14 L’INTERVISTA NOTTE&GIORNO venerdì 11 gennaio 2013 IL POPOLARE CABARETTISTA DÀ ALCUNE ANTICIPAZIONI SUL SUO NUOVO SPETTACOLO “PEPPY HOUR” Iodice: «Vi offro un antidoto antidepressivo» di Mimmo Sica Peppe Iodice (nella foto) piace fare ridere e se non ci riesce sta male e gli viene la malinconia. La sua comicità, perciò, non ha bisogno di aggettivi che la qualifichino. Per questo motivo ci tiene a differenziarsi da quei comici che sentono il bisogno di “redimersi” interpretando “cose serie” perchè, altrimenti, temono di essere considerati attori minori. Si è avvicinato al mondo dello spettacolo, come spesso accade, per caso anche se qualche cosa nel suo dna deve esserci, considerato che, da piccolo, seguiva con passione e interesse le prove delle commedie alle quali il padre partecipava a livello amatoriale. Un giorno un suo amico musicista, Mimmo Langella, gli consigliò di iscriversi alla Ups, la Università popolare di teatro, diretta da Ernesto Calindri. Lo fece, ma ciò che determinò il suo destino di attore comico fu l’incontro con Gino Rivieccio. «È proprio così. Gino Rivieccio per me è stato un grande punto di riferimento e il suo esempio mi ha dato la voglia e l’indirizzo del cabaret. Ho debuttato ufficialmente nel teatro a 22 anni, nel 1992, con lui nel suo spettacolo “Sali e t’abacchi”, andato in scena alla riapertura del teatro Augusteo. La rappresentazione ebbe un grande successo. Da allora è cominciato il mio percorso artistico che mi ha fatto vincere, nel 1997 il “Premio Charlot”, un premio nazionale di cabaret al quale partecipano i comici di tutta Italia. In quella edizione concorsero anche Ficarra e Picone. Ma il ricordo più bello legato a questa manifestazione non è la vittoria che A ALL’“AIAHII” ottenni, ma quanto accadde l’anno precedente, all’Arena del mare di Salerno, dove arrivai secondo e lo racconto per la prima volta in questa intervista. Me ne stavo andando, un po’ deluso, quando Nino Manfredi, presente tra gli spettatori, mi chiamò e, in mezzo a tanta gente, mi disse: “sei un grande talento. Se lo coltivi bene, sono convinto che avrai un grandissimo successo”. Gli risposi: “maestro grazie per le bellissime parole” e lui replicò “grazie a te per i momenti di divertimento che mi hai dato”». Perchè poco dopo tempo si trasferì a Roma? «L’aggiudicazione del “Premio Charlot” fu nello stesso tempo una grande soddisfazione e la molla per spingermi a fare nuove esperienze. Mi piaceva molto il teatro moderno, e perciò mi trasferii a Roma e iniziai a scrivere testi per me. Uno di questi lo comprò “Medusa” e ne fece un film. Il debutto, come autore e protagonista, lo ebbi nel 1998 con “Tintura di Iodice”. L’anno successivo partecipai al “Premio Massimo Troisi” con “Cuore in pigiama”. Ricordo con grande orgoglio e soddisfazione le risate di Gigi Proietti, seduto in prima fila. Con me recitò la grande Nuccia Fumo, una delle grandi rappresentanti della tradizione del teatro napoletano». Ha avuto, anche, esperienze nel cinema? «Sì, e proprio nel periodo in cui a Napoli scoppiava la febbre del cabaret grazie soprattutto a “Telegaribaldi”. Era il 2000 e Vincenzo Terracciano mi volle tra i protagonisti del suo film “Ribelli per caso”. È stato un lavoro bellissimo che ha vinto molti premi a livello internazionale. La mia decisione di avvicinarmi al cinema, e proprio in quel momento, aveva lasciato i miei amici e ammiratori molto perples- si. Oggi, a distanza di tempo, apprezzo ancora di più quella scelta perché mi ha consentito di maturare artisticamente evitandomi il rischio di “bruciarmi”». È ritornato, poi, al suo antico amore: il cabaret... «Sì, ma con una maturità diversa e più completa. Tra gli altri, mi chiamarono i vecchi amici del “Tunnèl”, il laboratorio permanente di buone pratiche di vico Lazzi a Santa Chiara che ha chiuso i battenti a dicembre del 2011. Ritornai, quindi, in quel locale dove è nato praticamente tutto il cabaret napoletano degli ultimi quindi anni. Siani, Schettino, Caiazzo, io e tanti altri siamo partiti da lì. Oggi si è trasformato nel “Tam” di “Made in Sud”, in via Martucci. Ho ricominciato da capo un nuovo percorso di cabaret, anche se ho continuato a rivolgere uno sguardo al teatro e al cinema. Nel 2002, infatti, ho debuttato al Diana in “Quiz shock”, un mio lavoro diretto da Maurizio Casagrande, e, l’anno successivo ho partecipato al film “23” di Duccio Forzano, andato nelle sale nel 2004. Il ritorno al laboratorio cabarettistico ha costituito il presupposto della mia più grande esperienza televisiva. A livello nazionale, ho partecipato a tre edizioni di “Zelig off” e ad una in prima serata, nel 2009, con Claudio Bisio e Vanessa Incontrada. A livello regionale, a “Number two” dove ho portato “Birillo”, un personaggio nato al “Tam” da un gioco fatto tra me e Alessandro Siani. Birillo lo avevo interpretato anche a “Zelig off”». Quanto ha contribuito per i suoi successi l’incontro con Lello Marangio? «L’incontro del 2008 con Lello Ma- rangio è stato fondamentale e ha comportato una svolta nella mia carriera. È un fuoriclasse degli autori comici e umoristici. È il mio coautore, il mio perfetto alter ego e ha scritto con me, tutti i testi dei miei spettacoli a partire da quello teatrale “Sempreinzieme”, da cui abbiamo tratto i pezzi di “Zelig” del 2009. Siamo “due penne e quattro mani”. Successivamente ho incontrato Claudio Malfi che è diventato il produttore dei miei nuovi spettacoli. Mi ha prodotto “Un po’ particolare”, che è uno spettacolo che contiene il meglio e il peggio del mio repertorio, e “Pazzo scatenatissimo show” che, dopo il debutto al Cilea, ha avuto un exploit di pubblico incredibile all’Arena Flegrea con 5.400 spettatori in una serata di fine giugno del 2011». Qualche anticipazione su “Peppy hour” che andrà in scena al Delle Palme il 13 febbraio? «È un party show nel quale si respira un clima antidepressivo. Ho detto a Lello che in questo periodo storico voglio allegria e fare ridere. Voglio stimolare l’ottimismo perché non possiamo piangerci sempre addosso.La base dello spettacolo è il racconto della via vita vista anche in proiezione futura. Mi prendo in giro e prendo in giro. C’è, poi, una parte dedicata ad argomenti di attualità per cui lo definisco un work in progress perché quello che è attuale oggi potrebbe non esserlo il 13 febbraio. Ci saranno, anche, tantissime sorprese per il pubblico, perché con cadenze precise, tenderò agli spettatori delle trappole. Una raccomandazione: in sala siate sempre vigili e attenti». “IL LAGO DEI CIGNI” L’omaggio a Cajkovskij A l teatro Bellini, da martedì e fino a domenica 20, in scena “Il lago dei cigni”, balltto in due atti e quattro scene. Si tratta dell’opera più celebre nella Storia del Balletto. Fu la prima composizione di Cajkovskij per il Balletto dei Teatri Imperiali di San Pietroburgo, ma la sua realizzazione definitiva è successiva sia a “La bella addormentata” (1890) che a “Lo Schiaccianoci” (1892). Il Balletto di Mosca “La Classique” si esibisce in una versione coreografica che ricostruisce filologicamente l’opera originaria di Petipa e Ivanov. 40 ballerini in scena rievocano la storia d’amore eterna tra Odette e il Principe Sigfried, sullo sfondo scenografie di grande impatto e un uso della luce ricercato che permette di creare le atmosfere del lago. Primi ballerini d’eccezione si esibiranno nei virtuosismi con l’abilità opportuna a un titolo di tale calibro, rendendo con autenticità la dicotomia interna nel personaggio femminile e la crescita interiore del Principe. I PROTAGONISTI DELLO SHOW IN ONDA SU RAIDUE HANNO BRINDATO ALLA CONCLUSIONE DEL PROGRAMMA A Coroglio una grande festa per “Made in Sud” T anto entusiasmo all’“Aiahii” in via Coroglio per l’arrivo di tutto lo staff di “Made in Sud” (nelle foto di Marco Sommella), la trasmissione dedicata alla comicità in onda su Raidue condotta da Elisabetta Gregoraci con Gigi & Ross e Fatima Trotta. I protagonisti del programma hanno festeggiato la conclusione della prima tranche di puntate che hanno visto partecipare anche numerosi ospiti dello spettacolo. Nell’ultima puntata, in onda la prossima settimana, ci sarà Alessandro Siani. L’EVENTO ALLA MOSTRA D’OLTREMARE LA 24ª EDIZIONE DEL SALONE DEDICATO AL MATRIMONIO “Tutto Sposi”, domani l’inaugurazione con la Arcuri S arà Manuela Arcuri (nella foto), madrina della 24ª edizione di “Tutto Sposi”, ad aprire domani la giornata inaugurale del più celebre salone nazionale dedicato alla famiglia ed al matrimonio. L’attrice sfilerà in passerella con un abito bianco dell’atelier “Vanitas”, white sponsor della manifestazione nella splendida scenografia progettata dal regista Alessandro Mazzini con una coreografia di venti modelle professioniste e 40 elementi di orchestra, che intoneranno le note dell’Aida. L’evento dedicato alla famiglia ed al matrimonio si svolgerà anche quest’anno in tutti i sei padiglioni del quartiere fieristico della Mostra d’Oltremare di Napoli, con la significativa presenza di oltre 350 espositori su un’area di 45mila metri quadri, dimostrando quindi tutta la forza del salone specializzato, che nonostante la crisi non arretra mai. La manifestazione ospiterà anche quest’anno i Forum della Famiglia, indetti dall’Osservatorio Familiare Italiano, che organizzano i primi corsi prematrimoniali laici. «Nascono dall’esigenza di integrare l’offerta formativa pre-matrimoniale oggi unicamente presidiata dalla Chiesa. I corsi prematrimoniali laici non escludono quelli religiosi della Chiesa, ma non vogliono essere esclusi, completando a 360 gradi l’offerta formativa necessaria a che intende sposarsi - dichiara Lino Ferrara, che poi spiega - a partire dal 25 marzo 1985 lo Stato Italiano riconosce efficacia giuridica al matrimonio celebrato in Chiesa, il così detto matrimonio concordatario. Questa modifica ai patti Stato Chiesa impone dunque anche un’approfondita conoscenza degli effetti giuridici che discendono dal matrimonio civile, oltre gli aspetti teologici che riguardano il matrimonio religioso. I tradizionali corsi prematrimoniali, obbligatori per quanti scelgono di sposarsi in Chiesa, rischiano di ingenerare l’errato convincimento, nei neosposi, di essere consapevolmente ed appropriatamente preparati circa i vincoli giuridici che discendono dal matrimonio civile, se anche le materie giuridiche non vengono adeguatamente trattate e divulgate». I Forum della Famiglia, sono patrocinati dall’Ordine degli Avvocati della Provincia di Milano e di Napoli, dall’Ordine degli Psicologi della Campania, dall’Ordine degli Assistenti Sociali della Campania, dall’Università Suor Orsola Benincasa e dalla Facoltà di Giurisprudenza dell’Università Parthenope. Parteciperanno, inoltre, figure professionali ed istituzionali quali avvocati, giornalisti, scrittori, psichiatri, professori e opinion leader che illustreranno alle giovani coppie di sposi le principali tematiche relative alla vita coniugale. L’esposizione, come tutti gli anni, sarà accompagnata nei nove giorni dall’Alta Moda Sposa con sfilate tutti i giorni. Quest’anno in passerella Vanitas, Gai Mattiolo, Gattinoni, Fausto, Sarli, Renato Balestra, BG-Le Spose di Ungaro, Linda Moschiano, Gianni Molaro, Bruno Caruso, Atelier Giulia, D’Anna Spose, Atelier Signore con il live show curato dal più famoso wedding planner, Enzo Miccio.