EPATITE B: cause, conseguenze e prevenzione Commissione Federale per le Vaccinazioni Ufficio Federale della Sanità Pubblica SEVHep (Swiss Experts in Viral Hepatitis) LA VACCINAZIONE CONTRO L'EPATITE, UN INVESTIMENTO NELL'INTERESSE DELLA NOSTRA SALUTE “ L’epatite B è una malattia che passa spesso inosservata, almeno fino alla comparsa delle prime complicanze. Forse voi non sapete che in Svizzera, prima della vaccinazione, l’epatite B era responsabile di 20003000 infezioni all’anno e che 20.000 persone qui residenti sono portatrici del virus dell’epatite B, e quindi contagiose, senza nemmeno saperlo. Forse non sapete nemmeno che esiste un vaccino efficace contro l’epatite B che viene utilizzato da oltre 25 anni nel mondo intero per proteggere più di 550 milioni di bambini e di adulti. I programmi di vaccinazione contro l’epatite B sviluppati in tutto il mondo si sono dimostrati ampiamente validi: la vaccinazione riduce di oltre il 95% il rischio di divenire portatori cronici del virus dell’epatite B o di contrarre una cirrosi o un cancro del fegato a causa di questa malattia. È infatti dal 1997 che l’Ufficio Federale della Sanità Pubblica raccomanda a tutti i giovani di vaccinarsi contro l’epatite B al più tardi nell’età compresa tra gli 11 e i 15 anni, poiché in Svizzera il rischio di contrarre la malattia tra i 15 e i 35 anni è elevatissimo. Come pediatra specializzata in malattie infettive, conosco le complicanze dell’epatite B e 2 considero questa vaccinazione estremamente importante. Sono anche consapevole che prendere la decisione di vaccinarsi è sempre un po’ difficile, soprattutto se non si conosce bene la malattia che il vaccino consentirebbe di evitare o se si temono i suoi effetti secondari. Per esempio, avete forse sentito dire che la vaccinazione contro l’epatite B può provocare una malattia grave come la sclerosi multipla? È importante sapere che ciò non è possibile e che sono stati effettuati numerosi studi per accertarsi che la vaccinazione contro l’epatite B non aumenta il rischio di contrarre una malattia cronica, ivi compresa la sclerosi multipla. Prima di fare una scelta importante per la propria salute, bisogna informarsi. Questa brochure vi aiuterà a farlo. Se dopo la lettura avrete altri dubbi, parlatene con il vostro medico che risponderà volentieri alle vostre domande. Prof. C.A. Siegrist ” Presidente della Commissione Federale per le Vaccinazioni Dipartimento di Pediatria Ospedale Cantonale Universitario di Ginevra COS’È L’EPATITE? La parola “epatite” significa infiammazione del fegato. L’infiammazione del fegato è provocata sia da sostanze tossiche, sia – e si tratta della maggioranza dei casi – da virus. Nel momento in cui i virus introdotti nel sangue raggiungono il fegato, penetrano nelle sue cellule (gli epatociti) e qui si moltiplicano. Il sistema che garantisce la difesa dell’organismo attacca quindi i virus distruggendo le cellule infette. È questo che provoca l’infiammazione del fegato. Il segno più conosciuto della presenza di una infiammazione acuta è l’iitterizia o ittero. La pelle, le mucose e la parte bianca dell’occhio si colorano di giallo, le urine sono di colore bruno scuro, le feci si scoloriscono. Tuttavia, accade spesso che questi tipici sintomi non siano visibili e ciò spiega il motivo per cui l’epatite può non venire diagnosticata e le persone colpite possono ignorare di avere contratto un’epatite B acuta. A oggi sono stati identificati cinque virus che provocano un’infezione mirata e l’infiammazione del fegato. I virus dell’epatite si distinguono gli uni dagli altri in base alle modalità di trasmissione e alla rispettiva aggressività. I principali virus dell’epatite che, a oggi, sono stati identificati solo nell’uomo, sono stati designati dalle lettere A, B, C, D ed E. 3 QUALI SONO I VIRUS RESPONSABILI DELL’EPATITE? FORME DI EPATITE SENZA EVOLUZIONE CRONICA I virus dell’epatite A ed E sono responsabili di un’infiammazione acuta del fegato che, in linea generale, guarisce spontaneamente entro 6 mesi. Il decesso, comunque raro, colpisce prevalentemente gli adulti di età superiore ai 40 anni e, se l’epatite è di tipo E, anche le donne in gravidanza. L’infezione si trasmette attraverso l’acqua o alimenti infetti. In oltre il 40% delle epatiti A, i malati sono stati infettati durante viaggi in Paesi dalle condizioni igieniche insufficienti, come per esempio i Paesi dell’Europa dell’Est, l’Asia, l’Oceania, l’Africa, l’America Centrale e l’America del Sud. In Svizzera il rischio di contaminazione è minimo. L’epatite E è rara e l’infezione si verifica quasi esclusivamente durante un soggiorno all’estero. FORME DI EPATITE A EVOLUZIONE CRONICA I virus dell’epatite B, C e D provocano un’epatite acuta che può evolvere in un’iinfiammazione cronica del fegato. Il fegato viene dunque progressivamente distrutto, si atrofizza (il suo volume diminuisce), si instaura una cirrosi e talvolta addirittura un cancro del fegato. Alcuni farmaci permettono a una parte dei malati portatori di un’epatite B, C o D di guarire. In casi particolarmente gravi, solo il trapianto del fegato può evitare il decesso, ovviamente a condizione di trovare un donatore compatibile. 4 I virus dell’epatite B, C e D si trasmettono attraverso il sangue. È sufficiente che una quantità minima di sangue infetto venga a contatto diretto con la circolazione sanguigna di un altro soggetto perché questi ne sia infettato. Il virus dell’epatite B è altamente infettivo; si trasmette anche attraverso i liquidi e le secrezioni corporee, o spesso attraverso il contatto sessuale non protetto, dal momento che il virus è presente nello sperma e nelle secrezioni vaginali. Quando una donna in gravidanza è portatrice del virus dell’epatite B, il rischio che il neonato sia infettato a sua volta è estremamente elevato. L’epatite C evolve verso un’infiammazione cronica del fegato in 4 soggetti su 5. Generalmente, i malati scoprono di essere affetti da un’infiammazione al fegato solo qualche anno più tardi, quando ormai l’organo è fortemente danneggiato (cirrosi epatica). Il virus dell’epatite D è raro in Svizzera e può svilupparsi nel fegato solo nel caso in cui il soggetto sia stato infettato anche dal virus dell’epatite B. I VIRUS DELL’EPATITE DALLA A ALLA E FORME DI EPATITE SENZA EVOLUZIONE CRONICA Tipo FORME DI EPATITE A EVOLUZIONE CRONICA A E B C D Scoperta nel 1973 1990 1965 1989 1977 Vie di trasmissione Orale (ingestione di cibo e bevande) Orale (ingestione di cibo e bevande) Liquidi e secrezioni corporee, contatto sessuale o attraverso il sangue Contatto attraverso il sangue Contatto attraverso il sangue, solo in presenza di epatite B Sintomi dell’epatite acuta Bambini in tenera età spesso privi di sintomi. Adulti: stanchezza, perdita dell’appetito, nausea, febbre, vomito, ittero Stanchezza, perdita dell’appetito, nausea, febbre, vomito, ittero Sintomi rilevati solo in un terzo dei soggetti infettati: stanchezza, perdita dell’appetito, nausea, febbre, vomito, ittero Epatite acuta generalmente priva di sintomi Epatite acuta a evoluzione spesso particolarmente grave Postumi a lungo termine L’epatite A acuta dura fino a 6 mesi; non diventa cronica L’epatite E acuta non diventa cronica L’epatite B acuta non guarisce sempre e può diventare cronica: il malato è portatore del virus e a rischio di cirrosi e di cancro al fegato L’epatite C acuta spesso non guarisce e diventa cronica: il malato è portatore del virus e rischia una cirrosi e un cancro al fegato L’epatite D può aggravare l’evoluzione dell’epatite B Attraverso l’interferone alfa pegilato o un antivirale; vedi pag. 11 Attraverso l’interferone alfa pegilato combinato alla ribavirina Trattamento dell’epatite B Possibile dal 1981; vedi pag. 12 Non possibile Protezione vaccinale indiretta attraverso il vaccino anti-epatite B Trattamento dell’epatite cronica Vaccinazione Possibile dal 1992. Da praticare prima di un viaggio all’estero Non possibile 5 L’EPATITE B IN SVIZZERA: ANCORA TROPPO FREQUENTE Nonostante sia disponibile da tempo un vaccino molto efficace, ogni anno nel nostro Paese vengono infettate numerose persone dal virus dell’epatite B. Tra il 1989 e il 1994 sono stati dichiarati ogni anno all’Ufficio Federale della Sanità Pubblica 450 casi di epatite B acuta. Tra il 1995 e il 1999, il numero ufficiale di casi di epatite B dichiarati è diminuito (354 casi nel 1995 contro i 200 del 1999), soprattutto grazie alla diminuzione dei casi tra i tossicomani, in conseguenza delle misure adottate in Svizzera per contenere l’epidemia di AIDS (distribuzione di siringhe monouso, raccomandazioni circa l’uso del preservativo, ecc.). Tuttavia, non tutti i casi di infezione vengono dichiarati e, inoltre, i sintomi della malattia (sintomi che il medico riconosce come quelli tipici dell’epatite) compaiono solamente in una persona su tre. Il numero effettivo dei soggetti infettati è dunque superiore a quello dei casi dichiarati ufficialmente: nel 1997, 6 quando è stata raccomandata la vaccinazione generalizzata degli adolescenti, le nuove infezioni sono state stimate in 2000–3000 all’anno. In Svizzera il rischio di contaminazione è particolarmente elevato tra i giovani e gli adolescenti. L’80% delle infezioni colpiscono infatti soggetti di età compresa tra i 15 e i 40 anni. In Svizzera tutte le donne in gravidanza vengono sottoposte a un esame del sangue che determina se sono portatrici o meno del virus: in caso affermativo, i neonati vengono vaccinati poco dopo la nascita e ricevono delle immunoglobuline specifiche anti-epatite B che li proteggeranno in attesa che il vaccino agisca. Nei Paesi in cui l’epatite B è molto diffusa (Africa, Asia, alcuni Paesi dell’America del Sud, dell’Oceania e dell’Europa dell’Est), la situazione è completamente differente poiché la contaminazione dal virus dell’epatite B avviene essenzialmente all’atto della nascita o durante la prima infanzia. Prima del 1997, l’epatite B acuta in Svizzera era responsabile di 200-250 ricoveri ospedalieri all’anno e dai 6 ai 10 decessi causati da una sorta di collasso acuto del fegato (la cosiddetta “epatite fulminante”). Circa un soggetto su dieci che abbia contratto un’epatite di tipo B diventa portatore cronico del virus. L’evoluzione cronica è poi ancora più diffusa tra i lattanti o nei bambini in tenera età. Si stima che siano 20.000 i portatori del virus in Svizzera. Queste persone possono infettarne altre lungo il corso della loro vita, rimanendo loro stesse esposte al rischio di complicanze gravi che potrebbero minacciarne addirittura l’esistenza. È per questa ragione che un portatore di virus su quattro è colpito dall’infiammazione cronica progressiva del fegato che negli anni evolverà nell’atrofia (diminuzione del volume) tipica della cirrosi epatica e in seguito, in alcuni casi, perfino in un cancro. Prima del 1997, queste complicanze gravi erano all’origine di 200-400 ricoveri ospedalieri e di circa 40-80 decessi annuali in Svizzera, ma di oltre un milione nel resto del mondo. Dopo che il vaccino è stato offerto a tutti gli adolescenti svizzeri (1998), il numero complessivo delle nuove infezioni dichiarate è ulteriormente diminuito. Benché dal 2000 siano ancora dichiarati ufficialmente dai 100 ai 150 casi ogni anno, la diminuzione è stata dell’84% tra il 1999 e il 2002 per quanto riguarda i giovani di età compresa tra i 15 e i 19 anni, ovvero coloro che hanno beneficiato della priorità nell’offerta di vaccinazione tra gli 11 e i 15 anni. Il rischio d’infezione per i soggetti non vaccinati non si è altrettanto ridotto poiché non è ancora diminuito il numero delle persone portatrici croniche del virus: un soggetto su 200-400 residenti in Svizzera rischia di trasmettere l’infezione, talvolta senza nemmeno saperlo. 7 QUALI SONO LE VIE DI TRASMISSIONE CONOSCIUTE? Il virus dell’epatite B si trasmette attraverso tutti i liquidi e le secrezioni biologiche, o più spesso attraverso il contatto sessuale e il sangue. Come regola generale, l’epatite B è considerata una malattia infettiva altamente contagiosa. È significativo sapere che una parte dei soggetti infettati dal virus dell’epatite B non avevano adottato un comportamento a rischio nel momento del contagio. L’infezione non riguarda dunque solamente i gruppi a rischio. FREQUENTI VIE DI TRASMISSIONE: • Contatto sessuale, il/la partner è infettato/a dal virus dell’epatite B. • Contatto ravvicinato e prolungato con una persona infettata (persona appartenente al proprio nucleo familiare, asili nidi e scuole materne, istituti di ricovero psichiatrici, ecc.). • Al momento della nascita, se la madre è portatrice del virus. • Tossicodipendenza, il/la tossicomane utilizza siringhe o aghi non sterili. • Utilizzo di materiale sanitario non sterilizzato in Paesi con scarse risorse. 8 ALTRE VIE DI TRASMISSIONE POSSIBILI: • Tatuaggi o piercing effettuati con materiali non sterilizzati. • Puntura accidentale del personale sanitario attraverso un ago infetto o ferita accidentale provocata da un bisturi infetto; contatto dei liquidi o delle secrezioni corporee con le mucose o escoriazioni della pelle. • Utilizzo dello spazzolino da denti o del rasoio di una persona infetta. NON ESISTE ALCUN RISCHIO DI TRASMISSIONE NEI SEGUENTI CASI: • Quando il sangue di un portatore del virus viene a contatto con una non superficie epidermica intatta (n escoriata): il virus dell’epatite B non può penetrare attraverso la cute integra. • Mangiando e bevendo (mentre invece questa modalità di trasmissione è prioritaria nell’infezione da virus delle epatiti di tipo A ed E). IL RISCHIO DI TRASMISSIONE IN SVIZZERA È MINIMO NEI SEGUENTI CASI: • Durante una seduta di emodialisi (depurazione del sangue in pazienti con insufficienza renale). • Durante una trasfusione sanguigna o un trattamento con derivati del sangue, per esempio nel caso degli emofiliaci. • Nel caso di un trapianto d’organo. Effettivamente, in Svizzera le donazioni di sangue e di organi sono oggetto di rigorosi controlli che impediscono il contagio con il virus dell’epatite B. Tuttavia, il rischio di trasmissione virale in seguito a una trasfusione (per esempio, in caso di un incidente) persiste in quei Paesi che non hanno la possibilità di effettuare controlli altrettanto rigorosi. 9 QUALI SONO I SINTOMI DELL'EPATITE B? Spesso una epatite B acuta non causa sintomi, o comunque solamente quelli che possono ricordare un’influenza perdita d’appetito e problemi di (p digestione, nausea, vomito, stanchezza, febbre). La malattia può tuttavia durare parecchi mesi e costituire una seria minaccia per la vita. Solo una persona su tre presenta i sintomi caratteristici di un’infiammazione acuta del fegato: ittero che provoca la colorazione giallastra della pelle e della parte bianca dell’occhio, urine di colore bruno scuro, feci scolorite. Se il sistema di difesa dell’organismo si rivela efficace, l’epatite guarisce e il fegato non subirà conseguenze. Il paziente sarà quindi protetto per sempre da questa malattia. Attraverso un esame del sangue è possibile riconoscere la presenza degli anticorpi responsabili della protezione dell’organismo contro una reinfezione dal virus dell’epatite B. 10 In una persona su dieci, l’epatite B acuta non guarisce, ma diventa un’iinfezione cronica. Nei lattanti e nei bambini in tenera età, le infezioni croniche sono ancora più frequenti. L’80% dei portatori cronici del virus ha l’impressione di essere in buona salute benché il loro fegato sia infiammato; costoro possono quindi contaminare altri soggetti, per esempio quelli con cui sono a più stretto contatto. L’infiammazione grave del fegato si estende negli anni in un portatore cronico su quattro. I sintomi dell’iinfiammazione cronica del fegato (epatite cronica) si prestano a varie interpretazioni: malessere, perdita dell’appetito, stanchezza. Per formulare una diagnosi certa, il medico deve far effettuare specifici esami del sangue e prescrivere una biopsia, cioè il prelievo tramite un ago di un frammento di tessuto epatico. QUALI SONO LE POSSIBILITÀ DI TRATTAMENTO? Fatta eccezione per alcuni casi particolari, il trattamento dell’epatite acuta di tipo B non è indicato, tenuto conto del fatto che la maggioranza dei pazienti guarisce spontaneamente. L’efficacia dei prodotti definiti epatoprotettori (protettori del fegato) non è dimostrata. Ciò significa che chiunque sia infettato deve attendere pazientemente che il sistema di difesa dell’organismo sconfigga il virus con le proprie forze. Fino a quando l’individuo non sarà guarito, i liquidi e le secrezioni naturali del corpo – sangue, sperma, secrezioni vaginali, saliva – sono contagiosi. Nel caso di una epatite B cronica, quando il virus si propaga e i parametri di alcuni enzimi del fegato (le cosiddette “transaminasi”) sono elevati, viene preso in considerazione il trattamento con l’iinterferone alfa pegilato. Questo viene somministrato attraverso delle iniezioni settimanali e il trattamento può avere degli effetti indesiderati. Inizialmente, la maggior parte dei pazienti soffre di una specie di stato influenzale che generalmente regredisce dopo qualche giorno. Il trattamento ha una durata di dodici mesi. In circa il 40% dei pazienti, la propagazione del virus viene così arrestata e l’infiammazione del fegato regredisce. A seconda dei casi possono ugualmente essere utilizzati dei farmaci attivi contro il virus (come gli antivirali lamivudina e adefovir). 11 UNA PREVENZIONE EFFICACE GRAZIE AL VACCINO Il modo migliore per non soffrire di una epatite di tipo B è non contrarla. L’uso del preservativo durante i rapporti sessuali a rischio è fondamentale, ma non è sufficiente per garantire una protezione totale. La vaccinazione contro l’epatite B è dunque la misura più affidabile per proteggersi da questa malattia. Dal 1981, disponiamo di un vaccino anti-epatite B molto efficace. Due o tre iniezioni di questo vaccino (in base all’età e al vaccino scelto) proteggono il 98% dei soggetti vaccinati contro un’infezione dal virus per parecchie decine di anni, forse anche per tutta la vita. 12 QUAL’È L’AZIONE DEL VACCINO? È possibile stimolare il nostro sistema di difesa a fabbricare degli anticorpi che ci proteggano dal virus. Questi anticorpi sono prodotti quando ci viene iniettata, sotto forma di vaccino, una proteina definita “antigene di superficie dell’epatite B”. Come si capisce dal nome, questa sostanza si trova naturalmente sulla superficie del virus dell’epatite B. Viene prodotta dalla ricombinazione genetica del lievito,un metodo sicuro che esclude qualsiasi rischio di contaminazione accidentale. vaccino impiegato, possono essere sufficienti due iniezioni con un intervallo di 6 mesi. Negli adolescenti e negli adulti l’iniezione viene fatta nei muscoli del braccio, mentre nei bambini viene praticata nella coscia. Negli individui ad alto rischio di infezione, il medico potrà controllare il buon esito della vaccinazione attraverso un apposito esame del sangue. Questo controllo non è necessario per i giovani in buona salute che non fanno parte delle categorie a elevato rischio d’esposizione all’epatite B. COME VIENE PRATICATA LA VACCINAZIONE? La vaccinazione anti-epatite B può essere eseguita in qualsiasi studio medico. Per assicurarsi una protezione sufficiente è generalmente necessario sottoporsi a tre iniezioni in sei mesi. Negli adolescenti di età compresa tra gli 11 e i 15 anni, a seconda del tipo di In Svizzera sono attualmente disponibili diversi vaccini anti-epatite B – tre vaccini semplici, un vaccino che protegge anche contro l’epatite A e dei vaccini combinati (per i lattanti) che proteggono anche contro la difterite, il tetano, la pertosse, la poliomielite e la meningite da Haemophilus influenzae B. LA VACCINAZIONE COMPORTA EFFETTI INDESIDERATI? La vaccinazione contro l’epatite B è generalmente ben tollerata. Tuttavia, può verificarsi una reazione circoscritta nel punto dell’iniezione (arrossamento, dolore, gonfiore) in circa un paziente su dieci. Reazioni come nevralgia, stanchezza o febbre sono ancora più rare. Tutte le possibili reazioni scompaiono in 1-3 giorni. La reazione allergica grave a un componente del vaccino è estremamente rara (1-2 persone su un milione) e oltre 550 milioni di persone sono state vaccinate in tutto il mondo senza complicazione alcuna. Durante i giorni o le settimane seguenti alla vaccinazione si sono talvolta verificati alcuni problemi di carattere sanitario, che hanno fatto temere che il vaccino ne fosse stata la causa. Per esempio, quando in Francia sono state vaccinate 20 milioni di persone (un terzo della popolazione totale) tra il 1994 e il 1996, i problemi di salute abituali si sono naturalmente continuati a verificare. Migliaia di persone hanno avuto un incidente stradale, hanno sofferto di una malattia benigna o grave appena prima o successivamente alla vaccinazione. Quando si verifica una malattia grave di natura immunitaria nelle settimane seguenti alla vaccinazione, è fondamentale accertarsi se questa possa derivare dalla vaccinazione cui ci si è sottoposti. A tale proposito sono state condotte parecchie ricerche in numerosi Paesi (Francia, Inghilterra, Canada, Stati Uniti) per accertarsi che la vaccinazione contro l’epatite B non aumentasse il rischio di malattie croniche come la sclerosi multipla. Sono stati condotti oltre una dozzina di studi e nessuno di questi ha dimostrato un legame tra la vaccinazione contro l’epatite di tipo B e la sclerosi multipla. Le autorità sanitarie mondiali (comprese quelle francesi) hanno quindi concluso che la vaccinazione contro l’epatite B consente di proteggersi contro una malattia grave e talvolta mortale, senza tuttavia aumentare il rischio di malattie croniche come la sclerosi multipla. A oggi, oltre 550 milioni di persone in tutto il mondo sono già state vaccinate contro l’epatite B. Non sono stati segnalati altri effetti indesiderati gravi in seguito alla vaccinazione. La vaccinazione può dunque essere considerata sicura e ben tollerata. Sfortunatamente, il vaccino protegge solo dall’epatite di tipo B. Una persona vaccinata può dunque essere colpita da un’altra malattia anche immediatamente dopo il vaccino, come d’altra parte accade a tutti i soggetti non vaccinati. 13 CHI DOVREBBE FARSI VACCINARE IN SVIZZERA? Le seguenti categorie di persone dovrebbero farsi vaccinare contro l’epatite B: 1. TUTTI GLI ADOLESCENTI DI ETA’ COMPRESA TRA GLI 11 E I 15 ANNI La vaccinazione contro l’epatite B è raccomandata al più tardi nell’età compresa tra gli 11 e i 15 anni. Infatti l’80% delle nuove infezioni si verificano tra i 15 e i 40 anni. Tuttavia la vaccinazione contro l’epatite B può essere effettuata in qualsiasi età preadolescenziale: alla nascita (indispensabile in caso di infezione della madre), nei lattanti (attraverso una vaccinazione combinata con gli altri vaccini previsti in questa fascia d’età), o con una vaccinazione combinata contro l’epatite B e quella di tipo A per tutti coloro che viaggiano in zone in cui il rischio di contrarre quest’ultima sia particolarmente elevato. 2. BAMBINI E ADULTI APPARTENENTI A GRUPPI AD ALTO RISCHIO La vaccinazione contro l’epatite B è necessaria nei bambini e negli adulti che sono a rischio più elevato di esposizione alla malattia o delle sue complicanze: • Individui a contatto ravvicinato con pazienti infettati o con i liquidi e le secrezioni corporee di questi (personale sanitario). • Individui che vivono a stretto contatto con un soggetto portatore di epatite B. • Minorati mentali ed equipe di sostegno all’interno di istituti specializzati. 14 • Tossicodipendenti. • Assistenti sociali, poliziotti e guardie penitenziarie che abbiano contatti stretti e frequenti con i tossicodipendenti. • Persone che hanno numerosi partner sessuali. • Prostitute. • Pazienti che si servono dei servizi di emodialisi. • Emofiliaci. • Pazienti cui sia stata diagnosticata una malattia cronica del fegato (per esempio, l’epatite di tipo C). • Pazienti con deficit immunitari. • Persone che viaggiano in Paesi in cui l’epatite B è particolarmente diffusa. L’epatite B è particolarmente diffusa in Africa, in Asia e Oceania, oltre a essere presente nell’Europa dell’Est, nel bacino del Mediterraneo e nell’America del Sud. I viaggiatori dovrebbero farsi vaccinare specie se prevedono di stabilire dei contatti stretti con la popolazione locale (attività presso servizi sanitari locali, progetti di aiuto allo sviluppo, contatti sessuali), e nel caso in cui intendano dedicarsi ad attività di svago rischiose o se soggiorneranno a lungo e ripetutamente nelle zone citate. • Individui originari dei suddetti Paesi che soggiornano in Svizzera. • Neonati di madri portatrici del virus dell’epatite B (che saranno vaccinati e al contempo protetti attraverso immunoglobuline specifiche antiepatite B). ? AVETE DELLE DOMANDE? C’è il rischio di contagio quando un membro della famiglia ha contratto l’epatite B? Sì, il rischio di contagio è tanto più elevato quanto più ravvicinato è il contatto fisico con la persona affetta. Tutti i componenti della famiglia dovrebbero essere sottoposti a un apposito test e farsi vaccinare nel caso in cui non abbiano ancora contratto l’infezione. È vero che il vaccino protegge anche contro l’AIDS? No, non esiste ancora un vaccino contro l’AIDS. È questo il motivo per cui è assolutamente necessario evitare di ferirsi con una siringa che sia già stata utilizzata e servirsi sempre del preservativo durante i rapporti sessuali a rischio, anche se ci si è già vaccinati contro l’epatite B. Ci sono controindicazioni alla vaccinazione contro l’epatite B? Tutte le persone che godono di buona salute possono farsi vaccinare. Nel caso di malattie benigne in corso, è sufficiente posticipare la vaccinazione di 1-2 settimane. L’allergia grave a una delle sostanze contenute nel vaccino o la comparsa di una reazione allergica grave in seguito a una dose dello stesso rappresentano delle controindicazioni a effettuare e/o a continuare la vaccinazione. Una malattia cronica anche grave può non costituire una controindicazione alla vaccinazione. Se vi preoccupa un problema particolare, parlatene con il vostro medico. Se la vaccinazione contro l’epatite B è stata effettuata durante l’infanzia, è poi necessario un richiamo nel periodo adolescenziale o in età adulta? No, allo stato attuale delle nostre conoscenze, in seguito a una vaccinazione completa, a qualsiasi età essa sia stata praticata, non è necessario alcun richiamo. Tutti i portatori dell’epatite B si rendono conto di essere infettati? No. Numerosi portatori acuti e cronici non sanno nemmeno di essere infettati dal virus e possono contaminare altre persone. La diagnosi certa è possibile solamente con uno specifico esame del sangue. Quanto tempo è necessario per assistere alla comparsa dei primi sintomi di un’infezione? I sintomi dell’epatite B acuta si manifestano da 6 settimane fino a qualche mese dopo il contagio. Tuttavia, si verifica spesso che la malattia venga identificata qualche anno più tardi a causa di complicanze dell’epatite cronica di tipo B (cirrosi epatica, eventualmente cancro al fegato). È possibile essere infettati con un tatuaggio o un piercing? Sì. I piercing e i tatuaggi dovrebbero essere fatti solo con materiale rigorosamente sterile. Qualsiasi contatto con il sangue o con oggetti già utilizzati deve essere evitato ed è comunque prudente vaccinarsi contro l’epatite B nel caso in cui si abbia l’intenzione di sottoporsi a tatuaggi o piercing. 15 •Commissione Federale per le Vaccinazioni •Ufficio Federale della Sanità Pubblica ©2006 c/0 Divisions of Gastroenterology and Hepatology and of Clinical Pathology Progetto e Realizzazione: FBCommunication - Modena (Italy) www.fbcommunication.org University Hospital 24 rue Micheli-du-Crest 1211 Genève 14 Switzerland tel. +41 22 379 58 00 Fax +41 22 372 93 66 www.sevhep.ch