TASSO DI CAMBIO DI EQUILIBRIO
E
=
Dove:
M
E
M
B1
+
=
=
=
B1
Esportazioni
Importazioni
Saldo Commerciale
Imponiamo ora:
B1
=
0
ovvero che l’Import M sia eguale all’Export E:
M
=
E
Se Import ed Export sono espressi in valute differenti, ad esempio:
Import
Export
→
→
dollari
($)
euro
(€)
l’eguaglianza fra M ed E richiede la presenza di un tasso di cambio “c”, che
indica quanti dollari ($) occorrono per un euro (€):
M
($)
=
c
×
($/€)
Fig. 1 – Tasso di cambio $/€ - 2004-2009
E
(€)
Sia M che E possono essere espressi come prodotto di:
un “prezzo medio”:
PM, PE (Indici di prezzo)
per
una “quantità” o “volume”:
M’, E’ (Aggregati a prezzi costanti).
PM × M’ = c × PE × E’
Espressione che equivale a:
M'
PE
=
E'
c
×
PM
(1)
Definiamo il rapporto:
M'
RAGIONE DI SCAMBIO (RDS) :
E'
esprime la “Quantità” di Importazioni che è possibile
scambiare per una unità di Esportazioni
La RDS dipende da elementi come le risorse naturali disponibili, la struttura
produttiva dell’economia, le tecnologie adottate, le preferenze dei consumatori,
etc. Sono aspetti fondamentali per l’equilibrio macroeconomico di un paese
verso il Resto del Mondo, e caratterizzati da una notevole inerzia. La RDS tende
a rimanere stabile per lunghi periodi; in prima approssimazione, può essere
considerata costante:
M'
E'
=
K
(costante)
(2)
Sostituendo la (2) nella (1), si ottiene:
K
=
c
×
PE
PM
(3)
La (3) mostra come la RDS sia proporzionale - tramite il tasso di cambio “c” - al
rapporto fra i prezzi dell’Export PE e quelli dell’Import PM. Se il tasso di
cambio è fisso, la proporzionalità è perfetta, ed anche il rapporto PE / PM può
essere definito come RDS.
Cosa succede però se il rapporto fra i prezzi varia, mentre la RDS rimane
costante? Possiamo risolvere la (3) per determinare il tasso di cambio di
equilibrio “ĉ”, che rende compatibili una RDS costante con un rapporto fra i
prezzi variabile:
=
ĉ
K
×
PM
PE
(4)
La (4) rappresenta l’equazione di una retta passante per l’origine, e di
coefficiente angolare K:
Fig. 2 – Tasso di cambio di equilibrio e tassi effettivi
3,5
ĉ
3
2,5
C1
2
c
C2
1,5
1
0,5
0
0
1
2
3
4
5
6
7
Pm/Pe
Se il rapporto PM / PE cresce - ad esempio per un tasso di inflazione nell’area $
superiore a quello dell’area € - il tasso di cambio di equilibrio “ĉ” aumenta
conseguentemente. Il contrario succede se il tasso di inflazione in € è superiore a
quello in $.
Se il cambio effettivo (c1,
c2 nella Fig. 2) è “fuori linea” rispetto al cambio di
equilibrio (ĉ) ne risultano tensioni valutarie che “spingono” il cambio effettivo
nella direzione di quello di equilibrio: si hanno cioè svalutazioni o rivalutazioni
di una moneta verso l’altra (si vedano le frecce nella Fig. 2).
Se il cambio effettivo non può muoversi – ad esempio all’interno di un’area
monetaria unica, come la zona € - si genera un altro tipo di tensioni, che
riguardano gli aggregati reali (M’, E’), e portano a squilibri tendenziali nella
Bilancia Commerciale.