partiamo insieme! - Diocesi di Aosta

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PARTIAMO INSIEME!
Il Vescovo incontra i giovani
2014-15
Sussidio per preparare
l’Assemblea dei giovani valdostani insieme al Vescovo
domenica 1° marzo 2015
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Questo sussidio vuole essere un aiuto per organizzare alcuni incontri di gruppo con i
giovani (14-25 anni) delle nostre parrocchie/oratori/aggregazioni laicali in vista
dell’Assemblea dei giovani valdostani insieme al Vescovo di domenica 1° marzo 2015.
In quest’anno pastorale 2014-15 il nostro vescovo Franco vuole essere particolarmente
vicino ai giovani, incontrali, parlare con loro, per ascoltare la loro voce. Perché questo
incontro sia una bella esperienza di Chiesa sarebbe importante prepararlo riflettendo e
confrontandosi a partire dal messaggio che il Vescovo ci ha consegnato sabato 6 settembre
2014.
Queste pagine propongono di fermarsi su tre parole che il nostro pastore ha
sottolineato nelle domande proposte ai giovani: SOGNI, GESÙ, CHIESA. Intorno a questi tre
temi abbiamo raccolto un po’ di materiale che potete utilizzare per gli incontri con i giovani.
Vi proponiamo di raccogliere le riflessioni, le domande, le proposte che emergeranno
in una sintesi da presentare il giorno dell’Assemblea. Sarebbe bello che queste sintesi siano
proposte utilizzando tecniche e linguaggi più vicini ai giovani (musica, canto, teatro, foto,
filmati…).
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Partiamo insieme
Messaggio del vescovo ai giovani della diocesi di Aosta
Carissimi,
forse vi domandate: «Chi è il vescovo e che cosa vuole da noi? Perché ci scrive?».
Penso ricordiate dal catechismo che al momento dell’Ascensione Gesù inviò i suoi apostoli per le
strade del mondo ad annunciare a tutti il Vangelo. Ecco, il vescovo è uno mandato da Gesù per
dire oggi la bella notizia che Dio si interessa della nostra storia e ama ognuno di noi tanto da voler
condividere la nostra esperienza di vita e fare amicizia con noi.
Vorrei fare un pezzo di strada con voi per parlarvi di Gesù, convinto come sono che, alla fine, solo
Lui abbia una parola capace di rendere davvero bella, libera e piena la nostra vita. Chi di noi non
desidera gioia, libertà, amore? Ma dove trovarli davvero? Gesù ha una sua proposta. Perché non
prenderla in considerazione?
Ecco perché vi scrivo: vorrei incontrarvi e parlare un po’ con voi, se anche voi vorrete incontrare
me e parlare un po’ con me. Non ho altri scopi se non ascoltare che cosa avete da dire, quali sono
i vostri progetti di vita, quali sogni coltivate, che cosa pensate della Chiesa, del Vangelo, di Gesù,
che cosa vorreste dalla Chiesa, dalla società …
Vi invito a partire insieme perché la vita è come un cammino e poi perché partire dice il desiderio innanzitutto mio e spero anche vostro - di metterci in ricerca, di riflettere e di confrontarci.
Questo desiderio ci chiede di scomodarci un pochino, di uscire da noi stessi, di incontrare altri.
Quando ero parroco a Rhêmes-Notre-Dame, in primavera mi capitava di osservare gli scialpinisti
che partivano dalla piazza della chiesa per le loro escursioni; mi colpiva il tempo dedicato agli
ultimi preparativi e l’accuratezza con cui tiravano fuori dallo zaino e passavano in rassegna tutto il
materiale prima di riporlo un’altra volta. Potremmo fare come loro. Quante domande, quanti dubbi,
quanti sogni, quante gioie, quante potenzialità portiamo nello zaino! Proviamo a tirarli fuori.
Proviamo a farlo insieme, se volete.
Partire insieme a chi? Una delle povertà che tutti sperimentiamo - anche voi credo - è la solitudine,
quella profonda che si patisce anche quando si è immersi nel caos, anche in mezzo agli amici. C’è
qualcuno che può entrare così in profondità nella mia vita e liberare la mia solitudine?
In parte ci riesce un amico, un’amica, un po’ di più una persona che amo e che mi ama … ma
anche la relazione più bella tante volte non basta, perché la solitudine è come una catena corta
che non mi permette di andare tanto più in là di me stesso, e allora tutto si blocca, tutto sembra
precipitarmi addosso. Solo Gesù può liberarci davvero e renderci capaci di compagnia, di amicizia,
di amore.
Lui può spezzare la catena e dare pace dentro!
Mi piace molto il passo del Vangelo dove Gesù, la sera di Pasqua, si avvicina lungo la strada a
due discepoli che, delusi e tristi, lasciano Gerusalemme. Subito non lo riconoscono, ma Gesù
cammina con loro, li ascolta, dice la sua Parola e poi spezza il Pane per loro. Il cuore dei discepoli
si riscalda; lo riconoscono e ritrovano fiducia, gioia, voglia di vivere e ritornano, di notte, a
Gerusalemme per annunciare agli altri quanto è loro accaduto (cfr Lc 24).
Forse vi ponete tante domande sulla fede e su Gesù. Questo è bello e normale e non dovete
stancarvi di cercare, di interrogarvi e di interrogare, di mettere in discussione la persona di Gesù, il
suo messaggio, la sua Chiesa e anche di lasciarvi mettere in discussione dalla persona di Gesù,
dal suo messaggio e dalla sua Chiesa. In realtà Gesù non è mai lontano da noi, dalle nostre
domande.
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Fare Chiesa significa non restare soli con le nostre domande, ma condividerle con altri attorno a
Gesù, mettendo insieme le esperienze belle e quelle tristi, coltivando il desiderio di giustizia, di
pace, di bellezza, di amore. Per questo esistono le parrocchie, i gruppi, gli oratori.
Nello scorso anno ho visitato una per una le novantatré parrocchie della Valle. Mi sono accorto di
quante cose belle si fanno e di quanta generosità c’è nei sacerdoti e nei laici dei nostri paesi. Mi
sono accorto anche della fatica, della stanchezza e mi sono detto che ci vorrebbero di più la
fantasia, la generosità e l’entusiasmo di voi giovani. Volete aiutarmi, insieme ai sacerdoti e agli
adulti delle vostre parrocchie, a far splendere in tutta la sua bellezza la Chiesa di Gesù che è in
Valle d’Aosta?
Carissimi, se volete camminare per un tratto con me, la partenza è domenica 9 novembre al
Santuario di Oropa, sotto lo sguardo della Madre di Gesù, una donna eccezionale che ha molto da
dire soprattutto a voi giovani. Come in ogni cammino, altre tappe segneranno il nostro passo e le
troverete indicate nel pieghevole che avete tra le mani. Tenetevi liberi per domenica 1° marzo
2015: ci incontreremo ad Aosta per una Assemblea di tutti i giovani della diocesi.
Vi aspetto e fin d’ora vi affido tutti e ciascuno al Signore nella preghiera.
Charvensod-Eremo di san Grato, 6 settembre 2014
nella vigilia di san Grato, patrono della diocesi
Franco Lovignana, vescovo
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SOGNI
BRANI BIBLICI PER LA MEDITAZIONE E LA PREGHIERA
Gv 1,35-39 Che cosa cercate?
Mc 10, 17-22 Che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?
MATERIALE PER LA RIFLESSIONE IN GRUPPO
Quale la mia speranza? Non vorrei dire la pace nel mondo dato che tutti o quasi lo diranno, è la cosa
che mi viene in mente subito. Una speranza vera e propria non ce l'ho, a parte personalmente quella
di studiare, trovare un lavoro e mettere su famiglia. Con tutto quello che succede non ho dentro di
me una vera e propria speranza per questo presente e per un futuro "speriamo" migliore.
16 anni
La mia speranza è quella di... non perderla mai. Non so cosa mi aspetterà nella vita, il mio futuro è
un grosso punto interrogativo, ma so che se avrò sempre fede, fiducia nel Signore che mi sarà
ovunque vicino, ogni situazione, anche la meno felice apparentemente, potrà essere superata. La
mia Speranza infatti è una meta, un punto di arrivo, una gioia inimmaginabile ed eterna che sono
sicura un giorno ognuno raggiungerà. Basta sperarlo! La Speranza è un miglioramento quotidiano,
un progressivo avvicinamento alla felicità più grande, che nessuno però ancora conosce.
16 anni
Sono un ragazzo di 15 anni; le mie speranze sono di aiutare la gente che patisce a fargli avere quello
che forse non ha, e soprattutto di aiutare i bambini a vedere un mondo nuovo e no di andare in giro
a rubare per ricavare dei soldi per comprare la droga. No che la cosa in riguardo no mi dispiace
vedere dei bambini che sono malati di aids.
Anonimo
Per me la speranza è credere che succederà qualcosa di bello che c'è sempre piaciuto anche se non
potrebbe accadere. Io spero, anche se so già che non succederà, di non morire mai. Spero di
sposarmi e di avere almeno un figlio.
19 anni
Io spero in un mondo felice, sereno, con molto sole, in cui il maggiore valore di vita, quello che
prevale, insomma, sia l'amore e la pace: che c'è di meglio di un mondo in cui non esista né la
violenza, né la prepotenza, né la cattiveria, né l'inganno... Un mondo in cui ci sia l'aiuto reciproco,
verso i più poveri, in cui ogni opinione diversa non sia messa in discussione tramite la guerra, ma
con la pace si può risolvere ugualmente. Un mondo insomma dove splenda il sole, limpido, puro, in
tutta la sua bellezza. Ma per tutto questo c'è bisogno della volontà di ogni singolo uomo. Che bella
pace!!!
Speranza, è facile a dire speranza, di speranze dentro di me ne ho molte, ma quasi tutte
irrealizzabili. Ne potrei elencare a centinaia di speranze, ma poi una volta scritte, rimangono
impresse sulla carta, non vengono realizzate. Per esempio se io spero che la situazione nel mondo
migliori, si realizzerà questo mio desiderio? Allora, invece di pensare, desiderare grandi cose,
preferisco sperare piccole cose, tipo "Spero di andare al mare", oppure "Spero di passare a
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scuola"...Tutte speranze semplici, talvolta insignificanti, ma che aiutano a vivere meglio la vita
quotidiana.
P.S. La realtà è che spero di vivere una vita normale, senza troppa felicità, ma anche senza troppa
tristezza.
17 anni
Per me la speranza è credere nel mio futuro e infatti, tramite la speranza io creo la mia vita. Ad
esempio io spero che, un giorno, trovi il ragazzo giusto per me e con lui costruire una famiglia con
due figli e con un cane, spero di avere la stessa volontà di affrontare i problemi della vita come mia
madre che riesce quasi sempre a trasformare un grosso problema in una sciocchezza. Io spero di
trovare un lavoro con un guadagno sufficiente al fabbisogno mio e della mia famiglia. Ed infine
spero tanto di vivere a lungo e di godermi la vita al meglio possibile. Chissà se tutte queste speranze
si avverino sul serio; in fondo la speranza è l'ultima a morire.
13 anni
Speranza per me significa tante cose, e tutte le volte che ci penso è come se mi proiettassi in un
mondo tranquillo, di pace, non solo per me, ma per tutti. La mia speranza più grande è quella di non
vedere più persone soffrire per le guerre, per le malattie, ma anche per quell'indifferenza e
l'ingiustizia che molte volte le autorità hanno verso queste persone che vivono nel dolore. Dico
questo perché non mi piace vedere tutte le volte al telegiornale, bambini, adulti e giovani che non
possono avere almeno un po' di pace e che devono "vivere" con il pensiero della fame oppure,
ancora più grave, della perdita dei propri cari. Tutti quei bambini, che non hanno più genitori e una
famiglia, una casa, non hanno più niente, in fondo vengono trattati e considerati da alcuni, non
come persone, ma come animali. La mia speranza è che tutto ciò finisca e che i bambini e i giovani
che oggi hanno sofferto, domani possano ricevere dalla società un posto anche per loro nel mondo e
che gli adulti possano vivere e avere una casa nella pace. Un'altra mia speranza è quella di vedere le
famiglie di questo mondo più unite e felici. Non posso crederci, tutte le volte che leggo o vedo in
televisione notizie di omicidi avvenuti all'interno delle famiglie (la mamma che ammazza il suo
bambino, il padre che violenta i propri figli) mi sembra che il mondo sia impazzito. Forse è stato
sempre così ed io me ne sto accorgendo solo ora, però non mi piace e il mio desiderio sarebbe
quello di sentire che le famiglie vivono nella tranquillità. In fondo molti problemi come quelli
adolescenziali, nascono perché in famiglia ci sono problemi grandi. Sono tante le cose che potrei
dire sulla mia speranza perché sono tante le cose che mi sembrano ingiuste in questo mondo e
dovrebbero cambiare. Forse queste speranze sono troppo alte, ma se uno parte da grandi idee, molto
probabilmente qualcosa di piccolo cambierà se ci si mette d'impegno.
17 anni
Quando parlo o sento parlare di speranza mi viene in mente il mio futuro, i sogni, gli scopi per cui
ci devo arrivare. Un futuro, che, forse non mi so ancora rappresentare; l'unica cosa che "spero" è
che possa realizzare i miei sogni. Oltre a questo pensiero vorrei sperare anche in un mondo migliore
con tanta pace, senza invidie, rivalità e guerre! Ritornando a parlare della mia speranza posso dire
che finita la scuola vorrei poter far parte di un corpo statale, se fosse possibile nella polizia di stato
per poter aiutare in qualche modo le persone più deboli che mi circondano e di conseguenza come
ho già detto dare una piccola mano a ripristinare il mondo.
20 anni
«Ciao. Innanzitutto mi presento. Mi chiamo Gabriele, ho 16 anni e sono uno studente del liceo
scientifico. Sfogliando il quotidiano vengo subito attratto da una frase scritta a caratteri cubitali:
"Puoi scegliere se cancellare il futuro o riprendertelo". Eh, già... i sogni per me sono tutto. Ho
imparato che qualcosa prima di. volerla bisogna sognarla. Non mi pongo enormi ambizioni dinanzi
a me, mi illuderei solamente, ma ho imparato che con il tempo i sogni si avverano, bisogna
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solamene aver pazienza. Volere tutto e subito non porta da nessuna parte. Ognuno di noi per il
futuro ha un proprio sogno. Il mio sogno è quello di fare l' imprenditore. Aprire un azienda è quello
che ho sempre voluto. In questi tempi duri fa molto male sentire di imprenditori e operai che
decidono di rinunciare a una cosa bellissima quale la vita per colpa della crisi. Non sono un
esperto ma pare che l' economia stia andando a rotoli nel nostro Paese. Spero che si faccia
qualcosa da parte vostra per incentivare il settore e ridare vita al MADE IN ITALY».
«Tutti noi abbiamo grandi ambizioni, io, 17 anni, alle porte del quarto anno al Liceo Classico,
sogno di poter entrare nel mondo del cinema, un giorno. Chissà, sceneggiatrice, assistente di regia
o altro ancora: il mondo dietro la cinepresa è grande, e magari ci sarà un piccolo spazio anche per
me. Voglio farlo per il mio Paese e per chi mi sta accanto; voglio mostrare l'importanza del rispetto
e la forza dell'amore, il coraggio di vivere, la bellezza della semplicità, le meraviglie della Natura e
l'orgoglio che provo per la mia patria. Non mi chiedo se posso farcela, questo si vedrà, io tento di
vivere tra Entusiasmo e Leggerezza, cerco di andare avanti nonostante tutto, provo a raggiungere
un traguardo. E sogno, sogno un'Italia che ci dia un futuro, perché può farlo».
«Tante volte mi fermo a pensare che cosa farò nella mia vita , sia per quanto riguarda la mia vita
lavorativa e anche la mia vita personale. Quando penso a cosa farò da grande nel lavoro il mio
sogno è quello di fare la veterinaria, perché amo molto gli animali e la natura e questo lavoro
penso mi possa dare soddisfazione. Quando poi ci penso con più attenzione mi rendo conto che
per realizzare questo sogno ho davanti tanti faticosi anni di studio. Allora sono combattuta tra il
desiderio di realizzare questo sogno e la paura di non farcela a studiare così tanto. In realtà
parlando con mia madre mi rendo conto che devo migliorare la mia forza di volontà, perché lei dice
sempre che la vita di un uomo è bella e deve essere piena di progetti e di ideali, anche se per
raggiungerli, spesso, si deve fare molta fatica. Mia madre dice che è come andare in montagna,
sul sentiero in salita si fa tanta fatica, ma quando si arriva alla meta si hanno delle belle
soddisfazioni . Così penso anche alla mia vita da grande ma non so ancora vedermi moglie e
mamma. Spero però di costruire una famiglia e di crescere i miei figli insegnando loro la bellezza
della vita, il rispetto delle persone, l’onestà, l’uguaglianza e la tolleranza verso chi è diverso da noi
o la pensa diversamente da noi. Io penso che per lasciare delle orme su questo mondo bisogna
essere di esempio ai propri figli e alla gente che ti circonda, vivendo da uomini liberi, capaci di
combattere, anche facendo fatica, per i propri ideali. Quando mi metto li a pensare a queste cose
mi sembra tutto molto difficile, ma ho un grande punto di riferimento , che è la mia famiglia, su cui
posso sempre contare , e so che se ho bisogno posso trovare un aiuto».
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GESÙ
BRANI BIBLICI PER LA MEDITAZIONE E LA PREGHIERA
Mt 16,13-16 Ma voi, chi dite che io sia?
Lc 19,1-10 Cercava di vedere chi era Gesù…
Lc 24,13-35 Gesù…camminava con loro…
MATERIALE PER LA RIFLESSIONE IN GRUPPO
 Video sulla pagina facebook dell’Oratorio Interparrocchiale del Centro
https://www.facebook.com/OratorioInterparrocchialedelCentro
Interviste in strada “Chi è per te Gesù?” – dal sussidio dei Giovanissimi di Azione Cattolica
2008-2009 “Stavolta mi butto!”
 “Dal discorso di Giovanni Paolo II nella veglia di preghiera per la XV GMG del 19 agosto
2000, a Tor Vergata”
Cari giovani, è difficile credere in un mondo così? Nel Duemila è difficile credere? Sì! E' difficile.
Non è il caso di nasconderlo. E' difficile, ma con l'aiuto della grazia è possibile, come Gesù spiegò a
Pietro: "Né la carne né il sangue te l'hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli" (Mt 16,17).
Questa sera vi consegnerò il Vangelo. E' il dono che il Papa vi lascia in questa veglia
indimenticabile. La parola contenuta in esso è la parola di Gesù. Se l'ascolterete nel silenzio, nella
preghiera, facendovi aiutare a comprenderla per la vostra vita dal consiglio saggio dei vostri
sacerdoti ed educatori, allora incontrerete Cristo e lo seguirete, impegnando giorno dopo giorno la
vita per Lui!
In realtà, è Gesù che cercate quando sognate la felicità; è Lui che vi aspetta quando niente vi
soddisfa di quello che trovate; è Lui la bellezza che tanto vi attrae; è Lui che vi provoca con quella
sete di radicalità che non vi permette di adattarvi al compromesso; è Lui che vi spinge a deporre le
maschere che rendono falsa la vita; è Lui che vi legge nel cuore le decisioni più vere che altri
vorrebbero soffocare. E' Gesù che suscita in voi il desiderio di fare della vostra vita qualcosa di
grande, la volontà di seguire un ideale, il rifiuto di lasciarvi inghiottire dalla mediocrità, il coraggio
di impegnarvi con umiltà e perseveranza per migliorare voi stessi e la società, rendendola più
umana e fraterna.
Carissimi giovani, in questi nobili compiti non siete soli. Con voi ci sono le vostre famiglie, ci sono
le vostre comunità, ci sono i vostri sacerdoti ed educatori, ci sono tanti di voi che nel
nascondimento non si stancano di amare Cristo e di credere in Lui. Nella lotta contro il peccato non
siete soli: tanti come voi lottano e con la grazia del Signore vincono!
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CHIESA
BRANI BIBLICI PER LA MEDITAZIONE E LA PREGHIERA
Lc 6,12-16 Chiamò a sé si suoi discepoli e ne scelse dodici…
Mt 16,17-23 Va dietro a me, Satana…
Gv 19,25-27 Stavano presso la croce…;
At 2,1-13 …tutti furono colmati di Spirito Santo…
MATERIALE PER LA RIFLESSIONE IN GRUPPO
 "Quanto sei contestabile, Chiesa, eppure quanto ti amo! Quanto mi hai fatto soffrire,
eppure quanto a te devo! Vorrei vederti distrutta, eppure ho bisogno della tua presenza.
Mi hai dato tanti scandali, eppure mi hai fatto capire la santità! Nulla ho visto nel mondo
di più oscurantista, più compromesso, più falso, e nulla ho toccato di più duro, di più
generoso, di più bello.
Quante volte ho avuto la voglia di sbatterti in faccia la porta della mia anima, e quante
volte ho pregato di poter morire tra le tue braccia sicure.
No, non posso liberarmi di te, perché sono te, pur non essendo completamente te.
E poi, dove andrei? A costruirne un'altra?
Ma non potrò costruirla se non con gli stessi difetti, perché sono i miei che porto dentro. E
se la costruirò sarà la Mia Chiesa, non più quella di Cristo.
L'altro ieri un amico ha scritto una lettera ad un giornale: "Lascio la Chiesa perché, con la
sua compromissione con i ricchi non è più credibile". Mi fa pena!
O è un sentimentale che non ha esperienza e lo scuso; o è un orgoglioso che crede di
essere migliore degli altri.
Nessuno di noi è credibile finché è su questa terra. San Francesco urlava: "Tu mi credi
santo, e non sai che posso ancora avere dei figli con una prostituta, se Cristo non mi
sostiene".
La credibilità non è degli uomini, è solo di Dio e del Cristo. Degli uomini è la debolezza e
semmai la buona volontà di fare qualcosa di buono con l'aiuto della grazia che sgorga
dalle vene invisibili della Chiesa visibile.
Forse la Chiesa di ieri era migliore di quella di oggi? Forse che la Chiesa di Gerusalemme
era più credibile di quella di Roma?".
(…)
"Quando ero giovane non capivo perché Gesù, nonostante il rinnegamento di Pietro, lo
volle capo, suo successore, primo papa. Ora non mi stupisco più e comprendo sempre
meglio che avere fondato la Chiesa sulla tomba di un traditore, di un uomo che si spaventa
per le chiacchiere di una serva, era un avvertimento continuo per mantenere ognuno di
noi nella umiltà e nella coscienza della propria fragilità.
No, non vado fuori di questa Chiesa fondata su una pietra così debole, perché ne fonderei
un'altra su una pietra ancora più debole che sono io".
(…)
"Ma poi c'è ancora un'altra cosa che è forse più bella. Lo Spirito Santo, che è l'Amore, è
capace di vederci santi, immacolati, belli, anche se vestiti da mascalzoni e adulteri.
Il perdono di Dio, quando ci tocca, fa diventare trasparente Zaccheo il pubblicano, e
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immacolata la Maddalena, la peccatrice.
È come se il male non avesse potuto toccare la profondità metafisica dell'uomo. E' come se
l'Amore avesse impedito di lasciare imputridire l'anima lontana dall'Amore. "Io ho buttato
i tuoi peccati dietro le mie spalle", dice Dio a ciascuno di noi, e continua: "Ti ho amato di
amore eterno, per questo ti ho riservato la mia bontà. Ti edificherò di nuovo e tu sarai
riedificata, vergine Israele" (Ger 31,3-4).
Ecco, ci chiama "vergini" anche quando siamo di ritorno dall'ennesima prostituzione nel
corpo e nello spirito e nel cuore.
In questo, Dio è veramente Dio, cioè l'unico capace di fare le "cose nuove".
Perché non m'importa che Lui faccia i cieli e la terra nuovi, e più necessario che faccia
"nuovi" i nostri cuori.
E questo è il lavoro di Cristo.
E questo è il lavoro divino della Chiesa.
Volete voi impedire questo "far nuovi i cuori", scacciando qualcuno dall'assemblea del
popolo di Dio?
O volete voi, cercando altro luogo più sicuro, mettervi in pericolo di perdervi lo Spirito?".
Fratel Carlo Carretto
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“GESÙ SÌ, CHIESA NO” di Ernesto Olivero
Quante persone hanno dato la vita per amore, ma per un amore sbagliato!
Gesù ha voluto la Chiesa per annunciare il Regno, perché i suoi discepoli andassero in tutto il mondo,
a due a due, senza bisaccia, senza sicurezze, per raccontare con la propria vita la sua bella notizia.
La storia della Chiesa è anche una storia di tradimenti, di imbrogli, di violenze. Non perché il
messaggio di Gesù fosse falso, ma perché tante persone l’hanno vissuto con falsità.
Bisogna sforzarsi di non separare la sposa di Gesù, la Chiesa, dal suo Fondatore, ma fare in modo che
Gesù abiti questa Chiesa, una Chiesa che annuncia, che perdona, che capisce. E certo più facile
condannare che costruire, ma il compito del cristiano è di esercitarsi a fare le cose più difficili.
Alcuni cristiani hanno tradito e deluso, ma nessuno ha mai potuto impedire a una donna, a un uomo
di diventare santo; non si è mai potuto impedire a una donna, a un uomo, di vivere all’interno di una
comunità come nella Chiesa vera voluta da Gesù. I modi per arrivare alla santità, alla bellezza
dell’incontro con Gesù, per vivere ecclesialmente sono assai diversi: ma il traguardo cui si deve
arrivare è ancora l’essenza della prima comunità dei cristiani, che aveva un cuore solo e un’anima
sola.
 SOGNO UNA GRANDE SPERANZA – PAOLO VI
Sogno una Chiesa che è Porta Santa, aperta, che accoglie tutti, piena di compassione e di
comprensione per le pene e le sofferenze dell'umanità, tutta protesa a consolarla.
Sogno una Chiesa che è Parola, che mostra il libro del Vangelo ai quattro punti cardinali della
terra, in un gesto di annuncio, di sottomissione alla Parola di Dio, come promessa dell'Alleanza
eterna.
Sogno una Chiesa che è Pane, Eucaristia, che si lascia mangiare da tutti, affinché il mondo
abbia la vita in abbondanza.
Sogno una Chiesa che è appassionata di quella unità che ha voluto Gesù.
Sogno una Chiesa che è in cammino, Popolo di Dio, che dietro al Papa che porta la croce,
entra nel tempio di Dio e pregando e cantando va incontro a Cristo Risorto, speranza unica,
incontro a Maria e a tutti i Santi.
Sogno una Chiesa che porta nel suo cuore il fuoco dello Spirito Santo, e dove c'è lo Spirito, c'è
la libertà, c'è il dialogo sincero con il mondo; e specialmente con i giovani, con i poveri e con gli
emarginati, c'è il discernimento dei segni dei nostri tempi.
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Sogno una Chiesa che è testimone di speranza e di amore, con fatti concreti, come quando si
vede il Papa abbracciare tutti...nella grazia di Gesù Cristo, nell'amore del Padre e nella
comunione dello Spirito, vissuti nella preghiera e nell'umiltà.
 “VITA COMUNE” di Dietrich Bonhoeffer
Infinite volte tutta una comunità cristiana si è spezzata, perché viveva di un ideale...
Dobbiamo essere profondamente delusi degli altri, dei cristiani in generale, se va bene, anche
di noi stessi, quant'è vero che Dio vuole condurci a riconoscere la realtà di una vera comunione
cristiana... Il Signore non è Signore di emozioni, ma della verità. Solo la comunità che è
profondamente delusa per tutte le manifestazioni spiacevoli connesse con la vita comunitaria,
incomincia ad essere ciò che deve essere di fronte a Dio, ad afferrare nella fede le promesse che
le sono state fatte. Quanto prima arriva, per il singolo e per tutta la comunità, l'ora di questa
delusione, tanto meglio per tutti. Una comunità che non fosse in grado di sopportare una tale
delusione e non le sopravvivesse, che cioè restasse attaccata al suo ideale, quando questo deve
essere frantumato, in quello stesso istante perderebbe tutte le promesse di comunione cristiana
stabile e, prima o dopo, si scioglierebbe...
Chi ama il suo ideale di comunità cristiana più della comunità cristiana stessa, distruggerà ogni
comunione cristiana, per quanto sincere, serie, devote siano le sue intenzioni personali.
Dio odia le fantasticherie, perché rendono superbi e pretenziosi. Chi nella sua fantasia si crea
un'immagine di comunità, pretende da Dio, dal prossimo e da se stesso la sua realizzazione.
Egli entra a far parte della comunità di cristiani con pretese proprie, erige una propria legge e
giudica secondo questa i fratelli e Dio stesso.
Egli assume, nella cerchia dei fratelli, un atteggiamento duro, diviene quasi un rimprovero
vivente per tutti gli altri.
Agisce come se fosse lui a creare la comunità cristiana, come se il suo ideale dovesse creare
l'unione tra gli uomini.
Considera fallimento tutto ciò che non corrisponde più alla sua volontà. Lì dove il suo ideale
fallisce, gli pare che debba venire meno la comunità. E così egli rivolge le sue accuse prima
contro i suoi fratelli, poi contro Dio, ed infine accusa disperatamente se stesso.

Messaggio del Concilio Vaticano II ai giovani, 7 dicembre 1965.
Al termine del Concilio, l’ultimo messaggio viene rivolto ai giovani: è un appassionato messaggio di
fiducia e di amore, che affida alle giovani generazioni il mandato di spendersi instancabilmente per
costruire il mondo e la chiesa del futuro.
«È a nome di questo Dio e del suo Figlio Gesù che noi vi esortiamo ad ampliare i vostri cuori secondo le
dimensioni del mondo, ad intendere l'appello dei vostri fratelli, ed a mettere arditamente le vostre
giovani energie al loro servizio. Lottate contro ogni egoismo. Rifiutate, di dar libero corso agli istinti
della violenza e dell'odio, che generano le guerre e il loro triste corteo di miserie. Siate: generosi, puri,
rispettosi, sinceri. E costruite nell'entusiasmo un mondo migliore di quello attuale!
La Chiesa vi guarda con fiducia e con amore. Ricca di un lungo passato sempre in essa vivente, e
camminando verso la perfezione umana nel tempo e verso i destini ultimi della storia e della vita, essa è
la vera giovinezza del mondo. Essa possiede ciò che fa la forza o la bellezza dei giovani: la capacità di
rallegrarsi per ciò che comincia, di darsi senza ritorno, di rinnovarsi e di ripartire per nuove conquiste.
Guardatela, e voi ritroverete in essa il volto di Cristo, il vero eroe, umile e saggio, il profeta della verità e
dell'amore, il compagno e l'amico dei giovani. Ed è appunto in nome di Cristo che noi vi salutiamo, che
noi vi esortiamo, che noi vi benediciamo».
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