VALLICOLTURA E OASI NATURALISTICA DI CA`MELLO Noi alunni

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VALLICOLTURA E OASI NATURALISTICA DI CA’MELLO
Noi alunni della classe I H, insieme agli alunni della classe I G, il giorno 27 ottobre
siamo andati a visitare l’oasi naturalistica di Ca’mello sul delta del Po, dove “la
padrona è la natura”.
Appena scesi dal pullman abbiamo incontrato la nostra prima guida di nome
Elisabetta, che ci ha istruito sulla vallicoltura, ovvero bacini di acqua salmastra (né
troppo dolce né troppo salata), divisi in zone dove si allevano pesci, in particolare
branzini, orate, cefali e anguille
I bacini dove crescono i pesci sono solo in parte modellati dall’uomo e si possono
distinguere le seguenti zone:
1) Il bacino più grande, poco profondo (1 metro e mezzo) dove vengono
immessi gli AVANNOTTI, cioè i pesci piccoli appena nati, catturati in
mare da pescatori specializzati e da loro portati nella vallicoltura.
Nelle vallicolture il compito dell’uomo non è quello di ingrassare i pesci con
mangimi artificiali, ma è quello di garantire l’ambiente necessario alla crescita
naturale a partire dalle alghe.
Fondo del bacino con le alghe, primo nutrimento degli avannotti
2) Vasche per lo svernamento, profonde anche 3 metri, dove delle siepi di
TAMERICI, con funzione di frangivento, proteggono questi bacini e
permettono ai pesci di non morire, nei mesi invernali, di ipotermia.
3) Bacini e laghetti dove branzini, cefali, orate…vengono separati a seconda
della grandezza. Nelle foto sottostanti si vedono sbarramenti e tubature
che servono per separare e trasportare nei diversi bacini i pesci che saranno
prelevati solo quando avranno raggiunto il peso e la grandezza utili per la
vendita. I pesci allevati in questo modo naturale, costano molto di più di
quelli allevati in modo intensivo “artificiale”.
LA LAGUNA E L’ALLEVAMENTO DI MOLLUSCHI
Abbiamo poi visitato la vicina laguna chiamata “Sacca degli Scardovari”, che si
è formata tra due rami del Po. Qui i pescatori pescano i molluscchi (vongole,
ostriche, cozze) con la RASCA,. Questo stumento veniva un tempo usato
manualmente dai pescatori che entravano nell’acqua. e che la muovevano in su e
in giù per “raschiare”; ora questo movimento è stato sostituito dal movimento
dalle imbarcazioni.
SISTEMA DI INGRASSAMENTO
Dovete però sapere che nella vallicoltura c’è anche un sistema di ingrassamento
dei molluschi. Infatti quando sono ancora piccoli, hanno un guscio tenero e
possono essere mangiati da altri molluschi come il MURICE, che è una delle
“conchiglie carnivore”.
Pertanto l’uomo ha pensato di trasportare i “baby molluschi” in queste aree
protette, esattamente in questi recipienti con acqua salata, in cui crescono al sicuro.
Vengono via via spostati da uno all’altro, man mano che aumentano di dimensioni
L’OASI DI CA’MELLO
Nel pomeriggio abbiamo visitato l’oasi di Ca’Mello, che fu erroneamente chiamata
così da un cartografo, non capendo che gli abitanti locali avevano chiamato in
questo modo il luogo, proprio dalla forma del fiume che sembrava delineare due
gobbe di un cammello.
Abbiamo qui conosciuto la nostra seconda guida, Irene, che ci ha illustrato le
caratteristiche di alcune piante ed animali che vivono in questa Oasi protetta.
In primo luogo ci ha parlato delle ANGUILLE, la cui storia ci ha davvero
interessato.
Dovete sapere che le anguille nascono nel Mar dei Sargassi nell’oceano Atlantico;
qui arriva la femmina per riprodursi. Essa arriva bella grassa dopo un lungo viaggio
che fa a digiuno, bruciando i grassi prima accumulati. Giunta si inabissa in
profondità, tanto da non vedere quasi più e da subire l’enorme pressione
dell’oceano. Qui muore, ma prima depone l’uovo, che risale in quanto ricoperto da
una sostanza oleosa. In questa risalita viene fecondato dall’ anguilla maschio. I
piccoli prendono il viaggio, seguendo la Corrente del Golfo, fino nel Mediterraneo.
Abbiamo poi osservato i canneti, che venivano usati per esempio per fare i tetti
delle case. Il loro nome scientifico è latino: FRAGMITE AUSTRALIS
Abbiamo poi conosciuto delle piante che vivono vicino alle acque salmastre, dette
piante “alofile”, cioè “amiche del sale”. Esse sono bellissime: in primo luogo c’è
la SALICORNIA” (che ha un sapore salato), di color rosa!!!
Poi c’è anche “L’ASTRO MARINO” con i suoi fiorellini che sembrono stelle.
Abbiamo poi conosciuto il PIOPPO
BIANCO che ha come gli “occhiali da
sole”, cioè ha delle foglie che hanno un lato
verde ed un altro bianco; ques’ultimo per
ripararsi dal sole e riflettere la luce.
Ma tra la vegetazione abbiamo anche trovato delle tracce e dei resti molto
interessanti, come quelli di un GAMBERO KILLER, ovvero una specie molto
vorace, proveniente dalla Louisiana (USA) e quindi importata, che però è poi
entrata in COMPETIZIONE ECOLOGICA con i gamberi di fiume, tanto da
provocarne l’estinzione in alcuni luoghi.
Abbiamo poi visto le gallerie che costruiscono le NUTRIE, una specie di
castorino, anch’essa importata dall’America per il pelo, che poi si è dimostrata
inadatta per realizzare pellicce da vendere alle signore.
Insomma, abbiamo capito che quando si introducono animali in ambienti che non
sono i loro, si rischia sempre di rompere l’ECOSISTEMA!!!
La signora Irene ci ha parlato anche molto degli uccelli. Uno lo abbiamo trovato
morto, vittima di qualche predatore. Ci ha mostrato come si riconoscono le piume
delle ali da quelle della coda, osservando la loro caduta a terra.
Ci ha affascinato la storia del MARTIN PESCATORE, che abbiamo intravisto volare via.
Il martin pescatore è un uccello
dalle ali azzurre e il petto rosso,
che pesca il pesce. Per
conquistare la sua “Martin
Pescatrice”, le porta per due
volte un pesce, ma lei lo fa
cadere. Solo alla terza volta, lo
accetta e questo è il segnale che
lei lo accetta anche come
compagno. Irene ci ha spiegato
che è un modo per metterlo alla
prova sulle sue capacità di
mantenere la futura famiglia.
Un altro uccello dalla storia molto particolare è il CUCULO: la mamma Cucula
spia il nido di un altro uccello, il CANNARECCIONE (che canta sempre).
Quando la mamma cannarecciona vola via dal suo nido, dove cova le uova, la
cucola arriva, mangia un uovo e poi ne depone uno suo. Quando quest’ultimo si
schiude, il piccolo cucolo rompe tutti gli altri, rimanendo il solo da allevare.
Esemplare di cuculo
Esemplare di Cannareccione
Per studiare gli spostamenti migratori di molti uccelli nell’oasi c’è anche una
STAZIONE DI INANELLAMENTO, ovvero delle barriere di rete che
intrappolano gli uccelli, a cui si mette un anello alla zampa, collegato con GPS.
Nell’oasi, nei numerosi laghetti, ci sono anche isolotti che l’uomo ha predisposto
per gli uccelli, che vengono a deporre uova in questi luoghi protetti.
Irene ci ha parlato di moltissime altri animali che vivono in questo biotipo: volpi,
lepri, topi delle risaie, cormorani, porciglioni , barbagianni, rondini e rondoni…
Il nostro percorso si è concluso naturalmente con una bella foto ricordo, dove ci siamo tutti !
CLASSE I H
(con la collaborazione delle professoresse FRANCESCA TOSCANO e MARIALUISA ZARDINI)
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