il meccanotessile delle officine galileo. ingegnosità del popolo

IL MECCANOTESSILE DELLE OFFICINE GALILEO.
INGEGNOSITÀ DEL POPOLO FIORENTINO. ABILITÀ’ ARTIGIANALE, SCIENZA,
E DIFESA DELL’INTEGRITÀ’ UMANA NELLE LOTTE OPERAIE
Documento redatto a cura del Comitato ‘il Meccanotessile è dei Cittadini’
in occasione dell'inaugurazione del Giardino delle Officine Galileo realizzato nell'area
dell'ex-Meccanotessile di Rifredi
IL MECCANOTESSILE DELLE OFFICINE GALILEO.
INGEGNOSITÀ DEL POPOLO FIORENTINO. ABILITÀ’ ARTIGIANALE, SCIENZA,
E DIFESA DELL’INTEGRITÀ’ UMANA NELLE LOTTE OPERAIE
Quando nel febbraio 2009 si concluse un lungo iter giudiziario e l'area dell'ex-Meccanotessile tornò
nella disponibilità dell'Amministrazione Comunale, gli abitanti di Rifredi ripresero a guardare a
quegli spazi lungamente abbandonati con rinnovata speranza. Fu allora che alcuni di loro si misero
in contatto con una storica presenza del Quartiere, Romano Moretti, per considerare alcune ipotesi
di riutilizzo di quel bene, salvato dalla demolizione quasi trent'anni prima al prezzo di un forte
impegno delle Istituzioni e della popolazione.
Romano conosceva profondamente il problema: aveva lavorato in quella fabbrica e
successivamente all'Ufficio Urbanistico della Regione Toscana, poi all'ufficio Piano Regolatore del
Comune di Firenze; aveva inoltre una profonda esperienza maturata in un’esistenza di costante
impegno civico nel quartiere di Rifredi.
Quell'area, residuo del complesso delle Officine Galileo, aveva rappresentato per Rifredi il centro
dinamico della propria costituzione. Ancor oggi, nella memoria della sua storia, simboleggia
l’ingegnosità del popolo fiorentino: abilità artigianale e scienza, insieme alla irrinunciabile difesa
dell’integrità umana affermata nelle lotte operaie.
La fabbrica era stata la più importante della città per il numero di addetti, per la qualità della sua
produzione e per la sua storia. Parlando della Galileo si evoca un “alone leggendario”, con gli
stessi operai “ben coscienti di far parte di quel mito” . *1.
I primi passi dell’azienda fino alla II guerra mondiale
La Officina Galileo nasce poco dopo il 1860 nel laboratorio di via dei Serragli; produce strumenti
ottici, astronomici e meccanici di precisione occupando quaranta operai specializzati che realizzano
in forma di attività produttiva studi e competenze maturati al Museo della Specola. Da via dei
Serragli lo stabilimento si trasferisce in viale Don Minzoni e quindi nel 1909 a Rifredi, cambiando
il nome in “Officine Galileo”. Dal 1907 anche Guglielmo Marconi fu nel C. di A. in qualità di
Vicepresidente.
L’insediamento della fabbrica in
una zona ove già esistevano altre
manifatture fece di Rifredi -fino ad
allora sobborgo nella campagnaun centro operaio in cui ebbero
ampia circolazione le idee
socialiste.
La “fabbrica di ogni sorta di
strumenti di precisione” fu
interessata dallo scoppio della
Prima Guerra Mondiale con la
produzione di strumenti ottici per
la Regia Marina: periscopi,
telemetri, binocoli e strumenti elettrici e di illuminazione.
La produzione era fondata sulla figura dell’operaio specializzato, capace nella sua professionalità e
consapevole del proprio ruolo. Perciò di fronte a
mancate risposte della Dirigenza, le richieste dei
lavoratori sfociavano in esplicite rivendicazioni,
come in un famoso sciopero bianco e
nell’occupazione della fabbrica del 1920.
Il mito della Galileo era fondato sulla qualità
molto specializzata delle mansioni, ma anche sulla
sicurezza del posto e, non ultimo, sul guadagno
più alto che in altre fabbriche: “... andavano al bar
del Giannelli, lasciavano le buste lì sul tavolo, per
far vedere quanto guadagnavano ...” *2. Avere
un familiare alla Galileo era motivo di orgoglio.
Il Periodo Bellico
Con la Seconda Guerra Mondiale i miglioramenti nel campo dell’elettrotecnica e dell’elettronica
portarono ad una espansione delle Officine Galileo
(antenne radar delle navi italiane), che nel 1943
arrivò ad avere 4.700 addetti.
Quando, con la ritirata tedesca, la Direzione si
spostò al Nord, la maggioranza degli operai della
“bottega dello stagnino” (così Radio Londra
chiamava la Galileo) rifiutarono il trasferimento e
vennero licenziati. Nella fabbrica semidistrutta un
gruppo di tecnici e operai dette vita ad un
Consiglio di Gestione decidendo le scelte
produttive e facendo ripartire l’attività. La
proprietà si astenne.
La Ricostruzione
Nell’agosto del ’44, alla Liberazione di Firenze, la fabbrica fu riattivata, e fu costituita la
Commissione dei Lavoratori che definì un piano di orientamento per la produzione; la direzione
dello stabilimento fu affidata agli ingegneri Giulio Martinez e Gianfranco Musco, quest’ultimo
membro del Comitato Toscano di Liberazione Nazionale nella lotta partigiana.
I locali distrutti vennero rimessi in efficienza dagli operai e vennero riprese le lavorazioni con un
piano di sviluppo che privilegiava produzioni di pace. Ciò fu possibile anche per la duttilità del
sistema produttivo e per il valore dato alla professionalità degli operai dall’Azienda, che poteva
vantare vaste esperienze in un gran numero di settori: macchine fotografiche, contatori elettrici,
dispositivi per l’alto vuoto e strumentazione elettrica.
E’ in questo momento che si sviluppa la produzione meccanotessile. La vicina Prato si trovava alla
fine della guerra con il 40% dei macchinari e delle fabbriche tessili distrutte, e la Galileo riservò un
intero settore alla produzione di macchine e telai per l’industria tessile.
L'organizzazione del lavoro era sempre
semi-artigianale, e il lavoro si svolgeva
per la maggior parte manualmente; i
progetti venivano realizzati al tecnigrafo,
nelle sale disegno; e le lavorazioni
venivano svolte da piccoli gruppi composti di 4-5 persone tra operai e
apprendisti- coordinati dal personale
specializzato
che
possedeva
le
competenze: le cosiddette “mosche
bianche”. Romano racconta che il suo
reparto lavorava per la produzione di
piccole quantità di stereocartografi e
strumenti geodetici (teodoliti, livelli).
Per la produzione dei telai destinati
all'industria tessile furono impiegate piccole linee di montaggio.
A Rifredi la fabbrica occupava un’area di 100.000 mq.; l’insediamento industriale si estendeva oltre
viale Morgagni e via Alderotti ed era collegato da sottopassi pedonali per l'attraversamento delle
due strade.
Nasce la F.L.O.G.
Dopo il 19 settembre 1945, per iniziativa di operai, impiegati e dirigenti, venne costituita la
F.L.O.G. (Fondazione Lavoratori Officine Galileo); 4 ettari sulla collina di Montughi, nel vicino
Poggetto; l’ing. Musco fu Il primo Presidente.
La F.L.O.G. nacque come centro ricreativo e spaccio di generi di prima necessità per i lavoratori; fu
costruita la prima piscina in Firenze, campi da tennis e una pista da ballo, oggi Arena Estiva. Una
sezione molto attiva della F.L.O.G. era quella sciistica-escursionistica, che partecipava a gare di
livello nazionale. Fu una grande conquista per tutti i lavoratori che potevano così accedere ad
attività sportive.
Questa fu la sede in cui, poi, vennero avviate attività culturali multietniche: la Mediateca delle
Tradizioni Popolari, il Festival di Musica dei Popoli, la Rassegna del Film Etnomusicale.
I Conflitti Sociali
Con gli anni ’50 il richiamo alla produttività e alla modernizzazione non si fece aspettare, e la
fabbrica si adeguò a una produzione di tipo taylorista; direzione e operai si trovarono su fronti di
interesse contrapposti e l’Organismo di Produzione, che operava in collaborazione col Consiglio di
Gestione, presto entrò in crisi. Il processo produttivo subì le trasformazioni della nuova
industrializzazione e questo passaggio porterà alle lotte degli anni ’60 contro la nuova
organizzazione del lavoro.
Nel 1958/59 l’azienda si trovò di fronte a una grave crisi e furono annunciati 1000 licenziamenti. I
lavoratori si opposero, la fabbrica fu occupata e si costituì una straordinaria area di solidarietà; il
sindaco di Firenze Giorgio La Pira si schierò con i lavoratori, e alla fine solo 318 di essi furono
licenziati.
Dagli anni ’60 venne ripresa la produzione militare, che diventerà molto significativa rispetto alla
produzione civile.
Crisi della Galileo e sconfitta di una Nuova Urbanistica
Dagli anni '70 le Officine Galileo ebbero una crescente diminuzione delle commesse; la nuova
proprietà Montedison minacciò la chiusura dello stabilimento e si arrivo al trasferimento della
fabbrica a Campi Bisenzio.
Nella trattativa tra proprietà, lavoratori e amministratori si inserì anche il nuovo e agguerrito
Quartiere 10 Rifredi-Statuto (poi confluito nell'attuale Q5), con Mario Preti primo presidente,
sostenuto da un forte impegno popolare.
Ecco un breve estratto di una Memoria del ricco dibattito allora svoltosi, con le proposte delle
Sezioni del P.C.I. (Partito Comunista Italiano) per l’elezione dei Consigli di Quartiere. Al capitolo
Fabbrica e Ambiente si dice: “Anche nel nostro quartiere, inserito nella zona tradizionalmente
industrializzata di Firenze, ci sembra importante affrontare il tema dell’inquinamento industriale.
…A nostro avviso la soluzione non è costituita dal trasferimento degli insediamenti industriali
lontano dalla città, ma la lotta alla nocività si può attuare attraverso applicazione in fabbrica di
tutte quelle norme anti-inquinamento che la scienza attuale prevede e attraverso una maggiore
conoscenza da parte dei lavoratori e dei cittadini del tipo di sostanze utilizzate e dei danni che esse
comportano…”.
In questa breve frase sta un compendio di teoria urbanistica che avrebbe potuto contrastare la
disarticolazione della città divisa in zonizzazioni dai PRG, in cui le aree a carattere omogeneo non
indicavano altro che lo smembramento di un corpo dove realizzare un’impossibile rincorsa tra
lavoro, residenza, svago, cultura. Al tempo stesso era presente l’indicazione di una reale lotta
all’inquinamento, partendo dall’origine del problema: “… E’ necessario creare un movimento per
infrangere il segreto professionale dietro cui si nasconde l’impiego di sostanze altamente dannose
per la salute dei cittadini, e per richiedere leggi nazionali che proibiscano l’uso di sostanze
tossiche”.
Il dito puntava diretto, senza slogan. Privo di retorica ecologista, richiamava le possibilità concrete
che la scienza offriva. Ed eravamo nel 1976.
A chi obiettava che la presenza di grandi industrie avrebbe ucciso il quartiere per il traffico delle
merci rispondeva Sergio Sozzi in uno scritto per la “Conferenza sui problemi urbanistici del
quartiere 10”, del novembre 1982: “… il vero problema non è tanto l’allontanamento dei posti di
lavoro nell’industria quanto che cosa subentra in luogo di quelli ...perché ciò dà luogo a enormi
speculazioni immobiliari...”. E oltre: “oggi uno sviluppo dei posti di lavoro è proponibile
realisticamente lungo l'asse ferroviario”… “la soluzione dei problemi di mobilità dipende dal
grado di utilizzabilità della ferrovia per la mobilità locale e l'allontanamento del traffico locale di
attraversamento.” . “...la ferrovia, che ha causato per oltre un secolo il quasi isolamento del
quartiere, potrebbe diventare il più importante elemento di ricucitura del quartiere col contesto
principale della città.”*3.
La contrattazione con la Montedison portò a una variante al Piano Regolatore Generale nel 1976,
con 250.000 mc di costruzioni su circa 6 ettari (indice 3 di fabbricabilità).
Ccirca 3,5 ettari, corrispondenti all’area del Meccanotessile, vennero destinati a servizi pubblici,
secondo le norme degli “Standard Urbanistici” -D.M. del 2.4.1968, in applicazione della Legge
urbanistica 1150/1942-: 18 mq per ciascun abitante della lottizzazione stessa. In questo caso il
rapporto era di mq 16.
Il Centro d'Arte Contemporanea
Il trasferimento effettivo della Galileo a Campi Bisenzio avvenne nel 1980, e nel 1981 il Comune
fece redigere un "progetto di fattibilità" per un Centro d’ Arte Contemporanea (CAC) nell’area del
Meccanotessile. L’obiettivo e la speranza era che il Centro potesse diventare un polo di attrazione
per la città e un nucleo per il rinnovamento e la riqualificazione di tutto il quartiere. Erano previsti
spazi verdi e attività culturali aperte alla partecipazione dei cittadini; e Rifredi aveva bisogno di
giardini, piazze, strutture per giovani, anziani e bambini in cui vivere vite di relazione. Alcuni
dubitarono che quella fatta fosse la scelta migliore per il Quartiere, anche in considerazione del peso
urbanistico dell'opera.
Il primo lotto dei lavori partì nel 1990 e si protrasse fino al 2000, recuperando 9.500 mq, con una
spesa di 22 miliardi di lire. Nacque però un problema di convivenza con il Centro per l’Arte
Contemporanea Pecci, nato pochi anni prima a
Prato. Si susseguirono studi e riflessioni con la
partecipazione dei cittadini e della “Commissione
Meccanotessile” costituita nell'ambito del Q5;
infine il progetto originale fu ridefinito come
spazio di sperimentazione e produzione artistica
degli istituti artistici fiorentini e dell'Accademia di
Belle Arti.
Con il nuovo appalto partirono anche i ricorsi al
TAR da parte di alcune ditte escluse dall'incarico; i
lavori vennero così bloccati per circa 6 anni, finché
nel 2009, al completamento dell'iter giudiziario,
Comune e Regione valutarono che quel progetto,
lento e faticoso nel suo procedere, non avesse più
senso per la città.
In quel periodo di inerzia l'ex-Meccanotessile fu
animato dalla presenza di giovani artisti che si
posero in modo critico verso la situazione in atto,
alternando attività artistico-espositive e iniziative
di protesta. Una grande Venere metallica è rimasta
a testimonianza della loro presenza.
Nel frattempo la Soprintendenza identificava come
patrimonio monumentale industriale l'Edificio Principale del Meccanotessile.
Alienazione del Meccanotessile. Nasce il Comitato.
I primi di ottobre del 2009 il neo-eletto sindaco Matteo Renzi annunciava in diretta televisiva che il
Meccanotessile sarebbe stato messo in vendita; e il 4 febbraio 2010 il lotto venne effettivamente
inserito nel Piano delle Alienazioni del Comune.
Ma a Rifredi la gente si conosce; ci sono ancora vecchi lavoratori della Galileo, i loro familiari e i
loro figli; le persone si incontrano, commentano la notizia e non accettano passivamente questa
scelta; così si costituisce il comitato “Il Meccanotessile è dei Cittadini”: una cellulea di nuova
democrazia alla quale aderiranno anche cittadini con importanti competenze specifiche.
Il Comitato indicherà come l’ipotesi di vendita sia illegittima, innanzitutto sotto il profilo giuridico:
gli immobili sono pervenuti in proprietà al Comune di Firenze come Oneri di Urbanizzazione dalla
lottizzazione “ex Officine Galileo”, per realizzare servizi pubblici più che mai necessari al
Quartiere. Tutta quell’area è funzionale all’attuazione degli Standard urbanistici, per compensare
almeno in parte il grande impatto edilizio delle nuove volumetrie realizzate.
Si susseguono gli incontri settimanali fra i cittadini: analisi, dibattiti, ipotesi sulle strade da
percorrere e iniziative concrete. Nasce il “comitato spontaneo dei genitori della scuola Matteotti”
che affiancherà l'impegno del nostro Comitato con sue iniziative autonome.
Di fronte alla richiesta di affrontare il problema molti Amministratori si dimostrano disponibili. Ne
derivano incontri e assemblee con assessori (Rosa Di Giorgi, Titta Meucci), con la Commissione
Urbanistica Comunale, col Quartiere 5 e con forze politiche che appoggiano le richieste del
Comitato in difesa della ex fabbrica, come valore storico e urbano per il Quartiere e per tutta la
città.
Nel settembre 2010, con l’occasione dei
Cento Luoghi -evento pubblico per la
definizione del nuovo Piano Strutturaleavviene il primo incontro cittadino all'interno
dell'Edificio
Principale
dell'ex
Meccanotessile.
Le
proposte
dell’Amministrazione non sono condivise,
ma si intuisce una reciproca volontà di
comprensione.
La Commissione Urbanistica recepisce le
richieste del Comitato; si cercano soluzioni,
si formalizzano proposte e il Consiglio
Comunale vota ipotesi che vanno verso
l’accoglimento delle richieste; nel Comitato
comincia a farsi strada un'altalenante fiducia.
Dall’aprile 2011 viene fatta una raccolta di
firme. Nel testo della sottoscrizione si dice:
“… I sottoscritti cittadini .. chiedono:
1) che il “percorso di partecipazione e coinvolgimento dei cittadini e del Consiglio di
Quartiere” si concretizzi nella nomina in tempi brevi di una commissione consiliare con la
partecipazione di una rappresentanza del Consiglio di Quartiere e dei cittadini del rione;
2) che le funzioni da prevedere e attuare nell’ex Meccanotessile siano tali da consentire il
mantenimento della proprietà pubblica del complesso;
3) che venga aperta in tempi brevi e attrezzata a giardino pubblico l’intera area prospiciente via
Lombroso”
Vengono raccolte circa 1.500 firme.
Il Comitato si fa carico di entrare anche nel merito del Piano Strutturale con studiate osservazione e
anche su questo si confronta con L’Amministrazione.
Finalmente il Meccanotessile è tolto dalla Lista delle Alienazioni!
Nuove speranze
Nel settembre 2011, si tiene un’altra assemblea dei Cento Luoghi all’interno dell'ex-fabbrica. E’
presente anche il sindaco Matteo Renzi che partecipa anche alla successiva assemblea alla SMS di
Rifredi; nella circostanza viene presentato un nuovo progetto di larga massima. Nella proposta, per
l’Edificio Principale si prevedono: un asilo, una biblioteca, spazi per la documentazione della storia
del Meccanotessile, una piazza coperta e altro; tutto nel rispetto della finalità culturale e pubblica.
Solo le “casette”, gli ex uffici, e l’edificio ex mensa saranno messi in vendita e destinati a residenze
per studenti e ad appartamenti
Ma soprattutto viene deciso il futuro prossimo per l’area esterna prospiciente via Lombroso: lì verrà
realizzato un giardino pubblico, eliminando dal progetto la previsione di un parcheggio interrato,
incompatibile con la nuova destinazione. Anche l’ipotesi di utilizzare provvisoriamente l'area per il
cantiere della tranvia (una scelta che avrebbe ritardato ancora la realizzazione dell'opera) incontra
l'opposizione dei cittadini; l'Amministrazione si dimostra disponibile e il pericolo viene allontanato.
A marzo 2012 il Consiglio Comunale vota all'unanimità la Mozione n. 274, che “impegna il
Sindaco e la Giunta … • ad aprire ed attrezzare a giardino pubblico l’intera area prevista dal
progetto presentato dall’A.C. nella riunione di C.U. del 18-1-2012, in tempi brevi, e comunque
entro il 2012; • a proseguire nell’azione di consultazione del Quartiere 5 e del Comitato “Il
Meccanotessile è dei cittadini” che da tempo si occupa di tale questione; • ad una riqualificazione
di detta area nel più breve tempo possibile e nella salvaguardia del prevalente interesse pubblico; •
a definire le funzioni da collocare all’interno dell’edificio principale dell’ex Meccanotessile nel più
breve tempo possibile, ... a ricercare soluzioni che, pur nell’ipotesi di edilizia abitativa, privilegino
destinazioni di carattere pubblico per Università, Azienda ospedaliera, enti assistenziali e simili,
indicando l’utilizzo del pianterreno dell’edificio ex-mensa per le attività dei servizi pubblici di via
Carlo Bini, … che le risorse acquisite nell'eventuale alienazione relativa agli edifici B e C siano
finalizzate al recupero dell'intera area.”*4.
Il Comitato insiste su una visione d’insieme dell’intero spazio e dentro questa prospettiva si pone
anche il lavoro di Mirko Dormentoni nell'ambito della Commissione Urbanistica, di cui è
Presidente: con riferimento ai piani di recupero previsti vengono ribaditi gli indirizzi espressi nelle
mozioni approvate dal Consiglio Comunale; in particolare si richiama la necessità di “porre in atto
percorsi partecipativi con il coinvolgimento dei cittadini”...Relativamente all'ex-Meccanotessile
(Scheda 8) si richiama -tra l'altro- la necessità di “privilegiare destinazioni di carattere pubblico e
sociale...verificando anche la possibilità di favorire forme innovative di co-housing”.
Il complicato iter del Giardino
Il progetto del Giardino -che sarà intitolato alle Officine
Galileo- è redatto dall’arch. Patrizia Moreno e accoglie via via
parte delle proposte dei cittadini; tra le priorità di bilancio
viene introdotta una previsione di spesa di 1.600.000 euro per
la realizzazione dell'opera.
Nel 2013 il progetto viene completato e finanziato; viene
indetta la gara d’appalto e nel Febbraio 2014 viene
formalizzata l’assegnazione dei lavori.
Ma l'ass. all’Ambiente Alessia Bettini, della giunta di Dario
Nardella appena insediata, si trova a fronteggiare un’ulteriore
difficoltà: a seguito della nuova normativa vigente, il progetto
deve essere integrato con interventi di bonifica bellica e
ambientale che si protrarranno fino alla primavera del 2016
prosciugando anche il cospicuo finanziamento assegnato; si
rende necessario anche la realizzazione di un nuovo progetto
del giardino, che tenga conto delle forti limitazioni imposte
dalla bonifica realizzata.
Nel nuovo progetto, redatto dall’arch. Irene Romagnoli, ci saranno molti alberi in meno e grandi
spazi privi di ombreggiature. Per questo nella primavera 2016, alla ripresa dei lavori, il Comitato
insiste sulla necessità di integrare l'opera con un pergolato e un grande gazebo; l'Amministrazione
accoglie le richieste e si impegna a completare il giardino col nuovo esercizio finanziario, entro il
2017. Nella circostanza verrà completata anche l’area giochi destinata agli adolescenti.
Il giardino verrà inaugurato il 15 ottobre 2016 nella situazione in cui si trova attualmente.
Guardare avanti!
Chi conosce la storia del nostro quartiere e dell’ex-Meccanotessile delle officine Galileo, sa che si
tratta di una data molto importante perché gli abitanti vecchi e nuovi di questo quartiere
torneranno a godere di quegli spazi dopo oltre 35 anni!
Si tratta del primo passo verso il recupero dell'Area dell’ex fabbrica, che dovrà trasformarsi nella
sede di funzioni sociali e istituzionali, destinate al quartiere e all’intera città. Ma è solo un primo
passo e la parola d'ordine, per tutti, Cittadini e Istituzioni, deve essere quella richiamata nel titolo.
Dall'assessore Federico Gianassi, già presidente del Q5 e incaricato di coordinare gli interventi di
recupero sull'ex area industriale, abbiamo avuto alcune conferme: la parte nord dell'Edificio
Principale ospiterà la nuova sede della Scuola di design industriale, (I.S.I.A.); sull'area lato di via
Alderotti verrà realizzato un parcheggio.
Ma il cammino per arrivare al completo recupero dell'Area è ancora lungo e per raggiungere questo
traguardo in tempi compatibili con le nostre esistenze terrene, sarà necessario un forte impegno di
tutti.
Firenze, ottobre 2016
(Documento redatto a cura del Comitato ‘Il Meccanotessile è dei Cittadini’ in occasione
dell'inaugurazione del Giardino delle Officine Galileo realizzato nell'area dell'ex-Meccanotessile di
Rifredi *)
(*) Tratto dal testo di Anna Guerzoni "Il meccanotessile delle Officine Galileo", OVERVIEW Professione architetto, Firenze 21/09/2012
*1 Giovanni Contini, Memoria e storia. Franco Angeli, Milano1985
*2 Giovanni Contini, Memoria e storia, cit
*3 Sergio Sozzi, Origini e natura dei problemi urbanistici del Quartiere, stampato in proprio,
Firenze 1982. (L’architetto e urbanista Sergio Sozzi, con svariati incarichi politico-amministrativi,
era Assessore ai Lavori Pubblici nella Giunta Gabbuggiani, negli anni 1975/80).
*4 Mozione Consiglio Comunale n. 274 marzo 2012
BIBLIOGRAFIA
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Ferrarese Pieroni P., Era una goccia di quel mare …, Florence art, 2005
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Il
lavoro
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Firenze – Assessorato alla cultura – Quartiere 5 , 2004