la rivoluzione scientifica einsteniana

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LA RIVOLUZIONE
SCIENTIFICA
EINSTENIANA
• Anna Curir – Istituto Nazionale di AstrofisicaOsservatorio Astronomico di Torino
• Albert Einstein predisse l’esistenza dei buchi
neri nel 1916, con la sua teoria della Relatività
Generale.
• Il termine ‘buco nero’ però fu creato nel 1967
dall’Astronomo Americano John Weeler. Il
primo buco nero fu scoperto osservativamente
nel 1971
• La nostra galassia contiene qualche centinaio di
milioni di buchi neri che si sono formati dal
collasso gravitazionale di stelle molto massicce.
Ognuno di questi buchi neri stellari pesa circa
10 volte il sole.
Thomas Kuhn (1922-1966):
LA STRUTTURA DELLE RIVOLUZIONI
SCIENTIFICHE (1962)
Scienza normale/rivoluzioni
Le rivoluzioni attaccano il paradigma
Di riferimento.
Paradigma: dal greco parà-deigma: mostrare ,
presentare.
In filosofia della scienza un paradigma è la
matrice disciplinare di una comunità
scientifica. In questa matrice si cristallizza
una visione globale (e globalmente
condivisa) del mondo
La scienza normale costituisce la
gran parte della produzione
scientifica
• Grazie alla scienza normale newtoniana
siamo andati sulla Luna, conosciamo
come si evolvono le stelle, le dimensioni
della nostra Galassia e molte altre cose
importanti per capire come e’ nato e si è
strutturato il nostro ambiente astronomico.
• La scienza applicata è in gran parte
costituita da prodotti della scienza normale
associati allo sviluppo tecnologico.
Cos’è una rivoluzione scientifica
• Avviene quando si cambia il paradigma
di riferimento.
• Prima della rivoluzione si instaura un
periodo di ‘crisi’ in cui si scoprono delle
‘anomalie’ che non si spiegano con il
vecchio paradigma.
• Dopo una rivoluzione scientifica anche
vecchi dati e vecchie osservazioni
verranno interpretati in modo nuovo.
Meccanicismo
• L'universo viene considerato
guidato dalle leggi della
dinamica di Isaac Newton
(1642 – 1727): note le forze
che agiscono tra una
particella e l'altra trovare il
moto del sistema significa
risolvere un sistema di
equazioni differenziali che,
una volta completate con i
cosiddetti dati iniziali
permettono di conoscere
l'evoluzione del sistema a
qualunque istante di tempo,
sia passato che futuro
• All'epoca di Voltaire, la maggioranza
dei razionalisti ammettevano la divinità
come "motore immobile" dell'universo
e della vita (deismo).
• Pierre Simon de Laplace nel 1796
dice: Noi dobbiamo considerare lo
stato presente dell’universo come
l’effetto di un dato stato anteriore e
come le causa di ciò che sarà in
avvenire. Una intelligenza che, in un
dato istante, conoscesse tutte le forze
che animano la natura e la rispettiva
posizione degli esseri che la
costituiscono, e che fosse abbastanza
vasta per sottoporre tutti i dati alla sua
analisi, abbraccerebbe in un’unica
formula i movimenti dei più grandi corpi
dell’universo come quello dell’atomo
più sottile
• Le migliori menti matematiche dei secoli XVIII e XIX si
misero al lavoro per sviluppare metodi analitici al fine
di descrivere in modo preciso il moto orbitale dei
pianeti, di calcolare i parametri orbitali degli asteroidi,
nuovi piccoli inquilini del Sistema Solare scoperti a
partire dal 1801, e di calcolare gli effetti delle
perturbazioni del moto orbitale dei pianeti e dei piccoli
corpi come asteroidi e comete, dovute alla presenza di
molti corpi di massa non trascurabile (i pianeti stessi)
in orbita intorno al Sole.
• I nomi di matematici come Gauss, Lagrange, Euler,
Laplace, sono indissolubilmente legati a questa
pagina della storia della scienza.
• La Mécanique Céleste di Laplace, pubblicato
nel 1799, contiene i metodi per calcolare i
moti dei pianeti, per determinarne le forme
e risolvere problemi legati alle maree.
Laplace lo descrisse come “un lavoro che
dovrebbe offrire una soluzione completa del
grande problema della meccanica
rappresentato dal Sistema Solare e portare la
teoria a coincidere così strettamente con
l'osservazione che le osservazioni empiriche
non avrebbero più dovuto trovare posto nelle
tavole astronomiche”.
I BUCHI NERI e P.S. de Laplace
• Già il matematico Laplace
(Exposition du Systeme du
Monde -1793)aveva intuito l’
esistenza di oggetti, les astres
occlus, da cui la luce non
potesse fuggire (problema di
velocità di fuga , visione
particellare della luce, spazio
euclideo piatto, vecchio
paradigma)
• Il buco nero relativistico
invece e’ un estremo prodotto
della curvatura gravitazionale
(nuovo paradigma)
Le due rivoluzioni scientifiche
dovute ad Albert Einstein
• 1905: Relatività ristretta. Equivalenza tra
massa ed energia.
• 1915: Relatività generale. La massa curva
lo spazio-tempo
La Massa e lo Spazio: la nuova
visione di Einstein
• Relatività Generale: la massa “curva” lo
spazio, determinandone la geometria .
• La gravità è espressa dalla geometria dello
spazio (i corpi si muovono lungo le
‘geodetiche’ della metrica)
• LO SPAZIO NON E’ PIU’ QUELLO DI
EUCLIDE E DI PITAGORA….
Esperimento dell’ascensore
In Caduta
libera, non ti
accorgi della
Gravità: gli
oggetti e
l’osservatore
cadono
insieme
Legge di Newton
F = G m1m2/r^2
Anna Curir - Cieloascuola 2014
Equazioni di Einstein
Le equazioni di campo di Einstein
Rab = tensore di curvatura di Ricci
1
Rab  Rg ab  g ab  Tab
2
R = contrazione del tensore di Ricci
 = costante cosmologica
Tab = tensore energia-impulso

8G
 2,07.1043 kg1.m1.s2
4
c
Nella teoria di Einstein della GR non si fa

uso della parola
‘forza di gravità’ . Si parla
solo di distribuzione di masse che curva lo
spazio tempo
La massa dice allo spazio-tempo come curvarsi
e lo spazio-tempo dice alle masse come
muoversi
Relatività ristretta: La velocità della luce è una costante
Consideriamo una sorgente di luce nello spazio vuoto: la luce emessa al tempo zero si
trova, dopo un intervallo dt, su una sfera di raggio cdt. (tempo moltiplicato velocità c)
L’equazione di questa sfera, per un SR in quiete rispetto alla sorgente è:
dx2+dy2+dz2= R2 = c2 dt2
L’equazione di questa stessa sfera, per un SR in moto rispetto alla sorgente è:
dx’2+dy’2+dz’2= c2 dt’2
c2 dt2-dx2-dy2-dz2=c2 dt’2dx’2-dy’2-dz’2
(2)
essendo il SR in moto distinto dall’apice (‘) applicato alle componenti.
Ma c non ha alcun apice, perché? perché ha lo stesso valore in tutti i sistemi.
Ecco la prima sbalorditiva sorpresa:
se postuliamo come verità universale che esista una velocità invariante per tutti i SR
Inerziali
ne consegue che l’invariante spaziale non è più invariante ed è sostituito da un
invariante spaziotemporale.
Metrica euclidea classica:
(s1-s2)^2= (x1-x2)^2 +(y1-y2)^2 +(z1-z2)^2 Teorema di Pitagora
Passando a quantità infinitesime:
ds2= dx2+dy2+dz2
Se la propagazione della luce è la stessa in tutti i riferimenti,
la metrica deve essere
ds2=-c2dt2 + dx2+dy2+dz2
Ds2 è l’invariante scalare di Lorentz, è lo stesso in tutti I
riferimenti
Ds2<0 intervalli del genere tempo
Ds2=0 intervalli del genere luce
Ds2>0 intervalli del genere spazio
Relatività speciale:
- spaziotempo piatto
- Particelle di luce e particelle libere viaggiano in linea
retta
Relatività Generale:
- Spaziotempo curvo
- Particelle di luce e particelle libere viaggiano
secondo le linee piu’ dritte permesse dalla geometria
disponibile: curve geodetiche.
(Esempio di curve geodetiche su
Di una superficie 2d curva:
Nuova Matematica
Newtonian time:
Il tempo è assoluto
Special Relativity:
Minkowski spacetime:
Newtonian space:
La
distanza euclidea è un invariante
Il quadri-intervallo tra eventi è
invariante
“ D’ora in poi lo
spazio in sè ed il
tempo insè
scompaiono, e
soltanto una fusione
dei due può
conservare una
realtà
indipendente.”
Hermann Minkowski
•
Euclid
ean
distan
ce
is
invari
ant
La gravità curva lo spazio e puo’ addirittura disconnettere una regione dall’esterno
Questo è diverso dal Buco nero di Laplace che avevamo visto ieri!
TRE TIPI DI BUCHI NERI
Buchi neri supermassicci (Miliardi di masse
solari)
Buchi neri stellari ( < 15 Masse solari)
Buchi neri intermedi ( 100, 1000 Masse
solari)
E’ interessante notare che alla previsione
dell’esistenza dei Buchi Neri si arriva da
due diverse vie nella fisica moderna:
• Dalla teoria dell’evoluzione stellare
(collasso gravitazionale)
• Dalla teoria della Relatività Generale
(spazio curvo, massa ultradensa)
Primo cammino (analogo a quello
di Laplace)
Cos’è una stella?
• Una stella è una
sfera autogravitante
di gas caldissimo
(principalmente
idrogeno ed elio),
che produce energia
attraverso un
processo di fusione
nucleare e la
riemette sotto forma
di radiazione.
Il sole è una stella, ma ci sono stelle
molto piu’ grandi: le stelle giganti
…….e le stelle supergiganti
• Come si riconosce una stella “in fin di vita”?
• La temperatura degli strati esterni di Betelgeuse è di circa 3.500 °C,
molto inferiore rispetto a una giovane stella delle sue dimensioni.
Giunta a queste fase, si sta per esaurire il combustibile che alimenta
le reazioni termonucleari nel nucleo, vera e propria centrale della
stella, dove il calore può arrivare a decine di milioni di gradi.
• Che cosa si vedrebbe dalla Terra, in seguito a un disastro
nucleare del genere?
• Se Betelgeuse scoppiasse nel momento in cui è angolarmente
vicina al Sole, sarebbe così brillante che la vedremmo in cielo come
un puntino luminoso, anche di giorno, ma non immaginiamo una
palla infuocata, tipo il Sole! Sarebbe comunque un’ immagine
puntiforme , molto brillante ma puntiforme.
• È mai successo di vedere una supernova ?
• Esistono testimonianze storiche di eventi simili nei secoli
scorsi, come l’esplosione di una supernova nel 1054,
nella costellazione del Granchio.
• Nel 1572 l’astronomo danese Tycho Brahe ne osservò
una, nel 1604 Giovanni Keplero e Galileo Galilei ne
videro un’altra a occhio nudo, nella Via Lattea.
• L’ultima, osservabile senza ausilio di telescopi, risale al
1987: si trovava nella grande nube di Magellano,
galassia satellite alla nostra. Paradossalmente, è più
difficile scoprire oggetti di questo tipo nella nostra
galassia, perché le nubi di polveri e gas sul piano
galattico ne oscurano la vista
Ma come si arriva allo stadio di Gigante Rossa?
E all’esplosione di supernova?
Strati dell’interno stellare
Chimicamente differenziati:
piu’ si va verso il centro,
piu’ le temperature
aumentano
Alla fine delle’evoluzione l’inviluppo esterno si espande:
si forma una Gigante Rossa
Il nucleo non può più contrarsi (e percio’ non puo’più aumentare
le temperature interne): materia degenere
Massa < 1.4 M_solari : massa di CHANDRASEKAR (premio Nobel)
Struttura instabile: il guscio di He
espelle gli strati esterni:
Si ha la fomazione di una nana
bianca + nebulosa planetaria
• Nebulosa ‘Occhio di gatto’ (foto diHST)
Nebulosa della Lyra
Qual è il destino delle stelle di massa maggiore della
massa di Chandrasekar?
Le reazioni nucleari continuano fino alla formazione del Ferro .
La temperatura continua ad aumentare: si formerebbero elementi
più pesanti del Fe
In questa fase però le reazioni nucleari assorbono energia
invece di produrne
Il nucleo si trova improvvisamente a non poter più sostenere il
peso degli strati sovrastanti:
Collasso catastrofico della stella  Esplosione di Supernova
Conseguenze dell’esplosione:
1 – Il nucleo collassa in una stella di neutroni (pulsar) .
2 – Gli strati superiori si propagano ad alta velocità nel mezzo
esterno .
L'esplosione espelle la maggior parte o tutto il materiale che costituisce la
stella a velocità che possono arrivare a 30 000 km/s (10% della velocità
della luce), producendo una onda d'urto che si diffonde nel mezzo
interstellare. Ciò si traduce in una bolla di gas in espansione che viene
chiamata resto di supernova
3 - Se il collasso non si arresta allo stato di stella di neutroni (quando
la massa coinvolta è superiore ad un valore di circa tre masse
solari) avviene cio’ che si chiama COLLASSO
GRAVITAZIONALE COMPLETO. Questo porta alla formazione
di un buco nero.
LA CRAB NEBULA
• La Nebulosa del Granchio fu osservata in
Europa nel 1731
• Ma l’esplosione della supernova che ha
generato la nebula è registrata sugli annali degli
astronomi Cinesi ed Arabi nel 1054 (L’Europa
non era ancora pronta a pensare i cieli
corruttibili?)
Pressione di gas degenere
Secondo cammino: la Relatività
Generale
Esistono soluzioni delle Equazioni di Einstein che
descrivono la peculiare
geometria dello spazio che contiene tali oggetti.
All’interno dell’orizzonte degli eventi le traiettorie dei corpi
hanno tutte come punto terminale un punto in cui la densita
tende all’infinito chiamato SINGOLARITA’
Soluzione di Schwarzschild
• Trovare una soluzione delle equazioni di Einstein significa trovare
i coefficienti g della metrica che descrive lo spazio tempo.
1
Rab  Rg ab  g ab  Tab
2
Il modo più semplice per trovare la soluzione che descrive un solo
buco nero significa assumere uno spazio tempo asintoticamente
piatto (lontano dal buco nero va a descrivere uno spazio tempo di
MInkowski) e a simmetria sferica (supponiamo che il buco nero sia
sferico e non rotante)
• Da queste semplici assunzioni Karl Schwarzschild ha dedotto la sua
soluzione , universalmente nota e adatta a descrivere il buco nero
nella sua situazione più semplice: un buco nero di massa M non
rotante posto al centro dell’Universo vuoto. Con queste assunzioni
è possibile determinare l’espressione della metrica (esterna)
Uno spaziotempo descritto dalla metrica di Schwarzshild
può venire visualizzato come in Figura
la
semplicit`a di un tale diagramma lo rendono uno strumento molto importante per
descrivere metriche più complicate (come vedremo). Le sue caratteristiche
principali sono:
i coni di luce sono a 45 gradi, le geodetiche nulle iniziano tutte nell’infinito nullo passato e
finiscono nell’infinito nullo
Buco nero rotante (di Kerr)
Diagramma conforme della
massima estensione analitica
della soluzione di Kerr
Tidal forces in a black hole
I corpi vengono stirati dalle enormi
forze mareali vicino all’orizzonte:
Il fattore di Lorentz ad una velocità di 0.8 c vale circa 0.6
Possibilità di osservare buchi neri indirettamente
_Stima della massa del buco nero dall’osservazione del materiale in caduta
_ Effetto lente gravitazionale (deflessione dei raggi luminosi)
_ Onde gravitazionali
_ Emissione nello spettro luminoso, dal radio all’X
_ Ombra del buco nero
Secondo la nuova teoria della
gravitazione le immagini di stelle
che si trovano vicine
prospetticamente a un oggetto
massiccio devono essere deflesse
.
• Eddington accolse come
buoni i valori raccolti e
dichiarò confermata la
previsione di Einstein.
Anomalie, crisi
e idee innovatrici
• Lo spazio incurvato dalle masse è stata l’ idea
innovatrice pensata da Einstein.
• L’anomalia osservata in certe orbite del sistema
solare aveva portato ad una crisi del paradigma
Newtoniano che permise ad Einstein di intuire lo
spazio curvo
• L’ osservazione durante l’eclissi di sole
dell’incurvamento delle traiettorie luminose fu la
successiva conferma sperimentale del nuovo
paradigma creato dalla mente di Einstein.
La visione della natura nel nuovo
paradigma
• Quando il nuovo paradigma si consolida, gli
scienziati rivedranno gli stessi fenomeni con
occhi nuovi, ristrutturando la loro
interpretazione.
• Ad esempio: la rivoluzione Einsteiniana ci fa
vedere le orbite dei pianeti come traiettorie
naturali in uno spazio curvo (sono le masse ad
incurvare lo spazio-tempo, non sono le orbite ad
incurvarsi per la forza gravitazionale)
Le orbite di un pianeta attorno a un
corpo centrale: visione newtoniana
ed einsteiniana
La massa curva lo spazio: una
galassia puo’ fare da lente
all’immagine di un quasar lontano
Un ammasso di galassie è luogo
favorevole per il crearsi di questo
effetto
Il tipo di allineamento degli oggetti
puo originare immagini ad arco o
multiple
• Anello di Einstein
Immagine HST di una galassia
lontana che ha subito un effetto
lente da una galassia ellittica
intermedia (l’oggetto al centro
dell’anello)
• Croce di Einstein
Quattro immagini
di un quasar distante.
Effetto lente di una
galassia spirale
interposta
Marzo 2015- Immagine di
Hubble
fenomeno era già stato osservato nel caso
di un quasar, cioè di una galassia lontana
con un nucleo che emette una forte
radiazione, ma è la prima volta che
riguarda la luce di una supernova:
Emissione di radiazione da
materiale in accrescimento
• L’accrescimento è un processo attraverso cui un oggetto
massiccio aumenta di massa attraendo e accumulando
su di se nuovo materiale. Tipicamente questo processo
avviene attraverso una struttura ‘a disco’ di materiale e
di gas che è in moto orbitale intorno all’oggetto centrale.
I dischi di accrescimento sono caratteristiche che si
trovano ovunque nell’Universo e possono trovarsi sia
intorno a stelle, o a resti di stelle, in sistemi stellari doppi
oppure nei centri di galassie o quasars.
• Fine lez. 6
Emissione di radiazione da
materiale in accrescimento
• L’accrescimento è un processo attraverso cui un oggetto
massiccio aumenta di massa attraendo e accumulando
su di se nuovo materiale. Tipicamente questo processo
avviene attraverso una struttura ‘a disco’ di materiale e
di gas che è in moto orbitale intorno all’oggetto centrale.
I dischi di accrescimento sono caratteristiche che si
trovano ovunque nell’Universo e possono trovarsi sia
intorno a stelle, o a resti di stelle, in sistemi stellari doppi
oppure nei centri di galassie o quasars.
Spettro di corpo nero: al
diminuire della temperatura il
“picco” della curva si abbassa e
si sposta verso destra.
Intensità della
Radiazione in
Funzione della
Lunghezza
D’onda
Possiamo immaginare un disco di accrescimento come un vecchio disco
di un grammofono. Per iniziare, posiamo l’ago al bordo esterno del disco.
Anche il materiale che accresce sul BH entra dalla periferia del disco.
L’ago poi segue una spirale nel disco di vinile, e il disco suona. L’ago
deriva lentamente verso il centro del disco. E lo stesso avviene nel disco
di accrescimento: il materiale fa molti giri su orbite di tipo Kepleriano prima
di avvicinarsi al centro.
Onde gravitazionali
• La teoria di Einstein prevede l'esistenza di onde gravitazionali,
simili alle increspature sulla superficie di uno stagno dopo il
lancio di una pietra, che si diffondono nello spazio alla velocità
della luce. Queste sono perturbazioni del campo gravitazionale,
che, come succede per il campo elettromagnetico, possono
viaggiare e trasportare energia su grandi distanze. Però mentre
la radiazione elettromagnetica (per esempio la luce visibile) può
essere completamente assorbita dalla materia, le onde
gravitazionali possono viaggiare nello spazio senza essere
assorbite dalle stelle o dalla materia interstellare. La grossa
differenza tra le onde gravitazionali e le onde elettromagnetiche
è che le ultime sono un campo che si propaga nello
spaziotempo. Le onde gravitazionali sono invece lo stesso
spaziotempo che si increspa per il campo gravitazionale…
• E’ proprio dove la gravità è più forte che è facile
generare onde gravitazionali. Perciò le sorgenti più
interessanti sono la formazione di un buco nero o le
collisioni tra buchi neri, o quando un buco nero inghiotte
una stella.
• I processi più drammatici del cosmo, come l'esplosione
di una supernova, collisioni catastrofiche, fusione di
sistemi binari, rotazione di pulsar, interazione di buchi
neri o ancora il big bang primordiale sono fonte di onde
gravitazionali. L'osservazione di onde gravitazionali
emesse durante questi violenti processi è l'unico modo
per ottenere informazione sulle masse coinvolte nel
processo.
• Di fatto, dopo 30 anni di intensa ricerca,
abbiamo solo una prova indiretta della loro
esistenza. Le onde gravitazionali non sono
ancora state rivelate e questo costituisce
una delle grandi sfide della fisica
sperimentale.
• L’esistenza di radiazione gravitazionale è
intimamente legata all’esistenza di un limite alla velocità
di trasmissione dell’informazione.
• Nella teoria newtoniana della gravità, dove vale il
principio di azione a distanza, non esiste il concetto di
onde gravitazionali.
• La teoria della gravitazione di Einstein e altre moderne
teorie della gravità prevedono l’esistenza di onde
gravitazionali come proprio corollario teorico.
• Le diverse teorie concordano sulla velocità di
propagazione (c), ma non su altre proprietà della
radiazione gravitazionale.
• Ad oggi esistono delle forti evidenze osservative che le
onde gravitazionali seguano le predizioni della Relatività
Generale.
Solamente un’analisi relativistica permette di giungere alla
conclusione (corretta) che le onde gravitazionali sono
onde trasversali e che sono rappresentabili non da una
quantità scalare, ma da una matrice, h , che contiene le
jk
informazioni di distorsione dello spazio-tempo indotta dal
passaggio delle onde stesse.
Il passaggio di un’onda gravitazionale ha quindi come effetto
quello di determinare delle distorsioni nella separazione
fra particelle.
• Le onde gravitazionali distorcono lo spazio
tempo e producono forze in maniera tale che la
distanza tra due masse altrimenti libere,
aumenta e diminuisce alternativamente al
passaggio dell'onda. Una caratteristica
importante è che a un allontanamento in una
direzione corrisponde un avvicinamento nella
direzione perpendicolare. Il risultato è che se le
masse sono disposte su un cerchio questo sarà
alternativamente allungato e schiacciato in due
direzioni perpendicolari. Su questo principio
sono basati i rivelatori di tali onde.
Effetto su un anello di particelle libere
L’anello può essere distorto in due modi, corrispondenti
ai due possibili stati di polarizzazione indipendenti di
un’onda gravitazionale.
Possibili sorgenti di onde grav.
Coalescenza di BH-BH o neutron stars
Esplosioni di supernovae (sorgenti transienti)
Stelle di neutroni rapidamente rotanti
Onde primordiali
NS-NS, NS-BH, BH-BH
Il segnale dipende da 15
Parametri!
Masse e spins
Distanze, posizioni
nel cielo,Orientazioni
Tempi e fase di arrivo
• Ad oggi non esiste conferma diretta dell’esistenza di
radiazione gravitazionale.
• Tra le sorgenti ritenute probabili troviamo eventi
catastrofici (come esplosioni di supernova) e la
coalescenza di binarie compatte.
• Ovviamente la speranza è quella di scoprire fonti
inaspettate.
Gravitational Wave Detection
• Weber bars
• Ground based laser interferometers
• Space based laser interferometers
Low signal to noise ratio problem
Method of matched filtering requires exact templates
of the signal
New window onto the universe: Gravitational Astronomy
LISA- laser inteferometer space
antenna
Missione Agenzia Spaziale Europea
Verrà lanciata nel 2017
Lo scopo e rivelare onde gravitazionali
emesse da sistemi binari nella nostra
Galassia, da buchi neri supermassicci in
altre galassie e da fusione di buchi neri
• E’ importante continua la ricerca diretta
delle onde gravitazionali perché queste
potranno darci infomazioni
importantissime sull’Universo.
• Infatti esse si propagano senza essere
intercettae dalla materia e quindi possono
arrivare a noi da regioni lontanissime
Esempio di regioni lontanissime:
il Big Bang
• Mappa di Plank
Buchi neri supermassicci nei
nuclei delle galassie
• I buchi neri al centro delle galassie sono
oggi considerati i candidati piu’ probabili
per spiegare l’attività energetica delle
galassie attive.
• Si pensa inoltre che gran parte delle
galassie inattive contenga un buco nero
nella regione centrale
Che cosa è una galassia?
Gas
Stelle
GRAVITA’
Polveri
Un buco nero supermassiccio in
un nucleo galattico esercita
un’enorme forza gravitazionale
• sulle stelle e sul gas presenti nelle
galassie facendoli muovere ad alta
velocità.
• La materia che cade in questa ripida
buca di potenziale emette enormi
quantità di energia.
• In M87, una delle galassie piu’ luminose
dell’ammasso della Vergine, si vede un
getto brillante emergere dal nucleo
Le osservazioni di HST rivelano un disco gassoso di 500
anni luce di diametro avente una velocità orbitale che implica
una massa centrale di 3 miliardi di masse solari
Questa immagine mostra l’eruzione di un
M87
“super-vulcano”
galattico, come è stato
definito, nella galassia M87 e ripresa dal
Chandra X-Ray Observatory della NASA e
dal Very Large Array (VLA) in New Mexico
dell’NSF. Ad una distanza di circa 50
milioni di anni luce, M87 ha al suo centro
un buco nero massiccio molto grande che
sta impedendo la formazione di centinaia
di milioni di nuove stelle. La galassia è
relativamente vicina alla Terra e si viene a
trovare nel centro dell’Ammasso della
Vergine che contiene migliaia di galassie.
L’ammasso che circonda M87 è ricco di gas caldi che emettono in
X (mostrato in blu) e che sono stati rilevati da Chandra. Man
mano che il gas si raffredda viene a “cadere” verso il centro della
galassia dove continua a raffreddarsi rapidamente e porterebbe
alla formazione di nuove stelle.
Tuttavia, osservazioni radio con il VLA (in rosso nell’immagine)
suggeriscono che il processo sia interrotto dai getti di particelle di
alta energia prodotti dal buco nero massiccio al centro , che
sollevano i gas in avvicinamento allontanandoli dalla galassia.
Processi fisici molto complessi ad altissime energie nel getto
M31: Andromeda, la galassia piu’ vicina alla nostra
Presenta un grosso bulbo di stelle al centro del disco.
Inoltre è stata osservata la presenza di un buco nero
Supermassiccio all’interno del bulbo (bulge)
Immagine di M31 ottenuta da
HST
• Se il doppio nucleo consistesse di due
clusters stellari in orbita reciproca, l’attrito
dinamico li farebbe fondere in un unico
oggetto dopo poche orbite.
Descritto sulle pagine di “Nature” dall’italiano Francesco Tombesi,
ricercatore alla NASA e associato INAF, il buco nero supermassiccio al
centro della galassia IRAS F11119 sferza l’ambiente circostante con
venti fino a un quarto della velocità della luce, smorzando la formazione
stellare
Si tratta d’una galassia piuttosto
particolare: una ULIRG (Ultra
Luminous Infrared Galaxy), la
definiscono gli astronomi, ovvero una
galassia estremamente luminosa in
infrarosso. Ma il buco nero
supermassiccio di circa 16 milioni di
masse solari al suo centro – è
all’origine d’un fenomeno più
generale: quello appunto dello
spegnimento sul nascere della
formazione stellare per carenza di
“combustibile”, rimosso dalle sferzate
del vento relativistico.
Sagittarius A
L’ottica adattiva al telescopio Kek ci permette di eliminare la turbolenza e
Vedere bene la zona delc entro della nostra Galassia
Immagini del cluster stellare che
circonda Sagittarius A
• Le frecce indicano il moto delle stelle
• S1 ha un moto proprio di 1600 km/s
• Queste misure sono state fatte da
Genzel e Ghez ad un r=0.02pc
Sagittarius A produce flares
Il centro della Galassia è un laboratorio per lo studio dei buchi neri
(astrofisica dell’accrezione e test di RG)
Un recente studio fornisce una interessante spiegazione per questi misteriosi
lampi. Il suggerimento è che esista una nuvola intorno a Sagittarius A,
, che
contenente centinaia di migliaia di miliardi tra asteroidi e comete
sarebbero stati strappati dalle loro stelle di origine. Nella figura, il pannello di
sinistra rappresenta una immagine ottenuta tramite circa un milione di secondi
di osservazione di Chandra nella regione intorno al buco nero: in rosso i raggi
X di energia più bassa, verdi i raggi X di energia media e in blu i più “duri”.
Un asteroide che subisce un incontro
ravvicinato con un altro oggetto, tipo stella
o pianeta, può finire in una orbita intorno a
Sagittarius A, come mostrato in una serie
di illustrazioni artistiche sulla destra
dell’immagine. Se capita poi che l’asteroide
passi a circa 160 milioni di chilometri dal
buco nero, la sua sorte probabile è di
essere ridotto a bricioline dalle forze
mareali che agiscono per la presenza del
buco nero.
I frammenti poi sarebbero vaporizzati per
frizione quando passano attraverso il gas
caldo che viaggia verso il buco nero. Il loro
destino è ormai segnato: rimane solo la
possibilità di un ultimo “lampo” quando i
frammenti sono ingeriti dal buco nero: ecco
dunque la probabile spiegazione dei lampi
X.
Demografia dei buchi neri al
centro delle galassie
• Nella tabella che segue si vede il
censimento dei buchi neri
• Le galassie ospiti hanno tipologie diverse:
vanno da Ellittiche giganti a Seyfert, Spirali
con nuclei moderatamente attivi, molto
attivi o non attivi
Censimento dei buchi neri
Buchi neri supermassicci e
formazione di galassie
• Ogni bulge contiene un buco nero
supermassiccio e la massa del buco nero
sia intimamente collegata alla formazione
del bulge.
• I buchi neri si formano prima e regolano la
formazione galattica oppure
• le galassie e i buchi neri crescono
insieme?
Possibili meccanismi di formazione:
• Accrescimento a partire da buchi neri di
100 masse solari formatisi nelle fasi
primordiali dell’Universo dalle stelle di
prima popolazione.
• Fusione tra galassie e conseguente
fusione dei buchi neri centrali.
Proxima la più
vicina
Sirio la più
4,2 anni fa brillante
8,6 anni fa
Le Pleiadi
Orione
Nebulosa del
Granchio
400 anni fa 1500 anni fa
6000 anni fa
Cadeva
l’Impero
Romano...
Galassia di
Andromeda
2,2 milioni di
anni fa
Le Galassie
osservate più
lontane
Il telescopio è come la macchina del tempo, guardare
lontano equivale a guardare indietro nel passato…..
Miliardi di
anni fa
Ripresa VLA del quasar J1148+5251
E’l'oggetto più distante conosciuto
Si trova a circa 13 miliardi di anni luce
Si tratta di una galassia giovane, con un nucleo
brillante. La luce che osserviamo oggi ci arriva
da un epoca quando l'Universo aveva appena
900 milioni di anni circa.
Le osservazioni indicano che in quella galassia esiste
un buco-nero massivo senza che si abbia la relativa
associazione stellare (bulge) di grande massa.
La massa totale composta dal buco-nero e dal gas
ammonta a circa 11-15 miliardi di masse solari. Sembra che in questo
caso il Buco nero si sia formato prima del bulge.
LE DOMANDE SULLA
FORMAZIONE DEI BUCHI NERI
SUPERMASSICCI NON HANNO
ANCORA RISPOSTE DEFINITIVE
• L’indagine sulla formazione e l’evoluzione
dei buchi neri supermassicci e sul legame
con la formazione e la differenziazione
morfologica delle galassie rappresenta
una delle grandi sfide della moderna
astrofisica.
Termodinamica dei Buchi neri
OLTRE LA RELATIVITA’ GENERALE
CLASSICA
• Secondo le teorie quantistiche pero’
l’orizzonte degli eventi non è proprio nero ma ci
sono fluttuazioni vicino ad esso
che permettono a un po’ di energia di fuoriuscire
CIOE’ IL BUCO NERO EVAPORA
• Emissione di energia da buchi neri
• (Effetto Hawking)
Nella sua tesi di dottorato, Bekenstein avanzò l'ipotesi
che l'area dell'orizzonte degli eventi attorno ad un
buco nero fornisse una misura dell’entropia e della
temperatura dei buchi neri. Parallelamente, nel 1973
due ricercatori sovietici, Zel'dovich e Starobinsky,
dimostrarono che buchi neri di Kerr ( in rotazione)
erano in grado di creare (nell’ergosfera) particelle le
quali, a loro volta, potevano venir espulse nello spazio
. Hawking, un anno dopo, estendendo i calcoli anche
a buchi neri non rotanti e perfezionando l'intuizione di
Bekenstein, dimostrò che la creazione di particelle
poteva configurarsi anche in assenza di rotazione dei
buchi neri attraverso uno spettro termico analogo a
quello proposto proprio da Bekenstein. Il processo di
emissione di Hawking sembra contraddire la
caratteristica fondamentale dei buchi neri in virtù della
quale nulla può emergere dal raggio di Schwarzschild
In realtà la radiazione termica non
proviene dall'interno del buco nero, ma
trae origine da fluttuazioni quantistiche
in prossimità della sua superficie. La
fisica dei quanti ci dice che esiste
sempre un'indeterminazione intrinseca
alla quantità di energia di un sistema.
Ciò comporta che nessun sistema
potrà mai avere energia zero. Lo
stesso spazio vuoto è ben lungi
dall'essere assimilabile al concetto di
vuoto classico. Esso di fatto si
presenta come una realtà turbolenta
ed irrequieta nella quale coppie virtuali
di particelle ed antiparticelle vengono
create e distrutte continuamente (v.
fig.1).
Se però tale coppia virtuale si forma vicino
ad un buco nero, può verificarsi che una
delle due particelle, quella dotata di
energia negativa (antiparticella), cada nel
buco nero e l'altra, di energia positiva
(particella), se ne allontani. L'effetto netto è
un flusso di particelle ad energia positiva
verso l'esterno ed un assorbimento di
energia negativa da parte del buco nero
che, in tal modo, diminuirà la propria
massa .
Si può inoltre dimostrare che la descrizione matematica della
creazione di una coppia formata da un'antiparticella ad energia
negativa che precipita in un buco nero e da una particella ad energia
positiva che evade dal suo campo gravitazionale (fig. 3), è del tutto
equivalente a quella di una particella ad energia positiva che fuoriesce
dall'orizzonte degli eventi, viaggiando indietro nel tempo e,
successivamente, inverte il proprio cammino spazio temporale
allontanandosi nel futuro . In altri tremini l'inversione simultanea del
segno dell'energia e del tempo lascia invariato il risultato finale
dell'effetto Hawking.
Buchi neri quantisitici
Fin dalla loro scoperta sono stati un
laboratorio teorico eccezionale per la
comprensione della forza di gravità e,
allo stesso tempo, una vera e propria
sfida alle idee su cui si fonda la
descrizione delle leggi fondamentali della
fisica. Uno dei principi cardine della
meccanica quantistica, è l’assunzione
che un qualunque sistema in evoluzione
conservi l’informazione contenuta in
esso, che siano cioè conservati
all’interno del sistema tutti i dati
necessari a identificare il suo stato
iniziale. Nel processo di creazione di un
buco nero tutta l’informazione contenuta
nella materia che collassa viene
confinata al suo interno.
• Che fine avrebbe fatto la materia che era
stata precedentemente inghiottita dal buco
nero? Secondo Hawking, sarebbe stata
risputata fuori sotto forma di radiazione:
ma la cosa è problematica, perché la
radiazione in questione è una specie di
rumore completamente casuale, e questo
sembra implicare che tutta l’informazione
caduta oltre l’orizzonte sia persa per
sempre. Sembra una cosa da niente, ma
purtroppo la perdita di informazione è
incompatibile con tutto quello che
sappiamo sulla meccanica quantistica
• Una possibile soluzione a queste contraddizioni è offerta
dalla teoria candidata a fornire una corretta descrizione
della gravità quantistica: la teoria delle stringhe. In
base ad essa, i quanti fondamentali non sono particelle
elementari puntiformi, ma oggetti estesi noti come
stringhe. Per la teoria delle stringhe, un buco nero è un
oggetto molto diverso da quello che conosciamo dalla
teoria classica di Einstein: l’interno è completamente
alterato e la sua nuova struttura, più complessa ma più
regolare, permette all’informazione di sfuggire
all’esterno, se pure dopo tempi estremamente lunghi,
risolvendo la contraddizione tra l’evaporazione e la
conservazione di informazione.
Buchi come ologrammi
• In particolare, lo studio dei buchi neri all’interno della teoria delle
stringhe ha portato all’affermazione di un principio, chiamato
principio olografico, secondo il quale la gravità sarebbe la
manifestazione di una teoria quantistica che vive in uno spazio con
un numero minore di dimensioni, proprio come succede in un
ologramma, dove un’immagine apparentemente tridimensionale è
realizzata tramite una struttura bidimensionale. Se il principio
olografico è corretto, qualunque processo fisico, inclusa la
formazione e l’evaporazione dei buchi neri, deve conservare
l’inormazione. Proprio a seguito dell’affermarsi di queste idee
Hawking ha finalmente ammesso la propria sconfitta nella
scommessa con Preskill.
• Tutti sappiamo all’incirca che cos’è un
ologramma: si tratta di una figura in 3D
“compattificata” in una superficie bidimensionale
attraverso un’opportuna tecnologia di
proiezione. Quello che forse non tutti sanno
sugli ologrammi è che, se li dividiamo in due,
ogni metà è in grado di ricreare l’intera figura, un
po’ come quando una lucertola perde la coda.
Questo accade perché gli ologrammi sono
costituiti da “pixel” ognuno dei quali contiene
l’intera informazione relativa all’intera figura. Ciò
che caratterizza un ologramma è proprio il fatto
che tutta informazione di una figura
tridimensionale può essere interamente
contenuta in una superficie bidimensionale.
• L’ologramma consente di riprodurre, con
notevole precisione, un’immagine
precedentemente registrata. In fase di
registrazione un fascio di luce laser viene
inviato sia verso l’oggetto da riprodurre,
sia verso una lastra di materiale sensibile.
Grazie a un gioco di specchi, la luce che
arriva dalla sorgente interferisce con
quella riflessa dall’oggetto. Sulla lastra
dunque si formano delle linee, chiamate
frange di interferenza. Le frange
contengono l’informazione sulla
tridimensionalità.
• Illuminando la lastra con un altro fascio
laser, infatti, si riesce a decodificare
l’informazione ricostruendo l’immagine
tridimensionale dell’oggetto, che
finalmente appare allo spettatore come se
fosse fisicamente presente.
• Negli ologrammi stampati, il reticolo di
diffrazione viene riprodotto su un supporto
di plastica trasparente, appoggiato a sua
volta su uno strato argentato, come
avviene in alcune carte di credito
• l'entropia di un buco nero è pari a un quarto
dell'area dell'orizzonte degli eventi. In altre
parole, l'entropia è legata a una superficie e non,
come parrebbe più ovvio, a un volume.
L'entropia di un bh, intesa come quantità di
informazione, si trova sulla sua superficie.
• Leonard Susskind della Stanford University ha
elaborato l'ipotesi del vincolo olografico: per ogni
sistema fisico isolato delimitato da una
superficie, l'entropia ha un limite massimo pari a
un quarto dell'area diviso per il quadrato della
lunghezza di Planck: S ≤ A/4(Lp)2
Principio olografico
• Secondo questo principio, la fisica di un sistema
tridimensionale può essere descritta da una teoria fisica
che si "muove" solo sul confine bidimensionale del
sistema in esame.
• Se fosse vero, la quantità di informazione contenuta nel
sistema non dovrebbe essere maggiore di quella
contenuta nella sua superficie.
• A questo punto la fantasia ha iniziato a galoppare veloce
quanto le intuizioni dei fisici: il nostro universo
quadrimensionale potrebbe essere descritto da leggi
definite nel suo bordo tridimensionale ?
• Potremmo essere tutti una sorta di ologramma?
• fisico teorico Juan Maldacena, che ora
lavora presso l’Institute for Advanced
Study di Princeton, New Jersey, propose
un modello audace di Universo nel quale
la gravità è il frutto stringhe vibranti
infinitamente sottili. Questo mondo
matematicamente intricato delle stringhe,
che esiste in nove dimensioni spaziali più
una temporale, sarebbe la proiezione
olografica di un cosmo più semplice, con
meno dimensioni e senza gravità.
• L’idea è simile a quella degli ologrammi
ordinari, dove l’immagine a tre dimensioni
è codificata su una superficie
bidimensionale, come l’ologramma
impresso sulle carte di credito. L’intero
Universo è codificato allo stesso modo”
• il "pixel size" dell'universo olografico,
stando agli scienziati dovrebbe
corrispondere alla scala di Planck: ogni
pixel sarebbe cioè circa 10 trilioni di trilioni
di volte più piccolo di un atomo.
La principessa Leia
• Esplosione di buchi neri . Puo’ avvenire per
“mini buchi neri” . In questi oggetti
l’evaporazione diventa catastrofica
(qui si manifesta nuovamente la proprietà di calore
specifico negativo dei sistemi autogravitanti)
Wormholes : corridoi verso Universi
paralleli? (ricordate la soluz. di Kerr)
Bisogna tener conto
delle enormi forze
mareali che un
viaggiatore dentro il
tunnell subirebbe,
anche se riuscisse
ad evitare lo sfracello
della singolarità……
• Joe Polchinski, un fisico
teorico dell’Università di Santa
Barbara in California, si è
imbattuto in un risultato
inaspettato. Si poteva
riconciliare l’evaporazione dei
buchi neri con la
conservazione
dell’informazione, sì, ma in
cambio di rinunciare alla
vecchia storia secondo cui
attraversando l’orizzonte non
ci si accorge di nulla. Secondo
Polchinski, in realtà, l’orizzonte
apparirebbe, dall’esterno,
come una regione di energia
terribilmente alta (un “firewall”,
un muro di fuoco) e il
meschino che provasse ad
attraversarla verrebbe
incenerito all’istante.
• Negli ultimi due anni, i fisici teorici si sono scornati con la
questione del firewall — chi ci crede, chi non ci crede, chi
pensa che sia un errore di calcolo, chi che sia un risultato che
dice qualcosa di profondo sul legame tra gravità e teoria
quantistica, insomma un gran casino. E finalmente, da qui,
arriviamo all’ultima uscita di Hawking. Il quale, per evitare la
rogna del firewall, ha ipotizzato che forse, dopotutto,
l’orizzonte non si forma mai, in realtà. Forse, congettura
Hawking, la storia che ci siamo raccontati finora è troppo
semplice: nella realtà, il collasso che porta alla formazione di
un buco nero potrebbe essere un processo caotico, tale da
non dare origine a un orizzonte con una superficie netta, ma
piuttosto a una regione turbolenta, da cui l’informazione
potrebbe riemergere.
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