lunedì 14 aprile 2014 Salvatore ACCARDO violino Laura GORNA violino Francesco FIORE viola Cecilia RADIC violoncello I Quartetti per archi di Felix Mendelssohn 1° concerto PROGRAMMA GENITORI MODELLO Felix «Questa è una famiglia come non ne ho mai vista compagna. Felix, ragazzo di 15 anni, è un fenomeno. Che sono tutti i ragazzi prodigio, paragonati a lui? Fanciulli dotati, ma niente più.[...] I genitori mi fecero l’impressione di gente della più elevata raffinatezza. Sono ben lungi dal sovrastimare i talenti dei loro ragazzi: in effetti, sono ansiosi sul futuro di Felix, e di sapere se i suoi doni si riveleranno sufficienti a garantirgli una nobile e veramente grande carriera. Non cederà d’improvviso, come tanti altri brillanti ragazzi? Ho esternato loro la mia coscienziosa convinzione che Felix diventerà alla fine un grande maestro, che non ho il più piccolo dubbio sul suo genio; ma più volte ho dovuto insistere sulla mia opinione prima che mi credessero. Questi non sono esempi di genitori di fanciulli-prodigio, come di frequente devo tollerarne». MendelssohnBartholdy (1809-1847) Quartetto per archi Op. 12 in mi bemolle maggiore Adagio non troppo - Allegro non tardante Canzonetta: Allegretto Andante espressivo Molto allegro e vivace *** Quartetto per archi Op. 44 n. 1 in re maggiore Molto allegro vivace Menuetto: un poco allegretto Andante espressivo con moto Presto con brio L’anno è il 1824. Ignaz Moscheles (uno dei sommi pianisti dell’800) si trovava in tournée a Berlino ed i Mendelssohn ne approfittarono per fargli ascoltare il secondogenito Felix. Il ragazzo, dai 12 ai 15 anni, aveva continuato la straordinaria formazione culturale iniziata fin dalla tenera età grazie agli stimoli della madre: leggeva Shakespeare, Dante e Boccaccio, i grandi della letteratura francese, i classici greci e latini nelle lingue originali, aveva scritto un poemetto satirico in versi greci, disegnava delicati acquerelli e, ovviamente, suonava e componeva musica stupenda. Di problemi economici i Mendelssohn – famiglia ebraica convertitasi da poco al protestantesimo – proprio non ne avevano: il padre Abraham era un banchiere e la madre, Lea Itzig, era una donna colta e raffinata che aveva studiato musica con un allievo di Bach. La preoccupazione dei genitori, pertanto, non riguardava il futuro economico dei figli; piuttosto, volevano essere certi che i ragazzi prendessero la strada a loro più congeniale, quella che li avrebbe resi felici e realizzati. Nel caso di Felix la scelta appariva molto difficile, tanto il ragazzo era poliedrico e ricco di interessi in molte arti. Il parere di Moscheles fu determinante e fu proprio lui ad impartirgli le prime lezioni: «Ho dato la prima lezione a Felix Mendelssohn, senza perder di vista per un solo momento il fatto che sedevo accanto ad un maestro, non ad un allievo». Se a 15 anni, nel 1824, Mendelssohn veniva già considerato quasi un artista maturo, di lì a poco avrebbe dato vita a due capolavori di stupefacente perfezione come l’Ottetto op. 20, nel 1825, e l’Ouverture per il Sogno di una notte di mezza estate. Questa precocità non può non suggerire un paragone con il ragazzo-prodigio Mozart, ma nemmeno Mozart fu in grado di comporre così bene, quando aveva la stessa età di Mendelssohn. Il Quartetto in mi bem. maggiore fu composto nel 1829 mentre Mendelssohn si trovava a Londra e venne pubblicato lo stesso anno come Quartetto n. 1 op. 12. In realtà si tratta del terzo lavoro mendelssohniano del genere, preceduto da un altro Quartetto in mi bem. maggiore scritto a 14 anni (e all’epoca non ancora pubblicato) e dal Quartetto n. 2 op. 13, pubblicato sempre nel 1829 ma composto in realtà due anni prima. Il Quartetto in re maggiore è stato ultimato il 24 luglio 1838 e anche in questo caso la numerazione non corrisponde all’effettiva data di creazione dell’opera. Delle tre composizioni appartenenti all’op. 44, infatti, Mendelssohn era particolarmente legato a questo Quartetto in re maggiore e per tale ragione volle che fosse dato alle stampe con il numero 1, anche se in realtà è il terzo in ordine di composizione. SALVATORE ACCARDO Da più di mezzo secolo Salvatore Accardo è uno dei protagonisti assoluti del violinismo mondiale e pertanto ci fa onore che il suo nome compaia regolarmente nei cartelloni della Società del Quartetto di Vicenza. Accardo nasce – casualmente – a Torino nel 1941 da genitori originari di Torre del Greco. Rientrato in terra partenopea assieme alla famiglia quando ha pochi mesi di vita, Salvatore incontra il suo primo violino a tre anni grazie ad un’intuizione del padre Vincenzo (rinomato incisore di cammei ed appassionato melomane), che una mattina gli fa trovare un piccolo violino ai piedi del letto. “Don” Vincenzo Accardo ci aveva visto giusto. A 13 anni il figlio esegue in pubblico i Capricci di Paganini e si diploma al Conservatorio San Pietro a Majella di Napoli; a 15 vince il primo premio al Concorso internazionale di Ginevra; a 17 è vincitore assoluto del “Paganini” di Genova. Da lì inizia una straordinaria carriera concertistica che lo ha visto protagonista di migliaia di concerti in ogni parte del mondo sia in recital che a fianco delle più prestigiose orchestre sinfoniche e da camera. Guardando indietro nel tempo (lo ha fatto anche recentemente, con un’autobiografia dal titolo “Il miracolo della musica”, edita da Mondadori), oggi Accardo si dice certo di essere stato un “predestinato”, ma ai giovani di oggi ricorda sempre che i talenti – quelli veri – devono essere assolutamente coltivati con tanto studio e dedizione; altrimenti ci si perde per strada. Una strada che lui ha rischiato di perdere di vista una sola volta quando, a 14 anni, il Calcio Napoli lo voleva come portiere nelle squadre giovanili. La tentazione fu forte (il gioco del calcio è la sua terza grande passione, dopo la musica e la famiglia), ma alla fine prevalse la musica, complici – anche in quel caso – i consigli di papà Vincenzo. Il nome di Salvatore Accardo, inizialmente legato ai “Capricci” di Paganini, si è imposto in tutto il mondo, a partire dagli anni Sessanta, come sinonimo di grande virtuosismo, con un repertorio che via via si è esteso dalla musica barocca a quella contemporanea (ambito nel quale compositori come Sciarrino, Donatoni, Piazzolla e Xenakis hanno scritto appositamente per lui). All’attività di violinista affianca da anni quella di direttore d’orchestra e di docente: è stato fra i fondatori dei Corsi di perfezionamento in strumenti ad arco presso l’Accademia Stauffer di Cremona ed è regolarmente invitato a tenere masterclass in Italia (alla Scuola di Musica di Fiesole e all’Accademia Chigiana di Siena) e all’estero. Accardo vanta una discografia vastissima con decine di incisioni per etichette come Deutsche Grammophon, Philips, Sony Classical, Decca, EMI e Dynamic. Per i suoi meriti artistici e per il fatto di rappresentare il meglio della cultura italiana nel mondo, il Presidente Pertini volle insignirlo, nel 1982, dell’onorificenza di Cavaliere di Gran Croce della Repubblica Italiana. Questa sera Salvatore Accardo suona il Guarneri del Gesù “Reade” del 1733. Laura Gorna è cresciuta in una famiglia di musicisti e si è diplomata con il massimo dei voti al Conservatorio di Milano sotto la guida di Gigino Maestri. Perfezionatasi con Salvatore Accardo, ha vinto il Concorso “Città di Vittorio Veneto” e ha debuttato giovanissima nel Concerto di Khachaturian con l’Orchestra Sinfonica della RAI. Ospite di prestigiose istituzioni musicali in Italia e all’estero, ha affrontato con successo anche il repertorio cameristico. In questa veste si esibisce con il “Quartetto Accardo” dal 1992 e collabora con artisti come Bruno Giuranna, Toby Hoffmann, Rocco Filippini, Bruno Canino, Giovanni Bellucci, Andrea Lucchesini, Franco Petracchi… Nel 2005 ha dato vita – con Cecilia Radic e Laura Manzini – all’”Estrio”. Laura Gorna è ideatrice di alcuni interessanti progetti culturali fra i quali “Notti Trasfigurate” per la nostra Associazione e lo spettacolo “Pochi avvenimenti, felicità assoluta” su Robert e Clara Schumann andato in scena in prima mondiale al Festival MiTo del 2010. Primo violino di spalla dell’Orchestra da Camera Italiana, Laura Gorna si dedica con passione anche all’insegnamento con una cattedra in violino all’Istituto di Alta Formazione Musicale “C. Monteverdi” di Cremona. Suona lo stupendo “Giorgio III” di Giovanni Paolo Maggini del 1620. Nato a Roma, Francesco Fiore ha compiuto gli studi al Conservatorio Santa Cecilia e si è successivamente perfezionato all’Accademia Stauffer di Cremona sotto la guida di Bruno Giuranna. Considerato uno dei più interessanti violisti dei nostri giorni, dal 1991 è Prima Viola dell’Orchestra del Teatro dell’Opera di Roma, ruolo che ha ricoperto anche presso la Filarmonica del Teatro alla Scala, l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia e l’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI. Francesco Fiore si è fatto notare dalla critica anche per alcune pregevoli incisioni discografiche (per RCA, ASV, Fonit Cetra, Foné e Musikstrasse) fra le quali la prima registrazione mondiale del Quartetto di Mercadante per viola solista ed archi. In ambito didattico ha insegnato in vari Conservatori italiani nel quadro dei Corsi Superiori Biennali. Attualmente è titolare di viola e musica da camera presso l’Istituto di Alta Formazione Musicale “C. Monteverdi” di Cremona. Francesco Fiore suona due splendide viole: una “Joseph Hill” del 1774 ed una viola d’amore “Raffaele Fiorini” del 1894. La violoncellista di origine croata Cecilia Radic è uno dei più apprezzati interpreti della sua generazione. Diplomatasi a pieni voti al Conservatorio di Milano nel 1992, ha avuto tra i suoi insegnanti Rocco Filippini, David Geringas, Mario Brunello e William Pleeth. Pochi anni più tardi si afferma definitivamente con la vittoria del concorso internazionale “Stradivari” e da allora si è esibita in tutto il mondo, alternando con successo i ruoli di solista, camerista e primo violoncello, con un repertorio molto ampio che spazia da Johann Sebastian Bach a Luciano Berio. Sia come solista che come camerista ha inciso per Decca, Chandos, Denon, CPO, Fonè, Amadeus. È del 2009 la sua incisione del Doppio Concerto di Vivaldi con Salvatore Accardo. Ha inoltre all’attivo svariate registrazioni radiofoniche (tra cui RAI, Radio della Svizzera Italiana) e televisive (Art’è). Da diversi anni Cecilia Radic è primo violoncello dell’Orchestra da Camera Italiana e dei Solisti Filarmonici Italiani ed ha ricoperto il medesimo ruolo presso altre orchestre, tra le quali sono da ricordare quelle de La Fenice di Venezia, del Regio di Torino e del San Carlo di Napoli. È docente di violoncello presso l’Istituto Superiore di Studi Musicali “F. Vittadini” di Pavia. Cecilia suona un violoncello Bernardel del 1837. UN CONCERTO STRAORDINARIO AL TEATRO ASTRA La Società del Quartetto di Vicenza organizza LUNEDì 28 APRILE al TEATRO ASTRA di Vicenza un interessante concerto con il duo canadese formato da JAMES HILL (ukulele) e ANNE JANELLE (violoncello). L’ukulele è una chitarrina a 4 corde molto popolare in Portogallo con il nome di “cavaquinho”. Fu introdotto nelle Isole Hawaii, nella seconda metà dell’800, da un gruppo di braccianti portoghesi che vi erano emigrati per lavorare nelle piantagioni di canna da zucchero. Quello strumento “povero” e popolare importato dall’Europa, prese il nome di ukulele e diventò una delle icone delle Isole Hawaii. Ci sentiamo di consigliare al nostro pubblico questo evento sia perché l’ukulele è uno strumento ancora poco conosciuto in Italia (anche se sta prendendo piede in molte scuole dell’obbligo), sia perché James Hill ne è uno degli interpreti più affermati a livello mondiale. Il programma della serata spazierà dalla musica popolare al jazz, al rock, al pop, a rivisitazioni di brani “classici”. Il concerto è realizzato in collaborazione con il Mercatino dell’Ukulele. BIGLIETTO UNICO EURO 10,00 in vendita presso la sede della Società del Quartetto (Vicolo Cieco Retrone, 24 / tel. 0444 543729 / [email protected]). I SOSTENITORI La 104a Stagione Concertistica della Società del Quartetto è realizzata grazie a main sponsor sponsor PAOLO MARZOTTO partner supporter enti istituzionali Per le attività culturali socio media partner AIAM Associazione Italiana Attività Musicali il servizio TAXITEATRO70 è svolto in collaborazione con COMUNE DI VICENZA Assessorato alla Comunità e alle famiglie il messaggio audio della Società del Quartetto ad inizio concerto è stato registrato presso THE BASEMENT STUDIO di Vicenza Società del Quartetto di Vicenza Vicolo Cieco Retrone, 24 0444 543729 [email protected] www.quartettovicenza.org YouTube: QuartettoVicenza Facebook: Società del Quartetto di Vicenza Twitter: @QuartettoVI Teatro Comunale di Vicenza Viale Mazzini, 39 0444 324442 [email protected] www.tcvi.it Facebook: Teatro Comunale Città di Vicenza Twitter: @TCVIcenza la carta di questa pubblicazione è gentilmente offerta da