l`amore di coppia va coltivato l`amore di coppia

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CORSO DI PREPARAZIONE AL MATRIMONIO
L’AMORE DI COPPIA VA COLTIVATO
Dice il Cardinal Martini
Oggi la memoria del passato si è fatta debole … tale memoria si è indebolita sul piano del vissuto quotidiano
Se la memoria del passato si fa debole, l’esperienza del presente diviene frammentaria e prevale il senso della
solitudine. Ciascuno si sente un po’ più solo.
Tale solitudine si riscontra anzitutto al livello della famiglia: i rapporti all’interno della coppia e i rapporti genitorifigli entrano facilmente in crisi e ciascuno ha l’impressione di doversi aggiustare un po’ da sé …
Senza un amore di gratuità, nutrito alle sorgenti della grazia, è impossibile poter vivere in continuità il dono
reciproco che la vita di coppia esige e spendersi con sacrificio personale perché la vita della famiglia venga vissuta
come luogo di libertà, di crescita, di verità …..
Come coltivare l’amore di coppia?
In questo incontro vogliamo cercare di tracciare possibili sentieri per coltivare l’amore di coppia.
Faremo quattro riflessioni:
1. Il matrimonio come grazia
2. L’insufficienza del matrimonio come ideale
3. l’itinerario graduale dell’amore di coppia
4. I sentieri dell’amore di coppia
1. Il matrimonio come grazia
S. Paolo nella lettera agli Efesini (5, 31-32) sintetizza così l’amore di coppia:
L’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà alla sua donna e i due formeranno una carne sola.
Questo mistero è grande; lo dico in riferimento a Cristo a alla Chiesa.
La vicenda amorosa di un uomo e di una donna viene significativamente descritta con tre verbi al futuro: la
comunione amorosa è tutt’altro che immediata, sta piuttosto davanti ai due come una promessa futura
Quando si parla dell’uomo che si unirà alla sua donna il futuro impiegato è nella forma passiva: sembra che
l’unione non sia l’esito del solo sforzo della coppia, ma sia da essa ricevuto.
L’unità non è l’esito della diretta unione tra uomo e donna, ma conseguenza dell’unione che Cristo realizza con
ciascuno dei due.
Nella visione cristiana il matrimonio sta davanti all’uomo e alla donna come “grazia”, come dono gratuito.
Là dove un uomo e una donna si amano sinceramente, lì non può essere assente la grazia dello Spirito Santo che li
attira ad essere, in Cristo, una cosa sola.
Il matrimonio è grazia nel senso che è una forza che suscita, orienta e sostiene l’amore di un uomo e una donna
affinché assuma i tratti propri dell’amore di Cristo.
La grazia del matrimonio si distende nel corso dell’intera vita e non smette mai di attirare l’uomo e la donna nella
verità tutta intera dell’amore cristiano.
2. L’insufficienza
del matrimonio come ideale.
E’ facile limitarsi a proporre l’ideale dell’amore cristiano.
Questo modo di fare è inadeguato, anzi il più dello volte anche controproducente, perché non intercetta il vissuto
della coppia che lo percepisce come astratto e distante …
Non basta indicare la meta: occorre mostrare la convenienza tra il punto di partenza e l’arrivo, come pure gli
inevitabili passi intermedi.
Solo così l’annuncio dell’amore cristiano passa dall’essere un bell’ideale ad un reale itinerario di fede.
3. L’itinerario graduale dell’amore di
coppia.
E’ necessario che l’uomo e la donna si rendano consapevoli di compiere un cammino graduale, fatto di
passi concreti.
La gradualità del cammino verso la meta ideale nulla toglie all’oggettività della meta stessa, ma la inscrive nella
soggettività di chi la persegue.
Per colui che incede nel cammino l’”oggettivo” non è immediatamente ciò che ancora non può raggiungere, ma il passo
che qui e ora può compiere.
E’ necessario, allora, cercare di tracciare i sentieri e cercare di indicare i passi dell’amore di coppia.
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4. I sentieri dell’amore di
coppia
Indichiamo quattro sentieri che possiamo così nominare: divenire uno, per l’altro/a, nello spazio e nel tempo
1)
DIVENIRE UNO, cioè la dimensione personale dell’amore
Essere persona è una totalità di anima e di corpo, di spirito e di carne.
Il riconoscimento della duplice dimensione della persona, spirituale e corporea, ci fa stare allerta circa i pericoli
opposti dello spiritualismo e dell’erotismo: nell’uno nell’altro caso una dimensione della persona viene censurata; la
persona viene ridotta a metà, o solo spirito o sola materia.
Diventare uno, unificarsi, significa riconoscere il corpo quale dimensione essenziale ed espressiva della persona.
Ciò che è importante è che ci sia corrispondenza tra ciò che si esprime col corpo e ciò che realmente si vive.
L’amore di coppia deve tendere a far si che ci sia corrispondenza tra il gesto e il livello di comunione esistenziale
raggiunto dalla relazione, livello che è non misurato solo dall’attrazione erotica e dall’intensità sentimentale, ma
riguarda l’impegno alla comunione di vita, la condivisione delle scelte, della casa, dei soldi, del tempo…
In questa prospettiva i rapporti sessuali extra-matrimoniali sono fuori luogo.
Appare ragionevole, invece, che alla massima espressività corporea debba corrispondere la comunione integrale di
vita e di amore.
L’amore vero esige la totalità.
2)
Divenire uno PER L’ALTRO/A cioè la dimensione interpersonale
dell’amore.
Amare è fare dono di se stessi, spirito e corpo all’altro/a.
Il dono è possibile non solo dove l’io si dona, ma dove c’è un tu che lo riceve.
Un tu che, per poter accogliere il dono integrale, deve essere a sua volta integrale, presente in spirito e corpo.
Ciò esclude ogni riduzione dell’altro al suo corpo, come invece avviene in modo eclatante nella pornografia e nella
prostituzione, oppure, in modo più subdolo, in certo erotismo di coppia, in cui la dignità di uno viene sacrificata alle
voglie dell’altro.
Riconoscere l’altro/a nella sua integrità significa anche riconoscerlo nella sua differenza.
Questo invita ad escludere ogni forma di subordinazione e di dominio dell’uno sull’altro/a, di piatta parità, di semplice
complementarità e ad accedere invece alla reciprocità del dono di sé.
Ciò implica la responsabilità di ciascuno nel riconoscere e promuovere il reciproco.
La reciprocità mette in moto una dinamica relazionale che privilegia la sollecitudine verso l’altro.
L’antropologia della reciprocità è profondamente connotata dalla responsabilità per l’altro/a.
Non basta l’esserci dei due; non basta nemmeno l’essere con l’altro; è necessario il reciproco essere per l’altro.
Risulta preoccupante la cancellazione della differenza sessuale ritenuta una semplice costruzione culturale (come
sostengono alcuni movimenti omosessuali), oppure una contingenza mutevole a secondo della occasioni (come si
deduce da fenomeni quali la cosiddetta “bisessualità”).
La confusione o la fusione del genere sessuale porta alla cancellazione della differenza e all’impossibilità della
reciprocità.
L’amore vero è incontro con l’alterità
3)
Divenire uno per l’altro/a NELLO SPAZIO: la dimensione socio-istituzionale dell’amore
La vita d’amore non si svolge in uno spazio vuoto, ma entro una società e una cultura.
L’istituzione civile e religiosa del matrimonio non è l’impalcatura esterna che nel migliore dei casi salvaguarda la vita
privata e nel peggiore la ingabbia, ma è realtà già inscritta nella vita intima di coppia.
L’espressione verbale e gestuale dell’amore è possibile per via del linguaggio che la cultura in cui si vive mette a
disposizione.
Il linguaggio amoroso testimonia l’inevitabile dimensione sociale della coppia.
La dimensione socio-istituzionale dell’amore si manifesta in modo particolare nel fatto della fecondità: la coppia, in
quanto feconda, viene definita come prima e vitale cellula della società: è nella relazione dei due che la società sorge;
è nella nascita del figlio che la società cresce e si assicura il futuro …
L’amore vero non è mai una realtà privata, individuale, ha dentro una dimensione comunitaria
4)
Divenire uno per l’altro/a nello spazio e NEL TEMPO: la dimensione temporale dell’amore
Unificarsi e donarsi all’altro/a non è un atto istantaneo e puntuale, ma per la natura stessa della persona,
richiede tempo.
Il senso di un gesto si tesse nel tempo.
Che cosa è una carezza: dolcezza o intrusione? Un bacio: tenerezza o tradimento? L’intimità sessuale: comunione
profonda o avventura effimera?
La necessità del tempo per dire il senso di un gesto invita a riconoscere la fedeltà non come la tomba, ma come ciò che
rende evidente l’amore vero
Solo il tempo consente all’amore di incarnarsi.
Al tutto subito dell’era dei consumi, l’amore preferisce l’attesa e la perseveranza.
Poiché l’amore di coppia non è staticamente fissato, ma in continuo divenire, la responsabilità rispetto ad esso non potrà
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essere determinata una volta per tutte, ma conoscerà anch’essa una vicenda storica.
Ogni vicenda di coppia non è uno stato invariabile, ma un divenire che, come tale, potrà conoscer, insieme alle
auspicabili progressioni, anche fissazioni e regressioni.
La bontà dell’amore di coppia si deve misurare sul cammino che viene fatto nel tempo e nella fedeltà.
Dice J Vanier
Amare è una parola sconvolgente: è interessarsi veramente a qualcuno; è rispettarlo com’è, con le sue ferite,
le sue tenebre e la sua povertà, ma anche con le sue potenzialità, con i suoi doni nascosti; è credere in lui; è nutrire
verso di lui una speranza folle; è gioire della sua presenza e della bellezza del suo cuore, anche se resta ancora
nascosta..
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