Reza Aslan
Non c’è dio
all’infuori di Dio
Perché non capiamo l’Islam
saggi Rizzoli
Proprietà letteraria riservata
© 2005, 2006, 2011 by Reza Aslan
All rights reserved
© 2015 RCS Libri S.p.A., Milano
This translation published by arrangement with Random House,
an imprint of Random House, a division of Random House LLC.
ISBN 978-88-17-08052-1
Titolo originale dell’opera:
No god but god.
the origiN, evolutioN, aNd Future oF islam
Prima edizione: febbraio 2015
Traduzione di Moreno Zuk
Nota dell’editore
Il sistema di traslitterazione dall’arabo in italiano qui adottato è quello attualmente più diffuso. Per rendere più agevole la lettura, tuttavia, abbiamo tralasciato i segni diacritici non usati nella nostra lingua (come gli accenti lunghi e
i puntini sopra o sotto certe lettere) che servono per distinguere alcuni suoni
vocalici e alcune consonanti. Abbiamo mantenuto invece l’apostrofo che indica
la hamza, corrispondente a un colpo di glottide, e l’apostrofo rovesciato per la
‘ayn, una fricativa faringale sonora: il nome ‘A’isha, per esempio, le contiene
entrambe. Un particolare problema è costituito dal plurale dei sostantivi arabi,
spesso molto diverso dal singolare (citiamo solo un caso: un hanif, monoteista
preislamico, al plurale diventa hunafa’): il lettore non esperto della lingua
potrebbe trovare difficoltà nel ricondurre una forma all’altra, perciò abbiamo
deciso di lasciare tutti i sostantivi al singolare. Infine, segnaliamo che alcuni
nomi, come ‘Ali, sono presenti nel corso del testo sia con l’apostrofo, previsto
dalla corretta traslitterazione, sia senza, nel caso che si riferiscano ad autori
degli ultimi secoli (per esempio Ali Shariati) entrati nelle bibliografie correnti
con il nome nella forma semplificata.
Redazione e impaginazione: Studio Dispari – Milano
A mia madre, Soheyla,
e mio padre, Hassan.
Nel nome di Dio,
misericordioso e compassionevole.
Cronologia essenziale
570
610
622
624
625
627
628
630
632
632-634
634-644
644-656
656-661
661-750
680
750-850
756
874
934-1062
Nascita del profeta Maometto.
Maometto riceve la prima Rivelazione sul monte Hira.
Emigrazione (Hijra) dei musulmani a Yathrib (chiamata
in seguito Medina).
Battaglia di Badr contro La Mecca e i Quraysh.
Battaglia di Uhud.
Battaglia del fossato.
Trattato di Hudaybiyya tra Medina e La Mecca.
Vittoria di Maometto sui Quraysh e occupazione
musulmana della Mecca.
Morte di Maometto.
Califfato di Abu Bakr.
Califfato di ‘Umar ibn al-Khattab.
Califfato di ‘Uthman ibn Affan.
Califfato di ‘Ali ibn Abi Talib, considerato il primo
imam dello sciismo.
Dinastia omayyade.
Husayn ibn Ali, nipote del Profeta, viene ucciso a
Karbala.
Dinastia abbaside.
L’ultimo principe omayyade, ‘Abd al-Rahman, fonda
un califfato rivale in Spagna.
Occultamento del dodicesimo imam, o Mahdi.
La dinastia buwayhide regna su Iran occidentale, Iraq
e Mesopotamia.
9
Non c’è dio all’infuori di Dio
969-1171
977-1186
1095
1250-1517
1281-1924
1501-1725
1526-1858
1857
1924
1925
1928
1932
1947
1948
1952
1979
1980
1987
1988
1989
1991
1992
2000
2001
2003
2006
2008
2009
2010
2011
2011
La dinastia fatimide regna su Nordafrica, Egitto e Siria.
La dinastia ghaznavide regna su Khurasan, Afghanistan
e India settentrionale.
Papa Urbano II indice le crociate.
La dinastia mamelucca regna in Egitto e Siria.
Impero ottomano.
La dinastia safavide regna in Iran.
La dinastia moghul regna in India.
Rivolta indiana contro i britannici.
Creazione della repubblica laica turca e fine del califfato ottomano.
Inizio della dinastia Pahlavi in Iran.
Hasan al-Banna fonda in Egitto il movimento dei
Fratelli musulmani.
Fondazione del Regno di Arabia Saudita.
Il Pakistan diventa il primo Stato islamico.
Fondazione dello Stato di Israele.
Rivolta degli Ufficiali liberi in Egitto, guidata da Gamal
Abd el-Nasser.
I sovietici invadono l’Afghanistan.
Crisi degli ostaggi in Iran.
Prima Intifada, o Rivolta palestinese.
Fondazione di Hamas.
L’esercito sovietico si ritira dall’Afghanistan.
Guerra del Golfo; formazione di al-Qaeda.
Guerra civile algerina.
Seconda Intifada in Israele e Palestina.
Attentati di al-Qaeda a New York e Washington.
Invasione dell’Iraq da parte di una coalizione guidata
dagli Stati Uniti.
Hamas vince le elezioni in Palestina.
Invasione israeliana di Gaza.
Proteste del Movimento verde in Iran.
Termina ufficialmente l’operazione militare americana
in Iraq.
Proteste democratiche esplodono nel Nordafrica.
Osama bin Laden viene ucciso in Pakistan.
Prefazione
In Europa e in Nordamerica il sentimento antimusulmano è
più diffuso che mai, assai più che all’indomani di quel tragico
giorno del 2001. I sondaggi mostrano che quasi la metà della
popolazione di Stati Uniti e Canada ha un’opinione negativa
dell’islam. In Europa, l’approvazione di leggi restrittive e il
successo di movimenti e partiti dichiaratamente antimusulmani hanno portato a un crescente senso di emarginazione
in seno alle comunità islamiche.
Sono state addotte molte ragioni per giustificare questa
improvvisa ondata di isteria. Di certo, la crisi finanziaria globale ha avuto un ruolo importante: in tempi di ristrettezze
economiche, infatti, è del tutto naturale che la gente cerchi un
capro espiatorio su cui riversare ansie e timori. In vaste aree
dell’Europa e del Nordamerica, la paura dell’islam si combina
con le preoccupazioni per l’immigrazione e il mondo sempre
più eterogeneo, senza frontiere, nel quale viviamo.
È altrettanto vero che, rispetto alle fasi iniziali della cosiddetta «guerra al terrorismo», un senso di stanchezza ha pervaso gli Stati Uniti e i loro alleati occidentali. Ora che il fervore
patriottico con cui erano state lanciate le campagne militari
in Afghanistan e in Iraq è ormai scemato, e ora che Osama
bin Laden è stato ucciso molti si domandano a che cosa sia
servito esattamente spendere migliaia di miliardi di dollari e
11
Non c’è dio all’infuori di Dio
sacrificare migliaia di vite. Al tempo stesso, però, una serie
di attacchi terroristici in territorio europeo e nordamericano
ha creato un clima di forte apprensione. Anche negli Stati
Uniti, dove la comunità musulmana, florida e socialmente
integrata, non è più ritenuta immune da quel tipo di ideologia
militante che ha preso piede tra alcuni giovani musulmani
nel vecchio continente.
Occorre tuttavia considerare un altro, più fondamentale
elemento per spiegare tale recente sussulto antimusulmano.
Secondo un sondaggio del 2010, quasi un quarto degli americani continua a credere che lo stesso presidente Barack
Obama sia musulmano, con un aumento del 10 per cento
rispetto a un’indagine analoga condotta nel 2008. Si sfiora il
40 per cento tra i repubblicani registrati e il 60 per cento tra
i membri del Tea Party. In effetti, dai rilevamenti è evidente
che meno un cittadino condivide le politiche di Obama, per
esempio in tema di sanità o di regolamentazione finanziaria,
maggiore è la probabilità che lo consideri musulmano.
In altre parole, l’islam è stato alterizzato. È divenuto un
contenitore in cui scaricare tutta l’angoscia e l’inquietudine per
un’economia vacillante, per un ordinamento politico nuovo e
sconosciuto, per uno scenario culturale, etnico e religioso in
continuo mutamento. Ovunque, in Europa e in Nordamerica, tutto ciò che è forestiero, alieno o pericoloso viene ormai
etichettato come «islam».
Non è uno sviluppo inatteso, perlomeno negli Stati Uniti. In
realtà, tutto quello che ora si dice dei membri della variegata
popolazione musulmana d’America – che sono stranieri, non
americani – lo si diceva degli immigrati cattolici ed ebrei più o
meno un secolo fa. Né d’altra parte l’alterizzazione dell’islam
rappresenta un fenomeno nuovo: al contrario, dalle crociate
allo scontro delle civiltà, l’islam ha sempre giocato un ruolo
significativo come «altro» quintessenziale dell’Occidente.
Tuttavia, è avvilente osservare che, persino in un Paese fondato sul principio della libertà di culto, un’ampia fetta della
popolazione sia fermamente convinta che tale libertà non
si applichi ai musulmani, ritenuti in qualche modo diversi.
12
Prefazione
Con Non c’è dio all’infuori di Dio il mio scopo è quello di
contestare questo assunto. Vorrei dimostrare che non c’è niente
di eccezionale o di straordinario nell’islam: le medesime considerazioni di ordine storico, culturale e geografico che hanno
influenzato lo sviluppo di ogni religione in qualunque parte
del mondo hanno reso l’islam una delle fedi più eclettiche ed
eterogenee nella storia delle religioni. Nonostante l’importanza
del mio messaggio, però, una maggiore conoscenza dell’islam
non è sufficiente per modificare la percezione corrente dei
musulmani. La mentalità non si cambia semplicemente acquisendo dati o informazioni (nel qual caso, non si farebbe fatica
a persuadere gli americani che Obama è, di fatto, un cristiano). Anzi, soltanto attraverso la lenta e costante costruzione
di relazioni personali scopriamo una verità fondamentale, e
cioè che tutti gli esseri umani hanno gli stessi sogni e le stesse
aspirazioni; che lottano contro le stesse ansie e le stesse paure.
Senza dubbio un processo simile richiede tempo. Potrebbe volerci più o meno un’altra generazione prima di poter
ripensare a questo periodo di frenesia antimusulmana con la
vergogna con cui la generazione attuale guarda all’isterismo
anticattolico e antisemita del passato. Ma non c’è dubbio
che quel giorno verrà. Forse allora riconosceremo gli stretti
legami che ci uniscono al di là di qualunque appartenenza
culturale, etnica o religiosa.
Inshallah. A Dio piacendo.