EPATITE B:
cause, conseguenze e prevenzione
Commissione Federale per le Vaccinazioni
Ufficio Federale della Sanità Pubblica
SEVHep (Swiss Experts in Viral Hepatitis)
LA VACCINAZIONE CONTRO L'EPATITE, UN INVESTIMENTO
NELL'INTERESSE DELLA NOSTRA SALUTE
“
L’epatite B è una malattia che passa
spesso inosservata, almeno fino alla
comparsa delle prime complicanze.
Forse voi non sapete che in
Svizzera, prima della vaccinazione,
l’epatite B era responsabile di 20003000 infezioni all’anno e che 20.000
persone qui residenti sono portatrici
del virus dell’epatite B, e quindi
contagiose, senza nemmeno
saperlo.
Forse non sapete nemmeno che
esiste un vaccino efficace contro
l’epatite B che viene utilizzato da
oltre 25 anni nel mondo intero per
proteggere più di 550 milioni di
bambini e di adulti. I programmi di
vaccinazione contro l’epatite B
sviluppati in tutto il mondo si sono
dimostrati ampiamente validi: la
vaccinazione riduce di oltre il 95% il
rischio di divenire portatori cronici
del virus dell’epatite B o di
contrarre una cirrosi o un cancro del
fegato a causa di questa malattia.
È infatti dal 1997 che l’Ufficio
Federale della Sanità Pubblica
raccomanda a tutti i giovani di
vaccinarsi contro l’epatite B al più
tardi nell’età compresa tra gli 11 e i
15 anni, poiché in Svizzera il rischio
di contrarre la malattia tra i 15 e i
35 anni è elevatissimo.
Come pediatra specializzata in
malattie infettive, conosco le
complicanze dell’epatite B e
2
considero questa vaccinazione
estremamente importante. Sono
anche consapevole che prendere la
decisione di vaccinarsi è sempre un
po’ difficile, soprattutto se non si
conosce bene la malattia che il
vaccino consentirebbe di evitare o
se si temono i suoi effetti secondari.
Per esempio, avete forse sentito
dire che la vaccinazione contro
l’epatite B può provocare una
malattia grave come la sclerosi
multipla? È importante sapere che
ciò non è possibile e che sono stati
effettuati numerosi studi per
accertarsi che la vaccinazione contro
l’epatite B non aumenta il rischio di
contrarre una malattia cronica, ivi
compresa la sclerosi multipla.
Prima di fare una scelta importante
per la propria salute, bisogna
informarsi. Questa brochure vi
aiuterà a farlo. Se dopo la lettura
avrete altri dubbi, parlatene con il
vostro medico che risponderà
volentieri alle vostre domande.
Prof. C.A. Siegrist
”
Presidente della Commissione Federale
per le Vaccinazioni
Dipartimento di Pediatria
Ospedale Cantonale Universitario
di Ginevra
COS’È L’EPATITE?
La parola “epatite” significa
infiammazione del fegato.
L’infiammazione del fegato è provocata
sia da sostanze tossiche, sia – e si
tratta della maggioranza dei casi – da
virus. Nel momento in cui i virus
introdotti nel sangue raggiungono il
fegato, penetrano nelle sue cellule (gli
epatociti) e qui si moltiplicano. Il
sistema che
garantisce la
difesa
dell’organismo
attacca quindi i
virus distruggendo
le cellule infette.
È questo che
provoca l’infiammazione
del fegato. Il segno più conosciuto della
presenza di una infiammazione acuta è
l’iitterizia o ittero. La pelle, le mucose e
la parte bianca dell’occhio si colorano
di giallo, le urine sono di colore bruno
scuro, le feci si scoloriscono. Tuttavia,
accade spesso che questi tipici sintomi
non siano visibili e ciò spiega il motivo
per cui l’epatite può non venire
diagnosticata e le persone colpite
possono ignorare di avere contratto
un’epatite B acuta.
A oggi sono stati identificati cinque
virus che provocano un’infezione mirata
e l’infiammazione del fegato. I virus
dell’epatite si distinguono gli uni dagli
altri in base alle modalità di
trasmissione e alla rispettiva
aggressività. I principali virus
dell’epatite che, a oggi, sono stati
identificati solo nell’uomo, sono stati
designati dalle lettere A, B, C, D ed E.
3
QUALI SONO I VIRUS RESPONSABILI
DELL’EPATITE?
FORME DI EPATITE
SENZA EVOLUZIONE CRONICA
I virus dell’epatite A ed E sono
responsabili di un’infiammazione acuta
del fegato che, in linea generale,
guarisce spontaneamente entro 6 mesi.
Il decesso, comunque raro, colpisce
prevalentemente gli adulti di età
superiore ai 40 anni e, se l’epatite è di
tipo E, anche le donne in gravidanza.
L’infezione si trasmette attraverso
l’acqua o alimenti infetti. In oltre il 40%
delle epatiti A, i malati sono stati
infettati durante viaggi in Paesi dalle
condizioni igieniche insufficienti, come
per esempio i Paesi dell’Europa dell’Est,
l’Asia, l’Oceania, l’Africa, l’America
Centrale e l’America del Sud. In Svizzera
il rischio di contaminazione è minimo.
L’epatite E è rara e l’infezione si verifica
quasi esclusivamente durante un
soggiorno all’estero.
FORME DI EPATITE
A EVOLUZIONE CRONICA
I virus dell’epatite B, C e D provocano
un’epatite acuta che può evolvere in
un’iinfiammazione cronica del fegato. Il
fegato viene dunque progressivamente
distrutto, si atrofizza (il suo volume
diminuisce), si instaura una cirrosi
e talvolta addirittura un cancro
del fegato. Alcuni farmaci
permettono a una parte dei
malati portatori di un’epatite B, C
o D di guarire. In casi
particolarmente gravi, solo il
trapianto del fegato può evitare
il decesso, ovviamente a
condizione di trovare un donatore
compatibile.
4
I virus dell’epatite B, C e D si
trasmettono attraverso il sangue. È
sufficiente che una quantità minima di
sangue infetto venga a contatto diretto
con la circolazione sanguigna di un altro
soggetto perché questi ne sia infettato.
Il virus dell’epatite B è altamente
infettivo; si trasmette anche attraverso i
liquidi e le secrezioni corporee, o
spesso attraverso il contatto sessuale
non protetto, dal momento che il virus
è presente nello sperma e nelle
secrezioni vaginali. Quando una donna
in gravidanza è portatrice del virus
dell’epatite B, il rischio che il neonato
sia infettato a sua volta è estremamente
elevato.
L’epatite C evolve verso
un’infiammazione cronica del fegato in 4
soggetti su 5. Generalmente, i malati
scoprono di essere affetti da
un’infiammazione al fegato solo qualche
anno più tardi, quando ormai l’organo è
fortemente danneggiato (cirrosi epatica).
Il virus dell’epatite D è raro in Svizzera
e può svilupparsi nel fegato solo nel
caso in cui il soggetto sia stato
infettato anche dal virus dell’epatite B.
I VIRUS DELL’EPATITE DALLA A ALLA E
FORME DI EPATITE SENZA
EVOLUZIONE CRONICA
Tipo
FORME DI EPATITE
A EVOLUZIONE CRONICA
A
E
B
C
D
Scoperta nel
1973
1990
1965
1989
1977
Vie di
trasmissione
Orale
(ingestione di
cibo e bevande)
Orale
(ingestione di
cibo e bevande)
Liquidi
e secrezioni
corporee,
contatto
sessuale
o attraverso
il sangue
Contatto
attraverso
il sangue
Contatto
attraverso
il sangue, solo
in presenza di
epatite B
Sintomi
dell’epatite
acuta
Bambini in
tenera età
spesso privi
di sintomi.
Adulti:
stanchezza,
perdita
dell’appetito,
nausea, febbre,
vomito, ittero
Stanchezza,
perdita
dell’appetito,
nausea, febbre,
vomito, ittero
Sintomi rilevati
solo in un terzo
dei soggetti
infettati:
stanchezza,
perdita
dell’appetito,
nausea, febbre,
vomito, ittero
Epatite acuta
generalmente
priva di sintomi
Epatite acuta
a evoluzione
spesso
particolarmente
grave
Postumi a
lungo
termine
L’epatite A
acuta dura fino
a 6 mesi; non
diventa cronica
L’epatite E
acuta non
diventa cronica
L’epatite B
acuta non
guarisce
sempre e può
diventare
cronica:
il malato è
portatore del
virus e a rischio
di cirrosi e di
cancro al fegato
L’epatite C
acuta spesso
non guarisce e
diventa cronica:
il malato è
portatore del
virus e rischia
una cirrosi e un
cancro al fegato
L’epatite D
può aggravare
l’evoluzione
dell’epatite B
Attraverso
l’interferone
alfa pegilato
o un antivirale;
vedi pag. 11
Attraverso
l’interferone
alfa pegilato
combinato alla
ribavirina
Trattamento
dell’epatite B
Possibile
dal 1981;
vedi pag. 12
Non possibile
Protezione
vaccinale indiretta
attraverso
il vaccino
anti-epatite B
Trattamento
dell’epatite
cronica
Vaccinazione
Possibile
dal 1992.
Da praticare
prima di un
viaggio all’estero
Non possibile
5
L’EPATITE B IN SVIZZERA:
ANCORA TROPPO FREQUENTE
Nonostante sia disponibile da tempo un
vaccino molto efficace, ogni anno nel
nostro Paese vengono infettate
numerose persone dal virus dell’epatite
B. Tra il 1989 e il 1994 sono stati
dichiarati ogni anno all’Ufficio Federale
della Sanità Pubblica 450 casi di epatite
B acuta.
Tra il 1995 e il 1999, il numero ufficiale
di casi di epatite B dichiarati è
diminuito (354 casi nel 1995 contro i
200 del 1999), soprattutto grazie alla
diminuzione dei casi tra i tossicomani,
in conseguenza delle misure adottate in
Svizzera per contenere l’epidemia di
AIDS (distribuzione di siringhe
monouso, raccomandazioni circa l’uso
del preservativo, ecc.).
Tuttavia, non tutti i casi di infezione
vengono dichiarati e, inoltre, i sintomi
della malattia (sintomi che il medico
riconosce come quelli tipici dell’epatite)
compaiono solamente in una persona
su tre. Il numero effettivo dei soggetti
infettati è dunque superiore a quello dei
casi dichiarati ufficialmente: nel 1997,
6
quando è stata raccomandata la
vaccinazione generalizzata degli
adolescenti, le nuove infezioni sono
state stimate in 2000–3000 all’anno.
In Svizzera il rischio di contaminazione
è particolarmente elevato tra i giovani e
gli adolescenti. L’80% delle infezioni
colpiscono infatti soggetti di età
compresa tra i 15 e i 40 anni. In
Svizzera tutte le donne in gravidanza
vengono sottoposte a un esame del
sangue che determina se sono portatrici
o meno del virus: in caso affermativo, i
neonati vengono vaccinati poco dopo la
nascita e ricevono delle
immunoglobuline specifiche anti-epatite
B che li proteggeranno in attesa che il
vaccino agisca. Nei Paesi in cui l’epatite
B è molto diffusa (Africa, Asia, alcuni
Paesi dell’America del Sud, dell’Oceania
e dell’Europa dell’Est), la situazione è
completamente differente poiché la
contaminazione dal virus dell’epatite B
avviene essenzialmente all’atto della
nascita o durante la prima infanzia.
Prima del 1997, l’epatite B acuta
in Svizzera era responsabile
di 200-250 ricoveri
ospedalieri all’anno e dai 6
ai 10 decessi causati da una
sorta di collasso acuto del
fegato (la cosiddetta “epatite
fulminante”).
Circa un soggetto su dieci che abbia
contratto un’epatite di tipo B diventa
portatore cronico del virus. L’evoluzione
cronica è poi ancora più diffusa tra i
lattanti o nei bambini in tenera età. Si
stima che siano 20.000 i portatori del
virus in Svizzera. Queste persone
possono infettarne altre lungo il corso
della loro vita, rimanendo loro stesse
esposte al rischio di complicanze gravi
che potrebbero minacciarne addirittura
l’esistenza. È per questa ragione che un
portatore di virus su quattro è colpito
dall’infiammazione cronica progressiva
del fegato che negli anni evolverà
nell’atrofia (diminuzione del volume)
tipica della cirrosi epatica e in seguito,
in alcuni casi, perfino in un cancro.
Prima del 1997, queste complicanze
gravi erano all’origine di
200-400 ricoveri ospedalieri
e di circa 40-80 decessi
annuali in Svizzera, ma di oltre
un milione nel resto del mondo.
Dopo che il vaccino è stato
offerto a tutti gli adolescenti
svizzeri (1998), il numero complessivo
delle nuove infezioni dichiarate è
ulteriormente diminuito. Benché dal
2000 siano ancora dichiarati
ufficialmente dai 100 ai 150 casi ogni
anno, la diminuzione è stata dell’84%
tra il 1999 e il 2002 per quanto riguarda
i giovani di età compresa tra i 15 e i 19
anni, ovvero coloro che hanno
beneficiato della priorità nell’offerta di
vaccinazione tra gli 11 e i 15 anni.
Il rischio d’infezione per i soggetti non
vaccinati non si è altrettanto ridotto
poiché non è ancora diminuito il
numero delle persone portatrici croniche
del virus: un soggetto su 200-400
residenti in Svizzera rischia di
trasmettere l’infezione, talvolta senza
nemmeno saperlo.
7
QUALI SONO LE VIE DI TRASMISSIONE
CONOSCIUTE?
Il virus dell’epatite B si trasmette
attraverso tutti i liquidi e le secrezioni
biologiche, o più spesso attraverso il
contatto sessuale e il sangue. Come
regola generale, l’epatite B è
considerata una malattia infettiva
altamente contagiosa.
È significativo sapere che una parte dei
soggetti infettati dal virus dell’epatite B
non avevano adottato un
comportamento a rischio nel momento
del contagio. L’infezione non riguarda
dunque solamente i gruppi a rischio.
FREQUENTI VIE DI TRASMISSIONE:
• Contatto sessuale, il/la partner è
infettato/a dal virus dell’epatite B.
• Contatto ravvicinato e prolungato con
una persona infettata (persona
appartenente al proprio nucleo
familiare, asili nidi e scuole materne,
istituti di ricovero psichiatrici, ecc.).
• Al momento della nascita, se la madre
è portatrice del virus.
• Tossicodipendenza, il/la tossicomane
utilizza siringhe o aghi non sterili.
• Utilizzo di materiale sanitario non
sterilizzato in Paesi con scarse risorse.
8
ALTRE VIE DI TRASMISSIONE POSSIBILI:
• Tatuaggi o piercing effettuati con
materiali non sterilizzati.
• Puntura accidentale del personale
sanitario attraverso un ago infetto o
ferita accidentale provocata da un
bisturi infetto; contatto dei liquidi o
delle secrezioni corporee con le
mucose o escoriazioni della pelle.
• Utilizzo dello spazzolino da denti o
del rasoio di una persona infetta.
NON ESISTE ALCUN RISCHIO
DI TRASMISSIONE NEI SEGUENTI CASI:
• Quando il sangue di un portatore del
virus viene a contatto con una
non
superficie epidermica intatta (n
escoriata): il virus dell’epatite B non
può penetrare attraverso la cute
integra.
• Mangiando e bevendo (mentre invece
questa modalità di trasmissione è
prioritaria nell’infezione da virus delle
epatiti di tipo A ed E).
IL RISCHIO DI TRASMISSIONE
IN SVIZZERA È MINIMO
NEI SEGUENTI CASI:
• Durante una seduta di emodialisi
(depurazione del sangue in
pazienti con insufficienza renale).
• Durante una trasfusione
sanguigna o un trattamento con
derivati del sangue, per esempio
nel caso degli emofiliaci.
• Nel caso di un trapianto
d’organo.
Effettivamente, in Svizzera le
donazioni di sangue e di organi
sono oggetto di rigorosi controlli
che impediscono il contagio con il
virus dell’epatite B. Tuttavia, il
rischio di trasmissione virale in
seguito a una trasfusione (per
esempio, in caso di un incidente)
persiste in quei Paesi che non
hanno la possibilità di effettuare
controlli altrettanto rigorosi.
9
QUALI SONO I SINTOMI DELL'EPATITE B?
Spesso una epatite B acuta non causa
sintomi, o comunque solamente quelli
che possono ricordare un’influenza
perdita d’appetito e problemi di
(p
digestione, nausea, vomito, stanchezza,
febbre). La malattia può tuttavia durare
parecchi mesi e costituire una seria
minaccia per la vita. Solo una persona
su tre presenta i sintomi caratteristici di
un’infiammazione acuta del fegato:
ittero che provoca la colorazione
giallastra della pelle e della parte
bianca dell’occhio, urine di colore bruno
scuro, feci scolorite.
Se il sistema di difesa dell’organismo si
rivela efficace, l’epatite guarisce e il
fegato non subirà conseguenze. Il
paziente sarà quindi protetto per
sempre da questa malattia. Attraverso
un esame del sangue è possibile
riconoscere la presenza degli anticorpi
responsabili della protezione
dell’organismo contro una reinfezione
dal virus dell’epatite B.
10
In una persona su dieci, l’epatite B
acuta non guarisce, ma diventa
un’iinfezione cronica.
Nei lattanti e nei bambini in tenera età,
le infezioni croniche sono ancora più
frequenti. L’80% dei portatori cronici del
virus ha l’impressione di essere in
buona salute benché il loro fegato sia
infiammato; costoro possono quindi
contaminare altri soggetti, per esempio
quelli con cui sono a più stretto
contatto.
L’infiammazione grave del fegato si
estende negli anni in un portatore
cronico su quattro. I sintomi
dell’iinfiammazione cronica del fegato
(epatite cronica) si prestano a varie
interpretazioni: malessere, perdita
dell’appetito, stanchezza. Per formulare
una diagnosi certa, il medico deve far
effettuare specifici esami del sangue e
prescrivere una biopsia, cioè il prelievo
tramite un ago di un frammento di
tessuto epatico.
QUALI SONO LE POSSIBILITÀ DI TRATTAMENTO?
Fatta eccezione per alcuni casi
particolari, il trattamento dell’epatite
acuta di tipo B non è indicato, tenuto
conto del fatto che la maggioranza dei
pazienti guarisce spontaneamente.
L’efficacia dei prodotti definiti
epatoprotettori (protettori del fegato)
non è dimostrata. Ciò significa che
chiunque sia infettato deve attendere
pazientemente che il sistema di difesa
dell’organismo sconfigga il virus con le
proprie forze. Fino a quando l’individuo
non sarà guarito, i liquidi e le secrezioni
naturali del corpo – sangue, sperma,
secrezioni vaginali, saliva – sono
contagiosi.
Nel caso di una epatite B cronica,
quando il virus si propaga e i parametri
di alcuni enzimi del fegato (le
cosiddette “transaminasi”) sono elevati,
viene preso in considerazione il
trattamento con l’iinterferone alfa
pegilato. Questo viene somministrato
attraverso delle iniezioni settimanali e il
trattamento può avere degli effetti
indesiderati. Inizialmente, la maggior
parte dei pazienti soffre di una specie
di stato influenzale che generalmente
regredisce dopo qualche giorno. Il
trattamento ha una durata di dodici
mesi. In circa il 40% dei pazienti, la
propagazione del virus viene così
arrestata e l’infiammazione del fegato
regredisce. A seconda dei casi possono
ugualmente essere utilizzati dei farmaci
attivi contro il virus (come gli antivirali
lamivudina e adefovir).
11
UNA PREVENZIONE EFFICACE GRAZIE AL VACCINO
Il modo migliore per non soffrire di una
epatite di tipo B è non contrarla. L’uso
del preservativo durante i rapporti
sessuali a rischio è fondamentale, ma
non è sufficiente per garantire una
protezione totale. La vaccinazione
contro l’epatite B è dunque la misura
più affidabile per proteggersi da questa
malattia. Dal 1981, disponiamo di un
vaccino anti-epatite B molto efficace.
Due o tre iniezioni di questo vaccino (in
base all’età e al vaccino scelto)
proteggono il 98% dei soggetti vaccinati
contro un’infezione dal virus per
parecchie decine di anni, forse anche
per tutta la vita.
12
QUAL’È L’AZIONE DEL VACCINO?
È possibile stimolare il nostro sistema
di difesa a fabbricare degli anticorpi che
ci proteggano dal virus. Questi anticorpi
sono prodotti quando ci viene iniettata,
sotto forma di vaccino, una proteina
definita “antigene di superficie
dell’epatite B”. Come si capisce dal
nome, questa sostanza si trova
naturalmente sulla superficie del virus
dell’epatite B. Viene prodotta dalla
ricombinazione genetica del lievito,un
metodo sicuro che esclude qualsiasi
rischio di contaminazione accidentale.
vaccino impiegato, possono essere
sufficienti due iniezioni con un intervallo
di 6 mesi. Negli adolescenti e negli
adulti l’iniezione viene fatta nei muscoli
del braccio, mentre nei bambini viene
praticata nella coscia. Negli individui ad
alto rischio di infezione, il medico potrà
controllare il buon esito della
vaccinazione attraverso un apposito
esame del sangue. Questo controllo non
è necessario per i giovani in buona
salute che non fanno parte delle
categorie a elevato rischio d’esposizione
all’epatite B.
COME VIENE PRATICATA LA
VACCINAZIONE?
La vaccinazione anti-epatite B può
essere eseguita in qualsiasi studio
medico. Per assicurarsi una protezione
sufficiente è generalmente necessario
sottoporsi a tre iniezioni in sei mesi.
Negli adolescenti di età compresa tra gli
11 e i 15 anni, a seconda del tipo di
In Svizzera sono attualmente disponibili
diversi vaccini anti-epatite B – tre
vaccini semplici, un vaccino che
protegge anche contro l’epatite A e dei
vaccini combinati (per i lattanti) che
proteggono anche contro la difterite, il
tetano, la pertosse, la poliomielite e la
meningite da Haemophilus influenzae B.
LA VACCINAZIONE
COMPORTA EFFETTI INDESIDERATI?
La vaccinazione contro l’epatite B è
generalmente ben tollerata. Tuttavia,
può verificarsi una reazione circoscritta
nel punto dell’iniezione (arrossamento,
dolore, gonfiore) in circa un paziente su
dieci. Reazioni come nevralgia,
stanchezza o febbre sono ancora più
rare. Tutte le possibili reazioni
scompaiono in 1-3 giorni. La reazione
allergica grave a un componente del
vaccino è estremamente rara (1-2
persone su un milione) e oltre 550
milioni di persone sono state vaccinate
in tutto il mondo senza complicazione
alcuna.
Durante i giorni o le settimane seguenti
alla vaccinazione si sono talvolta
verificati alcuni problemi di carattere
sanitario, che hanno fatto temere che il
vaccino ne fosse stata la causa. Per
esempio, quando in Francia sono state
vaccinate 20 milioni di persone (un
terzo della popolazione totale) tra il
1994 e il 1996, i problemi di salute
abituali si sono naturalmente continuati
a verificare. Migliaia di persone hanno
avuto un incidente stradale, hanno
sofferto di una malattia benigna o grave
appena prima o successivamente alla
vaccinazione. Quando si verifica una
malattia grave di natura immunitaria
nelle settimane seguenti alla
vaccinazione, è fondamentale
accertarsi se questa possa derivare
dalla vaccinazione cui ci si è
sottoposti. A tale proposito sono
state condotte parecchie ricerche in
numerosi Paesi (Francia, Inghilterra,
Canada, Stati Uniti) per accertarsi che la
vaccinazione contro l’epatite B non
aumentasse il rischio di malattie
croniche come la sclerosi multipla. Sono
stati condotti oltre una dozzina di studi
e nessuno di questi ha dimostrato un
legame tra la vaccinazione contro
l’epatite di tipo B e la sclerosi multipla.
Le autorità sanitarie mondiali (comprese
quelle francesi) hanno quindi concluso
che la vaccinazione contro l’epatite B
consente di proteggersi contro una
malattia grave e talvolta mortale, senza
tuttavia aumentare il rischio di malattie
croniche come la sclerosi multipla.
A oggi, oltre 550 milioni di persone in
tutto il mondo sono già state vaccinate
contro l’epatite B. Non sono stati
segnalati altri effetti indesiderati gravi in
seguito alla vaccinazione. La
vaccinazione può dunque essere
considerata sicura e ben tollerata.
Sfortunatamente, il vaccino protegge
solo dall’epatite di tipo B. Una persona
vaccinata può dunque essere colpita da
un’altra malattia anche immediatamente
dopo il vaccino, come d’altra parte
accade a tutti i soggetti non vaccinati.
13
CHI DOVREBBE
FARSI VACCINARE IN SVIZZERA?
Le seguenti categorie di persone
dovrebbero farsi vaccinare contro
l’epatite B:
1. TUTTI GLI ADOLESCENTI DI ETA’
COMPRESA TRA GLI 11 E I 15 ANNI
La vaccinazione contro l’epatite B è
raccomandata al più tardi nell’età
compresa tra gli 11 e i 15 anni. Infatti
l’80% delle nuove infezioni si verificano
tra i 15 e i 40 anni. Tuttavia la
vaccinazione contro l’epatite B può
essere effettuata in qualsiasi età preadolescenziale: alla nascita
(indispensabile in caso di infezione
della madre), nei lattanti (attraverso una
vaccinazione combinata con gli altri
vaccini previsti in questa fascia d’età), o
con una vaccinazione combinata contro
l’epatite B e quella di tipo A per tutti
coloro che viaggiano in zone in cui il
rischio di contrarre quest’ultima sia
particolarmente elevato.
2. BAMBINI E ADULTI APPARTENENTI A
GRUPPI AD ALTO RISCHIO
La vaccinazione contro l’epatite B è
necessaria nei bambini e negli adulti
che sono a rischio più elevato di
esposizione alla malattia o delle sue
complicanze:
• Individui a contatto ravvicinato con
pazienti infettati o con i liquidi e le
secrezioni corporee di questi
(personale sanitario).
• Individui che vivono a stretto contatto
con un soggetto portatore di epatite B.
• Minorati mentali ed equipe di
sostegno all’interno di istituti
specializzati.
14
• Tossicodipendenti.
• Assistenti sociali, poliziotti e guardie
penitenziarie che abbiano contatti
stretti e frequenti con i
tossicodipendenti.
• Persone che hanno numerosi partner
sessuali.
• Prostitute.
• Pazienti che si servono dei servizi di
emodialisi.
• Emofiliaci.
• Pazienti cui sia stata diagnosticata
una malattia cronica del fegato (per
esempio, l’epatite di tipo C).
• Pazienti con deficit immunitari.
• Persone che viaggiano in Paesi in cui
l’epatite B è particolarmente diffusa.
L’epatite B è particolarmente diffusa
in Africa, in Asia e Oceania, oltre a
essere presente nell’Europa dell’Est,
nel bacino del Mediterraneo e
nell’America del Sud. I viaggiatori
dovrebbero farsi vaccinare specie se
prevedono di stabilire dei contatti
stretti con la popolazione locale
(attività presso servizi sanitari locali,
progetti di aiuto allo sviluppo,
contatti sessuali), e nel caso in cui
intendano dedicarsi ad attività di
svago rischiose o se soggiorneranno a
lungo e ripetutamente nelle zone
citate.
• Individui originari dei suddetti Paesi
che soggiornano in Svizzera.
• Neonati di madri portatrici del virus
dell’epatite B (che saranno vaccinati e
al contempo protetti attraverso
immunoglobuline specifiche antiepatite B).
?
AVETE DELLE DOMANDE?
C’è il rischio di contagio quando un
membro della famiglia ha contratto
l’epatite B?
Sì, il rischio di contagio è tanto più
elevato quanto più ravvicinato è il
contatto fisico con la persona affetta.
Tutti i componenti della famiglia
dovrebbero essere sottoposti a un
apposito test e farsi vaccinare nel caso
in cui non abbiano ancora contratto
l’infezione.
È vero che il vaccino protegge anche
contro l’AIDS?
No, non esiste ancora un vaccino contro
l’AIDS. È questo il motivo per cui è
assolutamente necessario evitare di
ferirsi con una siringa che sia già stata
utilizzata e servirsi sempre del
preservativo durante i rapporti sessuali
a rischio, anche se ci si è già vaccinati
contro l’epatite B.
Ci sono controindicazioni alla
vaccinazione contro l’epatite B?
Tutte le persone che godono di buona
salute possono farsi vaccinare. Nel caso
di malattie benigne in corso, è
sufficiente posticipare la vaccinazione di
1-2 settimane. L’allergia grave a una
delle sostanze contenute nel vaccino o
la comparsa di una reazione allergica
grave in seguito a una dose dello
stesso rappresentano delle
controindicazioni a effettuare e/o a
continuare la vaccinazione. Una malattia
cronica anche grave può non costituire
una controindicazione alla vaccinazione.
Se vi preoccupa un problema
particolare, parlatene con il vostro
medico.
Se la vaccinazione contro l’epatite B è
stata effettuata durante l’infanzia, è poi
necessario un richiamo nel periodo
adolescenziale o in età adulta?
No, allo stato attuale delle nostre
conoscenze, in seguito a una
vaccinazione completa, a qualsiasi età
essa sia stata praticata, non è
necessario alcun richiamo.
Tutti i portatori dell’epatite B si
rendono conto di essere infettati?
No. Numerosi portatori acuti e cronici
non sanno nemmeno di essere infettati
dal virus e possono contaminare altre
persone. La diagnosi certa è possibile
solamente con uno specifico esame del
sangue.
Quanto tempo è necessario per
assistere alla comparsa dei primi
sintomi di un’infezione?
I sintomi dell’epatite B acuta si
manifestano da 6 settimane fino a
qualche mese dopo il contagio. Tuttavia,
si verifica spesso che la malattia venga
identificata qualche anno più tardi a
causa di complicanze dell’epatite
cronica di tipo B (cirrosi epatica,
eventualmente cancro al fegato).
È possibile essere infettati con un
tatuaggio o un piercing?
Sì. I piercing e i tatuaggi dovrebbero
essere fatti solo con materiale
rigorosamente sterile. Qualsiasi contatto
con il sangue o con oggetti già utilizzati
deve essere evitato ed è comunque
prudente vaccinarsi contro l’epatite B
nel caso in cui si abbia l’intenzione di
sottoporsi a tatuaggi o piercing.
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•Commissione Federale per le Vaccinazioni
•Ufficio Federale della Sanità Pubblica
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