La politica Agricola comune: Una prospettiva microeconomica

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La politica Agricola comune: Una prospettiva microeconomica
Giuseppe G. L. Cappelletti
v. 07/02/2007
Indice
1 Che cosa è la PAC?
2
2 Storia
2
3 Gli e¤etti delle politiche di prezzo: un’analisi microeconomica.
3.1 I costi della PAC . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
4
9
4 Giochi politici
4.1 Gli agricoltori . . . . . . .
4.2 I consumatori . . . . . . .
4.3 I paesi extra-europei . . .
4.4 Interazione strategica tra i
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diversi
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agenti
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economici
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A Appendice: Analisi della PAC considerando l’o¤erta internazionale
1
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Che cosa è la PAC?
La politica agricola comunitaria (in breve PAC) è un sistema di sovvenzioni e di politiche rivolte
al settore agricolo dell’Unione Europea. Nel 2005 ha rappresentato circa il 44% del bilancio UE
con una spesa stimata in e43 miliardi [1]. Queste sovvenzioni servono a garantire un prezzo
minimo ai produttori e al pagamento diretto per i raccolti seminati.
Questa nota si divide in due parti, una prima parte istituzionale in cui illustreremo brevemente la storia e il funzionamento della PAC e una seconda parte in cui invece analizzeremo
la PAC sotto una prospettiva economica, utilizzando come prima approssimazione i modelli di
concorrenza perfetta. Per concludere individueremo due fenomeni legati ai processi di riforma
della PAC che si prestano ad un’analisi economica basata su strumenti più avanzati.
2
Storia
Negli Articoli 2 e 3 del Trattato di Roma (1957) erano a¤ermati i compiti della Comunità Economica Europea (CEE), tra questi un chiaro riferimento veniva fatto ad “una politica comune
nel settore dell’agricoltura”. Tra i motivi che portarono all’inclusione delle politiche agricole
nel Trattato possiamo citare che:
la Francia non avrebbe accettato che i beni agricoli non facessero parte dell’accordo di
libero commercio e avrebbe visto ogni limitazione come un atto discriminatorio nei suoi
confronti;
al momento della …rma del Trattato il settore agricolo rappresentava ancora una quota
importante delle economie dei paesi europei. Infatti il 20% della popolazione era impiegata
nel settore agricolo. Un processo di uni…cazione che non tenesse conto di questo fatto non
avrebbe incontrato un sostegno politico su¢ ciente.
Il Trattato indicava anche gli obiettivi da perseguire (Articolo 33):
aumentare la produttività del settore agricolo;
assicurare un adeguato standard di vita per le persone occupate nel settore agricolo;
difendere la stabilità dei mercati;
garantire un’o¤erta stabile e a prezzi ragionevoli per i consumatori.
L’Articolo 34 elenca gli strumenti consentiti per l’attuazione della politica agricola.: gli
interventi sui prezzi, gli aiuti, i trasferimenti, l’accantonamento di prodotti e i sussidi alle
esportazioni.
Al momento dell’attuazione di questo indirizzo fu scelto un sistema di tari¤e e quote sulle importazioni e un meccanismo di supporto al prezzo dei beni agricoli. Furono introdotte politiche
a sostegno dei prezzi dei prodotti agricoli tramite l’acquisto di parte della produzione allorché
i prezzi fossero scesi sotto una determinata soglia. Inoltre furono imposti dei dazi alle importazioni (a partire dal 1970) e dei sussidi alle esportazioni. I dazi mantennero i prezzi europei a
2
livelli superiori a quelli del resto del mondo. I sussidi gravarono pesantemente sui produttori
extra-europei che dovettero fronteggiare l’o¤erta sotto costo dei produttori europei.
Nel 1964 fu istituito il fondo europeo di orientamento e garanzia (FEOGA) per …nanziare
queste politiche. Nel 2003 questo fondo disponeva di un budget superiore ai 47 milioni di euro
(vedere Tabella 1). Il fondo è costituito da due sezioni:
la sezione di garanzia, che costituisce il 93% della spesa comunitaria per la PAC ed
include la spesa per gli interventi a sostegno dei prodotti agricoli e i trasferimenti diretti
agli agricoltori;
la sezione di orientamento, che è destinata alle riforme strutturali del settore agricolo.
1999
2000
2001
2002
2003
Bilancio UE
79.249 77.879 101.051 95.656 96.991
Costo PAC
45.267 41.903 45.642
47.242 47.945
FEOGA: Garanzia
39.540 40.467 42.083
44.230 44.780
FEOGA: Orientamento
5.580
1.387
3.509
2.957
3.123
Entrate derivanti dalla PAC
2.391
2.395
1.973
1.893
1.902
Tabella 1: Spesa comunitaria riconducibile alla PAC e entrate derivanti dalle tari¤e sulle
importazioni.
Il 1984 segnò l’inizio di importanti riforme strutturali. La commissione impose un tetto
alle produzioni nazionali. Un esempio famoso furono le quote sulla produzione del latte che
si dimostrò molto costosa a causa dei maggiori eccessi di produzione. La CEE garantiva un
prezzo solo per le quantità stabilite dalle diverse quote e ogni superamento era sanzionato con
multe proporzionate.
La pressione per la riduzione della produzione fu sia interna, sia esterna nell’ambito dei
negoziati sul commercio internazionale. Ad esempio, durante l’Uruguay Round, il negoziato
commerciale multinazionale tenutosi a Punta dell’Est nel settembre 1986, i principali produttori
agricoli (Australia, Argentina, Canada e Nuova Zelanda) costituirono un gruppo di pressione
insieme con gli Stati Uniti a¢ nchè la Comunità Europea riducesse i sussidi alle esportazioni del
90% e gli altri sussidi del 75%. Proprio in quell’occasione l”applicazione dell’Accordo Generale
sulle Tari¤e ed il Commercio (o General Agreement on Tari¤s and Trade, in breve GATT) fu
esteso …no ad includere alcuni prodotti agricoli prima fortemente protetti dalle politiche agricole
europee.
Le pressioni esterne e il continuo eccesso di produzione portarono a due nuovi processi di
riforma: la riforma Mc Sharry, dal nome del Commissario proponente, nel 1992 e la c.d.
Agenda 2000 alla …ne degli anni ’90. Le due riforme hanno cercato di contenere la spesa
comunitaria per le politiche agricole commisurando i trasferimenti alla dimensione dei terreni
coltivati piuttosto che al volume della produzione. Inoltre si è a¤ermata la distinzione tra
3
politiche “agricole” e politiche “rurali”, cioè politiche mirate alla protezione e allo sviluppo
delle aree rurali. Attualmente questo secondo tipo di politiche pesa per il 13% della spesa
totale ma dovrebbe raggiungere il 25% entro la …ne del decennio.
Riassumendo, la politica agricola ha almeno due dimensioni d’intervento, una interna ed
una esterna. Da un lato la PAC garantisce che il prezzo dei prodotti agricoli nel mercato
europeo non scenda sotto una data soglia. Dall’altro la PAC controlla l’accesso al mercato
europeo tramite un sistema di dazi alle importazioni. Nella sezione seguente e nell’appendice
analizzeremo questi due aspetti utilizzando un modello di mercato concorrenziale.
3
Gli e¤etti delle politiche di prezzo: un’analisi microeconomica.
Una politica di prezzo come quella adottata con la PAC si propone di mantenere il prezzo dei
prodotti agricoli sopra una certa soglia, indicata con P . Per fare ciò le autorità si impegnano
ad intervenire ogni qual volta si ossservi un prezzo inferiore a quello stabilito acquistando la
parte di produzione in eccesso rispetto all’e¤ettiva domanda. Supponiamo che il mercato dei
prodotti agricoli sia in concorrenza perfetta e che la domanda estera sia trascurabile1 . In questo
contesto possiamo rappresentare la domanda e l’o¤erta di prodotti agricoli sugli assi cartesiani
aventi sulle ascisse la quantità e sulle ordinate il prezzo di un generico bene. Per semplicità
ipotizzeremo che entrambe le funzioni siano lineari:
S (p) =
+ p
(1)
D (p) =
p
(2)
dove , , e sono costanti positive.
Assumiamo che prima dell’introduzione della PAC il mercato europeo si trovi in equilibrio.
Nella Figura 1 rappresentiamo l’equilibrio del mercato dato dall’uguaglianza tra domanda ed
o¤erta (S (p) = D (p)). Indichiamo con P il prezzo d’equilibrio e con Q la quantità d’equilibrio, che otteniamo sostituendo il prezzo di equilibrio nell’equazione della domanda oppure
nell’equazione dell’o¤erta di mercato.
Al momento dell’introduzione della politica agricola, il prezzo d’equilibrio sul mercato è
inferiore al prezzo minimo P che si vuole garantire. Per riportare il prezzo di mercato alla
soglia minima, le autorità devono acquistare un ammontare pari al segmento AB, che è esattamente pari alla di¤erenza tra domanda e o¤erta nel caso in cui il prezzo fosse pari a P .2 In
questa sezione valuteremo gli e¤etti del primo tipo di soluzione, poichè per valutare la seconda
dovremmo considerare gli e¤etti sul mercato internazionale rendendo l’analisi più complicata.
Per garantire il prezzo minimo l’Unione Europea (UE) è disposta ad acquistare qualsiasi
ammontare per un prezzo pari a P . Quindi si può scrivere la funzione di domanda governativa
come una curva orizzontale in corrispondenza al prezzo P , formalmente:
8
0 se p > P
<
[0; +1) se p = P
DG (p) =
(3)
:
+1 altrimenti
1
In appendice verrà trattato il caso in cui l’o¤erta estera non è trascurabile.
In alternativa le autorità possono sussidiare la produzione destinata all’esportazione consentendo così ai
produttori europei di vendere i propri prodotti a prezzi inferiori ai costi sostenuti.
2
4
La domanda totale è ottenuta come somma della domanda domestica (D (p)) con la domanda
governativa (DG (p)):
8
p se p > P
<
[
P ; +1) se p = P
(4)
DT OT (p) =
:
+1 altrimenti
Data questa nuova funzione di domanda possiamo rappresentare il nuovo punto di equilibrio
del mercato nella Figura 2.
Il prezzo d’equlibrio (P1 ) è esattamente pari a P , la quantità acquistata dai consumatori
domestici è pari a D (P ) mentre la quantità acquistata dall’UE è pari a S (P ) D (P ).
Ora studiamo quali sono gli e¤etti sul surplus dei consumatori, sui pro…tti dei produttori e la
spesa pubblica richiesta per sostenere il prezzo dei prodotti agricoli. Partendo dai consumatori
osserviamo che questa politica comporta una riduzione del surplus pari all’area evidenziata in
grigio (a + b) nella Figura 3. La variazione del benessere dei consumatori è attribuibile alla
diminuzione della quantità consumata e all’aumento del prezzo pagato.
Guardando gli agricoltori il maggior prezzo ricevuto dai produttori comporta un aumento
del loro surplus uguale all’area arancione (a + b + c) nella Figura 4. Questo aumento di surplus
è maggiore della perdita subita dei consumatori. Tuttavia dobbiamo anche considerare il costo
sostenuto dagli stati membri dell’UE per acquistare l’eccesso di o¤erta presente sul mercato.
Questo è pari all’area rossa (b+c+d+e+f ). Il risultato netto è una perdita di benessere sociale
pari a b + d + e + f . La perdita sociale è proporzionale all’eccesso di o¤erta corrispondente al
prezzo di mercato ed al prezzo garantito.
In appendice riportiamo l’analisi che tiene conto dell’o¤erta mondiale di prodotti agricoli.
L’esistenza della concorrenza internazionale capace di soppiantare completamente la produzione
domestica richiese che insieme alle politiche di prezzo l’UE limitasse l’accesso al mercato europeo
da parte dei produttori extra-europei.
5
Figura 1: Equilibrio iniziale.
Figura 2: Equilibrio dopo l’intervento comunitario.
6
Figura 3: Variazione del surplus dei consumatori dopo l’introduzione della politica di prezzo.
Figura 4: Variazione del surplus dei produttori dopo l’introduzione della politica di prezzo.
7
Figura 5: Spesa sostenuta dall’UE per la PAC.
Figura 6: E¤etto del progresso tecnologico sull’equilibrio del mercato.
8
Il progresso tecnico ha aggravato il problema illustrato precedentemente. Infatti l’innovazione tecnologica nel settore agricolo ha ridotto i costi marginali di produzione per ogni
livello produttivo. Questo ha causato una traslazione della curve di o¤erta a sud-est (Figura
6).3 Dunque con il passare del tempo il costo della politica agricola è aumentato di pari passo
con l’aumento dell’eccesso di o¤erta.
Questi e¤etti sono stati studiati ed in parte misurati dalla Commissione Europea e dall’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OECD), nella prossima sezione
illustreremo alcuni dati e cercheremo di calibrare il nostro esempio in modo da replicare i dati
stimati dalle diverse organizzazioni internazionali.
3.1
I costi della PAC
Il costo della PAC può essere misurato in diversi modi: considerando la spesa sostenuta dall’UE
così come riportata nel bilancio comunitario oppure cercando di stimare la perdita di benessere
da parte dei cittadini europei che devono pagare un prezzo maggiore per i prodotti alimentari.
Nel 2005 la spesa comunitaria per le politiche agricole ammontava a 100 miliardi di euro 4 di
cui 57 miliardi solo per le politiche a sostegno del prezzo dei prodotti agricoli. L’OECD ha
stimato che nel 2003 i maggiori prezzi hanno comportato un aggravio per i consumatori pari a
50 miliardi di euro. Ritson (1997) [3] ha stimato che il prezzo garantito è il 20% superiore al
prezzo di equilibrio che si otterrebbe senza l’intervento comunitario.
Sulla base di questi dati possiamo proporre un esempio numerico in cui i valori dei parametri
sono plausibili, in quanto ricavati da osservazioni. Consideriamo un paniere di prodotti interessati dalla PAC. Normalizzando il prezzo d’equilibrio iniziale P a 100 e, il prezzo garantito
P risulta essere pari a 120 e per quintale di prodotto. Supponiamo che la quantità domandata
quando il prezzo è P = 120 sia pari a 2:380 milioni di quintali mentre l’o¤erta sia uguale a 2:855
milioni di quintali. Per riportare il prezzo di mercato alla soglia minima, le autorità dovrebbero
acquistare un ammontare pari al segmento AB (Figura 2) che è pari a 475 milioni di quintali.
In tal modo il costo delle politiche di sostegno al prezzo ammonterebbe a 120 475 = 57:000
milioni di euro come stimato dall’OECD.
Se assumiamo che = 3:820 e = 12 possiamo osservare che dato il prezzo iniziale P = 100
la quantità di equilibrio è Q = 2:620 = D (P ) =
p. Con l’introduzione della PAC
l’equilibrio del mercato passa da (Q ; P ) = (2:620; 100) al nuovo equilibrio (Q1 ; P1 ) dove la
domanda privata è uguale a D (P1 ) = 2:380. La variazione del surplus dei consumatori è data
100)
dall’area del trapezio a + b (Figura 3) uguale a (2:380+2:620)(120
= 50:000 milioni di euro.
2
Sulla base della nostra calibrazione possiamo inferire il possibile aumento del surplus degli
agricoltori. La curva di o¤erta deve passare per i punti (Q ; P ) = (2:620; 100) e (Q1 ; P1 ) =
(2:855; 120). Quindi i parametri della funzione di o¤erta sono = 47
= 1:445. L’aumento
4 e
3
Ricordando che la curva di o¤erta deriva dalle due seguenti condizioni:
M C (Q) = P
P
AC (Q)
dove M C (Q) è la funzione di costo marginale e AC (Q) è la funzione di costo medio. Il progresso tecnologico
comporta una riduzione della funzione di costo marginale per ogni livello produttivo. Quindi per dato prezzo la
quantità ottima aumenta, assumendo che la funzione di costo marginale sia strettamente crescente.
4
Con l’adesione di nuovi stati alla comunità europea, la commissione ha stimato che in termini nominali la
spesa raggiungerà il proprio picco nel biennio 2008/2009 per poi ridursi …no al 2013.
9
100)
del surplus degli agricoltori è pari all’area a + b + c ed è pari a (2:855+2:620)(120
= 26:229
2
milioni di euro.
Analizzando come la spesa viene ripartita tra i diversi stati membri possiamo osservare
(Tabella 2) che il maggior bene…ciario è la Francia che riceve il 22% del totale mentre Spagna,
Germania e Italia ricevono tra il 12% e il 15% ciascuno. Per tutti questi paesi i trasferimenti
sono proporzionali alle rispettive quote di produzione. Grecia ed Irlanda ricevono trasferimenti
che superano di gran lunga le rispettive quote di produzione. L’Irlanda riceve sussidi pari al 4%
della spesa comunitaria mentre la sua produzione ammonta al 2% di quella europea. Passando
dai bene…ci per gli stati a quelli per gli agenti economici, notiamo che i maggiori bene…ciari tra
gli agricoltori sono i grandi proprietari terrieri e le grandi industrie agricole. Due produttori
di zucchero Tate e Lyle, che …gurano tra i maggiori bene…ciari delle politiche agricole, ricevono
più di 180 milioni di euro ciascuno. Si è calcolato che l’80% della spesa va a bene…ciare solo
il 20% degli agricoltori europei mentre 40% dei restanti agricoltori si divide l’8% della spesa
agricola. Solo il 5% della popolazione (circa 10 milioni di persone) lavora in ambito agricolo
e il settore primario contribuisce solo per l’1,6% del Prodotto Interno Lordo (in breve PIL)
europeo. Nei singoli stati la rilevanza del settore agricolo varia notevolmente: in Polonia il 18%
della popolazione in età lavorativa è impiegata nel settore agricolo mentre in Gran Bretagna
e Belgio tale quota è solo del 2%. L’agricoltura rappresenta il 5% del PIL in Grecia e solo lo
0,6% in Svezia.
La politica agricola può essere valutata anche sotto altre prospettive: ad esempio, non abbiamo considerato gli e¤etti della politica agricola dal punto di vista ecologico. Per un’analisi dei
costi della PAC rimandiamo alle ricerche dettagliate del Ministero del Tesoro congiuntamente
con il Dipartimento per l’Ambiente inglese [3].
% Benefici della PAC
% Terreno coltivabile
(EU-25)
Francia
22%
Francia
17%
Germania
14%
Germania
10%
Grecia
6%
Grecia
2%
Italia
12%
Italia
9%
Irlanda
4%
Irlanda
3%
Spagna
15%
Spagna
15%
UK
9%
UK
9%
Altri
18%
Altri
35%
Tabella 2: Bene…ci e area coltivabili in percentuale del totale (EU-25)
10
4
Giochi politici
La PAC può essere vista come l’esito di un gioco a cui prendono parte i governi nazionali e
diversi gruppi d’interesse. Di seguito illustreremo brevemente le caratteristiche di alcuni agenti
economici in‡uenzati dalla PAC
4.1
Gli agricoltori
Gli agricoltori bene…ciano della politica mirata al sostegno del prezzo dei beni agricoli. Secondo
l’Eurostat nel 1999-2000 il 58% dei 6,8 milioni di agricoltori aveva un appezzamento relativamente piccolo (meno di 5 ettari). Questi erano per lo più agricoltori greci, italiani e portoghesi.
Gli appezzamenti superiori ai 100 ettari costituiscono solo il 3% degli appezzamenti europei e
sono per lo più in Gran Bretagna. Il 54% dei possedimenti e il 55% delle aziende agricole si
trovano in aree meno favorite o montagnose. Il 96% delle aziende sono di proprietà di singoli
individui o famiglie mentre il restante 4% è proprietà di società. Ma …no ad ora la PAC ha
bene…ciato i grandi proprietari terrieri non garantendo un miglioramento del tenore di vita per i
piccoli produttori agricoli. Conseguentemente i principali bene…ciari della politica agricola sono
pochi e hanno forti incentivi per organizzarsi in un gruppo di pressione capace di fare lobbying
sulle autorità politiche europee.
4.2
I consumatori
L’analisi precedente ha individuato alcuni costi sostenuti dai consumatori come conseguenza
della PAC. Sebbene il costo pro-capite non sia esorbitante, la PAC sembra avere anche una
valenza redistributiva. Empiricamente si osserva che i poveri sono quelli che spendono relativamente di più nei beni alimentari e quindi sono relativamente più danneggiati dai più alti prezzi
dei beni agricoli. La PAC fornendo trasferimenti commisurati alla produzione ha spinto gli
agricoltori ad adottare ogni mezzo per aumentare la propria produzione, anche a danno della
qualità del prodotto. Questo tipo di atteggiamento ha creato un’ulteriore esternalità negativa
per i consumatori. Questi costi della PAC pur essendo rilevanti sono suddivisi tra tutti i consumatori che di¢ cilmente riescono a coordinarsi in un gruppo di pressione e¢ cace come quello
costituito dagli agricoltori.
4.3
I paesi extra-europei
Il sostegno dei redditi degli agricoltori ha comportato l’introduzione di sussidi all’esportazione e
di limitazioni all’accesso del mercato europeo da parte dei produttori internazionali. Questo tipo
di politiche ha in‡uenzato la quantità prodotta, l’allocazione e l’organizzazione della produzione
mondiale e i prezzi agricoli a livello internazionale. L’UE, sussidiando le esportazioni ed avendo
una quota rilevante del commercio internazionale, distorce il prezzo internazionale di molti
prodotti agricoli. Questo tipo di politiche è de…nito “dumping” e consiste nella vendita di
prodotti all’estero ad un prezzo inferiore a quello applicato nel mercato domestico.5 L’impatto
sui paesi stranieri non è uniforme: i paesi esportatori di prodotti agricoli (ad esempio USA,
5
Nel commercio internazionale si intende per dumping una strategia “con cui i prodotti di un Paese sono
immessi in commercio in un altro Paese ad un prezzo inferiore al valore normale del prodotto” (GATT, art. VI
co 1).
11
Australia, Nuova Zelanda, Brasile ed Argentina) hanno subito il peso della concorrenza europea;
i paesi importatori netti di prodotti alimentari sono stati implicitamente sussidiati. Per questo
motivo è stato di¢ cile il crearsi di un fronte internazionale che premesse per l’abolizione o
almeno il ridimensionamento della politica agricola. I meeting dell’Organizzazione Mondiale
del Commercio6 (WTO) rappresentano le principali occasioni in cui i diversi paesi cercano di
accordarsi sulle regole relative agli scambi internazionali e vengono sollevate le critiche più
accese sulla politica agricola europea.
4.4
Interazione strategica tra i diversi agenti economici
Dopo aver passato in rassegna i diversi agenti interessati alle politiche agricole possiamo osservare come consumatori e agricoltori possono in‡uenzare l’atteggiamento dei governi tramite il
voto, il sostegno politico e l’attività di lobbying. A livello di stati nazionali l’interazione avviene
tramite un processo di contrattazione e discussione durante i negoziati internazionali.
Sia il processo politico, voto o lobbying, che il processo di contrattazione possono essere
studiati come giochi (nel senso tecnico del termine) dove i diversi agenti interagiscono. A
titolo d’esempio, consideriamo il processo di lobbying che può intercorrere tra i governi e gli
agricoltori, principali bene…ciari della PAC.
Consideriamo un sistema maggioritario con due soli candidati: il candidato A sostiene la
politica agricola mentre il candidato B vuole la sua abolizione. In una elezione maggioritaria
vincerebbe il candidato che sostiene la politica preferita dalla maggioranza degli elettori. Se
ipotizziamo che l’esito dell’elezione dipenda anche dalla popolarità dei due candidati allora
questa può dipendere dalla campagna elettorale. Sotto questa ipotesi gli agricoltori bene…ciari
della politica agricola hanno l’incentivo a costituire un gruppo di lobbying e …nanziare la campagna elettorale del candidato A. Questo attività di lobbying può portare alla vittoria della
competizione politica il candidato sostenuto dal gruppo di pressione indipendentemente dalle
preferenze della maggioranza della popolazione [7].
Sia questa situazione, sia la contrattazione tra i paesi europei e gli altri membri del WTO
in materia di liberalizzazione degli scambi commerciali possono essere studiati utilizzando la
teoria dei giochi, cioè l’analisi formale dell’interazione tra agenti i cui obiettivi possono essere
in parziale con‡itto tra loro.7
6
L’Organizzazione Mondiale del Commercio, meglio conosciuta come World Trade Organization (WTO), è
un’organizzazione internazionale creata allo scopo di supervisionare numerosi accordi internazionali relativi al
commercio tra i 150 stati membri. Il WTO è stato istituito il 1 gennaio 1995, alla conclusione dell’Uruguay
Round.
7
Lo studente interessato ad approfondire può cominciare a leggere il capitolo XX del libro di testo e la voce
Giochi, teoria dei [5].
12
Bibliogra…a
Riferimenti bibliogra…ci
[1] A. V. (2003), Agricultural Policies in OECD Countries: Monitoring and Evaluation, OECD.
[2] A. V. (2003), An agenda for growing Europe, European Commision.
[3] A. V. (2005), A Vision for the Common Agricultural Policy, DEFRA UK.
[4] A. V. (1999), The European Union’s Common Agricultural Policy: Pressures for Changes,
UN Department of Agriculture.
[5] Battigalli, P. Giochi, teoria dei, in Dal XX al XXI secolo: problemi e prospettive
(Enciclopedia del Novecento, Supplemento III, Volume A-G, 2004)
[6] Jovanovic, M. N. (2005), The Economics of European Integration Limits and Prospects,
Edward Elgar.
[7] Persson T, G. Tabellini (2000), Political Economics, MIT Press
[8] Swann, D. (2000), The Economics of Europe, Penguin Books.
[9] Tarditi, S. L’insostenibile spreco di risorse della PAC
Siti Rilevanti
[i] http://europa.eu/pol/agr/index_it.htm
[ii] http://en.wikipedia.org/wiki/Common_Agricultural_Policy
[iii] http://en.wikipedia.org/wiki/European_Union
[iv] http://www.swisscore.org/Policy%20docs/general_research/sapir_report_en.pdf
13
A
Appendice: Analisi della PAC considerando l’o¤erta internazionale
Nell’analisi nel testo abbiamo trascurato il fatto che la PAC ha limitato anche l’accesso al
mercato europeo da parte dei produttori stranieri tramite un meccanismo di quote e tari¤e.
Supponiamo che il prezzo mondiale del prodotti agricoli sia pari a P e che la produzione
mondiale sia capace di soddisfare qualsiasi richiesta da parte dei consumatori europei. In altre
parole, assumiamo che la curva di o¤erta mondiale sia una retta orizzontale con intercetta pari
a PInt . L’equilibrio dell’economia domestica senza restrizioni alle importazioni è rappresentato
dal punto E in corrispondenza di un prezzo d’equilibrio uguale a quello internazionale e di una
quantità consumata Q . In tale equilibrio la quantità prodotta domesticamente è solo S (P )
mentre Q
S (P ) è importata dai produttori stranieri (Figura A1).
Figura A1: Equilibrio del mercato domestico senza restrizioni alle importazioni e senza un
prezzo garantito per i produttori domestici.
Si può osservare come ogni politica che voglia garantire un prezzo minimo per gli agricoltori
domestici non sarebbe e¢ cace se non fosse accompagnata da una limitazione alle importazioni
estere. Supponiamo che le esportazioni siano limitate e l’Unione Europea garantisca un prezzo
minimo P , in questo caso l’equilibrio sul mercato domestico sarebbe ottenuto dall’incrocio della
domanda domestica inclusiva della domanda da parte dell’UE con la curva di o¤erta domestica.
Questo equilibrio è uguale a quello trovato precedentemente dove la domanda domestica è pari
a D (P ). Tuttavia, la perdita di surplus per i consumatori (l’area in grigio, a + b + e + g + n) è
maggiore rispetto al caso studiato nel testo. La limitazione delle importazioni non permette ai
14
consumatori di pagare il prezzo internazionale che è minore del prezzo d’equilibrio per l’economia
europea in autarchia.
al prezzo internazionale che, a sua volta, è minore del prezzo d’equilibrio per economia
europea in autarchia.
Simmetricamente, l’aumento dei pro…tti per i produttori è maggiore poichè essi non solo
ricevano un prezzo maggiore per ogni unità prodotta ma possono aumentare il volume delle
proprie vendite una volta che la competizione estera è bloccata. Facendo riferimento alla Figura
A3, l’aumento dei pro…tti è pari all’area azzurra, a + b + c.
Il saldo di questi due e¤etti è una perdita di benessere sociale pari all’area g + e + n c.
A questa dobbiamo aggiungere la spesa sostenuta dall’ UE per acquistare l’eccesso di o¤erta
che si osserva quando il prezzo di mercato è pari al prezzo garantito. La spesa è proporzionale
all’eccesso di o¤erta e al prezzo garantito nel caso in cui consideriamo l’aquisto diretto da parte
delle autorità oppure alla di¤erenza tra il prezzo garantito e il prezzo internazionale nel caso in
cui consideriamo un sussidio alle esportazioni (Figura A4).
In quest’ultimo caso la perdita totale di benessere ammonta all’area b + d + 2e + g + n.
Figura A2: Variazione del surplus dei consumatori.
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Figura A3: Variazione del surplus dei produttori.
Figura A4: Spesa sostenuta dall’UE nel caso di sussidi alle esportazioni.
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