Il foglio di via Storia e attualita' di uno strumento repressivo contro i poveri, le ribellioni sociali e la dissidenza politica Le misure di prevenzione di polizia durante il risorgimento e l'unità d'Italia. Chiamate anche ante delictum per la caratteristica di colpire il destinatario aldilà della commissione di un reato, le misure di prevenzione di polizia vantano una antica tradizione repressiva, risalente addirittura a prima dell'unità d'Italia. Per alcune tipologie di persone - vagabondi, "oziosi", "zingari", questuanti, libertini, sospetti di furto, forestieri senza reddito o professione certi e anche individui considerati pazzi – dal '600 cominciano infatti ad essere emessi vari provvedimenti di messa al bando. La condizione stessa di “zingaro” o vagabondo diverrà circostanza aggravante in caso di commissione di altri reati. Ma la prima legge in cui venivano disciplinate le prime misure di prevenzione personali a carattere esclusivamente amministrativo è una legge del 1852 recante la dicitura “provvedimenti provvisori in materia di pubblica sicurezza", approvata nel Regno di Sardegna. I destinatari alla messa al bando erano i forestieri che esercitavano il commercio ambulante senza licenza, coloro che erano sospettati di commettere furti in campagna o pascolo abusivo, ed ancora gli oziosi e i vagabondi. Non vi è da sorprendersi dell'inclusione dei sospettati di reati contro la proprietà tra quelli previsti. Dagli inizi dell’Ottocento si assiste a trasformazioni sociali colossali: la fine dell'economia rurale, l'esodo dalle campagne e la conseguente formazione del proletariato urbano. Circostanze che porteranno al formarsi del “brigantaggio” e all’apparizione di una popolazione diffusa poi ribattezzata “classe pericolosa”. Di fronte a questo nuovo sviluppo, in giurisprudenza il principio classista della sicurezza della proprietà privata prenderà lentamente il posto del principio delle prove formali. Ottenuta l'unificazione dell'Italia, il fenomeno del brigantaggio in meridione, avvertito come una minaccia al nuovo governo, fece sì che il sistema delle misure di prevenzione del 1852 fosse aggiornato. Nel 1863 il Parlamento approvò la Legge Pica ("Procedura per la repressione del brigantaggio e dei camorristi nelle Provincie infette”) che presentata come "mezzo eccezionale e temporaneo di difesa" rimase in vigore fino al 31 dicembre del 1865 (prorogata poi nel ’65 e ’71). Oltre ad introdurre il reato di brigantaggio, accostando il sovversivismo sociale alla criminalità di tipo mafioso, la Legge Pica introdusse per la prima volta nell'ordinamento italiano la pena del domicilio coatto. Al termine del periodo di domicilio coatto, che poteva durare fino a cinque anni, l'individuo era rinviato con foglio di via obbligatorio al luogo di residenza. Attraverso modifiche, nell'estate 1863 i Savoia estesero la Legge Pica alla Sicilia, con l'obiettivo di reprimere il fenomeno della renitenza alla leva militare. Divennero così perseguibili anche i renitenti, i loro parenti e persino - attraverso il concetto di "responsabilità collettiva" - i loro concittadini. Misure riprese nel 1865 attraverso il primo Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza (abbreviato con l'acronimo T.U.L.P.S.) adottato in Italia, che oltre ad estendere il domicilio coatto per “motivazioni politiche” con l'imposizione di dimorare, dal mese ai tre anni, in una colonia di osservazione (isole difficili da raggiungere e da cui evadere) introduceva per la prima volta esplicitamente la misura del rimpatrio nel comune di residenza con foglio di via obbligatorio mediante accompagnamento coattivo, destinato a chi, fuori del proprio comune, "desta sospetto" con la sua condotta. Il T.U.L.P.S. del 1865 eluderà totalmente le seppur minime garanzie processuali prima concesse. Infine nel 1894, lo stesso anno in cui il governo Crispi proclamava lo stato d'assedio in Sicilia per disciogliere l'organizzazione dei Fasci dei lavoratori, vennero emanate tre “leggi eccezionali” di pubblica sicurezza, ricordate come leggi “anti-anarchiche” che aggravarono le misure di prevenzione di polizia per i reati politici. Il T.U.L.P.S. del 1865 cessò la sua validità nel 1895 e per ragioni politiche non verrà prorogato, almeno fino al 1924 in cui venne ripreso dall'impianto della polizia fascista. Sin dall'epoca liberale le misure di prevenzione vennero dunque elaborate per colpire soggetti additati come potenzialmente pericolosi per una appartenenza di classe o per condotte di vita (penalmente irrilevanti) contrarie ai valori predominanti di chi deteneva il potere. La nozione di pericolosità pubblica diverrà il criterio con cui giudicare una persona sulla basa di indizi, sospetti, personalità, caratteristiche fisiche, appartenenza a classi sociali o addirittura tipologie etniche (complice l'antropologia criminale). Mostra tratta dall'opuscolo "METTERE AL BANDO – STORIA ED EVOLUZIONE DI UNA MISURA INFAME CONTRO LE RIBELLIONI SOCIALI E LA DISSIDENZA POLITICA", stampato in proprio nel settembre 2013 in Romagna. Riveduta e aggiornata a gennaio 2016.