Foro Romano - Istituto Baruffi Mondovì

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Foro Romano
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Coordinate:
41.892534, 12.485715
Il Foro Romano: da sinistra il Tempio di Vespasiano, l'arco di Settimio Severo e il Tempio di Saturno. Più a destra lo spiazzo
della Basilica Giulia davanti alle tre colonne del Tempio dei Dioscuri e il colle Palatino.
Il Foro Romano (Forum Romanum, sebbene i Romanisi riferissero ad esso più spesso come Forum
Magnum o semplicemente Forum) era situato nella valle compresa tra ilPalatino ed il Campidoglio e
costituì il centro commerciale, religioso e politico della città diRoma.
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Descrizione storica [modifica]
Origini [modifica]
La valle del Foro, paludosa e inospitale, venne utilizzata tra X e VII secolo a.C. come necropoli dei primi
villaggi stanziati sulle colline circostanti. Secondo lo storico Tacito la piana del Foro come pure il vicino colle
del Campidoglio furono aggiunti alla Roma quadrata (Palatino) di Romolo da Tito
Tazio.[1] Solamente verso il 600 a.C., ad opera del re etrusco Tarquinio Prisco, venne drenata con la
costruzione della Cloaca Massima e ricevette una pavimentazione in tufo; la piazza di forma rettangolare
nacque come luogo di mercato oltre che per lo svolgimento della vita politica e giudiziaria, in un punto
centrale della città verso cui convergevano molte importanti strade, la più importante delle quali era la Via
Sacra, che correva dalle pendici del Campidoglio fino all'Arco di Tito.
Periodo regio [modifica]
Pianta dell'area del Comizio in epoca arcaica.
Alla seconda metà del VI secolo a.C. appartengono i monumenti arcaici del Comizio, la più antica sede
dell'attività politica di Roma. Il Comizio costituiva uno spazio ritualmente orientato secondo i punti cardinali.
Nei pressi di questo complesso, un'area pavimentata in pietra scura, il Lapis niger, era secondo la
leggenda legata al luogo della morte di Romolo: qui è stata rinvenuta la più antica iscrizione latina
conosciuta. Sul lato a ovest del Comizio verso le pendici del Campidoglio, in prossimità del
cosiddetto Umbilicus Urbis, si trovava il Volcanale, un antichissimo santuario dedicato al dio Vulcano,
fondato secondo la leggenda da Tito Tazio.
Sempre al VI secolo risalirebbero la Regia, il luogo in cui il Rex sacrorum e il pontefice massimo
esercitavano la loro funzione sacrale, la Curia detta Hostilia (costruita secondo la tradizione dal reTullo
Ostilio), il tempio di Vesta a pianta circolare ed altri importanti santuari. I resti attualmente visibili di
questi edifici, appartengono però tutti a delle ricostruzioni successive.
Periodo repubblicano [modifica]
Ricostruzione del Foro prima della sistemazione di Cesare
Agli inizi del V secolo a.C. sono da ricondurre l'inaugurazione del tempio di Saturno, con l'annessa
sede dell'erario (il tesoro di Roma), ed il tempio dei Càstori (484), dedicato ai Dioscuri, Castore e
Polluce. Sempre nel V secolo (445) avvenne la consacrazione del Lacus Curtius ad opera del
ConsoleGaio Curzio Filone.
Nel IV secolo a.C. fu costruito, sul lato verso il Campidoglio, il tempio della Concordia, in
occasione dell'accordo tra patriziato e plebe, e la tribuna del Comizio fu abbellita con i Rostra, i rostri
delle navi catturate alla flotta della città di Anzio (Antium).
Una rinnovata spinta edilizia trasformò il Foro a partire dal II secolo a.C.: Silla regolarizzò lo sfondo verso
il Campidoglio costruendo sul colle il Tabularium e intorno alla piazza si ebbe la costruzione delle
quattro basiliche, destinate all'amministrazione della giustizia ed allo svolgimento degli affari
(Porcia, Emilia, Sempronia, Opimia); delle quattro basiliche la Basilica Emilia è giunta fino a noi
attraverso numerosi rifacimenti, mentre la Porcia e la Sempronia furono sostituite dalla Basilica Giulia,
costruita per ordine di Cesare e terminata sotto Augusto. Inoltre sotto Cesare si ebbe un radicale
spostamento della Curia Giulia, che al posto dell'antico rituale orientamento secondo i punti cardinali,
venne orientata secondo gli assi del contiguo Foro di Cesare. Contemporaneamente la tribuna
dei Rostra venne spostata verso il Campidoglio.
Periodo imperiale [modifica]
La sistemazione definitiva dei Fori, avviata da Cesare, venne completata sotto Augusto: la piazza
assunse una maggiore regolarità con la costruzione delle due grandi basiliche ( Emilia e Giulia) sui lati
lunghi, i nuovi Rostra sul lato della piazza in direzione del Campidoglio e il nuovotempio del Divo
Giulio, dedicato nel 29 a.C. da Augusto dopo la morte e la divinizzazione di Cesare. Il lato breve a sudovest si trovò ad essere sistemato col tempio dei Divo Giulio incorniciato dall'Arco partico di
Augusto e dal portichetto dell'Arco di Gaio e Lucio Cesari, escludendo alla vista i venerandi
monumenti della Regia e del tempio di Vesta. Questa scelta va inquadrata nel periodo "cesariano" della
politica di Augusto, prima della più prudente fase della restaurazione conservatrice.
Il Foro Romano visto dal Palatino con indicazione degli edifici intorno alla piazza
A questa nuova fase edilizia imperiale sono da ricondurre anche le ricostruzioni dei templi della
Concordia, rifatto daTiberio nel 10 a.C. quasi a voler cancellare i segni della passata stagione delle
guerre civili, e dei Castori (7 a.C.), di dimensioni grandiose e da mettere in relazioni coi fratelli Tiberio e
Druso in parallelo coi mitici fratelli Dioscuri[2]. Al 2d.C. risale l'iscrizione dedicatoria per Lucio Cesare,
figlio ed erede designato di Augusto, posta ad una estremità della Basilica Emilia: i portici antistanti la
basilica stessa erano infatti stati dedicati a Lucio e al fratello Gaio Cesare.
Alla fine la piazza ricostruita traboccava di edifici legati, nel nome o nella simbologia o nel sovvenzionamento
dei restauri, alla Gens Iulia.
Di epoca flavia è la costruzione del Tempio di Vespasiano, vicino a quello della Concordia. Al di fuori
dell'area del Foro propriamente detta fu contemporaneamente edificato l' arco di Tito, sulla Via
Sacra verso la Velia, probabilmente voluto daDomiziano, Nella stessa area, davanti alla
successiva basilica di Massenzio sono gli Horrea Vespasiani, i magazzini voluti dall'imperatore
Vespasiano, di cui rimangono solo alcuni resti.
Del II
secolo sono le costruzioni del Tempio di Antonino e Faustina, poi inglobato dalla chiesa di
San Lorenzo in Miranda. Il Tempio di Venere e Roma, costruito da Adriano, si affaccia verso la
valle del Colosseo.
Agli inizi del III
secolo fu eretto sul percorso della via Sacra l'arco di Settimio Severo.
Colonna di Foca
Sotto Diocleziano ai numerosi monumenti che allora dovevano ingombrare l'area della piazza, si
aggiunsero cinque colonne su alti basamenti in muratura, che dovevano celebrare la Tetrarchia. Nel IV
secolo fu costruita la basilica di Massenzio, terminata da Costantino I. Sotto Massenzio venne
riadattato un ingresso rotondo per il Tempio della Pace, che doveva già essere in via di abbandono, per
farne iltempio del Divo Romolo, dedicato al figlio, Valerio Romolo, morto prematuramente. A seguito
della sconfitta dell'usurpatore Magnenzio (352), il praefectus urbi Nerazio Cereale dedicò una
statua all'imperatore Costanzo II, la cui base è ancor oggi visibile a fianco dell'arco di Settimio Severo, in
direzione della Curia.
Di epoca flavia, ma restaurato nel 367, è il portico degli Dei Consenti, a ridosso del Campidoglio,
interessante testimonianza dell'ultimo paganesimo insieme all'ultima ricostruzione del tempio di Saturno.
Nel V secolo la facciata dei Rostra fu prolungata verso nord-est: la parte nuova venne costruita in mattoni
assai rozzamente, ed anche questa ornata di rostra, per fissare i quali furono praticati dei buchi ancora
osservabili. Una epigrafe,[3] su di una sola riga, riporta la costruzione da parte del praefectus
urbi, Giunio Valentino, sotto gli imperatori Leone I ed Antemio (circa 470), in occasione di una vittoria
navale contro iVandali, da cui la struttura prende il nome di Rostri vandalici.[4]
Al 608 risale l'ultimo monumento eretto nei Fori: si tratta della Colonna
delSenato romano allo scopo di onorare l'imperatore Foca.
Periodo medievale e moderno [modifica]
di Foca, posta per ordine
Il Foro Romano nel 1880.
Pianta del Foro Romano del 1904
Durante il Medioevo, benché la memoria del Foro persistesse, i suoi monumenti caddero per lo più in rovina,
decretando la cancellazione di ogni esatto ricordo topografico, o riadoperati per nuove costruzioni (l'arco di
Tito e quello di Settimio Severo sono giunti fino a noi in buone condizioni in quanto furono inglobati in
fortificazioni medioevali, benché il primo fu pesantemente ristrutturato nel XIX secolo).
Il foro si andò lentamente interrando e durante il Medioevo, utilizzato come pascoloper gli animali
domestici e come terreno seminativo, prese il nome di "Campo Vaccino", tra il Campidoglio ed
il Colosseo, dove emergevano alcune rovine.
Durante la visita a Roma di Carlo V, nell'aprile del 1536, si volle offrire al sovrano un ingresso trionfale,
facendo passare lui e il suo seguito attraverso il Foro Romano, in buona parte interrato. Il tracciato reale
della via Sacra era tuttavia allora sconosciuto e il percorso scelto per il corteo, un tracciato rettilineo tra
l'arco di Tito e l'arco di Settimio Severo, non corrispondeva affatto al percorso antico della via.
Il Foro fu riscoperto a partire dal XVI secolo nell'area, ancora conosciuta a quel tempo come Campo
Vaccino. Nei secoli successivi furono intraprese varie campagne di scavo, ma l'area fu completamente
scavata agli inizi del XX secolo.
Negli anni 1980, per la prosecuzione delle campagne di scavo, fu eliminata la via della Consolazione, che
passava tra le pendici del Campidoglio e il tempio di Saturno.
Edifici e monumenti [modifica]
Il foro romano sulla destra, sullo sfondo il
Colosseo, in basso l'isola Tiberina, da un diorama del museo della
Civiltà Romana all'EUR.
Elenco degli edifici e dei monumenti tutt'ora visibili o scomparsi nel Foro romano (in senso orario attorno la
piazza e poi allontanandosi verso sud-est):
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Tabularium
Basilica Emilia
Sacello di Venere Cloacina
Tempio di Giano
Basilica Porcia
Comizio
Rostri
Lapis Niger
Curia
 Curia Hostilia
 Curia Iulia
Basi di monumenti onorari nel Foro romano
 Base dei Decennalia
Arco di Settimio Severo
Rostra
Colonna Menia
Colonna rostrata di Gaio Duilio
Umbilicus Urbis
Miliario aureo
Volcanal
Tempio di Saturno
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Arco di Tiberio
Portico degli Dei Consenti
Tempio di Vespasiano e Tito
Tempio della Concordia
Basilica Opimia
Carcere Tulliano o Mamertino
Colonna di Foca
Lacus Curtius
Cavità della statua equestre di Domiziano
Basilica Giulia
Tempio di Augusto
Tempio dei Castori
Fonte di Giuturna
Statio aquarum (ufficio degli acquedotti)
Oratorio dei Quaranta Martiri
Gruppo di edifici domizianei nel Foro Romano
Chiesa di Santa Maria Antiqua
Horrea Agrippiana
Tempio del Divo Giulio
Arco di Augusto
Regia
Arco di Gaio e Lucio Cesari
Fornix Fabianus
Tempio di Vesta
Casa delle Vestali
Tempio di Antonino e Faustina
Necropoli del tempio di Antonino Pio e Faustina (Sepolcreto arcaico)
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 "Carcere" repubblicano (non c'è prova che si trattasse di un carcere)
 Sacra via summa
 Tempio del Divo Romolo
 Portico medievale
 Horrea piperiana
 Basilica di Massenzio e Costantino
 Arco di Tito
 Tempio di Venere e Roma
 Tracce di una casa repubblicana
 Antiquarium del Foro
 Cloaca Massima (il primo tratto si sviluppava nella zona compresa fra la basilica Emilia e la
Giulia)
La pavimentazione [modifica]
L'olivo, il fico e la vite
La prima pavimentazione del Foro romano risale al primo periodo etrusco, databile verso la fine del VII
secolo a.C. In seguito la piazza venne lastricata più volte nell'epoca repubblicana e in più punti sono state
trovate tracce di questo stadio.
Il pavimento attualmente visibile risale a una data vicina al 12 a.C. e ciò è stato provato grazie all'iscrizione
a grandi caratteri ancora visibile (sebbene in parte frutto di restauri) presso la colonna di Foca e che si
leggeva anche in un rilievo oggi ai Musei Capitolini. Vi è citato L. Naevius L. f. Surdinus pr., un
personaggio che era incaricato di dirimere i giudizi tra Romanie stranieri vissuto appunto in tale data. Il
significato da dare all'iscrizione è infatti quello di tributare il finanziatore del rifacimento della
pavimentazione[5], come avviene anche in altri casi di colonie romane (Terracina, Sepino, Veleia, ecc.).
La nuova sistemazione dovette essere resa necessaria dopo l'incendio che, sempre nel 12 a.C., distrusse
gran parte del Foro, compresa la basilica Emilia, la basilica Giulia, il tempio di Vesta e quello dei
Càstori.
Tra i Rostri e il Lacus Curtius si possono notare ampie tracce della pavimentazione precedente, di epoca
cesariana; qui è inoltre possibile vedere dei fori che danno accesso a una serie di gallerie che si estendono
sotto tutto il Foro, opera anche questa di epoca cesariana. Poiché durante gli scavi vennero alla luce resti di
attrezzature lignee di montacarichi, ciò venne messo in relazione con l'uso del Foro per spettacoli di
gladiatori effettuati in epoca repubblicana. Le aperture vennero chiuse dalla pavimentazione di Surdinus e
proprio in quegli anni veniva costruito il primo anfiteatro stabile nel Campo Marzio (l'anfiteatro di
Statilio Tauro).
La colonna di Foca, ultimo monumento a venire eretto nella piazza del Foro, ci conferma come nel
livello del calpestio fosse ancora quello dell'età augustea.
608 il
Davanti ai Rostri si trova una zona quadrata non pavimentata: qui si trovavano gli alberi simbolici del fico,
l'olivo e la vite, ripiantati in epoca recente. Qui poteva trovarsi anche la statua di Marsia, rappresentata
al centro del Foro nei rilievi traianei dentro la Curia Iulia.
Un'area trapezoidale vicino all'iscrizione di Surdunus ha una pavimentazione a livello più basso, che
corrisponde a quella di epoca cesariana e, in alcuni punti, lascia intravedere quella ancora più antica in
blocchi di tufo. Qui, verso est, un dodecagono in cappellaccio (tufo friabile) sorregge un basamento
circolare, con un'apertura al centro, che doveva essere un pozzo, molto probabilmente il Lacus Curtius.
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