www.ginecologabafaro.it Visita il mio sito web Tiroide Ipotiroidismo [infertilità femminile] Valutazione dell’influenza dell’ipotiroidismo sub-clinico ed autoimmunitario in pazienti sottoposte a PMA. L’ipotiroidismo può influenzare l’asse ipotalamo–ipofisi–ovaio e il metabolismo periferico degli ormoni. Per questo motive esso può causare anormalità del ciclo mestruale, infertilità, aumento del rischio di aborto e complicanze ostetriche. Molti casi di ipotiroidismo sono immunitari specialmente nelle pazienti infertili. Le sigle: PMA: procreazione medicalmente assistita TSH/FT4: ormoni della tiroide ATAs: anticorpi antitiroidei TBG: globulina che lega la tiroxina HCG: ormone della gravidanza TRH: ormone ipotalamico che regola la tiroide AITD: disordini tiroidei autoimmunitari LH: ormone luteinizzante FSH: ormone follicolo stimolante Per ipotiroidismo sub-clinico s’intende: - elevati livelli di TSH - normali livelli di FT4 - assenza di segni clinici caratteristici dell’ipotiroidismo. La percentuale di questa patologia è intorno al 4%-8%, è alta specialmente nelle pazienti infertili, aumenta con l’età e in gravidanza può portare problemi materni e fetali. Chiaramente le pazienti con ipotiroidismo conclamato vanno supplementate con la terapia prima di iniziare il trattamento per PMA, per le pazienti invece con ipotiroidismo sub-clinico e autoimmunitario non sono chiari i benefici della terapia supplementare, ed esiste il rischio che l’ipotiroidismo subclinico specialmente in pazienti con ATAs diventi conclamato. La stimolazione ormonale induce un rapido aumento degli estrogeni ed una eccessiva produzione di TBG; questo comporta un aumento di TBG in circolo per cui si riduce la parte libera del FT4, che a sua volta porta ad un aumento della produzione di ipofisaria di TSH. Per cui gli estrogeni inducono uno sforzo supplementare all’asse ipotalamoipofisi-ovaio e compromettono la normale produzione di ormone tiroideo. ©Maria Gabriella Bafaro - Infertilità femminile: la menopausa precoce o POF Ipotiroidismo e PMA [infertilità femminile] PMA - Stimolazione: come indagare, come procedere? È anche risaputo che TSH e HCG hanno recettori strutturalmente omologhi, per cui l’HCG ha un effetto tireotropo, quando durante la stimolazione ormonale si hanno alte concentrazione di HCG si ha anche un aumento della stimolazione con un aumento di volume della ghiandola tiroidea. Inoltre il rapido aumento degli estrogeni pare abbia una stimolazione sul TRH ipotalamico. Per quanto riguarda l’AITD, sappiamo che questa aumenta con l’età ed è più alta nella donne infertili. È stato osservato che sia in assenza sia in presenza di disfunzione tiroidea, AITD è associato ad un notevole aumento di percentuale di aborto, sia spontaneo che dopo PMA (Poppe 2008, Negro 2007, Negro 2005). Si pensa che il rapido e notevole aumento degli estrogeni in PMA porti ad uno stress per l’asse ipotalamo-ipofisi-ovaio e che questo possa influire sulla capacità di mantenere la gravidanza (Muller 2000, Poppe 2005) specialmente in donne con AITD. Queste hanno un TSH, sebbene nella norma, leggermente superiore rispetto a quelle che non hanno AITD prima della gravidanza e questo può comportare un sub-clinico o palese ipotiroidismo e una bassa percentuale di gravidanza dopo PMA. La tiroide e l’ovaio interagiscono in tanti momenti, ci sono recettori per TSH sull’epitelio dell’ovaio e sui follicoli di ovociti primari e secondari, cosi come l’interazione tiroide–ovaio sembra entrare nella patogenesi della sindrome da iperstimolazione ovarica. È stato suggerito, infatti, che l’aumento del TSH può portare ad una stimolazione e\o mutazione dei recettori per FSH, causando la sindrome. Negli animali è stato notato come l’ormone tiroideo sia in sinergia con FSH per gli effetti sulle cellule della granulosa, sulla formazione dei recettori per LH e l’induzione dell’aromatasi. La definizione di ipotiroidismo rimane ad oggi controversa. Molti laboratori riportano valori normali di TSH fra 0.4 e 4.5mU/L. Le linee guida dell’Accademia Nazionale di biochimica americana nel 2002 indicarono 2.5 mU/L di TSH come valore massimo. Baker (2006) riporta più basse percentuali di gravidanza e maggiori percentuali di aborto in donne con TSH superiore a 2.5 sottoposte a PMA. Ultimamente si discute su 1,5mL/L come cut-off per le donne che si devono sottoporre a cicli di PMA. Cosi come si deve ricercare la presenza di anticorpi. ©Maria Gabriella Bafaro - Infertilità femminile: la menopausa precoce o POF 2 Conclusioni Riassumendo: la discussione è se nelle pazienti che si sottopongono a cicli di PMA l’aumento del TSH come nell’ipotiroidismo sub-clinico o la presenza di anticorpi possano avere un impatto negativo sulla stimolazione ormonale e sulle varie fasi della PMA. L’uso della terapia supplementare nelle donne con un ipotiroidismo conclamato che si sottopongono a PMA è in uso, invece non è chiaro il beneficio della stessa terapia in donne con ipotiroidismo sub-clinico con AITD che si sottopongono a PMA. Per concludere: sicuramente il dosaggio del TSH e anticorpi antitireoglobolina e antiperossidasi il mese prima dell’inizio della terapia sono necessari, perché non tutte le pazienti lo eseguono e si potrebbero scoprire degli ipotiroidismi conclamati, e poi bisognerebbe valutare se nei casi di subclinico, sia necessaria la terapia. Per cui se si trova un TSH superiore a 1.5mU/L il mese precedente la stimolazione, sarebbe necessaria una consulenza per iniziare un’eventuale terapia, in considerazione del fatto che durante la stimolazione ormonale il TSH potrebbe aumentare con le conseguente prima enunciate. Sarebbe forse anche il caso di richiedere una ecografia tiroidea, in relazione al fatto che la presenza o meno di noduli tiroidei potrebbe suggerire una terapia specialmente in presenza di patologia autoimmunitaria. ©Maria Gabriella Bafaro - Infertilità femminile: la menopausa precoce o POF 3