Distribuzione gratuita a domicilio e presso tutte le strutture sanitarie dell’Azienda Ulss 18 di Rovigo. Periodico a carattere divulgativo e sociale esente da imposte. pianeta cuore All’interno Sede Ulss 18 Rovigo - viale Tre Martiri 89 tel 0425 393969 - Direttore responsabile Annalisa Boschini - iscr. trib. di Rovigo n° 23 del 1/12/2004 - Edizione e distribuzione Azienda Ulss 18 Rovigo © 2006 6 Numero Anno 3 Dicembre 2007 Il trapianto di cuore L’arresto cardiaco L’infarto nella donna Prevenzione e agonismo pag. 3 pag. 4 pag. 6 pag. 7 EDITORIALE di Gaetano Thiene e Cristina Basso Le radici della medicina cardiovascolare Vi è unanime consenso fra gli storici che la Medicina Cardiovascolare Moderna poggi le sue fondamenta sugli studi di anatomia, funzione e storia naturale del corpo umano condotti all’Università di Padova nei secoli XVI-XVII. L’evoluzione del pensiero è ben delineabile fin dagli stessi titoli delle grandi opere che hanno segnato il cammino dello sviluppo di queste conoscenze. Alessandro Benedetti (Anatomicae, sive Historia Corporis Humani, 1493), Vesalio (De Humani Corporis Fabrica, 1543), Realdo Colombo (De Re Anatomica, 1559) e Gabriele Falloppio (Observationes Anatomicae, 1561) “smontano” il corpo umano attraverso la dissezione anatomica per scoprire i segreti della sua impalcatura e rompere le tradizioni che si richiamano a Galeno. Segue a pagina 2 Vi abbiamo a cuore di Annalisa Boschini Queste brevissime righe per salutare tutta la comunità di cui si occupano i servizi sociali e sanitari della nostra Ulss, i nostri lettori, i nostri operatori con un gioco di parole: ci state a cuore. E scusate se questa affermazione viene pubblicata proprio sul nostro giornale, che ha dedicato questa edizione a questo organo vitale, alle malattie che lo colpiscono, alle cure che lo guariscono, alle attenzione che lo fanno funzionare meglio. Come per il cuore, l’esperienza editoriale che ha portato a casa vostra questo periodico monografico dal 2005 al 2007 ha voluto occuparsi di temi (l’emergenze, le liste d’attesa, l’ospedale di Trecenta, la prevenzione, gli anziani) che vi stavano, e ci stavano a cuore. Segue a pagina 8 Angiografia foto E. Bossan Nuove frontiere nuove speranze L’utilizzo delle cellule staminali nelle patologie cardiovascolari di Elena Dusi Dalle cellule staminali nascerà un cuore umano. La prima tappa della scalata verso il traguardo si deve a sir Magdi Yacoub, il veterano dei cardiochirurghi inglesi nato al Cairo e insignito del titolo di baronetto nel 1991. Nel laboratorio dell’ospedale britannico di Harefield, Yacoub e i colleghi hanno creato per la prima volta delle valvole cardiache partendo dalle staminali. Entro la fine dell’anno i chirurghi tenteranno il trapianto in via sperimentale sugli animali. «Penso che arriveremo alle applicazioni sull’uomo entro un decennio» prevede Yacoub. Il trapianto delle valvole è l’intervento di cardiochirurgia più comune. In Italia se ne effettua circa uno al giorno e per supplire alla mancanza di donatori in alcuni casi si utilizzano valvole metalliche, di maiale o di mucca (rivestite con materiale sintetico). Diversi gruppi di scienziati nel mondo stanno cercando da anni valvole resistenti, adattabili al cuore umano e scevre da rischi di infezione o rigetto. L’atout che permette di raggiungere il triplice obiettivo è proprio l’uso delle staminali, cellule capaci di replicarsi su una superficie sterile assumendone la forma. Con un’opportuna impalcatura e fattori di crescita adeguati, Yacoub e colleghi hanno realizzato delle valvole complete. Verso il traguardo di un cuore nuovo fatto di staminali stanno lavorando in realtà molte équipe nel mondo. L’approccio più studiato consiste nell’iniettare le cellule rigeneratrici nel muscolo colpito da infarto per fargli recuperare parte della capacità contrattile. In caso di danni alle arterie coronarie, invece, le staminali promettono di rigenerare le pareti dei vasi sanguigni. E pezzo dopo pezzo, gli scienziati sognano di assemblare in laboratorio un organo completamente nuovo sfruttando i segreti della biologia. Uno studio dell’università del Michigan pubblicato su Regenerative Medicine sosteneva che l’obiettivo non è irraggiungibile: «L’ingegneria dei tessuti vede nella rigenerazione del cuore una delle sue punte di diamante». scriveva Ravi Birla, direttore del Laboratorio per il cuore artificiale dell’ateneo, in cui nel dicembre scorso venne realizzato un frammento di tessuto muscolare capace di contrarsi e rilassarsi al ritmo di un battito umano. Elena Dusi giornalista professionista di Repubblica Allenare la salute di Marco Bottoni I risultati degli studi clinici accumulati negli anni dimostrano che un’attività fisica da leggera a moderata in adulti sani riduce, sia negli uomini che nelle donne, il rischio di mortalità complessiva e l’insorgenza di malattie cardiovascolari. L’allenamento fisico, se correttamente eseguito, si è dimostrato efficace nel ridurre i sintomi anginosi nei pazienti con patologia coronarica e i sintomi di insufficienza cardiaca nei pazienti con disfunzione del ventricolo sinistro. Segue a pagina 7 La dieta del cuore di Fiorella Costa L’alimentazione ha una forte influenza sulla salute del tuo cuore. Mangiare troppo e in maniera non corretta può causare soprappeso, ipercolesterolemia, ipertensione arteriosa, diabete e quindi aumentare il rischio di malattie cardiovascolari. Curare le conseguenze di tali malattie una volta che esse si sono manifestate, può non essere facile. E’ importante quindi cercare di prevenirle, ma come? Segue a pagina 6 Salute Ulss18 EDITORIALE (segue dalla prima pagina) Nel 1594 Fabrici d’Acquapendente edifica il Teatro Anatomico, primo laboratorio nella storia della Medicina, e abbozza successivamente le prime intuizioni anatomo-funzionali nel De Venarum Ostiolis (1603) e nel De Formatu Foetu (1613). Nello stesso periodo Galileo, professore di Matematica all’Università di Padova, introduce il metodo sperimentale secondo il quale “scienza è misura”. Grazie a questo metodo e alle lezioni di Anatomia del Maestro Fabrici, William Harvey, alunno del Ginnasio Patavino, è in grado di concepire la corretta teoria della circolazione (Exercitatio Anatomica De Motu Cordis et Sanguinis in Animalibus, 1628), così fondando la Fisiologia e aprendo la via all’interpretazione del funzionamento dell’intero corpo umano. Un secolo dopo, Giovanni Battista Morgagni, professore prima di Medicina e poi di Anatomia, sposta l’attenzione alle malattie e alle alterazioni morbose del cuore, per l’interpretazione dei sintomi e delle cause di morte cardiovascolari, attraverso il metodo della correlazione anatomo-clinica (De Sedibus et Causis Morborum per Anatomen Indagatis, 1761). Questo primato storico dell’Università di Padova nell’Anatomia, Fisiologia e Patologia Cardiovascolare è continuato nei secoli e mantiene tutta la sua attualità. La Scuola medica patavina è attualmente leader in Italia con una visibilità scientifica internazionale di altissimo livello nel campo della Medicina cardiovascolare. I suoi successi sono culminati il 14 Novembre 1985 con il primo trapianto cardiaco in Italia effettuato da Vincenzo Gallucci che ha aperto la via anche nel nostro paese alla cura delle malattie cardiache terminali con la sostituzione dell’organo. Attualmente Padova è l’unica sede italiana dove vengono effettuati di routine tutti i tipi di trapianto d’organo (cuore, fegato, rene, polmone) mediante il coordinamento di un gruppo interdisciplinare comprendente chirurghi, clinici, patologi, immunologi, neurologi, anestesisti, medici legali, microbiologi. Il progetto di un Academic Medical Center, dove Medicina clinica e scienze di base opereranno finalmente insieme in maniera sinergica, fa sognare i giovani dottori di ricerca ed è foriero di interessanti, ancorché imprevedibili sviluppi per le Scienze cardiovascolari. Gaetano Thiene Professore Ordinario, Università degli studi di Padova Cristina Basso Professore Associato Patologia Cardiovascolare, Università degli Studi di Padova Mappatura del cuore foto L. Belletti Un pianeta chiamato cuore Storia e simbologia fra scienza ed esoterismo di Lorenzo Belletti L’uomo non ha mai considerato il cuore come un organo qualunque insignendolo, fin dall’antichità, di valori che andavano ben al di là della sua funzione. Circa 3000 anni fa un ignoto artista tracciò in una grotta del nord della Spagna la sagoma di un mammut con un’ampia immagine a forma di cuore posizionata nel punto dove doveva effettivamente collocarsi il cuore dell’animale. Il cacciatore preistorico sapeva di dover puntare a questo particolare organo per aver ragione dell’animale e tale affresco rappresenta la più antica illustrazione del cuore di cui si abbia notizia e, al tempo stesso, la prima dimostrazione della consapevolezza da parte dell’uomo della funzione vitale che esso svolge. Parallelamente, al cuore fu presto attribuita una funzione sovrannaturale con implicazioni di tipo magico. Tra gli antichissimi trattati medici egizi che ci sono pervenuti ve ne sono alcuni che riguardano specificamente il cuore. Da essi si desume che il cuore era considerato organo essenziale per la vita, nonché sede dello spirito, dell’anima e della ragione. Dopo le operazioni d’imbalsamazione del corpo solo il cuore rimaneva al suo posto; gli Egizi, infatti, credevano che dopo la morte l’anima giungesse dinanzi ad Osiride, il quale ne pesava il cuore su una bilancia: se durante la vita l’individuo non aveva commesso colpe, il cuore era leggero come una piuma e l’anima entrava nel regno degli dei; altrimenti, se il cuore era pesante, l’anima veniva divorata da un mostro. Nel libro Nei Tsing, opera dall’imperatore Hunag Ti (2698-2598 a.C.), vi sono passi da cui si desume che nell’antica Cina il concetto di circolazione del sangue era già presente e che nella medicina antica cinese l’esame del polso era già considerato tra gli aspetti più utili alla diagnosi. I Cinesi credevano che il cuore fosse l’organo principale del corpo: l’organismo umano veniva considerato come una copia in miniatura dell’universo di cui il cuore era l’imperatore, racchiuso all’interno del suo palazzo fortificato, rappresentato dalla gabbia toracica. Per secoli le conoscenze sul sistema cardiocircolatorio, sul cuore, sulle vie arteriose e venose, sul sangue e sulle loro funzioni furono vaghe e fortemente condizionate da implicazioni di tipo magico-religiose. Fu solo con la medicina del periodo greco classico, e in particolare con Ippocrate (460-370 a.C.) e la sua scuola, che l’approccio nei confronti del funzionamento del cuore e dell’organismo in generale si avvalse di visioni maggiormente empirico-razionali. Con il passare dei secoli le varie branche della scienza cominciarono a strutturarsi servendosi di una metodologia scientifica riconosciuta e condivisa. Lo sviluppo della neurologia e della psicologia consentirono finalmente di trasferire la ragione, le emozioni e i sentimenti dal cuore alla mente. Ma, sebbene la medicina del XIX e del XX sec. abbia descritto nei dettagli la fisiologia dell’apparato cardiovascolare, nella coscienza comune dell’uomo contemporaneo il cuore continua a rivestire una funzione che va al di là di quella di semplice “pompa del sangue” rimanendo luogo più intimo e misterioso dell’uomo dove sentimenti ed emozioni trovano la loro sede di formazione e di sviluppo. La circolazione sanguigna Risale solo al 1616, un’epoca relativamente recente, la scoperta della circolazione sanguigna. Autore ne fu un medico inglese, William Harvey, che condusse parte dei suoi studi presso l’Università di Padova, in collaborazione con Girolamo Fabrici d’Acquapendente. Fino ad allora era prevalsa la teoria galenica secondo cui il cuore non rivestiva un ruolo centrale nella circolazione. Galeno, filosofo e scienziato greco del II sec. d.c., aveva sostenuto infatti che fosse il fegato a produrre il sangue a partire dal cibo e che il sangue servisse a portare così il nutrimento ai vari organi del corpo. Harvey, invece, capì che il cuore è un muscolo e che il suo funzionamento è simile a quello di una pompa. Capì anche che le valvole cardiache lasciano fluire il sangue dagli atri ai ventricoli e non al contrario e che anche le valvole delle vene lasciano passare il sangue in un’unica direzione, cioè dai distretti periferici al cuore. Harvey intuì che c’era una comunicazione tra arterie e vene e che questa comunicazione, alla lunga, portava il sangue continuamente in circolo, facendolo passare per il muscolo cardiaco. SALUTE Ulss 18 dell’Azienda Ulss 18 di Rovigo viale Tre Martiri 89 45100 Rovigo tel 0425 393 969 fax 0425 393 616 [email protected] www.azisanrovigo.it Progetto e cura Progetto grafico Direttore responsabile Impaginazione Enrico Bossan Annalisa Boschini Redazione Elena Azzalin Lorenzo Belletti Marta Boscardin Giovanna Durì Carlo Rossolini Vignette Daniel Cuello Stampa Mediagraf S.p.A. Noventa Padovana Hanno collaborato: Enrico Albertini, Cristina Basso, Cristiano Bendin, Annalisa Boschini, Marco Bottoni, Federica Broglio, Carlo Cavriani, Fiorella Costa, Elena Dusi, Alberto Garbellini, Francesca Rosati, Gaetano Thiene. Si ringrazia la collaborazione di Republica per la concessione del testo di Elena Dusi. Finito di stampare nel mese di Dicembre 2007 Registrazione Tribunale di Rovigo n° 23 del 1/12/2004 Salu t e Ulss18 Il trapianto di cuore L’importanza di non sentirsi soli, gli Amici del cuore un sostegno psicologico e umano Intervista al professor Pietro Zonzin di Cristiano Bendin di Cristiano Bendin Quali sono le difficoltà che si riscontrano quando si decide di optare per un trapianto? Il primo problema è la sproporzione tra il numero di persone bisognose di trapianto e la scarsa disponibilità di cuori. Per questo vengono messi in atto degli interventi farmacologici e terapeutici, rivelatisi molto efficaci, per guadagnare tempo in attesa dell’organo disponibile: pacemaker biventricolari, pacemaker con funzioni di defibrillatore e vari strumenti cosiddetti bridge, che fanno cioè da ponte tra la fine della terapia e l’arrivo del nuovo cuore. Cristiano Bendin giornalista professionista Il resto del Carlino Abruzzo/Molise 2007 2006 2005 2004 2003 2002 Trapianti di cuore in Italia 2001 Quando si ricorre al trapianto del cuore? Al trapianto si ricorre solamente quando la terapia medica ottimizzata non è più in grado di mettere il paziente nelle condizioni di far fronte alle proprie semplici e normali attività quotidiane, come vestirsi, spogliarsi, muoversi. A quali centri si affida l’Ulss 18 per trapiantare i suoi pazienti? Generalmente ci affidiamo a Verona, Padova e Udine. 2000 Quali sono i campanelli d’allarme che inducono un paziente a rivolgersi al cardiologo? I sintomi più diffusi sono una ridotta tolleranza allo sforzo con disapnea, cioè difficoltà a respirare, e presenza di dolori a livello del torace. Spesso a questi sintomi si associano cardiopalmo, vertigini, svenimento oppure il riscontro occasionale di valori pressori superiori alla norma. Quali i benefici e quali i rischi di un trapianto? I benefici immediati sono la sopravvivenza e una migliore qualità di vita: il 35 per cento dei trapiantati, infatti, viene reinserito nella vita produttiva. I rischi sono quello operatorio, anche se col tempo si è ridotto, quello infettivo e l’immuno-depressione determinata dai farmaci anti-rigetto. Regione Quali sono i primi sintomi di una patologia cardiaca? Quando si deve ricorrere a un trapianto di cuore? Quali i benefici e i rischi di un intervento tanto delicato quanto efficace nel trattamento delle cardiopatie terminali? Ne parliamo con il dottor Pietro Zonzin, 66 anni, fino a poche settimane fa primario della divisione di Cardiologia dell’ospedale Santa Maria della Misericordia di Rovigo. 0 2 1 2 3 1 4 1 18 16 25 32 36 35 33 22 Emilia Romagna 17 22 30 33 41 40 28 26 Friuli Venezia Giulia 16 13 25 23 13 24 25 18 5 10 22 16 3 17 27 23 Campania Lazio Lombardia 61 61 115 119 115 100 109 49 Piemonte/Valle d’Aosta 17 12 27 13 1 29 28 24 Puglia 0 0 5 3 3 0 0 0 Sardegna 5 3 11 10 11 7 10 8 20 Sicilia 3 14 3 7 12 10 28 Toscana 14 14 3 7 18 13 - - Veneto 25 27 33 43 46 37 38 27 Preparazione alla mappatura del cuore foto L. Belletti Angioplastica coronarica Costituita nel giugno del 1988, l’associazione Amici del cuore di Rovigo si occupa di promuovere e organizzare attività finalizzate all’informazione e alla sensibilizzazione sulle malattie che colpiscono il sistema cardiocircolatorio. Lo scorso anno è stata insignita del premio San Francesco – città di Rovigo per meriti sociali, conta ben 450 soci e, da circa un anno, è presieduta da Carlo Piombo, un passato da amministratore pubblico (è stato sindaco del capoluogo dal 1987 al 1990) e una vita dedicata all’impegno sociale. Al centro della propria attività, l’associazione ha posto il sostegno psicologico al paziente trapiantato e alle famiglie. «Il dialogo con questo tipo di pazienti non è facile – spiega il presidente Piombo –, spesso inizia dopo che si sono iscritti, per riconoscenza verso i medici o per averne parlato con familiari e amici. Abbiamo notato che, una volta superato lo shock iniziale, il paziente trapiantato inizia a parlare serenamente dell’operazione e assume uno stile di vita più sano ed equilibrato, evitando il più possibile le fonti di stress». A convincere il paziente a iscriversi all’associazione Amici del cuore sono spesso i familiari che subiscono un trauma non inferiore a quello che subisce il loro caro. «Sì – conferma Piombo – l’impatto della malattia e dell’operazione sulle famiglie è spesso forte, traumatico, ma viene superato non appena il paziente inizia a stare meglio. Da parte nostra, cerchiamo di alleviare questa sofferenza e questo disagio psicologico con il dialogo, la compagnia, l’amicizia, una grande sensibilità. «Spesso basta poco – aggiunge il presidente - una passeggiata, un appuntamento in piazza per un caffè, due chiacchiere. In certi casi, usando molta discrezione, fissiamo anche appuntamenti a domicilio e operiamo in stretto contatto con la divisione di Cardiologia, che cerchiamo di far conoscere attraverso incontri pubblici». Tra gli obiettivi dell’associazione Amici del cuore, che nel 2008 compirà vent’anni, c’è il coinvolgimento sempre maggiore dei giovani affinché si facciano interpreti di uno stile di vita che, in prospettiva, può prevenire alcune delle più diffuse cardiopatie. Una rivoluzione nella cura delle patologie cardiovascolari di Alberto Garbellini Un intervento per ripristinare il corretto flusso sanguigno in una determinata regione del cuore, evitando così infarto miocardico, sindromi preinfartuali e coronariche acute. È l’angioplastica coronarica, un trattamento che permette maggiore efficacia e minore invasività rispetto all’intervento di by-pass aortocoronarico, evitando quegli eventi clinici che caratterizzano l’ischemia miocardica (angina pectoris, angina instabile, infarto miocardico). Tecnicamente l’angioplastica coronarica è il trattamento delle occlusioni e dei restringimenti delle arterie coronarie ottenuto attraverso il dilatamento al loro interno di speciali palloncini o con l’applicazione degli stent, che sono delle apposite protesi metalliche. La procedura dell’intervento consiste nell’inserimento di una canula all’interno di un’arteria periferica (femorale, radiale), attraverso la quale sono introdotti dei dispositivi (i palloncini) sino alla coronaria da trattare. La dilatazione crea una sorta di “danno controllato” alla parete della coronaria allargando di fatto il lume del vaso sanguigno. Gli stent, invece, permettono la formazione di una sorta di impalcatura alla parete dell’arteria con lo scopo di ottimizzare la dilatazione della stessa e ridurre così il rischio di occlusione. Le complicanze di questo intervento presentano una bassa frequenza e sono legate alla gravità della malattia coronarica di base, dipendono inoltre anche dalla capacità del ventricolo sinistro del cuore di svolgere correttamente le sue funzioni, dall’età, dalle condizioni generali di salute del paziente e dalle caratteristiche della placca arteriosclerotica che restringe il vaso sanguigno. Un ulteriore fattore di fondamentale importanza è che nel caso si presentasse una recidiva del restringimento entro sei mesi dall’intervento l’angioplastica può essere ripetuta. Alberto Garbellini giornalista professionista Il gazzettino Cos’è l’angioplastica coronarica La possibilità di intervenire in anestesia locale evitando ampie esposizioni chirurgiche, senza supporto anestesiologico, con tempi di intervento in genere di breve durata, senza la necessità di lunghe riabilitazioni e spesso con risultati più favorevoli, e soprattutto la possibilità, in caso di recidiva, di ripetere tali interventi senza un aumento delle complicanze e dei rischi procedurali, ha progressivamente ristretto le indicazioni alla chirurgia tradizionale a favore dell’angioplastica. Salute Ulss18 Come riconoscere un attacco cardiaco di Francesca Rosati Un intenso dolore al centro del torace e al braccio sinistro: è il classico campanello d’allarme che fa sospettare l’insorgenza di un attacco cardiaco. «è importante – specifica il dott. Loris Roncon – che il paziente sia in grado di valutare in quale categoria di rischio si trova. Se una persona è obesa o diabetica o ipertesa e il dolore al petto insorge in concomitanza con sforzi fisici o stress particolari, allora sicuramente è un sintomo da non sottovalutare. In questi casi il tempo trascorso tra l’inizio dell’attacco cardiaco e il primo intervento medico svolge un ruolo determinante, tanto che si usa dire che il tempo è muscolo». L’arresto cardiaco Le cause di una frequente patologia cardiovascolare di Enrico Albertini L’arresto cardiaco, una delle cause di decesso più importanti. Ogni giorno ne rimane vittima, in media, una persona ogni nove minuti. Cifre importanti ma non sconvolgenti: in Italia sono quasi 250 mila le persone a rischio di morte improvvisa per problemi cardiaci. Il controllo di questa problematica non è facile: nella maggior parte dei casi l’arresto si manifesta senza sintomi preventivi e in soggetti che non soffrivano, almeno apparentemente, di nessuna patologia di quel tipo. Non basta, quindi, tenersi sotto costante controllo. Analizzando le cause si scopre che circa l’85% degli arresti è dovuto esclusivamente al cattivo funzionamento del cuore, senza intervento di fattori esterni. Ma l’infarto, che nell’immaginario collettivo è una delle prime ragioni di morte, incide solo in piccola parte. In particolar modo a scatenare l’arresto del cuore sono aritmie - come la fibrillazione ventricolare cioè alterazioni della sequenza normale dei battiti cardiaci. Più precisamente tachicardia o bradicardia, a seconda che i battiti aumentino o diminuiscano in modo anomalo. La fibrillazione ventricolare, molto diffusa, è dovuta ad una contrazione non coordinata dei ventricoli con il cuore che, quindi, non riesce a pompare sangue in maniera adeguata alle esigenze del nostro organismo. Tutte queste aritmie sono a loro volta provocate, nella maggior parte dei casi, da disfunzioni del muscolo cardiaco. Altre cause di aritmia e scompenso, non dovute direttamente a malfunzionamenti del cuore, possono essere condizioni fisiologiche funzionali: sforzi fisici eccessivi, abuso di sostanze eccitanti, difficoltà dei processi digestivi. Per il restante 15% gli arresti cardiaci sono provocati da avvelenamenti o intossicazioni, folgorazioni e disfunzioni metaboliche. L’arresto cardiaco colpisce in grande prevalenza persone adulte, ma anche i giovani sono a volte coinvolti: si tratta di una patologia molto rara e di difficile previsione, dovuta spesso ad affezioni congenite ed ereditarie. Se si interviene entro 3 ore dall’insorgenza del dolore, infatti, si riesce a salvare gran parte del muscolo cardiaco; dopo 12 ore, invece, si è già verificato un danno grave. Per questo si consiglia di chiamare immediatamente il 118 nel caso si sospetti un attacco cardiaco, perché l’operatore che risponde alla chiamata è già in grado di valutare la gravità della situazione ed eventualmente di mandare un medico insieme all’ambulanza per iniziare la terapia già a domicilio. «Spesso – prosegue Roncon – a giocare a sfavore del paziente è l’incertezza decisionale, che fa perdere tempo prezioso, oppure la scelta di recarsi da soli al Pronto soccorso piuttosto che chiamare il 118». L’intervento dell’ambulanza, infatti, permette una diagnosi più tempestiva e il trasferimento protetto e diretto del paziente nel reparto di emodinamica, dove con l’angioplastica coronarica si può riaprire la coronaria chiusa con uno speciale palloncino. Particolare attenzione devono avere le donne, che presentano spesso una sintomatologia atipica: il dolore toracico può non avere le classiche caratteristiche di dolore al petto irradiato al braccio sinistro. Urgenza emergenza Defibrillatore, uno strumento indispensabile A volte ci sono pochi minuti a separare la vita dalla morte. In caso di emergenza, incidente, malore a risultare risolutivo è il primo intervento e dalla tempestività con cui si adottano i primi soccorsi può dipendere la salvezza di una persona. Ecco perché è fondamentale sapere intervenire ed avere gli strumenti per farlo. Fra questi il defibrillatore, il dispositivo in grado di riattivare il battito cardiaco attraverso la somministrazione di scariche elettriche direttamente sul petto della vittima. In base al progetto Pad (che regola l’accesso alla defibrillazione per il personale non sanitario) anche le forze dell’ordine devono avere a disposizione un defibrillatore per gli interventi di soccorso alle persone. Spesso i primi soggetti ad intervenire sul luogo di un incidente sono i vigili del fuoco e può capitare che siano proprio loro a dover prestare le prime cure alle vittime in attesta dell’arrivo di medici e infermieri. I defibrillatori in dotazione ai vigili del Primo intervento per aiutare un infartato di Enrico Albertini di Alberto Garbellini Gli strumenti a servizio dell’emergenza. Defibrillatore foto L. Belletti fuoco di Rovigo sono a disposizione delle squadre di “prima partenza”, chiamate a intervenire in situazioni a rischio. Il personale è addestrato alle tecniche di primo soccorso con appositi corsi di formazione (in collaborazione con l’Ulss 18). I defibrillatori in dotazione ai vigili del fuoco sono del tipo semiautomatico: applicati sul corpo della vittima sono in grado di leggere un tracciato cardiografico e individuare eventuali aritmie. Sarà poi l’operatore a decidere se erogare la scarica elettrica per far ripartire il cuore. L’operatore deve valutare le condizioni generali della vittima per fornire una fotografia della situazione ai medici che dovranno prendersi cura della stessa. In caso di estrema necessità è lo stesso vigile che dovrà utilizzare il defibrillatore, proprio per abbattere il fattore tempo e agire tempestivamente. In questo caso per prima cosa si accerterà delle condizioni del paziente (polso, respiro, movimento), in assenza di questi elementi il defibrillatore sarà attivato per leggere in profondità la situazione cardiaca. In presenza di un blocco potrà erogare scariche elettriche per riattivare il cuore e salvare così la vittima. 5-10% 50% 3 minuti Senza una terapia d’urgenza solo il 5-10% dei colpiti sopravvive all’arresto cardiaco improvviso. Tuttavia sono state raggiunte percentuali di sopravvivenza superiori al 50% laddove sono stati implementati con successo programmi sull’uso del defibrillatore esterno automatico. Le percentuali possono aumentare ulteriormente se si interviene sul paziente entro tre minuti dall’arresto cardiaco. Il tempo è salute. Soprattutto nel caso ci si trovi di fronte a un arresto cardiaco. «Ogni minuto che passa il paziente ha il 10% di possibilità in meno di recupero» spiega il dott. Federico Politi, responsabile della Centrale operativa 118 dell’Ulss 18 di Rovigo. L’allarme precoce è quindi fondamentale. Ma come si riconosce una persona colpita da un arresto cardiaco? «Gli indicatori sono due – continua Politi – la perdita di conoscenza e l’arresto respiratorio». Chiunque si trovi di fronte a una persona con questi sintomi deve subito chiamare il 118 e poi intervenire. «Bisogna stendere il paziente a terra, o comunque su una superficie rigida, in posizione supina. Poi, dopo averne scoperto il torace, si deve cominciare con il massaggio cardiaco» spiega Politi. Un corretto massaggio cardiaco prevede di mettersi lateralmente al soggetto colpito da arresto e appoggiare il palmo della mano sulla parte centrale del torace. Poi, con il palmo dell’altra mano appoggiato sul dorso della prima, a dita incrociate, si deve premere decisamente, facendo forza con le spalle, verso il basso in direzione della colonna vertebrale in modo da far scendere il torace di almeno 4-5 centimetri. Il tutto ripetuto più volte, nel tentativo di far ripartire il cuore in questione. Politi ricorda come il massaggio vada sempre fatto: «al contrario di quanto si credeva una volta, è meglio fare un massaggio cardiaco in maniera scorretta che non fare niente – afferma - gli eventuali danni risulteranno sempre minori ai benefici apportati». Diversa la situazione per la respirazione artificiale, da evitare se non si è in grado di farla bene: «al contrario in questo caso i danni apportati al paziente possono essere elevati – conclude Politi – ma soprattutto la respirazione sottrae tempo al massaggio cardiaco, che nelle situazioni di emergenza è da ritenere più importante». Salu t e Ulss18 Prevenzione primaria Giovani e anziani a confronto Intervista al dott. Loris Roncon Fattori associati ad aumento del rischio coronario di Francesca Rosati • Stili di Vita • Dieta Ipercalorica o ricca in Acidi grassi Saturi e Colesterolo • Fumo • Consumo eccessivo di Alcol • Sedentarietà Fattori di rischio modificabili • Ipertensione Arteriosa • Elevato LDL-Colesterolo • Ridotto HDL-Colesterolo • Elevati Trigliceridi • Iperglicemia/Diabete • Obesità • Fattori Trombogenici Fattori di rischio non modificabili • Età • Sesso • Nonostante gli straordinari progressi degli ultimi trent’anni le malattie cardiovascolari rimangono la prima causa di morte in Italia. Come interpretare questo dato? «Con le nuove terapie, sia chirurgiche che farmacologiche – spiega il dott. Loris Roncon, responsabile della SOC di Cardiologia – molte persone oggi possono condurre una vita normale pur avendo subito un grave evento cardiovascolare. Secondo i dati più recenti, la mortalità complessiva nella popolazione italiana è in diminuzione, soprattutto per chi riesce a raggiungere una struttura ospedaliera entro poche ore dall’insorgenza di un attacco cardiaco. Quello che sta cambiando, è la diffusione e tipologia del paziente con malattie cardiovascolari. Un’analisi più approfondita dei dati epidemiologici ha messo in evidenza che la tendenza è differente a seconda delle fasce di popolazione che si considerano. Mentre nella popolazione anziana c’è una marcata diminuzione delle morti per infarto, nei giovani e nelle donne tra i 35 e i 44 anni la mortalità è invece in aumento. Se negli anziani si evidenziano gli effetti positivi dei progressi della medicina e delle cure mediche, nei giovani e nelle donne emergono i danni causati dagli stili di vita che aumentano il rischio coronarico. La dieta ipercalorica o ricca di acidi grassi saturi e di colesterolo, unita ad una vita sedentaria, può causare obesità e diabete, due condizioni che aumentano il rischio di un evento cardiovascolare. Anche il fumo di sigaretta, il consumo eccessivo di alcol e la pressione alta sono fattori di rischio». Cosa significa fattori di rischio? «Significa che il verificarsi di una o più di queste condizioni in un paziente, pur non causando direttamente la malattia cardiovascolare, aumenta la probabilità che nel corso della vita si vada soggetti a uno o più eventi cardiovascolari e può aggravare la malattia nel momento in cui essa si verifica. È stato dimostrato inequivocabilmente che la correzione dei fattori di rischio riduce la mortalità e la morbilità, specialmente dei soggetti con malattia cardiovascolare già conclamata. Per le donne è inoltre da porre in evidenza il rischio, spesso misconosciuto, della possibilità di una grave trombosi venosa, che può portare a rischio della vita per embolia polmonare, quando si associa il fumo di sigaretta alla pillola anticoncezionale. Con l’aiuto del medico di famiglia ogni persona può fare un’analisi del proprio stile di vita e periodicamente valutare il colesterolo e la pressione sanguigna. Questa prima analisi può già indirizzare le persone potenzialmente a rischio verso una visita specialistica per fare ulteriori accertamenti e modificare, ove possibile, i comportamenti dannosi. Un consiglio classico, ma spesso sottovalutato, è quello di cercare di vincere lo stile di vita sedentario, impegnandosi a compiere un percorso di almeno 10.000 passi ogni giorno. Questo comportamento virtuoso è in grado, da solo, di diminuire la pressione sanguigna e il peso corporeo, due importanti fattori di rischio cardiovascolare». Francesca Rosati giornalista scientifica Storia familiare di malattia coronarica o altra malattia aterosclerotica precoce (maschi<55 a, femmine<65 a) • Anamnesi positiva per malattia coronarica o altra malattia aterosclerotica Le malattie principali angina pectoris è un dolore al torace di breve durata, provocato dall’insufficiente ossigenazione del muscolo cardiaco attacco cardiaco (infarto miocardico) viene causato da un coagulo (trombo) che si forma in una arteria del cuore, bloccando il flusso sanguigno nell’area sottostante: il muscolo cardiaco coinvolto comincia a morire. Più tempo passa senza cure, maggiore sarà il danno riportato dal cuore ictus è un deficit neurologico dovuto all’interruzione del flusso sanguigno in un’area del cervello. Può essere causato da un’ischemia, cioè dalla chiusura improvvisa di un’arteria che porta il sangue al cervello, oppure da una emorragia dovuta alla rottura di un’arteria cerebrale cardiomiopatie sono una famiglia di malattie del cuore associate a un malfunzionamento del muscolo cardiaco Applicazione holter foto L. Belletti Gli esami diagnostici contemporaneamente si misurano anche pressione arteriosa e ritmo respiratorio Esami di I livello per inquadrare il livello di rischio • Holter: è una piccola scatola che contiene un registratore e una batteria e va portato in vita o su una spalla per 24 ore. Alla scatola sono collegati 5-7 elettrodi, che si applicano sul torace con l’aiuto di un cerotto, e trasmettono ininterrottamente al monitor gli impulsi elettrici generati dal cuore. In pratica, si ottiene un ECG di un giorno intero, con il vantaggio che l’attività cardiaca viene registrata durante le normali attività quotidiane (lavorare, mangiare, dormire) svolte dal paziente, e magari anche nei momenti in cui si verifica un’aritmia o si avverte un dolore al petto colesterolemia, pressione, glicemia, analisi dei fattori familiari e legati all’età, al sesso e agli stili di vita scompenso cardiaco noto anche come “insufficienza cardiaca”, è la condizione in cui il cuore non riesce a pompare una quantità sufficiente di sangue a tutti gli organi del corpo. Nella maggior parte dei casi è una condizione cronica conseguente all’infarto o ad altra malattia cardiaca, che si manifesta con stanchezza, mancanza di respiro dopo sforzo o a riposo, gonfiori alle gambe e sensazione di palpitazioni aritmie sono alterazioni della frequenza del battito cardiaco. Quelle a rischio per la vita oggi possono essere trattate con speciali dispositivi impiantabili, detti ICD, che “fanno ripartire” il cuore nel caso si verifichi un episodio aritmico fibrillazione atriale è la più comune forma di aritmia cardiaca nelle persone anziane Esami di II livello di approfondimento per i pazienti a rischio • Elettrocardiogramma (ECG): è la registrazione dell’attività elettrica del cuore, cioè di come si contrae e si rilascia. Dal tracciato elettrocardiografico emergono battiti cardiaci anomali (aritmie), aree danneggiate, ingrossamento del cuore o flusso sanguigno inadeguato • Elettrocardiogramma sotto sforzo (test al cicloergometro): serve a registrare il ritmo cardiaco durante l’esercizio fisico, perché alcune disfunzioni emergono solo quando il cuore è sotto “stress”. L’ECG viene effettuato prima, durante e dopo, un esercizio su una cyclette; • Ecocardiogramma: è una ecografia del cuore che permette di studiare l’anatomia del cuore, valutando lo spessore e la funzionalità delle pareti muscolari e il funzionamento delle valvole Esami di III livello necessari nel caso gli esami precedenti abbiano individuato o facciano sospettare delle patologie più gravi • Coronarografia: attraverso l’introduzione di un catetere (un tubicino in gomma) in un’arteria del braccio o della gamba e utilizzando un mezzo di contrasto, permette di visualizzare le coronarie, i vasi che nutrono il cuore, e le eventuali loro ostruzioni o restringimenti • Scintigrafia miocardica: consente di valutare se il sangue irrora tutte le parti del muscolo cardiaco, attraverso l’impiego di un “tracciante radioattivo”. Può essere eseguita a riposo e dopo uno sforzo • Risonanza magnetica cardiaca: permette di vedere il cuore tridimensionalmente e di studiarne la morfologia • Tac Multistrato: è un esame innovativo che permette di valutare la morfologia del cuore, le coronarie e lo stato dei bypass di un paziente operato senza interventi invasivi Salute Ulss18 segue dalla prima pagina La dieta del cuore Ecco alcuni semplici accorgimenti che, se protratti nel tempo, aiuteranno il tuo cuore a mantenersi sano. • Fai regolarmente colazione e a metà mattina e pomeriggio spezza la fame con una porzione di frutta o verdura • Consuma almeno 3 porzioni al giorno di verdura/ortaggi (di cui almeno 1 cruda) e due di frutta • Limita il consumo di carne a due-tre volte alla settimana. Preferisci le carni magre (pollo, coniglio, vitello, maiale magro) • Limita il consumo di formaggi a due volte alla settimana privilegiando quelli freschi meno grassi. Ricorda che i formaggi sono sostitutivi della carne o del pesce • Aumenta il consumo del pesce, almeno 2 volte a settimana • Aumenta il consumo di legumi. I legumi sono un’ottima fonte di proteine alternativa alla carne. Consumali con i carboidrati • Privilegia gli alimenti ricchi di amido come pane, pasta, riso, patate assumendone 3 porzioni al giorno • Preferisci modalità di cottura semplici (in acqua, al vapore,in teglie antiaderenti) con aggiunta di olio extravergine di oliva crudo a fine cottura • Limita il consumo di sale, riducilo gradualmente sostituendolo con spezie ed erbe aromatiche • Riduci a una volta la settimana il consumo di dolci. Preferisci i dolci fatti in casa purché preparati con quantità moderate di grassi. Fai attenzione ai dolci di produzione industriale, spesso contengono oli tropicali come ad esempio l’olio di cocco o di palma ricchi di acidi grassi saturi che fanno aumentare il livello di colesterolo “cattivo” nel sangue • Scegli l’acqua quando hai sete, limita il consumo di bevande zuccherate e bevi il vino in modo moderato a pasto Infine se condirai la tua dieta ogni giorno con un “pizzico” (30 minuti) di attività fisica moderata come camminare velocemente o andare in bicicletta, il tuo cuore ti ringrazierà. dott. ssa Fiorella Costa Direttrice SOC Igiene Alimenti e Nutrizione dell’Azienda Ulss 18 L’infarto nella donna Una patologia spesso trascurata di Elena Azzalin Nei paesi industrializzati le malattie cardiovascolari sono la principale causa di morte e, quando compaiono, sono più gravi nella donna che nell’uomo. Assodato che una mirata attività di prevenzione possa drasticamente diminuire l’incidenza di queste patologie, non è difficile comprendere come il requisito fondamentale per la prevenzione sia anzitutto la consapevolezza del rischio. La percezione che le donne hanno nei confronti dei pericoli causati dalle malattie cardiovascolari è purtroppo molto bassa in quanto si ritiene, a torto, che infarto e coronaropatie colpiscano principalmente la popolazione maschile. Le donne in età fertile sono poco soggette alle malattie cardiovascolari perché gli estrogeni, gli ormoni sessuali femminili, proteggono le arterie dal rischio di aterosclerosi. Durante la menopausa tuttavia la produzione di questi ormoni cessa. Il calo estrogenico produce un aumento di colesterolo, in particolare quello “cattivo” LDL, con la conseguente formazione di placche aterosclerotiche, oltre a causare una ridotta sensibilità all’insulina a cui consegue un maggior rischio di sviluppare il diabete. Considerando che la placca impiega dai 15 ai 25 anni per creare nell’arteria un restringimento significativo, si spiega facilmente perché nel sesso maschile le sindromi coronariche insorgano a partire dai 50 anni, mentre nelle donne questo avvenga circa 20 anni dopo, cioè attorno ai 70 anni. Il presentarsi di un dolore al petto è uno dei segnali tipici dell’angina e dell’infarto. Nelle donne tuttavia il dolore può manifestarsi in modo particolare e meno intenso, con la conseguente tendenza a trascurarne i sintomi. Il dolore può essere inoltre di tipo puntuorio: una fitta improvvisa che non si diffonde alle braccia e che può manifestarsi anche a riposo. La prevenzione è quindi fondamentale per proteggere le donne dalle malattie cardiovascolari: smettere di fumare, tenere sotto controllo il peso corporeo e adottare una dieta che non favorisca la formazione della placca di colesterolo sulla parete delle arterie sono un modo efficace per salvaguardare la salute del cuore. Degenza reparto Cardiologia foto L. Belletti Gli abusi fanno male al cuore Alcol, quando lo svago si trasforma in patologia di Federica Broglio Consumo medio annuo pro-capite di alcol puro nell’ambito di tutta la popolazione italiana (dati O.M.S.) 2003 2001 2000 1999 7.61 litri 7.83 litri 8.03 litri 8.04 litri Livello di consumo raccomandato dall’O.M.S. ai Paesi della Regione europea per l’anno 2015 6 litri l’anno per popolazione > 15 anni 0 litri l’anno per popolazione di età inferiore Persone di 14 anni e piu’ per consumo di vino, birra, alcolici fuori pasto qualche volta l’anno anni 1993-2003 Anni 1993 1994 1995 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 Vino 58.0 57.1 57.1 58.8 56.9 56.8 57.1 59.6 57.4 55.9 Birra 42.6 44.5 45.2 46.8 47.2 46.7 47.5 48.4 46.3 47.2 Alcolici 20.9 22.4 22.3 24.3 24.7 23.5 23.3 25.0 23.2 25.8 Fonte Istat: Indagine multiscopo sulla famiglia. Nel 1996 le informazioni non sono state rilevate. Prevalenza dei consumatori di alcolici fuori pasto • Classe di età 14 – 17 anni Anni 1993 – 2003 Anni 1993 1994 1995 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 Consumo di alcol in Italia (per 100 persone di 14 anni e più) Maschi 9.8 13.4 12.9 18.4 15.2 18.0 16.8 17.1 18.3 20.7 l’Ulss 18 ha attivato una serie di progetti, in collaborazione con altri enti e istituzioni, che si pongono l’obiettivo di avvicinare le compagnie attraverso gli operatori di strada e consapevolizzare i ragazzi sulle conseguenze del consumo di alcol e droga, tentando di modificare alcune abitudini e di allontanarli dalle situazioni di rischio. Un percorso che necessariamente deve coinvolgere anche i genitori informandoli e rendendoli partecipi degli aspetti psicologici e sociali del problema. Femmine 7.1 8.0 6.0 10.8 9.7 12.8 12.2 13.8 11.5 16.2 In Italia si stima che gli alcolisti siano circa un milione, con approssimativamente 4000 morti causate direttamente o indirettamente dall’abuso di alcol. Uno studio recente mostra che negli ultimi vent’anni si è riscontrato un aumento del 22% di alcolismo fra le donne. Un dato particolare dimostra che quelle che bevono tutti i giorni hanno un rischio sette volte maggiore di malattie coronariche rispetto a coloro che bevono solo occasionalmente inoltre, a parità di condizioni, si tratta di un rischio molto più alto dei loro “colleghi” uomini. Diminuisce il consumo di alcol medio pro capite ma cresce l’uso e talvolta l’abuso nei giovani. Gli adolescenti prediligono un alcol che crei una sorta di effetto sballo. Sta diventando questo il nuovo fenomeno sociale a cui esperti e medici devono far riferimento per prevenire eventuali dipendenze future. Mentre oggi sembra limitato ai weekend e alla serata in compagnia, l’ebbrezza provocata dall’alcol può lentamente ed in modo subdolo trasformarsi in un bisogno quotidiano. «Rispetto a una decina di anni fa è cambiata radicalmente la modalità di assunzione di alcol» - conferma il dottor Marcello Mazzo -, responsabile del Sert settore alcolismo. «Mentre prima corrispondeva a una mentalità legata alla vita in campagna in cui si beveva un bicchiere a pranzo e a cena, oggi si beve lontano dai pasti. Se da un lato può avere un ruolo socializzante perché assunto in occasioni di ritrovo, dall’altro se ne abusa nella quantità. Assistiamo a dei cambiamenti culturali che, se trascurati, rischiano di sfuggire al controllo». Le conseguenze si ripercuotono anche sul corretto funzionamento di molti apparati del nostro corpo, tra cui quello circolatorio. L’abuso di alcolici provoca ipertensione, un indebolimento del cuore e cambiamenti della velocità e del ritmo cardiaco. Queste modificazioni portano a vari disturbi cardiaci come la cardiomiopatia alcolica, in cui il cuore é affaticato e le sue funzioni sono gravemente compromesse. Per le fasce d’età tra i 14 e i 18 anni Fonte Istat: Indagine multiscopo sulla famiglia. Nel 1996 le informazioni non sono state rilevate. Federica Broglio giornalista professionista Il gazzettino Salu t e Ulss18 segue dalla prima pagina Piccoli sportivi a tavola Regole da seguire nutrienti di cui hai bisogno per crescere sano e fare dello sport Le regole da seguire per i giovani sportivi sono poche e semplici ma, se osservate, garantiranno una maggior salute ai nostri bambini. > Non si può uscire di casa, al mattino senza aver consumato una buona prima colazione. La prima colazione è importante per chiunque, tanto più lo diventa per chi vuole fare dello sport poichè un digiuno prolungato farà perdere attenzione e rendimento a scuola e nell’attività fisica > Non si fa sport a pancia piena ma tre ore dopo avere consumato il pasto > I 5 gruppi di alimenti (frutta e verdura – cereali - carne, pesce e uova - latte e latticini - zuccheri e grassi) ti forniscono la magica miscela di energie e di > Non è buona regola introdurre molte proteine pensando che migliorino la potenza dei muscoli > Il miglior rendimento è dato dall’introduzione nell’organismo di tutti i nutrienti, quindi nessuno di essi può essere sostituito. Ricorda la miscela magica > Non avrai bisogno di integratori alimentari per migliorare le tue prestazioni se consumerai le 5 famose porzioni di frutta e verdura al giorno sportivi devono bere ancora prima di avere sete e nel corso di un attività fisica prolungata. Sono da evitare invece, le bevande con integratori vitaminici, calibrate sull’organismo degli adulti e sproporzionate per le esigenze dei più piccoli. > Ricorda che per vincere non servono cibi speciali bastano l’allenamento, l’impegno e una corretta alimentazione > Mangia un po’ di tutto e varia l’alimentazione, in modo che a turno anche le minime quantità necessarie di un minerale o di una vitamina possano rientrare comunque nella tua dieta > Durante l’attività sportiva è buona regola introdurre zuccheri semplici e di rapido assorbimento (zucchero, miele, frutta) > Essendo l’acqua l’elemento essenziale della vita, gli Cioccolato e cuore Una buona notizia per i golosi: il cacao aiuta il cuore a mantenersi in buona salute. Che facesse bene e giovasse all’umore era già noto, ma sembra anche avere un ruolo importante nel migliorare la circolazione del sangue nelle arterie riducendo le problematiche associate alle malattie cardiovascolari. Tutto questo però è valido solo se il cioccolato è fondente, perché ricco di flavonoidi, gli antiossidanti responsabili di questi benefici. Inoltre il cacao non deve essere alterato con sostanze aromatiche o sofisticato con altri ingredienti. Da peccato di gola a elisir di lunga vita: ma per addolcire il cuore evitate le abbuffate, l’aumento di peso è uno dei principali fattori di rischio cardiovascolari. Correndo dietro a un pallone di Carlo Cavriani Le sue squadre fanno venire il batticuore ai tifosi. Niente è mai scritto. Emozioni a non finire, in campo e sugli spalti. Attilio Bardi fa dello spettacolo e del bel gioco il suo credo calcistico. Quest’anno siede sulla panchina del Rovigo. Lui il calcio lo conosce bene, prima di fare l’allenatore è stato anche un discreto calciatore. E afferma: «Il calcio giocato richiede rapidità, implica scatti, dribbling, arresti e ripartenze brucianti. Uno sport che necessita quindi di una seria preparazione per resistere a lungo in ampi spazi di campo». L’imperativo di questo sport è comunque avere un cuore sano. «Ricordo — dice Bardi — un episodio che mi è capitato quando giocavo a Terni. Stavamo facendo allenamento con i ragazzi della Juniores. Ad un certo punto, durante la partitella, in un normale contrasto di gioco un ragazzino è caduto a terra. Non dava segni di vita. Per fortuna un mio compagno ha avuto la prontezza di liberargli la lingua e di fare il massaggio cardiaco. Non c’era un medico e del defibrillatore nemmeno l’ombra. Prevenzione e agonismo Un programma di screening contro le patologie cardiovascolari di Marco Bottoni L’attività sportiva è generalmente praticata, a livello agonistico, da individui giovani che godono di buona salute e che non presentano segni o sintomi di patologie rilevanti. Tuttavia l’esercizio dello sport, specie nelle discipline che prevedono una più intensa richiesta di attività atletica, è gravato dal verificarsi di casi di morte improvvisa, la maggior parte dei quali è dovuta a cause cardiovascolari. Alla base di questi tragici eventi, fortunatamente rari, stanno spesso anomalie cardiovascolari che sono del tutto asintomatiche, il cui riconoscimento negli atleti agonisti assume carattere prioritario e indispensabile. La legge italiana obbliga gli atleti che intendono praticare attività agonistica a sottoporsi a una valutazione clinica e strumentale approfondita, dalla quale è condizionato il rilascio dell’idoneità alla pratica sportiva. Dal 1982 è stato organizzato, in accordo con tale normativa, un programma nazionale di ricerca delle patologie cardiovascolari “silenti”negli atleti agonisti. I partecipanti a tale screening vengono sottoposti a controlli che prevedono: •ricerca nella storia patologica familiare di morte improvvisa o patologie cardiache in età giovanile e in quella personale di episodi di sincope, dolore toracico o turbe del ritmo cardiaco; Per fortuna tutto si è risolto nel migliore dei modi. Ma è stato un episodio che mi ha davvero scosso». Ora però tutti i calciatori vengono sottoposti ogni anno a visite mediche, proprio per scongiurare eventuali problemi. Pensiamo ai giovani atleti che si allenano per giocare 90 minuti in undici sul campo regolamentare, ma anche ai meno giovani che, magari una volta alla settimana, si sfidano cinque contro cinque sui campi di calcetto per staccare dagli impegni lavorativi. È chiaro che se una persona che gioca a calcio non è del tutto a posto dal punto di vista cardiaco, può correre qualche rischio. Bardi oltre al calcio ha anche un’altra passione: il tennis. E quando può lo pratica nei campi di viale Tre Martiri. Quale differenza con il calcio a livello di stress fisico? «In linea di massima no, perché entrambi gli sport necessitano di espletare il gesto atletico con coordinazione e rapidità, e quindi ci sono sempre dei momenti in cui lo stress sui meccanismi di adattamento del cuore risulta eccessivo. Certamente il tennis richiede tra tutti uno sforzo ancora più anaerobico, perché si gioca in spazi molto stretti e in tempi rapidissimi, si salta molto anche da fermi, compiendo sforzi intensi». •esame clinico per il rilievo di segni quali anomalie muscoloscheletriche, rumori o soffi cardiaci, alterazioni del ritmo cardiaco o della pressione arteriosa; •esecuzione di tracciato elettrocardiografico a dodici derivazioni. La presenza di una o più anomalie considerate come criterio positivo dal programma di valutazione comporta l’esclusione dell’atleta dall’esercizio della attività agonistica, in quanto indizio di una possibile cardiomiopatia. Un recente studio condotto da medici dell’Università di Padova ha evidenziato come la partecipazione di giovani atleti a questo tipo di screening ha permesso di portare alla luce un grande numero di casi di patologia cardiaca “silente” portando, nella sola Regione Veneto, a una diminuzione dei casi di morte improvvisa dell’89% nel periodo dal 1982 al 2004. Dott. Marco Bottoni specialista in Medicina dello sport Allenare la salute Fare esercizio riduce il rischio di sviluppare ipertensione arteriosa e diabete e aiuta il controllo del peso corporeo, modificando in senso positivo fattori di rischio importanti per la patologia cardiovascolare. Da non trascurare sono gli effetti che l’allenamento determina in quanto a benessere psicologico, riducendo l’ansia e la depressione e facilitando l’integrazione sociale dei soggetti che lo praticano. Un’attività fisica completa dovrebbe includere sia esercizi per aumentare la forza muscolare che esercizi per migliorare la flessibilità delle articolazioni e, per avere effetti favorevoli sulla salute, non deve essere stremante o eccessiva. Tutte le recenti raccomandazioni prevedono l’esecuzione di un esercizio regolare, preferibilmente quotidiano, ad esempio 30-40 minuti di marcia rapida, bicicletta, lavoro in casa o in giardino. Ovviamente i pazienti con problemi di salute cronici, come l’insufficienza cardiaca o il diabete, prima di iniziare un nuovo programma di attività fisica dovrebbero avere il via libera dal medico, così come è consigliabile che gli uomini sopra i 40 anni e le donne sopra i 50, prima di iniziare una intensa attività fisica si assicurassero, per mezzo di opportuni accertamenti, di non avere già in atto una patologia cardiaca non diagnosticata o altri problemi di salute che possano richiedere un particolare monitoraggio delle risposte ottenute dall’esercizio. Se adeguatamente somministrata e correttamente eseguita, l’attività fisica fa bene al cuore, dà più giorni alla vita e più vita ai giorni. Dott. Marco Bottoni specialista in Medicina dello sport Camminare fa bene Per incrementare il numero di passi giornalieri è utile: •dedicare uno spazio di tempo della giornata al camminare •parcheggiare la macchina più lontano e percorrere un tratto di strada a piedi •quando è possibile camminare invece di prendere la macchina scendere dai mezzi publici una fermata prima e proseguire a piedi •fare le scale invece di prendere l’ascensore •alzarsi e camminare durante il lavoro •ridurre le ore davanti alla TV, computer e videogiochi 1,9 milioni Le malattie cardiovascolari sono la prima causa di morte nella popolazione maschile e femminile europea. Si stima che la mortalità per malattie cardiovascolari sia circa la metà della mortalità totale e che causi ogni anno nell’Unione Europea più di 1,9 milioni di decessi. 50% I principali fattori di rischio per le malattie cardiovascolari dipendono significativamente dallo stile di vita e l’Organizzazione Mondiale della Sanità stima che una riduzione anche modesta di tali fattori potrebbe ridurre di più del 50% l’incidenza di queste patologie. Salute Ulss18 Numeri utili Vi abbiamo a cuore Speriamo di avervi offerto senza presunzione e con la massima semplicità progetti, dati, numeri, segnalazioni di luoghi e servizi a cui fare riferimento in caso di bisogno: per prevenire, per curare, per esservi vicino nel momento della malattia o della necessità di appoggio e sostegno. Ma non sono mancati i racconti, le storie, gli aneddoti, che hanno alleggerito le nostre, le vostre pagine per tratteggiare un profilo più caldo ed empatico delle politiche e delle strategie per la salute. Il cuore pulsante della salute, per conservarla, mantenerla, migliorarla siete voi: con le vostre segnalazioni, con l’attenzione che ci avete regalato e che è stata per noi fonte di autentica, travolgente motivazione. Dott.ssa Annalisa Boschini, giornalista e capo ufficio stampa dell’Azienda Ulss 18 Heart Care Foundation Che cos’è HCF? Heart Care Foundation è la Fondazione italiana per la lotta alle malattie cardiovascolari. Nasce nel 1998 su iniziativa dell’Associazione Nazionale Medici Cardiologi (ANMCO), l’associazione scientifica nata nel 1963, che attualmente riunisce oltre 5000 cardiologi italiani. Nel 2000 HCF è stata riconosciuta con Decreto Ministero della Salute del 25 settembre ed è iscritta al registro ONLUS. A chi si rivolge? • a tutti • dai più piccoli che vanno a scuola, agli adulti • dai soggetti che non hanno mai avuto problemi cardiovascolari al paziente che ha già subito, ad esempio, un infarto miocardico • al 98% degli italiani che hanno almeno un fattore di rischio cardiovascolare (dato Eurisko su campione di 10.000 persone) Urgenza - emergenza Tel 118 • URP - Ufficio relazioni con il pubblico Tel 0425 394 151 Sedi ospedali Azienda Ulss 18 Cardiologia • SOC di Rovigo • Rovigo Ospedale “Santa Maria della Misericordia” Viale Tre Martiri 140 > Segreteria Tel 0425 393 286 • SER.T. – Servizio Tossicodipendenze > > > Ambulatorio Tel 0425 393 281 Fax 0425 393 597 (strada statale 443) Tel 0425 3931 Fax 0425 725 079 •Dipartimento di Prevenzione: • Trecenta Ospedale “San Luca” Viale Prof. U. Grisetti 265 Tel 0425 393 757 Tel 0425 3931 Fax 0425 725 079 • Distretto socio sanitario Tel 0425 393 744 • CUP - Centro Unico di Prenotazione Tel 0425 393 313 • Associazione Amici del cuore Via G. Marchi 10 • Numero Verde per disdire le prenotazioni 800 061644 45100 Rovigo Tel 0425 312 03 Rovigo V.le Gramsci 27 Tel 0425 306 42 Fax 0425 313 43 e-mail: [email protected] Lendinara Via Perolari 42 Tel 0425 605 282 Fax 0425 605 294 e-mail: [email protected] Polstrada > Rovigo Corso del Popolo 192 Tel 0425 460 168 Fax 0425 202 777 Vigili del fuoco > Rovigo Via dell’Ippodromo 6 Tel 0425 361 921 & segue dalla prima pagina • AIDO Associazione Italiana per la Donazione di Organi, Tessuti e Cellule num.verde 800 736 745 dal lunedi al sabato ore 9.30-18.30 • Heart Care Foundation Sito internet: www.heartcarefound.org e-mail: heartcarefound@heartcare found.org Tecnologia a servizio del cuore Il pacemaker come rimedio alla bradicardia di Marta Boscardin Il nostro battito cardiaco è regolato dal nodo senoatriale, localizzato nell’atrio destro. In condizioni normali la frequenza cardiaca è di 60-80 battiti al minuto e il cuore pompa circa 5 litri di sangue al minuto. Alcune malattie causano un eccessivo rallentamento del battito cardiaco, condizione definita bradicardia, rendendo inadeguata la quantità di sangue e di ossigeno pompata dal cuore per il nostro organismo. Una persona affetta da bradicardia può sentirsi facilmente affaticata, debole, avere le vertigini o svenire; anche le normali attività quotidiane possono risultare faticose. La bradicardia può interessare sia persone molto giovani sia anziane, tuttavia viene solitamente diagnosticata in soggetti di età avanzata. Nella maggior parte dei casi è trattata con l’impianto di un pacemaker, termine inglese che vuol dire “segnapassi”: è un piccolo apparecchio elettronico costituito da un astuccio di metallo liscio e leggero che contiene un minuscolo computer e una batteria. Viene inserito, sotto pelle, nel corpo del paziente mediante un’incisione di pochi centimetri. È collegato al cuore tramite uno o due conduttori elettrici particolari (cateteri), introdotti in una vena, che permettono al pacemaker di “ascoltare” l’attività del cuore. Quando questo batte troppo lentamente, l’apparecchio interviene in suo aiuto trasmettendo degli impulsi elettrici di bassissima intensità, che sono molto simili a quelli naturali e dunque non vengono assolutamente avvertiti dal paziente. In questo modo viene modificata la frequenza cardiaca in base alle esigenze del corpo. Tuttavia il pacemaker non impedisce al cuore di funzionare autonomamente quando batte in modo regolare. Ci sono varie tipologie di pacemaker, il medico sceglierà quella più idonea a risolvere il problema clinico di ciascun paziente. Dopo l’impianto sono necessari periodici controlli, che non si limitano ad una semplice valutazione elettrica ma sono un momento di controllo approfondito delle condizioni cliniche e dell’integrazione pacemaker-paziente. Perchè è stata fondata? • per affiancare l’opera del medico e del cardiologo contro le malattie cardiache Le iniziative dell’Ulss 18 Cardiologie aperte • per dare al cittadino tutti gli strumenti per evitare o almeno ritardare le malattie cardiovascolari Sono più di 250 le Strutture cardiologiche che ogni anno sono coinvolte in tutta Italia per spiegare l’importanza di uno stile di vita salutare. Ogni centro propone un programma di iniziative, concentrandosi su alcuni dei temi protagonisti della Giornata Mondiale del Cuore: dalla prevenzione degli attacchi cardiaci al mangiar sano, dal vantaggio di una sana attività fisica ai rischi del fumo. La Heart Care Foundation, la Fondazione italiana per la lotta alle malattie cardiovascolari, promuove ad esempio la Giornata nazionale delle Cardiologie aperte, iniziativa • per realizzare gli obiettivi di una reale prevenzione cardiovascolare Principali iniziative HCF vuole ridurre l’impatto sociale delle malattie cardiovascolari, attraverso la diffusione della cultura della prevenzione e della promozione della salute. Questo significa programmi integrati e coordinati per dare maggiore incisività alle azioni educazionali e di sensibilizzazione, attraverso: • campagne di sensibilizzazione rivolte ai cittadini • corsi di formazione nelle scuole • promozione di uno stile di vita sano “salvacuore” a cui partecipa anche la Struttura di Cardiologia di Rovigo, diretta dal dott. Roncon. La Giornata si tiene normalmente l’ultima settimana del mese di settembre e in questa occasione i cittadini possono visitare il reparto di Cardiologia, i vari laboratori diagnostici e avere informazioni e materiale informativo sugli stili di vita e le misure di prevenzione cardiovascolare. Inoltre possono confrontarsi con i medici dell’AMNCO (Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri), coadiuvati dagli infermieri di Cardiologia, a disposizione per fornire informazioni sulle malattie cardiache o sul rischio cardiovascolare. CONSERVANDO QUESTO GIORNALE POTRAI AVERE l’informazione sempre a portata di mano urgenzaemergenza trecentaospedale listediattesa giovanianziani agireprevenire saluteterritorio • servizi interattivi di informazione e consulenza via internet Sono usciti i primi 6 numeri del giornale dell’Ulss 18: • ricerca scientifica clinica e sperimentale Le copie gratuite sono disponibili in tutte le strutture sanitarie dell’Azienda Ulss 18 di Rovigo • eventi speciali a livello locale, regionale, nazionale