Lenti a Contatto - Contact lenses Novembre 2012, volume XIV, numero 3 Secchezza oculare: la madre di tutti i discomfort Lenti a contatto morbide toriche. A che punto siamo? Approccio correttivo della presbiopia nei portatori di lenti a contatto. Cosa è cambiato negli ultimi 20 anni in Italia L’orientamento al cliente. L’alchimia della fedeltà Allergie e lenti a contatto. Cosa i tuoi portatori muoiono dalla voglia di sapere Immagini di lac Tips & tricks In libreria Convegno A.I.LAC - Roma, 16 settembre 2012 IX Congresso Nazionale S.OPT.I.: interventi di altissimo livello per un’optometria sempre più multidisciplinare con il patrocinio di AIR OPTIX ™ AQUA MULTIFOCAL Visione chiara e nitida ad ogni distanza* Una naturalezza che si sente e si vede VISIONE SUPERIORE per i tuoi PRIMI PRESBITI1 APPLICAZIONI DI SUCCESSO per te. • Precision Profile Lens Design per una visione chiara e nitida a tutte le distanze* e un passaggio graduale da vicino a lontano2. • Sistema di lenti a 3 addizioni per applicare con successo già ai primi presbiti e per accompagnarli gradualmente attraverso i vari stadi della presbiopia. 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A confronto con la principale lente multifocale in silicone idrogel del mercato, basato su valutazioni soggettive tra primi presbiti. 2. cIBA VISION, data on file, 2008. 3. cIBA VISION, data on file, 2008. AIR OPTIX™, cIBA VISION e il logo cIBA VISION sono marchi registrati di Novartis AG. © 2008 cIBA VISION, A Novartis company 2008-255-12717 cVI_12080507 Lenti a Contatto - Contact lenses Novembre 2012, volume XIV, numero 3 Sommario Editoriale Luigi Lupelli Secchezza oculare: la madre di tutti i discomfort pag. 59 Articoli Luigi Lupelli Approccio correttivo della presbiopia nei portatori di lenti a contatto. Cosa è cambiato negli ultimi 20 anni in Italia pag. 60 Jayne Schofield, Andrew Elder Smith Allergie e lenti a contatto. Cosa i tuoi portatori muoiono dalla voglia di sapere pag. 65 Jayne Schofield Lenti a contatto morbide toriche. A che punto siamo? pag. 68 Silva Tiranti L’orientamento al cliente. L’alchimia della fedeltà pag. 73 World Sight Day Challenge pag. 76 Congressi: cronaca Laura Boccardo Convegno A.I.LAC - Roma, 16 settembre 2012 pag. 78 Laura Boccardo IX Congresso Nazionale S.OPT.I.: interventi di altissimo livello per un’optometria sempre più multidisciplinare pag. 80 Rubriche Fabrizio Zeri Immagini di Lac Laura Boccardo TIPS & TRICKS Laura Boccardo In libreria pag. 83 pag. 85 pag. 86 con il patrocinio di Lenti a Contatto - Contact lenses Novembre 2012, volume XIV, numero 3 Lenti a contatto Contact lenses Codirettori scientifici L. Lupelli (Roma), N. Pescosolido (Roma) Comitato scientifico L. Boccardo (Vinci), A. Calossi (Firenze), O. De Bona (Belluno), R. Fletcher (London), A. Fossetti (Vinci), P. Gheller (Bologna), M. Lava (Roma), S. Lorè (Roma), A. Madesani (Forte dei Marmi), S. Maffioletti (Bergamo), L. Mannucci (Padova), U. Merlin (Rovigo), G. Montani (Lecce) M. Pastorelli (Novi Ligure), M. Rolando (Genova), A. Rossetti (Cividale del Friuli), C. Saona (Barcelona), L. Sorbara (Waterloo), M. Zuppardo (Roma), F. Zeri (Roma) Ringraziamenti Si ringraziano A.I.LAC e S.OPT.I. per la collaborazione scientifica Comitato editoriale D. Giglioli (Milano), E. Ferrante (Milano) M. Lava (Roma) Segreteria C. Trussardi viale Giulio Richard 1 - 20143 Milano tel. 02.81803446 e-mail: [email protected] Nome della rivista LAC Direttore responsabile Marica Lava Proprietario testata Publicomm Srl Editore Publicomm Srl Via Cimarosa 55R - 17100 Savona Tiratura Quadrimestrale, 32 pagine Tipografia Ingraph S.r.l. Via Bologna 104/106 - 28831 Seregno (MB) Registrazione Tribunale Savona, n. 7/12 del 30/08/2012 Numeri arretrati Presso la segreteria 58 Luigi Lupelli Università degli Studi Roma Tre Dipartimento di Fisica - Ottica e Optometria Circa una persona su tre accusa sintomi di secchezza oculare1 e, fattore più interessante per noi, i portatori di lenti a contatto (lac) riportano sintomi di secchezza oculare cinque volte di più in confronto ai portatori di occhiali2. Inoltre 1/5 dei portatori di lac che accusa sintomi di secchezza oculare è costretto a ridurre il tempo d’uso delle lac o addirittura a rinunciarvi2-3. La stratificazione del film lacrimale sopra e sotto la lac è cruciale per mantenere idratate e lubrificate le superfici sia della lac (la “nuova cornea”), che dell’epitelio corneale. Però la lac sembra fare un dispetto al film lacrimale separandolo in due porzioni ambedue più sottili del film lacrimale primario. Ciò favorisce sia l’evaporazione del film lacrimale pre-lac che la pervaporazione del film lacrimale post-lac4. Praticamente la lac agisce da fattore di stress per il film lacrimale che, in alcuni soggetti, è determinante per favorire l’insorgenza di sintomi di secchezza oculare. Con l’uso delle lac in silicone idrogel i sintomi di secchezza oculare paiono ridotti per effetto, probabilmente, del minore tasso di disidratazione, sia negli studi in vitro5 che in quelli in vivo6, che caratterizza il materiale. Nonostante ciò il problema del comfort non è stato ancora risolto anche con l’uso delle lac in silicone idrogel. Un fattore che viene sempre maggiormente considerato dalla ricerca è l’attrito che si può instaurare durante l’ammiccamento. Tale parametro può essere quantificato tramite il coefficiente di frizione che considera lo scivolamento di un corpo solido, come ad esempio una lac, al di sopra di un altro corpo solido, come ad esempio la cornea o il margine palpebrale. Ma come è accaduto in passato per l’angolo di bagnabilità o per il valore di permeabilità dell’ossigeno, in letteratura sono riportati valori diversi per il coefficiente di frizione per la medesima lac. Ciò perché, al momento, non sembra disponibile alcuno standard procedurale per la misura del coefficiente di frizione degli idrogel, tenendo anche presente che una lac, prima di essere applicata, si trova prima immersa in una soluzione che tale coefficiente contribuisce a cambiare e inoltre, poi, è destinata a 59 Lac - Lenti a contatto 2012; 14: 59 essere applicata sulla superficie oculare dove la composizione lacrimale e gli epiteli del margine palpebrale e della cornea giocano un ruolo rilevante. Considerando i limiti attuali delle misure di attrito che oggi sono eseguite in-vitro e con i protocolli più disparati, quali strumenti ha l’applicatore di lac per comprendere le interazioni tra la superficie oculo-palpebrale e le superfici della lac? Almeno due test di superficie, meglio se usati insieme, sono considerati indici di attrito e quindi con capacità predittive per la presenza di secchezza oculare indotta da lac: la valutazione della presenza di staining da verde di lissamina sul wiper palpebrale superiore (nota con l’acronimo LWE -lid wiper epitheliopathy-) e la presenza di pieghe congiuntivali parallele al margine palpebrale (nota con l’acronimo LIPCOF -lid parallel conjunctival epithelial folds-)7-8. La nostra rivista approfondirà queste procedure nel prossimo numero, ma credo sia rilevante sottolineare che oggi la tecnologia contattologica ci mette a disposizione lac morbide che paiono essere caratterizzate da materiali e superfici “più intelligenti”. Tali materiali riescono a mimare la superficie oculare con l’obiettivo di mantenere elevato il comfort, minimizzando sintomi e segni di secchezza oculare, non soltanto nei primi momenti di uso ma per l’intera giornata. Bibliografia 1. Schaumberg DA, Sullivan DA, Buring JE, Dana MR. Prevalence of dry eye syndrome among US women. Am J Ophthalmol 2003; 136:318-26 2. Nichols JJ, Ziegler C, Mitchell GL, Nichols KK. Self-reported dry eye disease across refractive modalities. Invest Ophthalmol Vis Sci 2005; 46:1911-1914 3. Nichols JJ, Sinnott LT. Tear film, contact lens, and patient-related factors associated with contact lens-related dry eye. Invest Ophthalmol Vis Sci 2006; 47:1319-1328 4. Mathers W. Evaporation from the ocular surface. Exp Eye Res 2004; 78:389-394 5. Jones L, May C, Nazar L, Simpson T. In vitro evaluation of the dehydration characteristics of silicone hydrogel and conventional hydrogel contact lens materials. Contact Lens Anterior Eye 2002; 25:147-156 6. Efron N, Morgan PB. Hydrogel contact lens dehydration and oxygen transmissibility. CLAO J 1999; 25:148-151 7. Pult H, Purslow C, Berry M, Murphy PJ. A novel method to predict the dry eye symptoms in new contact lens wear: relationship and predictive potential. Optom Vis Sci 2009; 86:E1042–E1050 8. Pult H, Purslow C, Murphy PJ. The relationship between clinical sign and dry eye symptoms. Eye 2011; 25:502-510 E DITORIA L E SECCHEZZA OCULARE: LA MADRE DI TUTTI I DISCOMFORT APPROCCIO CORRETTIVO DELLA PRESBIOPIA NEI PORTATORI DI LENTI A CONTATTO. COSA È CAMBIATO NEGLI ULTIMI 20 ANNI IN ITALIA Luigi Lupelli Università degli Studi Roma Tre, Facoltà di Scienze MM FF NN - Dipartimento di Fisica - Ottica e Optometria Sommario È stato approntato un sondaggio rivolto a contattologi che svolgono la loro attività in Italia. In 116 hanno risposto alla seguente domanda: “Se un portatore di lenti a contatto (lac) diviene presbite cosa consiglia, in generale, come prima scelta per risolvere il problema visivo, continuando ad utilizzare le lac?”. A differenza di sondaggi similari eseguiti nei venti anni precedenti, le lac multifocali rappresentano l’opzione più frequentemente consigliata (64%). L’opzione della correzione con lac monofocali in monovisione è consigliata nel 5%, mentre la correzioni con occhiali è consigliata nel 31%. Appare evidente che i contattologi italiani hanno percepito che questo è un momento cruciale che può rappresentare una svolta nella scelta dell’approccio privilegiato di correzione della presbiopia con lac. Ciò sia perché le lac multifocali sono notevolmente migliorate rispetto a quelle disponibili negli anni passati, sia perché l’incremento del numero dei presbiti rappresenta una notevole opportunità per ampliare il mercato delle lac, sia perché le richieste visive a distanza prossimale stanno aumentendo. PAROLE CHIAVE: presbiopia, lenti a contatto multifocali, monovisione Ricevuto il 21 settembre 2012; accettato l'8 ottobre 2012. Il numero dei presbiti sta progressivamente crescendo. Nei Paesi più longevi come Giappone e Italia è previsto che nel 2020 i presbiti saranno circa il 65% della popolazione! All’incremento della popolazione dei presbiti, dovuto al fenomeno dell’invecchiamento globale, si associa un altro elemento interessante, quello del progressivo incremento delle richieste visive a distanza prossimale che caratterizza la nostra epoca dove i “grandi” display dei computer a distanze intermedie, i “piccoli” display dei computer a distanza di lettura, degli smartphone o dei navigatori si stanno insinuando negli ambienti di lavoro, della casa e dell’automobile. È naturale che tali previsioni abbiano solleticato l’interesse della ricerca, in particolare della ricerca industriale, per la produzione di prodotti, come i mezzi correttivi per la presbiopia, necessariamente utilizzati in questa fascia di età. Sono stati investiti, quindi, notevoli capitali per migliorare la tecnologia delle lenti oftalmiche multifocali, ma principalmente delle lenti a contatto (lac) e delle procedure chirurgiche. Anche nel panorama della letteratura scientifica, tecnica e clinica si osserva che gli articoli che trattano il tema della correzione della presbiopia sono progressivamente aumentati. Ad esempio Contact Lens Spectrum, l’unica rivista di contattologia in lingua inglese che pubblica regolarmente dei supplementi, nel 2012, nel periodo che va da gennaio a settembre, ne ha presentati quattro su undici, dedicati completamente alla correzione della presbiopia con lac (www.clspectrum.com). Nonostante ciò in un recente sondaggio eseguito in diversi Paesi, nei cinque continenti, è emerso che la correzione della presbiopia con lac è una pratica sottoutilizzata1. In molti casi i presbiti non sono a conoscenza di tale possibilità e ciò fa ritenere che, tra l’altro, è pure carente un approccio propositivo da parte dei professionisti dell’eye care sulle modalità di correggere la condizione dei loro clienti tramite l’applicazione di lac. L’esperienza italiana nel passato In un sondaggio eseguito in Italia nel 1993 (pubblicato nel 1996)2, riferito all’approccio correttivo 60 Luigi Lupelli - Lenti a contatto 2012; 14: 60-64 A RT IC OL O Approccio correttivo della presbiopia nei portatori di lenti a contatto. Cosa è cambiato negli ultimi 20 anni in Italia n: 40 87,5% 12,5% 0% OCCHIALI OCCHIALI LAC IN MONOVISIONE LAC.IN.MONOVISIONE LAC MULTIFOCALI MULTIFOCALI Figura 1 Risultati di un sondaggio eseguito in Italia nel 1993, tramite comunicazione telefonica rivolta a 40 contattologi, riferito all’approccio correttivo che in prima analisi viene proposto ai già portatori di lac che raggiungono l’età della presbiopia (Lupelli, 1996)2. n: 47 64% 13% OCCHIALI OCCHIALI LAC IN MONOVISIONE MONOVISIONE che in prima analisi viene proposto ai già portatori di lac che raggiungono l’età della presbiopia, risultò che l’88% era rappresentato dalla correzione con occhiali (Fig. 1). Dieci anni più tardi, un sondaggio con gli stessi scopi anche se con un diverso metodo di selezione del campione, è stato eseguito da Calossi3, che mise in evidenza che era sempre la correzione con occhiali (circa 2/3 del campione) l’approccio di gran lunga privilegiato (Fig. 2). 61 Luigi Lupelli - Lenti a contatto 2012; 14: 60-64 23% LAC MULTIFOCALI MULTIFOCALI Figura 2 Risultati di un sondaggio eseguito in Italia nel 2003, tramite email inviata ad un gruppo di discussione di optometria, riferito all’approccio correttivo che in prima analisi viene proposto ai già portatori di lac che raggiungono l’età della presbiopia. Hanno risposto 47 contattologi (Calossi, 2003)2. L’esperienza italiana attuale Da maggio ad agosto del 2012 è stato eseguito, in Italia, un nuovo sondaggio rivolto ai contattologi italiani, facendo attenzione a distribuire i contatti in maniera equanime in modo da rappresentare le varie regioni geografiche. Il campione è stato selezionato utilizzando una somma di procedure diverse: email, “voting system”, contatto telefonico o domanda effettuata direttamente. Gli indirizzi email sono stati Approccio correttivo della presbiopia nei portatori di lenti a contatto. Cosa è cambiato negli ultimi 20 anni in Italia SONDAGGIO PER APPLICATORI DI LENTI A CONTATTO Se un portatore di lenti a contatto diviene presbite cosa consiglia (in generale) come PRIMA SCELTA per risolvere il problema visivo continuando ad utilizzare le lenti a contatto? Rispondere facendo riferimento agli ultimi 5 portatori di lac che sono divenuti presbiti Lac monofocali + Occhiali per vicino Lac monofocali in Monovisione Lac multifocali (con o senza monovisione associata) Tabella 1 Domanda formulata ad applicatori di lenti a contatto sulla correzione della presbiopia in ametropi già portatori di lenti a contatto. VERBALE 19% V0TING SYSTEM 35% selezionati in maniera casuale, principalmente attraverso un’indagine con motori di ricerca. Il metodo del “voting system” è stato posto in atto durante corsi di aggiornamento in contattologia rivolti a ottici e optometristi. Va sottolineato che tale procedura è l’unica che permette al contattologo intervistato di mantenere l’anonimato. Nella tabella 1 è riportata la comunicazione che è stata formulata e inviata ai potenziali partecipanti del sondaggio. È stato premesso che tale sondaggio era limitato a professionisti che dedicano parte della loro attività all'applicazione delle lac. Risultati Nella figura 3 sono riportate le percentuali delle risposte ottenute con le varie procedure, accomunando le risposte telefoniche e quelle effettuate vis a vis in un unico gruppo denominato “verbale”. Nella figura 4 sono riportate le percentuali del totale delle risposte ricevute senza considerare la procedura di proposizione della domanda. Appare evidente che soltanto il 31% degli intervistati consiglia EMAIL 46% Figura 3 Percentuali dei contatti ottenuti con le varie procedure accomunando le risposte telefoniche e quelle effettuate vis a vis in un unico gruppo denominato “verbale”. l’uso di occhiali per correggere la presbiopia nei già portatori di lac. I risultati appaiono comunque decisamente diversi a seconda della procedura di selezione utilizzata (Fig. 5). Infatti se si considera isolatamente il dato ottenuto con il voting system, gli occhiali rappresentano ancora la scelta privilegiata, mentre se si sommano le risposte ottenute con l’email e il contatto verbale, la scelta delle lac risulta ancora più prevalente. È noto che se si cambia il metodo per ottenere le risposte questo può influire sui risultati. Comunque in tal caso la differenza è talmente elevata da andare oltre a una semplice differenza fisiologica procedurale. È probabile che l’impossibilità di risalire all’esecutore delle risposte, che il voting system garantisce, in confronto alle altre due procedure, può aver avuto un ruolo nel determinare queste differenze. Poiché i dati ottenuti negli anni trascorsi sono stati ottenuti con metodi che non permettono ai partecipanti di mantenere l’anonimato è evidente che la tendenza, in Italia, a prescrivere sempre più lac nei portatori che divengono presbiti è, comunque, in decisa crescita. 62 Luigi Lupelli - Lenti a contatto 2012; 14: 60-64 A RT IC OL O Approccio correttivo della presbiopia nei portatori di lenti a contatto. Cosa è cambiato negli ultimi 20 anni in Italia n: 116 64% 31% 5% OCCHIALI OCCHIALI LAC IN MONOVISIONE MONOVISIONE 73% 70% 56% 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0% LAC MULTIFOCALI MULTIFOCALI 77% 80% Figura 4 Risultati del sondaggio eseguito in Italia nel periodo maggio-agosto del 2012. n:41 41,50% n:53 17% n:22 18% 6% EMAIL OCCHIALI OCCHIALI 2,50% V0TING SYSTEM LAC IN MONOVISIONE MONOVISIONE Discussione e conclusioni I contattologi italiani hanno percepito che questo è un momento cruciale che può rappresentare una svolta nell’approccio privilegiato di correzione della presbiopia con lac per almeno due ragioni: a) le lac multifocali, in particolare quelle morbide, sono notevolmente migliorate sia dal punto di vista dei 63 Luigi Lupelli - Lenti a contatto 2012; 14: 60-64 9% VERBALE LAC MULTIFOCALI MULTIFOCALI Figura 5 Risultati del sondaggio eseguito in Italia nel periodo maggio-agosto del 2012 che sono stati raccolti per procedura di ottenimento dei dati. materiali che dal punto di vista delle geometrie e del principio di funzionamento; b) l’incremento del numero dei presbiti rappresenta una notevole opportunità per ampliare il mercato delle lac. Se un presbite vuole evitare l’uso degli occhiali, nella maggior parte delle ore diurne, ha due possibilità: le lac monofocali applicate con la tecnica della monovisione e le Approccio correttivo della presbiopia nei portatori di lenti a contatto. Cosa è cambiato negli ultimi 20 anni in Italia lac multifocali (con o senza monovisione associata). Se si comparano i sondaggi eseguiti in Italia2-3 con quelli eseguiti neglia altri Paesi, come negli USA, è evidente che da noi la monovisione è stata sempre una procedura utilizzata in maniera infrequente e comunque in misura inferiore in confronto a quella posta in atto in passato nel mondo anglosassone. Se si compara la preferenza soggettiva espressa dai pazienti corretti con monovisione in confronto alla correzione con lac morbide multifocali, quest’ultima modalità di correzione viene preferita, in tempi relativamente recenti, dal 76%4 e dal 70%5 dei pazienti. La correzione della presbiopia con lac può essere praticata anche in soggetti con elevato astigmatismo o addirittura in presenza di aberrazioni di alto ordine indotte dal cheratocono o da interventi di chirurgia refrattiva essendo disponibili lac specifiche sia in materiale rigido gas permeabile che nella forma ibrida caratterizzata da un materiale rigido centrale (Dk: 130 unità) circondato da un silicone idrogel (Dk: 84 unità). In conclusione le lac per la correzione della presbiopia hanno raggiunto un elevato livello tecnologico che permette di ottenere dei risultati decisamente migliori in confronto a quelli che potevano essere ottenuti pochi anni fa. I risultati del nuovo sondaggio mostrano che, a differenza del passato, in cui la presbiopia dei già portatori di lac veniva prevalentemente corretta con occhiali per vicino, i contattologi italiani stanno prendendo coscienza del cambiamento tecnologico avvenuto in questo campo e consigliano tale tipo di correzione sempre più frequentemente. Abstract A survey addressed to contact lens practitioners carrying out their activity in Italy has been developed. 116 peoples answered the following question: "If a contact lens wearer becomes presbyopic what do you recommend, in general, as the first choice to solve the visual problem continuing to use the contact lenses?". Unlike similar surveys carried out in the previous twenty years, the lac multifocal represent the option most frequently recommended (64%). The option of correction by monovision monofocal contact lenses is recommended in 5%, while the correction with spectacle is recommended in 31%. It is clear that the Italian contact lens practitioners have percept this is a crucial moment that can be a turning point in choosing the preferred correction of presbyopia, especially in people correcting their refractive error by contact lens. Indeed the multifocal lac are significantly improved compared to those available in the past, and because the increase in the number of presbyopic people represents a significant opportunity to expand the market of lac. Key words Presbyopia, multifocal contact lens, monovision Bibliografia 1. Morgan PB, Efron N, Woods GA. International survey of contact lens prescribing for presbyopia. Clin Exper Optom 2011; 94(1):87-92 2. Lupelli L. Correzione della presbiopia con lenti a contatto. Riv It Optom 1996; 19:112-126 3. Calossi A. Lenti a contatto e presbiopia. Quale approccio? Congresso “La Correzione della Presbiopia” Reggio Emilia, 21-22 febbraio, 2003 4. Richdale K, Mitchell GL, Zadnik K. Comparison of multifocal and monovisione soft contact lens correction in patients with low-astigmatic presbyopia. Optom Visi Sci 2006; 83:266-273 5. Benjamin WJ. Comparing multifocal and monovision. Contact Lens Spectrum 2007; 22(7):35-39 Note: Gran parte dei contenuti di questo articolo è stata presentata al Congresso della Società Optometrica Italiana (S.OPT.I.) tenuto a Roma dal 30 settembre al 1 ottobre, 2012. Email dell’autore: [email protected] 64 Luigi Lupelli - Lenti a contatto 2012; 14: 60-64 Jayne Schofield, Andrew Elder Smith Professional Affairs Alcon UK Originariamente pubblicato su Optician il 7/07/2012 Nel 2011, James Wolffsohn e Jean Emberlin1 pubblicarono un lavoro ove si evidenziava come molte persone che avevano reazioni oculari a causa di un’allergia (allergie al polline), alleviavano i loro sintomi e i segni utilizzando le lenti a contatto. In poche parole, quei portatori con gli occhi irritati a causa dell’allergia, avevano una sensazione di sollievo e un miglior aspetto quando indossavano le lenti a contatto. Questo articolo spiega proprio perché alcune lenti a contatto sono più indicate rispetto ad altre per alleviare i sintomi dell’allergia al polline. Quanto è rilevante l'aspetto dell'allergia stagionale Nel Regno Unito, un’ampia percentuale della popolazione soffre a causa dell’allergia stagionale: secondo l’Allergy UK, una persona su tre nella loro vita ne soffre almeno una volta2. Molti professionisti dell'eye care, se considerano quanti dei loro portatori riferiscono problemi legati all’allergie, alle intolleranze alimentari, ai profumi e alla condizione denominata "febbre da fieno", potrebbero pensare che questo numero è addirittura basso. Negli Stati Uniti, secondo Wolffsohn, la percentuale dei soggetti allergici si estende al 50%, con la maggior parte che lamenta sintomi oculari. I bambini, gli adolescenti e i giovani adulti sono quelli maggiormente colpiti da allergie oculari. È importante che i professionisti dell'eye care diano consigli utili a chi soffre di allergie da pollini e la ricerca mostra come alcune lenti a contatto siano più indicate rispetto ad altre. Anche nella popolazione Europea sono in aumento le persone che soffrono di allergia stagionale con livelli che nei prossimi anni potrebbero raggiungere quelli della popolazione americana. In generale, che cos’è l’allergia? L’allergia è una reazione eccessiva del sistema immunitario ad una sostanza per la quale normalmente il nostro corpo non reagisce. Questo genera rilascio di markers infiammatori, come l’istamina, e una serie di reazioni fisiologiche che si manifesta in differenti forme e livelli di gravità. Per esempio una reazione cutanea dà luogo a rossore, aumento del prurito, eruzione cutanea ed eventualmente gonfiore. Se la reazione avviene nel sistema respiratorio, il malato può starnutire, tossire, avvertire affanno e mancanza di respiro. I segni e i sintomi oculari invece comprendono: iniezione congiuntivale, sofferenza epiteliale, rigonfiamento delle palpebre e della congiuntiva, riduzione della stabilità del film lacrimale, ingrossamento delle papille nella congiuntiva palpebrale, staining corneale, prurito, visione acquosa e di ridotta qualità. Le persone possono essere allergiche a varie sostanze e le reazioni possono essere stagionali, come nella febbre da fieno oppure perenni come nel caso di allergie a peli di animale o acari della polvere. L’allergia da pollini viene generalmente indicata come febbre da fieno, ed è un problema che si presenta nel mese estivo. Il termine “febbre da fieno” non è propriamente corretto e pensare che l’allergia da pollini peggiori durante il periodo estivo è un'idea sbagliata di molte persone che sono allergiche ai pollini delle piante e non ai pollini dell’erba. Durante l’anno, gli alberi rilasciano i pollini in diversi momenti (Tab. 1), ecco perché i sintomi di chi è sensibile a diverse piante possono durare mesi. I motivi che storicamente fanno pensare che durante la stagione della fienagione i sintomi peggiorino è perché tagliando e gettando il fieno, la polvere e i pollini depositati sulle piante vengono rilasciati nell’aria. 65 Jayne Schofield, Andrew Elder Smith / Lac - Lenti a contatto 2012; 14: 65-67 A RT IC OL O ALLERGIE E LENTI A CONTATTO. COSA I TUOI PORTATORI MUOIONO DALLA VOGLIA DI SAPERE Allergie e lenti a contatto. Cosa i tuoi portatori muoiono dalla voglia di sapere Pollen type January February March April May June July August September Hazel (Corylus) Yew (Taxus) Alder (Alnus) Elm (Ulmus) Willow (Salix) Poplar (Populus) Birch (Betula) Ash (Fraxinus) Plane (Plantanus) Oak (Quercus) Oil seed rape (Brassica Napus) Pine (Pinus) Grass (Poaceae) Plantain (Plantago) Lime (Tilia) Nettle (Urtica) Dorck (Rumex) Mugwort (Artemisia) The main periods of pollen release peack periods Tabella 1 Stagioni di rilascio del polline di piante comuni che causano allergie8. Allergia al polline e lenti a contatto Istintivamente, sembra ragionevole non applicare una lente a contatto su un occhio infiammato a causa di una reazione allergica, a maggior ragione se si tratta di una lente non giornaliera. In queste condizioni le lacrime tenderanno a contaminare la lente a contatto con proteine, lipidi e mucine compromettendo il comfort4. Tuttavia, Hayes e colleghi (2003) hanno mostrato come le lenti a contatto a ricambio giornaliero riducano i sintomi provocati dall’allergia al polline5. L’utilizzo di lenti a contatto giornaliere, oltre ad essere una efficiente strategia per gestire quei portatori che soffrono di allergia ai pollini, forniscono maggior comfort rispetto a chi abitualmente utilizza lenti a contatto a ricambio frequente. Quali sono le novità? Wolffsohn e Emberlain1 hanno monitorato le reazioni generate in portatori asintomatici di lenti a contatto quando, esposti a particelle dello stesso polline trasportato dall’aria, hanno reagito positivamente al Prick Test cutaneo (specifico per il polline delle graminacee). All’inizio di ogni fase di studio, sono stati valutati i segni e i sintomi di ciascun partecipante, ognuno dei quali è stato esposto ai pollini in tre occasioni diverse in maniera casuale: senza lente, indossando una lente a contatto giornaliera di materiale Etafilcon A e indossando una lente Focus Dailies AquaComfort Plus. Ai soggetti, è stato chiesto di valutare l’intolleranza e la durata dei sintomi. I sintomi e segni valutati sono elencati in dettaglio nella tabella 2. Risultati I soggetti che hanno indossato Dailies AquaComfort Plus hanno percepito maggior comfort rispetto a chi era senza lenti o a chi stava indossando una lente a contatto con materiale differente. Nonostante la lente in Etafilcon A avesse comunque ridotto segni e sintomi, i 66 Jayne Schofield, Andrew Elder Smith / Lac - Lenti a contatto 2012; 14: 65-67 Segni Sintomi Iperemia Bulbare Discomfort Iperemia Limbare Bruciore Iperemia Palpebrale Secchezza Staining Congiuntivale Prurito Staining Bulbare Pizzicore Rugosità Palpebrale Tabella 2 Segni e sintomi valutati. miglioramenti non sono stati così evidenti. I soggetti che hanno indossato Dailies AquaComfort Plus hanno riportato una notevole riduzione dell’irritazione e della sensazione di bruciore: in generale, i sintomi sono stati significativamente ridotti nel tempo. Rispetto ai non portatori o a chi stava indossando una lente a contatto con materale Etafilcon A, Focus Dailies Plus ha ridotto anche l’iperemia. La chiave è il comfort Per i portatori di lenti a contatto l'importanza del comfort è un elemento ben noto. Infatti è il principale motivo di abbandono nell’uso delle lenti a contatto che consegue al timore di molte persone di avvertire fastidio, o fa sì che la lente a contatto non venga messa al primo posto come mezzo di correzione. Migliorando il comfort delle lenti a contatto, si diminuirà il drop-out e di conseguenza migliorerà la reputazione delle lenti a contatto che potranno essere viste come una comoda opzione per la correzione del difetto visivo. Prevenire il drop-out ha un impatto positivo sul business, poiché, i portatori di lenti a contatto (rispetto a chi utilizza gli occhiali) sono più fedeli e redditizi. Inoltre, gli stessi portatori tendono a consigliare l’uso delle lenti a contatto, quindi è ragionevole investire su questo mercato. Agenti umettanti attivati all’ammiccamento La lenti a contatto Dailies AquaComfort Plus sono formulate con tre ingredienti, che danno un comfort (effetto goccia) per tutto il giorno. HMPC (hydroxymethylcellulose) lubrifica le lenti, il PEG (polyethylene glycol) le umetta e il PVA le rinfresca fino a fine giornata. È dimostrato che le lenti a contatto Focus Dailies Plus forniscono una maggiore stabilità del film lacrimale grazie al rilascio del PVA all’ammiccamento6. Wolffsohn afferma: "utilizzando una lente a contatto che ha la caratteristica ben conosciuta di disciogliere l’alcool polivinilico all’interno del film lacrimale, oltre a essere un’integrazione al film lacrimale riduce anche l’arrossamento limbare e palpebrale (comparato a una lente a contatto in Etafilcon A)". Rendere la vita migliore Questo studio mostra come le persone che hanno reazioni allergiche durante il periodo stagionale, utilizzando le lenti a contatto, migliorino i sintomi e i segni sia nel tempo che nella quantità. È importante sottolineare che il rilascio di agenti umettanti attivati all’ammiccamento, tipico di Focus Dailies Plus, riduce significativamente sia i sintomi che i segni rispetto a quei materiali che non hanno questa caratteristica. Come professionisti dell'eye care abbiamo il dovere di dare ai nostri portatori i consigli più utili sull’utilizzo delle lenti a contatto in termini di visione, di comfort e di salute oculare a lungo termine. Il comfort rimane la principale causa di abbandono dell’uso delle lenti a contatto7 e così ottimizzando il comfort conserveremo più portatori e incoraggeremo gli altri a scoprire i benefici di una visione chiara e senza occhiali. Focus Dailies Plus con il rilascio di agenti umettanti attivati ad ogni ammiccamento, migliora il comfort durante il giorno attraverso la stabilizzazione del film lacrimale, riducendo i segni e i sintomi dell’allergia stagionale. Bibliografia 1. Wolffsohn J, Emberlain J. Role of contact lenses in relieving ocular allergy. CLAE 2011; 34:169-172 2. www.allergyuk.org March 2011 3.www.bsaci.org 4. Lemp MA. Contact lenses and allergy. Curr Opin Allergy Clin Immunol 2008; 8:457-460 5. Hayes V, Schnider CM, Veys J. An evaluation of 1-day disposable contact lens wear in a population of allergy sufferers. CLAE 2003; 26:85-93 6. Wolffsohn J et al. Clinical Performance of daily disposable soft contact lenses using sustained release technology. CLAE 2006; 29:127-134 7. Rumpakis J. New Data on Contact Lens Dropouts: An International Perspective. 2010, http://www.revoptom.com/ content/d/contact_lenses___and___solutions/c/18929/ 8. h t t p : / / w w w . m e t o f f i c e . g o v. u k / h e a l t h / p u b l i c / pollen-forecast#calendar 67 Jayne Schofield, Andrew Elder Smith / Lac - Lenti a contatto 2012; 14: 65-67 A RT IC OL O Allergie e lenti a contatto. Cosa i tuoi portatori muoiono dalla voglia di sapere LENTI A CONTATTO MORBIDE TORICHE. A CHE PUNTO SIAMO? Jayne Schofield FBDO (Hons) CL, FBCLA Originariamente pubblicato su Optometry Today il 29/06/2012 Introduzione Le lenti a contatto morbide toriche sono disponibili da oltre 30 anni. Infatti una ricerca mostra che in letteratura esistono dal 1978 articoli su questo argomento. Di certo, le lenti a contatto che oggi sono disponibili sul mercato sono notevolmente migliorate in termini di riproducibilità, tecnologia del materiale, modalità di produzione, progettazione e disponibilità dei poteri rifrattivi. Grazie a questi miglioramenti, i soggetti astigmatici che attualmente stanno indossando queste lenti a contatto morbide toriche, beneficiano di una visione e di un comfort superiore? La letteratura suggerisce che tutto ciò potrebbe non essere vero. Questo articolo cerca di rispondere alle preoccupazioni o alle possibili cause che impediscono agli applicatori di proporre alla maggior parte dei loro pazienti astigmatici questa modalità di correzione. Dov’è la prova che le lenti a contatto toriche non sono già consigliate ai portatori? Recenti ricerche, mostrano che il 47,4%1 dei pazienti presenta un astigmatismo di 0.75D (o superiore) almeno in un occhio. Uno studio svolto dal gruppo di lavoro del Dr Philip Morgan a Eurolens Research, presso l’Università di Manchester, evidenzia come alcuni mercati si stiano avvicinando al raggiungimento dell’obiettivo di soddisfare questa percentuale di pazienti attraverso l’applicazione di lenti a contatto toriche. Un'indagine dell’International Contact Lens Prescribing2 del 2011 mostra che gli applicatori che operano nel Regno Unito hanno la più alta percentuale di applicazioni di lenti toriche. Infatti qui, negli ultimi 10 anni c’è stato un incremento di applicazioni di lenti a contatto toriche (Fig. 1). Facendo un'ulteriore analisi e suddividendo questi dati tra la modalità di sostituzione giornaliera e quella mensile, in proporzione le applicazioni di lenti mensili che includono almeno Figura 1 Lenti a contatto prescritte nel Regno Unito nel 2012: nuove geometrie di lenti a contatto morbide (courtesy of Dr Philip Morgan, Eurolens Research, University of Manchester). 68 Jayne Schofield / Lac - Lenti a contatto 2012; 14: 68-72 A RT IC OL O Lenti a contatto morbide toriche. A che punto siamo? una lente a contatto torica sono superiori del 50%; solo il 26% per lenti giornaliere. Questo suggerisce che probabilmente si stanno tralasciando quei portatori che utilizzano quest’ultima modalità di sostituzione. Tuttavia, i dati GFK (Gesellschaft für Konsumforschung - Società per Ricerche sul Consumatore) mostrano risultati incoraggianti: nel 2011 le applicazioni e le vendite delle lenti a contatto toriche giornaliere hanno raggiunto il 12,4% mentre le lenti a contatto a sostituzione frequente sono in crescita del 10,3%. Sulla base di questi valori, il verdetto è il seguente: "stiamo facendo bene, ma ci sono ancora margini di miglioramento" poiché la più grande opportunità la si ottiene con lenti a contatto giornaliere toriche. Trovo che le lenti sferiche funzionino bene, specialmente quelle a geometria asferica. Alcuni pazienti possono tollerare una certa quantità di astigmatismo non corretto, in particolare se utilizzano le lenti a contatto in maniera sporadica o per svolgere attività dove la vista non è particolarmente impegnata. Consideriamo che, se i pazienti sono molto motivati possono indossare le lenti a contatto nonostante un importante compromesso visivo. La tolleranza di una visione offuscata varia da paziente a paziente e può essere difficile prevederla. C'è un ampio consenso nel ritenere che astigmatismi residui di 0.75D (o superiori), debbano essere corretti con una lente torica. Alcuni applicatori credono che astigmatismi di valore inferiore possano essere mascherati con una lente asferica morbida. Un lavoro svolto da Morgan e colleghi3 mostra la modalità di correzione di un astigmatismo di 0.75D o 1.00D. In un occhio che ha una pupilla di piccole dimensioni, la differenza, in termini di acuità visiva (ad alto e basso contrasto), tra la correzione con una lente a contatto morbida torica e una asferica è minima. Invece, per occhi con pupille grandi, l’acuità visiva è approssimativamente superiore metà delle lettere della riga successiva - con lenti a contatto morbide toriche (comparata alle lenti a contatto asferiche). Quindi, gli applicatori, devono essere consapevoli di alcuni fattori come la dimensione della pupilla quando devono decidere se selezionare una lente asferica o torica. È importante se non le applico? Tra alcuni applicatori, c’è una discreta perplessità nell’applicare lenti a contatto toriche in astigmatismi di 0.75D e 69 Jayne Schofield / Lac - Lenti a contatto 2012; 14: 68-72 solo in un occhio, poiché ritengono che il paziente abbia una buona visione binoculare. Nel caso in cui l’astigmatismo sia nell’occhio dominante tutto questo però non è così vero. Mentre la visione binoculare misurata semplicemente in termini oggettivi può essere buona, il paziente potrebbe manifestare una certa insoddisfazione nel momento in cui gli viene chiesto di classificare soggettivamente la sua visione. Un metodo molto utile, è quello di chiedere al paziente di valutare la sua visione binoculare su una scala da 1 a 10, ove il punteggio di 10 equivale alla miglior visione ottenuta con gli occhiali. Se il paziente, utilizzando le lenti a contatto, riporta un punteggio inferiore a 10, significa che ha identificato una riduzione della qualità visiva e questo può non essere tollerato. Questa tecnica è utile anche quando si valuta la soddisfazione di un paziente che sta indossando le lenti a contatto multifocali. La conseguenza di una visione ridotta porterà probabilmente il soggetto a ridurre il tempo di utilizzo o ad abbandonare l'utilizzo delle lenti a contatto. Tutto questo è confermato da uno studio che ha evidenziato come un'alta percentuale di abbandono all'uso delle lenti a contatto sia legata ai portatori astigmatici, di cui il 65% ha un astigmatismo pari a 0.75D o superiore, non corretto in un occhio4. Un altro studio ha mostrato che il 56% dei portatori ha interrotto l’uso di lenti a contatto senza consultare il proprio applicatore, e questo suggerisce come la maggior parte delle persone non dia una seconda occasione per ottimizzare la loro visione5. Se come professionisti avete ancora qualche incertezza nell’applicare lenti a contatto toriche per astigmatismi maggiori o uguali a 0.75D, forse la domanda che dovreste porvi è la seguente: “lascereste nell’occhiale di un vostro paziente un astigmatismo non corretto di 0.75D?” Le applicazioni di lenti toriche portano via più tempo e occupano di più lo studio? Il tempo speso per applicare lenti a contatto toriche può essere ridotto se nella vostra attività c’è una buona scorta di lenti a contatto di prova. Naturalmente anche l’esperienza e la confidenza con il prodotto aiutano a ridurre il tempo dell’applicazione durante le prove. La competenza dell’applicatore e il suo impegno nell’ottimizzare la visione con le lenti a contatto saranno apprezzate dal portatore che potrà solamente incrementare la fiducia e la fedeltà nei suoi confronti. Inoltre le applicazioni di lenti Lenti a contatto morbide toriche. A che punto siamo? Cosa devo fare se non si allineano? Figura 2 Lightstream technology utilizzata per la costruzione delle lenti a contatto in Nelfilcon A ha migliorato la riproducibilità. a contatto “complesse” darà un ulteriore peso a quanto accade nello studio e alle sue tariffe: tecnica che molti applicatori adottano già con grande successo. Io non sono sicuro che funzionino Nel corso degli ultimi tre decenni, le lenti a contatto morbide toriche sono notevolmente migliorate; gli applicatori sembrano apprezzare molto queste innovazioni nei loro iter applicativi (Fig. 1). Una migliore riproducibilità della lente (Fig. 2), un ricambio frequente, materiali sempre più umettati e permeabili all’ossigeno, design ottimizzati hanno contribuito ad aumentare il successo nella prescrizione delle lenti a contatto morbide toriche. Lenti con geometrie sempre più innovative hanno inoltre contribuito a migliorare la stabilità nella rotazione della lente a contatto, ottimizzando in tal modo la qualità visiva6. La gamma dei parametri è limitata? Per quanto riguarda le lenti a contatto toriche, i professionisti possono disporre di diverse opzioni. Esistono infatti, diverse lenti a contatto a ricambio frequente in Silicone Idrogel e anche con agenti umettanti. Uno studio svolto nel 2011 evidenzia come uno stock di lenti a contatto toriche (range di potere sferico da +6.00D a -9.00D) con tre poteri cilindrici e18 assi differenti, richieda circa 3.000 singole lenti, e provveda a coprire il 90% dei pazienti astigmatici1. I Produttori hanno raccolto questa sfida arrivando a produrre lenti a contatto toriche giornaliere per soddisfare più di 3 portatori su 4. Gli applicatori oggi dispongono di varie opzioni, ed è raro non trovare una lente che soddisfi il portatore. In alcuni casi però la lente potrebbe ruotare ed è così necessario un adeguamento dell’asse del cilindro. Semplici regole ci aiutano a compensare la rotazione, ad esempio il metodo LARS (aggiungere se ruota verso sinistra, sottrarre se ruota verso destra) o la regola dell’orologio (se la lente ruota in senso orario si aggiunge, se ruota in senso antiorario si sottrae). Alcuni produttori hanno realizzato strumenti che permettono di calcolare le modifiche necessarie come per es. le “scale girevoli” o le applicazioni per smartphone. Una lente stretta non ruoterà nella maniera adeguata e la lente a contatto o non si allineerà lungo il meridiano desiderato oppure sarà inizialmente stabile per poi ruotare lentamente in una posizione errata. Lenti piatte possono invece ruotare facilmente nell’occhio causando una visione instabile. L’ammiccamento, ovvero la chiusura delle palpebre, ha un movimento dal canto esterno a quello interno. La palpebra superiore si muove su e giù verticalmente, mentre la palpebra inferiore tende a spostarsi prevalentemente verso il naso e potrebbe causare una rotazione nasale della lente. Ciò significa che se, al momento di selezionare la prima lente di prova, ci trovassimo di fronte un asse dell’astigmatismo compreso tra due valori disponibili nella gamma delle lenti toriche (ad esempio 95°, con disponibilità di asse della lente 90° o 100°), allora è ragionevole usare nell’occhio destro una lente che possa ruotare in senso antiorario (a destra) e nell'occhio sinistro in senso orario (a sinistra). Alcuni studi precedenti prevedevano che mediamente le lenti morbide toriche ruotassero verso il naso di 5-10°, ma vi è una significativa variabilità tra pazienti e geometria delle lenti ed ecco perché questi risultati probabilmente non sono rilevanti per le lenti a contatto di oggi7. Qual è la differenza tra le geometrie delle lenti a contatto morbide toriche? Da quando le lenti a contatto sono state introdotte, le geometrie sono migliorate notevolmente nel corso degli anni poiché le aziende hanno risposto alle numerose richieste degli applicatori producendo geometrie sempre più sofisticate. Attuali geometrie 70 Jayne Schofield / Lac - Lenti a contatto 2012; 14: 68-72 A RT IC OL O Lenti a contatto morbide toriche. A che punto siamo? o sistemi di stabilizzazione possono essere classificati qui di seguito: 1. Prisma di ballast 2. Peri-ballast 3. Zone sottili o di stabilizzazione dinamica Le lenti con il prisma di ballast hanno verso la base un profilo che tende a diventare sempre più spesso. La zona più sottile della lente a contatto si trova sotto la palpebra superiore che spinge la zona più spessa della lente verso la palpebra inferiore. Questo fenomeno è stato chiamato “effetto seme di melone”. È stato mostrato come la forza di gravità non influisca il posizionamento della lente, ma questo dipenda semplicemente dalla forza delle palpebre. Gli inconvenienti di questa geometria sono: • discomfort, causato dal maggior spessore della lente, in particolare per la palpebra inferiore; • squilibrio binoculare verticale a causa del prisma situato all'interno della zona ottica, se al paziente è prescritta la lente torica in un solo occhio; • riduzione della trasmissibilità all’ossigeno a causa del maggior spessore nella parte inferiore della lente; questo è meno probabile con lenti in Silicone Idrogel o se l’utilizzo è part-time. Questi inconvenienti hanno portato alla progettazione dei sistemi Peri-ballast. Questi sfruttano un'ottica senza prisma evitando l’eccessivo spessore e gli indesiderati effetti prismatici. La stabilizzazione è ottenuta attraverso un prisma situato "tutto o la maggior parte" fuori dalla zona ottica. Anche per le geometrie a zone assottigliate, stabilizzazione dinamica o a slab-off vale il principio del “seme di melone” per stabilizzare la rotazione. La pressione esercitata dalla palpebra superiore fornisce la maggior parte dell'effetto, ma la palpebra inferiore aiuta anche a stabilizzare la rotazione. La porzione centrale della lente, più spessa, si allineerà all'interno dell'apertura palpebrale e poiché non c’è prisma, lo spessore della lente risulta ridotto. Le lenti a contatto morbide toriche tendono ad avere diametri più ampi rispetto alle lenti sferiche, contribuendo a una miglior stabilità, ma anche a una maggior interazione con le palpebre. 71 Jayne Schofield / Lac - Lenti a contatto 2012; 14: 68-72 Sono troppo costose per i miei pazienti? La differenza di prezzo tra lenti sferiche e toriche potrebbe non essere proibitiva nel momento in cui il paziente percepisce la differente qualità visiva con una lente torica. È molto semplice dimostrare questa differenza: si può anteporre davanti all'occhio del paziente, che sta indossando una lente sferica, una lente cilindrica di prova di potere appropriato. Un approccio alternativo è invece quello di far confrontare, utilizzando un occhiale di prova, la visione del paziente e chiedere in quale situazione ha la visione migliore. Gli applicatori devono sempre dare indicazioni per il bene del paziente e lasciare a loro la decisione di acquisto. Ok, mi hai convinto, hai qualche consiglio per l’applicazione? 1. Per ottenere un’applicazione ottimale devi avere la possibilità di avere set di lac diagnostiche. 2. Dopo un’accurata refrazione, applicare in maniera empirica la lente a contatto oppure utilizzare uno strumento che calcoli la lente a contatto torica. 3. Selezionare una lente di prova che sia il più vicino possibile alla prescrizione del paziente con la quale ha una acuità visiva ottimale. 4. Se l'asse della lente non è allineato correttamente, non fare una sovra refrazione. 5. Ruotare la lente fuori dall’asse per assicurarsi che abbia un rapido riallineamento, coerente con la posizione di partenza. 6. Non dimenticare di svolgere i normali controlli dell’applicazione come il centraggio, il tempo di recupero, la copertura corneale e il test del push-up. 7. Essere consapevoli del fatto che se si manipolano le palpebre per osservare i segni di orientamento, si possono influenzare le forze di stabilizzazione dinamica che agiscono nel posizionare la lente. 8. Utilizzare il fascio luminoso della lampada a fessura per valutare qualsiasi rotazione: naturalmente per fare questo la lente deve essere centrata. 9. Ricordare che ci sono 30° tra ogni ora sul quadrante di un orologio 10.Mettetevi comodi e godetevi i vostri pazienti felici e fedeli! Lenti a contatto morbide toriche. A che punto siamo? Risoluzione dei problemi Comfort ridotto Con i progressi nei materiali e nelle geometrie, le lenti a contatto morbide toriche di oggi potrebbero essere teoricamente confortevoli come le lenti sferiche. Tuttavia, se si verifica un disturbo, c'è sempre la possibilità di scegliere una geometria diversa. È sempre importante controllare che la fonte del fastidio non sia una causa indipendente da qualsiasi geometria di lente a contatto applicata come ad esempio, un’applicazione modesta, una lente danneggiata, depositi o scarsa pulizia, una condizione anteriore dell’occhio. Scarsa visione È probabile che un disallineamento della lente a contatto crei scarsa visione causata da: • la lente ruota fuori asse; • una variazione non corretta dell’asse fatta nel momento della prescrizione; • un posizionamento non centrato (rotazione instabile) a causa di una scarsa applicazione (troppo stretta o troppo piatta); • posizionamento non centrato (rotazione instabile) a causa della geometria che non è adatta al cliente. È anche interessante notare che: • la qualità visiva di un astigmatismo obliquo non corretto sarà peggiore rispetto a quella di un astigmatismo S.R. (seconda regola) o C.R. (contro regola) non corretto; • è più probabile che l’occhio non dominante accetti un’astigmatismo non corretto; • i pazienti che hanno basso potere sferico ma alto potere cilindrico sono più critici per il difficile allineamento dell’asse; • a causa dell’interazione con la palpebra, le lenti a contatto morbide toriche con cilindri obliqui potrebbero risultare meno stabili. Ma non trascurate tutte le altre informazioni, che potrebbero essere applicate alle lenti sferiche: • una prescrizione errata; • un'applicazione sbagliata di lenti a contatto; • lenti invertite (la destra con la sinistra oppure dritto e rovescio); • depositi sulla lente a contatto; • cambio di prescrizione; • patologia. Conclusione Le lenti a contatto morbide toriche di oggi sono prodotti evoluti ed estremamente affidabili, prevedibili e confortevoli. Grazie a questo gli ottici fanno le applicazioni con la certezza che la visione sarà buona e i pazienti saranno soddisfatti. La facilità di applicazione di queste moderne lenti a contatto toriche ha smentito l'idea di una procedura difficile con conseguente maggior diffusione di queste lenti in testa al mercato delle lenti sferiche. La gamma delle geometrie, modalità di sostituzione, materiali e parametri non sono mai stati così “migliori”, né c’è mai stato un tale supporto clinico con materiale didattico o seminari da parte dei produttori. Non c'è mai stato un momento migliore per godere i vostri pazienti e far crescere le entrate della vostra pratica! Bibliografia 1. Young G, Sulley A, Hunt C. Prevalence of astigmatism in relation to soft contact lens fitting. Eye & Contact Lens. 2011, 371:20-5 2. Morgan PB, Woods CA, Tranoudis IG, et al. International Contact Lens Prescribing in 2011. Contact Lens Spectrum. 2012; 27(1): 26-31 3. Morgan PB, Efron SE, Efron N, Hill EA. Inefficacy of aspheric soft contact lenses for the correction of low levels of astigmatism. Optometry & Vision Science. 2005; 82:823-8 4. Young G, Veys J, Pritchard N, Coleman S. A multi-centre study of lapsed contact lens wearers. Ophthalmic & Physiological Optics. 2002; 22:516-27 5. Internal Market Research Study, Report on Contact Lens Dropouts in EU (2008) 6. Edrington TB. A literature review: The impact of rotational stabilization methods on toric soft contact lens performance. Contact Lens & Anterior Eye 2011; 34:104-110 7. Hanks AJ, Weisbarth RE. Troubleshooting soft toric contact lenses. International Contact Lens Clinics 1983; 10:305-317 8. Killpartrick M. Apples, space-time and the watermelon seed. Optician 1983; 186:801-802 72 Jayne Schofield / Lac - Lenti a contatto 2012; 14: 68-72 A RT IC OL O L’ORIENTAMENTO AL CLIENTE. L’ALCHIMIA DELLA FEDELTÀ Silva Tiranti Specializzazione in psicologia della comunicazione, comunicazione d'impresa, metodo autoriflessivo e storytelling [email protected] www.andromediasas.it PAROLE CHIAVE: servizio, aspettative, ascolto, affidabilità Non esistono alchimie o fluidi magici: la fedeltà si conquista nel tempo e attraverso il servizio che si offre L’ottico non vende ma offre ai suoi clienti un servizio che comprende anche un prodotto. Si tratta quindi di un rapporto più complesso e delicato dove la soddisfazione del cliente è data da più componenti. Soddisfare sempre il cliente significa che non è concesso sbagliare o fallire, anche una sola volta: il cliente quasi sempre cancellerà l’esperienze pregresse positive. Non possiamo neanche contare sulla regola algebrica “su trenta volte solo una ho sbagliato!”: è quella che conta! Sappiamo tutti che oggi siamo arrivati ad un allineamento della qualità dei prodotti e dei prezzi: l’elemento essenziale, che rende vincenti rispetto alla concorrenza, è il servizio erogato al cliente. Basti pensare a quanto velocemente un prodotto venga copiato: nel giro di pochissimo tempo la concorrenza ne proporrà uno simile. Fidelizzare il cliente significa riuscire a proporre prodotti di qualità uniti ad un servizio eccellente. Ma che cos’è il servizio? “Servire è l’arte suprema di Dio e Dio è il primo servitore. Dio serve gli uomini ma non è servo degli uomini” La geniale definizione che lo zio dà a Roberto Benigni in “La vita è bella” è di straordinaria efficacia ma non bisogna dimenticare che è poi il cliente a sancire e valutare la qualità del servizio fruito. È il 73 Silva Tiranti / Lac - Lenti a contatto 2012; 14: 73-75 punto di vista del cliente che conta: troppo spesso, purtroppo, i punti di vista del fornitore e del cliente sono molto diversi. La differenza risiede nella dimensione temporale che caratterizza la valutazione: il punto di vista del fornitore è infatti un “flusso”, mentre quello del cliente è un “momento”. Il fornitore nel giudicare il servizio erogato valuta anche tutte le fasi precedenti all’erogazione che, al contrario, al cliente sono oscure e non catturerebbero neppure il suo interesse. La soddisfazione del cliente nasce da un confronto tra le aspettative e l’esperienza vissuta. La qualità percepita (Qp) è data dal rapporto tra la qualità erogata (Qe) e la qualità attesa (Qa) Qp = Qe/Qa È importante tener presente che: } Qp = Qe/Qa < 1 se le aspettative sono maggiori dell’esperienza fatta, ossia la qualità percepita è inferiore a uno, il cliente è “non soddisfatto”. } Qp = Qe/Qa = 1 se le aspettative e l’esperienza fatta sono parimenti bilanciate, ossia la qualità percepita è esattamente pari a uno, il cliente è “indifferente”, cioè ha avuto quello che si aspettava e pensa che potrebbe avere le stesse cose in un qualsiasi altro negozio di ottica. } Qp = Qe/Qa > 1 se la qualità percepita è maggiore di uno, il cliente è “molto soddisfatto”: ha ricevuto più di quel che si aspettava, tornerà volentieri in quel negozio e lo consiglierà ad altri. Questa è la premessa per la fedeltà. L’orientamento al cliente. L’alchimia della fedeltà La fedeltà è una scelta e tale scelta si fonda sulla soddisfazione, ovvero su una sensazione frutto di logica ma anche di emotività. Ogni cliente ha le sue aspettative! Quindi la percezione di servizio è soggettiva, legata alle caratteristiche personali del cliente in termini di età, sesso, cultura, valori, aspettative, emozioni e contesto. Da ciò si deduce che non esiste un servizio standard: è vincente il mix che tenga conto delle diverse variabili. Ogni cliente ha le sue aspettative, tuttavia alcune sono universali e prevedibili: AFFIDABILITÀ: rispetto delle promesse, chiarezza, omogeneità di trattamento FIDUCIA: capacità di ispirare senso di sicurezza e confidenza nel cliente RISPONDENZA: disponibilità e prontezza nel fornire aiuto in caso di bisogno COMPETENZA: professionalità e conoscenze approfondite nel proprio campo EMPATIA E CORTESIA: ascolto, riconoscimento personale, attenzione. Riuscire ad interagire positivamente con tutti i clienti, anche i più difficili, saper creare un clima accogliente ed avere personale empatico, rappresenta un valore competitivo unico che non è possibile copiare. In quest’ottica di attenzione e centralità del cliente l’ascolto rappresenta un passaggio chiave per creare una relazione efficace e soddisfacente con l’interlocutore. In particolare, per far sentire al centro dell’attenzione il cliente è fondamentale sviluppare la capacità di ascolto attivo, che prevede diversi passaggi: 1. manifestazione di interesse 2. richiesta di informazioni 3. segnali di comprensione 1. manifestazione di interesse Per far percepire il nostro interesse è importante: - mantenere il contatto visivo (guardare l’interlocutore negli occhi per non più del 70% del tempo, altrimenti potrebbe imbarazzarsi); - utilizzare al meglio il linguaggio del corpo (assentire con regolarità, sporgersi in avanti sorridendo, gestire la gestualità); - ridurre al minimo le distrazioni. Durante il colloquio con il cliente evitare di farsi interrompere, dal telefono o dal personale, non guardare l’orologio o fare qualsiasi altra attività che possa esprimere distrazione. 2. richiesta di informazioni Ci sono diverse modalità per raccogliere informazioni: - domande generali: servono da invito e permettono di iniziare la conversazione: . “Mi racconti come si trova con le nuove lenti…” . “È un po’ che non ci vediamo, tutto bene?” . “Cosa ne pensa…”; - domande puntuali: possono risultare invasive e quindi vanno utilizzate con cautela, specificando sempre per quale motivo viene posta la domanda: . “Usa le lenti tutto il giorno? Le chiedo questo perché ….” . “Che sport pratica? Le chiedo questo perché …” . “Assume medicinali? Le chiedo questo perché …” 3. segnali di comprensione Servono a verificare se abbiamo davvero capito bene e a chiarire subito eventuali malintesi. Possono essere utilizzate diverse tecniche: - parafrasare: ossia ripetere con altre parole ciò che l’interlocutore ha appena detto. Questo permette di verificare se abbiamo compreso correttamente; - riassumere: ossia condensare il discorso dell’altro in pochi punti o temi su cui concentrare la nostra attenzione; 74 Silva Tiranti / Lac - Lenti a contatto 2012; 14: 73-75 A RT IC OL O L’orientamento al cliente. L’alchimia della fedeltà - riflettere i sentimenti dell’interlocutore: spesso è molto più importante rispondere ai sentimenti piuttosto che alle parole. È fondamentale individuare gli stati d’animo particolari come la preoccupazione, l’incertezza e provare a renderli manifesti con frasi come: “ Signor …. ho l’impressione che …” “Signora … mi sembra che lei provi…” Per quanto concerne l’ascolto attivo: Le sette regole per un ascolto efficace 1. Non avere fretta di arrivare a delle conclusioni. Ascolta il cliente concentrandoti su di lui. 2. Quel che vedi dipende dalla prospettiva in cui ti trovi. Per riuscire comunicare efficacemente devi cambiare prospettiva, assumendo quella del cliente. 3. Se vuoi comprendere veramente il cliente devi valorizzare quello che sta dicendo e chiedergli di aiutarti a capire come e perché. 4. Le emozioni sono degli strumenti conoscitivi fondamentali, se sai comprendere il loro linguaggio. Non ti informano su cosa vedi, ma su come guardi. Il loro codice è relazionale e analogico. 5. Un buon ascoltatore è un esploratore di mondi possibili. I segnali più importanti per lui sono quelli che si presentano alla coscienza come al tempo stesso trascurabili e fastidiosi, marginali e irritanti perché incongruenti con le proprie certezze. 75 Silva Tiranti / Lac - Lenti a contatto 2012; 14: 73-75 6. Un buon ascoltatore accoglie volentieri i paradossi del pensiero e della comunicazione. Affronta i dissensi come occasioni per esercitarsi in un campo che lo appassiona: la gestione creativa dei conflitti. 7.Per diventare esperto nell’arte di ascoltare devi adottare una metodologia umoristica: quando hai imparato ad ascoltare, l’umorismo viene da sé! Liberamente tratto da: “Arte di ascoltare e mondi possibili”, Marinella Sclavi. In conclusione: Non esiste una seconda occasione per fornire un servizio migliore! Bibliografia 1. Blanchard K, Bowles S. Clienti soddisfatti? Non basta! Una favola post moderna sulla rivoluzione nel servizio. Franco Angeli 1998 2. Fedel A. Grazie per il reclamo! Trasformare clienti insoddisfatti in clienti fedeli. Franco Angeli 2001 3. Dezza G, Narrante G. Arte di vendere, arte di investigare. Raggiungere la soddisfazione del cliente. Franco Angeli 2010 4. Sam A. Le tribolazioni di una cassiera. Corbaccio 2009 5. Saffirio R. Il genio del servizio. Scuola di Palo Alto 2001 6. Davidow WH. Il servizio totale al cliente. FrancoAngeli 1991 7. Dunckel J, Taylor B. Far felice il cliente-Strategie per il successo. Franco Angeli 1992 WORLD SIGHT DAY CHALLENGE In occasione della Giornata Mondiale della Vista, Optometry Giving Sight ha invitato tutti i professionisti del settore ottico ed optometrico ad unirsi in una grande raccolta fondi con lo scopo di fornire alle comunità più sfortunate i servizi necessari alla cura della vista. Ci sono più di 600 milioni di persone nel mondo la cui capacità visiva è compromessa, in parte o del tutto, semplicemente a causa della mancata correzione di errori rifrattivi. Il World Sight Day Challenge è una grande occasione per aiutare chi necessita di quegli stessi servizi che ogni giorno, ottici e optometristi italiani, forniscono ai loro pazienti. Basti pensare che “in Mozambico non c’è un singolo optometrista in una popolazione di 20 milioni di persone” ha commentato Donna Power, Regional Manager Europe di Optometry Giving Sight, “I bambini sono i più vulnerabili; fare in modo che un bambino in età scolare possa accedere ad una correzione visiva può davvero trasformare tutta la sua esistenza”. Iniziative come il Mozambico Eyecare Project hanno lo scopo di formare optometristi in loco così da permettere che nessun bambino possa essere svantaggiato da una cattiva visione. Il World Sight Challenge Day è il mezzo per trovare i fondi necessari a finanziare progetti come questo in ogni parte del mondo. Loid Semente (nella figura) è al suo terzo anno di formazione alla Lúrio University in Mozambico. Si è interessata all’optometria perché sa il grande impatto che la correzione visiva può avere nell’aiutare la gente della sua terra. “Vedere è potere. Per alcune persone la cura della vista è il primo passo per accedere all’educazione o poter essere di aiuto alla propria famiglia”. Optometry Giving Sight È un’iniziativa congiunta tra l’International Agency for the Prevention of Blindness (IAPB – Agenzia Internazionale per la Prevenzione della Cecità), la World Optometry Foundation (WOF) e il Brian Holden Vision Institute (BHVI) per risolvere i problemi rifrattivi nel mondo. Tra gli sponsor globali: CIBA VISION, il Brien Holden Vistion Institute e CooperVision. World Sight Day La Giornata Mondiale della Vista è un’iniziativa di VISION 2020: The Right to Sight (Il Diritto alla Vista) ed è supportata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), dall’International Agency for the Prevention of Blindness (IAPB - Agenzia Internazionale per la Prevenzione della Cecità) e dalle ONG che hanno l’obiettivo comune di eliminare la cecità curabile entro l’anno 2020 al fine di dare a tutte le persone del mondo il diritto alla vista. Quest’anno, la Giornata Mondiale della Vista si è tenuta giovedì 11 ottobre 2012. World Sight Day Challenge Si tratta della più grande campagna di raccolta fondi coordinata da Optometry Giving Sight con lo scopo di finanziare i progetti destinati alla cura della vista, alla formazione di personale locale e alle infrastrutture di supporto per le persone non vedenti o ipovedenti a causa di errori rifrattivi non corretti. 76 77 CONVEGNO A.I.LAC ROMA, 16 SETTEMBRE 2012 a cura di Laura Boccardo Domenica 16 settembre, a Roma, presso l’Aula Magna dell’Istituto Edmondo De Amicis, si è tenuto il Convegno “Aggiornamenti in contattologia”, organizzato dall’Accademia Italiana di Lenti a Contatto A.I.LAC. I lavori si sono aperti con la relazione di Claudia Frattone, che ha presentato i risultati della sua ricerca sulla valutazione dell’osmolarità lacrimale, mediante lo strumento Tearlab, in soggetti portatori di lenti a contatto a rilascio di acido ialuronico. I risultati ottenuti non hanno mostrato un vantaggio significativo nell’impiego di questo tipo di lenti in persone con condizioni lacrimali nella norma, mentre sarebbe interessante ripetere questa valutazione su pazienti con sintomatologia da occhio secco marginale. Di seguito, Paolo Palumbo ha presentato una relazione sulla microscopia confocale della superficie oculare e delle superfici delle lenti a contatto morbide. Secondo il relatore, la nuova generazione dei microscopi confocali avrà, in un prossimo futuro, valida applicazione nel campo della contattologia. I nuovi strumenti riescono, infatti, a esaminare con sempre maggiore precisione il film lacrimale. Palumbo ha mostrato delle immagini molto interessanti, in cui è stato possibile evidenziare il diverso comportamento del film lacrimale, a seconda del materiale delle lenti applicate. Elisa Biondi ha esposto il suo progetto di tesi sulla valutazione della nuova scala di gradazione JenVis (JCLGS: JenVis Contact Lenses Grading Scales). Lo scopo della comunicazione è stato quello di evidenziare l’attendibilità di questo metodo, per fornire una valutazione standardizzata dello stato oculare in seguito all’uso di lenti a contatto. Ai partecipanti del convegno è stato richiesto anche di partecipare a un test sulla valutazione di questa particolare scala di gradazione. Successivamente Carlo Tronti, ha portato la sua straordinaria esperienza nel campo Il Vice-presidente uscente, Antonio Calossi e la Segretaria confermata per il nuovo biennio Luciana Zarrilli. dell’applicazione di lenti a contatto semisclerali e sclerali. Queste lenti, che hanno fatto la storia della prima contattologia, sono tornate prepotentemente di attualità, grazie alla disponibilità di materiali iper-gas-permeabili. Questo tipo di lenti a contatto trova la sua applicazione ideale nella gestione delle cornee irregolari, tutte le volte che non è possibile adattare né una lente morbida né una lente RGP corneale. Dopo una breve pausa, Alessandro Fossetti ha illustrato diverse teorie sull’eziologia della miopia, mettendo in evidenza l’importanza della periferia della retina nel processo di emmetropizzazione. Recenti ricerche hanno dimostrato come la refrazione periferica dell’occhio possa giocare un ruolo fondamentale nell’insorgenza e nella progressione della miopia. In particolare, l’ipermetropizzazione della periferia, che si ottiene in conseguenza della correzione della miopia con metodi tradizionali, potrebbe costituire uno stimolo a un ulteriore allungamento dell’occhio. Nella relazione immediatamente successiva, Antonio Calossi ha spiegato i vantaggi della L'attenzione dei delegati. 78 CRONACA E CONGRESSI Convegno A.I.LAC - Roma, 16 settembre 2012 correzione della miopia mediante l’ortocheratologia. Recenti studi, condotti in Asia, Europa e Nord America, dimostrano che i ragazzi miopi corretti con lenti per ortocheratologia peggiorano più lentamente dei loro coetanei, corretti con occhiali o lenti a contatto morbide e l’allungamento del bulbo viene ridotto di circa il 50%. Una possibile spiegazione di questi risultati clinici, potrebbe essere rintracciata proprio nella minore ipermetropizzazione periferica che si ottiene correggendo la miopia con metodi ortocheratologici. Infine, Laura Boccardo ha esposto vantaggi e svantaggi dell’ortocheratologia ipermetropica, evidenziando l’utilità di proporla ai primi presbiti. La relatrice ha descritto, passo dopo passo, dalla scelta delle lenti fino alla valutazione dei risultati, l’applicazione su se stessa delle lenti per ortocheratologia ipermetropica. Questo tipo di correzione causa un aumento dell’aberrazione sferica che, se adeguatamente controllato, può essere un vantaggio per i giovani presbiti, rendendoli indipendenti dalla correzione sia per lontano, sia per vicino. Dopo la chiusura dei lavori, nel primo pomeriggio, si è tenuta l’assemblea dei Soci A.I.LAC, durante la quale è stato eletto il nuovo Consiglio Direttivo. Luigi Lupelli è stato eletto presidente per il prossimo biennio, affiancato da Paolo Palumbo 79 in qualità di vicepresidente. Luciana Zarrilli è stata confermata segretario e tesoriere. Membri del nuovo consiglio direttivo sono inoltre i consiglieri: Paolo Carelli, Maurizio Guida, Marica Lava, Marisa Masselli, Nicola Pescosolido e Carlo Tronti. A.I.LAC così continua la missione di stimolare il dibattito culturale sulle lenti a contatto, con una visione ad ampio respiro, che considera rilevante la collaborazione tra tutti i professionisti dell'universo visione. A tutti gli eletti i migliori auguri di buon lavoro. IX CONGRESSO NAZIONALE S.OPT.I.: INTERVENTI DI ALTISSIMO LIVELLO PER UN’OPTOMETRIA SEMPRE PIÙ MULTIDISCIPLINARE a cura di Laura Boccardo Si è conclusa lunedì 1° ottobre la nona edizione del Congresso Nazionale S.OPT.I. Quest’anno il convegno, che viene organizzato con cadenza biennale, è tornato a Roma dove già si era tenuto nel 1996 e nel 2001. Ospitati nel moderno e prestigioso Hotel Radisson Blu, strategicamente situato a due passi dalla Stazione Termini, oltre duecento optometristi e studiosi delle scienze della visione si sono incontrati per un confronto su quelle che sono le nuove tecnologie e le nuove prospettive della pratica optometrica. I lavori si sono aperti con un intervento del dottor Giancarlo Marano, della Direzione Generale della Prevenzione Sanitaria del Ministero della Salute, che ha parlato della situazione in Italia a due anni dall’introduzione delle nuove procedure per l’esame della patente. La normativa attuale sposta l’attenzione dalla valutazione esclusiva dell’acuità visiva a quella più complessiva delle capacità visive in condizioni di basso contrasto o abbagliamento, con una maggiore aderenza a quelle che sono le reali condizioni di guida. Al suo intervento sono seguite le relazioni di Giuseppe Migliori e Silvio Maffioletti, che hanno messo in evidenza l’importanza del ruolo dell’optometrista nella correzione dei difetti visivi al fine di una guida più sicura. Pur rimanendo di esclusiva competenza del medico monocratico la certificazione delle capacità visive, al fine del conseguimento e rinnovo della patente di guida, all’optometrista rimane un ruolo fondamentale nella sensibilizzazione dei guidatori, che devono mettersi sempre nella condizione di vedere meglio possibile, al fine di evitare gravi incidenti. Passando dalle abilità visive per lontano a quelle per vicino, la sessione sulla lettura è stata introdotta 80 da una lezione magistrale di Marialuisa Martelli, neuropsicologa e ricercatrice presso la Fondazione Santa Lucia di Roma. Leggere è un compito complesso che svolgiamo in modo estremamente accurato e rapido, di conseguenza la lettura saggia il limite di efficienza dei processi che coinvolgono la percezione, l’attenzione, la memoria e le abilità linguistiche. La relatrice ha illustrato i principali meccanismi della lettura, con particolare riferimento all’affollamento periferico, che limita il numero di caratteri letti contemporaneamente e rende quindi necessario il movimento dell’occhio da una parola all’altra. Alessandro Farini ha portato dati relativi a lavori sperimentali svolti presso l'Istituto Nazionale di Ottica del CNR e l'IRSOO, condotti al fine di misurare le capacità di lettura mediante l’utilizzo di computer e tablet. Laura Boccardo ha presentato la versione italiana delle tavole di lettura di Radner, impiegate per la misura standardizzata dell’acuità e della velocità di lettura, Paolo Traù ha discusso l’impiego delle lavagne multimediali nelle scuole, mentre Fabrizio Zeri ha confrontato la distanza di lettura fra bambini dislessici e normolettori, infine Gianandrea Ianese ha discusso le differenze di richiesta accomodativa fra la lettura su supporto cartaceo e su tablet. Durante la pausa del pranzo i partecipanti hanno avuto la possibilità di visitare l’area in cui erano esposti i poster scientifici. I lavori esposti, così come quelli presentati nella sessione free papers, sono stati selezionati da un comitato scientifico composto da Alessandro Farini, Pietro Gheller, Luigi Lupelli, Silvio Maffioletti, Salvatore Pintus e Fabrizio Zeri, in rappresentanza dei corsi di laurea di Torino, Firenze, Roma e Padova. Il comitato ha accettato per i poster diciotto proposte, che trattavano casi clinici di contattologia, confronti fra tecniche strumentali e impiego di diverse procedure optometriche per la valutazione della funzionalità visiva e binoculare. Il pomeriggio è stato poi dedicato alla presentazione di lavori di ricerca sviluppati all’interno dei corsi universitari in Ottica e Optometria: fra gli altri, hanno presentato il loro lavoro di tesi laureati in ottica e optometria a Milano Bicocca, Torino, Firenze, Roma, Padova, anche in collaborazione con l’Università Complutense di Madrid. Manuele Di Censi 81 ha presentato i risultati di un’indagine sul successo della correzione della presbiopia con lenti a contatto; Fabrizio Fontana ha analizzato la funzione di efficienza luminosa dell’occhio umano; Luca Giannelli ha discusso la validità diagnostica dello stereotest ‘Randot’ nell’accertamento dello strabismo; Simone Imbesi ha confrontato la tecnica di Van Herick e la Scheimpflug camera per la misura dell'angolo iridocorneale; Alessio Facchin ha discusso diversi metodi di valutazione del DEV (Developmental Eye Movement), un test il cui obiettivo è di misurare i movimenti oculari in termini di tempo e accuratezza di esecuzione; Alberto Recchioni ha misurato le aberrazioni di alto ordine in caso di applicazione di lenti morbide personalizzate su cornee affette da cheratocono con anelli intrastromali; infine, Antonella Vecchies ha discusso le possibilità riabilitative in pazienti ambliopi adulti. Al termine dell’ultima relazione sono stati proclamati i tre vincitori a pari merito della Poster Competion. La commissione giudicante ha dovuto faticosamente decidere, chi tra i diciotto autori di altrettanti lodevoli lavori abbia meritato il premio stabilito. Alla fine, i tre volumi offerti dalla Medical Books sono andati a Eleonora Funaro, Fabrizio Vuerich e Giuseppe Migliori, che si sono distinti sia per l’originalità e l’interesse dei loro lavori, sia per la chiarezza di esposizione e la qualità grafica dei loro elaborati. Prima della fine dei lavori, S.OPT.I. si è ritagliata un piccolo spazio più associativo che scientifico, illustrando le tante attività in cui si è impegnata nell’ultimo anno: il Registro dell’Optometrista Magistrale, l’istituzione di una borsa di studio, la solidarietà con il Perù e con le tante situazioni di disagio nel nostro CRONACA E CONGRESSI IX Congresso Nazionale S.OPT.I.: interventi di altissimo livello per un’optometria sempre più multidisciplinare IX Congresso Nazionale SOptI: interventi di altissimo livello per un’optometria sempre più multidisciplinare Ugo Valbusa. Carlo Falleni. paese. A seguire si è tenuta l’Assemblea Generale dei soci S.OPT.I., presieduta dal presidente Stefano Lorè. La cena di gala è stata allietata dalla performance jazz di una cantante che orgogliosamente possiamo dire ha geni optometrici, essendo la nipote di uno dei fondatori di S.OPT.I. Il lunedì ha visto la presenza del professor Ugo Valbusa, fisico, che ha fatto una rassegna dei potenziali impieghi delle nanotecnologie nel settore dell’optometria, indicando possibili future applicazioni nel mondo dell’ottica e dell’implantologia. Leopoldo Spadea. Di seguito, Federica D'Angelo, Michela Greco, Elena Cattaneo e Matteo Fagnola hanno presentato una serie di relazioni cliniche sulla disidratazione e la bagnabilità delle lenti a contatto. Infine Stefano Lorè ha portato i risultati di un’indagine clinica sull’epiteliopatia del lip wiper. L’ultima sessione è stata interamente dedicata alle innovazioni nella correzione della presbiopia: Leopoldo Spadea ha parlato delle opzioni chirurgiche, Luigi Lupelli ha illustrato la diffusione dei vari metodi correttivi mediate lenti a contatto, Antonio Calossi ha descritto le possibilità ortocheratologiche per i presbiti, mentre Salvatore Pintus e Carlo Falleni hanno illustrato le ultime novità nel campo delle lenti oftalmiche progressive. A Mauro Zuppardo è spettato il compito di chiudere i lavori scientifici con una riflessione sull’impiego delle tecniche aberrometriche in campo refrattivo. Lo straordinario successo dell’evento è stato frutto di un impegno corale, da parte di tante differenti anime che caratterizzano l’optometria italiana. Gli abstract delle relazioni e dei poster, che costituiscono gli atti del congresso, sono consultabili sul sito www.sopti.it. 82 RUBRIC A IMMAGINI DI LAC CRONACA DI UNA MK a cura di Fabrizio Zeri CdL in Ottica e Optometria Università Roma Tre. Roma, Italia. La cheratite microbica (MK, Microbial Keratitis) è senza ombra di dubbio la reazione avversa alle lenti a contatto (lac) più pericolosa. Questo perché è potenzialmente l’unica in grado di creare una significativa e irreversibile perdita di acuità visiva: in sostanza non è assicurata una reversibilità del danno in caso d’insorgenza. Fortunatamente questo tipo di complicanza è piuttosto rara anche se la sua insorgenza è sensibilmente superiore rispetto ai non portatori di lac1. L’incidenza della MK è stimata in circa 1/2500 portatori di lac morbide a regime d’uso diurno e sale a 1/500 tra i portori di lac morbide ad uso notturno (continuo o esteso); questi tassi risultano pressoché costanti negli studi più autorevoli prodotti negli ultimi 20 anni circa2. Considerando questi tassi d’incidenza la probabilità di trovarsi di fronte ad una MK per un contattologo che effettua 100 nuove applicazioni di lac l’anno è quindi di una volta ogni 25 anni3. Sono stati identificati diversi fattori di rischio per la MK tra i portatori di lac, come il genere maschile, la minore esperienza con le lac, un più alto status socioeconomico, l’essere fumatori, una scarsa igiene nella gestione delle lac (p.es legata alla pulizia 83 delle mani e la gestione del contenitore) e più in generale una scarsa compliance2,4,5,6,7. Sfortunatamente l’uso di lac a ricambio giornaliero o ad alto passaggio di ossigeno da soli non si sono rivelati in grado di ridurre tout court l’incidenza della MK seppure un certo effetto sulla severità sembra essere stato dimostrato8. Gli agenti patogeni responsabili delle MK associate all’uso di lac sono principalmente batteri (il più frequente e aggressivo è la Pseudomonas aeuruginosa)9, più raramente protozoi (come l’Acanthamoeba)10 e funghi11. In genere la MK si caratterizza per una sequela di sintomi soggettivi e segni oggettivi piuttosto evidenti (seppure leggermente Figura 1 MK al primo giorno. diversi a seconda dell’agente patogeno e della persona) come la sensazione di corpo estraneo, la fotofobia, la lacrimazione e il dolore da una parte e la forte iperemia bulbare e limbare, la perdita epiteliale e la necrosi stromale (di solito nella cornea centrale), la presenza d’infiltrati, le reazioni infiammatorie in camera anteriore dall’altra12. La gestione e il trattamento della MK richiedono un intervento farmacologico immediato10 il cui protocollo può cambiare da paese a paese per la diversa resistenza di un certo ceppo batterico presente in una determinata area geografica a certe famiglie di antibiotici9. È stato evidenziato che in caso di MK sono gli stessi contattologi ad essere consultati in prima battuta11 e ovviamente in Italia, dove il primary care non è previsto per questa figura sanitaria, questi devono prontamente inviare (referall) il paziente all’oftalmologo. Il caso che si riporta è quello di un soggetto di sesso maschile di 29 anni che in seguito a dolore oculare, arrossamento e fotofobia presenti al risveglio richiede un consulto contattologico. Già al termine della giornata precedente era presente una sensazione di corpo estraneo durante l’uso delle sue lac disposable che non era sparita dopo la rimozione serale delle stesse. Pur permanendo la sensazione di fastidio il ragazzo aveva deciso di non consultare immediatamente uno specialista rimandando al giorno dopo l’eventuale esame. Il quadro che si presenta la mattina è quello di figura 1. L’ulcera è centrale ampia e profonda. Il paziente viene immediatamente inviato per l’appropriata terapia al pronto soccorso oculistico più vicino. Una terapia antibiotica locale e sistemica viene prescritta e il soggetto risponde molto bene al trattamento con un sensibile miglioramento, visibile già Figura 2 MK al sesto giorno. ad una settimana (Fig. 2): l’ulcera è sparita completamente e permane uno staining puntato legato al trattamento farmacologico. A 30 giorni dall’insorgenza dell’evento solo una piccola cicatrice circolare stromale rimane visibile (Fig. 3). Fortunatamente la cronaca di questa MK è finita positivamente, ma va ricordato che l’immediatezza dell’intervento terapeutico è un fattore fondamentale per la guarigione. Seppure le MK sono un evento raro è molto importante nel lavoro di un contattologo cercare di prevenire più possibile questa eventualità cercando di selezionare la migliore combinazione tra materiali, geometria, modalità di rimpiazzo, sistema di manutenzione (se richiesto), tempi d’uso e migliorando al massimo la compliance del portatore per le norme igieniche e di gestione delle lac. Tutto questo soprattutto in presenza di quei fattori di rischio che i ricercatori hanno documentato5. E infine nel caso in cui l’evento raro si presenti improvvisamente risulterà fondamentale l’invio immediato del paziente per il giusto trattamento farmacologico. Bibliografia 1. Jeng BH, Gritz DC, Kumar AB, Holsclaw DS, Porco TC, Smith SD, Whitcher JP, Margolis TP, Wong IG. Epidemiology of ulcerative keratitis in northern California. Arch Ophthalmol. 2010; 128:1022-1028 2. Stapleton F, Keay L, Edwards K, Naduvilath T, Dart JK, Brian G, Holden BA. The incidence of contact lens-related microbial keratitis in Australia. Ophthalmol. 2008; 115:1655-1662 3. Papas E. Infezioni corneali e portatori di lenti a contatto: quali sono i rischi? 7° Convegno Assotica. Centro Convegno Lingotto. Torino 4-5 ottobre 2009 4. Stapleton F. Contact lens-related microbial keratitis: what can epidemiologic studies tell us? Eye Contact Lens. 2003; 29: S85-9; discussion S115-8, S192-4 5. Stapleton F, Edwards K, Keay L, Naduvilath T, Dart JK, Brian G, Holden B. Risk factors for moderate and severe microbial keratitis in daily wear contact lens users. Ophthalmology 2012; 119:1516-21 6. Morgan PB, Efron N, Brennan NA, Hill EA, Raynor MK, Tullo AB. Risk Factors for the Development of Corneal Infiltrative Events Associated with Contact Lens Wear. IOVS 2005; 46:3136-43 7. Morgan PB, Efron N, Toshida H, Nichols JJ. An international analysis of contact lens compliance Contact Lens & Anterior Eye 2011; 34:223-228 8. Dart JK, Radford CF, Minassian D, Verma S, Stapleton F. Risk factors for microbial keratitis with contemporary contact lenses: a case-control study. Ophthalmology 2008; 115:1647-54 9.WIllcow MDB. Management and treatment of contact lens-related Pseudomonas keratitis. Clinical Ophthalmology 2012; 6:919-924 10.Anger C, Lally JM. Acanthamoeba: A Review of Its Potential to Cause Keratitis, Current Lens Care Solution DisinfectionStandards and Methodologies, and Strategies to Reduce Patient Risk. Eye & Contact Lens 2008; 34:247-253 11.Wilhelmus KR, Robinson NM, Font RA, Hamill MB, Jones DB. Fungal keratitis in contact lens wearers. Am J Ophthalmol 1988; 106:708-714 12.Holden BA, Sankaridurg PR, Jalbert I. Adverse reaction and infections: which ones and how many? In Sweeney DF. Silicone hydrogels the rebirth of continuoys wear contact lenses. ButterworthsHeinemann, Oxford, 2000 13.Fagan XJ, Jhanji V, Constantinou M, Amirul Islam FM, Taylor HR, Vajpayee RB. First contact diagnosis and management of contact lens-related complications. Int Ophthalmol 2012; 32:321-7 Figura 3 MK al 35° giorno. 84 RUBRIC A TIPS & TRICKS a cura di Laura Boccardo Lente piatta, lente stretta Per valutare se una lente morbida è applicata piatta, giusta o stretta, in generale se ne valuta la dinamica: sui libri si può trovare scritto che una lente ben applicata presenta fino a 1 mm di movimento all’ammiccamento (ho controllato, per esempio, sulla terza edizione del “Clinical Manual of Contact Lenses” di Edward Bennet e Vinita Allee Henry, 2008). Queste indicazioni standard si riferiscono in generale alle lenti in idrogel, ma non sono valide se si considerano le lenti più attuali, in particolare se si applicano lenti in silicone idrogel. Queste ultime non sono soggette a una perdita di idratazione durante la giornata, quindi non hanno tendenza a diventare più strette durante l’uso. Per ottenere un’adeguata stabilità della lente applicata è necessario, quindi, utilizzare curve base più strette rispetto a quelle che eravamo soliti pensare in passato. Un’applicazione piatta provoca eccessivo movimento della lente e, di conseguenza, una diminuzione del comfort. Ronald K. Watanabe, Contact Lens Today, febbraio 2012 Anche per le toriche, occhio a dinamica e centraggio Quando applichiamo le lenti a contatto morbide toriche, tutta la nostra attenzione viene immediatamente rivolta alla ricerca di quelle sfuggevoli e quasi invisibili tacche di riferimento che permettono di valutare se la lente sta in asse oppure no. In realtà la prima 85 cosa da fare è quella di valutare il centraggio e la dinamica della lente, così come si fa con le lenti sferiche. Una lente troppo piatta si muoverà troppo rendendo la visione instabile, una lente troppo stretta si potrebbe bloccare in posizioni non adeguate. Una lente decentrata potrebbe sembrare ruotata, perché in effetti le tacche, che generalmente sono poste in basso, vengono viste spostate o a destra o a sinistra, ma la causa di questo spostamento è appunto il decentramento e non la rotazione. Poiché spesso le lenti toriche a ricambio frequente sono prodotte con un unico raggio base, se l’allineamento o la posizione della lente non sono soddisfacenti, sarà necessario cambiare tipo o marca di lente. Pam Satjawatcharaphong e Timothy B. Edrington, Contact Lens Spectrum, Aprile 2012 Piggyback inverso A Madrid, dopo una lunga ma fruttuosa giornata di congresso, chiacchierando una sera dopo cena con i colleghi, Alessandro Mugnai raccontava una sua recente esperienza di piggyback inverso (lente morbida sopra la lente rigida) su un paziente che richiedeva una maggiore stabilità della lente RGP per cheratocono, per svolgere senza pensieri la sua attività sportiva. Già nel 1999 si poteva leggere su Contact Lenses Today: “Se qualche vostro paziente portatore di lenti RGP pratica degli sport in cui esiste il rischio reale di perdita delle lenti, utilizzate un piggyback inverso, applicando sopra la lente RGP una lente morbida disposable, giornaliera o quindicinale, di basso potere, da portare per l'attività sportiva”, tuttavia questa tecnica è ancora per lo più sconosciuta alla maggioranza dei contattologi e dei pazienti. La disponibilità di materiali ad altissimo Dk, sia rigidi, sia morbidi, ha negli ultimi anni permesso un sempre più ampio impiego di lenti accoppiate: generalmente la lente morbida viene applicata sotto la lente rigida per proteggere la superficie corneale. L’applicazione della morbida sopra la rigida ha ovviamente lo svantaggio di alterare la dinamica della lente RGP e ridurre il flusso di ossigeno, ma questo inconveniente non deve spaventare troppo, innanzi tutto perché, utilizzando materiali iper-gaspermeabili l’ossigeno può arrivare alla cornea attraverso le lenti e non attraverso le lacrime e poi perché questa soluzione viene comunque utilizzata per un tempo limitato durante la giornata. L’impiego di materiali morbidi silicone-idrogel è oltremodo consigliabile, in questo modo il Dk/t del piggyback non è inferiore a quello di una lente idrogel applicata da sola. Calcolare per credere. Avete un piccolo trucco o qualsiasi suggerimento che possa risolvere i problemi più comuni che si incontrano nella pratica contattologica di tutti i giorni? Avete piacere di condividerlo con i colleghi? Inviate i vostri Tips&Tricks alla redazione di LAC. IN LIBRERIA OTTICA VISUALE a cura di Laura Boccardo Fabrizio Zeri, Anto Rossetti, Alessandro Fossetti, Antonio Calossi 2012, Editrice SEU, Roma Volume a 4 colori, 504 pagine Viene pubblicato in questi giorni il libro “Ottica Visuale”. Per la presentazione di questo testo, lasciamo la parola agli autori Fabrizio Zeri, Anto Rossetti, Alessandro Fossetti e Antonio Calossi, che così scrivono nella prefazione: “L’Ottica Visuale, che ha come oggetto di studio l’occhio in quanto strumento ottico, è una disciplina le cui radici storiche risalgono a più di 2000 anni fa. Tuttavia è solo negli ultimi tre secoli circa che gli studi e le scoperte in questa disciplina sono cresciuti fino a costituire quel corpo di conoscenze che oggi è fondamentale per la formazione curricolare dei clinici della visione. In Italia l’Ottica Visuale, anche sotto altre identità (ottica fisiologica, ottica fisiopatologica, ecc.), è stata ed è ancora insegnata nelle scuole di ottica, negli istituti di optometria, nei corsi di laurea in ottica e optometria e nelle scuole di specializzazione di oftalmologia. La mancanza di un testo in lingua italiana, che raccogliesse in maniera integrale e aggiornata il corpo di conoscenze della materia, è stato il motivo principale che qualche anno fa ha innescato negli autori l’idea di dare vita a questo volume. Considerando che gli autori erano coinvolti nell’insegnamento dell’Ottica Visuale in quattro diversi corsi di Laurea in ottica e optometria di altrettanti atenei, il primo pensiero fu quello di articolare l’opera tenendo in considerazione le esigenze di programma degli studenti di questi corsi di laurea. Ciò nonostante il volume è di potenziale interesse e approfondimento anche per gli studenti degli altri corsi di optometria, di ottica, oftalmologia e ortottica, nonché per tutti gli operatori già impegnati nei diversi settori disciplinari. L’opera, infatti, non si limita solo alla trattazione teorica di argomenti strettamente di ottica visuale (ovviamente la spina dorsale del volume si struttura su questi argomenti che sono gli occhi schematici, le ametropie, le aberrazioni, la pupilla, l’accomodazione, gli assi oculari, ecc.), ma cerca di usare, quando possibile, un taglio pratico e di indicare applicazioni cliniche essenziali; questo sforzo si concretizza particolarmente nel capitolo sugli errori di refrazione e sui sistemi di correzione con lenti oftalmiche e lenti a contatto ma anche nel capitolo sulla visione binoculare. Si è anche cercato di aggiungere alla trattazione alcuni argomenti che aiutassero a cogliere una prospettiva più ampia e generale sulla visione, di cui la formazione dell’immagine retinica secondo le leggi dell’ottica visuale è solo un primo passo (un esempio di questo sono i capitoli sull’acuità visiva e sull’elaborazione dell’informazione visiva)”. Un’opera di questo genere ha richiesto l’impegno di energie di molte persone: oltre agli autori, hanno collaborato Carlo Falleni, Alessandro Farini, Gianpaolo Lucarini, Antonio Madesani, Marialuisa Martelli, Salvatore Pintus e Larry N.Thibos. Al giorno d’oggi la scrittura scientifica richiede conoscenze ampie e specialistiche che solo un tale gruppo di esperti poteva 86 RUBRIC A garantire. Sulla quarta di copertina è riportata una breve presentazione della professoressa Adriana Fiorentini: “Questo libro tratta dell’Ottica Visuale e quindi dei limiti e dei difetti della visione, della loro valutazione e possibilità di correzione con lenti da occhiali e altri dispositivi. Ne dà una trattazione estesa, approfondita e aggiornata, coperta da vari autori aventi esperienze competenti, essendo docenti nei campi da essi trattati. Contiene un numero complessivo di quindici capitoli, dedicati a vari aspetti delle proprietà ottiche della visione e alle correzioni dei suoi eventuali difetti”. Il primo capitolo è dedicato ai fondamenti 87 dell’ottica visuale, mentre i successivi approfondiscono la struttura oculare e l’evoluzione del sistema visivo. Il testo, poi, passa ad analizzare i modelli schematici dell’ottica oculare, l’emmetropia, le ametropie sferiche e l’astigmatismo, analizzandone l’incidenza, la distribuzione e le componenti ottiche. Di seguito vengono trattate l’accomodazione e la presbiopia, le aberrazioni oculari, gli aspetti dell’ottica fisica nel sistema oculare e la visione binoculare. Viene poi descritto il fenomeno visivo, dall’immagine retinica all’elaborazione dell’informazione visiva, approfondendo in particolare l’acuità visiva. Infine l’attenzione si sposta dall’ottica dell’occhio all’ottica delle lenti per occhiali e delle lenti a contatto. Il volume si conclude con tre appendici in cui sono elencati tutti i simboli utilizzati nel testo, sono descritti i punti e gli assi di riferimento dell’occhio e la pupilla. Ogni capitolo tratta in modo chiaro e approfondito del rispettivo tema, corredandolo di esempi concreti. Si presenta quindi come una valida, assai utile ed esauriente guida per l’apprendimento dei vari aspetti dell’Ottica della Visione, per chi si appresta a seguire i corsi di insegnamento a questo dedicati. NOTE PER GLI AUTORI Lac - Lenti a contatto è una rivista quadrimestrale il cui obiettivo è fornire ai professionisti del settore, ricercatori e studenti, informazioni aggiornate sulle ricerche cliniche e scientifiche nell’ambito dell’area contattologica, nella fisiologia e patologia dell’occhio esterno. Sono benvenuti tutti gli articoli originali a carattere clinico, di ricerca, rassegne bibliografiche, casi clinici ed editoriali che trattino argomenti legati alla contattologia. Possono anche essere pubblicate lettere attinenti lo sviluppo professionale e la sua evoluzione, l’educazione e gli eventi del settore. Invio del testo Tutti gli articoli devono essere inviati alla redazione tramite posta elettronica al seguente indirizzo: rivista.lac@ cibavision.com. Il formato digitale di preferenza è Microsoft Word (.doc; .docx), in alternativa possono esser usati: Solo testo (.txt), Rich Text Format (.rtf), OpenDocument Text (.odt). Non inviare il lavoro in formato Acrobat (.pdf). I lavori inviati non devono essere stati precedentemente pubblicati su altre riviste o presentati per la pubblicazione contemporaneamente ad altri giornali. Il lavoro verrà successivamente sottoposto, in forma anonima, all’esame dei revisori. L’autore corrispondente sarà informato sull’esito della revisione. Nel caso d’accettazione del lavoro presentato, farà seguito la documentazione necessaria per la cessione dei diritti. Preparazione del testo Per il frontespizio, il sommario, il testo, i ringraziamenti, la bibliografia, le tabelle e le didascalie delle illustrazioni utilizzare il carattere Times New Roman corpo 12. Le pagine devono essere numerate in modo progressivo iniziando dal frontespizio. Materiale aggiuntivo come tabelle, figure, legende, bibliografia, ecc. devono essere salvati su file separati, uno per ogni categoria; particolarmente gradita è la preparazione di un file legenda. La prima pagina deve includere il titolo per esteso, il nome e cognome, per esteso, degli autori nella sequenza desiderata, eventuali istituti o enti d’appartenenza, il nome, l’indirizzo email ed il numero di telefono dell’autore cui fare riferimento per la corrispondenza. Il sommario in lingua italiana, che non deve contenere più di 180 parole, deve essere riportato su una pagina separata. È auspicabile che l’autore sottoponga anche un sommario più esteso, massimo 230 parole, in lingua inglese. Entrambi devono contenere la parte centrale del tema trattato, il metodo di lavoro, i risultati e le conclusioni. Parole chiave Per facilitare la schedatura degli articoli indicare da 3 a 5 parole chiave per ogni articolo. Tali parole chiave, in lingua italiana ed inglese, debbono seguire i relativi sommari. Testo Gli articoli di ricerca dovranno essere comprensivi di: introduzione, descrizione del materiale, metodo di lavoro, risultati e discussione e/o conclusione. L’introduzione deve riportare in modo conciso gli obiettivi dello studio. Il materiale e i metodi utilizzati devono essere descritti in dettaglio, mentre i risultati dovrebbero essere descritti in maniera succinta. La discussione deve essere limitata all’osservazione dei dati presentati posti in relazione coi risultati che emergono dalla letteratura. Articoli di rassegna bibliografica, casi clinici, descrizioni di nuovi strumenti o procedure dovrebbero essere costituiti da: sommario, introduzione, testo e commenti. Bibliografia I riferimenti nel testo dovranno essere soltanto numerici e riportati con un corpo più piccolo ad apice. L’elenco dei riferimenti deve essere riportato in pagine separate del testo e dovrà essere redatto secondo le modalità sotto elencate, rispettando la punteggiatura e lo stile indicati. Articoli di riviste Cognome e iniziale del nome dell’autore/i, titolo dell’articolo, titolo della rivista abbreviato secondo le norme codificate, anno, volume, prima e ultima pagina in cui appare l’articolo. Nel caso che la numerazione delle pagine della rivista non segua un ordine annuale, accanto al numero del volume indicare, tra parentesi, anche il numero del fascicolo. Esempio di articolo da rivista Simmons PA, Tomlinson A e Seal DV. The role of Pseudomonas aeruginosa biofilm in the attachment of Acanthamoeba to four types of hydrogel contact lens materials. Optom Vis Sci, 1998; 75: 860-866 Libri Cognome e iniziale del nome dell’autore/i, titolo e sottotitolo dell’opera con iniziali maiuscole, luogo di edizione, editore, anno, n. pagine. Esempio di libro Fletcher R e Still DC. Eye Examination and Refraction. Oxford, Blackwell Science, 1998, 58-60. Nel caso che si faccia riferimento ad un capitolo di libro: Speedwell L. Paediatric contact lenses. In Phillips A, Speedwell L R. Contact Lenses. London, Butterworth Heinemann, 2007, 505-518. Atti di congressi e conferenze Cognome e iniziale del nome dell’autore/i, titolo dell’intervento, nome dell’evento e dell’ente/associazione che lo promuove, luogo e data del suo svolgimento. Materiale online Nome dell’associazione o cognome e iniziale del nome dell’autore/i, titolo del contenuto, data di pubblicazione su internet (se reperibile), indirizzo Url e data di consultazione. Esempio di rivista online Bex PJ, Langley K. The perception of suprathreshold contrast and fast adaptive filtering. J Vis 2007;7(12):1– 23. http://journalofvision.org/7/12/1/. Consultato il 10/10/2007. Tutte le citazioni devono essere organizzate sulla base della numerazione del testo e non secondo l’ordine alfabetico. Illustrazioni Per illustrazioni si intende materiale come: fotografie, disegni, grafici, tracciati, ecc. La qualità delle immagini deve essere elevata, i disegni e i grafici professionali. Ogni illustrazione deve essere numerata con lo stesso numero citato nel testo. Sono accettate fotografie in bianco e nero e a colori in formato digitale JPG o TIF. Le immagini devono essere tutte corredate di didascalia. In caso che si utilizzino immagini già pubblicate altrove, l’autore/i deve richiedere al proprietario del copyright (in genere l’editore) il permesso per la pubblicazione. 88 Prenditi la tua parte nel mercato delle lenti a contatto toriche Un nuovo cliente astigmatico a settimana con le lenti a contatto toriche di CIBA VISION : vedrai crescere il tuo business. ® Lenti a contatto toriche giornaliere www.cibavision.it Lenti a contatto toriche mensili in silicone idrogel Lenti a contatto AIR OPTIX® for ASTIGMATISM (lotrafilcon B): Dk/t = 108 @ -3.00D, -1.25D x 180. Altri fattori possono incidere sulla saluta oculare. Informazioni importanti sulle lenti a contatto AIR OPTIX® for ASTIGMATISM (lotrafilcon B): Per uso diurno in caso di miopia/ipermetropia e/o astigmatismo. AIR OPTIX®, AIR OPTIX® for Astigmatism, DAILIES®, Focus® DAILIES® Toric with AquaComfort ®, CIBA VISION™, il logo AIR OPTIX®, il logo DAILIES® e il logo CIBA VISION™ sono marchi registrati di Novartis AG. © 2012 CIBA VISION® è ora parte di Alcon® Vision Care, divisione di Novartis AG. CVI_07121141 quattordicesimoanno 14 In copertina MK al primo giorno. foto di Fabrizio Zeri 03> 9 7 7 0 0 0 2 0 38370