regno animale. Anzi tra i composti purinici delle piante, quelli che hanno attratta particolarmente l'attenzione sono i composti metil-purinici, il cui significato fisiologico è certamente distinto da quello delle ossi- e amino-purine, assai meno seguite nella loro evoluzione nelle piante. Conclusione analoga a quella tratta per il regno animale si potrebbe ammettere per le piante soltanto dopo aver stabilito come varia il contenuto purinico nei tessuti vegetali durante il loro processo vitale. Per non incorrere in un grave errore in questo studio, occorre però tener presente che non tutte le purine che si trovano in un tessuto fogliare vivente hanno il medesimo significato fisiologico : ve ne sono di nobili, preformate ai processi catabolici, e altre intimamente dipendenti da questi processi. I corpi purinici sono costituenti necessari di alcune proteine, per es. costituenti essenziali dei nuclei. Bisogna quindi tener nettamente separati questi due tipi di purine, che corrispondono probabilmente ai due tipi di proteine : l'uno plastico e costituente direi quasi la struttura fondamentale della cellula vivente, l'altro metabolico e più legato alla esplicazione delle funzioni energetiche. Occorre tener presente questo fatto, e nella tecnica da me seguita ho avuta somma cura di tener separate, per quanto mi era possibile, le purine attive legate agli acidi nucleinici, da quelle a carattere basico, più evidentemente prodotti di scadimento. L o studio preliminare della tecnica di lavoro mi ha fatto vedere come sia possibile, trascurando tali cautele, arrivare a risultati perfettamente opposti, e tali quindi da non aver alcun significato per il fisiologo. Io ho studiato foglie nella fase giovanile, e cioè non ancora completamente cresciute, foglie mature e foglie raccolte nella stagione autunnale subito dopo o poco prima della caduta e già in ingiallimento. Per le piante sempreverdi, specialmente a foglie pluriannuali, ho seguito l'esame in foglie delle successive annate. I valori unitari del materiale in esame erano fondati sia sul peso della sostanza seccata a peso costante, sia sopra quello dell'unità di superficie fogliare ; anche questa cautela non è trascurabile perchè, con l'intenso aumento di residui minerali e di prodotti della membrana che si vanno accumulando nelle foglie adulte, si ha un progressivo aumento di peso che può simulare delle perdite di azoto che sono solo relative e non assolute. (Incidentalmente io ritengo, cerne autori recenti,, che molte delle affermate diminuzioni di azoto nella foglia nel corso della vita sieno da considerarsi più apparenti che reali). In tutti i casi da me osservati ho rilevato un aumento dell'azoto purinico sotto forma basica col progredire dell'età della foglia, e che si fa più specialmente notevole quando, dall'organo prossimo alla fine, migrano verso la parte caulinare alcune delle sostanze ancora utili per la pianta.