LA FRAMMENTAZIONE DEL MONDO ISLAMICO: LE DIVISIONI RELIGIOSE ALL’INTERNO DELL’ISLAM: La rapida espansione dell’islam e le forti lotte per il potere interno al mondo musulmano caratterizzarono il periodo dei primi quattro califfi. Il terzo califfo, Othman, della famiglia degli Omayyadi (legata all’aristocrazia mercantile di La Mecca) fu contestato all’interno dello stesso islam, assediato a Medina e ucciso. Il suo successore fu Ali, il genero di Maometto, alleato della fazione responsabile dell’uccisione di Othman. Ali entrò in lotta con gli Omayyadi: iniziò quindi una guerra civile che si concluse con l’assassinio di Ali e con la vittoria degli Omayyadi, che governarono l’islam dal 661 al 750. Il califfato passò dall’essere elettivo a essere dinastico. Il califfato omayyade vide l’espansione dell’islam, che proseguì ancora con la conquista di Tunisia, Marocco, Spagna, Kabul e Samarcanda; erano ormai riunite diverse etnie e popolazioni sotto la bandiera dell’islam. Gli Omayyadi mantennero un governo fortemente organizzato nonostante l’ampia estensione dei territori. In seguito la capitale del califfato fu trasferita a Damasco, in Siria. Dopo la morte di Ali i suoi seguaci si organizzarono nello schi’a Ali, “il partito di Ali”. Gli appartenenti a questo partito erano gli sciiti e sostenevano che il legittimo sovrano dei musulmani doveva appartenere alla stirpe di Maometto e di Ali. Al contrario, i musulmani fedeli al califfato omayyade erano i sunniti. Gli sciiti consideravano infallibile l’imam, che, oltre ad essere il capo spirituale, è per loro il leader politico della comunità. Per i sunniti c’è invece una distinzione tra l’autorità civile (che ha potere esecutivo e deve applicare la shari’a la legge islamica) e quella religiosa, a cui spettano l’interpretazione dei testi sacri e la funzione di guida in materia di fede. LA DINASTIA ABBASIDE E LE DIVISIONI POLITICHE DEL MONDO MUSULMANO: Il dominio degli Omayyadi si estendeva su un territorio immenso, dalla Spagna all’India. Intorno al 750 una rivolta capeggiata dalla famiglia degli Abbasidi, appoggiata da tribù iraniche, portò all’abbattimento del potere degli Omayyadi e al loro massacro. La rivolta fu determinata da una reazione a favore della famiglia del Profeta (in molti, a cominciare dagli sciiti, sostenevano che il trono spettasse ai discendenti di Maometto, con il quale gli Abbasidi potevano vantare una lontana parentela. Inoltre si aggravò il malcontento a causa dei privilegi di cui godevano le popolazioni di etnia araba (sostenute dagli Omayyadi) e vi fu un incremento della pressione fiscale particolarmente pesante nei confronti dei convertiti non arabi. Queste furono una parte delle cause che determinarono questo episodio. Sotto gli Abbasidi la civiltà islamica raggiunse un grande sviluppo e la nuova capitale dell’impero, Baghdad (nell’odierno Iraq) fu una delle città più splendide della Terra. L’ascesa di questa nuova dinastia segnò però l’inizio della frammentazione del mondo islamico: tra l’VIII e il IX secolo si resero indipendenti Marocco, Tunisia e Egitto. Questo smembramento causò l’infiltrazione dei turchi. Nel X secolo il califfato abbaside entrò definitivamente in crisi. IL CALIFFATO OMAYYADE IN SPAGNA: Abd ar-Rahman, un esponente della dinastia degli Omayyadi che era sopravvissuto al massacro, si rifugiò in Spagna e si insediò nella città di Cordova con il titolo di amir (“emiro”, cioè “comandante”). Successivamente trasformò l’emirato in uno stato indipendente. Il califfato di Cordova, come poi si chiamò, si impose saldamente e fu composto di un’amministrazione capace di esercitare un forte controllo su tutto il territorio. Esso fu inoltre caratterizzato da un grande splendore culturale, grazie anche allo sviluppo delle città della penisola iberica.