Massimo Comun Divisore Definizione: Dati due numeri naturali a e b, si chiama loro massimo comun divisore il maggiore fra i divisori comuni. Per indicarlo si scrive M.C.D. (a, b). Esempio: Se vogliamo calcolare il M.C.D. fra 48 e 26 dobbiamo procedere in questo modo: Trovare i divisori di 48 e 26. I divisori di 48 sono: 1, 2, 3, 4, 6, 8, 12, 16, 24. I divisori di 26 sono: 1, 2, 13. Consideriamo adesso l’insieme d’intersezione tra i loro divisori: {1, 2}. Quindi il maggiore fra i divisori di 48 e 26 è 2 ovvero è l’M.C.D.. In generale: per determinare l’M.C.D. tra due o più numeri, si trovano i divisori dei due numeri e fra quelli comuni si considera il più grande che sarà il massimo comun divisore. Se nell’insieme d’intersezione vi è solo 1, si dice che i numeri interessati sono primi fra loro. Algoritmo di Euclide Questo semplice algoritmo semplifica la ricerca del M.C.D. fra due numeri. Esempio: vogliamo trovare l’M.C.D. fra 903 e 726. Si procede così 903 726 177 18 15 726 (1) 177 (4) 18 (9) 15 (1) 3 (5) 177 18 15 3 0 L’M.C.D. fra 903 e 726 è 3. Nella prima e nella seconda colonna troviamo i due numeri da cui vogliamo trovare l’M.C.D.. Nella parentesi troviamo quante volte ci sta il 726 nel 903 (nella prima riga). Nella terza colonna troviamo il resto di questa divisione. Nella seconda riga dividiamo il divisore di prima per il resto di prima e così via fino ad arrivare a resto 0. L’M.C.D. è l’ultimo resto che troviamo. L’M.C.D. in informatica Ecco un programma in linguaggio C++ che permette di calcolare il M.C.D. fra dei numeri: #include <iostream.h> int mcd(int alfa, int beta) { int resto; while (beta != 0) { resto = alfa % beta; alfa = beta; beta = resto; } return alfa; } main() { int a; int b; int i; int n; cout << "Quante coppie di numeri vuoi esaminare?\n"; cin >> n; for (i = 1; i <= n; i++) { cout << "coppia numero " << i << "?\n"; cin >> a >> b; cout <<"il M.C.D. fra "<< a <<" e "<< b <<" e` " << mcd(a, b) << '\n'; } } Minimo comune multiplo Definizione: Dati due numeri a e b, l’intersezione fra gli insiemi dei loro multipli è un insieme infinito che contiene un multiplo particolare che è divisore di tutti gli altri multipli comuni; esso si chiama minimo comune multiplo e per indicarlo si scrive m.c.m. (a, b). Esempio: Se vogliamo calcolare il m.c.m. fra 24, 15 e 18 dobbiamo procedere in questo modo: Scomporre in fattori primi i numeri interessati. 24 = 23 x 3 15 = 5 x 3 18 = 32 x 2 Prendiamo adesso tutti i fattori con il massimo esponente, comuni e non comuni, presi una sola volta; ovvero: {23, 32, 5} allora: m.c.m. (24, 15, 18) = 23 x 32 x 5 = 360 In generale: per determinare l’m.c.m. fra due o più numeri si scompongono in fattori primi e si calcola il prodotto di tutti i fattori comuni e non comuni, presi una sola volta, con il massimo esponente. Congruenza Se due numeri interi M e N danno lo stesso resto r quando vengono divisi per uno stesso intero k, essi si dicono CONGRUI di MODULO k. Esempio 23 e 16 sono congrui di modulo 7 L'orologio I numeri che contando in senso orario vengono a trovarsi nella stessa posizione sul quadrante dell'orologio sono CONGRUI di MODULO 12. Infatti, sulla stessa posizione della cifra 1 troviamo: 1 – 13 – 25 – 37 ecc. Sulla posizione del "2" troviamo: 2 – 14 – 26 – 38 ecc. Sulla posizione dello 0 troviamo: 0 – 12 – 24 - 36 ecc. E' facile rendersi conto che i primi numeri, evidenziati in rosso, costituiscono il RESTO della DIVISIONE per 12 dei numeri che si trovano nella stessa posizione sul quadrante dell'orologio. Pertanto, i numeri nella stessa posizione sono tutti congrui di modulo 12 con resto dato dal primo numero della serie (da 0 a 11). Questa proprietà può essere utilizzata per determinare "al volo" in che posizione verrà a trovarsi sul quadrante dell'orologio un numero intero comunque grande. Ad esempio il numero 92 occupa la stessa posizione occupata dalla cifra 8, infatti: 92 = (7 x 12) + 8 Frazioni continue Consideriamo l'equazione: x2 - 3x - 1 = 0. Ricavando la x dal termine di secondo grado si ha: Sostituiamo alla x, al secondo membro il valore appena ricavato: Proseguendo nelle sostituzioni arriviamo ad un’espressione del tipo: Un’espressione di questo tipo si chiama frazione continua. Poiché la x continua ad apparire al secondo membro non c'è nessun motivo apparente per cui il valore della frazione si debba avvicinare a quello della soluzione dell'equazione. Se però diamo un'occhiata più attenta alla frazione continua, possiamo osservare che contiene una successione di frazioni: ottenuta fermandoci ai vari stadi dello sviluppo. Se scriviamo come numeri decimali i valori di tali frazioni (che in seguito chiameremo convergenti della frazione), si scopre che danno approssimazioni sempre migliori della radice positiva dell'equazione considerata: In generale, una frazione continua è un’espressione del tipo dove gli ai sono numeri interi positivi e sono detti quozienti della frazione. Un modo graficamente più conveniente di scrivere una frazione continua è: [a1, a2, ..., an, ...] D'ora in poi, per motivi di praticità utilizzeremo quest'ultima notazione. Gli sviluppi di numeri razionali Un numero razionale si può sempre scrivere come p/q con p, q interi primi tra loro. Faremo vedere che ogni numero razionale si può scrivere come frazione continua finita (cioè con un numero finito di quozienti). Esempio: 67/29 = [2, 3, 4, 2]. Come si arriva al risultato? Dividendo 67 per 29 si ottiene 2 con resto 9. Quindi: Se ora dividiamo 29 per 9 si ottiene 3 con resto 2. Quindi, sostituendo: Proseguendo finché non si ottiene resto zero si arriva al risultato I criteri di divisibilità Sappiamo tutti che un numero è pari se l'ultima cifra è pari, che è divisibile per 5 se l'ultima cifra è 0 o 5. Tutti conosciamo la ``prova del nove'', e magari anche quella dell'undici. Ma esistono ``prove'' per tutti i numeri, e quali sono? Sia un numero intero. Dato un numero intero , esiste in effetti un criterio per dire, a partire dalle cifre della rappresentazione decimale di , non solo se è divisibile per o no, ma più in generale per dire quale è il resto della divisione di per . Quanto poi questi criteri siano pratici è un altro discorso. Cominciamo a notare che basta dare i criteri solo per i numeri della forma , ove è un primo. In effetti, per ricavare ad esempio il criterio di divisibilità per (lo so che è ovvio, ma è solo per dare un esempio facile), basta notare che è divisibile per se e solo se lo è sia per 2 che per 5. Dunque l'ultima cifra di deve essere 0 o 5, e deve essere pari: l'ultima cifra deve dunque essere 0. In generale, se , con primi distinti, si ha che è divisibile per se e solo se è divisibile per ognuno dei . Se ,o , il criterio è facile, e coinvolge solo un numero finito di cifre della rappresentazione decimale di . Sia ove . Se per esempio , allora si ha Dunque . In altre parole, per vedere se guardare le ultime cifre di . è divisibile per , basta Sia dunque , con un primo diverso da 2 e 5. Si ha dunque che il massimo comun divisore fra 10 e è 1. Allora esiste un più piccolo intero positivo Il caso tale che e . Vediamo qualche esempio. Qui si ha semplicemente forma decimale: Avremo , dunque . Scriviamo in per ogni , e dunque Ecco quindi la prova del nove: per vedere se un numero è divisibile per nove, basta guardare se lo è la somma delle cifre. La prova del 3 è eguale. Il caso Qui si ha, ma dato che, allora. Dunque , ed abbiamo, modulo 11, Quindi stavolta bisogna guardare la somma delle cifre, ma a segni alterni. Il caso In generale è sempre la somma delle cifre che bisogna guardare, ma con coefficienti che si ripetono periodicamente ogni . Il caso dovrebbe essere sufficientemente significativo. Abbiamo modulo che , , , , , e infine Dunque , e da qui in poi le potenze di 10 modulo 7 si ripetono ciclicamente. Dunque modulo 7 abbiamo . I coefficienti vanno ripetuti per ogni gruppo di 6 cifre. Ad esempio, sia . Allora vedo subito che divisibile per 7. , dunque è