2016/2017 95ma Stagione Concertistica Domenica 26 febbraio 2017 Teatro Sperimentale, ore 17.30 Al chiaro di luna, Fantasie GIUSEPPE ALBANESE pianoforte INCONTRO CON L’ARTISTA: Conversazione con Giuseppe Albanese, Teatro Sperimentale, ore 17.00 60121 ANCONA, Via degli Aranci 2 tel. e fax 071/2070119 www.amicimusica.an.it [email protected] P. IVA 00733590426 PROGRAMMA ROBERT SCHUMANN (Zwickau, 1810 – Bonn, 1856) Fantasia in do maggiore, op. 17 1. Durchaus phantastisch und leidenschaftlich vorzutragen 2. Mäßig. Durchaus energisch 3. Langsam getragen. Durchweg leise zu halten *** LUDWIG VAN BEETHOVEN (Bonn, 1770 – Vienna, 1827) Sonata quasi una fantasia in do diesis minore, op. 27 n. 2, Al chiaro di luna 1. Adagio sostenuto 2. Allegretto - Trio 3. Presto agitato FRANZ SCHUBERT (Vienna, 1797 – 1828) Fantasia in do maggiore D 760, op. 15, Wanderer 1. Allegro con fuoco ma non troppo 2. Adagio 3. Presto 4. Allegro NOTE AL PROGRAMMA Fantasie al chiaro di luna Robert Schumann, Fantasia in do maggiore op. 17 Genesi. Composta nel 1836, revisionata due anni dopo e pubblicata a Lipsia nel ‘39 da Breitkkopf & Härtel, la Fantasia nasce inizialmente allo scopo di finanziare la costruzione di un monumento dedicato a Beethoven. Ma la lettera che il compositore scrive a Clara Wieck nel marzo del 1836 ci rivela che la destinataria è l’amata, l’unione con la quale trova contrario il padre di lei: «Il primo tempo è davvero quanto di più appassionato abbia mai fatto: un profondo lamento per te». Struttura. Rispetto alla forma-sonata classica, la cui successione dei tempi veloce-lento-veloce è più o meno rigidamente intesa, qui Schumann esprime una volontà di modernizzazione, costruendo un’alternanza che accenna, senza dichiararla, ad una struttura in cui il movimento veloce è centrale. Un accompagnamento denso caratterizza l’inizio, Durchaus phantastisch und leidenschaftlich vorzutragen (Da suonarsi in modo assolutamente fantastico e appassionato). Alla mano sinistra risponde la destra con una melodia dal carattere caloroso, quasi in contrasto con l’urgenza espressa dalla base sulla quale si muove, creando un clima indefinito. Il secondo movimento, Mässig. Durchaus energisch, è una marcia sincopata, che si concede un momento poetico, prima di affrontare la portentosa coda finale. L’ultimo movimento, Langsam getragen. Durchweg leise zu halten, è forse l’omaggio più appariscente al modello beethoveniano, con il suo procedere per improvvisazioni sui due temi in antitesi tra loro, uno focoso, l’altro romantico. Ricezione. Scrive Sergio Sablich: «È come se la musica, superando i concetti della teoria delle forme che si erano sviluppati per fissarne le coordinate, volesse ritornare alle sue origini primordiali ed elevarsi indipendentemente al discorso libero da ogni costrizione, verso una visione poetica di indefinita vastità. Da questo punto di vista l’indicazione che compare all’inizio (“Da eseguirsi in modo assolutamente fantastico e appassionato”) è programmatica, non meno di quel “tono di leggenda” prescritto nell’episodio centrale del primo movimento: termini che nella loro apparente vaghezza costituiscono insieme una premessa e uno svolgimento che dal primo movimento si protende anche verso gli altri due, racchiudendo tutto un mondo». Annus mirabilis. Nel 1836 Charles Darwin raggiunge Sydney a bordo della Beagle, si inaugura la prima parte della ferrovia Londra-Greenwich, ha luogo la leggendaria battaglia di Alamo, Samuel Colt brevetta il primo revolver con caricatore girevole, debutta El trovador di Antonio García Gutiérrez, dramma al quale Verdi si ispirerà per Il trovatore, esce a Londra la prima parte de The Pickwick Papers di Charles Dickens, prima rappresentazione al Teatro di Magdeburgo de Das Liebesverbot di Richard Wagner, durante un’eclissi di sole Francis Baily osserva un fenomeno che oggi porta il suo nome come i “grani di Baily”, apre in Germania il primo istituto per la formazione delle donne in allattamento, ottocento persone muoiono nell’incendio del Teatro Lehman di San Pietroburgo, nascono Marija Sergeevna Surovščikova (ballerina russa nota con il nome d’arte di Maria Petipa) e Léo Delibes, muoiono Maria Malibran e Giuseppe Farinelli. Ludwig van Beethoven, Sonata quasi una fantasia in do diesis minore op. 27 n. 2, Al chiaro di luna Genesi. Dedicata alla contessa Giulietta Guicciardi e pubblicata nel marzo 1802 a Vienna per i tipi di Cappi, la Sonata in do diesis minore inizialmente era stata denominata “Lauben Sonate” (Sonata del pergolato), perché, secondo quanto si diceva all’epoca, il compositore l’avrebbe scritta in un giardino, sotto l’impeto dell’amore per la contessa. La paternità del titolo con il quale è universalmente conosciuta, Al chiaro di luna, spetta al critico berlinese Ludwig Rellstab che paragona l’atmosfera notturna del primo movimento al chiarore lunare. Struttura. «Si deve suonare molto delicatamente e senza sordina», scrive Beethoven all’inizio del celeberrimo primo movimento, Adagio sostenuto, fatto di canto e di sentimento, quasi descrittivo nella sua ricchezza impressionistica. Tre le linee melodiche: il tema disegnato da minime, le continue terzine di crome e gli accordi del basso in ottave. Tripartito è l’intero movimento, con l’esposizione del tema su due frasi con una piccola coda, un breve sviluppo e la ripresa del tema con la coda finale. Segue l’Allegretto che riporta al giorno, alla rinascita e alla vita, nella forma di Scherzo ancora una volta in tre parti. La struttura del Presto agitato finale è quella classica della forma-sonata: esposizione di primo e secondo tema, sviluppo, ripresa dei due temi con coda finale. Gli accordi si fanno imponenti, ma poi, inaspettatamente, lasciano spazio a poche battute melodiche e tranquille che faranno ancor più risaltare la corsa febbrile che travolgerà il tema nella conclusione. Ricezione. Riguardo al primo movimento di questa Sonata, ha scritto Hector Berlioz: «La mano sinistra dispiega dolcemente larghi accordi di un carattere solennemente triste, la cui durata consente alle vibrazioni del pianoforte di spegnersi gradualmente su ognuno di loro; sopra, le dita inferiori della mano destra eseguono un disegno arpeggiato di accompagnamento ostinato la cui forma quasi non muta dalla prima all’ultima battuta, mentre le altre dita fanno sentire una specie di lamento, efflorescenza melodica di questa oscura armonia». Annus mirabilis. Nel 1802 Napoleone costituisce la Repubblica Italiana con capitale Milano, e crea la Legion d’Onore, Carlo Emanuele IV di Savoia abdica in favore del fratello Vittorio Emanuele I, un forte terremoto colpisce la valle dell’Oglio, nascono Victor Hugo, Adolphe Nourrit, Alexandre Dumas padre, muoiono Erasmus Darwin, nonno di Charles, Sweeney Todd, serial killer inglese autore di 160 omicidi, Giuseppe Sarti, Ludovico Manin, centoventesimo e ultimo doge della Repubblica di Venezia. Franz Schubert, Fantasia in do maggiore D 760 op. 15, Wanderer Genesi. La Wanderer-Phantasie è composta nel novembre 1822 e pubblicata l’anno seguente. Il destinatario è Emanuel Karl, conte di Liebenberg, ricco proprietario terriero e allievo del concertista Johann Nepomuk Kummel. Il compositore stesso lo conferma quando, in una lettera del 7 dicembre di quell’anno all’amico e confidente Joseph von Spaun, annota: «Ho finito di scrivere una Fantasia per pianoforte solo, che sta per essere pubblicata con la dedica ad un certo signore molto ricco». Struttura. Senza soluzione di continuità si succedono i quattro movimenti della WandererPhantasie, basata su un’idea che ciclicamente si trasforma lungo ognuno dei tempi. Il primo movimento, Allegro con fuoco ma non troppo, introduce un’atmosfera agitata sottolineata dal cromatismo del tema principale. Ma, nell’avvicinarsi al secondo tema, si intuisce che qualcosa sta cambiando e la forza viene domata all’arrivo della nuova idea melodica. Il centro di questa splendida costruzione musicale è senza dubbio il momento più intenso e significante dell’intenzione estetica. L’Adagio che fa da secondo movimento è il perno dell’intera composizione ed è tratto da un passaggio del Lied Der Wanderer scritto dal compositore nel 1816, da cui poi la pagina prenderà il nome. Il tema principale subisce cinque variazioni libere e spesso distanti dall’idea originale. Il Presto che segue è uno Scherzo con movenze di danza, in cui si intravede il filo conduttore cominciato nel tempo precedente. Nel finale, Allegro, appaiono di nuovo i temi e le idee motiviche precedenti, fino a che una coda lunga e possente trasporta alla conclusione ricca di effetto. Ricezione. Ha scritto Piero Rattalino a proposito del virtuosismo schubertiano: «È un esempio di delirante immaginazione sonora che fantastica di effetti possibili sul pianoforte senza tener conto, se non in modo ipotetico, della possibilità di realizzarli». Annus mirabilis. Nel 1822 Manzoni scrive gli Inni sacri, Leopardi l’Ultimo canto di Saffo, la chiesa cattolica toglie i Dialoghi di Galileo dall’indice dei libri proibiti, Young e Champollion decifrano i geroglifici grazie alla Stele di Rosetta, la pena di morte di Maroncelli e Pellico è commutata in carcere duro, nasce Henri Murger, autore delle Scene della vita di Bohème cui Puccini si ispira per La bohème, muore E. A. T. Hoffmann. Anna Cepollaro 30 gennaio 2017 GIUSEPPE ALBANESE Tra i più richiesti pianisti della sua generazione, Giuseppe Albanese debutta nel 2014 su etichetta Deutsche Grammophon con un concept album dal titolo “Fantasia”, con musiche di Beethoven, Schubert e Schumann. Segue nel 2015 il suo secondo album DG "Après une lecture de Liszt", interamente dedicato al compositore ungherese. Nel marzo 2016 Decca Classics inserisce nel box con l'opera omnia di Bartók in 32 cd la sua registrazione (in prima mondiale) del brano "Valtozatok" (Variazioni). Invitato per recital e concerti con orchestra da autorevoli ribalte internazionali quali – tra gli altri – il Metropolitan Museum, la Rockefeller University e la Steinway Hall di New York, l’Auditorium Amijai di Buenos Aires, il Cenart di Mexico City, la Konzerthaus di Berlino, la Laeisz Halle di Amburgo, la Philharmonie di Essen, il Mozarteum di Salisburgo, l’Academy of St. Martin in the Fields e la Steinway Hall di Londra, la Salle Cortot di Parigi, la Filarmonica di San Pietroburgo, la Filharmonia Narodowa di Varsavia, la Filarmonica Slovena di Lubiana e la Gulbenkian di Lisbona, ha collaborato con direttori del calibro di Christian Arming, John Axelrod, James Conlon, Lawrence Foster, Will Humburg, Dmitri Jurowski, Julian Kovatchev, Alain Lombard, Nicola Luisotti, Othmar Maga, Fabio Mastrangelo, Henrik Nanasi, Anton Nanut, Tomas Netopil, Daniel Oren, George Pehlivanian, Donato Renzetti, Alexander Sladkowsky, Hubert Soudant, Pinchas Steinberg, Michel Tabachnik, Jeffrey Tate, Jurai Valcuha, Jonathan Webb e molti altri. Tra i festival, di particolare rilievo gli inviti al Winter Arts Square di Yuri Temirkanov a San Pietroburgo, al Castleton di Lorin Maazel (USA), all’Internazionale di Brescia e Bergamo e al MiTo SettembreMusica, alla Biennale Musica di Venezia, oltre al Mittlefest, il Tiroler Festspiele di Erl, il Festival di Colmar, En Blanco y Negro di Mexico City, il Festival di Sintra (Portogallo), il Tongyeong Festival (Corea). In Italia ha suonato per tutte le più importanti stagioni concertistiche (incluse quelle dell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di S. Cecilia e della RAI di Torino) e in tutti i più importanti teatri. Negli ultimi tempi il Mº Albanese si è distinto per essere stato invitato a suonare in ben undici delle tredici Fondazioni Liriche italiane: il Petruzzelli di Bari, il Comunale di Bologna, il Teatro Lirico di Cagliari, il Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, il Carlo Felice di Genova, il Teatro San Carlo di Napoli, il Massimo di Palermo, il Teatro dell’Opera di Roma, il Verdi di Trieste, la Fenice di Venezia, l’Arena di Verona. Prima di “Fantasia” e “Après une lecture de Liszt”, Albanese ha riscosso singolare successo con il CD monografico con musiche di Debussy pubblicato a gennaio 2012 per il mensile “Amadeus” in occasione dell’anniversario dei 150 anni della nascita del compositore francese. Il suo CD “1900 – Yearbooks of 20th Century Piano, dedicato all’anno solare 1900 e contenente musiche di Skrjabin, Szymanowski, MacDowell e la prima registrazione assoluta delle Variazioni di Bartók è stato recensito come CD del mese dal mensile Suonare News e 5 stelle sia nel giudizio tecnico che artistico dal mensile Amadeus. Già “Premio Venezia” 1997 (assegnato all’unanimità da una giuria presieduta dal Mº Roman Vlad) e Premio speciale per la miglior esecuzione dell’opera contemporanea al “Busoni” di Bolzano, Albanese vince nel 2003 il primo premio al “Vendome Prize” (presidente di giuria Sir Jeffrey Tate) con finali a Londra e Lisbona: un evento definito da Le Figaro “il concorso più prestigioso del mondo attuale”. Albanese è laureato in Filosofia col massimo dei voti e la lode (con dignità di stampa della tesi sull’Estetica di Liszt nelle “Années de Pèlerinage”) ed a soli 25 anni è stato docente a contratto di “Metodologia della comunicazione musicale” presso l’Università di Messina. Insegna attualmente Pianoforte al Conservatorio "Tartini" di Trieste. *** ABBONAMENTI: Concerto compreso nell’abbonamento alla Stagione 2016/2017 degli Amici della Musica BIGLIETTI INTERI: € 22.00 RIDOTTI: € 13.50 (Riservato a: Palchettisti, Amici delle Muse, ARCI, UNITRE, studenti universitari, giovani da 19 a 26 anni, invalidi e disabili – un biglietto omaggio per l’accompagnatore) RIDOTTI EXTRA: € 4.00 (Gruppi di allievi di Scuole Medie Inferiori e Superiori; bambini e ragazzi fino a 19 anni) Ingresso gratuito riservato a n. 10 studenti dell’Università Politecnica delle Marche: per ritirare il biglietto gratuito, presentarsi muniti di libretto universitario presso la biglietteria del Teatro delle Muse dalle ore 9.30 del sabato precedente il concerto, fino ad esaurimento dei posti disponibili. BIGLIETTERIA: Tel. 071 52525 – Fax 071 52622 [email protected] PER INFO: Società Amici della Musica “Guido Michelli” Via degli Aranci, 2 Tel. – fax: 071/2070119 (Lun. – ven. 9.30 - 17.30) [email protected] www.amicimusica.an.it Soci Benemeriti e Soci Sostenitori della Società Amici della Musica “G. Michelli”: Enrichetta Compagnucci Colonnelli, Maria Luisa Orlandi Bucci. Roberto Baldini, Donatella Banzola Ricci, Annalisa Bianchi Bernetti, Anna Paola Borghini Frazzica, Guido Bucci, Mario Canti, Giancarlo Coppola, Giuliana Cucchieri Guazzati, Maria Luisa De Angelis Stoppani, Elisabetta Galeazzi Mantovani, Vanna Gobbi Pizzi, Anna Giulia Honorati Orlandi, Lamberto Lombardi, Corrado Mariotti, Giuliano Migliari, Sergio Morichi, Raffaele Orlandoni, Francesca Paoletti Lucchetti, Giampiero Paoli, Alessandra Presutti Paciaroni, Mara Rinaldi Guerci, Paolo Russo, Ugo Salvolini, Nicola Sbano, Enea Spada, Fausto Spegni, Carla Zavatarelli Russo, Efi Zermia Paroletti, Maria Cristina Zingaretti.