i fertilizzanti, il terreno e la pianta

I FERTILIZZANTI, IL TERRENO E LA PIANTA
A cura del Dott. Agr. Gianluigi Nario ( Agronomo della C.I.A. di Savona )
Funzioni degli elementi nutritivi
I principali elementi della nutrizione delle piante sono l’azoto, il fosforo, il potassio ed il
calcio. Le piante li richiedono in larga misura ma, mentre il calcio è presente quasi sempre in
quantità sufficiente ( ad eccezione dei terreni molto acidi ), gli altri tre solitamente scarseggiano.
Per questo motivo i tre macroelementi devono essere, quasi sempre, integrati con la
concimazione.
Le piante si nutrono attraverso le radici e le foglie. La nutrizione è un processo importantissimo
e, per questo, molto complesso. In maniera molto schematica il percorso degli elementi nutritivi
può essere così semplificato: l’apparato radicale assorbe, dal terreno o dal terriccio, una
soluzione di acqua e sali minerali che, attraverso i vasi conduttori interni del fusto della pianta,
sale fino alle foglie; qui la linfa grezza si unisce all’anidride carbonica che le piante assorbono
direttamente dall’atmosfera, e si trasforma, grazie all’azione della clorofilla, in linfa elaborata
che contiene zuccheri, amidi, ecc; successivamente la linfa elaborata discende attraverso vasi
posti più all’esterno dei primi e viene ridistribuita in tutta la pianta per svolgere le sue funzioni
vitali.
Con le foglie e direttamente dall’aria le piante assorbono carbonio, idrogeno ed ossigeno, tutti
gli altri elementi entrano insieme all’acqua o per via radicale o tramite trattamenti fogliari.
Oltre ai citati macroelementi,esistono i mesoelementi che comprendono zolfo, calcio, magnesio
e sodio, mentre i microelementi comprendono boro, cobalto, rame, ferro, manganese,
molibdeno e zinco.
Tutti gli elementi ( macro, meso e micro) sono essenziali per la vita della pianta e la scarsa
disponibilità anche di uno solo può determinare una crescita anormale; si hanno effetti sinergici
tra gli elementi quando la mancanza di uno crea problemi per l’assorbimento di un altro.
Le analisi del terreno e la conoscenza della fisiologia delle piante coltivate sono basilari per la
determinazione degli apporti nutritivi; è necessario uno studio continuo perché, quando si
somministra un elemento nutritivo, un altro può assumere posizione di elemento limitante.
E’ indispensabile tenere ben presente che gli elementi nutritivi lavorano insieme, in modo
sinergico, nel compito di nutrire la pianta.
AZOTO
L’ azoto ( simbolo chimico N ) è essenziale per tutti i processi vitali delle piante ed è necessario
comprenderne il ciclo nel sistema suolo - aria - acqua - pianta. Essendo il costituente specifico
delle proteine, la sua disponibilità è fondamentale per la vita stessa della pianta. Ritroviamo
l’azoto anche in tanti altri composti vegetali quali, ad esempio, le vitamine, gli enzimi e la stessa
clorofilla.
Crescita stentata e sofferenza generale della pianta sono i sintomi più evidenti legati alla carenza
di azoto. L’azoto è mobile all’interno della pianta, pertanto le foglie giovani lo sottraggono a
quelle vecchie che sono le prime a mostrare sintomi di di ingiallimento ( clorosi ) con tendenza
all’imbrunimento ed, infine, alla caduta. In condizioni con azoto non sufficientemente
disponibile le piante hanno fusti slanciati ma legnosi.
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CICLO DELL’AZOTO IN NATURA
TRASFORMAZIONI DELL’ AZOTO NEL TERRENO
La fonte principale di azoto nel terreno e’ quella fornita dall’azoto organico ma le piante
assorbono più facilmente l’azoto sotto forma nitrica ( che peraltro è idrosolubile ) e, in alcuni
casi, anche ammoniacale. I microrganismi presenti nel terreno hanno il ruolo di favorire e/o
velocizzare tali trasformazioni ma, allo stesso tempo, sono anche responsabili dei processi di
immobilizzazione e denitrificazione che sottraggono azoto alla disponibilità per la pianta.
L’azoto presente nel suolo subisce numerose trasformazioni, quasi tutte dipendenti dall’azione
di microrganismi. L’azoto organico è presente soprattutto sotto forma amminica e la sua
riduzione ad ammoniaca è detta ammonizzazione ed è cosi’ schematizzabile:
N organico → R – NH2 + CO2 + prodotti diversi
R – NH2 + H2O → NH3 ( ammoniaca ) + R – OH
In ambedue le reazioni si sviluppa energia, che è utilizzata dai microrganismi che attuano tali
processi.
L’ammoniaca cosi’ prodotta, o quella proveniente da altre fonti, quali i fertilizzanti, è ossidata
biologicamente con un processo che prende il nome di nitrificazione ed avviene in due fasi
nelle quali sono coinvolti due gruppi di batteri.
Dapprima l’ammoniaca è ossidata a nitrito, per opera di batteri appartenenti al genere
Nitrosomonas:
2 NH4 + 3 O2 → 2 HNO2 ( nitrito ) + 2 H2O + 2 H
I nitriti vengono ulteriormente ossidati a nitrati da parte di batteri del genere Nitrobacter:
2 HNO3 + O2 → 2 NO3 ( nitrato ) + 2H
Ambedue i processi provocano un rilascio di ioni H e quindi una acidificazione del substrato.
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La nitrificazione può avvenire solo in presenza di ossigeno e di umidità e temperature tali da
permettere l’attività dei batteri.. Queste condizioni determinano la velocità della nitrificazione,
che è molto lenta nella stagione invernale e in terreni aridi e poveri.
Molti microrganismi anaerobi utilizzano nitriti e nitrati come fonti di ossigeno, con un processo
di denitrificazione che porta alla produzione di azoto gassoso ( N2) che è quindi perso
nell’atmosfera. Tali perdite possono raggiungere, in condizioni particolarmente sfavorevoli, il
50% dell’azoto apportato con la concimazione e dipendono dal livello di ossigenazione del
suolo. La denitrificazione è quindi molto intensa in presenza di sommersione del terreno, ma
può avvenire anche in terreni ben areati ma con una cattiva distribuzione dell’ossigeno.
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