la Repubblica DIARIO GIOVEDÌ 29 AGOSTO 2013 DI REPUBBLICA ■ 34 Strumenti di sterminio di civili, messe al bando dalla comunità internazionale, prova ultima per inchiodare un tiranno Dalle trincee del 1915 alla Siria, storia dell’orrore biologico ARMICHIMICHE L’atomica dei poveri che scatena le guerre VITTORIO ZUCCONI LIBRI ANGELO DEL BOCA Italiani, brava gente? Neri Pozza 2009 I gas di Mussolini Editori Riuniti 2007 BILL CLINTON Chemical Weapons Convention Diane 1998 GIOVANNA BORRADORI Filosofia del terrore Dialoghi con J. Habermas e J. Derrida Laterza 2003 ERIC CRODDY Armi chimiche e biologiche Bollati Boringhieri 2004 ROBERT HUTCHINSON Le armi di distruzione di massa Newton Compton 2003 F. CAPPELLANO B. DI MARTINO La guerra dei gas Rossato 2006 R. GAGLIANO CANDELA A. P. COLUCCI Armi chimiche aggressivi chimici Laterza 2000 G. GIACOMELLO A. PASCOLINI (a cura di) L'Abc del terrore Vita e Pensiero 2012 a prima vittima identificata delle armi chimiche fu una donna tedesca. Si chiamava Clara Immerwahr e aveva un dottorato proprio in chimica, rarità estrema per una femmina all’inizio del XX secolo. Ma non fu direttamente un gas tossico a ucciderla. Nel pomeriggio del 2 maggio 1915, quando seppe che il marito, l’eminentissimo professor Fritz Haber, futuro Nobel, aveva personalmente lanciato e seguito il primo attacco con armi chimiche inventate da lui contro le trincee francesi a Ypres, Clara si puntò una pistola alla tempia e si uccise nel giardino di casa. Come Robert Oppenheimer, sconvolto dal dio della morte che lui aveva contribuito a scatenare nella prima bomba atomica esplosa trent’anni dopo, così Clara Immerwahr aveva visto, nel lampo finale della conoscenza e coscienza, l’abisso di orrori che il suo lavoro, quello del marito e dei colleghi, aveva spalancato quel giorno di aprile sotto i piedi dell’umanità. Il sucidio di Clara non servì a nulla. Non soltanto il giorno dopo la sua morte il professor Haber si ripresentò al lavoro nel laboratorio, per perfezionare quel gas urticante ma poco efficace subito ribattezzato “yprite» e produrne altri di ben più letali. Da quel debutto nelle trincee di Fiandra, la varietà, la produzione, gli arsenali, i sistemi di lancio e di distribuzione, la diffusione sarebbero cresciuti come un fungo velenose e avrebbero fatto molti più morti delle esplosioni nucleari. Nel conto degli esseri umani uccisi da gas letali vanno sempre aggiunti i milioni di persone soffocati nei campi di sterminio nazisti da Zylon B, parente stretto dei gas di cianuro, arsenico e cloro creati dalla chimica tedesca nei primi decenni del secolo scorso. Tra i primi “poilou” francesi, gli irsuti fanti che furono avvolti dalle nubi di gas puzzolente di senape a Ypres senza capire che cosa fosse e i bambini che abbiamo visto boccheggiare con il muco alla bocca in Siria destinati a sicura morte per soffocamento da blocco della respirazione indotta dai gas nervini, nessun trattato ha mai davvero ripulito il mondo dalla più micidiale ed economica delle “armi di distruzione di massa”, la “Bomba Atomica” dei Paesi che non si possono permettere ordigni nucleari. Dalla prima, e perfettamente inutile “Convenzione dell’Aja” del 1899 per la loro messa al ban- Tonnellate L La Libia ne ha ancora tonnellate che avrebbe dovuto distruggere e molti sospettano che la Cina non le abbia dichiarate tutte Despoti Gli alleati scoprono un laboratorio tedesco dove si preparano armi tossiche in un disegno pubblicato sul “Petit Journal” nel 1925 do, quando soltanto chimici tedeschi e francesi ne studiavano le possibilità a uso bellico, fino alla Convenzione contro le Armi Chimiche entrata in vigore soltanto nel 1997, lo stock dei vari gas e agenti è esploso. Dai pochi chilogrammi sintetizzati da Fritz Haber è passato alle 38 mila e 308 tonnellate di oggi. E questo dopo che, sotto il controllo nell’ONU, ne sono state distrutte più di 50 mila tonnellate. Anche queste cifre, che catalogano quanto rimane negli arsenali delle 65 nazioni che hanno firmato la Convenzione come gli Stati Uniti e la Russia che ne SILLABARIO ARMI CHIMICHE L’invenzione di un professore tedesco a inizio Novecento si è rivelata un alleato perfetto dei despoti contro gli inermi avevano la quantità massima, sono sicuramene inferiori alla realtà. Corea del Nord e Siria non hanno mai sottoscritto il trattato e molti sospettano, senza averne certezza, che anche la Cina non abbia dichiarato tutte le sue scorte né distrutto gli impianti di produzione. La Libia ha ancora 11 tonnellate di gas per uso militare, che il governo post Gheddafi ha promesso di eliminare e nei depositi Iracheni, quelli che giustificarono la propaganda tambureggiane che precedette l’invasione, ancora esistono piccole quantità di armi chimiche abbandonate da anni e troppo ERIC J. HOBSBAWM ella Prima guerra mondiale i tedeschi, che erano sempre stati molto forti nel campo dell’industria chimica, sparsero gas venefico sulle trincee e sui campi di battaglia. Ma l’uso di quest’arma si dimostrò tanto atroce quanto inefficace e determinò l’unico autentico caso di reazione umanitaria da parte dei governi europei contro i metodi di conduzione della guerra. Questa reazione si tradusse nella Convenzione di Ginevra del 1925, con la quale tutti gli stati si impegnarono solennemente a non ricorrere più alla guerra chimica. Infatti, sebbene tutti i Paesi continuassero a preparare armi chimiche e si aspettassero che il nemico ne avrebbe fatto uso, il gas non fu usato da nessuno dei contendenti durante la Seconda guerra mondiale. Ma i sentimenti umanitari non hanno impedito agli italiani di impiegare il gas per domare le ribellioni dei popoli delle colonie. N © RIPRODUZIONE RISERVATA deteriorate per essere utilizzabili anche nel 1993. Ma ancora pericolosissime da maneggiare e distruggere. L’ironia crudele di questo ancora immenso laboratorio di morte non è soltanto la origine comune a tutte le varietà di gas, che sono l’agricoltura, la ricerca di fertilizzanti sintetici e di pesticidi sempre più potenti. Dall’iprite vescicante al Sarin letale, dai derivati del cloro a quelli del cianuro e dell’arsenico che impediscono l’ossigenazione dei globuli rossi e dunque portano al soffocamento, sono figli delle colture estensive divenute cimiteri estensivi. Ma come armi di guerra non sono mai servite a molto. Gli esperimenti condotti sul soldati nelle trincee della Grande Guerra furono un fiasco e certamente non risolutivi come avevano sperato i generali. L’impraticità dell’impiego di gas, soggetti sempre alle variazioni del vento e delle temperature, l’efficacia delle contromisure, dalle maschere all’atropina, oggi iniettata in tutti i soldati nei fronti delle guerre in Asia e medioriente, i rischi di contaminazione ai quali erano esposti anche chi li usava, bastando poche gocce di Sarin o di Tabun anche attraverso gli abiti per uccidere, delusero i comandi. E dopo il lancio di iprite del quale furono accusati gli italiani nella guerra d’Etiopia e dei giapponesi contro i cinesi nell’invasione della Manciuria, non risultano impieghi di armi chimiche nella Seconda Guerra Mondiale. Anche l’“Agent Orange” il defoliante a base di diossina ampiamente adottato dagli americani in Vietnam produsse certamente vittime a distanza di tempo, ma non aveva come obbiettivo diretto soldati nemici o popolazione. Le armi chimiche, i gas, sono invece divenuti perfetti e atroci strumenti di controllo e di sterminio della popolazione civile e dei nemici dei regimi che li hanno usati. Dalla “soluzione finale” nei lager nazisti al massacro di civili curdi e di ribelli Shia nell’Iraq di Saddam Hussein per arrivare alle cataste di cadaveri siriani, l’invenzione del professor Haber si è rivelata un’alleata perfetta per i despoti contro gli inermi. Gli eserciti regolari moderni sono attrezzati e relativamente protetti, nella prevenzione medica, negli indumenti, nei loro mezzi contro le minacce “ABC”, atomica, biologica e chimica. I civili, e i guerriglieri, non hanno altro che i sudari nei quali avvolgersi. Dopo. © RIPRODUZIONE RISERVATA Gli autori IL SILLABARIO di Eric J. Hobsbawm è tratto da Il secolo breve: 1914/1991 (Bur). Vittorio Zucconi ha scritto Gli spiriti non dimenticano (Mondadori). L’ultimo libro del chimico e divulgatore Silvano Fusoè La falsa scienza (Carocci). Il generale Fabio Mini è autore di Mediterraneo in guerra(Einaudi). I Diari online TUTTI i numeri del “Diario” di Repubblica, comprensivi delle fotografie e dei testi, sono consultabili su Internet in formato Pdf all’indirizzo web www.repubblica.it. I lettori potranno accedervi direttamente dalla home page del sito, cliccando al menu “Supplementi”. Winston Churchill Jürgen Habermas Michael Crichton Le armi chimiche sono l’applicazione della scienza occidentale alla guerra moderna Dopo l’11/9, gli Usa non hanno capito la gravità del pericolo delle armi chimiche Come ce le hanno gli insetti e le piante, anche noi avremo bisogno di armi chimiche Rogue States, 1919 Filosofia del terrore, 2003 Micro, 2012 ■ 35 PRIMA GUERRA MONDIALE L’ECCIDIO ITALIANO LA STRAGE DI SADDAM L’ATTENTATO DI TOKYO OGGI Soprattutto i tedeschi fanno uso di gas tossici come in Belgio nel 1915 Nel conflitto muoiono in 90mila per armi chimiche Durante l’invasione dell’Etiopia, nel 1935 le truppe fasciste lanciano gas mostarda, causando decine di migliaia di morti Nella guerra contro l’Iran (1980-1988), l’Iraq di Saddam fa largo uso di armi chimiche, anche contro i curdi Nel 1995 la setta religiosa Aum Shinrikyo libera gas sarin nella metropolitana di Tokyo: 12 i morti, oltre 600 gli intossicati Il 21 agosto centinaia di siriani muoiono nei pressi di Damasco Gli Usa confermano: è stato un attacco chimico Le tappe Gli effetti del gas nervino sull’organismo L’uso durante il conflitto e in politica interna COSÌ UCCIDONO LA STRATEGIA IN POCHI MINUTI SBAGLIATA SILVANO FUSO FABIO MINI e armi chimiche sfruttano la tossicità di alcune sostanze per uccidere, ferire o comunque danneggiare il nemico. Le Nazioni Unite classificano quelle chimiche come armi di distruzione di massa e una convenzione internazionale del 1993 ne ha messo al bando sia la produzione che lo stoccaggio. Armi tossiche molto rudimentali sono in uso da sempre, come l’espediente di avvelenare le frecce per la caccia e la guerra. Molto antico è anche l’uso di fumi irritanti e tossici. L’impiego delle vere e proprie armi chimiche si sviluppò però soprattutto in occasione della Prima guerra mondiale. In essa vennero adoperate sostanze esistenti per uso industriale (quali il cloro e il fosgene), rilasciate con metodi convenzionali (bombole) e affidando al vento il loro trasporto. Dopo la grande guerra l’industria bellica sviluppò prodotti specifici sempre più letali e metodi di dispersione più efficaci. Oggi esistono circa 70 tipi diversi di aggressivi chimici che possono essere gassosi, liquidi o solidi. Una prima classificazione può essere fatta distinguendo gli aggressivi chimici in letali e incapacitanti. I primi provocano la morte, mentre gli incapacitanti producono effetti fisici o mentali che impediscono alle vittime di controllare il proprio comportamento. Gli aggressivi chimici posso- a carriera militare degli aggressivi chimici parte dalla gavetta. Per lungo tempo sono stati considerati armi moderne e normali per uno scopo antico come la guerra: terrorizzare l’avversario ammazzando più combattenti. Alcuni fautori delle dottrine realiste e della “guerra giusta” li hanno perfino ritenuti leciti nella ritorsione o mezzi “umanitari”, in quanto abbreviano i conflitti e le sofferenze delle vittime e … riducono i costi sanitari. Durante la prima guerra mondiale, le armi chimiche si rivelano importanti mezzi operativi nella distruzione di massa, l’interdizione, la saturazione e l’impatto psicologico. Alla fine del conflitto possono “vantare” 1 milione e 300.000 vittime di cui 91.000 morti. Durante la seconda guerra mondiale i tedeschi le usano a livello strategico ma fuori del campo di battaglia: nei campi di sterminio. Il successivo salto di rango avviene durante la Guerra Fredda quando gli Stati Uniti ricorrono agli agenti chimici per l’annientamento umano e ambientale in Vietnam e le due superpotenze e i loro alleati iniziano a fornire armi chimiche e know how ai paesi delle rispettive orbite. L’intenzione è di estendere la simmetria globale ai paesi satelliti senza cedere ordigni nucleari e così nel confronto fra i blocchi, le armi chimiche diventano le “atomiche dei poveri”. L FOTO: RUE DES ARCHIVES DIPINTO Un soldato francese si difende dalle armi chimiche nel dipinto di Leven e Lemonier del 1915. Sotto, soldati tedeschi mettono alla prova le maschere antigas nel 1940 L LIBRI GIANLUCA DI FEO Veleni di Stato Bur 2009 ROBERT FISK Cronache mediorientali Il Saggiatore 2009 RICHARD PRESTON Contagio globale Rizzoli 2003 MICHAEL CRICHTON Micro Enzima Arsenali Viene attaccato un enzima fondamentale per la trasmissione degli impulsi dal cervello ai muscoli In questo modo vengono bloccate immediatamente la respirazione e la circolazione sanguigna Ai tempi della Cortina di ferro le superpotenze riforniscono gli arsenali dei loro alleati minori. Dopo la caduta del Muro tutto cambia e ora terroristi di ogni tipo sanno benissimo come destabilizzare qualsiasi regime no essere classificati anche in base alla loro persistenza, ovvero il tempo durante il quale essi mantengono la loro efficacia dopo la dispersione. Un tempo che può variare da pochi minuti ad alcune ore. Infine gli aggressivi chimici possono essere distinti in base agli effetti che producono (irritanti, vescicanti, asfissianti, ecc.). Volendo, si possono considerare armi chimiche anche quelle utilizzabili non sul nemico, ma sulle proprie truppe per vincere la paura prima dell’attacco. Tra queste vi sono gli eccitanti psichici disinibitori, quali l’alcol, la cocaina, le anfetamine, l’ecstasy e diverse altre droghe. Tra gli agenti asfissianti, i più micidiali sono i cosiddetti gas nervini, quelli probabilmente usati in Siria. Dal punto di vista chimico si tratta di composti organofosforati che devono la loro tossicità all’azione che esercitano sul sistema nervoso. Tra i principali gas nervini, ricordiamo il Ciclosarin, il Sarin, il Soman, il Tabun, il VX e il Novichok. Essi sono detti aggressivi sinaptici perché inibiscono un particolare enzima, fondamentale per la trasmissione degli impulsi all’interno del sistema nervoso e da questo verso i muscoli. La sua inibizione determina, già a bassissime dosi di gas nervini, una paralisi di tipo spastico dei muscoli dell’iride, del corpo ciliare, dei bronchi, del tratto gastrointestinale, della vescica, dei vasi sanguigni, delle ghiandole interne e sudorifere, e del muscolo cardiaco. A dosi maggiori, si determina perdita di coscienza, accompagnata da convulsioni, arresto circolatorio e respiratorio, paralisi e morte: il tutto avviene nell’arco di alcuni minuti. I sintomi tipici dell’intossicazione da gas nervini possono essere epistassi, fitte al torace, indebolimento della vista, restringimento delle pupille, eccessiva sudorazione, defecazione e minzione involontarie, contrazioni, convulsioni, barcollamento, mal di testa, sonnolenza e difficoltà respiratorie. Non esistono purtroppo antidoti specifici contro i gas nervini. Solamente la somministrazione di atropina può limitarne gli effetti e talvolta può salvare la vita: ma solo se l’intossicazione blanda e se l’intervento è immediato. Egitto, Iraq, Iran, Israele, Libia, Sud Corea e altri paesi si dotano di armi e alcuni di essi le usano anche contro le popolazioni civili. Quando la Siria incrementa le proprie capacità chimiche per riequilibrare la preponderanza militare israeliana in campo convenzionale, chimico e poi nucleare, nessuno si meraviglia. Fa parte del gioco simmetrico e le armi chimiche sono ormai strategiche nella deterrenza inserendosi tra la guerra convenzionale e quella nucleare. Con la caduta dei blocchi, la guerra cambia natura. Gli interessi privatistici e industriali dominano la politica. I conflitti sono interni e le minacce sono asimmetriche, parossistiche e irrazionali. Il terrorismo si mescola con l’insurrezione. L’aggressione con l’intervento umanitario. Le armi chimiche e gli incapacitanti, banditi in guerra, diventano legali nel controllo delle masse e del terrorismo, vero o presunto. Oggi le armi chimiche sono di rango politico-strategico e quindi all’apice della carriera: costituiscono il nuovo pretesto delle cosiddette guerre umanitarie, piccole guerre e controinsurrezioni. Come le presunte armi chimiche di Saddam hanno permesso la guerra in Iraq, il presunto impiego di quelle siriane contro i ribelli annuncia un altro sconquasso globale. Con la cosiddetta “linea rossa” o “via di non ritorno”, l’evento chimico, a prescindere dalla sua portata, è diventato il requisito per l’intervento internazionale contro il regime siriano. Si è perciò indicato ai vari ribelli, terroristi, jihadisti e qaedisti come destabilizzare senza sforzi un qualsiasi governo. Li si è indotti a procurarsi armi chimiche proprio mentre l’eventualità che cadano in mani inaffidabili è considerata la più probabile e pericolosa minaccia asimmetrica per la sicurezza internazionale. Si è anche detto ai regimi oppressivi come ricattare la comunità internazionale con la minaccia chimica e a quelli bellicisti come alterare gli equilibri regionali (ad es. fra Israele e i confinanti) che finora si sono retti su di una simmetria militare garantita proprio dal possesso di armi chimiche. E si è ancora una volta indicato al mondo come ficcarsi nei pantani delle guerre senza fine e senza fini. Complimenti alla carriera! © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Garzanti 2012 GIOVANNI BALDONI Killer silenziosi Mursia 2003 W. BROAD S. ENGELBERG J. MILLER Germi Longanesi 2002 P. COPPOLA G. STURLONI Armageddon supermarket Sironi 2003 JAKE CARSON Bioterrorismo e armi chimiche Piemme 2003 BOB WOODWARD Piano d'attacco Sperling & Kupfer 2004 R. GUTMAN D. RIEFF Crimini di guerra Contrasto 2003