Inserto ampliato in italiano La scelta di materiali da costruzione non è mai stata così vasta come oggi. E non c’è mai stata nemmeno una gamma così ampia di lavorazioni delle superfici. L’esigenza di particolari proprietà fisico tecniche determina l’inadeguatezza dell’elemento monomaterico. Solo strutture multistrato e materiali compositi soddisfano le proprietà spesso contrastanti dei singoli componenti. Attualmente, c’è però un trend in direzione opposta. Il materiale monolitico in tutta la sua materialità e sensorialità sta assumendo sempre più importanza. Le superfici sviluppano una complessità viva dal materiale stesso ma non tramite il decoro superficiale. Il materiale edile, la tettonica, la struttura e la trama creano continuità. In un periodo storico in cui le risorse naturali scarseggiano, in cui i confini dello sviluppo diventano nuovamente evidenti, la banda di prodotti edili si può ampliare : lo sviluppo innovativo di materiali determina nuove possibilità formali. Il rivestimento funzionalizza le superfici senza essere a vista. Frank Kaltenbach Rivista di Architettura 5 · Materiali + superfici 2 L’opinione Iodicearchitetti 4 Materiali innovativi, finiture, lavorazioni Manuela Cifarelli Material ConneXion Milano 6 Materiali e superfici in Italia Cabel Industry a Empoli (FI), Massimo Mariani 8 Imparare da Ascoli Piceno, una città monomaterica Monica Rossi, Frank Kaltenbach 12 Prodotti Skema, Cappellini, Seccose, Sicis Italia, Omnidecor, Emu, Caleido, Hansgrohe 13 Traduzioni in italiano di testi e legende Discussione Documentazione Tecnologia Potete trovare un’anteprima con immagine di tutti progetti cliccando su: http://www.detail.de/Archiv/De/HoleHeft/215/ErgebnisHeft 2 L’opinione Inserto ampliato in italiano 2009 ¥ 5 ∂ L’opinione di Iodicearchitetti Utilizzo etico dei materiali A adiglione italiano Expo Shanghai 2010, P sezione trasversale scala 1:400. B Cemento trasparente. C– D Padiglione italiano Expo Shanghai 2010, viste esterne A L’attenzione dell’architettura e dei suoi pro­ spessore non né perdesse la sua caratteri­ stica originaria. tagonisti è rivolta sempre più all’utilizzo di materiali che pongono come cardine, sia il Per la prima volta dovevamo affrontare il tema della sostenibilità ambientale che ­tema della smontabilità ad ampia scala, ­quello dell’innovazione. Quindi, i materiali questa problematica non poteva essere e i processi di produzione ad essi legati sconnessa dal tipo di materiale che si v­ oleva ­sono sempre più il risultato di riflessioni e utilizzare. Per sottolineare l’idea progettuale sperimentazioni più responsabili e attente avevamo bisogno di un materiale che di ai problemi del recupero e della durabilità. giorno aumentasse quell’idea di massa Nel parlare di materiali si parla ormai sem­ ­architettonica che i grandi blocchi pieni pre più spesso di “superficializzazione”, di ­dovevano rappresentare e di notte dare perdita di spessore fisico in favore dell’infor­ quell’idea di leggerezza, trasparenza, per­ mazione, della mediaticità della materia meabilità. stessa. Noi invece, siamo da sempre con­ Uso massivo della materia e trasparenza so­ vinti che la materia in architettura sia prima no sempre stati valori disgiunti; lavorare con di tutto un’esperienza tattile, tangibile. la trasparenza solitamente rende necessaria Come afferma Peter Zumthor in una sua ­intervista: “i materiali in architettura sono ­come le note per i compositori; la cosa interessante è aggregare le note e creare qualcosa di sempre nuovo, un suono specifico”. Non esistono quindi, materiali buoni o cattivi, ma esiste una buona o cattiva applicazione dei materiali. L’utilizzo di qualsiasi tipo di materiale deve servire sempre a sottolineare un’idea pro­ gettuale, si decide di utilizzare un materiale piuttosto che un altro non per un pregiudizio relativo al materiale stesso, ma come ­elemento fondante del progetto stesso. ­Siamo quindi poco inclini all’uso dei mate­ riali ­“copertina” senza spessori, semplice­ mente a ­ pplicati. Scegliamo un materiale che sia massa, spessore, struttura, come nel ­nostro progetto della Biblioteca Pubblica di ­Guadalajara in Messico. Nel caso del progetto del padiglione italiano per l’Expo di Shanghai 2010, l’approccio è stato completamente diverso in quanto, l’elemento imprescindibile della soluzione progettuale era la smontabilità. Ci appresta­ vamo a pensare un edificio che per forza di cose, sembrava non potesse avere né materia, né spessore, né massa. La sfida è stata quella di utilizzare un materiale, che sottolineando l’idea di progetto in quanto massa, diventasse anche allo stesso tempo leggerezza e trasparenza. Era quindi fondamentale pensare ad un ­materiale che riducendo inevitabilmente lo B l’azione dell’ “appendere”, quindi aggiunge­ re collegamenti e agganci alla costruzione. L’idea, quindi, è stata di soddisfare queste diverse esigenze con un unico materiale: il cemento trasparente. Il sogno, era utilizzare un materiale tradizionale in una maniera in­ novativa. Avere quindi superfici in evoluzione, in conti­ nuo cambiamento in grado di assorbire i se­ gnali provenienti dagli ambienti dove veniva­ no immerse e trasmetterli sotto forma di immagini e suoni, adattandosi all’ambiente. Sono vere e proprie meta-superfici, dove la preposizione “meta” di origine greca, si im­ piega infatti per la composizione di termini atti ad indicare un cambiamento in corso. ∂ 2009 ¥ 5 Inserto ampliato in italiano L’opinione 3 Lo studio Iodicearchitetti viene fondato nel 1999 da Giuseppe Iodice e Francesco Iodice Ai due soci ­fondatori nel 2004 si affiancano i partner Marcello ­Silvestre e Orsola Pezone. Lo studio si occupa di pro­ getti sia nazionali che internazionali, dalla scala urba­ na a quella dell’interior design. Pubblicazioni ottenute nell’ultimo biennio: Area, L’Arca, D’Architettura, il C­orriere della Sera, Premio Cosenza. C www.iodicearchitetti.it Una superficie architettonica in continua evoluzione e mutazione; un’ interazione fra la “pelle” architettonica e il paesaggio urba­ no dal quale l’intervento può essere percepi­ to; con un utilizzo, sempre più dinamico e comunicativo, in cui l’involucro sembra di­ ventare una membrana interattiva responsa­ bile dello scambio di energia e di informa­ zioni; non più come una “semplice” chiusura esterna, ma come “altro”. La sfida è stata quella di lavorare sia sulla terza dimensione dando profondità ad una superficie bidimensionale, sia sulla quarta dimensione con oggetti che mutassero natu­ ra nel tempo con il cambiare delle condizioni al contorno. D Il cemento trasparente, oltre ad essere un materiale compatto e resistente nella lavora­ zione, presenta come dicevamo prima un duplice vantaggio architettonico: di notte l’edificio visto dall’esterno fa trasparire in maniera discreta le presenze interne, mentre durante il giorno i fruitori percepiscono le va­ riazioni di luminosità esterna. Il risultato fina­ le è una sequenza di luci e ombre in conti­ nua evoluzione nel corso della giornata. Tecnicamente questo materiale differisce dal tradizionale cemento per la presenza nella sua composizione di fibre ottiche, e può essere prodotto in blocchi o pannelli. Un serie di fibre ottiche formano un reticolo che collega le due facciate opposte del blocco. Le fibre compongono solo il 4 – 6 % del volume del materiale, facendo si che la superficie rimanga molto simile a quella del cemento tradizionale. Le fibre ottiche consentono alla luce di ­passare da una faccia all’altra, ed essendo poste in modo parallelo, la stessa luce che colpisce la parete da un lato sarà trasmessa a quello opposto, ovviamente creando delle zone d’ombre se parte della superficie si ­offusca. Per concludere potremmo dire che lo studio sui diversi materiali e sul loro utilizzo può es­ sere infinito, ma ribadiamo che per una giu­ sta applicazione è necessario che il materia­ le non snaturi la sua etica. 4 Materiali e superfici in Italia Inserto ampliato in italiano 2009 ¥ 5 ∂ Materiali e superfici Materiali innovativi, finiture e lavorazioni Manuela Cifarelli Material ConneXion Milano www.materialconnexion.com A A R esina epossidica flessibile ed atossica. Questa re­ sina elastica, versabile e autolivellante, è incolore allo stato originale ma può essere colorata usando una varietà di pigmenti. Sono disponibili tre finiture di superficie (opaca, lucida e semilucida). La resina è atossica, ignifuga, resistente all’uso e facile da pulire. Il materiale è generato senza giunture, con spessori da 2– 3 mm. Le applicazioni includono ­pavimentazioni di palestre, aule, musei, spazi espo­ sitivi, strutture istituzionali, punti vendita e zone resi­ denziali. Il materiale viene inoltre utilizzato per arredi e complementi, tra cui tappeti e passatoie, allestimenti fieristici e superfici architettoniche. B Rivestimento murario (carta da parati) robusto per applicazioni esterne. Sistema bicomponente com­ posito elastico costituito da fibre polipropileniche (PP) e da un substrato non-tessuto spunbonded. Il materiale può ovviare alle crepe delle facciate con spessori fino a 5 mm. La carta da parati per faccia­ te ha un aspetto simile a quello dello stucco, è resi­ stente all’azione degli agenti atmosferici e alle mac­ chie e consente la diffusione, i muri possono quindi respirare. Il rivestimento viene applicato con uno speciale adesivo, stendendo la colla sulle facciate per poi applicare la carta da parati. Il materiale è classe B1 (DIN 4102) per comportamento al fuoco ed è disponibile in tre texture in rotoli con altezza 0,71 m e lunghezza 25 m, per un totale di 17,7 m2. C Rivestimento composito polimero/ceramica conte­ nente sostanze particellari di tre dimensioni per il miglioramento delle prestazioni di isolamento. Il ri­ vestimento amorfo viene applicato a spruzzo, rullo o spazzola ed è costituito al 68 % da volume vuoto, principalmente sfere di zirconia, senza plastificanti o ritardanti alla fiamma aggiunti. Utilizza ceramiche di differenti tipologie e dimensioni, che bloccano il 95 % del calore solare radiante, della luce visibile, dei raggi ultravioletti e infrarossi, eccedendo i para­ metri ENERGY STAR® fino al 25 %. Il rivestimento è flessibile, resiste alla flessione senza crepe o cam­ biamenti dimensionali ed è stabile ai cambiamenti per uno specifico campo di applicazione, so­ no trasferiti su altri settori merceologici, pro­ prio perché conferiscono ai prodotti qualità nuove o caratteristiche diverse. I materiali in­ novativi avanzati e quelli a complessità gesti­ ta, sono progettati su misura per rispondere a esigenze diverse e nuove e si differenziano da quelli tradizionali per le proprietà ottimiz­ zate in relazione allo specifico impiego previ­ sto. Possono essere in grado di fornire pre­ stazioni variabili, selezionabili e controllabili, di modificare le proprie caratteristiche fisicochimiche in relazione agli stimoli ricevuti, fino ad introdurre nuove proprietà e prestazioni non raggiungibili e non considerate in prece­ denza. Nel campo delle finiture e delle lavo­ razioni di superficie sono in corso molte ­innovazioni importanti che conferiscono ai materiali valenze tecniche, prestazionali ed estetiche nuove e inaspettate che, molto spesso, riescono a differenziare i prodotti con risultati assolutamente sorprendenti at­ traverso le diverse possibilità di colorazione, finitura e lavorazione di un materiale. Incisio­ ni selettive, sabbiature, pallinature, tagli e ­lavorazioni con il getto d’acqua, fresature a controllo numerico, tagli al laser, cubicature, inserti iniettati, sinterizzazioni laser selettive e rivestimenti speciali (pirolitici o magnetronici) sono solo alcune delle più recenti lavorazioni con le quali si possono ottenere materiali della stessa natura con estetiche completa­ mente diverse e funzionalità innovative. Nel quadro economico, complesso e difficile che si è recentemente delineato, si riscontra la necessità di individuare elementi di inno­ vazione e valore aggiunto ai beni di consu­ mo per renderli nuovamente e maggiormente competitivi sui mercati di riferimento. Il valore e la qualità dei materiali e delle tecnologie con cui sono realizzati i prodotti risultano es­ sere, in fase progettuale, di pari peso rispet­ to alla forma e alla funzione e strategici ri­ spetto alla differenziazione. Se i materiali in generale possono contribuire ad incrementa­ re il valore aggiunto e il valore estetico appli­ cato ad un prodotto, i materiali innovativi e la ricerca tecnologica possono anche contribu­ ire a migliorare le qualità funzionali, le tecni­ che, produttive e commerciali di un prodotto, rendendolo maggiormente competitivo e ag­ gressivo sul mercato. I materiali innovativi di­ ventano, pertanto, elementi fondamentali per lo sviluppo ed il trasferimento di tecnologie nuove ed avanzate. La ricerca, in tal senso, può fornire stimoli strategici al rinnovamento della produzione aziendale e far prendere decisioni, altre e diverse, sul destino delle imprese, aumentando la complessità delle relazioni del mercato della produzione di ­materiali e di prodotti. Oggi l’aspetto materi­ co r­ isulta di pari importanza rispetto alla for­ ma e alla funzione nell’approccio progettuale e, in molti casi, al materiale viene dato il compito di fare la differenza. Nascono così materiali nuovi che spesso, anche se pensati C B D E ∂ 2009 ¥ 5 Inserto ampliato in italiano F Materiali e superfici in Italia G I H di nascondere tubi e cavi a vista. Sono disponibili do­ dici decori differenti, quattro limestone (Bianco Coto­ ne, Beige Tortora, Ocra Sabbia, Rosso Pompei), pie­ tre naturali facilmente lavorabili e di colore uniforme, prive di venature, e quattro tipologie di marmo. I Mosaico in terracotta realizzato e finito a mano, costi­ tuito al 50 % da terracotta ed al 50 % da marmo. Pre­ senta una texture superficiale che riproduce l’aspetto consunto e vissuto delle superfici tradizionalmente presenti nelle antiche case di campagna italiane ed è disponibile in marrone, rosso o beige, con finitura standard cerata. È inoltre possibile richiederlo in ver­ sione non trattata con cera. Come altri prodotti in pie­ tra naturale, successivamente alla posa necessita di una sigillatura finale, per assicurare un adeguato mantenimento delle superfici. K Rete metallica stampata digitalmente per utilizzi che riguardano rivestimenti per esterni e schermature. ­Lamiera in alluminio perforata o stirata viene stampa­ ta con immagini digitali in formati fino ad un massimo di 1500 ≈ 3500 mm. I fogli possono essere combinati tra loro per creare composizioni di stampe con misu­ ra totale maggiore. I pannelli possono essere piegati, curvati, tagliati e saldati come avviene con l’alluminio. Le immagini sono resistenti all’acqua ed ai raggi UV e sono conformi agli standard europei per le facciate esterne EN 12206 e Qualicoat Classe 2. Oltre a divi­ sori interni e controsoffitti, le applicazioni riguardano superfici di muri esterni, elementi decorativi e sculto­ rei. L Tessuti sintetici in fibre miste, lavorati al laser in vari pattern per creare motivi decorativi. Il laser rimuove lo strato fibroso superiore del materiale senza bruciarlo, lasciando intatta la base del materiale. È disponibile una gamma di pattern standard, con la possibilità di personalizzare la grafica a fronte di un ordine minimo. I tessuti sono costituiti da poliestere al 100 % e pre­ sentano eccellenti proprietà fiamma-ritardanti. Sono disponibili in rotoli, con altezza 150 –160 cm e lung. 50 m, in sei colori; blu, rosso, oro, crema, bianco e porpora. elementi di vario genere, è costituito da materiali poliuretanici ed è indicato per utilizzi in spazi pub­ blici. Il materiale è resistente all’acqua, liscio, resi­ stente all’abrasione e ininfiammabile (FIRA BS5852, part 1). Tutte le forme in schiuma tagliate bidimen­ sionalmente e lavorate tridimensionalmente posso­ no essere prodotte nel formato massimo 2000 mm ≈ 1000 mm ≈ 3500 mm. È inoltre possibile realizza­ re elementi aventi dimensioni maggiori combinando più blocchi. Le applicazioni riguardano arredamen­ to, bacheche ed espositori da tavolo per interni, ol­ tre ad allestimenti per punti vendita e design com­ merciale. G Gamma di pannelli e porte ornamentali costituiti al 100 % da legno massello, con sfacciature in legno scalfite, intagliate, scolpite o rivestite. Successiva­ mente alla lavorazione le sfacciature, disponibili in quercia, faggio, frassino, mogano Sipo, sicomoro, ciliegio, bubinga, noce, padouk, iroko, teak, wengé e zebrano, vengono incollate ad un’anima in legno compensato. I supporti sono calibrati a seconda della destinazione d’uso finale dei pannelli: multi­ strato, MDF ed alveolo di alluminio. Gli spigoli pos­ sono essere grezzi, preintagliati, placcati, prealesati e sagomati. Su richiesta le porte possono essere re­ alizzate in versioni fonoisolante e/o antintrusione e resistenti alla fiamma. I pannelli sono personalizza­ bili e non sono richiesti ordini minimi. Le applicazioni includono porte, ante, rivestimenti, pannelli scorre­ voli, testiere, elementi separatori, pareti e soffitti. H Elementi in pietra che incorporano superfici decorati­ ve incise. Mediante l’azione di macchinari a controllo numerico (CNC) ad alta precisione e sulla base di un approfondito studio tecnico, sulle lastre di pietra natu­ rale vengono praticate delle incisioni, che creano di­ segni e figure geometriche, ottenute esclusivamente attraverso processi meccanici, senza l’utilizzo di agenti chimici potenzialmente dannosi. Le lastre han­ no caratteristiche di fonoassorbenza e possono esse­ re applicate anche come pareti ventilate, consenten­ do la termoregolazione e dando inoltre la possibilità di temperatura ciclici di 60 gradi dal giorno alla not­ te. È resistente al trasferimento dell’umidità, è valu­ tato Classe A per comportamento al fuoco in base alle normative ASTM E-84, con propagazione della fiamma “0”, ed è esente da COV (VOC). D Pavimentazione in legno di quercia a doghe larghe le cui crepe sono state trattate con un riempitivo (fil­ ler) colorato. Questo pavimento flottante è costituito da pannelli con strato di base, strato centrale e strato superiore per usura continua in quercia, che vengono immersi in acqua di montagna molto fred­ da e, immediatamente dopo esserne stati tirati fuori, posizionati in un forno, dove il legno si crepa. Le crepe vengono riempite con diverse tipologie di materiali: da una gamma di plastiche colorate a ce­ menti comprendenti argento o oro. Un accurato trattamento termico (senza additivi chimici) permet­ te di creare colorazioni in massa. La pavimentazio­ ne è antiscivolo, resistente all’usura, impermeabile, facilmente pulibile e non emette COV (VOC). Il ma­ teriale è disponibile in doghe di lunghezza fino a 4000 mm e larghezze comprese tra 135 e 240 mm con spessore 0,63 – 0,75 mm. La pavimentazione è indicata per interni residenziali e commerciali. E Piastrelle in vetro dotate di una superficie costituita da scanalature che creano un effetto visivo deco­ rativo, reso possibile grazie alla combinazione di scanalature e grafiche, che produce colori ed im­ magini cangianti. Le piastrelle sono disponibili nei formati standard 10 ≈ 10 cm e 10 ≈ 40 cm. Colori e grafiche vengono realizzati sul retro dei moduli ed è possibile richiedere la stampa di loghi e moti­ vi su misura. Le applicazioni riguardano pareti ed altre superfici di ambienti residenziali e commer­ ciali, quali bagni, cucine, piscine, spa, punti vendi­ ta e di ristorazione. F Schiume poliuretaniche modellate tridimensional­ mente, dotate di uno speciale rivestimento in poliu­ retano (PU), denominato Rock Face, producibile in qualsiasi colore RAL o Sikkens, oltre che con effetti metallizzati. Il rivestimento, studiato per arredi ed K 5 L 6 Materiali et superfici in Italia Inserto ampliato in italiano 2009 ¥ 5 ∂ Materiali e superfici in Italia Cabel Industry a Empoli (FI) Progettista: Massimo Mariani Collaboratori: Elda Bellone, Alessandro ­Mariani, Roseda Gentile, Giovanni Lunardi Simona Baronti. A Vista del fronte nord-ovest. B Pianta del piano terra in scala 1:500. C Vista del fronte nord-est. A B La sede della Cabel Industry, con una ­superficie di circa 4500 mq su più piani, si inserisce all’interno di una piccola zona in­ dustriale stabilendo un nuovo rapporto dia­ lettico con il tessuto produttivo locale e con il contesto naturalistico circostante. L’edificio, circondato da una campagna tipi­ camente toscana, si sviluppa in orizzontale con due piani fuori terra e uno interrato. Sul fronte principale è protetto da una striscia di verde pubblico che corre parallelo alla stra­ da; si accede all’interno mediante passerelle sospese su un ampio scavo, il quale dà luce al piano interrato e crea un vuoto sottostante il livello zero, spazio disegnato per ospitare mostre e installazioni. Di notte quest’area si trasforma in una piscina di luce che stacca l’architettura dal terreno, facendola galleg­ giare nell’oscurità. All’interno, il piano interrato ospita una tipo­ grafia e altri spazi destinati ad iniziative di vario genere; il piano terra è caratterizzato da spazi vetrati di varie tipologie, che vanno dall’open-space a piccole cellule isolate. Il piano primo invece ospita spazi direzionali e di rappresentanza, intervallati da un picco­ lo patio interno e da una terrazza. Un unico segno risolve sia la forma dell’involucro edili­ zio che le finestrature, le spaccature degli accessi e la decorazione dei mobili. L’inseri­ mento di elementi vetrati colorati, di giorno produce un cromatismo liquido che pervade gli interni, quasi in bianco e nero, mentre di C 4 ∂ 2009 ¥ 5 Inserto ampliato in italiano 4 D P articolare del ­prospetto nord-est. E Vista dell’interno. F Sezione scala 1:20 1 Solaio di copertura: doghe in alluminio sottostruttura in 3 ­alluminio 45 mm isolante termico in ­lana minerale 80 mm massetto in cls. pendenza 2,6 %, sp. min. 35 mm solaio prefabbricato in cls. armato 250 mm controsoffitto in­ ­cartongesso 2 Parete esterna, spessore tot. 485 mm: 4 lamiera in alluminio D notte il colore viene proiettato verso l’esterno in modo vivace a sottolineare le bucature, i tagli e le forme. L’edificio è costruito con ele­ menti prefabbricati in calcestruzzo (protetti esternamente da tinteggiatura a smalto) e ri­ vestito, in copertura e sulle testate, in allumi­ nio grigio. Le pareti esterne in calcestruzzo sono coibentate con l’ausilio di lana di roc­ cia applicata sulla faccia interna dei pannelli e contro-parete di finitura in cartongesso: in questo modo la parziale tenuta termica of­ ferta dai pannelli prefabbricati trova il giusto completamento mediante un intervento che, oltre ad assicurare il necessario benessere ambientale all’interno degli spazi di lavoro, ha consentito di regolarizzare la superficie Materiali et superfici in Italia 7 1 sottostruttura in alluminio 200 mm Pannello prefabbricato in cls. armato 200 mm strato termoisolante in lana di roccia 60 mm lastre in gesso 24 mm Solaio di interpiano: pavimento sopra­ elevato in graniglia di cemento e marmo 600/600/30 mm piedini in metallo per sopraelevazione ­pavimento 140 mm massetto in cls. 70 mm solaio prefabbricato in cls. armato 250 mm Pluviale interno al ­pilastro in cls. armato 3 interna dei prospetti, celando parte dei ­tracciati di impianto. Il pavimento ai vari pia­ ni è realizzato sopraelevato in gres porcella­ nato, i soffitti sono tutti ribassati con l’ausilio di controsoffitto modulare e ispezionabile o a lastra continua. Il pacchetto di solaio risul­ ta così composto a strati, con un coefficiente di taglio termico tra i piani migliorato rispetto alla semplice sovrapposizione dei livelli. Su tutta la copertura trovano posto un ­sistema di pannelli solari fotovoltaici con ­tecnologia amorfo-policristallino, sistemati in modo da non essere visibili; in questo modo l’edificio raggiunge la quasi totale auto­ sufficienza energetica con una produzione di 150 kW circa. 4 2 2 2 3 2 E F 8 Discussione Inserto ampliato in italiano 2009 ¥ 5 ∂ Discussione Pagina 428 Imparare da Ascoli Piceno, una città monomaterica Monica Rossi Frank Kaltenbach 1 L’architettura contemporanea è caratterizzata da una propensione sempre maggiore alle pelli monolitiche. “Anything goes”, sempre più architetti si affidano ad un limitato ventaglio di materiali e superfici. La semplicità e la concentrazione arcaica sull’essenziale diventano anche in architettura un elemento fondamentale del “simplyfy your life”. Il dibattito si estende anche a livello urbanistico: quanti materiali diversi è in grado di tollerare una città? Dove sta il confine tra armoniosa complessità e disorientamento caotico? Durante il XX secolo si sono susseguiti esperimenti costruttivi di quartieri in cui si selezionava un materiale unico con l’obbiettivo di conferire all’espansione urbanistica un’identità: le superfici in travertino dell’EUR di Roma negli anni ’30, Brasilia la capitale di calcestruzzo degli anni ’50 e le facciate in terracotta di Postdamer Platz a Berlino degli anni ’90. Mentre negli esempi citati le realizzazioni si riferiscono a periodi limitati, in Italia centrale, sorge una città dove 2000 anni di storia sono leggibili attraverso un unico materiale: Ascoli Piceno, “la città di travertino”. Prima dei Romani, nella località si erano insediati i Piceni il cui nome deriva da “picchio”, l’uccello che avrebbe loro indicato il luogo strategico migliore per costruire collocato su un altopiano roccioso protetto da dirupi. Ma non solo le colonne su cui sono posati i due picchi che accolgono i visitatori alle porte della città sono in travertino. La pietra naturale porosa è stesa come un tappeto su ponti, torri, teatro, chiese e palazzi sin dall’epoca romana per tutti gli stili architettonici e attraverso tutte le epoche. La parola “tappeto”, in realtà, non è esatta in quanto, sino al XX secolo, in questi luoghi il travertino costituiva un materiale da costruzione massivo. Una pietra che illumina e suona Per i Piceni, la “loro” pietra non è semplice travertino. Le qualità intrinseche di questo materiale sono la naturale e chiara colorazione e la consistenza che può essere 2 scelta a poro aperto o compatta a seconda dello spacco operato. La superficie neutra muta il volto della città intera variando con l’incidenza luminosa. Durante giornate invernali con il cielo coperto le superfici in travertino appaiono come il manto di neve sui vicini Monti Sibiliini. Durante le serate estive, invece, sembra che i caldi raggi del sole non vengano riflessi ma assorbiti dalle superfici materiche in travertino che acquisiscono una propria luminosità. Quando invece il cielo si tinge di un blu profondo, le facciate assumono una luminosità fredda e inavvicinabile. Una proprietà materica che trasforma anche i più angusti vicoli – detti dai piceni “rue” – in ricettori di luce carichi di effetti che il visitatore esplora curioso. E’ caratteristico anche il suono che pervade la città, nonostante le superfici lapidee non riflettano alcun fastidioso rimbombo. In un luogo, però, il suono che si diffonde nello spazio urbano viene inscenato come uno strumento musicale: entrando nella chiesa di San Francesco, i credenti sfiorano con le dita le sottili colonne in travertino del portale d’accesso producendo dei suoni armoniosi come quelli di dita che scorrono sulle corde di un’arpa. L’effetto di un rituale antico di secoli si evidenzia nelle profonde impronte lasciate sulla superficie in pietra sfiorata innumerevoli volte mentre emerge il carattere plasmabile del materiale. Superficie scarna e intarsi filigranati La complessità della città emerge dal continuo alternarsi di moderate superfici murarie a faccia vista e stupefacenti particolari ad intarsio. Accanto alle torri dei nobili (fig. 1) che si ergono con sobrietà, le facciate di Piazza del Popolo: architetture parlanti che raccontano una storia di oltre 300 anni fatta di un’alternarsi di demolizioni, ricostruzioni, addizioni in un unico materiale. Persino il quadrante dell’orologio è stato realizzato in travertino (fig. 4). Le facciate si presentano con fenditure, proporzioni differenti, e sovrapposizione di fregi ornamentali, blasoni e sculture in una complessità straordinariamente eclettica al punto da essere citata nel 1966 nel manifesto del Postmoderno “Complessità e contraddizione nell’architettura” di Robert Venturi. Un processo di costruzione protrattosi per secoli con il medesimo materiale che può essere oggetto di studio nell’imponente chiesa di San Gregorio Magno. Colonne scanalate con capitelli corinzi e muriperimetrali realizzati in Opus reticulatum, costituiti da pietre quadrate di piccolo formato che indicano senza ombra di dubbio le spoglie di un tempio romano del I secolo a.C. su cui sorge la chiesa cristiana. La facciata principale romanica si integra con grandi blocchi squadrati lisci in una struttura antica. Alla ricchezza formale di molte facciate contribuiscono le variegate soluzioni costruttive degli architravi delle porte. Larghi blocchi squadrati di travertino sembrano preannunciare la spaccatura nella parte centrale sotto il peso delle pareti esterne. Per questo motivo, nel Romanico l’architrave è rafforzato con due mensole oblique che mantengono una fenditura aperta sopra al centro dell’architrave (fig. 7). Il Gotico favorisce, secondo il medesimo principio, archi di alleggerimento (fig. 8), mentre nel Manierismo i carichi vengono scaricati sui pilastri che sono evidenziate mediante pietre in rilievo rispetto alla superficie della facciata (fig. 9). Il travertino si rivela adatto alla realizzazione di volte nervate per il carico limitato nonostante la sua lavorazione richieda un impegno particolare e una perizia tecnica per il fatto che i blocchi di pietra devono essere squadrati uno per uno su tutti i lati. Per questo motivo, ad eccezione di pochi palazzi e chiese, le volte sono solitamente realizzate con mattoni piani in laterizio, mentre soffitti e strutture di copertura sono in castagno o in rovere, legni particolarmente resistenti all’umidità. Dai lavatoi al battistero La luce mattutina che filtra radente valorizza notevolmente il lavatoio costruito nel XVI secolo al di fuori della città antica. L’edificio si colloca ad una quota di un metro inferiore al piano del crocevia stradale (fig. 2). ∂ 2009 ¥ 5 Inserto ampliato in italiano Discussione 1 2 3 4 ista dalla Fortezza Pia di tre delle 200 torri che V caratterizzavano la citta nel XIII sec., nelle vicinan­ ze del Ponte Romano Lavatoio in travertino con copertura, XVI sec.. Piazza del Popolo,pavimentazione in travertino, 1900 Orologio in travertino, Palazzo del Popolo, 1200 –1535 Bibliografia: 1 Stefano Papetti, Pippo Ciorra (a cura di): Ascoli città di travertino, D’Auria Industrie Grafiche, Ascoli Pice­ no, 2009. 2 AA.VV., Guida alle chiese romaniche di Ascoli Piceno, D’Auria Industrie Grafiche, Ascoli Piceno 2006. 3 AA.VV. Ascoli Piceno e provincia, Touring Club Itali­ ano, Milano, 2003. 3 Il lavatoio coperto da un portico si integra perfettamente dal punto di vista architettonico ed urbanistico nel contesto, in particolare con la vicina chiesa di S. Bartolomeo. Come in una cappella sotto un reticolo di volte a crociera, si celebra un tripudio di fonti, zampilli a parete, canali, trogoli, pietre da lavatoio a taglio diagonale. In virtù della sua superficie grezza e porosa e per la sua robustezza stabile nel tempo il travertino si dimostra ideale come tavola da lavatoio, nonostante lo strofinare continuo nel corso di interi secoli lo abbia reso completamente liscio. Oggigiorno, il complesso ci appare come un’installazione d’arte contemporanea anche se fino a 20 anni fa si potevano vedere donne che lavavano presso i quattro trogoli, ciascuno dotato di sei pietre per lavare. Un’altra architettura del panorama piceno che possiede un’indiscutibile peculiarità e trova le sue origini nella forza purificante dell’acqua è il battistero dell’XI secolo, classificato come una delle più spettacolari architetture in tutta Italia. Il corpo di fabbrica dalla pianta quadrata di taglio netto e rigoroso diventa ottagonale con arcate cieche mentre al centro sotto la cupola campeggia il fonte battesimale. A differenza di Firenze, Pistoia, o Parma, le dimensioni si mantengono modeste ma, a confronto, le proporzioni sono di pareggiabile perfezione. L’edificio nella purezza archetipa del materiale lapideo ha quasi l’aspetto di un padiglione di Aldo Rossi. Il “Tipo”, come lo definisce Rossi nel 1978 nella “Storia della città”, sembra calzare in particolar modo per la peculiarità delle superfici, per il fatto che sia le differenti cromie da un lato sia la differenziazione tra i diversi materiali dall’altro, sovrappongono o diluiscono l’intero concetto di edificio. La città come palcoscenico Attraverso una purezza quasi grafica la città appare come la rappresentava l’architetto rinascimentale Sebastiano Serlio: Ascoli è nata da un gesto unico e come ogni città ha un proprio flair. Mentre l’architettura 4 contemporanea è composizione di edifici 9 Monica Rossi ha conseguito un dottorato in tecnologia dell‘architettura con una tesi sui materiali innovativi per involucri edilizi ad elevata efficienza energetica, è autrice specializzata per diverse riviste internazionali di architettura ed è docente a contratto di Materiali ed elementi costruttivi presso la facoltà di architettura di Ascoli Piceno, Università degli Studi di Camerino. 10 Discussione 5 Inserto ampliato in italiano 2009 ¥ 5 ∂ 7 6 solitari, che sempre più attraggono l’attenzione per l’effetto di superfici diverse e per loquacità diventano “architetture parlanti”, la città tradizionale acconsente tacita a certi precetti formali che puntano all’uniformità e al conferimento di un aspetto particolare. Piazza Arringo con il Battistero, la facciata del Duomo e la fontana con i cavalli ricorda la magia di una scena della “Pittura Metafisica” di Giorgio de Chirico (fig. 11). Al contrario, la Loggia dei Mercanti con la sua atmosfera di serenità, un grande porticato, i muri, i pavimenti e le panche è meta di conversazioni pomeridiane. Dal blocco squadrato al tappeto di pietra Mentre le antiche strade romane – poste ad una quota inferiore rispetto all’attuale piano stradale, a volte rese visibili mediante pavimentaizioni in vetro – sono costituite da grandi blocchi in pietra, gli elementi di rivestimento delle strade medievali hanno dimensioni di circa 40 ≈ 40 cm. Il travertino viene sostituito nel rivestimento stradale dalla pietra arenaria scura che si dimostra più dura e che viene estratta proprio di fronte alle cave di travertino sulle sponde del Tronto. In diversi vicoli e sotto i porticati, i blocchi squadrati lucidati delle strade pedonali e dei canali di scolo sono in travertino. Inizialmente, le lastre sottili di travertino erano utilizzate solo nei manti di copertura. Uno degli ultimi esempi, è l’abside romanica dei Santi Vincenzo ed Anastasio (fig. 10). Solo dopo il XX secolo la pietra è stata tagliata quasi completamente a lastre sottili e posata come “rivestimento” a pavimento (fig. 3) o agganciata a pareti in muratura. Per la sua compattezza, il travertino di Ascoli, se tagliato ad uno spessore di 3-5 cm, assume un’ottima resistenza al gelo. Se la pietra viene tagliata nella direzione della sedimentazione, si determina una struttura piana compatta; a taglio perpendicolare si evidenziano le tipiche stratificazioni con porosità. La sua sobria morbidezza trasmette persino a palazzi monumentali come il Palazzo di Giustizia costruito in epoca fascista una nota di raffinata eleganza. Da prodotto di esportazione a rarità All’inizio del XX secolo, il travertino di Ascoli viene esportato sino in Egitto. Il sultano egiziano Fuad I assume il piceno Ernesto Verrucci in qualità di architetto di corte incaricandolo oltre che della costruzione di scuole, teatri, edifici amministrativi, anche della realizzazione del palazzo reale in travertino. Dato che in Italia, sin dall’antichità si estrae a vasta scala travertino, parola che deriva da “Lapis tiburtinus”, anche le cave più famose nelle vicinanze di Roma sono quasi totalmente esaurite. Il travertino lavorato nei dintorni di Ascoli Piceno nel frattempo viene importato all’estero. Ma né il travertino rosso proveniente dall’Iran, né quello grigio emana il medesimo riflesso del travertino di Ascoli Piceno. Le antiche scaglie in travertino appoggiate direttamente sui tetti di Ascoli non sono più in uso per motivi ecologici ma anche perché sono diventate antieconomiche in quanto la realizzazione si basa su manodopera manuale e per il fatto che negli ultimi anni gli stipendi dei lavoratori sono cresciuti esponenzialmente. Attualmente le ultime cave aperte si trovano vicino ad Acquasanta, una località termale a circa 18 km dalla città. La contemporanea esistenza di travertino, vulcanismo e fonti curative trovano origine nella stratificazione di calce presente in loco. A Pamukkale in Turchia o nel mamouth Hot Spring nel Parco Naturale di Yellowstonesi è ancora possibile osservare la stratificazione in ampie terrazze naturali. I pori si creano per la presenza di vegetali che con il tempo si decompongono. Particolarmente impressionante è la sezione di scavo nella cava di Luigi Cardi che con crepe e filoni sembra un quadro astratto della storia del pianeta terra o una fetta sovradimensionata di gorgonzola. Dal nero al bianco Ascoli Piceno non è da sempre la città luminosa e bianca senza intonaci che vediamo oggi. Negli anni ’60 e ’70 del XX secolo, tutte le case che fiancheggiavano i vicoli rischiavano il degrado. Fino all’inizio degli anni ’80, le facciate chiare in travertino rimasero sotto uno strato di depositi di polveri sottili provenienti dai gas di scarico delle automobili e dalle miniere di carbone ormai chiuse nelle vicinanze del centro storico. Tra il 1980 sino al 2008 sono state promosse grandi misure di ristrutturazione nell’intera regione delle Marche. Nel 1990 Ascoli Piceno ha redatto un piano particolareggiato del centro storico accompagnato da incentivi. Ma è solo nel 1997 a seguito del grande terremoto che scuote l’intera regione che si verifica la maggiore iniezione finanziaria. Mentre però molti edifici in città come Assisi crollano, la dimensione dei danni verificatisi ad Ascoli Piceno si limita per lo più a fenomeni fessurativi. Non sono tuttavia erogati grandi fondi di indennizzo per la ristrutturazione delle oltre 20 chiese presenti. La ristrutturazione delle facciate in travertino spesso si è dimostrata un’operazione alquanto delicata. Sonia Calvelli e Aleandro Orsini, titolari dello studio di architettura arch.doc nel cuore del centro storico e specializzati nel risanamento del travertino affermano: “la patina nera accumulata sulle pareti spesso è così persistente che molte imprese per l’intervento di ripulitura agiscono con sabbiatrici. Ma in questo modo al di sotto della patina, i delicati particolari e la superficie ripulita diventano ancora più sensibili alle sostanze inquinanti presenti nell’aria. Con molta cautela stiamo cercando di lavare a mano i rilievi a traforo e i decori con acqua e con una pasta speciale”. Anche nell’intervento di risanamento delle fughe, viene tenuta una certa cura quando si interviene sulle superfici originarie. Nel prosciugamento dello zoccolo degli edifici non si interviene più tagliando l’intera parete ma si pratica un ciclo di iniezioni. Un tema di grande interesse e complessità è il risanamento energetico. Sorprendenti sono i requisiti climatici che rivela il travertino. A partire da uno spessore di parete di 50 cm, ad oggi non è necessario alcun tipo di isolamento integrativo per il fatto che l’aria che penetra nei pori della pietra durante l’inverno protegge dal freddo e quella che penetra durante l’estate, dal caldo. ∂ 2009 ¥ 5 Inserto ampliato in italiano 8 9 A vista, intonacato o “finto”? “In origine, le facciate in pietra naturale di Ascoli erano tutte a vista? Nel XVIII e XIX secolo c’era la tendenza di intonacare a colore le facciate, ci informa Stefano Papetti, Direttore della Pinacoteca Civica e curatore del libro “Ascoli, la città di Travertino” da poco in libreria. Il travertino di molte facciate che oggi viene restaurato sotto l’occhio attento della Sovrintendenza come elemento storico, in origine era intonacato, nascosto sotto uno spesso strato di intonaco. La superficie originaria evidenzia in modo relativamente semplice la qualità del materiale. Blocchi squadrati con fuga continua e regolare erano per il “faccia vista”. 11 Discussione 11 10 Le pareti spesse tra la pelle esterna potevano essere costipate da materiale di minor pregio. Se la miscela di pietre eterogenee comprendeva anche laterizi rossi e gialli a vista sulla facciata, allora questa era sicuramente intonacata. Quasi una curiosità della moda del travertino è il “travertino finto” del periodo Liberty. Simile allo stucco veneziano o stucco lustro si riportava sulle pareti in travertino massivo uno strato di intonaco, dipinto con estrema cura, levigato e lucidato con un aspetto variabile tipico del travertino. Nel gennaio 2009, il gruppo di studio di Stefano Papetti ha candidato “la città di Travertino” negli elenchi del patrimonio mondiale UNESCO. Si auspica che la città non diventi un museo all’aperto per turisti ma conservi la sua originale vitalità. 5 Chiesa domenicana San Pietro Martire, XIII sec. 6 Dettaglio rinascimentale, 1547, convento ­agostiniano Augustinerkonvent, XIV sec. 7 Fessura di alleggerimento dell’architrave, San Gregorio Magno, XIII sec. realizzato su un tempio romano del I sec. a.C. 8 Abitazione, arco di alleggerimento su un ­architrave in travertino 9 Architrave manieristico, Palazzo del Popolo, 1520 10 Copertura in travertino, abside della chiesa S.ti Vincenzo ed Anastasio XIV sec. -1389. 11 Battisterio di San Giovanni Battista, XI. sec. (sini­ stra), Duomo, X sec., facciata del 1539 (destra) 12 Traduzioni in italiano Inserto ampliato in italiano 2009 ¥ 1/2 ∂ Prodotti Vertical Le due varianti Unika (parete decorati­ va) e Fonika (parete fonoassorbente) of­ frono al progettista due brevetti originali ed esclusivi Skema che rivoluzionano le possibilità realizzative per i rivestimenti d’interni. Le contropareti sono realizzate con il medesimo concetto di un pavi­ mento flottante. E’ un rivestimento realiz­ zato con supporto di base in fibra di ­legno ad elevata densità e laminati ­plastici resistenti all’abrasione super­ ficiale e all’impatto. Le pannellature ­hanno spessore minimo di 10 mm. Decorflou L’innovazione che l’azienda ricerca co­ stantemente emerge tra i vari progetti di decoro particolarmente pregnanti. Fra i trattamenti si rivela però particolar­ mente rivoluzionario il trattamento anti­ scivolo adottato per i prodotti DecorFlou, a norma DIN 51097 grazie al quale il ­vetro allarga le sue possibilità di impie­ go dalla destinazione “verticale”, all’ori­ ginalità di quella “orizzontale”: nella ­realizzazione di pavimenti e scale. Skema S.r.l. Via dell’Artigianato 8, Ponte di Piave [email protected] www.skema.eu Omnidecor S.p.A. via del lavoro 1, Erba [email protected] www.omnidecor.net Lucky Tridim La collezione di tappeti Magic Carpet raccoglie progetti di alcuni fra i più noti designer internazionali; realizzati in lana, cotone, seta e viscosa secondo l’effetto desiderato, i tappeti sono per l’azienda una nuova sfida. Lucky misura 2,50 ≈ 3,00 metri. Il designer Nendo lo ha dise­ gnato con base in pura lana e decori in seta e viscosa, giocando sui toni del verde e sfida tutti a trovare il quadrifo­ glio fortunato. Cromie e decori geo­ metrici ma anche floreali. Emu continua il lavoro di ricerca sulle trasparenze e sulle reti: se per anni ap­ plica il concetto di trame ai mobili diven­ tando sempre più innovativo e audace nelle forme delle maglie che disegnano arredi da giardino, ora applica l’idea ­anche agli elementi d’illuminazione. Le nuove lampade diventano corpi luminosi di grande effetto che combinano mate­ riali e reti tecnologiche con supporti e strutture in alluminio leggero. Cappellini via Milano 28, Mariano Comense [email protected] www.cappellini.it studiopiù communication vocabolo sapienza 39, Marsciano [email protected] www.emu.it Slimm Scuba combination 21 Slimm propone oltre alle ormai classiche finiture metalliche di porte dell’azienda costola di Secco Sistemi, la finitura in vetro stratificato in doppia lastra di cri­ stallo con pellicola plastica: opalino e acidato, il pannello monolitico possiede un alto valore di resistenza meccanica e di schok termico oltre a garantire tra­ slucenza. Vasta la gamma cromatica; si possono scegliere anche i profili e la ­ferramenta. Creato dal designer James Di Marco, la nuova linea Metacrilati di Fine Design, Flora, Scuba, Wall e Rain sono radiatori nuovissimi, caratterizzati dall’insolito im­ piego del metacrilato sull’acciaio. Oltre al materiale innovativo Caleido porta avanti anche un nuovo concetto: l’ele­ mento decorativo diventa funzione. Le piastre forate dei Metacrilati offrono infatti numerosi punti di appoggio per salviette e accappatoi. Seccose Gruppo Secco Sistemi S.p.A. Via Terraglio 195, Preganziol [email protected] www.seccose.it CO.GE.FIN S.r.l., Caleido via Maddalena 83, Nave [email protected] www.caleido.bs.it Flower Power, Colibrì -FLO16 Axor Starck Splendidi pannelli musivi con fondi specchianti della collezione Colibrì nei toni dell’argento e del platino che fanno da base a fiori dalle vivide cromie del fuoco, cui si affiancano pannelli dai toni più freddi con soggetti floreali in blu, di una bellezza più intima e delicata. Le possibilità sono davvero infinite e ­interpretano le due anime dell’azienda quella di altissimo artigianato e la ricer­ ca tecnologica d’avanguardia. Si tratta di un sistema modulare destina­ to a creare una sorta di nuovo territorio su cui fondare i principi di un benessere autentico: l’angolo doccia si trasforma in una spa privata dove l’acqua diventa esperienza sensoriale.Un sistema de­ sign costituito da una serie di tasselli quadrati e infinite soluzioni flessibili. ­Cabina completamente trasparente che diventa spazio nello spazio.La doccia è corredata da soffioni modulari. Sicis Italia Via Fatebenefratelli 8, Milano [email protected] www.sicis.com Hansgrohe S.r.l. SS 10 km 24,4, Villanova d’Asti [email protected] www.hansgrohe.it ∂ 2009 ¥ 5 Inserto ampliato in italiano Pagina 422 Editoriale Superfici ad effetto tridimensionale Frank Kaltenbach La scelta di materiali da costruzione non è mai stata così vasta come oggi. E non c’è mai stata nemmeno una gamma così ampia di lavorazioni delle superfici. Se in epoca postmoderna, gli accostamenti estetici e ­teorico-architettonici avevano generato un potpourri di materiali diversi, negli ultimi anni, l’esigenza di particolari proprietà fisico tecniche determina l’inadeguatezza dell’elemento monomaterico e di conseguenza pone le basi per un missaggio di materiali. Solo strutture multistrato e materiali compositi soddisfano le proprietà spesso contrastanti dei singoli componenti. Attualmente, c’è però un trend in direzione opposta. Il materiale monolitico in tutta la sua materialità e sensorialità sta assumendo sempre più importanza. Le superfici sviluppano una complessità viva che trae origine dal materiale stesso e non dal decoro superficiale. Il materiale edile, la tettonica, la struttura e la trama creano continuità. Dunque, un’architettura con un aspetto “artigianale” proiettata verso il futuro o rivolta verso il passato? Il tema è vecchio quanto il Movimento Moderno ma il contesto è completamente nuovo. In un periodo storico in cui le risorse naturali scarseggiano, in cui i confini dello sviluppo diventano nuovamente evidenti, la gamma di prodotti edili si può ampliare : lo sviluppo innovativo di materiali determina nuove possibilità formali come la separazione fra aspetto esteriore e funzione di un materiale edile. Sottili plastiche abbinate ad uno scheletro in acciaio, diventano massive, il calcestruzzo addizionato di inerti leggeri diventa una parete monolitica con proprietà isolanti. Il rivestimento funzionalizza le superfici senza essere a vista. Discussione Pagina 424 David Chipperfields e il Nuovo Museo a Berlino Christian Schittich Fastosi resti di decorazioni storiche da pitture a fresco accuratamente isolate e da pavimenti a mosaici dagli accesi cromatismi, si alternano a resti d’intonaco a macchia e pareti in ­laterizi rossi, intervallati da elementi nuovi composti di elementi arcaici prefabbricati in calcestruzzo bianco, a volte grezzo poi di nuovo levigato liscio e composti di elementi in vetro a specchio. Con il progetto del Nuovo Museo di Berlino, David Chipperfield ci conduce attraverso l’enfatizzazione del materiale e delle sue superfici in tutte le loro diverse stratificazioni. Chipperfield e il suo team, cui appartiene accanto ad Alexander Schwarz anche il conser- Traduzioni in italiano vatore e restauratore inglese Julian Harrap, non sceglie di ripristinare l’antico splendore operando una ricostruzione fedele all’originale, ma coerentemente con lo spirito della ­Carta di Venezia opta per una ristrutturazione integrativa attualmente poco popolare a ­Berlino che include l’antica sostanza storica. A marzo, con una festosa chiusura lavori è terminato uno dei cantieri più affascinanti ­della Germania. Nel mesi a venire saranno allestite le raccolte prima che il Neue Museum, la terza istituzione completamente ristrutturata sull’Isola dei ­Musei, possa riaprire i battenti. Il rinnovato Neue Museum, sorto tra il 1841 e il 1959 su progetto del prussiano architetto di corte Friedrich August Stüler, all’epoca della costruzione era considerato un capolavoro di tecnica per le volte leggere e gli elementi prefabbricati impiegati, ma anche un capolavoro di originalità per le pitture di sepolcri preistorici, templi egizi o greci e paesaggi. Durante la seconda guerra mondiale, è stato l’edificio museale maggiormente danneggiato dell’Isola dei Musei. Parzialmente distrutto, da allora non è stato più accessibile ma ha subito ulteriori danni; solo nel 1987 si inizia a pensare ad una ristrutturazione cui si pone mano solo dopo la Riunificazione Tedesca. Nel 1997 David Chipperfield Architects vince insieme a Julian Harap il concorso internazionale per la ricostruzione del Neue Museum. In contrasto con il restauro di altre due istituzioni sull’Isola dei Musei, David Chipperfield non si rifà ad un concetto di ristrutturazione in linea con la tradizione prebellica, ma al motto di “ripristino integrativo” si appresta a conservare la sostanza storica: una scelta che soffoca sul nascere ogni tentazione di ripristino ma che consente di lasciare a vista le tracce del passato, le cicatrici. Là dove l’originaria sostanza architettonica non è ripristinabile, gli architetti inseriscono nuovi elementi. Il passaggio fra vecchio e nuovo è spesso fluido e di immediata riconoscibilità. Chipperfield assume una posizione che contrasta con quella da tempo ritenuta valida da conservatori e architetti che richiedono una netta divisione estetica sotto forma di fuga tra la sostanza esistente e l’addizione moderna. Chipperfield enfatizza l’esistente: 13 accanto ad un approccio prioritario sul materiale, dimostra grande raffinatezza e approfondita conoscenza storica, nel momento in cui lascia a vista il degrado e lo sviluppo nella storia. Quello che da lontano si presenta come un corpo di fabbrica compatto e chiuso con un cromatismo uniforme, ad un’osservazione ravvicinata si rivela una pelle priva di omogeneità. Tra le antiche parti murarie intonacate a riquadri gli architetti fanno murare sezioni andate perdute prive di intonaco ma rivestite da una massa intonacata nella medesima tonalità color ocra. Come materiale si impiegano mattoni antichi a mano da un fienile andato distrutto ma risalente allo stesso periodo storico. Con lo stesso metodo viene riedificata l’ala nord-ovest completamente devastata e parte della facciata sud. Le porzioni mancanti sono state prevalentemente riparate, ma per colore, lucentezza e superficie rimangono sullo sfondo dell’esistente e non concorrono con la sostanza originale invecchiata. Il visitatore percepisce un’immagine dell’originale sontuosità ma anche delle passate proporzioni. Julian Harrap ha gestito la valutazione di ciò che andava conservato o integrato e delle modalità di attuazione. Il cortile egizio coperto in vetro, rispetto a prima della demolizione, si arricchisce di nuovi ­spazi espositivi su piattaforme portate da un sistema di pilastri alti sino a 15 metri. La maestosa scalinata riprende forma e volume dall’originale storico, ma rimane molto moderna ed astratta. Come le altre integrazioni è stata realizzata in elementi prefabbricati di marmo e cemento a contrasto con il rosso delle pareti in mattone. I giunti sono eseguiti con precisione e chiusi da fughe in modo da conferire al complesso un aspetto monolitico. Le superfici in cemento lungo la struttura della scala e il parapetto sono stati sabbiati al fine di far acquisire alle superfici una rude materialità mentre il corrimano intagliato con una fresa diamantata è levigato lucido. Chipperfield dimostra anche nel nuovo una sensibilità particolare nei confronti del materiale, carattere noto dell’architetto anche in altre sue opere. Alcune critiche hanno rimproverato all’architetto che la ristrutturazione del Neue Muesum celebra la rovina e il degrado. Chipperfield riesce a strappare al passato la propria esteti- 14 Traduzioni in italiano Inserto ampliato in italiano 2009 ¥ 5 ∂ ca dove l’architetto mette in luce le qualità grafiche dell’intonaco, dei resti di colore e di alcune tracce del degrado. 2 3 4 Pagina 448 Centro domenicano a Monaco meck architekten, Monaco Polo d’attrazione della nuova espansione urbana per 5000 abitanti di Norheide nei pressi di Monaco di Baviera, il centro domenicano con sala di preghiera, parrocchia, asilo e centro Caritas si percepisce uscendo dalla metropolitana attraverso un cannocchiale visivo nel nuovo tessuto urbano costruito. Il materiale impiegato per il centro, il laterizio, contrasta intensamente con il contesto di edifici residenziali in parte tinteggiati di colori accesi. Il mattone inserito a pavimento, a parete, a soffitto emana una calma serenità e rappresenta una cultura del costruito stabile nel tempo oltre che la materia primigenia terra. Anche dal punto di vista concettuale l’edificio interpreta un luogo di pace. Al centro dell’ampio cortile, l’unico albero. L’architettura trasmette contemplativa serenità tramite una facciata in clinker artefice del suo vivace carattere plastico. Sulla parete esterna della sala di preghiera sono state murate 300 croci in bronzo della dimensione di una mano che per collocazione in tre gruppi rammentano la Trinità. Poco percettibile è la leggera rotazione che interessa entrambe le pareti esterne rispetto all’angolo retto che conferisce un particolare misticismo allo spazio liturgico. Secondo l’idea degli architetti, l’involucro avrebbe dovuto essere in mattoni blu. L’artista Anna Leomie ha sovrapposto a ­mano più di 27 velature di colore blu sotto le quali traspare il laterizio. L’effetto viene en­ fatizzato con un lucernario da cui filtra luce attraverso l’opera di parole scritte dall’artista Andreas Horlitz. Planimetria generale scala 1:10000 Piante • Sezioni scala 1:1000 1 Aula liturgica 2 Casa parrocchiale 3 Centro Caritas 4 Scuola materna 5 Appartamento custode 6 Lastrico solare custode 7 Casa dei giovani 8 Lastrico solare spazio giovani 9 Aule spazio giovani Sezione orizzontale Sezione verticale scala 1:20 1 Nucleo in calcestruzzo prefabbricato 5 6 7 8 9 10 11 12 con mezzo mattone 24/61,5/200 o 17,5/61,5/200 mm su letto di malta gettato con asta filettata Lamiera in rame 1 mm isolante termico EPS 80 mm Clinker posato piano letto di ghiaia 90 mm strato di separazione isolante termico EPS 180 mm guaina impermeabilizzante solaio in c.a. 160 mm o 200 mm Vetro di sicurezza stratificato 16 mm con serigrafia grigia e colori a caldo + camera 16 mm + vetro di sicurezza semplice 8 mm colore inserito in incisione lastra interna specchiata Parete di rivestimento in clinker 115/61,5/200 mm giunto 10 mm, guaina traspirante isolante in fibra minerale 120 mm parete in c.a. 300 mm fibra minerale 50 mm barriera vapore intercapedine d’aria 30 mm clinker in apparecchiatura decorativa 115/61,5/200 mm Architrave prefabbricato in c.a. con mezzo mattone 115/240 mm HEA, intercapedine d’aria, staffe Solaio in c.a. 160 mm isolante termico EPS 80 mm elemento prefabbricato in c.a. con mezzo mattone solo su un lato 140 mm, avvitato al solaio in c.a. Bronzo 3 mm su pannello in particelle di legno 25 mm su struttura nascosta in acciaio Clinker per pavimento posato di taglio 115 mm letto di malta 30 mm massetto radiante 90 mm strato di separazione in PE 0,2 mm materassino fonoassorbente 30 mm isolante termico 30 mm guaina impermeabilizzante 10 mm solaio in c.a. 200 mm strato di magrone 50 mm Opera d’arte “Icona di luce” di Anna Leonie lastra di alabastro retroilluminata 340/600/15 mm Rivestimento in clinker 115/61,5/200 mm giunto 10 mm, fibra minerale 120 mm, parete in c.a. 300 mm, fibra minerale 50 mm, barriera vapore, intercapedine 30 mm, clinker 115/61,5/200 mm Pagina 453 Casa d’abitazione a Schlins Roger Boltshauser, Zürich, Martin Rauch, Schlins Nel Vorarlberg, nel comune di Schlins si ­trova la casa atelier del pioniere della costruzione in pisé Martin Rauch adagiata su un terreno in pendenza esposto a sud. Dallo scavo ne è risultato fango poi utilizzato come materiale da costruzione per la struttura dalle fondamenta sino al tetto, sia per le pa- reti esterne che per quelle interne. La varietà formale del materiale è sorprendente: la terra umida è stata utilizzata per pareti costipate in fango, pavimenti e anche la cucina; dal materiale cotto in forno sono stati prodotti i rivestimenti a pavimento in lastre per terrazzo e la copertura; mentre da quello cotto con tecnica raku sono state ricavate piastrelle in ceramica ornamentale. Con calce di Trass come legante e armatura in acciaio vengono creati i gradini della scala. La superficie di facciata non trattata ha un aspetto ruvido e grezzo con in evidenza la granulometria dei componenti e gli strati orizzontali del processo di produzione. Sia i soffitti che le pareti del soggiorno e della camera da letto sono rivestiti con un fine strato di intonaco di fango con inerte in farina di marmo che si accompagna con il pavimento in fango cerato e le ampie superfici finestrate che conferiscono all’involucro monolitico del corpo una luminosità impareggiabile ed insolita per un edificio massivo in pisè. L’edificio è un esempio di architettura contemporanea realizzata con un materiale edile arcaico. Sezioni • Piante scala 1:400 1 Ingresso e posto auto 2 Appartamento annesso 3 Laboratorio 4 Cantina vini 5 Soggiorno 6 Pranzo 7 Terrazza 8 Atelier 9 Camera 10 Vuoto Sezione verticale facciata scala 1:10 1 Mattone di pisé cotto 40 mm strato in scaglie di lava guaina impermeabilizzante a tre strati 3≈ 4 mm pannello stratificato a tre fogli 27 mm isolante materassino in canne palustri a 4 strati, 50 mm ognuno guaina impermeabilizzante 4 mm miscela argillosa in pendenza 2 Travi solaio 180 mm elemento in legno di compensazione lastra in argilla 25 mm intonaco di argilla 5 mm 3 Argilla costipata 450 mm isolante materassino in canne palustri a 2 strati 50 + 50 mm intonaco di argilla 30 mm con riscaldamento a parete (intonaco civile e finitura con polvere di marmo) 4 Infisso in rovere non trattato all’esterno all’interno trattato ad olio vetrazione isolante 5 Pannello stratificato a tre fogli in abete rosso 27 mm con stuccatura a base di caseina levigata e cerata 6 Pavimento in pisé costipato 100 mm con cera a caldo vegetale strato di separazione sughero/trass/argilla 7 Protezione antierosione mattoni di pisé cotti 280/120/30 mm 8 Correa in trass+calce ∂ 2009 ¥ 5 Inserto ampliato in italiano con armatura 300/150 mm 9 Protezione a spruzzi d’acqua mattoni di pisé cotti 400 – 600/300/40 mm 10 Guaina impermeabilizzante bituminosa 4+4 mm lana di vetro 100 mm guaina impermeabilizzante bituminosa 4 mm 11 Materassino in canne palustri 50 mm solaio composito trass/calce/intonaco con trave in profilo di acciaio T 60/60 mm e mattoni di pisé cotti 30 mm 12 Pavimento in argilla di trass levigato 100 mm miscela legno-trass-argilla strato di ghiaia drenante Pagina 457 Galleria a Berlino David Chipperfield Architects, Berlin Il corpo scultoreo dell’edificio con funzione di spazio espositivo per mostre temporanee di arte contemporanea occupa uno dei più ambiti vuoti urbani presenti nella capitale ­direttamente affacciato sull’Isola dei Musei. Di fronte si eleva il corpo del Neue Museum la cui tanto contestata ricostruzione è stata realizzata ad opera del medesimo studio di architettura David Chipperfield Architects. Il volume, sobrio nelle forme, si uniforma per altezza di gronda e per cromia agli edifici storici del contesto in cui è inserito. L’eleganza che lo contraddistingue si deve ad una progettazione particolareggiata e ad una accurata realizzazione. Per la facciata in laterizio monocromatica è stato utilizzato materiale riciclato da edifici preesistenti ­demoliti. L’apparecchio murario è realizzato a fasce in blocchi e, dato che non doveva presentare giunti di dilatazione verticale, la parete costruita davanti al perimetrale doveva avere uno spessore minimo di 250 mm per assorbire i carichi di sforzo dovuti alle differenze di temperatura senza che si veri­ficassero fenomeni fessurativi. Le campiture in laterizio sono delimitate da ampie aperture e da mensole a banda in elementi prefabbricati. Le mensole in calcestruzzo sabbiato con inerti lapidei determinano fasce orizzontali con giunti. I movimenti longitudinali dei mattoni sono riassorbiti dagli architravi e ­dagli spigoli dell’edificio. Le pareti poggiano su mensole senza giunto di scorrimento. In corrispondenza del coronamento superiore era necessario un giunto per le variazioni in altezza. Nei punti più critici le fughe sono state armate. Traduzioni in italiano Sezioni • Piante scala 1:500 1 Garage 2 Laboratorio 3 Cucina 4 Esposizione 5 Foyer 6 Terrazza 7 Stanza da letto 8 Soggiorno 9 Studio 10 Vuoto Sezione verticale • sezione orizzontale scala 1:20 1 Panello in calcestruzzo (perimetrale) 85 mm letto di ghiaia 50 mm strato filtrante isolante termico stabile a compressione 160 mm guaina impermeabilizzante c.a. 340 mm intonaco 15 mm 2 Elemento prefabbricato in calcestruzzo 235/200 mm con elevato contenuto di cemento bianco inerti lapidei superficie sabbiata 3 Architrave in calcestruzzo prefabbricato 100 mm lateralmente appoggiato su parete di rivestimento in mattoni con elevato contenuto di cemento bianco inerti in pietra naturale superficie sabbiata 4 Pannello sandwich 60 mm Interno: lamiera di acciaio laccata grigia 2 mm 5 Vetrazione isolante: vetro di sicurezza semplice 8 mm + intercapedine 16 mm + stratificato di sicurezza 5 + 5 mm 6 Lastra in pietra naturale 30 mm letto di malta sottile 10 mm massetto anidritico 60 mm riscaldamento a pavimento strato di separazione materassino fonoassorbente 30 mm isolante termico 50 mm solaio in c.a. 320 mm intonaco 15 mm 7 Lastra in pietra naturale 40 mm su letto di sabbia materassino di protezione strato filtrante isolante termico stabile a compressione 120 mm guaina impermeabilizzante c.a. in pendenza 320 mm intonaco 15 mm 8 Parete di rivestimento in mattoni riciclati con intonaco di calce 250/120/65 mm fughe di allettamento e di dilatazione 10 mm arretrata 3 – 5 mm malta povera di alcali colorata in pasta legata con calce aerea, amcoraggio privo di cemento isolante termico 130 mm c.a. 300 mm 9 Lamiera di acciaio piegata incollata 8 mm grata in acciaio 10 mm canale in acciaio inox 10 Massello di Ipe, levigato non trattato 25 mm pannello porta in elemento sandwich isolato 68 mm 11 Lamellare laccato grigio 190/50 mm 15 12 Montante in lamellare doppio 49/235 mm con piatto d’acciaio intermedio 12/155 mm 13 Profilo 70/5 mm listello di copertura in profilo di legno di Ipe 80/80 mm 14 Persiane a battente in compensato 30 mm 15 Elemento di apertura in Ipe 20 mm elemento sandwich isolato 80 mm Sezione verticale • Sezione orizzontale scala 1:20 1 Persiane a battente in compensato laccata grigia 30 mm 2 Lamellare laccato grigio doppio 49/235 mm, con piatto d’acciaio intermedio 12/155 mm 3 Pannello sandwich 65 mm interno: lamiera di acciaio 2 mm 4 Tavole in legno di Ipe non trattato, fissato con grappe a tubolare in acciaio ¡ 30/50 mm 5 Pannello sandwich 40 mm interno: lamiera di acciaio 2 mm 6 Pannello in fibra di gesso 12,5 mm pannello di compensato 18 mm listelli 30/50 mm 7 Ipe non trattata 20 mm listelli 10 mm isolante 80 mm 8 Elemento prefabbricato in calcestruzzo con elevato contenuto di cemento bianco inerti in pietra naturale superficie sabbiata 9 Copertina ad incastro in Ipe 80/80 mm spessore in profilato 70/5 mm 10 Vetrazione isolante: vetro di sicurezza semplice 8 mm + camera 16 mm + vetro di sicurezza stratificato 5 + 5 mm 11 Legno lamellare 235/50 mm 12 Lastra in pietra 30 mm letto di malta 10 mm massetto anidritico 60 mm riscaldamento a pavimento, strato di separazione materassino anticalpestio 30 mm strato termoisolante 50 mm cls. armato 320 mm, intonaco 15 mm 13 Massetto magnesitico 15 mm massetto anidritico 80 mm riscaldamento a pavimento, strato di separazione materassino anticalpestio 12 mm strato termoisolante praticabile 25 mm cls. armato 320 mm, intonaco 15 mm 14 Telaio in lamellare laccato grigio 15/160 mm 15 Battenti: legno di Ipe 20/100 mm su pannello sandwich Pagina 465 Chiesa a Jyllinge KHR Arkitekter, Kopenhagen La chiesa si erge come una gigantesca scultura su Sjaelland, l’isola principale della Danimarca. Il corpo monolitico si inserisce con armonia come un blocco di pietra in un piatto paesaggio marino. Da lontano, la superficie del monolite appare di calcestruzzo, approssimandosi assume l’aspetto del marmo. La pelle, esaltata da spigoli vivi, si pre- 16 Traduzioni in italiano senta in pannelli posati accostati senza fuga in materiale sintetico rinforzato con fibre. L’edificio della chiesa si compone di due corpi: un corpo rettangolare di carattere introverso dove su due livelli si articolano spogliatoio, sacrestia, battistero; e la chiesa con uno spazio liturgico rastremato verso l’altare. Le aperture sono tagli nel muro che offrono cannocchiali visivi sul paesaggio circostante e puntano verso il cielo, ricreando, quando c’è il sole, un vivace gioco di ombre proiettate su pareti e pavimento. La forma a croce del lucernario corrisponde col nome della casa di Dio. Guardando l’altare dall’aula, si apre uno spazio attraverso una parete completamente vetrata fino alla terrazza. Solo dopo una lunga contemplazione si osserva che l’intero soffitto è caratterizzato da un’illuminazione particolarmente espressiva: la ­copertura in materiale traslucido si eleva dalle pareti opache rivestite in cartongesso. Inserto ampliato in italiano 2009 ¥ 5 ∂ con riscaldamento a pavimento isolante EPS 225 mm ghiaia 150 mm 11 Collettore a pavimento Sezione orizzontale facciata scala 1:20 Particolare del serramento apribile scala 1:5 1 Pannello di facciata in vetroresina 500/40/4 mm pannello in alluminio coibentato 120 mm profilato in acciaio IPE 450 mm isolante termico 100 mm cartongesso 13 +13 con barriera al vapore intermedia 2 Anta apribile: cristallo ssemplice di sicurezza 10 mm + intercapedine 16 mm + stratificato di sicurezza 6 + 6 mm incollato a telaio in vetroresina 3 Imbotte in vetroresina 15 mm 4 Montante in vetroresina 5 + 5 mm 5 Telaio finestra in vetroresina Sezioni • Pianta scala 1:500 1 Ingresso principale 2 Foyer 3 Deposito 4 Battistero 5 Sacrestia 6 Aula liturgica 7 Terrazza Sezione verticale facciata scala 1:20 1 Struttura copertura traslucida: pannello facciata in vetroresina 500/40/4 mm su profili a nastro a clip in vetroresina membrana all’intradosso 0,25 mm stabile a UV trave in compensato impiallacciato 200/100 mm profilato in acciaio IPE 450 mm isolante intermedio in cellulosa trasparente 250 mm isolante termico in cellulosa trasparente 175 mm barriera al vapore trasparente pannello facciata in vetroresina 500/40/4 mm, trasparente 2 Lucernario: vetrazione isolante U = 1,2 W/m2K vetrazione isolante: cristallo semplice di sicurezza 10 mm + intercapedine 16 mm + stratificato temperato di sicurezza 6 + 6 mm incollato al profilo del serramento in vetroresina 3 Tubo fluorescente 4 Struttura facciata opaca: pannello facciata in vetroresina 500/40/4 mm su profili a nastro a clip in vetroresina pannello in alluminio con lana minerale 120 mm profilato in acciaio IPE 450 mm isolante termico in lana minerale 100 mm cartongesso 13+13 con barriera al vapore intermedia 5 Vetrazione isolante: cristallo semplice di sicurezza 10 mm + intercapedine 16 mm + stratificato di sicurezza 6 + 6 mm Incollato a infisso finestra in vetroresina U = 1,2 W/m2K 6 Anta e vetrazione fissa: struttura composita in vetroresina 7 Imbotte in vetroresina 8 Pannello a chiusura del telaio di acciaio 9 Isolante 50 mm stabile a compressione fondamenta perimetrali in c.a. 700 mm 10 Struttura del pavimento: solaio in c.a. 120 mm Pagina 469 Casa di una gallerista a Vnà Andreas Fuhrimann, Gabrielle Hächler ­Architekten, Zürich Soli 80 abitanti conta la piccola comunità svizzera di Vnà nella Bassa Engadina. Il ­luogo è intatto ma la diaspora di giovani sta diventando un problema sempre più grande. Il concetto turistico dell’hotel diffuso con locande di cultura doveva far rinascere questi luoghi. La realizzazione poi, della casa di una gallerista di Zurigo non costituisce solo un arricchimento in quanto porta la scena dell’arte a Vnà. L’architettura sviluppa un ­linguaggio che interpreta lo spirito dei tempi moderni, riallacciandosi alla tradizione architettonica engadinese. L’edificio scultoreo ricuce un vuoto urbano nel centro della località pur richiamandosi alle tipologie delle case vicine. Come nelle case storiche, anche in questo caso si ha accesso tramite il “Suler”, un ampio ambiente polifunzionale posto al piano terra. La veranda ritagliata nel volume e le finestre della facciata in calcestruzzo coibentato recepiscono una massima quantità di luce tramite piccole aperture. In analogia con il modello storico, la facciata irregolare e gradonata, mostra il gioco formale di una struttura muraria monolitica. Solo due materiali per le superfici. I muri in calcestruzzo, all’interno in cemento armato e all’esterno in calcestruzzo coibentato, sono stati lasciati grezzi o levigati; nelle camere e negli spazi di soggiorno sono rive- stiti con pannelli in compensato di abete ­rosso per ricreare un’atmosfera piacevole. Pianta • Sezione scala 1:1500 1 Ingresso 2 Suler/ambiente polifunzionale 3 Impianti 4 Cantina 5 Sauna 6 Bagno 7 Stanza da letto 8 Soggiorno 9 Cucina Sezione verticale scala 1:20 1 Colmo aerato lamiera per colmo su staffe metalliche 2 Corrente di colmo 180/360 mm 3 Struttura di copertura: lamiera in acciaio zincata aggraffata strato di separazione tavolato in legno di abete 27 mm su listelli, intercapedine ventilata 80 mm guaina impermeabilizzante traspirante rivestimento in tavole di abete 20 mm isolante in lana minerale 200 mm listelli in legno 35 mm barriera al vapore tavolato in legno di abete 20 mm travetti in legno 200/120 - 400/200 mm listelli in abete 35/50 mm compensato di Douglas 15 mm 4 Canale in alluminio riscaldato 5 Impermeabilizzazione in plastica liquida 6 Elemento scorrevole del Bow-window: telaio in legno/alluminio in larice 7 Vetrazione isolante: vetro di sicurezza semplice 4 mm + camera 20 mm + vetro di sicurezza semplice 4 mm 8 Panca in legno Douglas 80 mm 9 Struttura della parete: calcestruzzo isolante 360 – 660 mm listelli in abete 85 mm lana minerale 85 mm barriera al vapore compensato di abete rosso 15 mm 10 Solaio: cls. armato levigato 220 mm con sistema integrato di riscaldamento 11 Cls. armato isolante 360 mm 12 Pavimento: cls. armato levigato 220 mm con sistema integrato di riscaldamento barriera antiumidità strato termoisolante 150 mm 13 Vetro stratificato di sicurezza con 2≈ lastre temprate 4 mm + camera 20 mm + float 4 mm 14 Telaio in legno/alluminio di larice 15 Cls. isolante impregnato 460 mm casseratura in grandi pannelli con puntelli trasversali Sezione orizzontale scala 1:20 1 Discendente in plastica Ø 140 mm 2 Cls. isolante 360 – 660 mm 3 Serramento in legno/alluminio finestra a ribalta e verticale larice 55 x 90 mm 4 Vetro stratificato di sicurezza in 2x temprato 4 mm + camera 20 mm + float 4 mm 5 Struttura di parete: cls. isolante 360-660 mm listelli di abete 85 mm lana minerale 85 mm barriera vapore ∂ 2009 ¥ 5 Inserto ampliato in italiano legno compensato in Douglas 15 mm 6 Vetrazione isolante: vetro di sicurezza semplice 4 mm + camera 20 mm + vetro di sicurezza 4 mm 7 Telaio in legno/alluminio con vetrazione fissa larice 75 x 100 mm 8 Panca in legno Douglas 9 Telaio in legno/alluminio serramento scorrevole larice 55 x 85 mm 10 Montanti di facciata in abete 150/55 mm 11 Basamento della cucina: cls. armato 150 mm 12 Parete interna in cls. armato 420 –710 mm 13 Armadio a muro cucina: legno compensato di Douglas Pagina 474 Campus sportivo a Utrecht Wiel Arets Architects, Maastricht, Amsterdam, Zürich Leidsche Rijn, alla periferia di Utrecht, è una delle più estese espansioni residenziali nei Paesi Bassi. Il plesso scolastico è stato concepito come un luogo pubblico ad elevata riconoscibilità iconografica. Inoltre, il plesso doveva favorire le interrelazioni sociali tra studenti ma anche il controllo sociale. Per questa ragione, sia il ginnasio che la scuola professionale ognuna con 900 presenze si articolano nello stesso edificio. Le quattro stecche disposte su quattro livelli con le aule si raggruppano intorno ad un cortile centrale comune che contiene la palestra e la hall d’ingresso. Tra le stecche si collocano delle corti che in base alla diversa geometria, generano relazioni visive, danno un senso di orientamento e articolano la grande massa dell’edificio in una scala a misura di contesto. Gli edifici possiedono una propria identità anche se la caratterizzazione avviene in maniera sottile. Mentre le facciate in calcestruzzo nero sono identiche, dalle superfici vetrate di ogni edificio scolastico risplende un colore diverso: verde acido per il ginnasio, rosso violetto per la scuola professionale. Negli spazi comuni, le superfici vedono sovrapporsi i colori e in base alle condizioni di luminosità le sfumature cromatiche vengono riflesse in maniera diversa dagli arredi bianco candido. La struttura portante di travi e le pareti in calcestruzzo degli interni sono lasciate a vista. Mentre quattro travi di 2,50 metri di altezza coprono sul lato esterno la luce della palestra, la struttura dei corpi con le aule è composta di elementi prefabbricati in calcestruzzo armato. Gli elementi a sandwich di facciata quadrati, di 3,5 metri di lato e di 220 mm di spessore, non sono sospesi ma spinottati in corrispondenza Traduzioni in italiano ­ egli angoli del pannello stesso. d Al contrario degli interni, le facciate caratterizzate da una materialità lucida e nera hanno un fascino intrinseco. Dato che il rivestimento si inspessisce orizzontalmente da 110 a 210 mm e che per l’articolazione contrapposta capita sempre che un finale sottile si accosti ad uno più spesso, gli elementi si sovrappongono leggermente. Una tridimensionalità che enfatizza la trama della superficie implementandosi sotto forma di grandi bottoni in successione orizzontale. Nel calcestruzzo del rivestimento sono stati miscelati pigmenti neri che hanno generato una colorazione in pasta grigia per impedire che si formino macchie bianche in caso di danni superficiali. Con un’aspersione a spruzzo di colore acrilico, gli elementi hanno assunto una superficie serica uniforme. Planimetria generale scala 1:5000 Piante Piano terra Piano secondo Sezioni scala 1:1500 1 Ingresso palestra 2 Ingresso scuola professionale 3 Ingresso ginnasio 4 Caffetteria auditorium 5 Lounge 6 Spogliatoio 7 Aula didattica 8 Aula danza 9 Sala audio 10 Fitness 11 Palestra Sezione orizzontale Sezione verticale scala 1:20 1 Elemento sandwich portante in calcestruzzo rivestimento acrilico a spruzzo, nero opaco dimensioni del guscio esterno 3500 x 3500 mm: guscio in calcestruzzo orizzontale 110 –210 mm colorato in pasta nero superficie a rilievo con trama di bottoni in orizzontale 25 mm isolante termico in poliuretano espanso 120 mm guscio interno in cls. armato 220 mm intonaco interno tinteggiato grigio chiaro 10 mm 2 Spina di connessione 3 Legno duro 120/50 mm 4 Telaio in alluminio grigio argento 2500/3500 mm 5 Vetrazione fissa termoisolante altezza 3130 mm: vetro di sicurezza stratificato 6 mm con pellicola colorata (verde acido per il ginnasio, rosso viola per la scuola professionale) + intercapedine 15 mm+ vetro di sicurezza stratificato 6 mm 6 Pannello sandwich in alluminio grigio argento con anta di ventilazione isolante termico 60 mm 7 Radiatore nero 220/600 mm 8 Lamelle di protezione solare 80 mm 9 Scaglie di basalto antracite 50 mm guaina di materiale plastico color antracite impermeabilizzazione isolante in pendenza max. 330 mm barriera al vapore getto in opera di calcestruzzo per assorbire la compressione 280 mm solaio prefabbricato a sezione sottile per assorbire la trazione 80 mm strato listelli incrociati 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 17 con isolante acustico in lana minerale 19 mm pannello in fibra di legno 25 mm verniciato grigio chiaro Isolante in lana di vetro 50 mm Elemento prefabbricato di coronamento in cls. rivestimento in materiale acrilico, colore nero opaco, 3500/1650 mm: guscio di rivestimento in cls, 110-210 mm, in calcestruzzo nero colorato in pasta rilievo superficiale a bottoni in serie orizzontale 25 mm isolante termico isolamento in polistirene espanso 120 mm guscio interno in cls. armato 220 mm Sfioro per drenaggio copertura Trave in cls. in opera 140/320 mm parzialmente sospesa all’elemento di facciata soprastante Pavimento autolivellante epossidico grigio chiaro 2 mm cls. in opera 280 mm soletta prefabbricata 80 mm listelli incrociati con isolante acustico in lana minerale 19 mm pannello in fibra di legno 25 mm grigio chiaro Lamiera di alluminio color grigio argento isolante termico 40 mm Pavimento autolivellante epossidico grigio chiaro 2 mm calcestruzzo in opera 250 mm barriera al vapore isolante termico stabile a compressione 100 mm impermeabilizzazione Fondamenta a nastro in c.a. 320/500 mm isolante termico 100 mm fondazione su pali Scaglie in basalto color antracite 100 mm Elemento prefabbricato di bordo a L in calcestruzzo colorato in pasta nero 100 mm Superficie in calcestruzzo di pregiata fattura con ­rivestimento acrilico a spruzzo: A Bottoni al termine della serie Ø 19 mm B Bottoni all’inizio della serie Ø 84 mm C Rivestimento in tavole: sagoma in positivo in alluminio a taglio CNC. Dalla forma deriva una sagoma in negativo in poliestere per il getto degli elementi in calcestruzzo Pagina 479 Villa presso Ludwigsburg Jürgen Mayer H. Architects, Berlin Il volume espressivo nasce letteralmente dal prato e si dilata verso ogni direzione del pendio. La forma deriva dall’insolito profilo di un volume preesistente continuamente trasformato nel corso degli anni. Una traccia che genera il piano terreno e si sposta al piano primo ruotando e modificandosi leggermente. Facciate e pareti fanno proprio il movimento rotatorio per generare spazi senza soluzione di continuità. La scala esistente funge da base per il nocciolo del corpo scala verticale. Dietro la futuristica facciata si 18 Traduzioni in italiano nasconde una costruzione alquanto tradizionale: calcestruzzo armato con un sistema a cappotto intonacato. La particolarità sta nella lavorazione: le lastre in schiuma minerale sono state segate in segmenti di arco a due soli raggi, fissati con viti, incollati e levigati in loco. Un processo di finitura a controllo computerizzato non sarebbe stato possibile per il fatto che avendo mantenuto parzialmente un corpo esistente si presentavano grandi tolleranze dimensionali che non erano completamente prevedibili nella fase di progetto. Doveva essere possibile effettuare modifiche anche durante la fase costruttiva. Inoltre, particolari costruttivi tradizionali come il rivestimento in lamiera dell’attico o in corrispondenza delle finestre avrebbe compromesso sensibilmente l’immagine scultorea della villa. Per questo motivo, per migliorare l’aspetto dei giunti e in particolare di elementi particolarmente sollecitati dell’involucro è stato sviluppato uno speciale sistema che rispetta l’immagine dell’architettura: in piano con l’intonaco nei punti particolarmente delicati è stato posato uno strato poliuretanico poi laccato e trattato anti UV. Gli elementi come l’attico sono stati ulteriormente irrigiditi da un pannello in compensato. Gli infissi in PVC laccato nero si pongono in contrasto con le superfici bianche di facciata, enfatizzando maggiormente l’aspetto astratto del volume. Sezioni • Piante scala 1:500 1 Piscina coperta 2 Camera ragazzi 3 Impianti 4 Wellness 5 Soggiorno 6 Salone 7 Lobby 8 Ingresso 9 Spazi di servizio 10 Cucina/pranzo 11 Stanza da letto 12 Stanza ospiti 13 Studio 14 Bagno Sezione verticale loggia • Piscina scala 1:20 1 Fascia perimetrale, plastica rinforzata in fibra di vetro 30 mm impermeabilizzazione a spruzzo in PU isolante in PS espanso 120 mm muratura/cls. armato 240 mm 2 Strato di ghiaia 50 mm impermeabilizzazione in PU a spruzzo 3 – 4 mm strato di separazione isolante in PS espanso 80–180 mm pannello OSB 22 mm lamellare 120 – 240 mm con isolante in cellulosa intermedio 240 mm barriera al vapore rivestimento in tavole di abete rosso 24/120 mm pannello in granulato di vetro espanso 12,5 mm 3 Vetrata termoisolante: stratificato di sicurezza 8 mm + intercapedine 16 mm + stratificato di sicurezza 6 mm spessore in acciaio inox nero 4 Pavimentazione in Tartan 20 mm grigliato in acciaio inox 30/10 mm piedini in acciaio inox Inserto ampliato in italiano 2009 ¥ 5 ∂ 5 6 7 8 9 10 impermeabilizzazione a spruzzo in PU bituminoso armato con rete 4 mm isolante in pendenza in lana di vetro 120 mm min. calcestruzzo armato 250 mm Pannello in compensato impiallacciato 45 mm con impermeabilizzazione in PU e protezione UV Telaio in abete rosso laccato nero 60 mm Intonaco ai silicati 4 mm, levigato intonaco civile armato con rete 6 mm pannello in lana minerale 160 mm, levigato e carteggiato in opera per ottenere la forma posa a colla e con tasselli, cls. armato 240 mm Impermeabilizzazione a spruzzo in PU e protezione UV Vetro di sicurezza semplice 8 mm rivestito + intercapedine 16 mm + stratificato di sicurezza 10 + 10 mm con pellicola in PVB Intonaco ai silicati 4 mm intonaco civile con rete armante 6 mm calcestruzzo alleggerito 275 mm Sezioni orizzontali Sezioni verticali scala 1:20 1 Ghiaia 50 mm impermeabilizzazione a spruzzo 3-4 mm strato di separazione PS estruso 80-180 mm pannello OSB 22 mm strato di travi in lamellare 120–240 mm con isolante in cellulosa a fiocchi 240 mm barriera al vapore rivestimento in tavole di abete rosso 24/120 mm pannello in granulato di vetro espanso 12,5 mm 2 Cornice perimetrale in plastica rinforzata in fibra di vetro 30 mm con telaio in acciaio inox laccato nero impermeabilizzazione a spruzzo PU isolante in PS espanso 120 mm cls. armato 240 mm 3 Telaio in abete rosso con doppia mano di impregnante, laccato 60 mm serramento in alluminio anodizzato nero con cristallo stratificato di sicurezza 8 + intercapedine 16 mm + float 6 mm 4 Intonaco ai silicati 4 mm intonaco civile con rete di armatura 6 mm isolante in lana minerale 160 mm tassello, malta incollante cls. armato 240 mm 5 Vetrata termoisolante: cristallo di sicurezza semplice 8 mm + intercapedine 16 mm + cristallo di sicurezza semplice 6 mm distanziatore in acciaio inox nero 6 Parquet 14 mm massetto di solfato di calcio con riscaldamento a pavimento 50 mm isolante rivestito con pellicola 30 mm isolante in PS espanso 80 mm guaina bituminosa con rivestimento in alluminio 5 mm cls. armato 200 mm strato filtrante di ghiaia 150 mm, terreno 7 Vetrata a controllo solare: cristallo di sicurezza semplice, rivestito + intercapedine 16 mm + stratificato di sicurezza con pellicola PVB 10 + 10 mm 8 Controsoffitto in PVC teso su telaio continuo in profilati rivestimento in tavole 20 mm travi 80 mm 9 Impermeabilizzazione a spruzzo in PU nero intonaco civile con rete di armatura 6 mm levigato lucido strato isolante in PS estruso 160 mm tassellato, incollato, levigato Pagina 484 Penthouse a Mexico City Kurt Sattler/Architetcs Collective, Wien Julio Amezcuo, Francisco Prado, at.103, ­Mexico-City­ Il quartiere “Hipódromo de la Condesa” sorge negli anni ’20 come sobborgo di Mexico City. Cuore del quartiere è un ippodromo collocato in un’area a parco al margine del quale si trova un edificio esistente che fino al terremoto del 1985 era utilizzato come panetteria e successivamente convertito in centro d’arte per esposizioni ed eventi. Il vivace scambio fra la scena dell’arte messicana e quella austriaca ha avuto come conseguenza anche una collaborazione lavorativa con l’architetto Kurt Sattler. Una coppia di artisti incarica l’architetto di progettare un nuovo volume mansardato come seconda abitazione. Il progetto si relaziona al centro storico realizzando, ad esempio, tutti i pavimenti in pietra arenaria nera mentre la superficie a tetto, molto movimentata ha l’aspetto di un corpo estraneo in pannelli di acrilico polimerico. Gli architetti locali at.103 avevano una certa esperienza con il materiale. E dato che l’integrazione come copertura di tetti costituiva una novità, per sicurezza è stato predisposto un sistema di drenaggio secondario sul quale si appoggiano profili di alluminio per il fissaggio a colla siliconica delle lastre. Planimetria generale scala 1:2000 Sezioni • Piante Pianta piano terzo Pianta copertura scala 1:250 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 Vuoto Cucina Cani Area pranzo Cortile rosa Soggiorno Terrazza Cabina armadio Camera da letto Impianti Sezione verticale scala 1:20 1 Cristallo monolitico di sicurezza su nastro in neoprene incollato con silicone in angolare d’acciaio 2 Pannello in composito minerale con legante acrilico asportabile 12 mm 3 Pannello forato in composito minerale con legante acrilico incollato con nastro di silicone ∂ 2009 ¥ 5 Inserto ampliato in italiano 4 5 6 7 8 9 10 11 12 asportabile 12 mm profilo fi 30/30 mm in alluminio Pannello in composito minerale con legante acrilico incollato con nastro di silicone 12 mm profilo fi 50/30 mm in alluminio, isolante in lana di vetro 50 mm tubolare in acciaio | 100/100 mm guaina impermeabilizzante sintetica lamiera in acciaio zincato fi 50/18 mm cartongesso tinteggiato 12,5 mm Marmo grigio scuro 10 mm letto di malta 5 mm pannello in cemento rinforzato con fibre di vetro 15 mm tubolare in acciaio | 50/50 mm Pannello in composito minerale con legante acrilico 2490 ≈ 930 mm/12 mm levigato, saldato sul lato corto fugato sul lato lungo con guarnizione in PU incollato con nastro di silicone profilo in alluminio fi 30/30 mm guaina impermeabilizzante sintetica 1,5 mm pannello in cemento fibrorinforzato 15 mm tubolare in acciaio | 50/50 mm isolante in lana di vetro 100 mm pannello isolante in PU 50 mm profilo in acciaio zincato fi 50/18 mm cartongesso tinteggiato 12,5 mm Marmo grigio scuro 600/300/10 mm letto di malta 5 mm cls. alleggerito 50 mm c.a. 250 mm Trave in profilo di acciaio IPE 250/100 mm Pannello in composito minerale con legante acrilico 12 mm Tubolare in acciaio | 120/120 mm Porta scorrevole priva di telaio: cristallo di sicurezza semplice 10 mm su guida di alluminio ad fi 50/50 m Marmo grigio scuro 10 mm letto di malta 5 mm pannello in cemento fibrorinforzato 15 mm tubolare in acciaio | 50/50 mm cls. armato 250 mm Sezione orizzontale e verticale Traduzioni in italiano scala 1:20 1 Pannello in composito minerale con legante acrilico 12 mm profilo fi 30/30 mm in alluminio 2 Trave in profilo di acciaio IPE 250/100 mm 3 Pannello in cartongesso tinteggiato 12,5 mm profilo in acciaio zincato fi 50/18 mm 4 Pannello in composito minerale con legante acrilico 2490 x 930 mm/12 mm levigato, saldato sul lato corto fugato sul lato lungo con guarnizione PU incollato con nastro di silicone profilo in alluminio fi 30/30 mm guaina impermeabilizzante sintetica 1,5 mm pannello in cemento fibrorinforzato 15 mm tubolare in acciaio | 50/50 mm isolante in lana di vetro 100 mm pannello isolante in PU 50 mm profilo in acciaio zincato fi 50/80 mm cartongesso tinteggiato 12,5 mm 5 Porta girevole priva di telaio: cristallo di sicurezza semplice 10 mm 6 Marmo grigio scuro 600/300/10 mm letto di malta 5 mm cls. alleggerito 50 mm cls. armato 250 mm 7 Pilastro in tubolare di acciaio | 100/100 mm Pagina 492 Materiali compositi minerali con legante acrilico Christian Fetzer Recentemente, nell’architettura d’interni e nel design di arredi, un gruppo di materiali sta destando un interesse sempre maggiore tra architetti e designer per la varietà formale che offre. Si tratta dei materiali compositi minerali con legante acrilico. Il materiale presentato da DuPont nel 1967 è stato introdotto sul ­mercato con il nome commerciale Corian® ed impiegato quasi esclusivamente per i piani lavoro delle cucine e nei bagni. Il materiale in ∂ Tutti i libri della serie in DETAIL in hardcover, formato 23 x 29,7 cm 19 possiede la durezza della pietra e la lavorabilità del legno. Il materiale consente soluzioni ad elevato contenuto innovativo sia negli interni che in facciata per le varianti formali e le finiture superficiali, l’aspetto omogeneo e la combinazione con moderne tecniche d’illuminazione. Composizione del materiale I compositi minerali sono costituiti da monomeri polimerici e resine, inerti minerali e pigmenti. Il monomero polimerizzato e la resina sono composti di acrilico (PMMA-Ploimetilmetacrilato) o resine di poliestere. Per quanto concerne gli inerti minerali si tratta soprattutto di ATH o Triidrossido di alluminio, ricavato dalla bauxite o da minerale di alluminio. Il fatto che i compositi minerali con legante in acrilico siano per due terzi a composizione minerale e per un terzo consistano in pura resina acrilica (PMMA), determina buona deformazione termica e la possibilità di utilizzare in esterni i compositi minerali con legante acrilico. Il materiale omogeneo e massivo non si sfalda e offre un’elevata lucentezza oltre che stabilità cromatica. Diversi produttori offrono il materiale sotto forma di lastre di diversi spessori e dimensioni. Oltre a lavabi e lavelli di diverse forme e dimensioni prodotti in varie colorazioni. Processo di lavorazione I compositi minerali con legante acrilico possono essere sottoposti a processi di lavorazione meccanica con le frese, o con strumenti per il taglio a getto d’acqua, ecc, assumendo forme tridimensionali. L’uso di smerigliatrici e lucidatrici consentono di ottenete superfici semilucide, opache o a grana grossa. Un ul- ∂ Edition La sfida dell’edilizia residenziale – i dettagli della flessibilità tipologica Di fronte alla prospettiva di una moltiplicazione continua degli stili di vita, la ricerca di flessibilità e adattabilità planimetrica sta diventando una delle priorità dell’architettura residenziale. L’edilizia ­residenziale ad alta densità abitativa, con la crescita della domanda di spazi all’interno dei centri urbani, rappresenta oggi più che mai una sfida importante e complessa per architetti e pianificatori. Altri libri della serie: ‡ Involucri edilizi ‡ Case unifamiliari ‡ Architettura solare ‡ Ristrutturazioni ‡ Interni Alta densità abitativa, Christian Schittich, 2005. 176 pagine con numerosi disegni e foto, formato 23 ≈ 29,7 cm. ISBN 978-3-7643-7529-4 € 44.90 + costo di spedizione e imballaggio (+7% IVA se dovuta) Institut für internationale Architektur-Dokumentation GmbH & Co. KG • Postfach 33 06 60 • D-80066 München • Tel.: +49 89 38 16 20-0 • Fax: +49 89 39 86 70 • E-Mail: [email protected] Ordini online su www.detail.de/shop-italiano 20 Traduzioni in italiano teriore processo di lavorazione consiste nella deformazione bi e tridimensionale. Le lastre riscaldate tra piastre ad una temperatura di 165° assumono una forma con l’ausilio di sagome in legno o metallo. Il materiale può essere curvato sino ad un raggio interno di 25 mm in relazione allo spessore delle lastre. Inoltre, bisogna considerare la deformabilità in relazione al colore delle lastre: nel caso di colori scuri o a grana grossa, la libertà di conferire una forma è più limitata che nel caso di colori chiari, in quanto lo schiarimento e l’irregolarità della superficie necessita di una progettazione di processo particolarmente accurata. In senso traslato il concetto vale anche per le deformazioni tridimensionali anche se sono da evitare gli spigoli vivi. Un processo lento di raffreddamento della forma produce i migliori risultati per l’esattezza della forma e determina limitate tensioni interne. Processo formale per la superficie Le superfici si possono creare in diversi modi. Anche dopo aver applicato un primo trattamento superficiale come ad esempio la sub­ limazione, lo stampaggio o l’impressione di trame con processi meccanici è possibile una deformazione termica. Effetti ad impressione si riproducono con l’ausilio di tecniche a bassorilievo. L’impressione della lastra avviene riscaldando le lastre ad una temperatura di 160° C poi stampate con il motivo desiderato tramite un punzone che può essere una lamiera traforata o striata d’uso comune oppure un reticolo a maglie. La superficie può anche essere stampata tramite strumenti in metallo o essere sabbiata come il legno o il vetro. Si determinano diverse superfici in relazione all’intensità e alla profondità del getto di Inserto ampliato in italiano 2009 ¥ 5 ∂ acidi, ad esempio acido solforico concentrato, chetoni come l’acetone, solventi a contenuto di cloro come cloroformio, combinazioni di soluzioni come solventi per colore o disinfettanti ad azione particolarmente aggressiva che possono intaccare la super­ ficie. Nei settori dove questi mezzi possono essere utilizzati si consiglia di chiedere ­consulenza ai produttori. sabbia. La tecnica si applica in particolar modo ai rivestimenti murari e per pannellature. E’ possibile anche realizzare intarsi con diversi colori e altri materiali come ad esempio applicare logo aziendali, mentre si deve limitare l’applicazione di grandi intarsi a contenuto metallico per gli elevati valori di dilatazione. La tecnica della sublimazione consente di ­trasferire foto, motivi grafici di ogni tipo come logo sulla superficie. La lastra stampata può venire poi deformata a caldo o lucidata al pari di una non stampata. Proprietà del materiale Il materiale risulta di facile manutenzione ed è adatto per la sua superficie non porosa ad ambienti in cui risulta fondamentale l’aspetto igienico per il fatto di non essere attaccabile da batteri e da muffe. Come tutti i materiali, anche i compositi minerali con leganti acrilici possono reagire superficialmente a certi agenti chimici, come I compositi minerali con legante acrilico sono un materiale per superfici durevole nel tempo e rinnovabile. Tramite pulitura e una levigatura si può nuovamente tornare alla superficie di partenza. L’operazione non vale solo per tagli, graffi, macchie (anche se provocate da fuoco) che possono essere rimosse direttamente dall’utente ma anche per macchie provocate da agenti chimici, graffiti, vandalismo e un’esposizione ad elevato calore. Sia il materiale che i collanti integrati durante la lavorazione devono avere un basso contenuto di VOC (Volatile Organic Compound). Tutti i colori del Corian sono resistenti agli alimenti e privi di metalli pesanti. Il materiale non è tossico e se sottoposto a temperature normali non emette gas dannosi alla salute umana. Campi d’applicazione I compositi minerali con legante acrilico, sono adatti sia per interni che per esterni: cucine e bagni ma anche banchi reception e banconi bar negli hotel e nella gastronomia, per pedane e superfici per la presentazione di oggetti nei musei e in spazi espositivi, nella costruzione di mobili, nell’ideazione di corpi illuminanti sino agli oggetti d’arte e di design. Da poco, il materiale viene anche utilizzato in esterni per indicazioni stradali, panche, facciate di nego- ∂ Edition ∂ Praxis Pietra naturale: Progettare e costruire con la pietra naturale. Tipi di pietra, particolari costruttivi, esempi Theodor Hugues, Ludwig Steiger, Johann Weber, 2002 112 pagine con numerose illustrazioni e fotografie, Formato 21 x 29,7 cm Laterizi di grande formato: Costruire con i laterizi di grande formato – in modo efficiente ed elegante. Theodor Hugues, Klaus Greilich, Christine Peter, 2003 112 pagine con numerose illustrazioni e fotografie, Formato 21 x 29,7 cm Legno: La moderna casa in legno e i suoi componenti Theodor Hugues, Ludwig Steiger, Johann Weber, 2002 112 pagine con numerose illustrazioni e fotografie Formato 21 x 29,7 cm 3 libri + CD ROM in un cofanetto, formato 21 x 29,7 cm � 130.– + costo di spedizione e imballaggio (+7% IVA se dovuta) Institut für internationale Architektur-Dokumentation GmbH & Co. KG • Postfach 33 06 60 • D-80066 München • Tel.: +49 89 38 16 20-0 • Fax: +49 89 39 86 70 • E-Mail: [email protected] Ordini online su www.detail.de/shop-italiano ∂ 2009 ¥ 5 Inserto ampliato in italiano zi e involucri di facciata. I materiali sono molto rigidi e non porosi, igienici, difficilmente infiammabili, di facile manutenzione e sanabili. In ambienti umidi non tendono a gonfiarsi. Ogni lastra o elemento nel medesimo materiale si può incollare senza che i giunti si vedano, creando anche oggetti di grande dimensione con un aspetto monolitico. E’ però fondamentale prestare particolare attenzione al giunto di dilatazione: dato che ad esempio il Corian in interni si dilata 1 mm/m, in presenza di una differenza di temperatura di 30 °C, si deve prevedere un giunto in direzione della lunghezza delle lastre. Applicazione di lastre in facciata Il materiale è stabile al gelo fino a –40 °C, ha una portata e una resistenza agli urti elevata, resistente ad agenti inquinanti volatili e di facile pulizia. I pannelli devono essere montati su superfici portanti oppure su strutture non a vista, in modo tale che il materiale possa dilatarsi e restringersi. Per i giunti di dilatazione nei rivestimenti di facciata vale la regola: l’apertura di dilatazione minore tra elementi si calcola moltiplicando 35 ≈ 10 – 6≈ lunghezza dell’elemento x limite massimo della differenza di temperatura presunta in C°. I giunti da impermeabilizzare devono essere larghi 5 mm per consentire una sufficiente penetrazione e dilatazione di massa sigillante. Sono idonei materiali elastici durevoli come silicone o poliuretano. In generale, i compositi minerali con legante acrilico possiedono anche una resistenza relativamente elevata ai raggi UV. Alcune colorazioni sono più stabili alle intemperie e allo scolorimento rispetto ad altre. Sebbene le proprietà fisiche rimangano invariate, si riduce eventualmente la lucentezza della superficie. Inoltre, si può ridurre il contrasto fra venatura cromatica e colore di base. Le variazioni di colore si possono asportare tramite una normale levigatura. In caso di grandi superfici come nelle facciate di edifici questo procedimento non è privo di difficoltà. Un esempio di realizzazione: Seeko’o Hotel Per il Seeko’o Hotel lo studio di architettura King Kong a Bordeaux, in un primo momento, aveva pensato alla completa realizzazione di una facciata esterna ventilata. I pannelli standard di 930 ≈ 3660 ≈ 12,3 mm sono stati tagliati, incollati e bordati su pannelli di dimensione prestabilita dagli architetti di 5,5 ≈ 2,2 metri. Lungo il perimetro dei pannelli si collocano punti di connessione aperti o sporgenti che fungono da giunti di dilatazione la cui larghezza dipende dal coefficiente di dilatazione termica del materiale (circa 3 mm/metro in esterni) e dalla dimensione dei pannelli. Nel progetto della facciata dell’hotel la fuga orizzontale ha una larghezza minima di 16 mm mentre quella verticale è di 8 mm. La struttura nascosta e si compone di profili in alluminio che prevedono anche la dilatazione termica delle lastre di facciata. Traduzioni in italiano Il fissaggio dei pannelli dall’esterno non è a vista e avviene tramite graffe a C in alluminio con i così detti “Squirrels” o inserti tondi in corian incollati alla lastra. Le graffe in alluminio a C vengono fissate “cliccando” nella struttura non a ­vista in alluminio ad una ­distanza di 450 mm. Traslucenza Colore e spessore del materiale determinano il grado di traslucenza del materiale. Tinte unite chiare come bianco e beige possiedono un’elevata trasparenza, mentre i colori scuri sono meno traslucidi. L’effetto di traslucenza si determina anche riducendo lo spessore del materiale: più è sottile il materiale maggior è la luce che lascia trasparire. Lo spessore minimo delle lastre in una dilatazione parziale non deve superare i 2 mm. Il taglio avviene tramite frese o incisione. Le frese CNC permettono di realizzare quasi ogni tipo di motivo e di design. I diversi spessori delle fresature generano un effetto tridimensionale. La serie “Corian-Illuminazione” viene proposta solo nei colori con un elevato grado di traslucenza. Determinati colori e spessori di lastre sono impiegati anche per corpi illuminanti, installazioni luminose o mobili illuminati. Per luci puntiformi ci si serve di un modulo LED integrato predisposto durante la lavorazione del materiale. Nel caso di lastre più spesse si procede ad un assottigliamento sul retro della lastra per incollare un modulo LED, mentre per le lastre più sottili in particolar modo nel caso dei colori ad elevata traslucenza viene pre­ disposto un materassino con LED piano sul retro. Per ottenere un’illuminazione diffusa, la fonte luminosa deve essere installata a distanza di 15 cm dietro il pannello. Anche nel caso di combinazione di tecniche multimediali e di elementi a comando sensoriale i materiali si rivelano idonei alla realizzazione di ­mobili in cui sono integrati innovativi impianti di accensione o tecnologie illuminotecniche. Service I produttori si distinguono tra le altre cose per l’offerta di servizi e più o meno per l’estensione di una gamma cromatica. Nella maggior parte dei casi, i produttori hanno una hot line a disposizione tramite la quale architetti e partner ricevono consulenza. Talvolta viene fornita una prestazione per la certificazione di materiale e posa. 21 ∂ – Inserto in italiano Zeitschrift für Architektur Rivista di Architettura 50° Serie 2009 · 5 Materiali + superfici L’Impressum completo contenete i recapiti per la distribuzione, gli abbonamenti e le inserzioni pubblicitarie è contenuto nella rivista principale a pag. 557 Redazione Inserto in italiano: Frank Kaltenbach George Frazzica ­Rossella Mombelli Monica Rossi e-mail: [email protected] telefono: 0049/(0)89/381620-0 Traduzioni: Rossella Mombelli Partner italiano e commerciale: Reed Businness Information V.le G. Richard 1/a 20143 Milano, Italia [email protected] [email protected] Fonti delle illustrazioni: pag. 2–3: Iodicearchitetti, Aversa pag. 4–5: Material ConneXion, Milano pag. 6–7: Alessandro Ciampi, Prato pag. 8-11: Frank Kaltenbach, Monaco di Baviera pag.13: Christian Richters, Münster pag.14 sinistra: Michael Heinrich, Monaco di Baviera pag.14 destra: Beat Bühler Zürich pag.15 sinistra: Iona Marinescu, Londra pag.15 destra: Torben Eskerod, Kopenhagen pag.16: Valentin Jeck, CH-Uerikon pag.17 sinistra: Christian Richters, Münster pag.17 destra: David Franck, Ostfildern pag.18: www.wolfgangthaler.at pag. 20: Arthur Péquin, Bordeaux Piano editoriale anno 2009: ∂ 2009 1/2 Coperture ∂ 2009 3Conzept: Musica e Teatro ∂ 2009 4 Edifici a basso costo ∂ 2009 5Materiali + superfici ∂ 2009 6Collegamenti (scale, ­rampe, ingressi) ∂ 2009 7/8 Vetro ∂ 2009 9Conzept: Ricerca e didattica ∂ 2009 10 Muratura ∂ 2009 11Ristrutturazioni, rifunzionalizzazioni ∂ 2009 12 Tema particolare