Termoregolazione e febbre 2016 Geografia

TERMOREGOLAZIONE
Variazioni della temperatura corporea
• I mammiferi sono OMEOTERMI
ó mantengono la T entro limiti costanti (nell’uomo
37°C + 1° C)
óesistono meccanismi di termoregolazione
• Altri animali (pesci, rettili) sono
POICHILOTERMI
ó T corporea = T ambientale
Variazioni fisiologiche
nell’uomo
• Diurne
– 36.5 -37.0°C la mattina
– + 0.5 /0.7 °C la sera
• Condizioni di aumentato metabolismo
– es: esercizio fisico prolungato, digestione.
• Ciclo mestruale nella donna in età fertile
– Ovulazione: + 0.5-0.6°C
Termoregolazione
Temperatura viscerale
costante (circa 37 gradi)
(omeotermia)
Temperatura cutanea e
estremità variabile
(poichilotermia)
La distribuzione del calore
nell’organismo
Il sistema circolatorio distribuisce a tutto
l ’ organismo il calore prodotto negli organi
metabolicamente attivi, e disperde il calore
attraverso i vasi cutanei superficiali, la cui
portata è sotto controllo dei centri ipotalamici.
Termoregolazione
La termoregolazione è la capacità
dell’organismo di mantenere costante la
temperatura
corporea
nonostante
variazioni di quella ambientale
E’ una condizione di equilibrio osmotico
tra la quantità di calore prodotta
dall’organismo (termogenesi) e la quantità
da esso perduta (termodispersione)
Meccanismi di controllo della
temperatura corporea
Calore
Termogenesi
Termodispersione
Termoregolazione
• meccanismi che permettono all'organismo di
mantenere costante la temperatura corporea.
↓ temperatura corporea
↑ temperatura corporea
sistemi di produzione di calore
(Termogenesi)
meccanismi di dispersione del
calore (Termodispersione)
L'equilibrio di tali processi viene controllato dal centro
termoregolatore ipotalamico (situato nella regione preottica
dell'ipotalamo anteriore), che è in grado di elaborare le informazioni
provenienti dalla periferia e di fornire le risposte adeguate.
La termogenesi
Il calore prodotto dall ’ organismo è la risultante del
calore prodotto da ogni singola cellula.
L’energia chimica degli alimenti è immagazzinata in ATP.
Dal consumo di ATP, catalizzato dall’ATPasi, si genera
lavoro (muscolare, trasporto attivo, sintesi di molecole,
ecc.) e calore.
La produzione di calore a digiuno e in condizioni di riposo
fisico e psichico è detta metabolismo basale ed è di
circa 1400-1800 calorie al giorno, cioè circa 70 calorie
per ora.
La termodispersione
In condizioni fisiologiche la qualità di calore
prodotto è pari a quella del calore perduto.
Il calore viene eliminato attraverso:
•Evaporazione
del
sudore
(perspiratio
insensibilis)
•Aria espirata
•Via digerente
•Via urinaria
TERMODISPERSIONE
1.
CONDUZIONE: è necessario il contatto fisico affinchè il
calore si disperda dal corpo a temperatura più alta verso il
corpo a temperatura più bassa.
E’ unidirezionale
2.
CONVEZIONE: movimento diretto, naturale o forzato, di
particelle aventi temperatura diversa (gas e fluidi che
circondano la superficie cutanea)
3.
IRRAGGIAMENTO: trasferimento di energia termica
tramite onde elettromagnetiche infrarosse. Non necessita
di contatto fisico. Dipende non solo dalla differenza di
temperatura ma anche dall’estensione della superficie
cutanea
4.
EVAPORAZIONE: passaggio dell’acqua dallo stato liquido
a quello aeriforme (sudore). Non necessita di differenza di
temperatura tra due corpi. L’unico ostacolo è
l’UMIDITA’. La sudorazione è sotto il controllo del SNC.
Perdita di calore
• Velocità di trasferimento del calore dalla
pelle all’ambiente circostante
Sudorazione
Perspiratio insensibilis
Raggi infrarossi
Da molecola a
molecola
Processo
autolimitato
Per spostamento di molecole
Wind chill
Conduzione diretta
Capacità calorica
Abbigliamento (zona privata)
Fluidi a maggior conducibilità
Meccanismi di termoregolazione
Termogenesi
Termodispersione
-Vasocostrizione
-Riduzione della
frequenza respiratoria
-Brivido
-Vasodilatazione
-Incremento della
frequenza respiratoria
-Sudorazione
RISPOSTE TERMOREGOLATRICI
Pelle
Caldo: temperatura centrale >
temperatura “termostato”
ipotalamico
Freddo: temperatura centrale <
temperatura “termostato”
ipotalamico
v
Vasodilatazione
Sudorazione
Vasocostrizione
Orripilazione
FEBBRE
LA FEBBRE
• Condizione fisiopatologica caratterizzata
da un innalzamento della temperatura
corporea sopra la norma non causata da
variazioni della temperatura ambiente.
METODI DI DETERMINAZIONE
- Termometro a mercurio
- Cute ben asciutta senza sudore
- Non applicare borse calde o fredde
- Non dopo esercizio fisico o assunzione di cibo
- Sede di determinazione:
ascellare o inguinale;
rettale (preferibile nel piccolo sia per la rapidità
che per la maggiore attendibilità, in quanto
più aderente alla temperatura interna)
- Durata opportuna (7 minuti per l'ascellare-inguinale;
1 minuto per la rettale)
COME misurare la febbre
T. a mercurio
-Preciso
-Affidabile
-Basso costo
-Uso in diverse sedi
-Tempo di mis. lungo
-Pericolo di rottura
T. a infrarossi
-Tempo di mis. breve
-Gradito da genitori e
bambino
-Sicuro
- Precisione non elevata
T. Elettronici
-Tempo di mis. breve
-Uso in diverse sedi
- Meno preciso dei t. a
mercurio
Strisce
reattive
-Tempo di mis. breve
-Atossici
-Infrangibili
- Scarsa precisione
FEBBRE
Microrganismi:
Prodotti microbici:
Virus
Endotossine
Batteri
Esotossine
Spirochete
Polissacaridi
fungini
Funghi
Malattie immunitarie
Traumi meccanici
Agenti
infiammatori:
Sali biliari
Cristalli acido
urico
Cristalli silice
neoplasie
Componenti del
complemento
(C5a)
Emolisi
Trombosi
Embolie
Malattie metaboliche (gotta, diabete)
Patogeno
(pirogeno esogeno)
Risposta Infiammatoria
Produzione citochine
(pirogeno endogeno)
Produzione PGE2:
effetto sui centri regolatori
Aumento temperatura di
riferimento
PIROGENI
• Definizione: molecole capaci di aumentare la
T corporea
• Il loro effetto è indiretto
– Mediato in particolare da citochine pirogeniche
• Pirogeni esogeni
– Di origine batterica: liposaccaride endotossico dei
batteri Gram neg, tossine degli Stafilococchi aurei
– Altri: sostanze liberate in caso d’infezione virale
• Pirogeni endogeni
– Di origine cellulare: liberati durante il processo di
necrosi cellulare (elementi della cromatina, ATP, ADP,
frammenti di membrana plasmatica)
I vari tipi di febbre
2 parametri essenziali
• L’intensità
• L’andamento
CLASSIFICAZIONE DELLA FEBBRE
IN BASE ALL'INTENSITA’
Temp. subfebbrile
37 - 37.4
Febbricola
37.5 - 37.9
Febbre moderata
38 - 38.9
°C
Febbre elevata
39 - 39.9
°C
Iperpiressia
> 40
°C
°C
°C
ANDAMENTO DELLA FEBBRE
1. FASE DEL RIALZO TERMICO O PRODROMICA:
oggettiva sensazione di freddo ed eventuale comparsa
del brivido, e riscontro obiettivo di pallore cutaneo per
la vasocostrizione Aumento della termogenesi e
riduzione della termodispersione
2. FASE DEL FASTIGIO (o ACME): la termoregolazione
si è aggiustata a un livello più alto e la TC resta
abbastanza costante. Manca la sensazione di freddo e il
brivido
2. FASE DELLA DEFERVESCENZA: sensazione di caldo e
abbassamento della TC
La caduta della febbre può avvenire
-bruscamente (per CRISI)
-gradualmente (per LISI)
ASCESA:
temperatura
Termodispersione
diminuisce:
vasocostrizione
Termogenesi aumenta:
contrazione muscolare,
aumento del metabolismo
PALLORE
FREDDO
CONTRAZIONE
MUSCOLI ERETTORI
DEI PELI
BRIVIDI
FASTIGIO:
Temperatura si arresta
VASODILATAZIONE
DEFERVESCENZA:
temperatura
VASODILATAZIONE
SUDORAZIONE
CRISI
(rapida)
LISI
(lenta)
Tipi di febbre
Tipi di febbre: il rialzo termico febbrile assume andamenti caratteristici a
seconda delle cause.
Febbre continua: si mantiene sempre al di sopra dei 37°C nonostante le
oscillazioni giornaliere (tifo ¬ Salmonella Typhi)
Febbre remittente: la temperatura rimane sempre al di sopra di 37°C anche se
nel corso della giornata si hanno variazioni molto alte –anche un grado(febbre settica-setticemia)
Febbre intermittente: si hanno dei picchi ipertermici alternati a
fasi (ore o giorni) di apiressia (assenza di febbre): nella
malaria a seconda dell’agente eziologico (plasmodium) si ha
una febbre quotidiana, terzana (febbre il primo giorno,
apiressia il secondo e febbre il terzo) o quartana (febbre il
primo giorno, apiressia per due giorni e febbre il quarto)
Febbre malarica
Febbre ondulante: si hanno cicli febbrili e afebbrili che durano
vari giorni con passaggio graduale (per lisi) dagli uni agli altri
(brucellosi)
Febbre ricorrente: come sopra ma il passaggio fra una fase è
l’altra e per crisi (linfoma di Hodgkin)
Sintomi e segni associati alla
febbre
• Sintomi sistemici: cefalea, artralgie, mialgie,
malessere generale
• Brividi, accompagnati da battito dei denti e
scuotimento nel letto (rari nelle viremie, più frequenti
nelle batteriemie, nei linfomi e nelle vasculiti)
• Sudorazione
• Modificazione dello stato mentale (ottundimento,
irritabilità, delirio soprattutto nei pazienti anziani)
• Convulsioni (nei neonati e nei bambini con meno di 5
aa)
• Herpes labialis da slatentizzazione del virus
EFFETTI DELLA FEBBRE SU ORGANI E APPARATI:
•
•
•
•
•
SISTEMA CARDIOCIRCOLATORIO:
-prevalenza del sistema neurovegetativo simpatico che induce
vasocostrizione (nel periodo prodromico). Vasodilatazione nel
periodo della defervescenza
-tachicardia circa 8-10 battiti al minuto oltre la frequenza di
base, per ogni grado di temperatura al di sopra dei 37°C.
APPARATO RESPIRATORIO: polipnea /tachipnea (aumento
degli atti respiratori nell’unità di tempo)
APPARATO DIGERENTE: disappetenza, nausea e talora vomito
SNC: torpore, astenia, dolore muscolare
A cosa serve la febbre?
Si tratta di una risposta (molto costosa in
termini energetici) mantenuta durante
tutta l’evoluzione quindi deve certamente
servire a qualcosa!
ü Alcuni
microrganismi
muoiono
a
temperature raggiunte durante la febbre
(spirochete > 41°C; pneumococchi
40°C), quindi almeno nelle infezioni
sembra essere utile;
ü La
funzionalità
dei
leucociti
è
fortemente aumentata (mobilità per es)
dall’aumento della temperatura;
ü la efficacia del TNF nell’uccidere le
cellule tumorali è aumentata.
E’ utile curare la febbre?
Le febbri superiori ai 40-41°C sono
generalmente pericolose.
Problemi che la febbre comporta:
1. Accelerazione dei processi catabolici (calo
ponderale, negativizzazione del bilancio d’azoto)
2. Riduzione dell’acutezza mentale fino al delirium o
allo stato stuporoso
3. Convulsioni febbrili nei bambini
4. Rischio di anomalie fetali se la TC supera i 37,8°C
nel primo trimestre di gravidanza
TERAPIA DELLA FEBBRE
EZIOLOGICA: antibiotici, cortisonici
SINTOMATICA:
a) TERAPIA FISICA : borse di ghiaccio, spugnature con acqua
e alcool, poche coperte, ADEGUATA IDRATAZIONE
b) ANTIPIRETICI:
1)ACIDO ACETIL-SALICILICO (Aspirina, Cemirit, Bufferin)
alla dose di 10-20 mg/Kg/dose ripetibile
2) ACETIL-SALICILATO DI LISINA (Flectadol, Aspegic)
3) PARACETAMOLO (Tachipirina, Puernol) alla dose di
10 mg/Kg/dose ripetibile (dopo 4-6 ore); puo' essere
associato ai precedenti, ma l'effetto antipiretico è lo stesso,
anche se forse un pò più prolungato (6 ore).
4) PIRAZOLONICI (Novalgina, Causith)
PATOGENESI GENERALE DELLA
FEBBRE
NECROSI
INFEZIONE
PIROGENI
endogeni
esogeni
PGE2
IPOTALAMO
Attivazione della neotermogenesi
vasocostrizione
risposte
neuroendocrine
brividi