RICERCA ENERGIA NUCLEARE Cos'è l'energia nucleare L'Energia nucleare è energia contenuta nell’atomo. In generale definisce tutti quei fenomeni in cui si ha produzione di energia in seguito a trasformazioni nei nuclei atomici; tali trasformazioni sono dette reazioni nucleari, ovvero fusione e scissione. È considerata una valida energia alternativa ai tradizionali combustibili fossili nonostante non sia una fonte rinnovabile, come affermato anche dalla Commissione europea, poiché basata sullo sfruttamento di riserve combustibili limitate di origine. Dal punto di vista delle emissioni di anidride carbonica(CO2) in atmosfera una forma di energia pulita, mentre dal punto di vista di altri problemi ambientali come i fenomeni connessi alle scorie radioattive, è da considerarsi tutt’ altro. Storia La storia dell'energia nucleare prende avvio con le scoperte intorno alla radioattività sul finire del XIX secolo. Cenni Storici 1905 Albert Einstein intuì la possibilità di ricavare energia dal nucleo 1942 Enrico Fermi realizza il primo reattore sperimentale-dimostrativo ( si prende l'iniziativa di sfruttare l'energia nucleare anche a fini civili per la produzione di energia elettrica) Successivamente per tutto il corso della Guerra Fredda rimarrà duplice l'interesse per l'energia atomica sia sul fronte militare che civile con gli Stati interessati a portare avanti politiche energetiche nucleari, in gran parte a proprie spese, per il raggiungimento di paralleli e precisi obiettivi militari di superpotenza: • 1945 Bombardamenti atomici di Hiroshima e Nagasaki da parte degli U.S.A. • 1961 i russi sperimentarono la bomba Tsar, che è 3000 volte più potente di quella di Hiroshima. 1986 disastro alla centrale nucleare di Chernobyl 2030 prime centrali nucleari basate sulla fusione per scopi civili grazie alla collaborazione internazionale di Usa-Europa-Giappone. La centrale nucleare Una centrale nucleare è un impianto dove si produce energia elettrica usando come 'combustibili' non petrolio, carbone o gas naturale, ma i nuclei degli atomi. Le centrali oggi in funzione sfruttano l'energia liberata dalle reazioni nucleari di fissione degli elementi più pesanti ‒ come uranio 235, torio, plutonio ‒ per alimentare un generatore di corrente elettrica. Nel mondo, attualmente, sono in funzione oltre 430 reattori a fissione che forniscono circa il 17% dell'energia utilizzata ogni anno. Nel reattore avviene, per urto con un neutrone, la rottura di un nucleo atomico. Il processo è noto come fissione e comporta la divisione in due parti dell'atomo accompagnata dall'emissione di energia, raggi gamma e altri neutroni che, liberi di muoversi, possono innescare nuove reazioni. A differenza di quanto accade in una bomba atomica, dove questa catena diventa incontrollata fino all'esplosione distruttiva, in un reattore nucleare si adottano alcuni accorgimenti che regolano il processo garantendo un rilascio di energia costante nel tempo. Come funziona una centrale nucleare La parte centrale di un reattore è il cosiddetto nocciolo: qui avviene la fissione del combustibile nucleare sagomato in barre. Le barre sono immerse in una sostanza che agisce da moderatore e rallenta i neutroni responsabili della reazione: per quanto possa sembrare strano, infatti, i neutroni lenti sono molto più efficaci di quelli veloci nell'innescare la fissione. I moderatori di velocità più utilizzati sono la grafite e l'acqua, meglio se acqua pesante, cioè non formata da idrogeno e ossigeno ma da deuterio (isotopo dell'idrogeno con massa atomica doppia) e ossigeno. Tutto intorno al nocciolo del reattore ci sono tubi dove scorre acqua. Il liquido, riscaldato dal calore prodotto durante la fissione, viene trasformato in vapore ad alta temperatura. Il vapore poi è adoperato per far ruotare le turbine del generatore di corrente della centrale. I generatori di vapore delle centrali nucleari sono dispositivi analoghi a quelli che si trovano nelle centrali elettriche alimentate da petrolio e carbone e sono collegati a un alternatore per produrre energia elettrica. Neutroni, uranio, e prodotti di fissione sono radioattivi e quindi potenzialmente dannosi per gli esseri viventi. Il reattore, perciò, è racchiuso in contenitori di acciaio e piombo che servono per schermare le radiazioni e poi sistemato in robuste strutture di cemento armato. Per evitare che la reazione divenga incontrollata e l'impianto si trasformi in una vera e propria bomba esistono sistemi di regolazione che tengono sotto controllo il numero di neutroni presenti, istante per istante, nel nocciolo. A questo scopo, in genere, si usano barre di cadmio che vengono opportunamente abbassate all'interno del nocciolo; queste barre servono per assorbire i neutroni e rallentare la reazione quando ve ne è bisogno. Oltre ai PWR (Pressurized water reactors), i "reattori ad acqua in pressione", che usano acqua per trasferire il calore generato dalla fissione, ci sono anche gli AGR (Advanced gas reactors), i "reattori avanzati raffreddati a gas", che sfruttano invece un gas, l'anidride carbonica, per scambiare calore. Scorie e smaltimento Le scorie nucleari sono qualsiasi materiale che contiene o è contaminato da radionuclidi a concentrazioni o livelli di radioattività superiori alle "quantità esenti" stabilite dalle Autorità Competenti. Il lasso di tempo necessario affinché, decadendo, tali prodotti raggiungano lo stesso livello di radioattività presente in natura serve ad eliminare la loro capacità di indurre effetti dannosi. Esse vengono suddivisi in tre grandi categorie in base al grado di radioattività: • basso livello: sono gli indumenti usati nella centrale o nella medicina nucleare. Essi costituiscono il 90% delle scorie prodotte ma contengono solo l’1% della radioattività. Essi vengono mantenuti in deposito, anche presso gli stessi siti ove sono stati prodotti, per i pochi anni necessari al loro decadimento, prima di smaltirli come rifiuti convenzionali. • medio livello: sono costituiti da materiali e oggetti che sono stati più a lungo a contatto con con gli elementi combustibili del reattore. Costituiscono solo il 7% delle scorie e contengono il 4% della radioattività. Richiedono una schermatura che consiste nel racchiuderle completamente in contenitori metallici. Poi vengono in celle in cemento armato all’ interno di edifici realizzati in superficie o a livello immediatamente subsuperficiale. • alto livello: costituiscono il 3% delle scorie ma contengono il 95% della radioattività e sono i più pericolosi a lungo termine ( può richiedere anche 100.000 anni per decadere). Sono prevalentemente costituite dai prodotti della fissione nucleare. Vengono compressi e messi dentro un contenitore solido spesso di cemento per creare una barriera che impedisca lo sprigionamento della radioattività nell’ambiente. La qualità dei manufatti ottenuti con il condizionamento vengono verificati attraverso prove. Infine possono essere messi in 2 tipi di depositi: • ingegneristici come ad esempio degli edifici ; • geologici ( in natura), ma solo a patto che sia garantita la loro stabilità futura. In tutto il mondo, per il momento, è stato identificato solo un sito "sicuro" per ospitare in profondità le scorie (deposito geologico) per migliaia di anni. Si trova nel New Mexico (Usa) in una zona desertica . Tutti i centri di stoccaggio (conservazione) europei hanno natura "temporanea". In alcuni casi, ad esempio in Francia, le scorie nucleari sono ritrattate all'interno delle centrali nucleari per produrre nuovo combustibile rigenerato (cd Mox) da riutilizzare nel reattore. L'Italia non conta grandi quantità di scorie nucleari poichè il referendum del 1987 ha definitivamente bloccato la produzione di energia dal nucleare. Le mafie e le scorie nucleari Il 21 marzo del 1998 la Guardia di Finanza certificava l’interesse delle mafie italiane sul traffico di scorie nucleari, sequestrando una barra d’uranio di 250 grammi, del valore di 22 miliardi di vecchie lire. Dodici anni dopo, i documenti messi in rete da Wikileaks ci dicono molte cose su quello e su molti altri traffici che ruotano intorno alle scorie radioattive, ma la stampa italiana, distratta dalle beghe nazionali o dichiaratamente impegnata a fare campagna in favore del nucleare, si dimentica di riportali. Solo il quotidiano on line Green Report ha mantenuto alta l’attenzione su questo argomento. La barra d’uranio sequestrata a Roma proveniva da una centrale atomica costruita nel 1959 a Kinshasa, in Congo, e non più in funzione dal 1972. Secondo un dispaccio inviato dall’ambasciata statunitense nella Repubblica democratica del Congo, l’impianto ospiterebbe ancora nel 2006 10 kg di uranio non arricchito, 5 di uranio arricchito al 20% (lo stesso che non si vuole far produrre all’Iran) e 23 kg di scorie atomiche stoccate in 138 barre. “Originalmente c’erano 140 barre – prosegue il dispaccio – Però due sono state rubate nel 1998. Le autorità italiane ne recuperarono una nelle mani della mafia a Roma, che sembra intendesse venderla a compratori mediorientali non identificati. L’altra non è stata trovata”. C’è di peggio. Anni dopo il furto, il rapporto statunitense constata le condizioni in cui ancora viene conservato il materiale radioattivo: “protetto da un muretto alto 2 metri, senza nemmeno del filo spinato in cima, e in parte crollato, l’impianto è praticamente al buio e non esistono telecamere di sorveglianza, allarmi od ostacoli di nessun tipo per entrare nel recinto”. A guardia del sito solo poche guardie sottopagate, in uno dei paesi con il più alto tasso di corruzione al mondo. I rapporti di Wikileaks, però, non si limitano a denunciare i traffici o lo stato di abbandono in cui versano gli impianti, bensì illuminano alcune delle ragioni che da anni mantengono alta la guerriglia in Congo, come le esportazioni di uranio sottobanco. Come accade, per esempio, con la Malta Forrest Company, compagnia belga presente sul territorio congolese dal 1915, che “si limita” ad esportare rocce grezze. Fa niente se sono ricche di uranio, rame e cobalto che verranno estratti altrove. L’escamotage permette alla società di non dichiarare l’esportazione di uranio e di eludere tutti i controlli, compresa la rilevazione della radioattività nelle miniere. Così i dispacci statunitensi registrano la contaminazione del Katanga, dove i livelli radioattività superano di 179 volte il livello di esposizione accettabile per un uomo. Ma queste sono tutte cose che in Italia è meglio non far sapere. Perché l’energia atomica è bella. Perché l’energia atomica è pulita. Il disastro di Chernobyl Il disastro di Chernobyl, ricordato oggi come il peggior incidente nucleare che sia mai avvenuto, ha luogo il 26 aprile 1986 in una centrale nucleare nei pressi di Pripyat in Ucraina a quel tempo parte dell’unione sovietica. All’ora locale 1:23 del 26 aprile 1986, il reattore 4 della centrale nucleare di Chernobyl esplose. All’esplosione seguì l’incendio della grafite contenuta nel nocciolo, che in poche ore sprigionò nell’aria una grossa quantità di isotopi radioattivi. L’incidente è classificato al livello massimo. Riguardo alle cause, esistono ipotesi contrastanti, inizialmente tutta la colpa venne attribuita ai tecnici della centrale, poiché questi disattivarono alcuni circuiti di sicurezza ed eliminando 204 delle 211 barre di controllo del reattore durante un test. In seguito vennero attribuite diverse responsabilità alle debolezze del progetto del reattore. Esso infatti ha un coefficiente di vuoto pericolosamente positivo, ovvero le bolle contenute nell’acqua usata come refrigerante provocano un incontrollato incremento della reazione nucleare. Inoltre il reattore presentava un difetto nelle barre di controllo, esse infatti terminavano con degli estensori in grafite lunghi circa 1 metro, mentre la parte funzionale che riduce la reazione assorbendo neutroni è in carbonato di boro. Questo significa che al momento dell’inserimento delle barre l’acqua refrigerante è rimpiazzata dagli estensori in grafite per qualche secondo, provocando invece di una riduzione della reazione, un incremento. Uno di questi elementi, o la loro somma, portò al surriscaldamento del nocciolo e all’esplosione. Le vittime direttamente causate dall’incidente sono 31, la maggior parte di queste erano vigili del fuoco della stazione locale che si recarono a spegnere l’incendio senza alcuna protezione, ignorando la presenza di radioattività, oppure personale dell’esercito che nei giorni seguenti si dedicò alla raccolta dei detriti nucleari nella zona e si occupò della costruzione di un sarcofago in cemento armato intorno al reattore 4, per evitare la fuoriuscita di ulteriori scorie. Dei 1000 operai che in quel momento si trovavano nella centrale, 134 di questi contrassero la sindrome di intossicazione radioattiva acuta e quasi 50 morirono nei venti anni successivi. Riguardo alla popolazione civile, il Chernobyl Forum e l’OMS hanno riscontrato un aumento dei casi di tumore alla tiroide dovuti all’accumulo di Iodio radioattivo all’interno dell’organo.Inoltre, studi epidemiologici hanno riscontrato un aumento dell’incidenza di vari tipi di tumori , soprattutto leucemie. Pertanto l’OMS riporta che nel 2006, il numero di vittime ammontava a circa 9000., ma questo dato è contestato da diverse associazioni, fra cui Greenpeace, secondo cui il numero di vittime è di 270000. A seguito del disastro scoppiò un forte dibattito, sopratutto in Europa, sul futuro dell’energia nucleare, in Italia, vennero indetti 3 referendum, in cui si chiese a cittadini di decidere se continuare con l’esperienza nucleare, o procedere con lo spegnimento delle 3 centrali al momento in funzione nel paese. Il risultato del referendum fu favorevole alla chiusura delle centrali, che vennero spente fra gli anni 1988 e 1990. Disastro di Fukushima Il disastro di Fukushima comprende quattro incidenti separati verficatisi a causa del terremoto (e del conseguente maremoto) l'11 marzo 2011 in Giappone, nella centrale nucleare di Fukushima Dai-ichi. Il terremoto, avvenuto alle 14.45 circa ha avuto una magnitudo di 9.0 ed è durato circa 6 minuti. Nei giorni successivi si sono susseguite altre scosse più deboli in varie zone del paese. Il sisma, con un epicentro a circa 30km di profondità nel mare e che ha anche causato un potente tsunami, avvertito in molti altri paesi, è stato il più potente mai registrato in Giappone ed il settimo a livello mondiale. La centrale di Fukushima Dai-chi, che era una delle principali del Giappone, risale agli anni 60 ed iniziò a erogare energia negli anni 70. Come avvenne quindi l'incidente? A causa del terremoto, i 6 reattori nucleari della centrale hanno smesso automaticamente di funzionare, secondo il sistema di sicurezza, bloccando la reazione di fissione. Le barre di uranio, durante la produzione, producono enormi quantità di calore e, secondo le norme, avrebbero dovuto essere raffreddate secondo le normali procedure, ma purtroppo il sistema di pompaggio che le immergeva nelle acque di raffreddamento era stato distrutto dal terremoto. Nonostante l'ausilio dei sistemi di pompaggio di emergenza, dopo alcune ore venne immessa dell'acqua marina, che, evaporando, ha causato nuovamente un aumento della temperatura, causando la fusione delle barre di zirconio e il rilascio di gas radioattivi. Per abbassare la pressione i tecnici sono stati costretti a far fuoriuscire il vapore; quest'ultimo conteneva anche dell'idrogeno, che a contatto con l'ossigeno dell'atmosfera forma una miscela esplosiva. Si verificarono quindi alcune esplosioni negli involucri di contenimento e fuoriuscirono radiazioni. Nell'incidente sono stati pesantemente danneggiati 4 dei 6 reattori, consumando migliaia di barre di uranio ed emettendo gas tossici. In particolare è avvenuta la fusione dei noccioli dei reattori 1,2 e 3. Le conseguenze, come vedremo sono state disastrose. Secondo Greenpeace l'incidente di Fukushima può essere classificato al livello 7(ovvero il massimo) dell'INES (International Nuclear Event Scale), nonostante lo superi di ben 3 volte; è paragonabile solo all'incidente di Chernobyl, 10 volte più grave. In particolare i gas emessi in maggior quantità furono iodio, cesio e cobalto. Infatti questi gas radioattivi liberano radiazioni ionizzanti in grado di rompere i legami chimici delle molecole e danneggiare cellule e tessuti del corpo. Le vittime accertate sono fortunatamente solo 2, ma non a causa delle radiazioni. A causa del contatto con materiali radioattivi, è stata l'acqua ad essere maggiormente contaminata. La quantità corrisponde a 15mila tonnellate, questo ha causato gravi danni anche per la flora e la fauna marina. Inoltre per mesi si è temuta la contaminazione dell'acqua del rubinetto, il cui utilizzo era stato sconsigliato , ma vanno ricordati i gravi danni alla flora e alla fauna marina. Persino la produzione di latte e alcuni vegetali nelle zone vicine fu interrotta. Per quanto riguarda i piani di evacuazione, il governo è intervenuto per evacuare inizialmente solo i residenti entro 3km dalla centrale, poi entro 20. Venne consigliato anche entro i 30km di non uscire di casa. In totale sono state evacuate più di 180000 persone, in circa 10 città. Solo nell'aprile 2012 ai residenti in alcune località è stato permesso di ritornare, mentre si pensa che entro il 2016 tutte le zone evacuate saranno sotto il limite di radioattività. Nonostante la gravità incalcolabile dell'incidente, il Giappone non ha dato segni di abbandonare questo tipo di risorsa, in quanto rappresenta per loro uno dei pilastri della produzione energetica. L'energia nucleare in Italia Nel nostro Paese la produzione di energia nucleare risale ai primi anni '60, durante i quali si costruirono 3 centrali elettronucleari, con le quali l'Italia divenne il terzo produttore al mondo (dopo gli USA e la Gran Bretagna). La prima centrale venne realizzata a Latina, la seconda a Sessa Aurunca (CE), la terza a Trino (VC). Applicavano metodologie produttive diverse che furono sfruttate da USA e Gran Bretagna per la sperimentazione di reattori all'estero. Le tre centrali insieme, però, fornivano solo il 3-4 % del fabbisogno nazionale di energia, così nel 1970 iniziò la costruzione della 4° centrale a Caorso (PC). Fino alla metà degli anni settanta la situazione della generazione elettrica in Italia era confusa, poiché le esigenze produttive erano indefinite. Così nel 1975 avvenne il varo del primo Piano Energetico Nazionale (PEN) che prevedeva un forte sviluppo della componente elettronucleare, pertanto vennero individuati altri siti di costruzione per alcuni prototipi di reattori innovativi. La sicurezza degli impianti divenne una preoccupazione crescente negli anni '80 dopo l'incidente di Three Mile Island del 1979: fu il più grave incidente negli USA, sebbene non abbia causato morti accertate. Così la centrale di Caorso venne fermata per provvedere ad alcuni aggiornamenti ai sistemi di sicurezza. E nel 1982 anche la centrale di Garigliano ( Sessa Aurunca, CE) venne fermata per guasti e in seguito smantellata. Il disastro di Chernobyl del 1986 portò l'Italia ad indire tre referendum. I tre referendum proposti non vietavano in modo esplicito la costruzione di nuove centrali, né imponevano la chiusura di quelle già esistenti o in fase di realizzazione. Essi si limitavano ad annullare gli "oneri compensativi" degli enti locali, sedi dei siti individuati per la costruzione di nuovi impianti. Dato che l'80% dei votanti era a favore del referendum. Tra il 1988 e 1990 si pose fine al nucleare in Italia con la chiusura delle tre centrali ancora funzionanti, quelle di Latina Trino e Caorso. Anche se quelle di Latina e Trino erano state progettate per funzionare per 25-30 anni e quindi erano ormai vicine allo smantellamento. Dal 1999 tutti i siti di queste centrali sono gestiti da SOGIN e destinati al loro smantellamento. Nel periodo fino al 1987 le centrali italiane hanno prodotto scorie radioattive, che si trovano in maggior parte negli impianti di ritrattamento in Francia e nel Regno Unito. Queste in precedenza erano sistemate nelle piscine delle stesse centrali oppure in quella dell'impianto Eurex(impianto nucleare italiano utilizzato per la sperimentazione del riprocessamento del combustibile). La produzione di energia nucleare dal 1986 calò radicalmente e fu sostituita da combustibili fossili come carbone, gas e petrolio. Inoltre si pensa che questo calo sia la causa per la quale noi italiani paghiamo uno dei prezzi maggiori in Europa di Kw/h. Inoltre in seguito al referendum del 1987 erano stati sospesi gli investimenti nella produzione elettro nucleare all'estero. Tale disposizione è stata rimossa con l'articolo 1 della legge del 23 Agosto 2004, entrata in vigore nel settembre 2004. L’Energia nucleare nel mondo Asia In Asia, al contrario di Nord America e Europa, a causa della crescente richiesta di energia, la capacità di energia nucleare è in significante aumento. Attualmente, fra Asia e Oceania ci sono 117 reattori operanti, 44 in costruzione e 90 pianificati.La crescita maggiore è aspettata in Cina, India e Corea del Sud. CASE STUDY: -Giappone Attualmente, il Giappone ha 50 reattori operanti e 3 in costruzione, ma dopo il disastro nucleare di Fukushima, la maggior parte dei reattori operanti è stata temporaneamente spenta. Prima del suddetto incidente, le centrali nucleari fornivano circa il 30% dell’energia prodotta nel paese e questa percentuale era prevista essere aumentata fino al 41% nel 2017, ma dopo il disastro, tutti i progetti per la costruzione di nuove centrali sono stati annullati, il governo però non ha manifestato alcuna intenzione di chiudere le centrali attualmente in uso. -Cina Attualmente per la produzione di energia, la Cina si affida principalmente al carbone e l’energia nucleare corrisponde a circa l’1% della capacità di produzione energetica del paese, ma con un incremento annuale della domanda di energia dell’ 8%, la Cina ha deciso di effettuare una corsa al nucleare, addizionando ai 15 reattori già operanti altri 26,attualmente in costruzione pianificando la costruzione di altri 51 reattori nel prossimo futuro. Europa e Nord America In occidente il dibattito nucleare è sempre stato molto acceso e sentito, sopratutto dopo gli incidenti di Chernobyl e Fukushima. Al giorno d’oggi, la maggior parte dei paesi Europei utilizza centrali nucleari, che di solito consistono in circa il 15% della capacità energetica del paese (Regno Unito 16%, Spagna 20%, Germania 17.7%). Nel 2010 il “Nuclear Renewment Program” partito dagli Stati Uniti, proponeva un aumento della capacità nucleare nei paesi europei e nord americani, ma il disastro di Fukushima e un aumento della richiesta di energia minore di quanto ci si aspettasse, hanno portato all’accantonamento del progetto. Inoltre l’incidente in Giappone ha convinto il governo tedesco a chiudere tutti gli impianti entro il 2022. Il Belgio chiuderà gli impianti nel 2025 a seguito di una perdita da una torre di raffreddamento. CASE STUDY -Francia La Francia è il paese del mondo che più si appoggia sull’energia nucleare, infatti le sue 21 centrali forniscono il 78.8% della capacità nucleare del paese. La Francia ha inoltre il più basso livello di produzione di biossido di carbonio per unità di GDP al mondo ed è il maggior esportatore di energia a livello mondiale. Dopo l’incidente di Fukushima è stato annunciato che il livello di sicurezza delle centrali sarebbe stato aumentato. Dopo le elezioni del 2012, il nuovo governo ha ventilato l’intenzione di chiudere le centrali più vecchie. -Germania La Germania è stata un pioniere dell’energia nucleare, cominciando la ricerca durante la guerra mondiale e aprendo la prima centrale nel 1969, ma il dibattito sull’argomento è sempre stato molto acceso. Dopo il disastro di Fukushima il governo decise di tutte le centrali entro il 2022, sostenendo fra le altre cose che ciò permetterà lo sviluppo delle energie rinnovabili nel paese. Vantaggi Come abbiamo visto, il nucleare come fonte di energia è molto particolare: presenta allo stesso tempo molti svantaggi ma altrettanti vantaggi. I pareri sul nucleare sono quindi molti diversi. Illustreremo ora i vantaggi e una piccola spiegazione per ognuno di essi. Il nucleare è una risposta alle forme di energia alternative, come quella eolica, solare o geotermica. Spesso, quando si discute dei numerosi svantaggi dei combustibili fossili, in particolare legati alle emissioni e all'ambiente, si parla anche delle cosiddette “energie pulite”, ovvero quelle precedentemente elencate. Questo forme di energia tuttavia presentano troppi svantaggi rispetto a quelli che potrebbero essere i benefici. Sono troppo costose, sono impraticabili in alcuni paesi, richiedono conoscenza e tecnologia avanzate ecc.. e non sarebbero in grado di sostituire i combustibili fossili. Il nucleare quindi si presenta come terza alternativa, qualcosa che allo stesso tempo è “pulito”, ma anche più “accessibile”. Uno dei principali vantaggi dell'energia nucleare è appunto la estremamente ridotta, anche se non nulla, emissione di gas serra, come l'anidride carbonica, che contribuiscono al riscaldamento globale. Basti pensare che se gli USA non utilizzassero l'energia nucleare, appoggiandosi solamente sui combustibili fossili, emetterebbero ogni anno circa 700 milioni di tonnellate in più di CO2. Vengono emessi piuttosto vapori non nocivi provenienti dagli impianti di raffreddamento. Nonostante tutto non bisogna dimenticare le emissioni durante l'estrazione e la lavorazione dell'uranio, alla base dell'energia nucleare. Un altro vantaggio è la creazione di migliaia di posti di lavoro: questo comprenderebbe sia la costruzione in sé dell'edificio della centrale ma ovviamente anche gli operai, i tecnici, gli studiosi e gli esperti che potrebbero essere assunti in essa. Inoltre la costruzione e l'utilizzo di una centrale nucleare offrirebbe la possibilità di sviluppo industriale e tecnologico per il paese, avendo bisogno di tecnici e operai qualificati e metodi e sistemi di sicurezza all'avanguardia. Si parla sempre dell'aumento del prezzo del petrolio: l'energia nucleare dà una risposta anche a questo. Infatti i maggiori produttori di petrolio del mondo, e quindi coloro che vendono parte di questa energia a paesi come l'Italia, sono luoghi di grande instabilità politica, per esempio il Medio Oriente, e “liberarsi” della dipendenza energetica da altri paesi significherebbero non solo garantire maggiore libertà e stabilità nell'approvvigionamento dell'energia ma anche ridurre le spese per comprare da altri paesi. Dall'altra parte quindi, il paese che decide di adottare il nucleare potrebbe a sua volta vendere l'energia che produce ad altri paesi, garantendo un ulteriore guadagno per lo Stato. Un altro vantaggio dell'energia nucleare è sicuramente la lunga durata di una centrale. L'energia viene prodotta su larga scala e a ciclo continuo. Una centrale potrebbe produrre energia per alcuni decenni, tra i 40 e i 60 anni, superando nei guadagni la elevata spesa iniziale. Un altro svantaggio dei combustibili fossili consiste nel fatto che le quantità di materie prime richieste sono piuttosto elevate e che nel giro di qualche decennio cominceranno a scarseggiare. Il nucleare presenta ancora una volta un'alternativa a questo, in quanto la quantità di uranio (elemento base della produzione) richiesto è molto ridotta rispetto alle altre forme di energia e le quantità presenti oggi sulla Terra sarebbero pressoché inesauribili. Si tratta di circa 5 milioni di tonnellate, equivalenti a 200 miliardi di tonnellate di petrolio. Svantaggi Oltre ai numerosi vantaggi che sostengono l'energia nucleare, troviamo anche molti svantaggi che scaturiscono dubbi e incertezze. Uno dei più rilevanti svantaggi è lo smaltimento delle scorie radioattive. Purtroppo le scorie nucleari sono un aspetto molto critico delle centrali. Esse infatti non possono essere distrutte e l'unica soluzione, finora attuata, è lo stoccaggio in depositi geologici. L'obbiettivo principale dell'UE e degli USA è infatti quello di trovare depositi sicuri dove le scorie possono essere depositate per migliaia di anni senza gravare sull'ambiente. Tutto questo richiede però finanziamenti per la ricerca di nuovi depositi. La centrale nucleare richiede maggior sicurezza rispetto ad altre centrali poiché sono maggiori le conseguenze ambientali in caso di incidente. Le radiazioni a cui la popolazione è esposta infatti causano un maggior numero di morti per tumore e leucemia. Con lo sviluppo della tecnologia le centrali sono state dotate di reattori di ultima generazione che assicurano maggior sicurezza. Uno degli aspetti più critici della sicurezza è proprio il trasporto di scorie nucleari. Esso non solo scaturisce il malcontento delle persone che vedono passare davanti la propria abitazione mezzi di trasporto carichi di sostanze radioattive ma aumenta anche il rischio di attentati terroristici. Per esempio in Francia, i mezzi che trasportano scorie nucleari sono sempre scortati da carri armati e da poliziotti. Per questi motivi i depositi dovrebbero essere situati nei pressi delle centrali, non solo per la sicurezza ma anche per motivi economici. Tutto questo naturalmente è dato dal fatto che la tecnologia non è stata ancora in grado di trovare un modo per distruggere le scorie nucleari. Come abbiamo accennato prima l'energia nucleare ha bisogno di grossi investimenti sia per la costruzione dell'impianto sia per lo smaltimento e la messa in sicurezza delle scorie. Ma soprattutto per la tecnologia. Essa oltre ad avere grossi costi iniziali richiede anche un know how nel paese per quanto riguarda la gestione delle centrali e del combustibile. Tutto questo rende più difficile lo sviluppo dell'energia nucleare nei paesi poveri, senza ricorrere alla dipendenza tecnologica dei paesi ricchi. Un altro aspetto che influisce negativamente sull'energia atomica e che può rivelarsi molto pericoloso è il terrorismo. Il rischio che le centrali nucleari vengano prese come obbiettivi per atti terroristici è quindi molto probabile. Infatti fin dalla loro costruzione le centrali nucleari vengono progettate e organizzate in modo da prevenire questi attacchi. Inoltre il ritrattamento del combustibile negli impianti consente di produrre il plutonio, con il quale si possono produrre armi nucleari e la bomba atomica. Anche questo come abbiamo detto in precedenza è obbiettivo di atti terroristici. Infatti il settore del nucleare è sottoposto a rigidi controlli in tutto il mondo. Le centrali nucleari inoltre producono solamente energia elettrica. Questo aspetto consente di soddisfare la domanda di elettricità, ma non di risolvere il problema dell'approvvigionamento energetico di un paese. Ad esempio in Italia i consumi di energia elettrica sono circa 1/3 dei consumi di energie primarie.