Casa di Cultura Popolare – Società generale di mutuo soccorso – Vicenza
1. LA NASCITA DELLA FILOSOFIA
Corso di Filosofia “0”
Etimologia
• La parola “filosofia” deriva dal greco
φιλοσοφία.
• Il termine è composto da due parole: φιλεῖν
(philêin), verbo che significa “amare” e σοφία
(sophía), sostantivo che indica la “sapienza”.
Di cosa si occupa la filosofia?
• Il principale interesse della filosofia è mettere in questione e
comprendere idee assolutamente comuni che tutti noi
impieghiamo ogni giorno senza pensarci sopra. Uno storico può
chiedere cosa è accaduto in un certo tempo del passato, ma un
filosofo chiederà "Che cos'è il tempo?". Un matematico può
studiare le relazioni tra i numeri, ma un filosofo chiederà "Che
cos'è un numero?". Un fisico chiederà di cosa sono fatti gli atomi o
cosa spiega la gravità, ma un filosofo chiederà come possiamo
sapere che vi è qualcosa al di fuori delle nostre menti. Uno
psicologo può studiare come i bambini imparano un linguaggio,
ma un filosofo chiederà "Cosa fa in modo che una parola significhi
qualcosa?". Chiunque può chiedersi se è sbagliato entrare in un
cinema senza pagare, ma un filosofo chiederà "Cosa rende
un'azione giusta o sbagliata?". T. Nagel, Una brevissima
introduzione alla filosofia
Alcune definizioni di filosofia
•
•
•
Gli uomini, sia da principio sia ora, hanno cominciato a esercitare la filosofia
attraverso la meraviglia. All’inizio esercitarono la meraviglia sulle difficoltà che
avevano a portata di mano; poi progredendo così poco per volta, arrivarono a
porsi questioni intorno a cose più grandi, per esempio su ciò che accade alla luna,
al sole, agli astri e sulla nascita del tutto. Aristotele, Metafisica.
Questa parola filosofia significa lo studio della saggezza e per saggezza non si
intende soltanto la prudenza negli affari, ma una perfetta conoscenza di tutto ciò
che l’uomo può conoscere sia per la condotta della sua vita, sia per la
conservazione della sua salute e l’invenzione di tutte le arti. Cartesio, Prefazione
ai Principia Philosophiae.
La filosofia è la scienza dei fini ultimi della ragione umana. Questo concetto
elevato conferisce dignità, cioè un valore assoluto, alla filosofia. E invero non c’è
che essa soltanto ad avere un valore intrinseco e a poter dare quindi un valore a
tutte le altre conoscenze. Essa è una dottrina della saggezza: è la legislatrice
della ragione e il filosofo è il suo legislatore. I. Kant, Logica.
Alcune definizioni di filosofia
•
•
Lo scopo della filosofia è la chiarificazione logica dei pensieri. La filosofia non è
una dottrina, ma un’attività. Il risultato di questa attività non sono proposizioni
filosofiche ma il chiarirsi di proposizioni. L. Wittgenstein, Tractatus logicophilosophicus.
Ed ecco allora, continuai, un ulteriore punto che nessuno potrebbe contestarci:
non esiste altro procedimento (oltre quello della filosofia) che possa pretendere
di cogliere sistematicamente e universalmente l’essenza di ciascun essere
individuale. Tutte le altre arti, o concernono opinioni o desideri umani o processi
generativi e compositivi, o sono tutte rivolte a curare gli oggetti naturali e ciò
che si produce ad opera dell’uomo. Le rimanenti poi che, come dicevamo, colgono
parzialmente l’essere (geometria e discipline affini), vediamo che nello studio
dell’essere procedono come sognando, e che non riescono a scorgerlo con perfetta
lucidità finchè lasciano immobili le ipotesi di cui si servono, essendo incapaci di
renderne ragione. Chi accetta come principio una cosa che ignora e se ne vale per
intessere conclusione e passaggi intermedi, cosa potrà mai fare per trasformare
una simile convenzione in scienza? Platone, Repubblica.
La natura della filosofia
• …se si deve filosofare, si deve filosofare, e se non si deve filosofare, si deve
ugualmente filosofare; in ogni caso dunque si deve filosofare; se infatti la
filosofia esiste, siamo tenuti in tutti i modi a filosofare, dato appunto che
essa esiste; se invece non esiste, anche in questo caso siamo tenuti a
cercare come mai la filosofia non esiste; ma cercando facciamo filosofia,
perché il cercare è la causa e l’origine della filosofia. Aristotele,
Protrettico.
Il contesto storico
• La filosofia nasce nelle città greche dell’Asia
minore nel VI sec. a.C. e quasi
contemporaneamente nelle colonie greche
dell’Italia meridionale.
• Nasce in Grecia per motivi di carattere
politico, religioso e socio-economico.
Il contesto storico
• Dal punto di vista politico in Grecia non
esistevano monarchie di tipo orientale,
caratterizzate dall’assoluta arbitrarietà dei
regnanti. In Grecia dal VI sec. a.C. esistono già
delle costituzioni: il potere viene esercitato
attraverso la legge (Solone, Clistene, Pericle).
• Clima di libertà che caratterizza la vita dei
cittadini nelle poleis greche che favorisce lo
scambio e il confronto delle idee.
Il contesto storico
• Dal punto di vista religioso la Grecia antica è
caratterizzata dall’assenza di una religione
organizzata, di un patrimonio di dogmi rivelati,
di una ortodossia tutelata da una casta
sacerdotale. Ciò garantisce la possibilità di una
ricerca libera da pregiudiziali sull’origine del
mondo e dell’uomo, altrove appannaggio delle
gerarchie sacerdotali.
Il contesto storico
• Dal punto di vista socio economico a partire
dal VIII sec. a.C. si sviluppano intense attività
commerciali e manifatturiere in tutta l’area
mediterranea. Ciò è accompagnato dalla
nascita di nuovi soggetti sociali portatori di
nuovi bisogni culturali: la risposta a essi
comporta il dissodamento di nuovi terreni di
ricerca.
La nascita della filosofia
• Come si è visto la filosofia aspira alla verità. Ogni
giorno diciamo “questo è vero”, “devi dirmi la
verità”, “quella teoria scientifica è vera”. Tuttavia
se dovessimo chiederci che cos’è la “verità”
difficilmente riusciremmo a darci una risposta.
• La filosofia si occupa di verità in senso
completamente diverso rispetto al modo ingenuo
e comune di pensarla.
La nascita della filosofia
• In una delle definizioni di filosofia viste
precedentemente la filosofia era connessa al
termine meraviglia. La parola greca thâuma, che
comunemente è tradotta con il termine
meraviglia, ha un significato ulteriore, cioè quello
di terrore, paura (Taumante è un demone che
incute terrore).
• La paura che non vi sia un fondamento, una
ragione, un senso alla vita. Ma anche la paura del
dolore e della morte.
La nascita della filosofia
• Quindi la filosofia nasce come rimedio contro
la paura del dolore e della morte.
• Sembrerebbe per questo motivo molto simile
alla religione. Questa infatti dà un senso alla
sofferenza e protegge dalla morte: quando
affidiamo la nostra vita a Dio la morte perde il
suo carattere terrificante.
La nascita della filosofia
• Il racconto mitico, prodotto dall’uomo con
l’intento di dare un senso alla vita, a un certo
punto, nella Grecia del VI sec. a. C. non bastò più.
• Il rimedio contro la sofferenza non può essere più
il contenuto di un sogno, di un racconto, di una
visione; deve essere qualcosa di incontrovertibile,
di vero. Per questa esigenza di uscire dalla
narrazione mitica e religiosa è nata la filosofia.
La nascita della filosofia
• La filosofia si serve infatti di strumenti diversi
rispetto alla religione.
• Mentre questa presuppone un atto di fede, la
filosofia si serve della ragione, della logica.
La nascita della filosofia
• La filosofia ricerca ciò che sta in luce, che non si
nasconde, che è chiaro: l’incontrovertibile, la
verità. Ma una verità che sta di fronte ai nostri
occhi, accessibile alla forza della ragione.
• La filosofia nasce quindi con l’intento di disvelare,
di togliere il velo a ciò che è chiaro: la parola che
indica la verità in greco è alétheia, il cui
significato è disvelato, non nascosto.
La nascita della filosofia
• Cosa può nascondere la verità? Per i primi
filosofi la verità è nascosta dalle “opinioni”
(doxa) degli uomini.
• Queste possono essere facilmente confutate,
mentre ciò che è vero è incontrovertibile
(epistéme)
La nascita della filosofia
Unico e comune è è il mondo per coloro che son
desti, mentre nel sonno ciascuno si rinchiude in un
mondo suo proprio e particolare. Eraclito
(frammento 89)
Bisogna dunque seguire ciò che è comune. Ma pur
essendo questo logos comune, la maggior parte
degli uomini vivono come se avessero una loro
propria e particolare saggezza. (frammento 2)
La nascita della filosofia
• La riflessione filosofica delle origini ha quindi
come obiettivo la verità, la ricerca con gli
strumenti della ragione (e per questo è, se
così si può dire, democratica), e sostiene la
sua unicità, descrivendola come ciò che è
comune.
La nascita della filosofia
• Il primo filosofo di cui abbiamo testimonianze è
Talete. Fa parte della scuola di Mileto, una colonia
greca sulle coste dell’attuale Turchia.
• Aristotele, nella “Metafisica” afferma che i primi
filosofi pensavano che i principi, in greco arché, di
tutte le cose fossero di natura materiale e che
Talete sosteneva che il principio fosse l’acqua.
• L’arché, per la filsofia delle origini, ha
caratteristiche divine. È il dio.
La nascita della filosofia
• Ciò che è interessante di questa testimonianza è il
fatto che fin dal primo vagito la filosofia abbia
colto la realtà come una totalità, come il tutto, al
di fuori del quale non c’è nulla.
• Per pensare il concetto di “tutto”, è necessario
che le cose mostrino qualcosa di identico che le
accomuna.
• Per Talete questo qualcosa di identico è l’acqua:
non quella del fiume, del mare, o della bottiglia,
ma ciò che di identico vi è in queste tre forme
diverse di acqua.
La nascita della filosofia
• Il discepolo di Talete, Anassimandro (VI sec. a. C.),
si rende conto che l’identico che accomuna il
tutto non può essere qualcosa di particolare, ma
deve essere, a rigor di logica, universale.
• L’apeiron, l’indeterminato, è ciò da cui tutto
proviene: tutto il determinato, rispetto alla forma
che possiede, era indeterminato. Un’opera d’arte
è determinata dopo la creazione artistica, il
carattere di una persona si plasma nel tempo.
La nascita della filosofia
Principio degli esseri è l’infinito (ápeiron)…da
dove infatti gli esseri hanno origine, ivi hanno
anche la distruzione secondo necessità: poiché
essi pagano l’uno all’altro la pena e l’espiazione
dell’ingiustizia secondo l’ordine del tempo.
Anassimandro (frammento 1)
La nascita della filosofia
• Il breve testo di Anassimandro, oggetto
dell’interpretazione di filosofi e filologi, tra cui
Nietzsche e Heidegger, fa riferimento a un
un’ingiustizia, e quindi a un torto commesso
da una cosa rispetto a un’altra.
• Le cose stanno tra loro in un rapporto di
opposizione, e questa opposizione garantisce
l’ordine (secondo la necessità e l’ordine del
tempo) della realtà.
La nascita della filosofia
• L’ordine della realtà è dato dal rapporto di
negazione reciproca tra le cose: questo tavolo
non è la sedia dove siete seduti, oggi non è
domani né ieri, io sono io perché non sono
qualcos’altro.
• La realtà è ordinata perché le cose si
distinguono le une dalle altre.
La nascita della filosofia
• Eraclito (di Efeso, nell’attuale Turchia, tra il VI e il
V sec. a. C.) è ancora più radicale nel ritenere che
il mondo sia armonico proprio perché teatro di
una continua lotta. La vita non può essere né
pensata né può essere tale se non in relazione
alla morte, così il giorno senza la notte, la salute
senza la malattia.
• Il legame tra i contrari in lotta è talmente intimo
da costituire l’essenza stessa delle cose.
La nascita della filosofia
La via in su e in giù è una e identica. Eraclito
(frammento 60)
Il mare è l’acqua più pura e più impura, per i pesci
potabile e salutare, per gli uomini imbevibile e
letale. Eraclito (frammento 61)
Pólemos (la guerra) è padre di tutte le cose, di tutte
è re e gli uni rivela dei, gli altri uomini, gli uni fa
schiavi, gli altri liberi. Eraclito (frammento 53)
La nascita della filosofia
• Attraverso la lotta e l’armonia dei contrari
Eraclito spiega anche la legge del divenire, del
mutamento che caratterizza il cosmo. La realtà
è caratterizzata dall’incessante passaggio da
un opposto all’altro; solo la legge cosmica del
divenire resta immutabile, sempre identica a
se stessa.
• Questa legge è il lógos (ragione), il principio
che ordina, e ha caratteristiche divine.
La nascita della filosofia
Negli stessi fiumi scendiamo e non scendiamo,
siamo e non siamo. Eraclito (frammento 49)
Il dio è giorno notte, inverno estate, guerra pace,
sazietà fame, ma muta come il fuoco quando si
mescola ai profumi ed è denominato secondo il
sapore di ciascuno. Eraclito (frammento 67)
La nascita della filosofia
• Si diceva che il principio, l’arché è l’identico
che accomuna la molteplicità delle cose. Ma
cosa si può dire di ogni cosa?
La nascita della filosofia
• Che ogni cosa è, per l’appunto, una cosa. Cioè che è
qualcosa, che è essere e non è nulla.
• A spingere fino in fondo la questione del principio è
Parmenide: il principio è l’essere.
• In Parmenide il principio non indica l’entità da cui tutte
le cose provengono e nella quale trovano anche la loro
disgregazione (uso questa parola non a caso, dato che
per la filosofia greca nulla si crea e nulla si distrugge);
l’essere è la prima verità dalla quale tutte le verità
dipendono. È un principio connesso alla ragione, è il
lógos: l’essere non è il nulla.
La nascita della filosofia
• La verità disvelata da Parmenide, ci dà da
pensare.
• Poco fa dicevamo che ciò che è comune è
l’essere: una sedia è, un tavolo è, un albero, una
casa, un uomo o una donna sono. Tuttavia
nessuno di questi è l’essere e ciò che non è
l’essere, a rigor di logica, non è.
• Quindi, seguendo il ragionamento, tutte le cose
“non sono”. Sembra una contraddizione, perché
le case, gli alberi, le persone le vediamo, sono
intorno a noi. E noi siamo una di queste cose.
La nascita della filosofia
• E per quanto riguarda il divenire? Come
possiamo affermare che le cose cambiano
senza cadere in contraddizione? Non
sarebbero forse anche il mutamento e la
trasformazione l’ammissione dell’esistenza del
nulla? Infatti noi diciamo che “ciò che è
nascendo e morendo viene e torna nel nulla. E
ciò che prima era ora non è più”.
La nascita della filosofia
• Che significa questo cortocircuito del pensiero? Che
conseguenze ha questa scossa che travolge il rapporto tra
ciò che pensiamo e ciò che vediamo?
• Parmenide compie la scelta più radicale e coraggiosa: ciò
che i nostri sensi mostrano, ovvero la ricchezza molteplice e
varia del mondo, così come il cambiamento e la
trasformazione, il divenire delle cose, altro non sono che
illusione; l’unica verità certa è l’affermazione che l’essere
non è il nulla.
• Solo la ragione, il lógos è fonte di verità: solo l’essere è
pensabile, mentre il nulla, non essendo, nemmeno può
essere pensato, e se lo si pensa come esistente si sbaglia.
La nascita della filosofia
• Ritorniamo quindi alle prime considerazioni
fatte. I filosofi che abbiamo cominciato a
conoscere stasera concordano nell’affermare
che l’opinione, dettata dal giudizio spesso
ingannevole prodotto sulla base delle nostre
sensazioni, è meno potente della forza
disvelatrice della ragione.
La nascita della filosofia
• Ma negando il valore della sensazione i primi
filosofi ci costringono a interrogarci sull’illusorietà
del mondo in cui viviamo.
• Occorrerà attendere Platone prima di veder
compiuto il famoso “parricidio di Parmenide”.
• Solo l’allievo di Socrate introdurrà nella sua
riflessione un modo diverso di pensare il divenire,
che non costringe il pensiero a scontrarsi con la
contraddizione prodotta dall’identificazione
dell’essere con il nulla.
La nascita della filosofia
• Dopo Parmenide vi sono pensatori che si
misureranno sulla sfida lanciata dal grande
filosofo di Elea. Questi sono Zenone, suo
allievo, Anassagora, Empedocle, Democrito.
Tutti questi cercheranno di conciliare il divieto
parmenideo di pensare e ammettere
l’esistenza del nulla con l’esistenza della
molteplicità e del divenire.
FINE