Proposta comunitaria Casa provinciale FSP - Roma, febbraio 2016 Uso manoscritto 2 LETTERA AGLI EFESINI Lettura continua delle Lettere di san Paolo Proposta comunitaria Presentazione Carissime, non possiamo dimenticare quanto il 10° Capitolo generale ha ribadito come urgenza e quanto il Progetto di Provincia 2015-2018 ha assunto come priorità: «Dare centralità alla Parola di Dio, che interpella, orienta e plasma il nostro cammino personale e comunitario e annunciarla con passione e creatività» (DC p. 23,1.b). Dare centralità significa lasciare che veramente la Parola prenda spazio in tutta la nostra vita di apostole, così che ogni pensiero, parola e azione, testimoni e annunci solo Cristo Gesù. Ce lo ricorda il distintivo delle Figlie di San Paolo, che raccoglie in sé gli elementi fondamentali della nostra vita consacrata: la croce, la Parola, la comunicazione, san Paolo. Il beato Giacomo Alberione ci diceva: «Fate a tutti la carità della Verità» e aggiungeva: «la più bella carità è la Parola di Dio». Ma non possiamo fare la carità della Verità ai lontani se non la facciamo prima a noi stesse. Dare centralità alla Parola di Dio significa anche mettere ordine tra le nostre priorità per scegliere come Maria la parte migliore, quella che non sarà tolta (cfr. Lc 10,42). Per vocazione siamo chiamate a vivere la Parola a livello personale, comunitario e apostolico, dando uno spazio privilegiato alle lettere dell’apostolo Paolo. La nostra fisionomia nella Chiesa infatti è racchiusa nell’invito sempre ribadito dal beato Alberione: «Siate paoline, siate degne Figlie di San Paolo» (cfr. FSP34 p. 87). Per cristificarci bisogna “impaolinarci” secondo quell’originale neologismo coniato dal fondatore nel 1924, indicando così il nostro bisogno di diventare non solo come Paolo, ma soprattutto di diventare Paolo vivo oggi e avere, come lui, un unico tesoro da comunicare: il Cristo. 2 In quest’Anno santo della Misericordia vogliamo immergerci nelle «abbondanti ricchezze della sua grazia» (Ef 2,7), anche attraverso la lettura meditativa e contemplativa della Lettera agli Efesini. Il sussidio vuole essere un aiuto pratico per il cammino personale e comunitario secondo il metodo Verità, Via e Vita, utile sia per la preghiera che per l’approfondimento del pensiero paolino. Siamo certe che non ci mancherà il sostegno dell’apostolo Paolo e soprattutto non verrà meno l’opera del Padre celeste: «che in tutto ha potere di fare molto più di quanto possiamo domandare o pensare, secondo la potenza che già opera in noi, a lui la gloria nella Chiesa e in Cristo Gesù per tutte le generazioni, nei secoli dei secoli! Amen» (Ef 3,20-21). Con affetto. Sr Dolores Melis Superiora provinciale 3 Note introduttive La Lettera agli Efesini ha sempre affascinato tanti cristiani lungo il corso della storia. Una lettera particolarmente cara a San Giovanni Crisostomo, a San Girolamo, a Efrem il Siro, a Tommaso d’Aquino, a Calvino, a Erasmo da Rotterdam e al beato Giacomo Alberione. Ma non possiamo negare che è stata anche il rompicapo di molti esegeti. Paolo è o non è l’autore della lettera? Chi l’ha scritta? A chi è stata indirizzata? Dove e quando è stata composta? Perché è stata scritta? Grazie ad alcune citazioni presenti nelle opere di Clemente Romano, Ignazio di Antiochia e Policarpo di Smirne si è in grado di sapere che la Lettera agli Efesini era già conosciuta e utilizzata tra la fine del I e l’inizio del II secolo. Ma proviamo a individuarne le coordinate principali. 9 Autore della Lettera agli Efesini. Al contrario del fenomeno tutto moderno dei diritti d’autore, con il conseguente desiderio da parte dello scrittore di vedere il proprio nome sulla pubblicazione, nell’antichità classica, invece, per dare importanza al proprio scritto talora lo si attribuiva a qualche autore famoso. In questo modo, mediante un nome celebre, autori definiti sconosciuti potevano far conoscere le loro opere; senza che tutto questo fosse percepito come un’attività fraudolenta. Nel caso della Lettera agli Efesini, la maggior parte degli esegeti si rifà al concetto di scuola o meglio ancora di “tradizione”. Attorno alla figura dell’apostolo Paolo si sono raccolti i suoi estimatori che, dopo la sua morte, ne hanno mantenuto vivo il pensiero, dando vita alla “tradizione paolina”. Questa ha raccolto gli insegnamenti di Paolo, li ha attualizzati in situazioni ecclesiali differenti rispetto a quelle incontrate da Paolo e li ha riletti in contesti culturali nuovi. In questo modo si attribuiva alla figura ormai assente, ma vivamente venerata dell’Apostolo, uno scritto fedele alle sue idee ma redatto da altri. L’autore di Efesini non aveva l’intenzione di 4 ingannare, ma di istruire i credenti circa situazioni inedite, così come avrebbe fatto lo stesso Paolo se fosse stato ancora in vita. 9 Destinatari. La Lettera agli Efesini è tradizionalmente conosciuta come scritta ai credenti di Efeso, perché è la città menzionata sia nella sovrascritta «agli Efesini» sia nel prescritto Ef 1,1: «ai santi che sono in Efeso». La dicitura riguardante i destinatari «in Efeso» è posta tra parentesi quadre [en Ephesō]. Questo segnale sta a indicare una mancanza. Infatti «in Efeso» manca nei codici antichi e importanti (papiro Chester Beatty o P46, codice Sinaitico e codice Vaticano), mentre apparirà soltanto in seguito. Nel corpus paolino, Efesini è l’unico caso in cui non è certa l’indicazione dei destinatari e non fornisce alcuna indicazione sulle persone a cui è indirizzata e sulla loro reale situazione. L’aggiunta dell’indicazione di luogo «in Efeso» potrebbe essere spiegabile in questi termini: “poiché nel testo mancava il riferimento geografico, presente invece in tutte le lettere di Paolo, si scelse la città di Efeso essendo luogo chiave per la missione triennale dell’apostolo Paolo”. Efeso spiccava sia per importanza amministrativa, in quanto capitale della provincia senatoriale romana in Asia, sia perché fu indubbiamente «il primo e decisivo epicentro dell’espansione cristiana e di un approfondimento ermeneutico del Vangelo»1. 9 Ambiente. Che tipo di ambiente si riflette in Efesini? Quello di una tipica metropoli del I secolo d.C., in cui si trovano a convivere tante culture e religioni diverse e dove il sincretismo è la cifra distintiva di un’epoca. Ciò vale soprattutto per Efeso che, come tutta l’Asia Minore, è da sempre un ponte tra Oriente e Occidente. Tra i tasselli che ne compongono il variegato mosaico culturale, spicca in Efesini il giudaismo che ne ispira lo stesso contenuto (benedizione iniziale, dossologie). Il rapporto con il giudaismo non è conflittuale, come nelle lettere maggiori di Paolo (es. Galati). È infatti un tempo nuovo. 1 R. Penna, La Lettera agli Efesini, Bologna 1988, p. 68. 5 Quello della reciproca integrazione in un solo corpo che è la Chiesa, perché in Cristo è creato l’uomo nuovo. I termini mistero, rivelazione, conoscenza, attestati in Efesini, rimandano al giudaismo apocalittico, al quale è riferibile anche l’antitesi «luce-tenebre». 9 Stile. Lo stile che caratterizza l’andamento della Lettera agli Efesini, nel suo insieme, è definito “dell’amplificazione”. Uno stile che si discosta notevolmente da quello di Paolo. Infatti, mentre Paolo scrive in modo incisivo con affermazioni stringate e connesse in una sintassi più sobria, l’autore di Efesini invece si esprime in modo amplificato. Non a caso questo tipo di stile è stato accostato all’oratoria asiana, ossia a quella caratterizzazione assunta dalla retorica nell’Oriente ellenizzato, con uno stile particolarmente pomposo. Ma qual è la ragione del ricorso all’amplificazione? Sembra essere funzionale alla tematica centrale. Infatti tale stile si rivela appropriato alla comunicazione del mistero (mystērion). Se da una parte indica un segreto di Dio, inaccessibile agli uomini, dall’altra significa pure il progetto e l’intervento salvifico di Dio negli eventi del mondo. Il mistero, che Dio non tiene più segretamente per sé, ora è reso noto. Si può inoltre affermare che quanto Paolo esprime nelle sue lettere con il termine «Vangelo» (euangelion), Efesini lo riprende e lo sviluppa col termine mystērion. Quel mistero che abbraccia tutta la lettera, pur entrando in diversi ambiti di specificazione: Ef 1,9 Egli ci ha manifestato il mistero della sua volontà. Ef 3,3 Per rivelazione mi è stato fatto conoscere il mistero. Ef 3,4 Siete in grado di capire quale conoscenza ho del mistero di Cristo. Ef 6,19 annunciare coraggiosamente il mistero del Vangelo. 6 9 Lessico. L’analisi del lessico, della grammatica, dello stile e della sintassi pone in evidenza la distanza notevole tra Efesini e gli altri scritti dell’epistolario paolino. Il tipo di vocabolario usato è tipico di una letteratura più recente, poiché lo si ritrova nelle lettere pastorali e nei padri apostolici. Questo è un chiaro indizio che Efesini appartiene a un momento storico, culturale ed ecclesiale diverso e successivo. 9 Luogo di composizione, data, scopo. Il luogo di composizione ci resta sconosciuto: l’unica cosa certa è che la lettera nasce all’interno delle comunità paoline. La sua vicinanza con la Lettera ai Colossesi, la menzione finale di Tichico (Ef 6,21), nominato già nella cerchia dei collaboratori di Paolo nell’Asia Minore (At 20,4; Col 4,7.8; 2Tm 4,12; Tt 3,12), e il fatto che la lettera fosse nota ai primi padri di tale regione rendono verosimile l’indicazione dell’Asia Minore come luogo di origine della lettera. Probabilmente fu scritta intorno agli anni 80. Determinare la natura e lo scopo di Efesini risulta difficile secondo i canoni classici della ricerca, anche perché mancano al suo interno quei rimandi a una situazione individuata dei destinatari che invece è chiaramente presente in altre lettere paoline, rivelandone sia l’indole epistolare sia la ragione della scrittura da parte del mittente. 9 Articolazione della lettera. La Lettera agli Efesini, dopo il prescritto (mittente, destinatari e saluto), si apre con la grande benedizione (euloghia 1,3-14) e la preghiera di ringraziamento (1,15-19). In sintesi i primi tre capitoli presentano argomentazioni di carattere speculativoteologico. Da Ef 4 iniziano le osservazioni prevalentemente esortative. I saluti finali concludono la lettera. Poiché il concetto di mistero costituisce il tema originale di Efesini, le due grandi parti della lettera si potrebbero definire così: Ef 1,1-2 Prescritto Ef 1,3-3,21 Parte teologica: rivelazione del mistero Ef 4,1-6,9 Parte parenetica: esortazione a vivere il mistero 7 Ef 6,10-20 Perorazione: parte conclusiva dell’orazione classica, nella quale vengono riassunti i punti essenziali del discorso Ef 6,21-24 Conclusione epistolare 9 Linee teologiche fondamentali. Il mistero è chiaramente il tema specifico della Lettera agli Efesini. Ma possiamo notare che c’è un modo del tutto particolare di trattare alcune tematiche comuni anche alle altre lettere. Questo rende Efesini un po’ più lontana dal Paolo storico e con diversa forma mentis. Efesini testimonia chiaramente la presenza di alcune componenti del pensiero di Paolo ma, allo stesso tempo, anche assenze significative. Il termine “Chiesa” in Efesini, contrariamente a tutte le lettere precedenti, non indica più una comunità locale, ma sempre e soltanto una Chiesa nel suo insieme; la prospettiva diventa universale. Pur provenendo dall’Asia Minore, Efesini non entra in problemi specifici propri di quelle chiese, ma sembra operare un processo di astrazione, quasi di contemplazione. Sembra soffermarsi sulla Chiesa in quanto tale. Il taglio del discorso fa pensare a uno scritto posteriore al primo costituirsi delle varie comunità cristiane. La questione del fondamento sul quale viene edificata la Chiesa pone Efesini in netta contrapposizione alla Prima lettera ai Corinzi. In Efesini, infatti, gli apostoli e i profeti diventano fondamento della Chiesa e Cristo pietra angolare, mentre in 1Cor 3,11 il fondamento è solo e soltanto Gesù Cristo. La cristologia sembra subire un’espansione tale da considerare il Cristo nella sua funzione cosmica. In questa visione Efesini si avvicina molto a Colossesi, ma contemporaneamente si allontana dalle altre. La figura di Cristo va oltre la Chiesa stessa e la sua signoria si estende al cosmo intero. Riconcilia tutti con Dio sulla croce, luogo della misericordia e di nuova creazione. Nasce l’uomo nuovo: la Chiesa. 8 CELEBRAZIONE COMUNITARIA DELLA PAROLA Si propone di suddividere la lettura della lettera in quattro incontri: 1a Settimana: Ef 1 2a Settimana: Ef 2 3a Settimana: Ef 3 4a Settimana: Ef 4-6 Ogni incontro può essere strutturato nel modo seguente: Preparare un luogo accogliente per una preghiera meditativa. È molto importante creare un’atmosfera di preghiera e di ascolto piacevole della Parola, eventualmente in una sala dove tutte possano star comode. Questo per favorire un ascolto comunitario di interiorizzazione. Si può esporre un’icona del Maestro o anche dell’apostolo Paolo con la luce di una lampada o candela, una Bibbia aperta e qualche simbolo appropriato. Disposizione delle sedie. Nella preghiera e nell’ascolto è Cristo il nostro interlocutore, quindi è bene che tutte le sorelle possano volgere lo sguardo verso la medesima direzione (non a cerchio chiuso ma disposizione ad U, cioè a semicerchio). Canto iniziale. Trovare un canto appropriato ai testi da leggere. Introduzione fatta dalla guida. Preghiera allo Spirito Santo. Lettura articolata del capitolo o dei capitoli indicati. (Si consiglia di avere più lettori, due o tre, e di cambiare voce secondo la suddivisione interna del capitolo e le varie pause). Spazio di silenzio per la riflessione (musica dopo la lettura dei capitoli indicati, per riprendere a livello personale una parola o un versetto). Padre nostro Preghiera finale. N.B.: durante l’ultimo incontro, dopo la lettura del testo della lettera indicato, si riserva un tempo adeguato per la condivisione dell’insieme dell’esperienza fatta. 9 1A SETTIMANA Benedetti in Cristo Efesini, cap. 1 Canto iniziale Introduzione Guida 1. L’autore con i primi due versetti apre la Lettera agli Efesini secondo le consuetidini epistolari del tempo. Si nasconde dietro al nome dell’apostolo Paolo, con stima, amore e riconoscenza, riconoscendolo pienamente maestro e ispiratore del suo scritto. Lo fa per raccogliere l’eredità paolina e mantenerne viva la memoria. Guida 2. Prosegue così con la grande benedizione di Ef 1,3-14 rivolta al Padre del Signore nostro Gesù Cristo, il quale ci ha già benedetti con ogni benedizione spirituale in Cristo. Si tratta di un inno o meglio di una lode che tenta di spiegare in forma di preghiera quanto Dio ha compiuto a nostro favore. Benedetti in Cristo, benediciamo… Nello sviluppo della lettera questo grandioso disegno di salvezza, che nell’esordio è misticamente dispiegato davanti a noi, sarà ripreso e applicato alla Chiesa e a ogni suo membro. Perciò ciascuno si può riconoscere come protagonista della storia della salvezza ricevuta e comunicata. Guida 3. Chiaramente connessa con la precedente benedizione, l’ultima parte del primo capitolo, cioè Ef 1,15-23, conclude con una preghiera di ringraziamento per la testimonianza di vita dei cristiani che vivono con fede nel Signore e con amore verso tutti. Preghiera allo Spirito Santo O Spirito Paraclito, uno col Padre e il Figlio, discendi a noi benigno nell’intimo dei cuori. 10 Voce e mente si accordino nel ritmo della lode, il tuo fuoco ci unisca in un’anima sola. O luce di sapienza, rivelaci il mistero del Dio trino ed unico, fonte d’eterno Amore. Amen. Lettura del testo in 3 momenti: Lett. 1 Ef 1,1-2: il prescritto. Brevissimo spazio di silenzio (musica). Lett. 2 Ef 1,3-14: la benedezione. Brevissimo spazio di silenzio (musica). Lett. 3 Ef 1,15-23: il ringraziamento. Spazio di silenzio più lungo per la riflessione (musica). Condivisione comunitaria della Parola-luce. (risonanza: si può leggere ad alta voce una parola o una frase del testo annotata a livello personale affinché possa risuonare anche nella comunità). Padre nostro Preghiera finale Signore, nostro Dio, che hai scelto l’apostolo Paolo per diffondere il tuo Vangelo, fa’ che ogni uomo sia illuminato dalla fede che egli annunziò davanti ai re e alle nazioni, e la tua Chiesa si manifesti sempre come madre e maestra dei popoli. Per Cristo nostro Signore. Amen. 11 2A SETTIMANA Un tempo… ora invece… Efesini, cap. 2 Canto iniziale: Inno del Giubileo della Misericordia Misericordes sicut Pater Rendiamo grazie al Padre, perché è buono ha creato il mondo con sapienza. Conduce il suo popolo nella storia perdona e accoglie i suoi figli. Rendiamo grazie al Figlio, luce delle genti ci ha amati con un cuore di carne. Da Lui riceviamo, a Lui ci doniamo il cuore si apra a chi ha fame e sete. Chiediamo allo Spirito i sette santi doni fonte di ogni bene, dolcissimo sollievo. Da Lui confortati, offriamo conforto l’amore spera e tutto sopporta. Chiediamo la pace al Dio di ogni pace la terra aspetta il vangelo del Regno. Grazia e gioia a chi ama e perdona saranno nuovi i cieli e la terra. Introduzione Guida 1. Il passaggio da una condizione di divisione, di schiavitù e di morte a uno stato di libertà, di riconciliazione e di vita è il grande tema che attraversa il secondo capitolo della Lettera agli Efesini. La morte che è dentro di noi è vinta dalla forza dell’amore di Dio ma egli nulla può operare se non ci lasciamo risvegliare dal nostro torpore, vincendo le nostre resistenze interiori. 12 Guida 2. Di fronte alla nostra tiepidezza e alla nostra insipienza sta, però, l’ostinata fedeltà di Dio che non vuole perdere nessuna delle sue creature. Dio, nella sua bontà infinita, ci offre sempre inedite possibilità di passare dalla morte alla vita. Infatti Dio, ricco di misericordia, riconcilia a sé il mondo nella morte e risurrezione del suo Figlio Cristo Gesù. Preghiera allo Spirito Santo O Spirito Santo, anima dell’anima mia, in te solo posso esclamare: Abbà, Padre. Sei tu, o Spirito di Dio, che mi rendi capace di chiedere e mi suggerisci che cosa chiedere. O Spirito d’amore, suscita in me il desiderio di camminare con Dio: solo tu lo puoi suscitare. O Spirito di santità, tu scruti le profondità dell’anima nella quale abiti, e non sopporti in lei neppure le minime imperfezioni: bruciale in me, tutte, con il fuoco del tuo amore. O Spirito dolce e soave, orienta sempre più la mia volontà verso la tua, perché la possa conoscere chiaramente, amare ardentemente e compiere efficacemente. Amen. San Bernardo 13 Lettura del testo in 2 momenti: Lett. 1 Ef 2,1-10: Ma Dio, ricco di misericordia… Breve spazio di silenzio (musica). Lett. 2 Ef 2,11-22: Per mezzo della croce… Spazio di silenzio più lungo per la riflessione (musica). Condivisione comunitaria della Parola-luce. (risonanza: si può leggere ad alta voce una parola o una frase del testo annotata a livello personale affinché possa risuonare anche nella comunità). Padre nostro Preghiera finale Dio onnipotente ed eterno, tu hai messo nel cuore degli uomini una così profonda nostalgia di Te che solo quando ti trovano hanno pace: fa’ che, al di là di ogni ostacolo, tutti riconoscano i segni del tuo amore e, stimolati dalla testimonianza della nostra vita, abbiano la gioia di credere in Te, unico vero Dio e Padre di tutti gli uomini. Per Cristo nostro Signore. Amen. Annuncio finale (tra solista e assemblea). Rit. Ora in Cristo Gesù tutto è possibile. S. Ora in Cristo Gesù tutti i lontani diventano vicini, la pace trova un volto, ogni muro è abbattuto. Rit. S. Ora in Cristo Gesù l’io muore e il noi nasce il perdono fiorisce, l’altro è mio fratello. Rit. S. Ora in Cristo Gesù, l’accesso si è aperto, il Padre incontriamo e la nostra storia è cambiata. Rit. S. Ora in Cristo Gesù tutto è possibile. A. Amen. 14 3A SETTIMANA Piego le ginocchia davanti al Padre Efesini, cap. 3 Canto iniziale Introduzione Guida 1. In Ef 3 si dispiega, sotto la penna dell’autore, tutta l’autorevolezza di Paolo. A Paolo, il prigioniero di Cristo, è stato svelato il mistero di Cristo ma anche il mistero della partecipazione dei pagani alla stessa eredità dei giudei (Ef 3,1-13). L’amore di Dio è destinato a tutti i popoli secondo la variopinta sapienza di Dio. Guida 2. Dopo aver spalancato davanti ai nostri occhi il meraviglioso piano di salvezza e averci fatto sentire l’urgenza di abbattere dentro di noi tutte le barriere che ci separano da Dio e dai fratelli, Paolo invoca Dio Padre come fonte della vita da cui sgorgano tutti i viventi. La preghiera, elevata al Padre per i cristiani di Efeso, va in due direzioni ben precise: quella dello Spirito che è in grado di rafforzare potentemente l’uomo interiore e quella del Cristo che sorpassa nel suo amore ogni conoscenza. Preghiera allo Spirito Santo O Spirito Santo, amore eterno del Padre e del Figlio, io ti adoro, ti ringrazio, ti amo, ti domando perdono per tutte le volte che ti ho contristato in me e nel prossimo. A te, Spirito di Verità, consacro la mia mente, la fantasia, la memoria: illuminami. Che io conosca Gesù Cristo Maestro e comprenda il suo Vangelo e la dottrina della Chiesa. 15 Accresci in me il dono della sapienza, della scienza, dell’intelletto, del consiglio. A te, Spirito santificatore, consacro la mia volontà: guidami nei tuoi voleri, sostienimi nel compimento dei miei doveri. Concedimi il dono della fortezza e il santo timor di Dio. A te, Spirito vivificatore, consacro il mio cuore: custodisci e accresci in me la vita divina. Concedimi il dono della pietà. Amen. Beato Giacomo Alberione Lettura del testo in 2 momenti: Lett. 1 Ef 3,1-13: La variopinta sapienza di Dio. Breve spazio di silenzio (musica). Lett. 2 Ef 3,14-21: Piego le ginocchia… Spazio di silenzio più lungo per la riflessione (musica). Condivisione comunitaria della Parola-luce. (risonanza: si può leggere ad alta voce una parola o una frase del testo annotata a livello personale affinché possa risuonare anche nella comunità). Padre nostro Preghiera finale (cfr. Ef 3,20-21) A Colui che può realizzare ben al di là di tutto quello che noi riusciamo a chiedere o immaginare, secondo la forza che agisce in noi, a Lui gloria nella Chiesa e in Cristo Gesù per tutte le generazioni, per sempre. Amen. 16 4A SETTIMANA Radicati in Cristo viviamo nella luce Efesini, capp. 4-6 Canto iniziale Introduzione Guida 1. La parte esortativa dell’intera lettera abbraccia tre capitoli dal 4 al 6. Come l’acqua sgorga dalla sorgente, così l’esortazione scaturisce dalla visione teologica espressa nei capitoli 1-3. Non è possibile leggere la seconda parte senza la prima. Se così fosse non risulterebbero comprensibili gli inviti dell’autore a vivere una vita degna del dono di Dio che, in Cristo crocifisso, ha riconciliato a sé il mondo. Guida 2. Entriamo nella parte parenetica desiderose di ascoltare l’esortazione di Paolo per la nostra vita quotidiana. Un cuore di padre che esorta alla piena consapevolezza della vocazione ricevuta: «Comportatevi in maniera degna della chiamata che avete ricevuto». La chiamata è altissima, perché trasforma la nostra natura e ci rende figli di Dio. Quindi siamo spinte a percorrere la via del Figlio: una via fatta di umiltà, dolcezza e magnanimità, amorevole e vicendevole perdono, di unità e pace. Preghiera allo Spirito Santo Vieni in me, o Spirito Santo! Accordami la tua intelligenza perché io possa conoscere il Padre nel meditare la Parola che salva. Accordami il tuo ardore perché anche oggi, esortato dalla tua Parola, ti cerchi nei fatti e nelle persone che ho incontrato. Accordami la tua fiducia perché sappia di essere fin d’ora in comunione con Dio, in attesa di immergermi in lui, 17 nella vita eterna dove la sua Parola sarà finalmente svelata e pienamente realizzata. San Tommaso d’Aquino Accensione di sette piccole luci (lumini): Prima di ogni testo si accende un lumino e si proclama il titolo, segue lettura del testo e breve spazio di silenzio o musica. Siccome sono tre i capitoli da leggere (Ef 4-6), conviene dividere il testo secondo la loro naturale struttura in sette testi, sette luci. Tutto ciò rapprenta un cammino simbolico in sette passi verso quell’accoglienza piena del mistero di Cristo che adesso chiede di essere rivelato nella vita. Lettura del testo in 7 momenti: Lett. 1 Ef 4,1-16: Camminare in maniera degna della vocazione ricevuta. Breve spazio di silenzio (musica). Lett. 2 Ef 4,17-24: Rinnovatevi nello spirito della vostra mente. Breve spazio di silenzio (musica). Lett. 3 Ef 4,25-5,2: Nessuna parola cattiva esca dalla vostra bocca. Breve spazio di silenzio (musica). Lett. 4 Ef 5,3-20: Dalle tenebre alla luce. Breve spazio di silenzio (musica). Preghiera Padre santo, che ci chiami alla santità, donaci la tua grazia perché faccia fiorire e fruttificare in noi tutte quelle virtù che sono la vera bellezza e il tesoro prezioso dei tuoi figli. Rivestici dei sentimenti di mitezza e di pace e rendici instancabili nel bene anche in mezzo alle ostilità e alle prove. Amen. 18 Lett. 5 Ef 5,21-6,9: Sottomissione vicendevole. Breve spazio di silenzio (musica). Lett. 6 Ef 6,10-20: Rafforzatevi nel Signore. Breve spazio di silenzio (musica). Lett. 7 Ef 6,21-24: Tìchico vi darà notizie. Spazio di silenzio più lungo per la riflessione (musica). Condivisione dell’esperienza di lettura continua (dopo la lettura dei capitoli indicati, si riserva un tempo adeguato per la condivisione dell’insieme dell’esperienza fatta, attingendo anche alle “note” personali appuntate negli incontri precedenti.) Padre nostro Preghiera finale Signore Gesù, nostro Salvatore, Figlio obbediente dell’eterno Padre, che per noi ti sei offerto fino alla morte di croce, nell’ora della tentazione il tuo Spirito ci dia vigore, la tua Parola ci sia di scudo, la tua Verità ci doni luce. Riversa in noi il tuo Amore, che fa di molti un cuor solo e un’anima sola: vinci tutte le paure e le diffidenze, affinché siamo pronti a servirci a vicenda, e gustiamo la pura gioia della fraternità sincera, nella dolcezza della tua Pace. Amen. A.M. Cànopi Canto finale: Scio cui credidi 19 INDICE Presentazione ................................................................................... p. 2 Note introduttive ............................................................................... » 4 Celebrazione comunitaria della Parola ............................................ » 9 1a Settimana: Benedetti in Cristo (Ef 1) .......................................... » 10 2a Settimana: Un tempo… ora invece… (Ef 2) ............................... » 12 3a Settimana: Piego le ginocchia davanti al Padre (Ef 3) ................ » 15 4a Settimana: Radicati in Cristo viviamo nella luce… (Ef 4-6) ....... » 17 20 Copertina: Crocifissione bianca, di Marc Chagall Lo splendido quadro del pittore ebreo di origine russa Marc Chagall, dipinto nel 1938, intitolato “Crocifissione bianca” e conservato presso l’Art Institute di Chicago, presenta una visione molto particolare del Cristo in croce. Tutto il quadro è in movimento e i colori che predominano sono il grigio e il bianco che si incontrano in continue sfumature che creano un effetto plumbeo. Il crocifisso è posto nel centro del quadro. Si distingue per la sua grandezza, per la sua posizione e curiosamente anche per il tallit (definito scialle di preghiera) che avvolge i suoi fianchi con le tipiche decorazioni ebraiche. Tutto intorno vi sono scene di disordine. Alla sua destra orde rivoluzionarie con bandiere rosse entrano nella scena saccheggiando e appiccando il fuoco alle case di un villaggio. Profughi chiedono aiuto gesticolando da un battello; figure emancipate cercano, in primo piano, di salvarsi come fuggendo dal quadro. Alla sua sinistra si nota un uomo in uniforme nazista che profana la sinagoga e in primo piano un uomo sembra fuggire scavalcando un rotolo della Torah in fiamme. In alto, piangenti, troviamo alcuni rabbini e una donna che fluttuano nella fredda oscurità dello sfondo. Ed ecco che un chiaro raggio di luce penetra dall’alto e illumina la figura del Crocifisso come unica possibilità di salvezza. Una situazione che facilmente possiamo ritrovare ai nostri giorni. La storia sembra ripetersi... Il Crocifisso non presenta tracce di sofferenza, mentre è sofferente l’ambiente circostante che rappresenta la disperazione del popolo ebraico durante le persecuzioni antisemite ma anche la disperazione di ogni popolo costretto a fuggire dalle brutali persecuzioni... Ciò che colpisce è il fatto che l’autore di quest’opera è ebreo e unisce in un unico grande quadro elementi particolari della sua tradizione ebraica con il Cristo crocifisso, cuore del cristianesimo. Chagall vede nella figura del Crocifisso, nella passione del profeta degli ebrei, del Dio della cristianità morto come uomo, l’unica speranza che resta all’uomo di ogni tempo: per questo viene raffigurato senza i tipici segni di una morte sofferente, e una scala fa da ponte tra l’umano e la luce del divino. Seguendo la lettera agli Efesini possiamo ritrovare l’intuizione di Chagall nella paradossalità della croce vista come la novità imprevedibile di un Dio ricco di misericordia che riconcilia a sé il mondo nella stoltezza dell’amore crocifisso. Egli, infatti, è la nostra pace ha annullato nella sua carne l’inimicizia, per creare in se stesso dei due un solo uomo nuovo e per riconciliare entrambi con Dio in un solo corpo per mezzo della croce. Egli è venuto ad annunciare pace… (cfr. Ef 2,14-17). Proposta comunitaria Casa provinciale FSP - Roma, febbraio 2016 Uso manoscritto