura minuta. Il chicken loop è sempre sotto pressione, perciò è indispensabile monitorarlo e sostituirlo in caso di usura. Il chicken loop è provvisto di un FINGER che lo blocca al gancio del trapezio impedendone di sganciarsi involontariamente, ma anche di un SISTEMA di SGANCIO RAPIDO (QUICK RELEASE) che viene utilizzato in caso pericolo e permette di annullare in modo immediato Pagina 18 GLObe KITER e sicuro la connessione permanente del chicken loop al trapezio, riducendo inoltre al minimo la trazione del kite e portando l’aquilone in posizione di sicurezza, grazie all’attivazione del SISTEMA di SICUREZZA. L’apertura di sgancio rapido varia a seconda delle case produttrici e può essere: • a spinta • a rotazione • a trazione All’interno del suo “loop” c’è inoltre l’ANELLO di COLLEGAMENTO al sistema di sicurezza a cui si aggancia il LEASH: è una ulteriore connessione di sicurezza tra kite al kiter. Nel caso in cui si azioni il quick release, il kite perde di potenza grazie al sistema di sicurezza della barra e cade in acqua rimanendo attaccato al kiter tramite il leash. Il leash stesso è provvisto a sua volta di un sistema di sgancio che permette di poter rilasciare completamente il kite in alcune situazioni di grave pericolo. E’ indispensabile imparare a conoscere il funzionamento di entrambe le procedure e i sistemi di sicurezza dei kite e acquisirne la giusta manualità. CIMA DEL DEPOWER E’ la cima che collega il quick release da un lato e il trim del depower dall’altro e che passa attraverso un foro al centro della barra, la quale scorre lungo di essa. Tirando e spingendo la barra lungo la cima si accorciano o allungano le backlines e si modifica quindi l’angolo di attacco del kite e la sua potenza. E’ fatta di Dyneema avvolta da uno strato di protezione di plastica sottile. Anche la cima del depower è soggetta ad usura e va sostituita in caso si deterioramento. TRIM DEL DEPOWER Permette di modificare il rapporto tra front e backlines aumentando o riducendo la potenza e spostando quindi la posizione della barra lungo la cima del depower (allontanando o avvicinando il punto in cui lavora in modo ottimale). Esistono con sistemi a strozzascotte e a pull-pull. STOPPER Presente solo su alcune barre. Permette di bloccare la barra lungo la cima del depower. TRIMMAGGIO Il trimmaggio o trim del kite è il settaggio che determina una modifica sull’angolo d’attacco, per la regolazione della potenza del kite. Come si può modificare l’angolo di attacco? PER RIDURRE L’ANGOLO DI ATTACCO (potenza minore): - accorciando le front, - allungando le back; PER AUMENTARE L’ANGOLO DI ATTACCO (potenza maggiore): - allungando le front - accorciando le back. Esistono due tipi di TRIM. TRIM ATTIVO Si può modificare anche mentre si naviga, avvicinando e allontanando la barra in base al vento e alla velocità di navigazione (agisce sulle back) o semplicemente usando il depower trim, che cambia il rapporto fra front e backlines. Pagina 19 GLObe KITER TRIM PASSIVO Modificabile solo a terra. Consiste nel cambiare la lunghezza delle back e delle front: - sul tip della vela ci possono essere più punti di attacco della linea di connessione alla backline; la posizione più vicino alla trailing edge rende il kite più reattivo e veloce; - dalla barra, (esistono barre di lunghezza differente o allungabili); una barra più lunga determina un kite più reattivo al comando (da usare con kite poco reattivi, più grandi); la lunghezza della barra va quindi adattata alla dimensione del kite per non comprometterne l’efficienza in volo (una barra allungabile può in tal modo essere usata con misure diverse di kite); - dal terminale della barra o sui nodi presenti nella linea di connessione al kite si agisce direttamene sulla lunghezza della back (accorciare la back rende il kite più potente). - sul punto di attacco delle briglie (modificarne la posizione cambia la pressione sulla barra); - sui nodi di congiunzione delle front sopra il trim del depower (accorciando le frontlines, il kite si depotenzia); - dalla quinta linea (se presente). Il giusto trimmaggio si ottiene con dei piccoli aggiustamenti, tenendo presente che oltre un certo limite il kite non diventa più potente ma solo più lento e l’efficienza delle sue prestazioni si riducono. La Tavola La tavola converte la potenza del kite in velocità di navigazione. Sul mercato sono attualmente disponibili diversi tipi di tavole, direzionali e bidirezionali (a doppia punta TWIN TIPS (frreeride, freestyle, wave). CARATTERISTICHE LUNGHEZZA e LARGHEZZA Tavole più lunghe e/o larghe hanno una maggior superficie di planata, perdonano più facilmente gli errori e vanno molto bene in fase di apprendimento. Tavole corte e/o strette sono più agili e soprattutto sono comode in caso di vento forte. SHAPE/OUTLINE E’ il profilo della tavola: un profilo più curvo gira più velocemente, mentre un profilo più rettilineo ha una miglior tenuta della bolina. Tip larghi permettono un pop migliore, ma tip stretto danno maggior controllo con vento forte. ROCKER Una tavola con rocker più piatto sarà più veloce e planante, facilità l’andatura sopravento e il pop, ma meno maneggevole su onda o chop e nelle virate. Nelle tavole direzionali non si parla di rocker ma di LIFT (curvatura del retro o coda della tavola) e di SCOOP (curvatura della parte anteriore della tavola). FLEX E’ flessibilità della tavola e di conseguenza la sua rigidità. Tavole più rigide ideale per acqua piatta, per salti o andature di sopravvento. Pagina 20 GLObe KITER Tavole più flessibili assorbono meglio i colpi in caso di chop o di mare mosso e consentono quindi andature più fluide. RAIL Il rail definisce lo spessore della tavola e determina il modo in cui la tavola taglia l’acqua. Con un rail netto si gestisce meglio velocità e potenza, ma un rail morbido perdona gli errori e va meglio per la navigazione su onda e per i principianti; inoltre ha minor probabilità di causare lesioni. Tavole più spesse sono più stabili, ma anche più pesanti. TIP PADS cuscinetti di appoggio del piede ROCKER curvatura STRAPS tengono piede alla tavola regolabili BOTTOM parte inferiore RAIL bordo più lungo PINNE mantengono la stabilità in navigazione DECK parte superiore TIP FRONT/BACK estremità anteriore e posteriore in navigazione MANIGLIA per tenere la tavola SHAPE o OUTLINE forma o profilo della tavola Il Trapezio E’ l’imbracatura che permette la connessione con il kite che permette alla vela di trasmettere la sua potenza al corpo e di conseguenza alla tavola. Esistono due tipi di trapezio: - A SEGGIOLINO, stretto intorno alla vita e alle gambe, simile a quello da arrampicata, rimane in posizione; - A FASCIA, stretto intorno alla vita, migliore libertà di movimento; Pagina 21 GLObe KITER - ALTRI, integrati e combinati con costume o impact. Il trapezio è munito di un coltellino per tagliare le linee in caso di emergenza. Altri Accessori Indispensabili in un corso base, quanto utili anche al kiter più esperto al fine di garantire la sicurezza durante la lezione o la session sono: - casco; - supporto di galleggiamento, o semplicemente salvagente; - impact o giubbotto anti impatto, differente dal salvagente, in quanto limita i danni da impatto e è ideale quando si eseguono nuove manovre, ma ha galleggiabilità molto bassa e non è pertanto adatto ai principianti; - muta e scarpette, se necessarie (pericolo di reef, fondale non sabbioso o spot nuovo non conosciuto); - abbigliamento tecnico (lycra) e occhiali da sole, come protezione dai raggi UV del sole. REGOLE E DIRITTO DI PRECEDENZA Per prevenire incidenti è importante rispettare alcune regole di buon senso così come quelle di PRECEDENZA. 1. Il rider che entra in acqua dalla spiaggia ha diritto di precedenza sul quello in uscita (il vento a terra può essere rafficato e mettere a rischio il rider che entra in acqua). 2. Il rider mura a dritto ha diritto di precedenza sul rider mura a sinistra e può quindi mantenere rotta, velocità e direzione (regola con origini da tradizioni marinare): - chi passa SOPRAVENTO deve tenere la vela alta, - chi passa SOTTOVENTO deve tenere la vela bassa. 3. Se due rider viaggiano nella stessa direzione, il più veloce in arrivo da dietro deve dare la precedenza al più lento davanti (il pilota dietro ha una visuale migliore e deve cambiare il suo percorso). 4. Il rider che cavalca un’onda ha diritto di precedenza su quello che sta per saltare o che arriva dalla direzione opposta (quando si cavalca un’onda il kite è più difficile da gestire): - il pilota che cavalca l’onda vicina a riva deve tuttavia dare precedenza a quello che sta per entrare in acqua o appena entrato (pericolo risacca). 5. Il kiteboarder deve navigare sottovento a tutti gli altri utilizzatori della spiaggia e del mare (questo perchè un kiter avrà una capacità e dei tempi di risposta più veloci di un bagnante). 6. Per saltare un rider deve avere una zona libera di protezione pari a 50 metri sottovento e 30 metri sopravento. 7. Regole del buon senso: - conoscere i propri limiti, - rimanere lontani da barche e ostacoli, - aiutarsi reciprocamente, - può capitare di imbattersi in riders che non rispettano le regole. Chi ha più buon senso lo usi sempre e comunque. Pagina 22 GLObe KITER SEGNALI INTERNAZIONALI Tutti dovrebbero imparare e conoscere i segnali internazionali in modo da avere un linguaggio comune che eviti fraintendimenti. Il vento e la distanza impediscono di poter comunicare solo con la voce. Ecco alcuni dei segnali più importanti: VAI IN QUESTA DIREZIONE VAI IN QUESTA DIREZIONE PUOI LANCIARE IL KITE NON LANCIARE IL KITE PORTA IL KITE A ORE 1 CON BRACCIO PIU’ BASSO = ORE 2 CON BRACCIO ORIZZONTALE = ORE 3 PORTA IL KITE A ORE 11 CON BRACCIO PIU’ BASSO = ORE 10 CON BRACCIO ORIZZONTALE = ORE 9 Pagina 23 GLObe KITER PORTA IL KITE A MEZZOGIORNO VOGLIO ATTERRARE IL KITE (PICCHIETTANDO LA TESTA) MOLLA LA BARRA SGANCIA IL CHICKEN LOOP TORNA INDIETRO/FAI UN ALTRO GIRO TUTTO OK Pagina 24 GLObe KITER AIUTO! (AGITANDO LE MANI) Ci sono anche altri segnali che prevedono: • la posizione di SUPERMAN (che vi spiegherà il vostro istruttore durante la fase di body drag in acqua), • indossare la TAVOLA, ecc. MONTAGGIO DEL KITE DIREZIONE DEL VENTO ARMARE SOPRAVENTO ARMARE SOTTOVENTO ROSSO A SINISTRA ROSSO A DESTRA DIREZIONE DEL VENTO Pagina 25 GLObe KITER Armare (montare) il kite in sicurezza è la prima cosa da fare dopo aver analizzato tutti gli elementi visibili. Le norme di sicurezza prevedono il montaggio del kite con la barra sottovento allo stesso. Questo garantisce un maggior tempo di reazione, nel caso in cui si perda per qualsiasi motivo il controllo della vela. In tal caso, il kiter, non ancora agganciato al chicken loop, avrà il tempo di lasciare la barra prima che il kite arrivi in zona di potenza, evitando quindi spiacevoli incidenti. Ciò non significa che il kite si possa armare solo con questa modalità; fattore indiscutibile è però il buon senso del kiter per sfruttare al meglio spazio e condizioni. ATTENZIONE Armare sottovento al kite significa trovarsi la barra al contrario (rosso a destra). CONCLUSIONI Il kitesurf è uno sport meraviglioso, ma, come in molti altri sport, con molte nozioni importanti da conoscere, per evitare di incorrere in situazioni di rischio e pericolo. E’ indispensabile perciò evitare un approccio da autodidatta, seguendo un corso con un istruttore qualificato che vi permetta un avvicinamento graduale in totale sicurezza. Essere un pericolo per se stessi è una scelta personale, più o meno condivisibile, ma fare in modo di non esserlo per gli altri è una condizione assolutamente importante e da non dimenticare mai. Non solo, l’apprendimento in presenza di un istruttore qualificato, oltre che sicuro, è indubbiamente più rapido, efficace e divertente! Un istruttore vi segue durante la vostra progressione, regalandovi importanti consigli che vi aiuteranno a diventare dei kiter autonomi in breve tempo. Le nozioni di questa introduzione al kitesurf sono però solo teoria. E’ arrivato il momento di passare alla pratica. Buon divertimento.. e soprattutto.. Buon vento! GLObe KITER Pagina 26