Inserto ampliato in italiano
La scelta di materiali da costruzione non è mai stata così vasta come oggi. E non c’è mai
stata nemmeno una gamma così ampia di lavorazioni delle superfici. L’esigenza di particolari proprietà fisico tecniche determina l’inadeguatezza dell’elemento monomaterico.
Solo strutture multistrato e materiali compositi soddisfano le proprietà spesso contrastanti
dei singoli componenti. Attualmente, c’è però un trend in direzione opposta. Il materiale
monolitico in tutta la sua materialità e sensorialità sta assumendo sempre più importanza.
Le superfici sviluppano una complessità viva dal materiale stesso ma non tramite il decoro superficiale. Il materiale edile, la tettonica, la struttura e la trama creano continuità. In
un periodo storico in cui le risorse naturali scarseggiano, in cui i confini dello sviluppo diventano nuovamente evidenti, la banda di prodotti edili si può ampliare : lo sviluppo innovativo di materiali determina nuove possibilità formali. Il rivestimento funzionalizza le superfici senza essere a vista. Frank Kaltenbach
Rivista di Architettura
5 · Materiali + superfici
2 L’opinione
Iodicearchitetti
4 Materiali innovativi, finiture, lavorazioni
Manuela Cifarelli Material ConneXion Milano
6 Materiali e superfici in Italia
Cabel Industry a Empoli (FI), Massimo Mariani
8 Imparare da Ascoli Piceno, una città monomaterica
Monica Rossi, Frank Kaltenbach
12 Prodotti
Skema, Cappellini, Seccose, Sicis Italia, Omnidecor,
Emu, Caleido, Hansgrohe
13
Traduzioni in italiano di testi e legende
Discussione
Documentazione
Tecnologia
Potete trovare un’anteprima con immagine di tutti progetti cliccando su:
http://www.detail.de/Archiv/De/HoleHeft/215/ErgebnisHeft
2
L’opinione
Inserto ampliato in italiano 2009 ¥ 5   ∂
L’opinione di Iodicearchitetti
Utilizzo etico dei materiali
A
adiglione italiano Expo Shanghai 2010,
P
sezione trasversale scala 1:400.
B
Cemento trasparente.
C– D Padiglione italiano Expo Shanghai 2010,
viste esterne
A
L’attenzione dell’architettura e dei suoi pro­
spessore non né perdesse la sua caratteri­
stica originaria.
tagonisti è rivolta sempre più all’utilizzo di
materiali che pongono come cardine, sia il
Per la prima volta dovevamo affrontare il
tema della sostenibilità ambientale che
­tema della smontabilità ad ampia scala,
­quello dell’innovazione. Quindi, i materiali
questa problematica non poteva essere
e i processi di produzione ad essi legati
sconnessa dal tipo di materiale che si v­ oleva
­sono sempre più il risultato di riflessioni e
utilizzare. Per sottolineare l’idea progettuale
sperimentazioni più responsabili e attente
avevamo bisogno di un materiale che di
ai problemi del recupero e della durabilità.
giorno aumentasse quell’idea di massa
Nel parlare di materiali si parla ormai sem­
­architettonica che i grandi blocchi pieni
pre più spesso di “superficializzazione”, di
­dovevano rappresentare e di notte dare
perdita di spessore fisico in favore dell’infor­
quell’idea di leggerezza, trasparenza, per­
mazione, della mediaticità della materia
meabilità.
stessa. Noi invece, siamo da sempre con­
Uso massivo della materia e trasparenza so­
vinti che la materia in architettura sia prima
no sempre stati valori disgiunti; lavorare con
di tutto un’esperienza tattile, tangibile.
la trasparenza solitamente rende necessaria
Come afferma Peter Zumthor in una sua
­intervista: “i materiali in architettura sono
­come le note per i compositori; la cosa interessante è aggregare le note e creare qualcosa di sempre nuovo, un suono specifico”.
Non esistono quindi, materiali buoni o cattivi,
ma esiste una buona o cattiva applicazione
dei materiali.
L’utilizzo di qualsiasi tipo di materiale deve
servire sempre a sottolineare un’idea pro­
gettuale, si decide di utilizzare un materiale
piuttosto che un altro non per un pregiudizio
relativo al materiale stesso, ma come
­elemento fondante del progetto stesso.
­Siamo quindi poco inclini all’uso dei mate­
riali ­“copertina” senza spessori, semplice­
mente a
­ pplicati. Scegliamo un materiale
che sia massa, spessore, struttura, come
nel ­nostro progetto della Biblioteca Pubblica
di ­Guadalajara in Messico.
Nel caso del progetto del padiglione italiano
per l’Expo di Shanghai 2010, l’approccio è
stato completamente diverso in quanto,
l’elemento imprescindibile della soluzione
progettuale era la smontabilità. Ci appresta­
vamo a pensare un edificio che per forza
di cose, sembrava non potesse avere né
materia, né spessore, né massa. La sfida è
stata quella di utilizzare un materiale, che
sottolineando l’idea di progetto in quanto
massa, diventasse anche allo stesso tempo
leggerezza e trasparenza.
Era quindi fondamentale pensare ad un
­materiale che riducendo inevitabilmente lo
B
l’azione dell’ “appendere”, quindi aggiunge­
re collegamenti e agganci alla costruzione.
L’idea, quindi, è stata di soddisfare queste
diverse esigenze con un unico materiale: il
cemento trasparente. Il sogno, era utilizzare
un materiale tradizionale in una maniera in­
novativa.
Avere quindi superfici in evoluzione, in conti­
nuo cambiamento in grado di assorbire i se­
gnali provenienti dagli ambienti dove veniva­
no immerse e trasmetterli sotto forma di
immagini e suoni, adattandosi all’ambiente.
Sono vere e proprie meta-superfici, dove la
preposizione “meta” di origine greca, si im­
piega infatti per la composizione di termini
atti ad indicare un cambiamento in corso.
∂   2009 ¥ 5 Inserto ampliato in italiano
L’opinione
3
Lo studio Iodicearchitetti viene fondato nel 1999 da
Giuseppe Iodice e Francesco Iodice Ai due soci
­fondatori nel 2004 si affiancano i partner Marcello
­Silvestre e Orsola Pezone. Lo studio si occupa di pro­
getti sia nazionali che internazionali, dalla scala urba­
na a quella dell’interior design. Pubblicazioni ottenute
nell’ultimo biennio: Area, L’Arca, D’Architettura, il
C­orriere della Sera, Premio Cosenza.
C
www.iodicearchitetti.it
Una superficie architettonica in continua
evoluzione e mutazione; un’ interazione fra
la “pelle” architettonica e il paesaggio urba­
no dal quale l’intervento può essere percepi­
to; con un utilizzo, sempre più dinamico e
comunicativo, in cui l’involucro sembra di­
ventare una membrana interattiva responsa­
bile dello scambio di energia e di informa­
zioni; non più come una “semplice” chiusura
esterna, ma come “altro”.
La sfida è stata quella di lavorare sia sulla
terza dimensione dando profondità ad una
superficie bidimensionale, sia sulla quarta
dimensione con oggetti che mutassero natu­
ra nel tempo con il cambiare delle condizioni
al contorno.
D
Il cemento trasparente, oltre ad essere un
materiale compatto e resistente nella lavora­
zione, presenta come dicevamo prima un
duplice vantaggio architettonico: di notte
l’edificio visto dall’esterno fa trasparire in
maniera discreta le presenze interne, mentre
durante il giorno i fruitori percepiscono le va­
riazioni di luminosità esterna. Il risultato fina­
le è una sequenza di luci e ombre in conti­
nua evoluzione nel corso della giornata.
Tecnicamente questo materiale differisce
dal tradizionale cemento per la presenza
nella sua composizione di fibre ottiche, e
può essere prodotto in blocchi o pannelli.
Un serie di fibre ottiche formano un reticolo
che collega le due facciate opposte del
blocco. Le fibre compongono solo il 4 – 6 %
del volume del materiale, facendo si che la
superficie rimanga molto simile a quella del
cemento tradizionale.
Le fibre ottiche consentono alla luce di
­passare da una faccia all’altra, ed essendo
poste in modo parallelo, la stessa luce che
colpisce la parete da un lato sarà trasmessa
a quello opposto, ovviamente creando delle
zone d’ombre se parte della superficie si
­offusca.
Per concludere potremmo dire che lo studio
sui diversi materiali e sul loro utilizzo può es­
sere infinito, ma ribadiamo che per una giu­
sta applicazione è necessario che il materia­
le non snaturi la sua etica.
4
Materiali e superfici in Italia
Inserto ampliato in italiano 2009 ¥ 5   ∂
Materiali e superfici
Materiali innovativi, finiture e lavorazioni
Manuela Cifarelli
Material ConneXion Milano
www.materialconnexion.com
A
A R
esina epossidica flessibile ed atossica. Questa re­
sina elastica, versabile e autolivellante, è incolore
allo stato originale ma può essere colorata usando
una varietà di pigmenti. Sono disponibili tre finiture
di superficie (opaca, lucida e semilucida). La resina
è atossica, ignifuga, resistente all’uso e facile da
pulire. Il materiale è generato senza giunture, con
spessori da 2– 3 mm. Le applicazioni includono
­pavimentazioni di palestre, aule, musei, spazi espo­
sitivi, strutture istituzionali, punti vendita e zone resi­
denziali. Il materiale viene inoltre utilizzato per
arredi e complementi, tra cui tappeti e passatoie,
allestimenti fieristici e superfici architettoniche.
B Rivestimento murario (carta da parati) robusto per
applicazioni esterne. Sistema bicomponente com­
posito elastico costituito da fibre polipropileniche
(PP) e da un substrato non-tessuto spunbonded. Il
materiale può ovviare alle crepe delle facciate con
spessori fino a 5 mm. La carta da parati per faccia­
te ha un aspetto simile a quello dello stucco, è resi­
stente all’azione degli agenti atmosferici e alle mac­
chie e consente la diffusione, i muri possono quindi
respirare. Il rivestimento viene applicato con uno
speciale adesivo, stendendo la colla sulle facciate
per poi applicare la carta da parati. Il materiale è
classe B1 (DIN 4102) per comportamento al fuoco
ed è disponibile in tre texture in rotoli con altezza
0,71 m e lunghezza 25 m, per un totale di 17,7 m2.
C Rivestimento composito polimero/ceramica conte­
nente sostanze particellari di tre dimensioni per il
miglioramento delle prestazioni di isolamento. Il ri­
vestimento amorfo viene applicato a spruzzo, rullo
o spazzola ed è costituito al 68 % da volume vuoto,
principalmente sfere di zirconia, senza plastificanti
o ritardanti alla fiamma aggiunti. Utilizza ceramiche
di differenti tipologie e dimensioni, che bloccano il
95 % del calore solare radiante, della luce visibile,
dei raggi ultravioletti e infrarossi, eccedendo i para­
metri ENERGY STAR® fino al 25 %. Il rivestimento è
flessibile, resiste alla flessione senza crepe o cam­
biamenti dimensionali ed è stabile ai cambiamenti
per uno specifico campo di applicazione, so­
no trasferiti su altri settori merceologici, pro­
prio perché conferiscono ai prodotti qualità
nuove o caratteristiche diverse. I materiali in­
novativi avanzati e quelli a complessità gesti­
ta, sono progettati su misura per rispondere
a esigenze diverse e nuove e si differenziano
da quelli tradizionali per le proprietà ottimiz­
zate in relazione allo specifico impiego previ­
sto. Possono essere in grado di fornire pre­
stazioni variabili, selezionabili e controllabili,
di modificare le proprie caratteristiche fisicochimiche in relazione agli stimoli ricevuti, fino
ad introdurre nuove proprietà e prestazioni
non raggiungibili e non considerate in prece­
denza. Nel campo delle finiture e delle lavo­
razioni di superficie sono in corso molte
­innovazioni importanti che conferiscono ai
materiali valenze tecniche, prestazionali ed
estetiche nuove e inaspettate che, molto
spesso, riescono a differenziare i prodotti
con risultati assolutamente sorprendenti at­
traverso le diverse possibilità di colorazione,
finitura e lavorazione di un materiale. Incisio­
ni selettive, sabbiature, pallinature, tagli e
­lavorazioni con il getto d’acqua, fresature a
controllo numerico, tagli al laser, cubicature,
inserti iniettati, sinterizzazioni laser selettive e
rivestimenti speciali (pirolitici o magnetronici)
sono solo alcune delle più recenti lavorazioni
con le quali si possono ottenere materiali
della stessa natura con estetiche completa­
mente diverse e funzionalità innovative.
Nel quadro economico, complesso e difficile
che si è recentemente delineato, si riscontra
la necessità di individuare elementi di inno­
vazione e valore aggiunto ai beni di consu­
mo per renderli nuovamente e maggiormente
competitivi sui mercati di riferimento. Il valore
e la qualità dei materiali e delle tecnologie
con cui sono realizzati i prodotti risultano es­
sere, in fase progettuale, di pari peso rispet­
to alla forma e alla funzione e strategici ri­
spetto alla differenziazione. Se i materiali in
generale possono contribuire ad incrementa­
re il valore aggiunto e il valore estetico appli­
cato ad un prodotto, i materiali innovativi e la
ricerca tecnologica possono anche contribu­
ire a migliorare le qualità funzionali, le tecni­
che, produttive e commerciali di un prodotto,
rendendolo maggiormente competitivo e ag­
gressivo sul mercato. I materiali innovativi di­
ventano, pertanto, elementi fondamentali per
lo sviluppo ed il trasferimento di tecnologie
nuove ed avanzate. La ricerca, in tal senso,
può fornire stimoli strategici al rinnovamento
della produzione aziendale e far prendere
decisioni, altre e diverse, sul destino delle
imprese, aumentando la complessità delle
relazioni del mercato della produzione di
­materiali e di prodotti. Oggi l’aspetto materi­
co r­ isulta di pari importanza rispetto alla for­
ma e alla funzione nell’approccio progettuale
e, in molti casi, al materiale viene dato il
compito di fare la differenza. Nascono così
materiali nuovi che spesso, anche se pensati
C
B
D
E
∂   2009 ¥ 5 Inserto ampliato in italiano
F
Materiali e superfici in Italia
G
I
H
di nascondere tubi e cavi a vista. Sono disponibili do­
dici decori differenti, quattro limestone (Bianco Coto­
ne, Beige Tortora, Ocra Sabbia, Rosso Pompei), pie­
tre naturali facilmente lavorabili e di colore uniforme,
prive di venature, e quattro tipologie di marmo.
I Mosaico in terracotta realizzato e finito a mano, costi­
tuito al 50 % da terracotta ed al 50 % da marmo. Pre­
senta una texture superficiale che riproduce l’aspetto
consunto e vissuto delle superfici tradizionalmente
presenti nelle antiche case di campagna italiane ed
è disponibile in marrone, rosso o beige, con finitura
standard cerata. È inoltre possibile richiederlo in ver­
sione non trattata con cera. Come altri prodotti in pie­
tra naturale, successivamente alla posa necessita di
una sigillatura finale, per assicurare un adeguato
mantenimento delle superfici.
K Rete metallica stampata digitalmente per utilizzi che
riguardano rivestimenti per esterni e schermature.
­Lamiera in alluminio perforata o stirata viene stampa­
ta con immagini digitali in formati fino ad un massimo
di 1500 ≈ 3500 mm. I fogli possono essere combinati
tra loro per creare composizioni di stampe con misu­
ra totale maggiore. I pannelli possono essere piegati,
curvati, tagliati e saldati come avviene con l’alluminio.
Le immagini sono resistenti all’acqua ed ai raggi UV
e sono conformi agli standard europei per le facciate
esterne EN 12206 e Qualicoat Classe 2. Oltre a divi­
sori interni e controsoffitti, le applicazioni riguardano
superfici di muri esterni, elementi decorativi e sculto­
rei.
L Tessuti sintetici in fibre miste, lavorati al laser in vari
pattern per creare motivi decorativi. Il laser rimuove lo
strato fibroso superiore del materiale senza bruciarlo,
lasciando intatta la base del materiale. È disponibile
una gamma di pattern standard, con la possibilità di
personalizzare la grafica a fronte di un ordine minimo.
I tessuti sono costituiti da poliestere al 100 % e pre­
sentano eccellenti proprietà fiamma-ritardanti. Sono
disponibili in rotoli, con altezza 150 –160 cm e lung.
50 m, in sei colori; blu, rosso, oro, crema, bianco e
porpora.
elementi di vario genere, è costituito da materiali
poliuretanici ed è indicato per utilizzi in spazi pub­
blici. Il materiale è resistente all’acqua, liscio, resi­
stente all’abrasione e ininfiammabile (FIRA BS5852,
part 1). Tutte le forme in schiuma tagliate bidimen­
sionalmente e lavorate tridimensionalmente posso­
no essere prodotte nel formato massimo 2000 mm
≈ 1000 mm ≈ 3500 mm. È inoltre possibile realizza­
re elementi aventi dimensioni maggiori combinando
più blocchi. Le applicazioni riguardano arredamen­
to, bacheche ed espositori da tavolo per interni, ol­
tre ad allestimenti per punti vendita e design com­
merciale.
G Gamma di pannelli e porte ornamentali costituiti al
100 % da legno massello, con sfacciature in legno
scalfite, intagliate, scolpite o rivestite. Successiva­
mente alla lavorazione le sfacciature, disponibili in
quercia, faggio, frassino, mogano Sipo, sicomoro,
ciliegio, bubinga, noce, padouk, iroko, teak, wengé
e zebrano, vengono incollate ad un’anima in legno
compensato. I supporti sono calibrati a seconda
della destinazione d’uso finale dei pannelli: multi­
strato, MDF ed alveolo di alluminio. Gli spigoli pos­
sono essere grezzi, preintagliati, placcati, prealesati
e sagomati. Su richiesta le porte possono essere re­
alizzate in versioni fonoisolante e/o antintrusione e
resistenti alla fiamma. I pannelli sono personalizza­
bili e non sono richiesti ordini minimi. Le applicazioni
includono porte, ante, rivestimenti, pannelli scorre­
voli, testiere, elementi separatori, pareti e soffitti.
H Elementi in pietra che incorporano superfici decorati­
ve incise. Mediante l’azione di macchinari a controllo
numerico (CNC) ad alta precisione e sulla base di un
approfondito studio tecnico, sulle lastre di pietra natu­
rale vengono praticate delle incisioni, che creano di­
segni e figure geometriche, ottenute esclusivamente
attraverso processi meccanici, senza l’utilizzo di
agenti chimici potenzialmente dannosi. Le lastre han­
no caratteristiche di fonoassorbenza e possono esse­
re applicate anche come pareti ventilate, consenten­
do la termoregolazione e dando inoltre la possibilità
di temperatura ciclici di 60 gradi dal giorno alla not­
te. È resistente al trasferimento dell’umidità, è valu­
tato Classe A per comportamento al fuoco in base
alle normative ASTM E-84, con propagazione della
fiamma “0”, ed è esente da COV (VOC).
D Pavimentazione in legno di quercia a doghe larghe
le cui crepe sono state trattate con un riempitivo (fil­
ler) colorato. Questo pavimento flottante è costituito
da pannelli con strato di base, strato centrale e
strato superiore per usura continua in quercia, che
vengono immersi in acqua di montagna molto fred­
da e, immediatamente dopo esserne stati tirati fuori,
posizionati in un forno, dove il legno si crepa. Le
crepe vengono riempite con diverse tipologie di
materiali: da una gamma di plastiche colorate a ce­
menti comprendenti argento o oro. Un accurato
trattamento termico (senza additivi chimici) permet­
te di creare colorazioni in massa. La pavimentazio­
ne è antiscivolo, resistente all’usura, impermeabile,
facilmente pulibile e non emette COV (VOC). Il ma­
teriale è disponibile in doghe di lunghezza fino a
4000 mm e larghezze comprese tra 135 e 240 mm
con spessore 0,63 – 0,75 mm. La pavimentazione è
indicata per interni residenziali e commerciali.
E Piastrelle in vetro dotate di una superficie costituita
da scanalature che creano un effetto visivo deco­
rativo, reso possibile grazie alla combinazione di
scanalature e grafiche, che produce colori ed im­
magini cangianti. Le piastrelle sono disponibili nei
formati standard 10 ≈ 10 cm e 10 ≈ 40 cm. Colori
e grafiche vengono realizzati sul retro dei moduli
ed è possibile richiedere la stampa di loghi e moti­
vi su misura. Le applicazioni riguardano pareti ed
altre superfici di ambienti residenziali e commer­
ciali, quali bagni, cucine, piscine, spa, punti vendi­
ta e di ristorazione.
F Schiume poliuretaniche modellate tridimensional­
mente, dotate di uno speciale rivestimento in poliu­
retano (PU), denominato Rock Face, producibile in
qualsiasi colore RAL o Sikkens, oltre che con effetti
metallizzati. Il rivestimento, studiato per arredi ed
K
5
L
6
Materiali et superfici in Italia
Inserto ampliato in italiano 2009 ¥ 5   ∂
Materiali e superfici in Italia
Cabel Industry a Empoli (FI)
Progettista: Massimo Mariani
Collaboratori: Elda Bellone, Alessandro
­Mariani, Roseda Gentile, Giovanni Lunardi
Simona Baronti.
A Vista del fronte nord-ovest.
B Pianta del piano terra in scala 1:500.
C Vista del fronte nord-est.
A
B
La sede della Cabel Industry, con una
­superficie di circa 4500 mq su più piani, si
inserisce all’interno di una piccola zona in­
dustriale stabilendo un nuovo rapporto dia­
lettico con il tessuto produttivo locale e con
il contesto naturalistico circostante.
L’edificio, circondato da una campagna tipi­
camente toscana, si sviluppa in orizzontale
con due piani fuori terra e uno interrato. Sul
fronte principale è protetto da una striscia di
verde pubblico che corre parallelo alla stra­
da; si accede all’interno mediante passerelle
sospese su un ampio scavo, il quale dà luce
al piano interrato e crea un vuoto sottostante
il livello zero, spazio disegnato per ospitare
mostre e installazioni. Di notte quest’area si
trasforma in una piscina di luce che stacca
l’architettura dal terreno, facendola galleg­
giare nell’oscurità.
All’interno, il piano interrato ospita una tipo­
grafia e altri spazi destinati ad iniziative di
vario genere; il piano terra è caratterizzato
da spazi vetrati di varie tipologie, che vanno
dall’open-space a piccole cellule isolate. Il
piano primo invece ospita spazi direzionali
e di rappresentanza, intervallati da un picco­
lo patio interno e da una terrazza. Un unico
segno risolve sia la forma dell’involucro edili­
zio che le finestrature, le spaccature degli
accessi e la decorazione dei mobili. L’inseri­
mento di elementi vetrati colorati, di giorno
produce un cromatismo liquido che pervade
gli interni, quasi in bianco e nero, mentre di C
4
∂   2009 ¥ 5 Inserto ampliato in italiano
4
D P
articolare del
­prospetto nord-est.
E Vista dell’interno.
F Sezione scala 1:20
1 Solaio di copertura:
doghe in alluminio
sottostruttura in
3
­alluminio 45 mm
isolante termico in
­lana minerale 80 mm
massetto in cls.
pendenza 2,6 %,
sp. min. 35 mm
solaio prefabbricato
in cls. armato 250 mm
controsoffitto in­
­cartongesso
2 Parete esterna,
spessore tot. 485 mm: 4
lamiera in alluminio
D
notte il colore viene proiettato verso l’esterno
in modo vivace a sottolineare le bucature, i
tagli e le forme. L’edificio è costruito con ele­
menti prefabbricati in calcestruzzo (protetti
esternamente da tinteggiatura a smalto) e ri­
vestito, in copertura e sulle testate, in allumi­
nio grigio. Le pareti esterne in calcestruzzo
sono coibentate con l’ausilio di lana di roc­
cia applicata sulla faccia interna dei pannelli
e contro-parete di finitura in cartongesso: in
questo modo la parziale tenuta termica of­
ferta dai pannelli prefabbricati trova il giusto
completamento mediante un intervento che,
oltre ad assicurare il necessario benessere
ambientale all’interno degli spazi di lavoro,
ha consentito di regolarizzare la superficie
Materiali et superfici in Italia
7
1
sottostruttura in
alluminio 200 mm
Pannello prefabbricato
in cls. armato 200 mm
strato termoisolante in
lana di roccia 60 mm
lastre in gesso 24 mm
Solaio di interpiano:
pavimento sopra­
elevato in graniglia
di cemento e marmo
600/600/30 mm
piedini in metallo per
sopraelevazione
­pavimento 140 mm
massetto in cls. 70 mm
solaio prefabbricato
in cls. armato 250 mm
Pluviale interno al
­pilastro in cls. armato
3
interna dei prospetti, celando parte dei
­tracciati di impianto. Il pavimento ai vari pia­
ni è realizzato sopraelevato in gres porcella­
nato, i soffitti sono tutti ribassati con l’ausilio
di controsoffitto modulare e ispezionabile o
a lastra continua. Il pacchetto di solaio risul­
ta così composto a strati, con un coefficiente
di taglio termico tra i piani migliorato rispetto
alla semplice sovrapposizione dei livelli.
Su tutta la copertura trovano posto un
­sistema di pannelli solari fotovoltaici con
­tecnologia amorfo-policristallino, sistemati in
modo da non essere visibili; in questo modo
l’edificio raggiunge la quasi totale auto­
sufficienza energetica con una produzione
di 150 kW circa.
4
2
2
2
3
2
E
F
8
Discussione
Inserto ampliato in italiano 2009 ¥ 5   ∂
Discussione
Pagina 428
Imparare da Ascoli Piceno,
una città monomaterica
Monica Rossi
Frank Kaltenbach
1
L’architettura contemporanea è
caratterizzata da una propensione sempre
maggiore alle pelli monolitiche.
“Anything goes”, sempre più architetti si
affidano ad un limitato ventaglio di materiali
e superfici. La semplicità e la
concentrazione arcaica sull’essenziale
diventano anche in architettura un elemento
fondamentale del “simplyfy your life”.
Il dibattito si estende anche a livello
urbanistico: quanti materiali diversi è in
grado di tollerare una città? Dove sta il
confine tra armoniosa complessità e
disorientamento caotico?
Durante il XX secolo si sono susseguiti
esperimenti costruttivi di quartieri in cui si
selezionava un materiale unico con
l’obbiettivo di conferire all’espansione
urbanistica un’identità: le superfici in
travertino dell’EUR di Roma negli anni ’30,
Brasilia la capitale di calcestruzzo degli anni
’50 e le facciate in terracotta di Postdamer
Platz a Berlino degli anni ’90.
Mentre negli esempi citati le realizzazioni si
riferiscono a periodi limitati, in Italia centrale,
sorge una città dove 2000 anni di storia
sono leggibili attraverso un unico materiale:
Ascoli Piceno, “la città di travertino”.
Prima dei Romani, nella località si erano
insediati i Piceni il cui nome deriva da
“picchio”, l’uccello che avrebbe loro indicato
il luogo strategico migliore per costruire
collocato su un altopiano roccioso protetto
da dirupi. Ma non solo le colonne su cui
sono posati i due picchi che accolgono i
visitatori alle porte della città sono in
travertino. La pietra naturale porosa è stesa
come un tappeto su ponti, torri, teatro,
chiese e palazzi sin dall’epoca romana per
tutti gli stili architettonici e attraverso tutte le
epoche. La parola “tappeto”, in realtà, non è
esatta in quanto, sino al XX secolo, in questi
luoghi il travertino costituiva un materiale da
costruzione massivo.
Una pietra che illumina e suona
Per i Piceni, la “loro” pietra non è semplice
travertino. Le qualità intrinseche di questo
materiale sono la naturale e chiara
colorazione e la consistenza che può essere
2
scelta a poro aperto o compatta a seconda
dello spacco operato. La superficie neutra
muta il volto della città intera variando con
l’incidenza luminosa. Durante giornate
invernali con il cielo coperto le superfici in
travertino appaiono come il manto di neve
sui vicini Monti Sibiliini. Durante le serate
estive, invece, sembra che i caldi raggi del
sole non vengano riflessi ma assorbiti dalle
superfici materiche in travertino che
acquisiscono una propria luminosità.
Quando invece il cielo si tinge di un blu
profondo, le facciate assumono una
luminosità fredda e inavvicinabile. Una
proprietà materica che trasforma anche i più
angusti vicoli – detti dai piceni “rue” – in
ricettori di luce carichi di effetti che il
visitatore esplora curioso. E’ caratteristico
anche il suono che pervade la città,
nonostante le superfici lapidee non riflettano
alcun fastidioso rimbombo. In un luogo,
però, il suono che si diffonde nello spazio
urbano viene inscenato come uno strumento
musicale: entrando nella chiesa di San
Francesco, i credenti sfiorano con le dita le
sottili colonne in travertino del portale
d’accesso producendo dei suoni armoniosi
come quelli di dita che scorrono sulle corde
di un’arpa. L’effetto di un rituale antico di
secoli si evidenzia nelle profonde impronte
lasciate sulla superficie in pietra sfiorata
innumerevoli volte mentre emerge il
carattere plasmabile del materiale.
Superficie scarna e intarsi filigranati
La complessità della città emerge dal
continuo alternarsi di moderate superfici
murarie a faccia vista e stupefacenti
particolari ad intarsio. Accanto alle torri dei
nobili (fig. 1) che si ergono con sobrietà, le
facciate di Piazza del Popolo: architetture
parlanti che raccontano una storia di oltre
300 anni fatta di un’alternarsi di demolizioni,
ricostruzioni, addizioni in un unico materiale.
Persino il quadrante dell’orologio è stato
realizzato in travertino (fig. 4). Le facciate si
presentano con fenditure, proporzioni
differenti, e sovrapposizione di fregi
ornamentali, blasoni e sculture in una
complessità straordinariamente eclettica al
punto da essere citata nel 1966 nel
manifesto del Postmoderno “Complessità e
contraddizione nell’architettura” di Robert
Venturi. Un processo di costruzione
protrattosi per secoli con il medesimo
materiale che può essere oggetto di studio
nell’imponente chiesa di San Gregorio
Magno. Colonne scanalate con capitelli
corinzi e muriperimetrali realizzati in Opus
reticulatum, costituiti da pietre quadrate di
piccolo formato che indicano senza ombra
di dubbio le spoglie di un tempio romano del
I secolo a.C. su cui sorge la chiesa cristiana.
La facciata principale romanica si integra
con grandi blocchi squadrati lisci in una
struttura antica. Alla ricchezza formale di
molte facciate contribuiscono le variegate
soluzioni costruttive degli architravi delle
porte. Larghi blocchi squadrati di travertino
sembrano preannunciare la spaccatura nella
parte centrale sotto il peso delle pareti
esterne. Per questo motivo, nel Romanico
l’architrave è rafforzato con due mensole
oblique che mantengono una fenditura
aperta sopra al centro dell’architrave (fig. 7).
Il Gotico favorisce, secondo il medesimo
principio, archi di alleggerimento (fig. 8),
mentre nel Manierismo i carichi vengono
scaricati sui pilastri che sono evidenziate
mediante pietre in rilievo rispetto alla
superficie della facciata (fig. 9).
Il travertino si rivela adatto alla realizzazione
di volte nervate per il carico limitato
nonostante la sua lavorazione richieda un
impegno particolare e una perizia tecnica
per il fatto che i blocchi di pietra devono
essere squadrati uno per uno su tutti i lati.
Per questo motivo, ad eccezione di pochi
palazzi e chiese, le volte sono solitamente
realizzate con mattoni piani in laterizio,
mentre soffitti e strutture di copertura sono
in castagno o in rovere, legni
particolarmente resistenti all’umidità.
Dai lavatoi al battistero
La luce mattutina che filtra radente valorizza
notevolmente il lavatoio costruito nel XVI
secolo al di fuori della città antica. L’edificio
si colloca ad una quota di un metro inferiore
al piano del crocevia stradale (fig. 2).
∂   2009 ¥ 5 Inserto ampliato in italiano
Discussione
1
2
3
4
ista dalla Fortezza Pia di tre delle 200 torri che
V
caratterizzavano la citta nel XIII sec., nelle vicinan­
ze del Ponte Romano
Lavatoio in travertino con copertura, XVI sec..
Piazza del Popolo,pavimentazione in travertino,
1900
Orologio in travertino, Palazzo del Popolo,
1200 –1535
Bibliografia:
1 Stefano Papetti, Pippo Ciorra (a cura di): Ascoli città
di travertino, D’Auria Industrie Grafiche, Ascoli Pice­
no, 2009.
2 AA.VV., Guida alle chiese romaniche di Ascoli Piceno,
D’Auria Industrie Grafiche, Ascoli Piceno 2006.
3 AA.VV. Ascoli Piceno e provincia, Touring Club Itali­
ano, Milano, 2003.
3
Il lavatoio coperto da un portico si integra
perfettamente dal punto di vista
architettonico ed urbanistico nel contesto,
in particolare con la vicina chiesa di S.
Bartolomeo. Come in una cappella sotto un
reticolo di volte a crociera, si celebra un
tripudio di fonti, zampilli a parete, canali,
trogoli, pietre da lavatoio a taglio diagonale.
In virtù della sua superficie grezza e porosa
e per la sua robustezza stabile nel tempo il
travertino si dimostra ideale come tavola da
lavatoio, nonostante lo strofinare continuo
nel corso di interi secoli lo abbia reso
completamente liscio. Oggigiorno, il
complesso ci appare come un’installazione
d’arte contemporanea anche se fino a
20 anni fa si potevano vedere donne che
lavavano presso i quattro trogoli, ciascuno
dotato di sei pietre per lavare.
Un’altra architettura del panorama piceno
che possiede un’indiscutibile peculiarità e
trova le sue origini nella forza purificante
dell’acqua è il battistero dell’XI secolo,
classificato come una delle più spettacolari
architetture in tutta Italia. Il corpo di fabbrica
dalla pianta quadrata di taglio netto e
rigoroso diventa ottagonale con arcate
cieche mentre al centro sotto la cupola
campeggia il fonte battesimale. A differenza
di Firenze, Pistoia, o Parma, le dimensioni si
mantengono modeste ma, a confronto, le
proporzioni sono di pareggiabile perfezione.
L’edificio nella purezza archetipa del
materiale lapideo ha quasi l’aspetto di un
padiglione di Aldo Rossi.
Il “Tipo”, come lo definisce Rossi nel 1978
nella “Storia della città”, sembra calzare in
particolar modo per la peculiarità delle
superfici, per il fatto che sia le differenti
cromie da un lato sia la differenziazione tra
i diversi materiali dall’altro, sovrappongono
o diluiscono l’intero concetto di edificio.
La città come palcoscenico
Attraverso una purezza quasi grafica la città
appare come la rappresentava l’architetto
rinascimentale Sebastiano Serlio: Ascoli è
nata da un gesto unico e come ogni città ha
un proprio flair. Mentre l’architettura
4
contemporanea è composizione di edifici
9
Monica Rossi ha conseguito un dottorato in tecnologia
dell‘architettura con una tesi sui materiali innovativi
per involucri edilizi ad elevata efficienza energetica, è
autrice specializzata per diverse riviste internazionali
di architettura ed è docente a contratto di Materiali ed
elementi costruttivi presso la facoltà di architettura di
Ascoli Piceno, Università degli Studi di Camerino.
10
Discussione
5
Inserto ampliato in italiano 2009 ¥ 5   ∂
7
6
solitari, che sempre più attraggono
l’attenzione per l’effetto di superfici diverse
e per loquacità diventano “architetture
parlanti”, la città tradizionale acconsente
tacita a certi precetti formali che puntano
all’uniformità e al conferimento di un aspetto
particolare. Piazza Arringo con il Battistero,
la facciata del Duomo e la fontana con i
cavalli ricorda la magia di una scena della
“Pittura Metafisica” di Giorgio de Chirico
(fig. 11). Al contrario, la Loggia dei Mercanti
con la sua atmosfera di serenità, un grande
porticato, i muri, i pavimenti e le panche è
meta di conversazioni pomeridiane.
Dal blocco squadrato al tappeto di pietra
Mentre le antiche strade romane – poste ad
una quota inferiore rispetto all’attuale piano
stradale, a volte rese visibili mediante
pavimentaizioni in vetro – sono costituite da
grandi blocchi in pietra, gli elementi di
rivestimento delle strade medievali hanno
dimensioni di circa 40 ≈ 40 cm. Il travertino
viene sostituito nel rivestimento stradale
dalla pietra arenaria scura che si dimostra
più dura e che viene estratta proprio di
fronte alle cave di travertino sulle sponde
del Tronto. In diversi vicoli e sotto i porticati,
i blocchi squadrati lucidati delle strade
pedonali e dei canali di scolo sono in
travertino. Inizialmente, le lastre sottili di
travertino erano utilizzate solo nei manti di
copertura. Uno degli ultimi esempi, è
l’abside romanica dei Santi Vincenzo ed
Anastasio (fig. 10). Solo dopo il XX secolo la
pietra è stata tagliata quasi completamente
a lastre sottili e posata come “rivestimento”
a pavimento (fig. 3) o agganciata a pareti
in muratura. Per la sua compattezza, il
travertino di Ascoli, se tagliato ad uno
spessore di 3-5 cm, assume un’ottima
resistenza al gelo. Se la pietra viene tagliata
nella direzione della sedimentazione, si
determina una struttura piana compatta; a
taglio perpendicolare si evidenziano le
tipiche stratificazioni con porosità. La sua
sobria morbidezza trasmette persino a
palazzi monumentali come il Palazzo di
Giustizia costruito in epoca fascista una
nota di raffinata eleganza.
Da prodotto di esportazione a rarità
All’inizio del XX secolo, il travertino di Ascoli
viene esportato sino in Egitto. Il sultano
egiziano Fuad I assume il piceno Ernesto
Verrucci in qualità di architetto di corte
incaricandolo oltre che della costruzione di
scuole, teatri, edifici amministrativi, anche
della realizzazione del palazzo reale in
travertino. Dato che in Italia, sin dall’antichità
si estrae a vasta scala travertino, parola che
deriva da “Lapis tiburtinus”, anche le cave
più famose nelle vicinanze di Roma sono
quasi totalmente esaurite. Il travertino
lavorato nei dintorni di Ascoli Piceno nel
frattempo viene importato all’estero. Ma né
il travertino rosso proveniente dall’Iran, né
quello grigio emana il medesimo riflesso
del travertino di Ascoli Piceno. Le antiche
scaglie in travertino appoggiate direttamente
sui tetti di Ascoli non sono più in uso per
motivi ecologici ma anche perché sono
diventate antieconomiche in quanto la
realizzazione si basa su manodopera
manuale e per il fatto che negli ultimi anni
gli stipendi dei lavoratori sono cresciuti
esponenzialmente. Attualmente le ultime
cave aperte si trovano vicino ad
Acquasanta, una località termale a circa
18 km dalla città. La contemporanea
esistenza di travertino, vulcanismo e fonti
curative trovano origine nella stratificazione
di calce presente in loco. A Pamukkale in
Turchia o nel mamouth Hot Spring nel Parco
Naturale di Yellowstonesi è ancora possibile
osservare la stratificazione in ampie terrazze
naturali. I pori si creano per la presenza di
vegetali che con il tempo si decompongono.
Particolarmente impressionante è la sezione
di scavo nella cava di Luigi Cardi che con
crepe e filoni sembra un quadro astratto
della storia del pianeta terra o una fetta
sovradimensionata di gorgonzola.
Dal nero al bianco
Ascoli Piceno non è da sempre la città
luminosa e bianca senza intonaci che
vediamo oggi. Negli anni ’60 e ’70 del XX
secolo, tutte le case che fiancheggiavano i
vicoli rischiavano il degrado. Fino all’inizio
degli anni ’80, le facciate chiare in travertino
rimasero sotto uno strato di depositi di
polveri sottili provenienti dai gas di scarico
delle automobili e dalle miniere di carbone
ormai chiuse nelle vicinanze del centro
storico. Tra il 1980 sino al 2008 sono state
promosse grandi misure di ristrutturazione
nell’intera regione delle Marche. Nel 1990
Ascoli Piceno ha redatto un piano
particolareggiato del centro storico
accompagnato da incentivi. Ma è solo nel
1997 a seguito del grande terremoto che
scuote l’intera regione che si verifica la
maggiore iniezione finanziaria. Mentre però
molti edifici in città come Assisi crollano, la
dimensione dei danni verificatisi ad Ascoli
Piceno si limita per lo più a fenomeni
fessurativi. Non sono tuttavia erogati grandi
fondi di indennizzo per la ristrutturazione
delle oltre 20 chiese presenti. La
ristrutturazione delle facciate in travertino
spesso si è dimostrata un’operazione
alquanto delicata. Sonia Calvelli e Aleandro
Orsini, titolari dello studio di architettura
arch.doc nel cuore del centro storico e
specializzati nel risanamento del travertino
affermano: “la patina nera accumulata sulle
pareti spesso è così persistente che molte
imprese per l’intervento di ripulitura agiscono
con sabbiatrici. Ma in questo modo al di sotto
della patina, i delicati particolari e la superficie
ripulita diventano ancora più sensibili alle
sostanze inquinanti presenti nell’aria. Con
molta cautela stiamo cercando di lavare a
mano i rilievi a traforo e i decori con acqua e
con una pasta speciale”. Anche
nell’intervento di risanamento delle fughe,
viene tenuta una certa cura quando si
interviene sulle superfici originarie. Nel
prosciugamento dello zoccolo degli edifici
non si interviene più tagliando l’intera parete
ma si pratica un ciclo di iniezioni. Un tema di
grande interesse e complessità è il
risanamento energetico. Sorprendenti sono i
requisiti climatici che rivela il travertino. A
partire da uno spessore di parete di 50 cm,
ad oggi non è necessario alcun tipo di
isolamento integrativo per il fatto che l’aria
che penetra nei pori della pietra durante
l’inverno protegge dal freddo e quella che
penetra durante l’estate, dal caldo.
∂   2009 ¥ 5 Inserto ampliato in italiano
8
9
A vista, intonacato o “finto”?
“In origine, le facciate in pietra naturale di
Ascoli erano tutte a vista? Nel XVIII e XIX
secolo c’era la tendenza di intonacare a
colore le facciate, ci informa Stefano Papetti,
Direttore della Pinacoteca Civica e curatore
del libro “Ascoli, la città di Travertino” da
poco in libreria. Il travertino di molte facciate
che oggi viene restaurato sotto l’occhio
attento della Sovrintendenza come elemento
storico, in origine era intonacato, nascosto
sotto uno spesso strato di intonaco. La
superficie originaria evidenzia in modo
relativamente semplice la qualità del
materiale. Blocchi squadrati con fuga
continua e regolare erano per il “faccia vista”.
11
Discussione
11
10
Le pareti spesse tra la pelle esterna
potevano essere costipate da materiale di
minor pregio. Se la miscela di pietre
eterogenee comprendeva anche laterizi
rossi e gialli a vista sulla facciata, allora
questa era sicuramente intonacata. Quasi
una curiosità della moda del travertino è il
“travertino finto” del periodo Liberty. Simile
allo stucco veneziano o stucco lustro si
riportava sulle pareti in travertino massivo
uno strato di intonaco, dipinto con estrema
cura, levigato e lucidato con un aspetto
variabile tipico del travertino.
Nel gennaio 2009, il gruppo di studio di
Stefano Papetti ha candidato “la città di
Travertino” negli elenchi del patrimonio
mondiale UNESCO. Si auspica che la città
non diventi un museo all’aperto per turisti ma
conservi la sua originale vitalità.
5 Chiesa domenicana San Pietro Martire, XIII sec.
6 Dettaglio rinascimentale, 1547, convento
­agostiniano Augustinerkonvent, XIV sec.
7 Fessura di alleggerimento dell’architrave,
San Gregorio Magno, XIII sec. realizzato su
un tempio romano del I sec. a.C.
8 Abitazione, arco di alleggerimento su un
­architrave in travertino
9 Architrave manieristico, Palazzo del Popolo, 1520
10 Copertura in travertino, abside della chiesa S.ti
Vincenzo ed Anastasio XIV sec. -1389.
11 Battisterio di San Giovanni Battista, XI. sec. (sini­
stra), Duomo, X sec., facciata del 1539 (destra)
12
Traduzioni in italiano
Inserto ampliato in italiano 2009 ¥ 1/2   ∂
Prodotti
Vertical
Le due varianti Unika (parete decorati­
va) e Fonika (parete fonoassorbente) of­
frono al progettista due brevetti originali
ed esclusivi Skema che rivoluzionano le
possibilità realizzative per i rivestimenti
d’interni. Le contropareti sono realizzate
con il medesimo concetto di un pavi­
mento flottante. E’ un rivestimento realiz­
zato con supporto di base in fibra di
­legno ad elevata densità e laminati
­plastici resistenti all’abrasione super­
ficiale e all’impatto. Le pannellature
­hanno spessore minimo di 10 mm.
Decorflou
L’innovazione che l’azienda ricerca co­
stantemente emerge tra i vari progetti
di decoro particolarmente pregnanti.
Fra i trattamenti si rivela però particolar­
mente rivoluzionario il trattamento anti­
scivolo adottato per i prodotti DecorFlou,
a norma DIN 51097 grazie al quale il
­vetro allarga le sue possibilità di impie­
go dalla destinazione “verticale”, all’ori­
ginalità di quella “orizzontale”: nella
­realizzazione di pavimenti e scale.
Skema S.r.l.
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Lucky
Tridim
La collezione di tappeti Magic Carpet
raccoglie progetti di alcuni fra i più noti
designer internazionali; realizzati in lana,
cotone, seta e viscosa secondo l’effetto
desiderato, i tappeti sono per l’azienda
una nuova sfida. Lucky misura 2,50 ≈
3,00 metri. Il designer Nendo lo ha dise­
gnato con base in pura lana e decori
in seta e viscosa, giocando sui toni del
verde e sfida tutti a trovare il quadrifo­
glio fortunato. Cromie e decori geo­
metrici ma anche floreali.
Emu continua il lavoro di ricerca sulle
trasparenze e sulle reti: se per anni ap­
plica il concetto di trame ai mobili diven­
tando sempre più innovativo e audace
nelle forme delle maglie che disegnano
arredi da giardino, ora applica l’idea
­anche agli elementi d’illuminazione. Le
nuove lampade diventano corpi luminosi
di grande effetto che combinano mate­
riali e reti tecnologiche con supporti e
strutture in alluminio leggero.
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via Milano 28, Mariano Comense
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www.cappellini.it
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Slimm
Scuba combination 21
Slimm propone oltre alle ormai classiche
finiture metalliche di porte dell’azienda
costola di Secco Sistemi, la finitura in
vetro stratificato in doppia lastra di cri­
stallo con pellicola plastica: opalino e
acidato, il pannello monolitico possiede
un alto valore di resistenza meccanica
e di schok termico oltre a garantire tra­
slucenza. Vasta la gamma cromatica;
si possono scegliere anche i profili e la
­ferramenta.
Creato dal designer James Di Marco,
la nuova linea Metacrilati di Fine Design,
Flora, Scuba, Wall e Rain sono radiatori
nuovissimi, caratterizzati dall’insolito im­
piego del metacrilato sull’acciaio. Oltre
al materiale innovativo Caleido porta
avanti anche un nuovo concetto: l’ele­
mento decorativo diventa funzione.
Le piastre forate dei Metacrilati offrono
infatti numerosi punti di appoggio per
salviette e accappatoi.
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Splendidi pannelli musivi con fondi
specchianti della collezione Colibrì nei
toni dell’argento e del platino che fanno
da base a fiori dalle vivide cromie del
fuoco, cui si affiancano pannelli dai toni
più freddi con soggetti floreali in blu, di
una bellezza più intima e delicata.
Le possibilità sono davvero infinite e
­interpretano le due anime dell’azienda
quella di altissimo artigianato e la ricer­
ca tecnologica d’avanguardia.
Si tratta di un sistema modulare destina­
to a creare una sorta di nuovo territorio
su cui fondare i principi di un benessere
autentico: l’angolo doccia si trasforma
in una spa privata dove l’acqua diventa
esperienza sensoriale.Un sistema de­
sign costituito da una serie di tasselli
quadrati e infinite soluzioni flessibili.
­Cabina completamente trasparente che
diventa spazio nello spazio.La doccia è
corredata da soffioni modulari.
Sicis Italia
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∂   2009 ¥ 5 Inserto ampliato in italiano
Pagina 422
Editoriale
Superfici ad effetto tridimensionale
Frank Kaltenbach
La scelta di materiali da costruzione non è
mai stata così vasta come oggi. E non c’è
mai stata nemmeno una gamma così ampia
di lavorazioni delle superfici. Se in epoca
postmoderna, gli accostamenti estetici e
­teorico-architettonici avevano generato un
potpourri di materiali diversi, negli ultimi anni, l’esigenza di particolari proprietà fisico
tecniche determina l’inadeguatezza dell’elemento monomaterico e di conseguenza pone le basi per un missaggio di materiali. Solo
strutture multistrato e materiali compositi
soddisfano le proprietà spesso contrastanti
dei singoli componenti. Attualmente, c’è però un trend in direzione opposta. Il materiale
monolitico in tutta la sua materialità e sensorialità sta assumendo sempre più importanza. Le superfici sviluppano una complessità
viva che trae origine dal materiale stesso e
non dal decoro superficiale. Il materiale edile, la tettonica, la struttura e la trama creano
continuità. Dunque, un’architettura con un
aspetto “artigianale” proiettata verso il futuro
o rivolta verso il passato? Il tema è vecchio
quanto il Movimento Moderno ma il contesto
è completamente nuovo. In un periodo storico in cui le risorse naturali scarseggiano, in
cui i confini dello sviluppo diventano nuovamente evidenti, la gamma di prodotti edili si
può ampliare : lo sviluppo innovativo di materiali determina nuove possibilità formali come la separazione fra aspetto esteriore e
funzione di un materiale edile. Sottili plastiche abbinate ad uno scheletro in acciaio, diventano massive, il calcestruzzo addizionato
di inerti leggeri diventa una parete monolitica con proprietà isolanti. Il rivestimento funzionalizza le superfici senza essere a vista.
Discussione
Pagina 424
David Chipperfields e il
Nuovo Museo a Berlino
Christian Schittich
Fastosi resti di decorazioni storiche da pitture
a fresco accuratamente isolate e da pavimenti
a mosaici dagli accesi cromatismi, si alternano a resti d’intonaco a macchia e pareti in
­laterizi rossi, intervallati da elementi nuovi
composti di elementi arcaici prefabbricati in
calcestruzzo bianco, a volte grezzo poi di
nuovo levigato liscio e composti di elementi
in vetro a specchio. Con il progetto del Nuovo
Museo di Berlino, David Chipperfield ci conduce attraverso l’enfatizzazione del materiale
e delle sue superfici in tutte le loro diverse
stratificazioni.
Chipperfield e il suo team, cui appartiene accanto ad Alexander Schwarz anche il conser-
Traduzioni in italiano
vatore e restauratore inglese Julian Harrap,
non sceglie di ripristinare l’antico splendore
operando una ricostruzione fedele all’originale, ma coerentemente con lo spirito della
­Carta di Venezia opta per una ristrutturazione
integrativa attualmente poco popolare a
­Berlino che include l’antica sostanza storica.
A marzo, con una festosa chiusura lavori è
terminato uno dei cantieri più affascinanti
­della Germania.
Nel mesi a venire saranno allestite le raccolte
prima che il Neue Museum, la terza istituzione
completamente ristrutturata sull’Isola dei
­Musei, possa riaprire i battenti.
Il rinnovato Neue Museum, sorto tra il 1841 e
il 1959 su progetto del prussiano architetto di
corte Friedrich August Stüler, all’epoca della
costruzione era considerato un capolavoro di
tecnica per le volte leggere e gli elementi prefabbricati impiegati, ma anche un capolavoro
di originalità per le pitture di sepolcri preistorici, templi egizi o greci e paesaggi. Durante la
seconda guerra mondiale, è stato l’edificio
museale maggiormente danneggiato dell’Isola dei Musei. Parzialmente distrutto, da allora
non è stato più accessibile ma ha subito ulteriori danni; solo nel 1987 si inizia a pensare ad
una ristrutturazione cui si pone mano solo dopo la Riunificazione Tedesca. Nel 1997 David
Chipperfield Architects vince insieme a Julian
Harap il concorso internazionale per la ricostruzione del Neue Museum. In contrasto con
il restauro di altre due istituzioni sull’Isola dei
Musei, David Chipperfield non si rifà ad un
concetto di ristrutturazione in linea con la tradizione prebellica, ma al motto di “ripristino integrativo” si appresta a conservare la sostanza storica: una scelta che soffoca sul nascere
ogni tentazione di ripristino ma che consente
di lasciare a vista le tracce del passato, le cicatrici. Là dove l’originaria sostanza architettonica non è ripristinabile, gli architetti inseriscono nuovi elementi. Il passaggio fra vecchio
e nuovo è spesso fluido e di immediata riconoscibilità. Chipperfield assume una posizione che contrasta con quella da tempo ritenuta
valida da conservatori e architetti che richiedono una netta divisione estetica sotto forma
di fuga tra la sostanza esistente e l’addizione
moderna. Chipperfield enfatizza l’esistente:
13
accanto ad un approccio prioritario sul materiale, dimostra grande raffinatezza e approfondita conoscenza storica, nel momento in
cui lascia a vista il degrado e lo sviluppo nella
storia. Quello che da lontano si presenta come un corpo di fabbrica compatto e chiuso
con un cromatismo uniforme, ad un’osservazione ravvicinata si rivela una pelle priva di
omogeneità. Tra le antiche parti murarie intonacate a riquadri gli architetti fanno murare
sezioni andate perdute prive di intonaco ma
rivestite da una massa intonacata nella medesima tonalità color ocra. Come materiale si impiegano mattoni antichi a mano da un fienile
andato distrutto ma risalente allo stesso periodo storico. Con lo stesso metodo viene riedificata l’ala nord-ovest completamente devastata e parte della facciata sud.
Le porzioni mancanti sono state prevalentemente riparate, ma per colore, lucentezza e
superficie rimangono sullo sfondo dell’esistente e non concorrono con la sostanza originale
invecchiata. Il visitatore percepisce un’immagine dell’originale sontuosità ma anche delle
passate proporzioni. Julian Harrap ha gestito
la valutazione di ciò che andava conservato
o integrato e delle modalità di attuazione. Il
cortile egizio coperto in vetro, rispetto a prima
della demolizione, si arricchisce di nuovi
­spazi espositivi su piattaforme portate da un
sistema di pilastri alti sino a 15 metri.
La maestosa scalinata riprende forma e volume dall’originale storico, ma rimane molto moderna ed astratta. Come le altre integrazioni
è stata realizzata in elementi prefabbricati di
marmo e cemento a contrasto con il rosso
delle pareti in mattone. I giunti sono eseguiti
con precisione e chiusi da fughe in modo da
conferire al complesso un aspetto monolitico.
Le superfici in cemento lungo la struttura della
scala e il parapetto sono stati sabbiati al fine
di far acquisire alle superfici una rude materialità mentre il corrimano intagliato con una
fresa diamantata è levigato lucido. Chipperfield dimostra anche nel nuovo una sensibilità
particolare nei confronti del materiale, carattere noto dell’architetto anche in altre sue opere.
Alcune critiche hanno rimproverato all’architetto che la ristrutturazione del Neue Muesum
celebra la rovina e il degrado. Chipperfield riesce a strappare al passato la propria esteti-
14
Traduzioni in italiano
Inserto ampliato in italiano 2009 ¥ 5   ∂
ca dove l’architetto mette in luce le qualità
grafiche dell’intonaco, dei resti di colore e
di alcune tracce del degrado.
2
3
4
Pagina 448
Centro domenicano a Monaco
meck architekten, Monaco
Polo d’attrazione della nuova espansione urbana per 5000 abitanti di Norheide nei pressi
di Monaco di Baviera, il centro domenicano
con sala di preghiera, parrocchia, asilo e
centro Caritas si percepisce uscendo dalla
metropolitana attraverso un cannocchiale visivo nel nuovo tessuto urbano costruito. Il
materiale impiegato per il centro, il laterizio,
contrasta intensamente con il contesto di
edifici residenziali in parte tinteggiati di colori
accesi. Il mattone inserito a pavimento, a parete, a soffitto emana una calma serenità e
rappresenta una cultura del costruito stabile
nel tempo oltre che la materia primigenia terra. Anche dal punto di vista concettuale l’edificio interpreta un luogo di pace. Al centro
dell’ampio cortile, l’unico albero. L’architettura trasmette contemplativa serenità tramite
una facciata in clinker artefice del suo vivace
carattere plastico. Sulla parete esterna della
sala di preghiera sono state murate 300 croci in bronzo della dimensione di una mano
che per collocazione in tre gruppi rammentano la Trinità. Poco percettibile è la leggera
rotazione che interessa entrambe le pareti
esterne rispetto all’angolo retto che conferisce un particolare misticismo allo spazio liturgico. Secondo l’idea degli architetti, l’involucro avrebbe dovuto essere in mattoni blu.
L’artista Anna Leomie ha sovrapposto a
­mano più di 27 velature di colore blu sotto le
quali traspare il laterizio. L’effetto viene en­
fatizzato con un lucernario da cui filtra luce
attraverso l’opera di parole scritte dall’artista
Andreas Horlitz.
Planimetria generale
scala 1:10000
Piante • Sezioni
scala 1:1000
1 Aula liturgica
2 Casa parrocchiale
3 Centro Caritas
4 Scuola materna
5 Appartamento custode
6 Lastrico solare custode
7 Casa dei giovani
8 Lastrico solare spazio giovani
9 Aule spazio giovani
Sezione orizzontale
Sezione verticale
scala 1:20
1 Nucleo in calcestruzzo prefabbricato
5
6
7
8
9
10
11
12
con mezzo mattone
24/61,5/200 o 17,5/61,5/200 mm
su letto di malta
gettato con asta filettata
Lamiera in rame 1 mm
isolante termico EPS 80 mm
Clinker posato piano
letto di ghiaia 90 mm
strato di separazione
isolante termico EPS 180 mm
guaina impermeabilizzante
solaio in c.a. 160 mm o 200 mm
Vetro di sicurezza stratificato 16 mm
con serigrafia grigia e colori a caldo +
camera 16 mm +
vetro di sicurezza semplice 8 mm
colore inserito in incisione
lastra interna specchiata
Parete di rivestimento in clinker
115/61,5/200 mm
giunto 10 mm, guaina traspirante
isolante in fibra minerale 120 mm
parete in c.a. 300 mm
fibra minerale 50 mm
barriera vapore
intercapedine d’aria 30 mm
clinker in apparecchiatura decorativa
115/61,5/200 mm
Architrave prefabbricato in c.a.
con mezzo mattone 115/240 mm
HEA, intercapedine d’aria, staffe
Solaio in c.a. 160 mm
isolante termico EPS 80 mm
elemento prefabbricato in c.a. con mezzo
mattone solo su un lato 140 mm,
avvitato al solaio in c.a.
Bronzo 3 mm su pannello
in particelle di legno 25 mm
su struttura nascosta in acciaio
Clinker per pavimento posato di taglio 115 mm
letto di malta 30 mm
massetto radiante 90 mm
strato di separazione in PE 0,2 mm
materassino fonoassorbente 30 mm
isolante termico 30 mm
guaina impermeabilizzante 10 mm
solaio in c.a. 200 mm
strato di magrone 50 mm
Opera d’arte “Icona di luce” di Anna Leonie
lastra di alabastro retroilluminata
340/600/15 mm
Rivestimento in clinker 115/61,5/200 mm
giunto 10 mm, fibra minerale 120 mm,
parete in c.a. 300 mm, fibra minerale 50 mm,
barriera vapore, intercapedine 30 mm,
clinker 115/61,5/200 mm
Pagina 453
Casa d’abitazione a Schlins
Roger Boltshauser, Zürich, Martin Rauch, Schlins
Nel Vorarlberg, nel comune di Schlins si
­trova la casa atelier del pioniere della costruzione in pisé Martin Rauch adagiata su
un terreno in pendenza esposto a sud. Dallo
scavo ne è risultato fango poi utilizzato come materiale da costruzione per la struttura
dalle fondamenta sino al tetto, sia per le pa-
reti esterne che per quelle interne. La varietà
formale del materiale è sorprendente: la terra umida è stata utilizzata per pareti costipate in fango, pavimenti e anche la cucina; dal
materiale cotto in forno sono stati prodotti i
rivestimenti a pavimento in lastre per terrazzo e la copertura; mentre da quello cotto
con tecnica raku sono state ricavate piastrelle in ceramica ornamentale. Con calce
di Trass come legante e armatura in acciaio
vengono creati i gradini della scala. La superficie di facciata non trattata ha un aspetto
ruvido e grezzo con in evidenza la granulometria dei componenti e gli strati orizzontali
del processo di produzione. Sia i soffitti che
le pareti del soggiorno e della camera da
letto sono rivestiti con un fine strato di intonaco di fango con inerte in farina di marmo
che si accompagna con il pavimento in fango cerato e le ampie superfici finestrate che
conferiscono all’involucro monolitico del corpo una luminosità impareggiabile ed insolita
per un edificio massivo in pisè. L’edificio è
un esempio di architettura contemporanea
realizzata con un materiale edile arcaico.
Sezioni • Piante
scala 1:400
1 Ingresso e posto auto
2 Appartamento annesso
3 Laboratorio
4 Cantina vini
5 Soggiorno
6 Pranzo
7 Terrazza
8 Atelier
9 Camera
10 Vuoto
Sezione verticale facciata
scala 1:10
1 Mattone di pisé cotto 40 mm
strato in scaglie di lava
guaina impermeabilizzante
a tre strati 3≈ 4 mm
pannello stratificato a tre fogli 27 mm
isolante
materassino in canne palustri
a 4 strati, 50 mm ognuno
guaina impermeabilizzante 4 mm
miscela argillosa in pendenza
2 Travi solaio 180 mm
elemento in legno di compensazione
lastra in argilla 25 mm
intonaco di argilla 5 mm
3 Argilla costipata 450 mm
isolante
materassino in canne palustri
a 2 strati 50 + 50 mm
intonaco di argilla 30 mm
con riscaldamento a parete
(intonaco civile e finitura
con polvere di marmo)
4 Infisso in rovere non trattato all’esterno
all’interno trattato ad olio
vetrazione isolante
5 Pannello stratificato a tre fogli
in abete rosso 27 mm
con stuccatura a base di caseina
levigata e cerata
6 Pavimento in pisé costipato
100 mm con cera a caldo vegetale
strato di separazione
sughero/trass/argilla
7 Protezione antierosione
mattoni di pisé cotti
280/120/30 mm
8 Correa in trass+calce
∂   2009 ¥ 5 Inserto ampliato in italiano
con armatura 300/150 mm
9 Protezione a spruzzi d’acqua
mattoni di pisé cotti
400 – 600/300/40 mm
10 Guaina impermeabilizzante
bituminosa 4+4 mm
lana di vetro 100 mm
guaina impermeabilizzante
bituminosa 4 mm
11 Materassino in canne palustri 50 mm
solaio composito
trass/calce/intonaco
con trave in profilo di acciaio T 60/60 mm e
mattoni di pisé cotti 30 mm
12 Pavimento in argilla di
trass levigato 100 mm
miscela legno-trass-argilla
strato di ghiaia drenante
Pagina 457
Galleria a Berlino
David Chipperfield Architects, Berlin
Il corpo scultoreo dell’edificio con funzione
di spazio espositivo per mostre temporanee
di arte contemporanea occupa uno dei più
ambiti vuoti urbani presenti nella capitale
­direttamente affacciato sull’Isola dei Musei.
Di fronte si eleva il corpo del Neue Museum
la cui tanto contestata ricostruzione è stata
realizzata ad opera del medesimo studio di
architettura David Chipperfield Architects.
Il volume, sobrio nelle forme, si uniforma per
altezza di gronda e per cromia agli edifici storici del contesto in cui è inserito. L’eleganza
che lo contraddistingue si deve ad una progettazione particolareggiata e ad una accurata realizzazione. Per la facciata in laterizio
monocromatica è stato utilizzato materiale riciclato da edifici preesistenti ­demoliti. L’apparecchio murario è realizzato a fasce in
blocchi e, dato che non doveva presentare
giunti di dilatazione verticale, la parete costruita davanti al perimetrale doveva avere
uno spessore minimo di 250 mm per assorbire i carichi di sforzo dovuti alle differenze
di temperatura senza che si veri­ficassero fenomeni fessurativi. Le campiture in laterizio
sono delimitate da ampie aperture e da mensole a banda in elementi prefabbricati. Le
mensole in calcestruzzo sabbiato con inerti
lapidei determinano fasce orizzontali con
giunti. I movimenti longitudinali dei mattoni
sono riassorbiti dagli architravi e ­dagli spigoli
dell’edificio. Le pareti poggiano su mensole
senza giunto di scorrimento. In corrispondenza del coronamento superiore era necessario
un giunto per le variazioni in altezza. Nei punti più critici le fughe sono state armate.
Traduzioni in italiano
Sezioni • Piante
scala 1:500
1 Garage
2 Laboratorio
3 Cucina
4 Esposizione
5 Foyer
6 Terrazza
7 Stanza da letto
8 Soggiorno
9 Studio
10 Vuoto
Sezione verticale • sezione orizzontale
scala 1:20
1 Panello in calcestruzzo
(perimetrale) 85 mm
letto di ghiaia 50 mm
strato filtrante
isolante termico stabile
a compressione 160 mm
guaina impermeabilizzante
c.a. 340 mm
intonaco 15 mm
2 Elemento prefabbricato
in calcestruzzo 235/200 mm
con elevato contenuto
di cemento bianco
inerti lapidei
superficie sabbiata
3 Architrave in calcestruzzo
prefabbricato 100 mm
lateralmente appoggiato
su parete di rivestimento in mattoni
con elevato contenuto di cemento bianco
inerti in pietra naturale
superficie sabbiata
4 Pannello sandwich 60 mm
Interno: lamiera di acciaio
laccata grigia 2 mm
5 Vetrazione isolante:
vetro di sicurezza semplice 8 mm +
intercapedine 16 mm +
stratificato di sicurezza 5 + 5 mm
6 Lastra in pietra naturale 30 mm
letto di malta sottile 10 mm
massetto anidritico 60 mm
riscaldamento a pavimento
strato di separazione
materassino fonoassorbente 30 mm
isolante termico 50 mm
solaio in c.a. 320 mm
intonaco 15 mm
7 Lastra in pietra naturale 40 mm
su letto di sabbia
materassino di protezione
strato filtrante
isolante termico stabile
a compressione 120 mm
guaina impermeabilizzante
c.a. in pendenza 320 mm
intonaco 15 mm
8 Parete di rivestimento
in mattoni riciclati
con intonaco di calce
250/120/65 mm
fughe di allettamento e
di dilatazione 10 mm
arretrata 3 – 5 mm
malta povera di alcali
colorata in pasta
legata con calce aerea,
amcoraggio privo di cemento
isolante termico 130 mm
c.a. 300 mm
9 Lamiera di acciaio piegata
incollata 8 mm
grata in acciaio 10 mm
canale in acciaio inox
10 Massello di Ipe, levigato
non trattato 25 mm
pannello porta in
elemento sandwich isolato 68 mm
11 Lamellare laccato grigio 190/50 mm
15
12 Montante
in lamellare doppio 49/235 mm
con piatto d’acciaio intermedio 12/155 mm
13 Profilo 70/5 mm
listello di copertura
in profilo di legno di Ipe 80/80 mm
14 Persiane a battente
in compensato 30 mm
15 Elemento di apertura in Ipe 20 mm
elemento sandwich isolato 80 mm
Sezione verticale • Sezione orizzontale
scala 1:20
1 Persiane a battente in compensato
laccata grigia 30 mm
2 Lamellare laccato
grigio doppio 49/235 mm,
con piatto d’acciaio intermedio 12/155 mm
3 Pannello sandwich 65 mm
interno: lamiera di acciaio 2 mm
4 Tavole in legno di Ipe
non trattato, fissato con grappe
a tubolare in acciaio ¡ 30/50 mm
5 Pannello sandwich 40 mm
interno: lamiera di acciaio 2 mm
6 Pannello in fibra di gesso 12,5 mm
pannello di compensato 18 mm
listelli 30/50 mm
7 Ipe non trattata 20 mm
listelli 10 mm
isolante 80 mm
8 Elemento prefabbricato in calcestruzzo
con elevato contenuto di cemento bianco
inerti in pietra naturale
superficie sabbiata
9 Copertina ad incastro in Ipe 80/80 mm
spessore in profilato 70/5 mm
10 Vetrazione isolante:
vetro di sicurezza semplice 8 mm +
camera 16 mm +
vetro di sicurezza stratificato 5 + 5 mm
11 Legno lamellare 235/50 mm
12 Lastra in pietra 30 mm
letto di malta 10 mm
massetto anidritico 60 mm
riscaldamento a pavimento, strato di separazione
materassino anticalpestio 30 mm
strato termoisolante 50 mm
cls. armato 320 mm, intonaco 15 mm
13 Massetto magnesitico 15 mm
massetto anidritico 80 mm
riscaldamento a pavimento, strato di separazione
materassino anticalpestio 12 mm
strato termoisolante praticabile 25 mm
cls. armato 320 mm, intonaco 15 mm
14 Telaio in lamellare laccato grigio 15/160 mm
15 Battenti: legno di Ipe 20/100 mm su
pannello sandwich
Pagina 465
Chiesa a Jyllinge
KHR Arkitekter, Kopenhagen
La chiesa si erge come una gigantesca
scultura su Sjaelland, l’isola principale della
Danimarca. Il corpo monolitico si inserisce
con armonia come un blocco di pietra in un
piatto paesaggio marino. Da lontano, la superficie del monolite appare di calcestruzzo,
approssimandosi assume l’aspetto del marmo. La pelle, esaltata da spigoli vivi, si pre-
16
Traduzioni in italiano
senta in pannelli posati accostati senza fuga
in materiale sintetico rinforzato con fibre.
L’edificio della chiesa si compone di due
corpi: un corpo rettangolare di carattere introverso dove su due livelli si articolano spogliatoio, sacrestia, battistero; e la chiesa con
uno spazio liturgico rastremato verso l’altare.
Le aperture sono tagli nel muro che offrono
cannocchiali visivi sul paesaggio circostante
e puntano verso il cielo, ricreando, quando
c’è il sole, un vivace gioco di ombre proiettate su pareti e pavimento. La forma a croce
del lucernario corrisponde col nome della
casa di Dio. Guardando l’altare dall’aula, si
apre uno spazio attraverso una parete completamente vetrata fino alla terrazza. Solo
dopo una lunga contemplazione si osserva
che l’intero soffitto è caratterizzato da un’illuminazione particolarmente espressiva: la
­copertura in materiale traslucido si eleva
dalle pareti opache rivestite in cartongesso.
Inserto ampliato in italiano 2009 ¥ 5   ∂
con riscaldamento a pavimento
isolante EPS 225 mm
ghiaia 150 mm
11 Collettore a pavimento
Sezione orizzontale facciata
scala 1:20
Particolare del serramento apribile
scala 1:5
1 Pannello di facciata
in vetroresina 500/40/4 mm
pannello in alluminio coibentato 120 mm
profilato in acciaio IPE 450 mm
isolante termico 100 mm
cartongesso 13 +13
con barriera al vapore intermedia
2 Anta apribile:
cristallo ssemplice di sicurezza 10 mm +
intercapedine 16 mm +
stratificato di sicurezza 6 + 6 mm
incollato a telaio in vetroresina
3 Imbotte in vetroresina 15 mm
4 Montante in vetroresina 5 + 5 mm
5 Telaio finestra in vetroresina
Sezioni • Pianta
scala 1:500
1 Ingresso principale
2 Foyer
3 Deposito
4 Battistero
5 Sacrestia
6 Aula liturgica
7 Terrazza
Sezione verticale facciata
scala 1:20
1 Struttura copertura traslucida:
pannello facciata in vetroresina 500/40/4 mm
su profili a nastro a clip in vetroresina
membrana all’intradosso 0,25 mm
stabile a UV
trave in compensato impiallacciato 200/100 mm
profilato in acciaio IPE 450 mm
isolante intermedio
in cellulosa trasparente 250 mm
isolante termico
in cellulosa trasparente 175 mm
barriera al vapore trasparente
pannello facciata in vetroresina
500/40/4 mm, trasparente
2 Lucernario: vetrazione isolante U = 1,2 W/m2K
vetrazione isolante:
cristallo semplice di sicurezza 10 mm +
intercapedine 16 mm +
stratificato temperato di sicurezza 6 + 6 mm
incollato al profilo
del serramento in vetroresina
3 Tubo fluorescente
4 Struttura facciata opaca:
pannello facciata in vetroresina 500/40/4 mm
su profili a nastro a clip in vetroresina
pannello in alluminio
con lana minerale 120 mm
profilato in acciaio IPE 450 mm
isolante termico in lana minerale 100 mm
cartongesso 13+13 con
barriera al vapore intermedia
5 Vetrazione isolante:
cristallo semplice di sicurezza 10 mm +
intercapedine 16 mm +
stratificato di sicurezza 6 + 6 mm
Incollato a infisso finestra in vetroresina
U = 1,2 W/m2K
6 Anta e vetrazione fissa:
struttura composita in vetroresina
7 Imbotte in vetroresina
8 Pannello a chiusura del telaio di acciaio
9 Isolante 50 mm stabile a compressione
fondamenta perimetrali in c.a. 700 mm
10 Struttura del pavimento:
solaio in c.a. 120 mm
Pagina 469
Casa di una gallerista a Vnà
Andreas Fuhrimann, Gabrielle Hächler
­Architekten, Zürich
Soli 80 abitanti conta la piccola comunità
svizzera di Vnà nella Bassa Engadina. Il
­luogo è intatto ma la diaspora di giovani sta
diventando un problema sempre più grande.
Il concetto turistico dell’hotel diffuso con locande di cultura doveva far rinascere questi
luoghi. La realizzazione poi, della casa di
una gallerista di Zurigo non costituisce solo
un arricchimento in quanto porta la scena
dell’arte a Vnà. L’architettura sviluppa un
­linguaggio che interpreta lo spirito dei tempi
moderni, riallacciandosi alla tradizione architettonica engadinese.
L’edificio scultoreo ricuce un vuoto urbano
nel centro della località pur richiamandosi alle tipologie delle case vicine. Come nelle case storiche, anche in questo caso si ha accesso tramite il “Suler”, un ampio ambiente
polifunzionale posto al piano terra. La veranda ritagliata nel volume e le finestre della facciata in calcestruzzo coibentato recepiscono
una massima quantità di luce tramite piccole
aperture. In analogia con il modello storico,
la facciata irregolare e gradonata, mostra il
gioco formale di una struttura muraria monolitica. Solo due materiali per le superfici. I
muri in calcestruzzo, all’interno in cemento
armato e all’esterno in calcestruzzo coibentato, sono stati lasciati grezzi o levigati; nelle
camere e negli spazi di soggiorno sono rive-
stiti con pannelli in compensato di abete
­rosso per ricreare un’atmosfera piacevole.
Pianta • Sezione
scala 1:1500
1 Ingresso
2 Suler/ambiente polifunzionale
3 Impianti
4 Cantina
5 Sauna
6 Bagno
7 Stanza da letto
8 Soggiorno
9 Cucina
Sezione verticale
scala 1:20
1 Colmo aerato
lamiera per colmo su staffe metalliche
2 Corrente di colmo 180/360 mm
3 Struttura di copertura:
lamiera in acciaio zincata aggraffata
strato di separazione
tavolato in legno di abete 27 mm
su listelli, intercapedine ventilata 80 mm
guaina impermeabilizzante traspirante
rivestimento in tavole di abete 20 mm
isolante in lana minerale 200 mm
listelli in legno 35 mm
barriera al vapore
tavolato in legno di abete 20 mm
travetti in legno 200/120 - 400/200 mm
listelli in abete 35/50 mm
compensato di Douglas 15 mm
4 Canale in alluminio riscaldato
5 Impermeabilizzazione in plastica liquida
6 Elemento scorrevole del Bow-window:
telaio in legno/alluminio in larice
7 Vetrazione isolante:
vetro di sicurezza semplice 4 mm +
camera 20 mm +
vetro di sicurezza semplice 4 mm
8 Panca in legno Douglas 80 mm
9 Struttura della parete:
calcestruzzo isolante 360 – 660 mm
listelli in abete 85 mm
lana minerale 85 mm
barriera al vapore
compensato di abete rosso 15 mm
10 Solaio:
cls. armato levigato 220 mm
con sistema integrato di riscaldamento
11 Cls. armato isolante 360 mm
12 Pavimento:
cls. armato levigato 220 mm
con sistema integrato di riscaldamento
barriera antiumidità
strato termoisolante 150 mm
13 Vetro stratificato di sicurezza con
2≈ lastre temprate 4 mm +
camera 20 mm +
float 4 mm
14 Telaio in legno/alluminio di larice
15 Cls. isolante impregnato 460 mm
casseratura in grandi pannelli con
puntelli trasversali
Sezione orizzontale
scala 1:20
1 Discendente in plastica Ø 140 mm
2 Cls. isolante 360 – 660 mm
3 Serramento in legno/alluminio
finestra a ribalta e verticale
larice 55 x 90 mm
4 Vetro stratificato di sicurezza in
2x temprato 4 mm + camera 20 mm
+ float 4 mm
5 Struttura di parete:
cls. isolante 360-660 mm
listelli di abete 85 mm
lana minerale 85 mm
barriera vapore
∂   2009 ¥ 5 Inserto ampliato in italiano
legno compensato in Douglas 15 mm
6 Vetrazione isolante:
vetro di sicurezza semplice 4 mm +
camera 20 mm + vetro di sicurezza 4 mm
7 Telaio in legno/alluminio con vetrazione fissa
larice 75 x 100 mm
8 Panca in legno Douglas
9 Telaio in legno/alluminio serramento scorrevole
larice 55 x 85 mm
10 Montanti di facciata in abete 150/55 mm
11 Basamento della cucina:
cls. armato 150 mm
12 Parete interna in cls. armato 420 –710 mm
13 Armadio a muro cucina:
legno compensato di Douglas
Pagina 474
Campus sportivo a Utrecht
Wiel Arets Architects, Maastricht,
Amsterdam, Zürich
Leidsche Rijn, alla periferia di Utrecht, è una
delle più estese espansioni residenziali nei
Paesi Bassi. Il plesso scolastico è stato concepito come un luogo pubblico ad elevata
riconoscibilità iconografica. Inoltre, il plesso
doveva favorire le interrelazioni sociali tra
studenti ma anche il controllo sociale. Per
questa ragione, sia il ginnasio che la scuola
professionale ognuna con 900 presenze si
articolano nello stesso edificio. Le quattro
stecche disposte su quattro livelli con le aule si raggruppano intorno ad un cortile centrale comune che contiene la palestra e la
hall d’ingresso. Tra le stecche si collocano
delle corti che in base alla diversa geometria, generano relazioni visive, danno un senso di orientamento e articolano la grande
massa dell’edificio in una scala a misura di
contesto. Gli edifici possiedono una propria
identità anche se la caratterizzazione avviene in maniera sottile. Mentre le facciate in
calcestruzzo nero sono identiche, dalle superfici vetrate di ogni edificio scolastico risplende un colore diverso: verde acido per il
ginnasio, rosso violetto per la scuola professionale. Negli spazi comuni, le superfici vedono sovrapporsi i colori e in base alle condizioni di luminosità le sfumature cromatiche
vengono riflesse in maniera diversa dagli arredi bianco candido. La struttura portante di
travi e le pareti in calcestruzzo degli interni
sono lasciate a vista. Mentre quattro travi di
2,50 metri di altezza coprono sul lato esterno
la luce della palestra, la struttura dei corpi
con le aule è composta di elementi prefabbricati in calcestruzzo armato. Gli elementi
a sandwich di facciata quadrati, di 3,5 metri
di lato e di 220 mm di spessore, non sono
sospesi ma spinottati in corrispondenza
Traduzioni in italiano
­ egli angoli del pannello stesso.
d
Al contrario degli interni, le facciate caratterizzate da una materialità lucida e nera hanno un fascino intrinseco. Dato che il rivestimento si inspessisce orizzontalmente da
110 a 210 mm e che per l’articolazione contrapposta capita sempre che un finale sottile
si accosti ad uno più spesso, gli elementi si
sovrappongono leggermente. Una tridimensionalità che enfatizza la trama della superficie implementandosi sotto forma di grandi
bottoni in successione orizzontale. Nel calcestruzzo del rivestimento sono stati miscelati pigmenti neri che hanno generato una
colorazione in pasta grigia per impedire che
si formino macchie bianche in caso di danni
superficiali. Con un’aspersione a spruzzo
di colore acrilico, gli elementi hanno assunto
una superficie serica uniforme.
Planimetria generale
scala 1:5000
Piante
Piano terra
Piano secondo
Sezioni
scala 1:1500
1 Ingresso palestra
2 Ingresso scuola professionale
3 Ingresso ginnasio
4 Caffetteria auditorium
5 Lounge
6 Spogliatoio
7 Aula didattica
8 Aula danza
9 Sala audio
10 Fitness
11 Palestra
Sezione orizzontale
Sezione verticale
scala 1:20
1 Elemento sandwich portante in calcestruzzo
rivestimento acrilico a spruzzo, nero opaco
dimensioni del guscio esterno 3500 x 3500 mm:
guscio in calcestruzzo orizzontale
110 –210 mm
colorato in pasta nero
superficie a rilievo con trama di
bottoni in orizzontale 25 mm
isolante termico in poliuretano espanso 120 mm
guscio interno in cls. armato 220 mm
intonaco interno tinteggiato grigio chiaro 10 mm
2 Spina di connessione
3 Legno duro 120/50 mm
4 Telaio in alluminio grigio argento
2500/3500 mm
5 Vetrazione fissa termoisolante altezza 3130 mm:
vetro di sicurezza stratificato 6 mm
con pellicola colorata
(verde acido per il ginnasio,
rosso viola per la scuola professionale) +
intercapedine 15 mm+
vetro di sicurezza stratificato 6 mm
6 Pannello sandwich
in alluminio grigio argento
con anta di ventilazione
isolante termico 60 mm
7 Radiatore nero 220/600 mm
8 Lamelle di protezione solare 80 mm
9 Scaglie di basalto antracite 50 mm
guaina di materiale plastico color antracite
impermeabilizzazione
isolante in pendenza max. 330 mm
barriera al vapore
getto in opera di calcestruzzo
per assorbire la compressione 280 mm
solaio prefabbricato a sezione sottile
per assorbire la trazione 80 mm
strato listelli incrociati
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
17
con isolante acustico in lana minerale 19 mm
pannello in fibra di legno 25 mm
verniciato grigio chiaro
Isolante in lana di vetro 50 mm
Elemento prefabbricato di coronamento in cls.
rivestimento in materiale acrilico,
colore nero opaco, 3500/1650 mm:
guscio di rivestimento in cls, 110-210 mm,
in calcestruzzo nero colorato in pasta
rilievo superficiale a bottoni
in serie orizzontale 25 mm
isolante termico
isolamento in polistirene espanso 120 mm
guscio interno in cls. armato 220 mm
Sfioro per drenaggio copertura
Trave in cls. in opera 140/320 mm
parzialmente sospesa
all’elemento di facciata soprastante
Pavimento autolivellante
epossidico grigio chiaro 2 mm
cls. in opera 280 mm
soletta prefabbricata 80 mm
listelli incrociati
con isolante acustico in lana minerale 19 mm
pannello in fibra di legno 25 mm grigio chiaro
Lamiera di alluminio color grigio argento
isolante termico 40 mm
Pavimento autolivellante
epossidico grigio chiaro 2 mm
calcestruzzo in opera 250 mm
barriera al vapore
isolante termico stabile a compressione 100 mm
impermeabilizzazione
Fondamenta a nastro in c.a. 320/500 mm
isolante termico 100 mm
fondazione su pali
Scaglie in basalto color antracite 100 mm
Elemento prefabbricato di bordo a L
in calcestruzzo colorato in pasta nero 100 mm
Superficie in calcestruzzo di pregiata fattura con
­rivestimento acrilico a spruzzo:
A Bottoni al termine della serie Ø 19 mm
B Bottoni all’inizio della serie Ø 84 mm
C Rivestimento in tavole: sagoma
in positivo in alluminio a taglio CNC.
Dalla forma deriva una sagoma in negativo
in poliestere per il getto degli elementi
in calcestruzzo
Pagina 479
Villa presso Ludwigsburg
Jürgen Mayer H. Architects, Berlin
Il volume espressivo nasce letteralmente
dal prato e si dilata verso ogni direzione del
pendio. La forma deriva dall’insolito profilo di
un volume preesistente continuamente trasformato nel corso degli anni. Una traccia
che genera il piano terreno e si sposta al
piano primo ruotando e modificandosi leggermente. Facciate e pareti fanno proprio il
movimento rotatorio per generare spazi senza soluzione di continuità. La scala esistente
funge da base per il nocciolo del corpo scala verticale. Dietro la futuristica facciata si
18
Traduzioni in italiano
nasconde una costruzione alquanto tradizionale: calcestruzzo armato con un sistema a
cappotto intonacato. La particolarità sta nella lavorazione: le lastre in schiuma minerale
sono state segate in segmenti di arco a due
soli raggi, fissati con viti, incollati e levigati in
loco. Un processo di finitura a controllo computerizzato non sarebbe stato possibile per
il fatto che avendo mantenuto parzialmente
un corpo esistente si presentavano grandi
tolleranze dimensionali che non erano completamente prevedibili nella fase di progetto.
Doveva essere possibile effettuare modifiche anche durante la fase costruttiva. Inoltre, particolari costruttivi tradizionali come il
rivestimento in lamiera dell’attico o in corrispondenza delle finestre avrebbe compromesso sensibilmente l’immagine scultorea
della villa. Per questo motivo, per migliorare
l’aspetto dei giunti e in particolare di elementi particolarmente sollecitati dell’involucro è stato sviluppato uno speciale sistema
che rispetta l’immagine dell’architettura:
in piano con l’intonaco nei punti particolarmente delicati è stato posato uno strato poliuretanico poi laccato e trattato anti UV. Gli
elementi come l’attico sono stati ulteriormente irrigiditi da un pannello in compensato.
Gli infissi in PVC laccato nero si pongono in
contrasto con le superfici bianche di facciata, enfatizzando maggiormente l’aspetto
astratto del volume.
Sezioni • Piante
scala 1:500
1 Piscina coperta
2 Camera ragazzi
3 Impianti
4 Wellness
5 Soggiorno
6 Salone
7 Lobby
8 Ingresso
9 Spazi di servizio
10 Cucina/pranzo
11 Stanza da letto
12 Stanza ospiti
13 Studio
14 Bagno
Sezione verticale loggia • Piscina
scala 1:20
1 Fascia perimetrale, plastica rinforzata in fibra
di vetro 30 mm
impermeabilizzazione a spruzzo in PU
isolante in PS espanso 120 mm
muratura/cls. armato 240 mm
2 Strato di ghiaia 50 mm
impermeabilizzazione in PU a spruzzo 3 – 4 mm
strato di separazione
isolante in PS espanso 80–180 mm
pannello OSB 22 mm
lamellare 120 – 240 mm
con isolante in cellulosa intermedio 240 mm
barriera al vapore
rivestimento in tavole di abete rosso 24/120 mm
pannello in granulato di vetro espanso 12,5 mm
3 Vetrata termoisolante:
stratificato di sicurezza 8 mm +
intercapedine 16 mm +
stratificato di sicurezza 6 mm
spessore in acciaio inox nero
4 Pavimentazione in Tartan 20 mm
grigliato in acciaio inox 30/10 mm
piedini in acciaio inox
Inserto ampliato in italiano 2009 ¥ 5   ∂
5
6
7
8
9
10
impermeabilizzazione a spruzzo
in PU bituminoso armato con rete 4 mm
isolante in pendenza in lana di vetro 120 mm min.
calcestruzzo armato 250 mm
Pannello in compensato impiallacciato 45 mm
con impermeabilizzazione in PU e protezione UV
Telaio in abete rosso laccato nero 60 mm
Intonaco ai silicati 4 mm, levigato
intonaco civile armato con rete 6 mm
pannello in lana minerale 160 mm, levigato e
carteggiato in opera per ottenere la forma
posa a colla e con tasselli,
cls. armato 240 mm
Impermeabilizzazione a spruzzo in PU
e protezione UV
Vetro di sicurezza semplice 8 mm rivestito +
intercapedine 16 mm +
stratificato di sicurezza 10 + 10 mm
con pellicola in PVB
Intonaco ai silicati 4 mm
intonaco civile con rete armante 6 mm
calcestruzzo alleggerito 275 mm
Sezioni orizzontali
Sezioni verticali
scala 1:20
1 Ghiaia 50 mm
impermeabilizzazione a spruzzo 3-4 mm
strato di separazione
PS estruso 80-180 mm
pannello OSB 22 mm
strato di travi in lamellare
120–240 mm con
isolante in cellulosa a fiocchi 240 mm
barriera al vapore
rivestimento in tavole di abete rosso 24/120 mm
pannello in granulato di vetro espanso 12,5 mm
2 Cornice perimetrale in plastica
rinforzata in fibra di vetro 30 mm
con telaio in acciaio inox laccato nero
impermeabilizzazione a spruzzo PU
isolante in PS espanso 120 mm
cls. armato 240 mm
3 Telaio in abete rosso
con doppia mano di impregnante,
laccato 60 mm
serramento in alluminio anodizzato nero
con cristallo stratificato di sicurezza 8 +
intercapedine 16 mm + float 6 mm
4 Intonaco ai silicati 4 mm
intonaco civile con rete di armatura 6 mm
isolante in lana minerale 160 mm
tassello, malta incollante
cls. armato 240 mm
5 Vetrata termoisolante:
cristallo di sicurezza semplice 8 mm +
intercapedine 16 mm +
cristallo di sicurezza semplice 6 mm
distanziatore in acciaio inox nero
6 Parquet 14 mm
massetto di solfato di calcio
con riscaldamento a pavimento 50 mm
isolante rivestito con pellicola 30 mm
isolante in PS espanso 80 mm
guaina bituminosa con rivestimento
in alluminio 5 mm
cls. armato 200 mm
strato filtrante di ghiaia 150 mm, terreno
7 Vetrata a controllo solare:
cristallo di sicurezza semplice, rivestito +
intercapedine 16 mm +
stratificato di sicurezza
con pellicola PVB 10 + 10 mm
8 Controsoffitto in PVC teso su telaio continuo
in profilati
rivestimento in tavole 20 mm
travi 80 mm
9 Impermeabilizzazione a spruzzo in PU nero
intonaco civile
con rete di armatura 6 mm levigato lucido
strato isolante in PS estruso 160 mm
tassellato, incollato, levigato
Pagina 484
Penthouse a Mexico City
Kurt Sattler/Architetcs Collective, Wien
Julio Amezcuo, Francisco Prado, at.103,
­Mexico-City­
Il quartiere “Hipódromo de la Condesa” sorge negli anni ’20 come sobborgo di Mexico
City. Cuore del quartiere è un ippodromo
collocato in un’area a parco al margine del
quale si trova un edificio esistente che fino
al terremoto del 1985 era utilizzato come panetteria e successivamente convertito in
centro d’arte per esposizioni ed eventi. Il vivace scambio fra la scena dell’arte messicana e quella austriaca ha avuto come conseguenza anche una collaborazione lavorativa
con l’architetto Kurt Sattler. Una coppia di
artisti incarica l’architetto di progettare un
nuovo volume mansardato come seconda
abitazione. Il progetto si relaziona al centro
storico realizzando, ad esempio, tutti i pavimenti in pietra arenaria nera mentre la superficie a tetto, molto movimentata ha
l’aspetto di un corpo estraneo in pannelli di
acrilico polimerico. Gli architetti locali at.103
avevano una certa esperienza con il materiale. E dato che l’integrazione come copertura di tetti costituiva una novità, per sicurezza è stato predisposto un sistema di
drenaggio secondario sul quale si appoggiano profili di alluminio per il fissaggio a
colla siliconica delle lastre.
Planimetria generale
scala 1:2000
Sezioni • Piante
Pianta piano terzo
Pianta copertura
scala 1:250
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
Vuoto
Cucina
Cani
Area pranzo
Cortile rosa
Soggiorno
Terrazza
Cabina armadio
Camera da letto
Impianti
Sezione verticale
scala 1:20
1 Cristallo monolitico di sicurezza su nastro
in neoprene
incollato con silicone in angolare d’acciaio
2 Pannello in composito minerale
con legante acrilico
asportabile 12 mm
3 Pannello forato in composito minerale
con legante acrilico
incollato con nastro di silicone
∂   2009 ¥ 5 Inserto ampliato in italiano
4
5
6
7
8
9
10
11
12
asportabile 12 mm
profilo fi 30/30 mm in alluminio
Pannello in composito minerale
con legante acrilico
incollato con nastro di silicone 12 mm
profilo fi 50/30 mm in alluminio,
isolante in lana di vetro 50 mm
tubolare in acciaio | 100/100 mm
guaina impermeabilizzante sintetica
lamiera in acciaio zincato fi 50/18 mm
cartongesso tinteggiato 12,5 mm
Marmo grigio scuro 10 mm
letto di malta 5 mm
pannello in cemento rinforzato
con fibre di vetro 15 mm
tubolare in acciaio | 50/50 mm
Pannello in composito minerale
con legante acrilico
2490 ≈ 930 mm/12 mm
levigato, saldato sul lato corto
fugato sul lato lungo con guarnizione in PU
incollato con nastro di silicone
profilo in alluminio fi 30/30 mm
guaina impermeabilizzante sintetica 1,5 mm
pannello in cemento fibrorinforzato 15 mm
tubolare in acciaio | 50/50 mm
isolante in lana di vetro 100 mm
pannello isolante in PU 50 mm
profilo in acciaio zincato fi 50/18 mm
cartongesso tinteggiato 12,5 mm
Marmo grigio scuro 600/300/10 mm
letto di malta 5 mm
cls. alleggerito 50 mm
c.a. 250 mm
Trave in profilo di acciaio IPE 250/100 mm
Pannello in composito minerale
con legante acrilico 12 mm
Tubolare in acciaio | 120/120 mm
Porta scorrevole priva di telaio:
cristallo di sicurezza semplice 10 mm
su guida di alluminio ad fi 50/50 m
Marmo grigio scuro 10 mm
letto di malta 5 mm
pannello in cemento fibrorinforzato 15 mm
tubolare in acciaio | 50/50 mm
cls. armato 250 mm
Sezione orizzontale e verticale
Traduzioni in italiano
scala 1:20
1 Pannello in composito minerale
con legante acrilico 12 mm
profilo fi 30/30 mm in alluminio
2 Trave in profilo di acciaio IPE 250/100 mm
3 Pannello in cartongesso tinteggiato 12,5 mm
profilo in acciaio zincato fi 50/18 mm
4 Pannello in composito minerale
con legante acrilico
2490 x 930 mm/12 mm
levigato, saldato sul lato corto
fugato sul lato lungo con guarnizione PU
incollato con nastro di silicone
profilo in alluminio fi 30/30 mm
guaina impermeabilizzante sintetica 1,5 mm
pannello in cemento fibrorinforzato 15 mm
tubolare in acciaio | 50/50 mm
isolante in lana di vetro 100 mm
pannello isolante in PU 50 mm
profilo in acciaio zincato fi 50/80 mm
cartongesso tinteggiato 12,5 mm
5 Porta girevole priva di telaio:
cristallo di sicurezza semplice 10 mm
6 Marmo grigio scuro 600/300/10 mm
letto di malta 5 mm
cls. alleggerito 50 mm
cls. armato 250 mm
7 Pilastro in tubolare di acciaio | 100/100 mm
Pagina 492
Materiali compositi minerali
con legante acrilico
Christian Fetzer
Recentemente, nell’architettura d’interni e nel
design di arredi, un gruppo di materiali sta
destando un interesse sempre maggiore tra
architetti e designer per la varietà formale che
offre. Si tratta dei materiali compositi minerali
con legante acrilico. Il materiale presentato
da DuPont nel 1967 è stato introdotto sul
­mercato con il nome commerciale Corian®
ed impiegato quasi esclusivamente per i piani
lavoro delle cucine e nei bagni. Il materiale
in ∂
Tutti i libri della serie in DETAIL in hardcover, formato 23 x 29,7 cm
19
possiede la durezza della pietra e la lavorabilità del legno. Il materiale consente soluzioni
ad elevato contenuto innovativo sia negli interni che in facciata per le varianti formali e le
finiture superficiali, l’aspetto omogeneo e la
combinazione con moderne tecniche d’illuminazione.
Composizione del materiale
I compositi minerali sono costituiti da monomeri polimerici e resine, inerti minerali e pigmenti. Il monomero polimerizzato e la resina
sono composti di acrilico (PMMA-Ploimetilmetacrilato) o resine di poliestere. Per quanto
concerne gli inerti minerali si tratta soprattutto
di ATH o Triidrossido di alluminio, ricavato
dalla bauxite o da minerale di alluminio. Il fatto che i compositi minerali con legante in acrilico siano per due terzi a composizione minerale e per un terzo consistano in pura resina
acrilica (PMMA), determina buona deformazione termica e la possibilità di utilizzare in
esterni i compositi minerali con legante acrilico. Il materiale omogeneo e massivo non si
sfalda e offre un’elevata lucentezza oltre che
stabilità cromatica. Diversi produttori offrono
il materiale sotto forma di lastre di diversi
spessori e dimensioni. Oltre a lavabi e lavelli
di diverse forme e dimensioni prodotti in varie
colorazioni.
Processo di lavorazione
I compositi minerali con legante acrilico possono essere sottoposti a processi di lavorazione meccanica con le frese, o con strumenti
per il taglio a getto d’acqua, ecc, assumendo
forme tridimensionali. L’uso di smerigliatrici e
lucidatrici consentono di ottenete superfici
semilucide, opache o a grana grossa. Un ul-
∂
Edition
La sfida dell’edilizia residenziale – i dettagli della flessibilità tipologica
Di fronte alla prospettiva di una moltiplicazione continua degli stili di vita, la ricerca di flessibilità
e adattabilità planimetrica sta diventando una delle priorità dell’architettura residenziale. L’edilizia
­residenziale ad alta densità abitativa, con la crescita della domanda di spazi all’interno dei centri
urbani, rappresenta oggi più che mai una sfida importante e complessa per architetti e pianificatori.
Altri libri della serie:
‡ Involucri edilizi
‡ Case unifamiliari
‡ Architettura solare
‡ Ristrutturazioni
‡ Interni
Alta densità abitativa, Christian Schittich, 2005. 176 pagine con numerosi disegni e foto, formato 23 ≈ 29,7 cm. ISBN 978-3-7643-7529-4
€ 44.90 + costo di spedizione e imballaggio (+7% IVA se dovuta)
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20
Traduzioni in italiano
teriore processo di lavorazione consiste nella
deformazione bi e tridimensionale. Le lastre
riscaldate tra piastre ad una temperatura di
165° assumono una forma con l’ausilio di sagome in legno o metallo. Il materiale può essere curvato sino ad un raggio interno di
25 mm in relazione allo spessore delle lastre.
Inoltre, bisogna considerare la deformabilità
in relazione al colore delle lastre: nel caso di
colori scuri o a grana grossa, la libertà di conferire una forma è più limitata che nel caso di
colori chiari, in quanto lo schiarimento e l’irregolarità della superficie necessita di una progettazione di processo particolarmente accurata. In senso traslato il concetto vale anche
per le deformazioni tridimensionali anche se
sono da evitare gli spigoli vivi. Un processo
lento di raffreddamento della forma produce
i migliori risultati per l’esattezza della forma e
determina limitate tensioni interne.
Processo formale per la superficie
Le superfici si possono creare in diversi modi.
Anche dopo aver applicato un primo trattamento superficiale come ad esempio la sub­
limazione, lo stampaggio o l’impressione di
trame con processi meccanici è possibile
una deformazione termica. Effetti ad impressione si riproducono con l’ausilio di tecniche
a bassorilievo. L’impressione della lastra avviene riscaldando le lastre ad una temperatura di 160° C poi stampate con il motivo desiderato tramite un punzone che può essere
una lamiera traforata o striata d’uso comune
oppure un reticolo a maglie. La superficie
può anche essere stampata tramite strumenti
in metallo o essere sabbiata come il legno o il
vetro. Si determinano diverse superfici in relazione all’intensità e alla profondità del getto di
Inserto ampliato in italiano 2009 ¥ 5   ∂
acidi, ad esempio acido solforico concentrato, chetoni come l’acetone, solventi a contenuto di cloro come cloroformio, combinazioni di soluzioni come solventi per colore o
disinfettanti ad azione particolarmente aggressiva che possono intaccare la super­
ficie. Nei settori dove questi mezzi possono
essere utilizzati si consiglia di chiedere
­consulenza ai produttori.
sabbia. La tecnica si applica in particolar modo ai rivestimenti murari e per pannellature. E’
possibile anche realizzare intarsi con diversi
colori e altri materiali come ad esempio applicare logo aziendali, mentre si deve limitare
l’applicazione di grandi intarsi a contenuto
metallico per gli elevati valori di dilatazione.
La tecnica della sublimazione consente di
­trasferire foto, motivi grafici di ogni tipo come
logo sulla superficie. La lastra stampata può
venire poi deformata a caldo o lucidata al pari
di una non stampata.
Proprietà del materiale
Il materiale risulta di facile manutenzione ed
è adatto per la sua superficie non porosa ad
ambienti in cui risulta fondamentale l’aspetto
igienico per il fatto di non essere attaccabile
da batteri e da muffe.
Come tutti i materiali, anche i compositi minerali con leganti acrilici possono reagire
superficialmente a certi agenti chimici, come
I compositi minerali con legante acrilico sono
un materiale per superfici durevole nel tempo
e rinnovabile. Tramite pulitura e una levigatura si può nuovamente tornare alla superficie
di partenza. L’operazione non vale solo per
tagli, graffi, macchie (anche se provocate da
fuoco) che possono essere rimosse direttamente dall’utente ma anche per macchie provocate da agenti chimici, graffiti, vandalismo
e un’esposizione ad elevato calore. Sia il materiale che i collanti integrati durante la lavorazione devono avere un basso contenuto di
VOC (Volatile Organic Compound). Tutti i colori del Corian sono resistenti agli alimenti e
privi di metalli pesanti. Il materiale non è tossico e se sottoposto a temperature normali non
emette gas dannosi alla salute umana.
Campi d’applicazione
I compositi minerali con legante acrilico, sono
adatti sia per interni che per esterni: cucine e
bagni ma anche banchi reception e banconi
bar negli hotel e nella gastronomia, per pedane e superfici per la presentazione di oggetti
nei musei e in spazi espositivi, nella costruzione di mobili, nell’ideazione di corpi illuminanti
sino agli oggetti d’arte e di design. Da poco, il
materiale viene anche utilizzato in esterni per
indicazioni stradali, panche, facciate di nego-
∂
Edition
∂ Praxis
Pietra naturale: Progettare e costruire con la pietra naturale.
Tipi di pietra, particolari costruttivi, esempi
Theodor Hugues, Ludwig Steiger, Johann Weber, 2002
112 pagine con numerose illustrazioni e fotografie, Formato 21 x 29,7 cm
Laterizi di grande formato: Costruire con i laterizi di grande
formato – in modo efficiente ed elegante.
Theodor Hugues, Klaus Greilich, Christine Peter, 2003
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Legno: La moderna casa in legno e i suoi componenti
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∂   2009 ¥ 5 Inserto ampliato in italiano
zi e involucri di facciata. I materiali sono molto
rigidi e non porosi, igienici, difficilmente infiammabili, di facile manutenzione e sanabili.
In ambienti umidi non tendono a gonfiarsi.
Ogni lastra o elemento nel medesimo materiale si può incollare senza che i giunti si vedano, creando anche oggetti di grande dimensione con un aspetto monolitico. E’ però
fondamentale prestare particolare attenzione
al giunto di dilatazione: dato che ad esempio
il Corian in interni si dilata 1 mm/m, in presenza di una differenza di temperatura di 30 °C,
si deve prevedere un giunto in direzione della
lunghezza delle lastre.
Applicazione di lastre in facciata
Il materiale è stabile al gelo fino a –40 °C, ha
una portata e una resistenza agli urti elevata,
resistente ad agenti inquinanti volatili e di facile pulizia. I pannelli devono essere montati
su superfici portanti oppure su strutture non a
vista, in modo tale che il materiale possa dilatarsi e restringersi. Per i giunti di dilatazione
nei rivestimenti di facciata vale la regola:
l’apertura di dilatazione minore tra elementi si
calcola moltiplicando 35 ≈ 10 – 6≈ lunghezza
dell’elemento x limite massimo della differenza di temperatura presunta in C°.
I giunti da impermeabilizzare devono essere
larghi 5 mm per consentire una sufficiente
penetrazione e dilatazione di massa sigillante. Sono idonei materiali elastici durevoli come silicone o poliuretano.
In generale, i compositi minerali con legante
acrilico possiedono anche una resistenza
relativamente elevata ai raggi UV. Alcune
colorazioni sono più stabili alle intemperie e
allo scolorimento rispetto ad altre. Sebbene
le proprietà fisiche rimangano invariate, si riduce eventualmente la lucentezza della superficie. Inoltre, si può ridurre il contrasto fra
venatura cromatica e colore di base. Le variazioni di colore si possono asportare tramite una normale levigatura. In caso di grandi
superfici come nelle facciate di edifici questo procedimento non è privo di difficoltà.
Un esempio di realizzazione: Seeko’o Hotel
Per il Seeko’o Hotel lo studio di architettura
King Kong a Bordeaux, in un primo momento, aveva pensato alla completa realizzazione di una facciata esterna ventilata. I pannelli standard di 930 ≈ 3660 ≈ 12,3 mm
sono stati tagliati, incollati e bordati su pannelli di dimensione prestabilita dagli architetti di 5,5 ≈ 2,2 metri. Lungo il perimetro dei
pannelli si collocano punti di connessione
aperti o sporgenti che fungono da giunti di
dilatazione la cui larghezza dipende dal coefficiente di dilatazione termica del materiale
(circa 3 mm/metro in esterni) e dalla dimensione dei pannelli. Nel progetto della facciata dell’hotel la fuga orizzontale ha una larghezza minima di 16 mm mentre quella
verticale è di 8 mm.
La struttura nascosta e si compone di profili
in alluminio che prevedono anche la dilatazione termica delle lastre di facciata.
Traduzioni in italiano
Il fissaggio dei pannelli dall’esterno non è a
vista e avviene tramite graffe a C in alluminio
con i così detti “Squirrels” o inserti tondi in
corian incollati alla lastra. Le graffe in alluminio a C vengono fissate “cliccando” nella
struttura non a ­vista in alluminio ad una
­distanza di 450 mm.
Traslucenza
Colore e spessore del materiale determinano
il grado di traslucenza del materiale. Tinte
unite chiare come bianco e beige possiedono
un’elevata trasparenza, mentre i colori scuri
sono meno traslucidi. L’effetto di traslucenza
si determina anche riducendo lo spessore del
materiale: più è sottile il materiale maggior è
la luce che lascia trasparire. Lo spessore minimo delle lastre in una dilatazione parziale
non deve superare i 2 mm. Il taglio avviene
tramite frese o incisione. Le frese CNC permettono di realizzare quasi ogni tipo di motivo
e di design. I diversi spessori delle fresature
generano un effetto tridimensionale. La serie
“Corian-Illuminazione” viene proposta solo nei
colori con un elevato grado di traslucenza.
Determinati colori e spessori di lastre sono
impiegati anche per corpi illuminanti, installazioni luminose o mobili illuminati. Per luci puntiformi ci si serve di un modulo LED integrato
predisposto durante la lavorazione del materiale. Nel caso di lastre più spesse si procede
ad un assottigliamento sul retro della lastra
per incollare un modulo LED, mentre per le
lastre più sottili in particolar modo nel caso
dei colori ad elevata traslucenza viene pre­
disposto un materassino con LED piano sul
retro. Per ottenere un’illuminazione diffusa,
la fonte luminosa deve essere installata a distanza di 15 cm dietro il pannello. Anche nel
caso di combinazione di tecniche multimediali e di elementi a comando sensoriale i materiali si rivelano idonei alla realizzazione di
­mobili in cui sono integrati innovativi impianti
di accensione o tecnologie illuminotecniche.
Service
I produttori si distinguono tra le altre cose per
l’offerta di servizi e più o meno per l’estensione di una gamma cromatica. Nella maggior
parte dei casi, i produttori hanno una hot line
a disposizione tramite la quale architetti e
partner ricevono consulenza. Talvolta viene
fornita una prestazione per la certificazione
di materiale e posa.
21
∂ – Inserto in italiano
Zeitschrift für Architektur
Rivista di Architettura
50° Serie 2009 · 5 Materiali + superfici
L’Impressum completo contenete i recapiti per
la distribuzione, gli abbonamenti e le inserzioni
pubblicitarie è contenuto nella rivista principale a
pag. 557
Redazione Inserto in italiano:
Frank Kaltenbach
George Frazzica
­Rossella Mombelli
Monica Rossi
e-mail: [email protected]
telefono: 0049/(0)89/381620-0
Traduzioni:
Rossella Mombelli
Partner italiano e commerciale:
Reed Businness Information
V.le G. Richard 1/a
20143 Milano, Italia
[email protected]
[email protected]
Fonti delle illustrazioni:
pag. 2–3: Iodicearchitetti, Aversa
pag. 4–5: Material ConneXion, Milano
pag. 6–7: Alessandro Ciampi, Prato
pag. 8-11: Frank Kaltenbach, Monaco di Baviera
pag.13: Christian Richters, Münster
pag.14 sinistra: Michael Heinrich, Monaco di
Baviera
pag.14 destra: Beat Bühler Zürich
pag.15 sinistra: Iona Marinescu, Londra
pag.15 destra: Torben Eskerod, Kopenhagen
pag.16: Valentin Jeck, CH-Uerikon
pag.17 sinistra: Christian Richters, Münster
pag.17 destra: David Franck, Ostfildern
pag.18: www.wolfgangthaler.at
pag. 20: Arthur Péquin, Bordeaux
Piano editoriale anno 2009:
∂ 2009 1/2 Coperture
∂ 2009 3Conzept:
Musica e Teatro
∂ 2009 4
Edifici a basso costo
∂ 2009 5Materiali + superfici
∂ 2009 6Collegamenti (scale,
­rampe, ingressi)
∂ 2009 7/8 Vetro
∂ 2009 9Conzept:
Ricerca e didattica
∂ 2009 10 Muratura
∂ 2009 11Ristrutturazioni,
rifunzionalizzazioni
∂ 2009 12 Tema particolare