N. Foglio di informazione e di riflessione proposto dalla Comunità Parrocchiale S. Roberto Bellarmino in Roma 5 - settembre | 2009 w w w. p a r r o c c h i a s a n r o b e r t o b e l l a r m i n o r o m a . i t IL POPOLO DI DIO CAMMINA NELLA STORIA Le parole del Papa alla Diocesi di Roma ono abbastanza rare le occasioni per fermarsi a riflettere sui grandi temi dell’annuncio cristiano e sui percorsi che conducono a Cristo, partendo direttamente dalla fonte di una riflessione pensata e profonda. Desideriamo offrire questa opportunità, prendendo spunto dall’intenso discorso che il Papa Benedetto XVI ha rivolto al Convegno pastorale della Diocesi di Roma il 26 maggio 2009. Ci ha indicato vie e metodi da seguire per parlare di Cristo.Al suo forte contributo dedichiamo la prima pagina del nostro giornale, per sintonizzarsi su un “programma” che viene direttamente dalla voce del Vescovo. Leggiamo e…ascoltiamo! «come un sacramento, o segno e strumento dell’intima unione con Dio e dell’unità di tutto il genere umano». (Lumen gentium, 1). E l’essenza del sacramento è proprio che si tocca nel visibile l’invisibile, che il visibile toccabile apre la porta a Dio stesso. La Chiesa, abbiamo detto, è una comunione, una comunione di persone che, per l’azione dello Spirito Santo, formano il Popolo di Dio, che è al tempo stesso il Corpo di Cristo. S E “Popolo di Dio” significa quindi “tutti”: dal Papa fino all’ultimo bambino battezzato. La prima Preghiera eucaristica, il cosiddetto Canone romano scritto nel IV secolo, distingue tra servi – “noi servi tuoi” - e “plebs tua sancta”; quindi, se si vuol distinguere, si parla di servi e plebs sancta, mentre il termine “Popolo di Dio” esprime tutti insieme nel loro comune essere la Chiesa. All’indomani del Concilio questa dottrina ecclesiologica ha trovato vasta accoglienza, e grazie a Dio tanti buoni frutti sono maturati nella comunità cristiana. Dobbiamo però anche ricordare che la recezione di questa dottrina nella prassi e la conseguente assimilazione nel tessuto della coscienza ecclesiale, non sono avvenute sempre e dovunque senza difficoltà e secondo una giusta interpretazione. Seguendo una ormai felice consuetudine, sono lieto di aprire anche quest’anno il Convegno diocesano pastorale. A ciascuno di voi, che qui rappresentate l’intera comunità diocesana, rivolgo con affetto il mio saluto e un sentito ringraziamento per il lavoro pastorale che svolgete. Per vostro tramite, estendo a tutte le parrocchie il mio saluto cordiale con le parole dell’apostolo Paolo: «A quanti sono in Roma, diletti da Dio e santi per vocazione, grazia a voi e pace da Dio, Padre nostro, e dal Signore Gesù Cristo» (Rm 1,7). Mentre ringrazio con voi il Signore del tanto bene che ci ha dato di compiere — penso in particolare ai parroci e ai sacerdoti che non si risparmiano nel guidare le comunità loro affidate — desidero esprimere il mio apprezzamento per la scelta pastorale di dedicare tempo ad una verifica del cammino percorso, con lo scopo di mettere a fuoco, alla luce dell’esperienza vissuta, alcuni ambiti fondamentali della pastorale ordinaria, al fine di meglio precisarli, e renderli più condivisi. A fondamento di questo impegno, al quale attendete già da alcuni mesi in tutte le parrocchie e nelle altre realtà ecclesiali, ci deve essere una rinnovata presa di coscienza del nostro essere Chiesa e della corresponsabilità pastorale che, in nome di Cristo, tutti siamo chiamati ad esercitare. E proprio su questo aspetto vorrei ora soffermarmi. Il Concilio Vaticano II, volendo trasmettere pura e integra la dottrina sulla Chiesa maturata nel corso di duemila anni, ha dato di essa «una più meditata definizione», illustrandone anzitutto la natura misterica, cioè di «realtà imbevuta di divina presenza, e perciò sempre capace di nuove e più profonde esplorazioni» (Paolo VI, Discorso di apertura della seconda sessione, 29 settembre 1963). Orbene, la Chiesa, che ha origine nel Dio trinitario, è un mistero di comunione. In quanto comunione, la Chiesa non è una realtà soltanto spirituale, ma vive nella storia, per così dire, in carne e ossa. Il Concilio Vaticano II la descrive [...] In secondo luogo, va riconosciuto che il risveglio di energie spirituali e pastorali nel corso di questi anni non ha prodotto sempre l’incremento e lo sviluppo desiderati. Si deve in effetti registrare in talune comunità ecclesiali che, ad un periodo di fervore e di iniziativa, è succeduto un tempo di affievolimento dell’impegno, una situazione di stanchezza, talvolta quasi di stallo, anche di resistenza e di contraddizione tra la dottrina conciliare e diversi concetti formulati in nome del Concilio, ma in realtà opposti al suo spirito e alla sua lettera. Anche per questa ragione, al tema della vocazione e missione dei laici nella Chiesa e nel mondo, è stata dedicata l’assemblea ordinaria del Sinodo dei Vescovi nel 1987. Questo fatto ci dice che le luminose pagine dedicate dal Concilio al laicato non erano ancora state sufficientemente tradotte e realizzate nella coscienza dei cattolici e nella prassi pastorale. Da una parte esiste ancora la 2 | n. 5 - settembre 2009 tendenza a identificare unilateralmente la Chiesa con la gerarchia, dimenticando la comune responsabilità, la comune missione del Popolo di Dio, che siamo in Cristo noi tutti. Dall’altra, persiste anche la tendenza a concepire il Popolo di Dio come ho già detto, secondo un’idea puramente sociologica o politica, dimenticando la novità e la specificità di quel popolo che diventa popolo solo nella comunione con Cristo. Cari fratelli e sorelle, viene ora da domandarsi: la nostra Diocesi di Roma a che punto sta? In che misura viene riconosciuta e favorita la corresponsabilità pastorale di tutti, particolarmente dei laici? Nei secoli passati, grazie alla generosa testimonianza di tanti battezzati che hanno speso la vita per educare alla fede le nuove generazioni, per curare gli ammalati e soccorrere i poveri, la comunità cristiana ha annunciato il Vangelo agli abitanti di Roma. Questa stessa missione è affidata a noi oggi, in situazioni diverse, in una città dove non pochi battezzati hanno smarrito la via della Chiesa e quelli che non sono cristiani non conoscono la bellezza della nostra fede. Il Sinodo Diocesano, voluto dal mio amato predecessore Giovanni Paolo II, è stato un’effettiva receptio della dottrina conciliare, e il Libro del Sinodo ha impegnato la Diocesi a diventare sempre più Chiesa viva e operosa nel cuore della città, attraverso l’azione coordinata e responsabile di tutte le sue componenti. La Missione cittadina, che ne seguì in preparazione al Grande Giubileo del 2000, ha consentito alla nostra comunità ecclesiale di prendere coscienza del fatto che il mandato di evangelizzare non riguarda solo alcuni ma tutti i battezzati. Molta strada tuttavia resta ancora da percorrere. Troppi battezzati non si sentono parte della comunità ecclesiale e vivono ai margini di essa, rivolgendosi alle parrocchie solo in alcune circostanze per ricevere servizi religiosi. Pochi sono ancora i laici, in proporzione al numero degli AGAPE per essere comunità a S. Roberto Foglio di informazione e di riflessione proposto dalla Comunità Parrocchiale S. Roberto Bellarmino in Roma www.parrocchiasanrobertobellarminoroma.it proprietà: Parrocchia S. Roberto Bellarmino, Via Panama 13 Roma direttore editoriale: Gianrico Ruzza direttore responsabile: Andrea Monda progetto grafico: Patrizia Marrocco www.pm-design.it tipografia: Varesina di Nozza Donato Via Domenico Cavalca, 93 - Roma tel. 06.87122142 Autorizzazione del Tribunale di Roma n. 97/2007 del 09/03/2007 abitanti di ciascuna parrocchia che, pur professandosi cattolici, sono pronti a rendersi disponibili per lavorare nei diversi campi apostolici. Occorre in primo luogo rinnovare lo sforzo per una formazione più attenta e puntuale alla visione di Chiesa della quale ho parlato, e questo da parte tanto dei sacerdoti quanto dei religiosi e dei laici. Capire sempre meglio che cosa è questa Chiesa, questo Popolo di Dio nel Corpo di Cristo. E’ necessario, al tempo stesso, migliorare l’impostazione pastorale, così che, nel rispetto delle vocazioni e dei ruoli dei consacrati e dei laici, si promuova gradualmente la corresponsabilità dell’insieme di tutti i membri del Popolo di Dio. Ciò esige un cambiamento di mentalità riguardante particolarmente i laici, passando dal considerarli «collaboratori» del clero a riconoscerli realmente «corresponsabili» dell’essere e dell’agire della Chiesa, favorendo il consolidarsi di un laicato maturo ed impegnato. Questa coscienza comune di tutti i battezzati di essere Chiesa non diminuisce la responsabilità dei parroci. Tocca proprio a voi, cari parroci, promuovere la crescita spirituale e apostolica di quanti sono già assidui e impegnati nelle parrocchie: essi sono il nucleo della comunità che farà da fermento per gli altri. Affinché tali comunità, anche se qualche volta numericamente piccole, non smarriscano la loro identità e il loro vigore, è necessario che siano educate all’ascolto orante della Parola di Dio, attraverso la pratica della lectio divina, ardentemente auspicata dal recente Sinodo dei Vescovi. Nutriamoci realmente dell’ascolto, della meditazione della Parola di Dio. Potranno così sperimentare la bellezza e la gioia di essere e di sentirsi Chiesa anche i giovani, che sono maggiormente esposti al crescente individualismo della cultura contemporanea, la quale comporta come inevitabili conseguenze l’indebolimento dei legami interpersonali e l’affievolimento delle appartenenze. Nella fede in Dio siamo uniti nel Corpo di Cristo e diventiamo tutti uniti nello stesso Corpo e così, proprio credendo profondamente, possiamo esperire anche la comunione tra di noi e superare la solitudine dell’individualismo. Se è la Parola a convocare la Comunità, è l’Eucaristia a farla essere un corpo: «Poiché c’è un solo pane — scrive san Paolo —, noi, pur essendo molti, siamo un corpo solo: tutti infatti partecipiamo dell’unico pane» (1 Cor 10,17). La Chiesa dunque non è il risultato di una somma di individui, ma un’unità fra coloro che sono nutriti dall’unica Parola di Dio e dall’unico Pane di vita. La comunione e l’unità della Chiesa, che nascono dall’Eucaristia, sono una realtà di cui dobbiamo avere sempre maggiore consapevolez- LA FESTA DEL NOSTRO SANTO PATRONO Giovedì 17 settembre ore 19.30 Anno galileiano Bellarmino e Galileo: tra fede e scienza, dialogo o confronto? Incontro con il prof. Dario Antiseri e il prof. P. Marc Leclerc s.j. Ore 19.30 (al Centro Culturale) Venerdì 18 settembre, ore 18 Adorazione eucaristica con meditazioni bellarminiane Domenica 20 settembre, ore 12 S. Messa Solenne presieduta da S. Em. il Card. J. Saraiva Martins Prefetto emerito della Congregazione per le Cause dei santi za, anche nel nostro ricevere la santa comunione, sempre più essere consapevoli che entriamo in unità con Cristo e così diventiamo noi, tra di noi, una cosa sola. La crescita spirituale ed apostolica della comunità porta poi a promuoverne l’allargamento attraverso una convinta azione missionaria. Prodigatevi pertanto a ridar vita in ogni parrocchia, come ai tempi della Missione cittadina, ai piccoli gruppi o centri di ascolto di fedeli che annunciano Cristo e la sua Parola, luoghi dove sia possibile sperimentare la fede, esercitare la carità, organizzare la speranza. Questo articolarsi delle grandi parrocchie urbane attraverso il moltiplicarsi di piccole comunità permette un respiro missionario più largo, che tiene conto della densità della popolazione, della sua fisionomia sociale e culturale, spesso notevolmente diversificata. Sarebbe importante se questo metodo pastorale trovasse efficace applicazione anche nei luoghi di lavoro, oggi da evangelizzare con una pastorale di ambiente ben pensata, poiché per l’elevata mobilità sociale la popolazione vi trascorre gran parte della giornata. Infine, non va dimenticata la testimonianza della carità, che unisce i cuori e apre all’appartenenza ecclesiale. Alla domanda come si spieghi il successo del Cristianesimo dei primi secoli, l’ascesa da una presunta setta ebrea alla religione dell’Impero, gli storici rispondono che fu particolarmente l’esperienza della carità dei cristiani che ha convinto il mondo. Vivere la carità è la forma primaria della missionarietà. La Parola annunciata e vissuta diventa credibile se si incarna in comportamenti di solidarietà, di condivisione, in gesti che mostrano il volto di Cristo come di vero Amico dell’uomo. BENEDETTO XVI n. 5 - settembre 2009 | 3 LA GIOIA E L’IMPEGNO Visita pastorale del Cardinale Vicario nella nostra parrocchia abato 30 maggio 2009: incontriamo il nuovo Vicario del Papa per la Diocesi di Roma, Card. Agostino Vallini che compie la visita pastorale alla nostra parrocchia in occasione del 50° anniversario della dedicazione della chiesa parrocchiale (30 maggio 1959). Rendiamo lode al Signore per questo incontro, di amicizia, di confronto, di preghiera (il Cardinale ha presieduto la Celebrazione eucaristica solenne), in cui abbiamo ricevuto stimoli e provocazioni per il futuro del cammino comunitario. Proviamo a fare sintesi di quanto il Vicario del Papa ci ha detto, incontrando gli operatori pastorali, riuniti in assemblea e dopo aver ascoltato alcuni interventi in cui sono state presentanti gli ambiti principali della vita parrocchiale e sono state poste alcune domande. Potremmo sintetizzare quanto ci è stato detto dal Cardinale in due grandi temi: l’ascolto e la corresponsabilità. Una comunità che intenda vivere la corresponsabilità nell’armonizzazione e nella realizzazione della proposta pastorale deve essere una comunità autenticamente fraterna: dove –cioè- ognuno si senta responsabile e venga coinvolto senza timore e con serenità ed apertura di cuore nel vivere gioiosamente il cammino di tutta la parrocchia. Va sottolineato che una comunità S corresponsabile è una comunità che ascolta: ascolta i laici che intendono partecipare e coinvolgersi, ascolta i moti di profezia che sorgono abbondantemente nel popolo di Dio, ascolta le esigenze degli ultimi e quelle che provengono dal disagio, ma soprattutto ascolta la Parola di Dio. Il cammino diocesano di verifica della ricchezza pastorale vissuta dal Sinodo Diocesano ha come primo obiettivo quello di riscoprire l’impegno della corresponsabilità: è necessario, allora, che tutti ci poniamo in ascolto delle istanze e delle proposte che la molteplicità dei carismi e dei ministeri dona alla Chiesa. Anche per la nostra comunità è questa la linea tracciata, secondo le indicazioni del Cardinale, ma c’è l’urgenza di riscoprire l’ascolto della Parola di Dio. Corresponsabilità vuol dire anzitutto dialogo e confronto. L’incontro tra sensibilità diverse e molteplici può essere anche vivace, ma è sempre orientato alla crescita della comunità stessa. La diversità di opinioni e di valutazioni ha sempre una sua “lettura positiva” all’interno della comunità ecclesiale, perché trova il punto di riferimento e di interpretazione negli insegnamenti del Magistero dei Vescovi, a cominciare dal nostro Vescovo, il Papa. Ascoltarci è il primo passo per camminare verso il futuro, verso vie nuove, che ci consentiranno di pensare a chi è distante, a chi è indifferente, a chi è distratto, a chi è prevenuto, a chi è ostile. La manifestazione dell’unità e la testimonianza dell’accoglienza, inoltre, generano quella simpatia, senza la quale non è possibile seminare nel cuore dell’altro… quel piccolo germe che potrebbe un giorno –chissà?- divenire inizio di uno sviluppo sorprendente. La comunità parrocchiale, tuttavia, sarà capace di ascoltarsi e di confrontarsi se –previamente- avrà fatta sua la scelta dell’ascolto fondamentale, quello nei confronti del Signore. Qui l’opzione pastorale per eccellenza è quella della lectio divina, dell’ascolto orante delle Sacre Scritture che veicolano il tesoro mai esaurito della Parola divina. Se, da un lato, l’ascolto fedele della Parola conferisce a tutti i credenti la forza per compiere il proprio discernimento e li abilita al discernimento comunitario, dall’altro esso aiuta la comunità a compiere i primi passi verso coloro che rimangono alla finestra e guardano (stupiti? perplessi? diffidenti?) alle parole ed ai gesti dei credenti, senza lasciarsi coinvolgere. Il Papa ha suggerito una via maestra: moltiplicare gli incontri di lettura della Parola nelle case, sulla falsariga dei centri di ascolto proposti negli anni della missione cittadina. In quei gruppi ogni credente potrebbe sperimentare la gioia di sentirsi parte attiva in una sorta di “laboratorio della fede”, dove sia possibile confrontare la propria vita con la sapienza della Parola di Dio. Saremmo- così- sulla strada, con la gente, come avvenne ai due di Emmaus, ai quali Gesù si accostò mentre camminavano ed infiammò il cuore aprendo le Scritture. Quando le scelte di vita ed i valori che li ispirano sono in riferimento esplicito al Vangelo, quando –cioè- si vive la profezia nella rettitudine della nostra vita, la testimonianza dei credenti diviene un sale saporito ed un lievito efficace per “animare” l’intera pasta della società. È allora che la parola evangelica diviene parola sul mondo, per il servizio del mondo. Ed è questo che la vocazione battesimale chiede a ciascuno di noi, sacerdoti, religiosi, laici, famiglie, giovani, bambini, all’intero popolo di Dio nelle sue ricche articolazioni. Fin qui quanto il Vescovo ci ha voluto dire. Ed ora, all’inizio di un nuovo anno pastorale, che cosa possiamo e dobbiamo fare? Sarebbe bello se ogni battezzato che si senta coinvolto nella parrocchia si interrogasse a partire da queste provocazioni; è necessario –poi- che i sacerdoti ed il Consiglio Pastorale della comunità operino scelte chiare e concrete per incarnare ciò che ci è stato suggerito. Sarà oggetto di confronto e di dialogo proprio nei mesi di apertura dell’anno ecclesiale che viviamo, a partire da questo mese di settembre. Le priorità sono state tracciate a partire da un grande orizzonte: l’ascolto. Si tratta di ascoltare Dio, insieme e gioiosamente, per ascoltarci vicendevolmente. Personalmente, ritengo che sia possibile pensare alcune iniziative che pongano al centro della nostra vita comunitaria la Parola del Signore. Credo fermamente che, ponendosi sulla strada come successe ad Emmaus, saremo capaci di accogliere e raccogliere la sfida di proporre serenamente e con autentica “parresia” la forza e la profezia del Vangelo, sapendo che non è più tempo di fermarsi a sterili discussioni, ma è l’ora di incamminarsi in ascolto di Dio e dell’uomo, del nostro fratello, del nostro vicino, del povero che bussa, del giovane che canta, del bambino che piange, della mamma che fatica, del babbo che corre, del nonno che soffre, della nonna che è sola, dell’ammalato che si dispera… Con l’umiltà di non possedere la Verità unita alla consapevolezza di aver ricevuto un tesoro prezioso, da custodire, da far crescere, da condividere. Possiamo ringraziare il Cardinale Vallini per le sue parole di affetto e di stimolo e dobbiamo augurarci di vivere con gioia un nuovo periodo di ascolto e di confronto. Con gioia, e con tanto impegno. D ON G IANRICO RUZZA 4 | n. 5 - settembre 2009 CRISI ECONOMICA E DOTTRINA SOCIALE DELLA CHIESA roporre alla comune riflessione alcuni temi di Dottrina Sociale della Chiesa (d’ora in poi DSC) in presenza di uno scenario di crisi esteso alle maggiori economie mondiali può apparire esercizio velleitario o quanto meno incongruo anche se, a mio avviso, il dibattito sull’esigenza di un corretto rapporto tra Stato, società e mercato - ormai uscito dal recinto delle discussioni tra istituzioni, organismi internazionali ed esperti accademici può trovare in tale Magistero alimento per riflessioni di stringente attualità e concreta rilevanza. Al centro delle analisi si pone un modello di capitalismo dai più ritenuto causa diretta e prevalente di quel disagio finanziario che ha concorso non poco ad accelerare la virulenta recessione in corso. Per quanto sia riduttivo indicare nel capitalismo la fonte primaria delle presenti difficoltà, utili elementi per una risposta possono ricavarsi dalle pronunce della Chiesa sull’argomento. Per un compiuto apprezzamento delle valutazioni che la DSC formula sull’economia di mercato occorre in primo luogo riferirsi alla Centesimus Annus e al quesito posto al § 42 se sia opportuno o meno che verso il capitalismo siano indirizzati gli sforzi dei Paesi intenti a ricostruire la loro economia e la loro società. La risposta si rivela quanto mai attuale: Se con “capitalismo” si indica un sistema economico che riconosce un ruolo fondamentale e positivo dell’impresa, del mercato, della proprietà privata e della conseguente responsabilità per i mezzi di produzione, della libera creatività umana nel settore dell’economia, la risposta è certamente positiva……. Ma se con “capitalismo” si intende un sistema in cui la libertà nel settore dell’economia non è inquadrata in un solido contesto giuridico che la metta al servizio della libertà umana integrale e la consideri come una particolare dimensione di questa libertà, il cui centro è etico e religioso, allora la risposta è decisamente negativa (CDSC §335). In termini incisivi, la DSC afferma come sia insensato porre sotto accusa ogni forma di capitalismo e come i fattori di criticità vadano invece ricercati in una certa sua tipologia, priva di solido inquadramento normativo e incapace di collocare la libertà economica in un contesto fondato sull’etica. A ben vedere, al capitalismo dell’ultimo decennio, specie quello di matrice anglo-sassone, è mancato un assetto ancorato a valori, regole e controlli tali da costituire fondamento e guida all’esercizio di ogni attività economica. Questa ottica postula una diversa linea di indirizzo per le analisi tese ad accertare i fattori della minor virulenza degli effetti sinora ricaduti sul capitalismo italiano; piuttosto che all’arretratezza delle istituzioni finanziarie e degli operatori, le cause della minore esposizione del “sistema Italia” alle turbative della crisi economica vanno ricondotte ai capisaldi di quel patrimonio culturale (senso di responsabilità e prudenza; tutela della proprietà e del risparmio) cui molti (famiglie e piccole imprese) sono adusi ad improntare la propria azione. Altre formulazioni della DSC pongono in luce P elementi di debolezza nel sistema economico sotto scrutinio. Mi riferisco alla concezione ribadita al § 35 della Centesimus Annus secondo cui la missione dell’impresa consiste non solo nella produzione del profitto ma anche nella costituzione di una comunità di uomini protesa a soddisfare i bisogni fondamentali. In tale visione trovano altresì fondamento alcuni assunti significativi: l’impresa non assolve alcuna funzione etico/sociale se non è in grado di creare valore a beneficio a tutti i soggetti coinvolti (azionisti. dipendenti, creditori, fruitori dei beni e servizi collocati sul mercato); i responsabili aziendali hanno compito di perseguire gli obiettivi di efficienza economica, nonché il dovere di promuovere il concreto rispetto della dignità umana dei lavoratori operanti nell’impresa. E ciò in quanto questi ultimi costituiscono il “patrimonio”più prezioso dell’azienda, il fattore decisivo della produzione (CDSC §334). Su tale versante la nuova enciclica Caritas in Veritate introduce riflessioni di ancor più ampia e lungimirante prospettiva laddove, ad esempio,: - dà ragione alla scuola italiana di economia civile invocando il principio di reciprocità accanto a quelli classici dello scambio e della redistribuzione sostenuti dalla scuola di pensiero anglo-sassone (§36); - fa proprio il concetto di economia sociale (inteso come pluralismo di forme di impresa non solo di tipo capitalistico) approvato dall’Europarlamento con delibera del 19 febbraio u.s., ponendo l’accento sul valore delle attività economiche non profit tese a perseguire obiettivi di natura etica e di utilità sociale, Alla radice di ogni possibile valutazione sull’adeguatezza delle varie proposizioni formulate dalla Chiesa resta l’istanza fondamentale con la quale sono chiamati a misurarsi gli esperti (non solo economisti sociali) ed i Governi impegnati nella ricerca di rimedi efficaci per uscire dall’attuale recessione; vale a dire, se non sia ormai necessaria una riflessione complessiva sul modello di sistema economico più idoneo a prevenire analoghi eventi perversi nonché a creare le premesse per uno sviluppo diffuso e sostenibile. E le difficoltà e le incertezze sinora incontrate nell’attivazione di un’efficace exit strategy (vale a dire: istituzione di un’Autorità politica mondiale, impianto di legal standard sulla finanza; revisione delle procedure e degli organismi di controllo e codifica di “principi etici ”di condotta per gli intermediari e per i singoli) dimostrano – senza margini di dubbio - che la risposta ai gravi problemi da affrontare non può tradursi unicamente nell’ancoraggio ai paradigmi e ai dettami dell’economia. La Caritas in Veritate ribadisce infatti quella visione “antropocentrica” già presente nella Populorum Proressio nel senso che la Chiesa promuove lo sviluppo integrale dell’uomo lasciando così intendere che, se non è di ogni uomo, lo sviluppo economico non è vero sviluppo. La nuova enciclica afferma altresì che la “carità nella verità” è un’esigenza della stessa ragione economica (§36) dando così corpo ai due cardini di un nuovo assioma di “sviluppo integrale”: - il primo riguarda la concezione stessa di economia che in questo tempo di crisi chiede di essere ripensata in direzione dell’etica, più che mai necessaria al corretto funzionamento del mercato. Vanno pertanto riviste categorie economiche come mercato, impresa e autorità politica perché possano farsi carico del processo di globalizzazione in atto; - il secondo riguarda il “principio di gratuità” nel senso che la “ragione economica” non può dispiegarsi in maniera compiuta (ed é quindi inidonea a tracciare adeguate vie di uscita dalla crisi) senza far spazio alla logica del dono reciproco; il dono, inteso come esperienza propria dell’uomo, destinato a realizzare quella domanda di felicità presente in ogni persona e in ogni contesto sociale. Con l’invito ai responsabili della rivisitazione dell’attuale sistema economico e sociale a verificare la validità di tale proposta, la Caritas in Veritate estende l’ambito proprio di un’economia di gratuità dalla società civile al mercato e allo Stato. In tal modo i tre capisaldi della DSC (dignità della persona, principi di sussidiarietà e di solidarietà) sono rivisti a partire da una forma concreta di democrazia economica. Due sono le conseguenze: un’adeguata concezione del mercato come fatto di cultura, con ciò preludendo ad un’evidente riduzione del peso del capitalismo; la necessità di una migliore articolazione teorica e pratica dell’impresa, all’interno di un sistema in cui operino – con pari opportunità – operatori economici pubblici e privati ma anche organizzazioni produttive a fini mutualistici e sociali. A LESSANDRO M ANZELLI INSERTO 1 PROPOSTA PER IL CAMMINO DI FEDE La nostra parrocchia propone un cammino di fede integrale che accompagni la persona dalla nascita fino alla maturità della vita. Le proposte sono articolate in modo che ciascuno possa ritrovare il proprio percorso nella prospettiva della scoperta della fede e della profondità della relazione con Dio. CATECHESI PER L’INIZIAZIONE CRISTIANA FASE DEL BATTESIMO: i genitori che chiedono il Battesimo per i loro figli si impegnano, in comunione con la Parrocchia, ad educare i bambini nella crescita della fede. Vengono in parrocchia e viene loro proposta una formazione basilare per essere consapevoli del dono dell’iniziazione cristiana che parte con il sacramento battesimale. La celebrazione del Battesimo avviene il sabato pomeriggio (esclusa la Quaresima), anche se rimane privilegiata la possibilità di celebrare il sacramento fondamentale della vita cristiana nella grande veglia della notte di Pasqua. Ai genitori è proposto e suggerito di proseguire il proprio cammino di formazione cristiana, attraverso l’esperienza dei gruppi famiglie giovani. Occorre precisare che non sono molte le famiglie che aderiscono, anche se permane un filo di dialogo personale. FASE DELL’INFANZIA: prevede un percorso di catechesi per bambini di anni 6-8 animato da alcune catechiste, con lo scopo di far loro conoscere la bellezza dell’amore di Gesù e la via della preghiera, in rapporto alla loro tenera età. FASE DELLA PRIMA COMUNIONE: PRIMO ANNO, della RICONCILIAZIONE: i fanciulli vivono l’incontro con la comunità cristiana, nella gioia di conoscere l’amore di Gesù. Vengono aiutati a scoprire la bontà di Dio, il perdono che Egli ci offre, la bellezza di sentirsi parte della famiglia di Dio. Al termine di questo anno viene celebrata la PRIMA CONFESSIONE. SECONDO ANNO, dell’EUCARESTIA: i fanciulli vengono accompagnati a scoprire la chiamata di Gesù per loro, per condurli progressivamente alla gioia dell’incontro eucaristico, nella condivisione della preghiera e dell’ascolto del Vangelo. Al termine di questo anno viene celebrata l’EUCARESTIA DI PRIMA COMUNIONE. TERZO ANNO, della VITA CRISTIANA: i ragazzi sono chiamati ad approfondire i misteri della riconciliazione e della comunione, che hanno ricevuto, per poter vivere con impegno consapevole i primi passi nelal Comunità che sono invitati a conoscere e ad amare. Pertanto, al cammino catechetico vengono affiancati momenti di incontro con le varie realtà parrocchiali. La partecipazione a questo anno di catechesi è NECESSARIA per poter proseguire il cammino di formazione negli anni seguenti. PER MATURARE NELLA FEDE FASE DELLA CRESIMA • CATECHESI DEI GIOVANI QUARTO ANNO, della PAROLA DI DIO: i ragazzi ora possono comprendere che la Parola di Dio ci è donata per crescere pienamente alla scoperta dell’amore di Dio, rivelato nella storia della salvezza, a cominciare dall’esperienza del popolo di Israele, per giungere alla vita della comunità cristiana, in cui oggi sono inseriti. Al culmine di questo anno viene celebrata solennemente la CONSEGNA DELLA BIBBIA GRUPPO GIOVANI ADOLESCENTI: esperienza nata nel settembre 2005 da un postcresima, intende proporre ai giovani un cammino approfondito di fede, alla scoperta del rapporto personale con Gesù Cristo, per confermare la propria adesione a Lui all’interno della comunità cristiana. Momenti centrali dell’esperienza proposta sono: la celebrazione eucaristica domenicale delle ore 19,00 (animata dai gruppi di adolescenti della parrocchia) e l’incontro di catechesi che ha luogo il lunedì pomeriggio alle ore 19,00. Vengono proposti, poi, ritiri spirituali (nei tempi forti), il campo di preghiera e di fraternità dell’estate, incontri di preghiera mensili, alcune celebrazioni nei tempi liturgici forti. Dall’anno pastorale 2007-2008 sono proposti alcuni ambiti dove i ragazzi possano svolgere attività di servizio, sia a favore di realtà del quartiere che manifestano bisogni specifici (mensa del Circolo S. Pietro in via Adige/ Casa di accoglienza per disabili “Casaliò” nello spazio di Villa Borghese), sia esterne al quartiere (esperienza della clownterapia presso strutture di ricovero per bambini ammalati). QUINTO ANNO, della SCELTA DI VITA E DELLA CONFERMAZIONE: i ragazzi sono chiamati a comprendere il progetto di Dio che diviene concreta “con-vocazione” in un itinerario di crescita umana e cristiana che trova nella Cresima il passaggio sacramentale di completamento e di conferma della scelta operata dai genitori con il Battesimo. L’intero anno di formazione è finalizzato ad accompagnare i giovani a ricevere il Sacramento della CRESIMA, che sarà celebrato all’inizio dell’Avvento del successivo anno pastorale. VI ANNO, ESPERIENZA DEL DOPOCRESIMA: viene proposto ai ragazzi che proseguono il proprio cammino un percorso cristologico, di conoscenza e di esperienza (anche finalizzata al servizio ed al coinvolgimento comunitario), con una attenzione alla delicata fase adolescenziale. In tutte le fasi è richiesta una speciale collaborazione ai genitori. Ogni anno, nel mese di giugno, viene proposto L’ORATORIO ESTIVO per due settimane per i bambini che frequentano regolarmente le attività di catechesi. GRUPPO GIOVANI UNIVERSITARI: viene offerto un cammino ai giovani di un ampio arco d’età che va dalle matricole ai dottorati di ricerca, nonché ai professori, fondato sul trinomio fede-cultura-preghiera. Ogni anno un tema specifico costituisce il filo conduttore di incontri – il primo ed il terzo lunedì del mese - affidati ad esperti, a testimoni o agli stessi studenti. Il primo quadriennio si è svolto sui temi: la vocazione; il tempo; Gesù Cristo e noi, S. Paolo. Il prossimo anno sarà dedicato al tema dell’Eucaristia. Una sera viene dedicata alla CORSO DI ICONOGRAFIA Con il mese di ottobre avrà inizio a S. Roberto un corso di iconografia per principianti tenuto dal maestro Mara Zanette: il corso prenderà tre giorni all’inizio di ogni mese da ottobre a marzo, secondo i calendari disponibili in sacrestia. Per informazioni e iscrizioni: Marina Oddone, 06.8550396 [email protected] preghiera e all’adorazione eucaristica Oltre agli incontri, sono proposti almeno tre ritiri l’anno, di cui uno di più giorni. Il gruppo cura l’animazione della S. Messa domenicale delle ore 20,30. Per gli studenti della LUISS è stato realizzato un punto informativo di visibilità nell’atrio della sede di Viale Romania, che rimanda agli eventi e al dialogo con la parrocchia. Viene costantemente assicurata la partecipazione alle iniziative della pastorale universitaria diocesana. GRUPPO GIOVANI ADULTI: Il Gruppo intende offrire ai giovani della fascia di età 25-40 anni un cammino di approfondimento spirituale, a partire dall’esperienza della preghiera, incarnata nella quotidianità della vita. Nell’anno pastorale 2009-2010, il cammino spirituale si incentrerà sulla lettura continuativa del Vangelo di Luca con una particolare attenzione al tema della preghiera e al tema del discepolato. Vengono proposte anche testimonianze di vita vissuta secondo la Parola Evangelica. Viene proposta anche un’esperienza di servizio a fianco di situazioni di emarginazione e/o disabilità. Il Gruppo si riunisce con cadenza quindicinale il martedì sera alle 21,00. CRESIME ADULTI: vengono proposti ogni anno due cicli di incontri di preparazione al Sacramento della Confermazione per adulti: ogni ciclo su articola in dieci incontri a prevalente tematica sacramentarla. Il martedì alle ore 21. INIZIAZIONE AL SACRAMENTO DEL MATRIMONIO: vengono proposti tre cicli di incontri all’anno, con la presentazione della fondazione biblica del matrimonio, la riflessione teologica sulla sacramentalità del matrimonio, la presentazione dei valori sacramentali ed alcuni excursus: dinamiche psicologiche della relazione di coppia, proposta della scelta dei metodi naturali di orientamento alla procreazione responsabile, proposta della scelta di adozione-affido. Gli incontri in preparazione al Matrimonio hanno luogo il venerdì sera, secondo un calendario che è rinnovato ogni anno (normalmente ci sono tre cicli di incontri nel corso dell’anno pastorale). È vivo auspicio della comunità che gli sposi possano celebrare le proprie nozze in parrocchia, anche se nella città di Roma è stabile consuetudine recarsi in una delle chiese storiche del centro per tali celebrazioni. GRUPPO SCOUT: sono presenti tutte le branche di servizio, affidate alla Comunità Capi e a due assistenti spirituali. Il lavoro viene svolto in collaborazione con i gruppi scout della parrocchia S. Luigi Gonzaga. Sono presenti: branco, reparto, noviziato, clan, co.ca. • CATECHESI PER ADULTI La proposta di formazione per gli adulti si articola in vari percorsi, che vengono qui presentati. I tradizionali incontri di formazione di carattere culturale sono stati inseriti in una proposta che è il “cuore” dell’offerta formativa del presente anno, di cui trovate notizia nell’apposito box ad essa dedicato. IL CUORE: dal silenzio la vita Mentre voi ricevete AGAPE, è in via di definizione la programmazione dell’azione pastorale del 2009-2010 nell’ambito della nostra Comunità. Si tratta di un lavoro che coinvolge più da vicino i sacerdoti ed il Consiglio Pastorale Parrocchiale. Tra le varie iniziative che verranno proposte, desideriamo sottolineare l’istituzione di una “serata di spiritualità e di formazione”, che avrà luogo ogni mercoledì a partire da ottobre. Non verrà celebrata la S. Messa delle ore 19.00 perché ogni mercoledì sarà proposto un momento di formazione o di preghiera. In particolare avremo, con cadenza mensile: Scuola della Parola: incontri di iniziazione alla conoscenza della Bibbia, tenuti da don Cesare Bissoli, sdb, esegeta; Scuola di preghiera e di vita cristiana: incontri sull’accompagnamento spirituale come occasione per approfondire il cammino cristiano tenuti dal parroco; Incontri di silenzio, di preghiera e di adorazione animati dai gruppi parrocchiali; Incontri sui grandi temi del Concilio Vaticano II con proposta di lettura dei documenti conciliari (questi incontri –sempre con cadenza mensile- saranno alle ore 21.00 al Centro culturale e saranno tenuti da docenti delle Università romane). Inoltre, in relazione alla proposta fatta dal Papa di istituire i Centri di ascolto della Parola nelle comunità parrocchiali della Diocesi, saremmo felici di iniziare a formare dei gruppi di ascolto della Parola nelle famiglie, a cominciare da quelle più sensibili e vorremmo proporlo (intensamente!) ai nuclei che già frequentano i nostri percorsi (catechesi, gruppi, esperienze di servizio). Sarà attivo in Parrocchia un corso di iconografia aperto a tutti. Per questa, come per altre iniziative, si rimanda a specifici annunci presenti in questo numero del giornale. GRUPPI FAMIGLIE: proposta di cammino per le coppie giovani ed i genitori dei bambini/fanciulli della catechesi. Si incentra sulla lettura condivisa della Parola di Dio, incarnata nell’esperienza di coppia e prevede anche momenti di ritiro spirituale di una giornata intera. Attualmente sono presenti nella Comunità 7 gruppi (mediamente –quindi- sono coinvolte 50 coppie). INCONTRI PER IL DIALOGO EDUCATIVO: offerti ai genitori dagli esperti che collaborano con il Centro di ascolto psicologico, intendono fornire stimoli chiari (secondo un orientamento ispirato all’antropologia cristiana) per le scelte educative e per affrontare le sfide dell’emergenza pedagogica. Sono stati affrontati negli anni trscorsi i seguenti temi: i ruoli educativi e la famiglia ideale; le difficoltà nell’uso dei mezzi di comunicazione; il bullismo; genitori o amici?; il dramma delle dipendenze da sostanze; l’educazione sessuali dei bambini. 2 ANNO CATECHISTICO 2009-2010 Gli incontri di catechismo avranno luogo nei giorni seguenti: Anno Preparatorio (6-8 anni): martedì 17,00-18,15 mercoledì 17,00-18,15 I anno comunione (III elementare): martedì 17,00-18,15 II anno comunione (IV elementare): mercoledì 17,00-18,15 III anno dopocomun. (V elementare): martedì 17,00-18,15 IV anno o I cresime (I media) giovedì 18,00-19,00 V anno o II cresime (II media) lunedì 18,00-19,00 Le iscrizioni inizieranno lunedì 14 settembre (orario: 17,00-19,00) Gli incontri di catechismo per i primi tre anni inizieranno la settimana dal 29 settembre al 3 ottobre; per il IV ed il V anno la settimana dal 5 ottobre al 10 ottobre Festa della catechesi: domenica 18 ottobre, ore 10.30 (fino a pranzo compreso) GRUPPO NUOVI PROFETI Il gruppo si riunisce per riflettere insieme, a partire degli incontri di Gesù così come ci vengono narrati dalle pagine Evangeliche, per attualizzarli nel contesto socio-culturale odierno. Viene proposta anche un’attualizzazione attraverso contributi letterari e filmici. L’incontro ha luogo il giovedì sera con cadenza mensile. APOSTOLATO DELLA PREGHIERA Il gruppo intende aiutare gli appartenenti a vivere l’impegno che deriva per ogni credente dal dono del Battesimo attraverso un’esperienza di preghiera, di formazione, di appartenenza ecclesiale. Viene particolarmente sottolineata la spiritualità del Cuore di Cristo, in unione al culto a Maria nostra Madre. Attraverso la preghiera e gli incontri del gruppo, ogni membro del gruppo è aiutato a lasciarsi plasmare dalla Parola di Dio e dalla ricchezza eucaristica. Il gruppo di riunisce il terzo lunedì del mese alle ore 16,30 nella Sala del piano terra della Parrocchia. GRUPPO LECTIO DIVINA Il gruppo si riunisce il lunedì di ogni settimana per vivere insieme la lectio divina delle Scritture della domenica successiva in preparazione alla celebrazione eucaristica.