Cartella 19 Le civiltà dell’Alto Medioevo Unità 9 Il mondo islamico I confini spazio-temporali Lo spazio La penisola arabica, il luogo dove Maometto il profeta dell’Islam, nasce e diffonde la sua Rivelazione, appare come un’immensa “scatola vuota”, coperta per la maggior parte del suo territorio da un terribile deserto, pressochè impraticabile, e da un susseguirsi di steppe aride. Nella parte meridionale della penisola si estende una lunga catena montuosa, le cui vette arrivano a 3760 metri, parallela alla costa che sia affaccia sull’Oceano Indiano. Quitra il mare e le montagne, il monsone estivo, che soffia con alterna direzione fra l’Arabia e l’India, porta piogge che garantiscono da sempre un’agricoltura fiorente. Questo mondo chiamato fin dall’antichità “Arabia felix”, è corrispondente all’odierno Yemen, e al governatorato di Hadhramawt fino all’Oman. Qui domina un’agricoltura un po’ particolare dedita soprattutto a coltivazioni di spezie rare, come l’incenso, ma anche di cereali. In questi luoghi, abitati probabilmente molto prima di quanto sia attestato dalle fonti, fiorì il mitico regno dell’antica Arabia, il regno di Saba, e qui nacquero sistemi idraulici, dighe e controdighe, una “civiltà idrologica” che gli Arabi portarono poi in Spagna. Nella zona a nord delle montagne invece la natura è completamente diversa: si tratta di una gigantesca piattaforma, leggermente inclinata da Ovest verso Est, dal Mar Rosso con il golfo di Aden verso il golfo Persico. È l’Arabia desertica, lo sconfinato paese dei Saraceni (dall’arabo Sciarki e dal greco Sarakeoni), il popolo dei beduini: i nomadi. In mezzo a enormi spaccature di rocce di varia natura geologica, sorge la Mecca, più a nord Medina e infine il passaggio verso l’attuale Giordania chiamato dagli Arabi “la valle delle città” dove correva la grande arteria mercantile dei commerci pre-islamici. L’aridità e la monotonia del deserto sono interrotte dalle oasi, dove germogliano le palme da datteri: Nagran, Yathrib, Fadak, Khaybar, Madyn, Tabuk, Qasim, sono fra le soste più importanti per beduini e commercianti. Sono due Arabie molto diverse: quella del Sud, con la sua impostazione prevalentemente agricola, la sua distribuzione delle acque, politicamente piuttosto stabile; e quella del Nord basata soprattutto sul commercio, instabile nella sua concomitanza con il mondo nomade, dove sorgono vere e proprie città in cui la gente sa leggere e scrivere e conosce bene le regole del commercio oltre a quelle penali e civili. Il tempo Dal 622 d.C., quando Maometto lascia la Mecca ed emigra a YATHRIB, che da allora in poi sarà chiamata Medina, cioè la città del profeta e città sacra, la storia dell’Ilsma è scandita in quattro grandi momenti: “il secolo degli Arabi”, dai primi del VII secolo d.C., alla prima metà dell’VIII secolo d.C.. È un periodo di grande espansione in cui l’Islam è “patrimonio” degli Arabi. Si assiste all’unificazione di tutte le tribù arabe ed all’avanzata dei loro eserciti in Siria (636), in Persia (637), in Egitto (641) e in Cirenaica (641); “l’età degli incontri” fra tradizioni arabe e culture straniere, dalla seconda metà dell’ottavo secolo, fino al 1050 circa. È l’età dei califfi Omayyadi, dell’assedio di Bisanzio (718), della battaglia di Poitiers (732), della conquista della Spagna a ovest (711) e delle terre poste alla foce dell’Indo a est. Nel 750 la dianstia degli Omayyadi fu sostituita da quella degli Abbasidi, sostenuta dai Persiani; la capitale si sposta da Damasco a Baghdad (fondata nel 762). L’Islam è stabilizzato sul piano territoriale e l’elemento Persiano ha sottratto agli Arabi la guida del mondo musulmano, da muslim, cioè seguace dell’Islam; “l’età dell’egemonia turco-mongola”, dlala metà dell’XI secolo fino all’inizio del XIX secolo; l’Islam entra nella vita delle popolazioni dell’Asia Centrale, dei Mongoli e, soprattutto, dei Turchi. Assistiamo all’espansione in Europa, Africa, Asia Centrale, India e Malesia, degli Ottomani (sinonimo di Turchi, dall’arabo othmani, con riferimento alla dinastia fondata da Othman I, morto nel 1326); “l’età dell’imperialismo e del rinascimento arabo”: dalle campagne di Napoleone al fondamentalismo dei secoli XIX e XX: duro confronto con la modernità ed il mondo Occidentale. Le fonti della narrazione storica Le fonti per lo studio della storia dell’Islam La fonte più importante e completa per lo studio della vita di Maometto e della fondazione dell’Islam e senza dubbio il Corano. Nel suo testo, tra l’altro, troviamo una serie di norme di comportamento, spesso anche minute, che ci permettono di tracciare un quadro preciso anche della società e dei costumi. Nella storia dell’Islam, poi, sono numerosissimi gli storici che hanno descritto gli eventi più importanti come le Crociate, le guerre di conquista e i rapporti con i paesi stranieri. Prima dell’XI secolo ricordiamo studiosi insigni come at-Tabari e al-Bahadhuri e nel XIII secolo compare un’opera monumentale, il dizionario biografico dell’Islam, con migliaia di voci, compilato da Ibn Khallikan. Altre fonti interessanti sono gli i cronisti al servizio dei vari Califfi, incaricati di scrivere la biografia del loro padrone ma anche la storia del regno. Dalla parte opposta, grande interesse rivestono le cronache regionali e cittadine dei luoghi che furono invasi o saccheggiati dagli Arabi. Non mancano in campo cristiano storici che si sono interessati alla storia degli Arabi, anche se le loro opere risentono di un’impostazione religiosa che li porta ad attribuire agli Arabi solo caratteristiche negative. Ma le fonti più significative della storia e della cultura araba sono i grandiosi monumenti che ancora oggi esistono in Europa e in Oriente. Basterà citare, per tutti, gli splendidi palazzi di Granada, Siviglia e Cordoba, esempi eclatanti di una civiltà raffinatissima. I pilastri della dottrina dell’Islam [pilastri.pdf] La Kaaba [kaaba.pdf] La Moschea [moschea.pdf] I motivi dell’espansione islamica [espansione.pdf] La scienza e la tecnica [scienza.pdf] Gli scienziati arabi [scienziati.pdf]