Università degli Studi di Siena SCUOLA DI DOTTORATO DI RICERCA IN SCIENZE CHIMICHE A/A 2011-2012 CICLO XXVII Dottorando: Dr. Giannotti Luca Tutor proposto: Prof. M. Taddei Titolo del progetto di ricerca: Nuove molecole selettive per il controllo della modulazione epigenetica Dopo la risoluzione del genoma umano, è apparso chiaro che, per governare le molteplici funzioni dell’organismo, fosse necessario un ulteriore livello di informazione. Questo livello di informazioni è detto “epigenetica” ed indica le alterazioni ereditarie dell’espressione genica non attribuibili a modifiche del codice genetico.1 I processi molecolari che definiscono il “codice epigenetico” ad oggi noti sono la metilazione e idrossimetilazione non codificata di RNA e DNA e le modifiche post-traslazionali degli istoni e di altre proteine. 2 Tra le trasformazioni più importanti c’è l’acetilazione/deacetilazione dei residui di lisina degli istoni e di altre proteine coinvolte in tutti i processi correlati con l’espressione genica. 3 Proprio per questa ragione le modulazioni epigenetiche determinano variazioni nell’espressione dei geni e sono quindi associate con numerose patologie quali tumori, depressione ed altri tipi di malattie neurodegenerative.4 Tra gli enzimi coinvolti nella modulazione epigenetica, l’istone deacetilasi (HDAC) gioca un ruolo fondamentale, sia per quanto riguarda le modifiche del core istonico della cromatina che per la sua capacità di deacetilare anche altre proteine coinvolte nei processi di tumorogenesi come la tubulina o HSP90.5 Sono state identificate 4 diverse classi di HDAC di cui 3 contenenti Zn (Classe I: HDAC1, 2, 3 e 8; Classe IIa: HDAC4, 5, 7 e 9; Classe IIb: HDCA6 e 10; Classe IV: HDAC11) ed una che comprende una serie di enzimi che dipendono da NAD+ e che sono detti Sirtuine (Classe III).6 Anche se recentemente alcuni inibitori di HDAC hanno raggiunto il mercato farmaceutico, sono state numerose le difficoltà incontrate durante lo studio nelle fasi cliniche. Tale difficoltà è stata imputata alla mancanza di selettività, che può essere originata dal fatto che l’ottimizzazione delle strutture è realizzata attraverso studi SAR o modeling su enzimi isolati 7 senza tener conto dell’influenza sull’ attività in vivo esercitata dalla formazione dei complessi proteici.8 Per superare questo problema, in questo progetto si propone la preparazione di molecole con design innovativo che dovrebbero svolgere la loro funzione attraverso l’alterazione dei processi di formazione e funzionamento dei complessi proteici. In tal modo dovrebbe essere possibile accedere ad una serie di molecole capaci di modulare il processo epigenetico in maniera selettiva agendo sui complessi e sulla possibilità di deacetilare proteine diverse dagli istoni. Da uno studio di modeling e di analisi delle strutture cristallografiche di alcuni istoni, è stata evidenziata la presenza di un secondo ione Zinco in alcune isoforme di HDAC presenti nei complessi. Dovranno quindi essere sintetizzate una serie di molecole in grado di interagire non solo con l’atomo di Zinco presente nel sito enzimatico di HDAC (per il quale sono ben note le caratteristiche strutturali ed elettroniche richieste), ma anche con il secondo atomo di Zinco, presente solamente in alcune isoforme, che riveste un ruolo strutturale ed è coinvolto nella formazione dei complessi multiproteici responsabili dell’effettivo funzionamento delle diverse isoforme.9 In un precedente studio preliminare sono state sintetizzate una serie di molecole basate sulla struttura del SAHA al quale era stata aggiunto, attraverso uno spaziatore, un secondo gruppo legante per lo Zinco con l’obiettivo di bloccare entrambe i siti metallici. Le molecole preparate avevano una struttura generale del tipo 1 o 2 nello schema seguente. Effettuando però test di selettività sulle varie isoforme isolate di HDAC non si sono riscontrati effetti di attività, specialmente se confrontati con i valori delle molecole di riferimento con X = CH3. Per questa ragione, in questo progetto si propone di partire da molecole che presentano di per se una certa attività e di verificare se l’introduzione del secondo “braccio” legante possa migliorarne l’attività. Come modelli verranno presi in considerazione una serie di lattoni precedentemente sviluppati in Sigma-tau (strutture 3) che risultano sia discretamente citotossici (IC50 su cellule H460 = 2.5 µM) che particolarmente selettivi su HDAC di classe I (selettività media I/II > 100) e lo scheletro di base di LAQ824, un prodotto Novartis molto potente ma poco selettivo (strutture 4).10 Per entrambi gli scaffolds molecolari verranno introdotti dei gruppi leganti X del tipo ammina, guanidina, alcole, tiolo o acido idrossamico con uno spaziatore di dimensioni diverse per poter modulare correttamente il raggiungimento del secondo atomo di Zinco (ione strutturale). Si prevede pertanto la preparazione di una collezione di 10-30 molecole diverse da testare sia a livello di citotossicità sia a livello di interazione con il complesso proteomico. All’identificazione di un possibile hit tra la prima serie di molecole preparate, seguirà l’ottimizzazione con variazioni sia sullo scheletro strutturale di riferimento che sullo spacer e sui gruppi leganti, utilizzando principalmente lo strumento del modeling computazionale e del docking sulle strutture dei singoli HDAC e (possibilmente) sui complessi. In tal modo dovrebbe essere possibile ottenere molecole particolarmente selettive per HADC di classe I in grado di modulare eventuali manifestazioni epigenetiche associate a tumori alla prostata, tumori gastro-rettali e tumori al polmone, tutte patologie nelle quali la sovraespressione di HDAC1, 2 e 3 è ben documentata.11 1 Gottschling, D. E. Cold Spring Harb. Symp. Quant. Biol. 2004, 69, 507. Handel, A. E.; Ramagopalan, S. V. Genetics, 2009, 182, 1397. 3 Bile, M.; Wascholowski, V.; Giannis, A. Angew. Chem. Int. Ed. 2005, 44, 3186. 4 Kalin, J.H.; Vincent, K.; Kozikowski, A. P. Curr. Opin. Chem. Biol. 2009, 13, 263 5 Hubbert C, et al. Nature 2002, 417, 455. Bali P., et al. J Biol Chem 2005, 280, 26729. 6 Gregoretti, I.V., Lee, Y.M.; Goodson, H.V. J. Mol. Biol. 2004, 338,17. 7 Bolden, J.E.; Peart, M.J.; Johnstone, R.W.; Nat. Rev. Drug Discov. 2006, 5, 769. 8 Bantscheff, M. et al Nature Biotech. 2011, 29, 255. 9 Fiener, R. Curr. Top. Med. Chem. 2009, 9, 235. 10 Cho, Y. S. et al. J. Med. Chem. 2010, 53, 2952. 11 Bertrand, P. Eur. J. Med. Chem. 2010, 45, 2095. 2