Termodinamica e teoria cinetica dei gas “L’insieme di relazioni tra le proprieta’ macroscopiche che servono a specificare lo stato interno di un sistema quando interviene il calore”. proprieta’ macroscopiche: anche dette: variabili termodinamiche quelle direttamente percepibili dai nostri sensi (a contrasto di quelle microscopiche ). es.: P,V,T sistema/ ambiente / universo Si distingue tra il “sistema” (termodinamico) e “l’ambiente” che lo circonda L’insieme di “sistema” + “ambiente” viene detto “l’universo” ambiente il sistema La meccanica statistica: Le variabili termodinamiche dipendono dai valori medi delle proprieta’ microscopiche del sistema. La meccanica statistica stabilisce le relazioni tra le proprieta’ microscopiche e le variabili termodinamiche. La teoria cinetica dei gas e’ una parte (semplice) della meccanica statistica. 1 Nozioni e terminologie Un sistema aperto: ammette scambi di energia e di materia Un sistema chiuso: esclude scambi di materia ma ammette scambi di energia Un sistema isolato: esclude entrambi Un sistema si trova in: equilibrio termodinamico: se lo stato del sistema non cambia spontaneamente Le variabili termodinamiche *descrivono lo stato (di equilibrio) del sistema. di stato di un sistema *Non sono definite se il sistema non e’ in equilibrio (es. PVT per gas ideale) *sono il minimo numero di variabili termodinamiche necessarie per descrivere lo stato del sistema. *dipendono unicamente dallo stato del sistema ( e non dal cammino seguito per raggiungerlo) Si distingue tra: varabili estensive(es. M,V) variabili intensive(es. P,T) proprieta’ addittive del intero sistema possono variare da punto in punto e non sono addittive Un equazione di stato di un sistema mette il relazione le varabili di stato del sistema, riducendo Cosi il numero di variabili indipendenti 2 Variazioni di stato sono dette “trasformazioni”. Le variazioni delle corrispondenti variabili di stato sono definite solamente se le trasformazioni avvengono tra stati di equilibrio. Trasformazioni infinitesime tra stati di equilibrio vicini sono dette trasformazioni “quasistatiche” Es.: P Dal momento che e definito, ogni punto sulla curva che rappresenta la trasformazione rappresenta uno stato di equilibrio. La trasformazione e dunque quasistatica. V In questo corso, concentreremo la nostra attenzione sui gas ideali, quali esempi di sistemi particolarmente semplici, per sviluppare i principi di base che possono essere generalizzati a tutti i sistemi con l apposito aggiunta di variabili di stato. 3 Equilibrio termico - temperatura Il senso tattile di caldo e di freddo corrisponde a disequilibrio termico . Il contatto termico ammette scambi tra sistemi che conducono all’equilibrio termico tra di loro. Una parete diatermica ammette il contatto termico A A e B in equilibrio termico tra di loro B parete diatermica Una parete adiabatica esclude il contatto termico A A e B non in necessaramB ente in equilibrio termico tra di loro parete adiabatica Il principio zero della termodinamica Se A e B sono entrambi in equilibrio termico con un terzo corpo C, allora lo sono anche tra di loro. 4 Lo stato di equilibrio termico puo’ dunque essere una proprieta’, o funzione di stato, commune a tutti i corpi. La funzione di stato che specifica lo stato di equilibrio termico del sistema e’ detta la temperatura. Il corpo C potrebbe essere il nostro termomentro. Per misurare la temperatura, si fa riferimento alla relazione tra la temperatura (o stato di equilibrio termico) ed un altra proprieta’ macroscopica (variabile o funzione di stato) del termometro – una facilmente misurabile, es; la lunghezza di una colonna di mercurio, o la pressione di un gas a volume costante. 5 Il termometro a gas a volume costante Def: T = aP + b Ttr = 0 ° Teb = 100° h Punto triplo dell’acqua Punto di ebollizione dell’acqua gas P,T Si osserva che, per tutti i gas, quando Ptr → 0 (gas ideale) b → −273.16 T 100 e siccome a e’ 273.16/Ptr ⎛ P ⎞ T = 273.16⎜⎜ ⎟⎟ − 273.16 ⎝ Ptr ⎠ " % Usando il rapporto R = $# P P '& quale misura della tr temperatura, si puo’ scrivere: Ptr Peb T = 273.16 R − 273.16 ( in gradi Celsius) dove ! R = lim Ptr →0 ⎛⎜ P ⎞⎟ ⎝ Ptr ⎠ -273.16 6 Questa e’ la scala di temperatura Celsius. Aggiungendo 273.16 si ottiene la scala assoluta, o la scala Kelvin. T = 273.16 R (in °K) La temperatura -273.16 oC = 0 oK e’ detta lo “zero assoluto” N.B. T (°C ) = T (°K ) − 273.16 La scala di temperatura Farenheit Ttr = 32° F Te = 212° F T (° F ) = 32(° F ) + 9 T (°C ) 5 Altri termomentri sfruttano altre correlazioni tra lo stato di equilibrio termico del Termometro e un altra proprieta’ macroscopica che dipende solo da lo stato di equilibrio termico., es. la lunghezza l di una colonna di fluido (es. Mercurio, alcool etilico, toluolo etc.) T = al + b La “International practical Temperature Scale” (IPTS) (ultimo aggiornameto nel 1968). E’ costituita da un numero di punti fissi e di regole ( cioe’ termometri ) per interpolare tra di loro. Gamma di applicazione: 13.81 < T <13357.6 Punto triplo di 2H Punto di fusione di Au 7 Avendo definito un altra proprieta’ macroscopica (temperatura), siamo in grado di esprimere alcune relazioni termodinamiche (tra variabili di stato) Equazione di stato dei gas perfetti (o ideali) Per un gas perfetto ( un gas a bassa pressione s’avvicina a questo stato), si osserva che: PV = cos tan te T (per una determinata massa di gas) Dove: costante = nR n e’ il numero di moli del gas. Una mole di gas contiene (il Numero di Avogadro N 0 = 6.022045 ×10 23 ) di molecole. R = 8.314 J/mol .°K ( la “costante universale dei gas perfetti”) = 1.99 cal/mol oK Def: un gas perfetto e’ un gas che rispetta: PV = nRT Equazione di stato dei gas perfetti 8 I coefficienti di dilatazione termica (altre equazioni di stato) Un cambiamento di temperatura provoca una dilatazione di ognuna delle tre dimensioni. Si consideri quella piu’ lunga l di una sbarra. Δl = α lΔT α = lim ΔT →0 l Δl l = 1 ⎛⎜ ∂l ⎞⎟ ΔT l ⎝ ∂T ⎠ Δl ( il coefficiente di dilatazione termica ) α varia in funzione della temperatura ma la variazione e’ trascurabile per molte applicazioni Il coefficiente di dilatazione termica di superficie Δa = αaΔT a Δb = αbΔT A + ΔA = (a + Δa )(b + Δb ) = ab + Δab + bΔa + ΔaΔb = A + 2αabΔT + α 2 abΔT 2 b E trascurando il termine di secondo ordine: A + ΔA ≈ A + (2α )AΔT ⇒ ΔA = (2α )AΔT 9 Il coefficiente di dilatazione termica di superficie e’ dunque dato da: lim ΔT →0 1 ∂A = 2α A ∂T Il coefficiente di dilatazione termica di volume V + ΔV = (a + Δa )(b + Δb)(c + Δc) = abc + 3αabcΔT + (0) ≈ V + 3αVΔT Cioe’ b ΔV = 3αVΔT a c Il coefficiente β di dilatazione termica di volume : β = lim ΔT →0 1 ΔV 1 ∂V = = 3α V ΔT V ∂T 10 Calore – Capacita’ Termica – trasferimento di calore Si puo’ definire il calore cosi’: “Il calore e’ cio’ che viene trasferito da un sistema all’ambiente ( o da un sistema all’altro ) solo a causa della differenza di temperatura (cioe’ di equilibrio termico) tra il sistema e l’ambiente ( o l’altro sistema ).” oppure: “Il solo scambio di calore tra un sistema e l’ambiente porta ad un cambiamento di temperatura.” Si definiscono quindi unita’ di calore nel modo seguente: 1 caloria (cal) e’ la quantita’ di calore necessaria per in alzare la temperatura di un grammo di acqua da 14.5 aq 15.5 oC 1 British thermal unit (Btu) e’ la quantita’ di calore necessaria per aumentare la Temperatura di una libbra d’acqua da 63 oF a 64 oF. 1 caloria alimentare = 1000 cal = 1 kcal = 3.968 Btu 11 La Capacita Termica C di un corpo e’ definita: ⎛ ΔQ ⎞ dQ C = lim ΔT →0 ⎜ ⎟ = ⎝ ΔT ⎠ dT dove ΔQ = Quantita’ di calore assorbita dal corpo ΔT = Corrispondente aumento di temperatura Il calore specifico c di una materia viene definito: c =C/m = 1 dQ m dT Si definisce anche una capacita termica molare C ( anche detto calore specifico molare ): C ' = C / n = mc / n = Mc dove n e' il numero di moli M e' la massa di una mole 12 Generalmente, C dipende dalle variabili di stato di un sistema. Per un sistema che e definito da due delle variabili (P,V,T) (es. il nostro gas perfetto), si definiscono dunque: ⎛ dQ ⎞ C P = ⎜ ⎟ ⎝ dT ⎠ P ⎛ dQ ⎞ CV = ⎜ ⎟ dT ⎝ ⎠V Capacita termica a pressione costante Capacita termica a volume costante Di solito, C dipende anche da T. Per l acqua ha un minimo intorno a 40 oC Generalmente, pero ,per variazioni di temperatura relativamente piccole, si puo considerare costante C (cal/goC) 1.0 0.995 20 40 60 T (oC) 13 Calorimetria ma= massa dell’acqua ca= calore specifico dell’acqua calorimetro di Regnault termometro agitatore CR = capacita’ termica del recipiente etc. pareti adiabatiche Ta = temperatura iniziale dell’acqua Introducendo una quantita’ mx della sostanza x, Si vuole misurare il calore specifico della sostanza contatto termico minimizzato Sia Tx la temperatura iniziale di mx,, e TF la temperatura finale della miscela Allora, supponendo il sistema ( recipiente + acqua + sostanza) isolato dall’ambiente: calore ceduto = calore assorbito mx cx (Tx − TF ) = ma ca (TF − Ta ) + CR (TF − Ta ) da cui, cx supponendo tutti gli altri parametri noti 14 Trasferimento di calore puo anche risultare in cambiamenti di fase: Il calore latente corrispondente e il calore necessario per effettuare il cambiamento di fase di un unita di massa della materia. Esistono: • Il calore latente di fusione Lf • Il calore latente di vaporizzazione LV • Il calore latente di sublimazione Ls ne fusio N.B. Tutto il calore assorbito durante un cambiamento di fase serve per effettuare il cambiamento. La temperatura rimane costante (trasformazione isotermica) durante il cambiamento. Punto P Cambiamenti di fase si producono critico simultaneamente in entrambi direzioni. liquido Le curve in figura rappresentano stati gas di equilibrio solido P 0 • Si noti la pendenza negativa della curva vapore di fusione per l’acqua. ione z a m i subl Punto triplo 0oC 100 T (oC) 15 Trasferimento di calore: Tre meccanismi (a) Conduzione : se, in una sostanza, la temperatura varia con spostamento, si osserva un flusso di calore. Supponendo che la materia sia uniforme e che T non vari nel piano (y,z) ( e dunque solo in direzione x ). Supponendo, inoltre, che la situazione sia stazionaria, allora la quantita di calore che passa attraverso area di superficie ΔA nel piano (y,z) ⊥ x per unita di tempo e: T + ΔT T ΔQ ⎛ ΔT ⎞ ≈ −k ⎜ ⎟ΔA Δt ⎝ Δx ⎠ ΔA Q Dove: • k e la conduttivita termica Δx • ΔA e' l' area di superficie ⊥ direzione del flusso x Il segno negativo indica che il verso del flusso e Superfici contrario a quello della variazione di T isoterme Nel limite infinitesimo, si scrive Legge di Fourier dQ dT = −k ΔA di conduttivita termica dt dx Dove dT dx corrisponde al gradiente di temperatura (tasso di variazione di temp nella direzione in cui e massimo). ⇐ Unita di k ( coefficiente di conduttivita o di conducibilita termica Dalla legge di Fourier, [k] = [(cal/sec)/(oK/m)].[1/m2]=[cal/ oK.m.s] k puo dipendere, generalmente, dal tempo, le coordinate e anche dalla temperatura*. 16 Nel caso generale, T(t) varia in funzione del tempo, e la soluzione dell equazione di Fourier diventa un problema di trasporto. Qui , ci siamo limitati al considerare: le situazioni stazionarie che si stabiliscono di solito dopo un intervallo finito di tempo. Una tale situazione si puo approssimare collocando uno strato di materia ( cioe una lastra) omogenea, di spessore d, a contatto termico con due sorgenti di calore a temperature costanti (T1 e T2 ), detti termostati, e isolandone i lati per ridurre al minimo le perdite di calore laterali. Dopo un intervallo di tempo si stabilira una situazione stazionaria (indipendente da t ) e il calore trasmesso in tempo Δt, attraverso un spessore Δx verra dato da: dT AΔt dx dove, siccome lo stato e stazionario, lo stesso vale per ogni spessore ( Δx ) di area uguale, cioe : _ dT dQ k = = costan te dx dt ΔQ ≈ −k Supponendo, inoltre, che k sia costante (materia omogenea), allora: ΔQ ≈ −kA (T1 − T2 ) Δt d Δx T1 T2 A dQ d 17 Definendo la resistenza termica R d k si puo scrivere la legge di Fourier per lo stato stazionario : Def: R = dQ − A(T1 − T2 ) = dt R Si considerino ora, due lastre infinite, a contatto termico. Ak1 (T1 − Tx ) ΔQ1 = Δt d1 ΔQ2 = Ak 2 (Tx − T2 ) Δt d2 In situazione stazionaria: ΔQ1 = ΔQ2 cioe , k1 (T1 − Tx ) k 2 (Tx − T2 ) = d1 d2 ⎛ k1 k 2 ⎞ k1T1 k 2T2 Tx ⎜⎜ + ⎟⎟ = + d d d d2 2 ⎠ 1 ⎝ 1 d1 ⎛ 1 1 ⎞ T T Tx ⎜⎜ + ⎟⎟ = 1 + 2 ⎝ R1 R2 ⎠ R1 R2 T R +T R Tx = 1 2 2 1 R1 + R2 e sostituendo nell eq. di Fourier dQ A ⎛ T1 R2 + T2 R1 ⎞ ⎟⎟ = ⎜⎜ T1 − dt R1 ⎝ R1 + R2 ⎠ A(T1 − T2 ) A(T1 − T2 ) = = R1 + R2 R La resistenza termica e’ additiva d2 A ΔQ1 ΔQ2 k1 k2 18 (b) Convezione Il trasferimento di calore corrispondente al trasferimento di materia es. convezione in un fluido contenuto tra due termostati Conseguenze naturali importanti: - variabilita climatica - il mare si gela in superficie. T2 Fluido caldo Fluido freddo Aquile - alianti T1 (c) Irraggiamento: trasferimento di calore nel vuoto per irraggiamento elettromagnetico Il potere emissivo di una superficie e dato dalla legge di Stefan-Boltzmann : 1 dQe = ασT 4 A dt Dove Qe e il calore emesso, α e l’emissivita della A superficie, A e l area e σ e la costante di Stefan-Boltzmann: 5.6703 ×10 −8 cal σ= 4 4.187 m2 0 K s ( ) 19 Equivalenza calore - energia meccanica - Primo Principio della Termodinamica Equivalente meccanico del calore: (James Prescott Joule 1818 - 1894) Aumentando la temperatura dell’acqua adiabaticamente, si dimostra che 1 cal = 4.187 Joule dove la costante 4.187 e’ detta “l’equivalente meccanico del calore” Joule dimostro’ inoltre che il rapporto lavoro/calore non dipende dal metodo (adiabatico) utilizzato per generare il lavoro. Le implicazioni sono: • il calore e’ una forma di energia • l’energia interna di un sistema e’ correlata alla temperatura mg termometro Pareti adiabatiche 20 Il primo principio della termodinamica afferma che: Per ogni sistema termodinamico, esiste una funzione di stato U detta “energia interna”, tale che: U f − U i = ΔU = Q − L Dove: • Q e’ il calore assorbito dal sistema • L e’ il lavoro eseguito dal sistema Si noti che mentre Q ed L dipendono dal metodo impiegato (la trasformazione) per portare il sistema dallo stato iniziale allo stato finale mentre U, in quanto funzione di stato, non dipende dalla trasformazione. P f i V Il primo principio e la legge di conservazione dell energia per sistemi T.D. La forma differenziale e : dU = dQ − dL non differenziali esatti 21 Si consideri il lavoro eseguito da un gas perfetto (P,V,T) contenuto da un pistone mobile in un cilindro dalle pareti adiabatiche e prive d attrito e con la base a contatto con un termostato a T variabile pistone ds F = PA Per una espansione quasistatica quale quella illustrata: dL = Fds = PAds termostato = PdV Vf L = ∫ PdV Vi Pareti adiabatiche (NB! Si afferma, senza dimostrazione, che questa relazione e’ generalizzabile a tutte le trasformazioni quasistatiche Si noti che il lavoro compiuto in questo modo dipende dal cammino. P L(i, a, f ) > L(i, f ) > L(i, b, f ) Anche il calore Q , assorbito dal termostato nel corso della trasformazione, dipende dal cammino perche ΔU = U f − U i = Q − L e’ costante, essendo U una funzione di stato isobara Pi i a Pf b f Vi Vf isocora V 22 Si consideri ora il calore assorbito dal sistema. Per una trasformazione quasistatica: Tf Tf Tf Qx = ∫ Cx (T )dT = m ∫ cx (T )dT = n ∫ Cxʹ′ (T )dT Ti capacita termica Ti Ti massa dove calore specifico Capacita termica molare C xʹ′ = CPʹ′ o CVʹ′ 1 ⎛ dQ ⎞ CVʹ′ = ⎜ ⎟ n ⎝ dT ⎠V e 1 ⎛ dQ ⎞ CPʹ′ = ⎜ ⎟ n ⎝ dT ⎠ P Per cambiamenti di fase (trasformazioni isoterme): Q = mλ Calore latente massa 23 Applicazioni del Primo Principio a delle trasformazioni semplici . Dal momento che le variabili di stato sono definite solo per stati di equilibrio, siamo sempre limitati a considerare trasformazioni quasistatiche. Si conderi anzitutto una: (a)Trasformazione Isobara di un gas ideale Vf Vf L = ∫ PdV = P ∫ dV = P(V f − Vi ) = PΔV Vi P Vi Dall equazione di stato dei gas perfetti: PV = nRT V nR = (costante) P T ⎛ nR ⎞ ΔV = ⎜ ⎟ΔT ⎝ P ⎠ e sostituendo nell espressione per il lavoro L: i f V Vi Vf L = nR (T f − Ti ) 24 Il calore assorbito dal sistema nella trasformazione isobara e dato da: Tf Q = n ∫ C ʹ′p dT Ti e supponendo C ʹ′p costante per un gas ideale, Q = nC Pʹ′ (T f − Ti ) Applicando il primo principio,si ottiene: ΔU = Q − L = nC ʹ′p (T f − Ti ) − nR (T f − Ti ) ΔU = n(CPʹ′ − R )ΔT da questa relazione, si puo concludere che (per gas ideali): 1 ⎛ ∂U ⎞ CPʹ′ = ⎜ ⎟ + R n ⎝ ∂T ⎠ P Vale dire che la capacita termica molare (a pressione costante) corrisponde alla variazione di energia interna per unita di variazione di temperatura + R. Vedremo riproporsi questa relazione quando intraprenderemo un analisi microscopica della capacita termica. 25 (b) Trasformazione isocora di un gas ideale Vf L = ∫ PdV = 0 Pf f Vi Q = nCVʹ′ (T f − Ti ) Segue dal primo principio che: ΔU = Q − L = nCVʹ′ ΔT Pi i V Si noti che: 1 ⎛ ∂U ⎞ CVʹ′ = ⎜ ⎟ n ⎝ ∂T ⎠V Anche questa relazione si vedra riproporsi successivamente 26 (C) Trasformazione isoterma di un gas ideale Vf L= " PdV Pi Vi i a Ma per traformazione isoterma PV = nRT (costante) da cui segue che': Vf L = nRT " Vi T costante f Pf dV V Vf = nRT [lnV ]Vi #P& #Vf & = nRT ln% ( = nRT ln%% i (( $ Vi ' $ Pf ' Siccome, sia P che V variano, non possiamo fare riferimento a C calcolare Q per la trasfromazione isoterma. Vf Vi P od a C V per 27 Teoria cinetica dei gas Limitiamoci a considerare gas ideali o perfetti. Le caratteristiche microscopiche dei gas ideali sono le seguenti: (1) sono composti di molecole identiche (2) il numero di queste molecole e grande (3) le molecole sono in moto casuale (4) obbediscono alle leggi di Newton (5) il loro volume e trascurabile rispetto a quello che le contiene (6) le sole interazioni tra di loro e con le pareti sono urti elastici y Si consideri un recipiente cubico: Nel corso di un urto elastico, con una delle pareti (prive di attrito), il cambiamento della q.d.m. di una molecola e: l Δq = q f − qi = (− mvx − mvx )iˆ = −2mvxiˆ Il tempo tra urti successivi (trascurando eventuali urti tra le molecole) e : Δt = 2l vx x La variazione della q.d.m per unita di tempo che avviene per effetto di urti con una parete e : l ⎛ mv x2 ⎞ ⎛ v x ⎞ (Δq / Δt ) = −2mvx ⎜ ⎟ = −⎜ l ⎟ ⎝ 2l ⎠ ⎝ ⎠ 28 Tenendo conto di tutte le molecole, la variazione totale della q.d.m. (distribuita uniformemente nel tempo) e : 2 ! ( m / l ) " vx,i = !F Questa e' la forza media esercitata dalla parete sulle molecole. -F e' dunque la forza esercitata dalle molecole sulla parete e # "v2 & # "v2 & nNm nM x,i x,i 2 % (= % ( PA1 = F = ( m / l 3 ) " vx,i = % ( % A V $ nN ' V $ nN (' dove M e la massa di una mole del gas e N e il numero di Avogadro e n e il numero di moli di gas. Ma nM V = ρ (dove ρ e la densita del gas) e, !v 2 x,i nN = vx2 il valore medio di vx2 vale dire che: PA1 = ρ vx2 Ora, per ogni molecola, v 2 = vx2 + v y2 + vz2 e siccome il movimento delle molecole e casuale, 1 vx2 = v y2 = vz2 = v 2 3 Segue che ( ) P = 1 3 "v 2 (1) 29 Si noti che, lo stesso risultato si ottiene ammettendo gli urti (elastici) tra molecole, e per qualsiasi forma di recipiente. La velocita quadratica media vq . m . = v 2 = 3 P ρ Esempi: per H2 a 0oC vq.m.=1838 m/s per O2 a 0oC vq.m.= 461 m/s per aria a 0oC vq.m.= 485 m/s per aria a 0oC la velocita del suono e 331 m/s Moltiplicando (1) per V, si ottiene: ( ) ( ) PV = 1 3 "Vv 2 = 1 3 nMv 2 Dove: M e la massa molare e n e il numero di moli Si puo riscrivere l equazione nella forma seguente: ! "1 % 2 2 PV = 3 $ nMv ' #2 & ( ) E confrontandola con l equazione di stato dei gas perfetti: PV = nRT ! Si conclude che: " 3% "1 % 1 $ 'RT = Mv 2 = N $ mv 2 ' = K tr #2& #2 & 2 l energia cinetica di traslazione di una mole 30 Inoltre, ( 3 2)(R N )T = ( 12)mv 2 L energia cinetica media di traslazione per ogni molecola oppure, ! ( 12)mv = ( 3 2)kT 2 dove ! k=R N la costante di Boltzmann 8.314 J mol.°K ) ( k= ( ( ) 6.022 " 10 23 molecole mol = 1.381 " 10 #23 J molecola.°K ) L equazione di stato dei gas perfetti si puo dunque scrivere: ! PV = nNkT 31 Miscele di gas ideali Ognuno di due o piu’ gas ideali che occupano lo stesso recipiente si comporta come se gli altri gas non vi fossero, ovvero come se fossero soli ad occupare il recipiente. Segue che: P = " Pi = i ! 1 # iv i2 ) " ( 3 i (dove gli indici i si riferiscono ora ai diversi gas) e che #1 & 2 2 1 2 PV = 3 " n i M iv i = 3 % " n i M iv i ( $2 i ' i ( ) ( ) & #2 1 & # 2 = " n i % ) M iv i ( = % " n i ( RT $3 2 ' $ i ' da cui si conclude che ! ! #1 & #1 & 2 2 n M v % " i i i( " ni%$ 2 miv i (' # 1 & 3 $2 i ' =N i = N % mv 2 ( = RT # & # & $2 ' 2 %" ni ( %" ni ( $ i ' $ i ' Dove 1 2 mv e’ ora la media delle energie molecolari dei gas 2 32 Energia interna dei gas perfetti -- equipartizione di energia Per un gas monatomico si puo trascurare la struttura interna delle molecole. Allora l energia interna corrisponde all energia cinetica di traslazione delle molecole: ( ) U = K tr = 3 RT 2 per mole Va notato che questa dipende unicamente dalla temperatura T Va notato inoltre che: (3 2 )RT = 12 Mv 2 = 1 M v x2 + v y2 + v z2 2 ( ) Abbiamo gia osservato che, siccome il moto e casuale; vx2 = v y2 = vz2 Segue che: 1 Mv 2 = 1 Mv 2 = 1 Mv 2 = 1 RT 2 x 2 y 2 z 2 Vale dire che l energia interna e distribuita, in parti uguali, tra i tre gradi di liberta disponibili, un grado di liberta essendo un modo indipendente per assorbire energia. 33 Si puo generalizzare questa deduzione a qualsiasi numero di gradi di liberta , ottenendo cosi , il teorema dell equipartizione di energia. A ciascun grado di liberta di un gas in equilibrio e associata un energia di 1 2 RT per mole Si puo quindi dire che, per qualsiasi gas ideale, l energia interna dipende solo dalla temperatura ed e proporzionale ad essa. z Si consideri ora un gas biatomico. Schematizzandolo come due molecole separate da un asta sottile e leggera, si conclude che y x Ix e trascurabile perche le dimensioni delle molecole sono trascurabili. Inoltre Iy = I z = I e supponendo di poter trascurare le vibrazioni: U = 1 2 Mv x2 + 1 2 Mv y2 + 1 2 Mv z2 + 1 2 I" y2 + 1 2 I" z2 = 5 2 RT per mole Ammettendo anche le vibrazioni, si ammettono altri due gradi di liberta, ottenendo: U = 7 RT 2 (Non e’ facile giusificare, in termini classici, che vi siano solo 2 gradi di liberta’ vibrazionale) 34 Si consideri ora un gas poliatomico. In questo caso vi sono 3 gradi di liberta per le rotazioni Trascurando le vibrazioni, ed applicando il principio di equipartizione di energia, U = 6 RT = 3RT 2 ( + 3 gradi di rotazione) Ed ammettendo anche le vibrazioni: U = 9 RT 2 (+ 3 gradi di vibrazione) 35 Armati dell informazione ricavata dall analisi microscopica dei gas ideali, ritorniamo ora alla termodinamica. Ricordiamo, anzitutto che, per trasformazione isocora ΔU = Q = nCVʹ′ ΔT da cui seguiva che: ⎛ ∂U ⎞ ⎜ ⎟ = nCv ∂ T ⎝ ⎠V Sapendo ora che U dipende solo dalla temperatura si puo scrivere: dU = nCVʹ′ dT oppure dU = nCVʹ′ dT N.B. Questo vale per tutte le trasformazione quasistatiche di un gas ideale 36 Conoscendo U per i gas perfetti, e dunque possibile esprimerne la capacita termica molare a volume costante in base all equazione sovrastante. Prima di passare ad un elenco di queste capacita termiche a volume costante, vediamo che e possibile specificare contemporaneamente anche le capacita termiche a pressione costante. P La relazione di Mayer Si consideri la trasformazione isobara tra il punto a sulla isoterma T ed il punto b sull isoterma T+ΔT. Abbiamo gia visto che, per una trasformazione isobara, ΔU = nCPʹ′ ΔT − PΔV = n(CPʹ′ − R)ΔT c T+ΔΤ b a T Per la trasformazione isocora (a,c) tra le medesime isoterme, sappiamo invece che: V ΔU = nCVʹ′ ΔT Pero’, trattandosi di trasformazioni tra le medesime isoterme, la variazione di energia interna ΔU e’ sempre quella. Segue che: n(CPʹ′ − R ) = nCVʹ′ cioe che: CPʹ′ − CVʹ′ = R La relazione di Mayer 37 Capacita termiche molari (a) Per un gas monatomico perfetto Sapendo che: dU U = 3 nRT e che = Cv' 2 dT segue che: CVʹ′ = 3 R 2 E tenendo conto di Mayer: Molto prossimo ai valori osservati in un larga gamma di temperatura intorno alla temperatura ambiente, per i gas inerti (He, Ne, Ar) C Pʹ′ = CVʹ′ + R = 5 R 2 (b) Per un gas biatomico ideale U = 5 nRT 2 U = 7 nRT 2 (escludendo vibrazioni) (ammettendo anche le vibrazioni) Segue che, escludendo vibrazioni: CVʹ′ = 5 R 2 CPʹ′ = 7 R 2 Prossimo ai valori per H2 , D2 , O2 , N2 NO, CO…a temp amb. e ammettendo vibrazioni CVʹ′ = 7 R 2 CPʹ′ = 9 R 2 38 CVʹ′ Per H2 si osserva l’andamento illustrato, e tenendo conto del fatto che R ≈ 2 cal / ° K .mol (cal mol ⋅ °K ) dissociazione 8 Si puo’ interpretare i successivi aumenti di CV' in base all’accessibilita’ dei gradi di liberta di rotazione e di vibrazione 6 4 (3 2 )R 2 Questo e’ spiegabile solo applicando la meccanica quantistica . 1000 100 (5 2 )R (7 2 )R 10000 T °K Per un gas poliatomico perfetto U = 3nRT escludendo vibrazioni U = 9 nRT 2 ammettendo anche le vibrazioni Segue che: CVʹ′ = 3R escludendo vibrazioni, e C Pʹ′ = 4 R CVʹ′ = 9 R 2 CPʹ′ = 11 R 2 ammettendo anche le vibrazioni 39 Ritorniamo, ora il problema di calcolare il calore assorbito da un sistema nel corso di una trasformazione quasistatica qualsiasi di un gas ideale. Abbiamo appurato, di poter calcolare CPʹ′ e CVʹ′ e sappiamo, inoltre, che sono costanti per uno specifico gas. Tuttavia, nel caso generale, (P,V non necessariamente costanti) non possiamo scrivere: dQ = nCPʹ′ dT o dQ = nCVʹ′ dT D’altra parte, sappiamo di poter sempre scrivere: dU = dQ − dL (primo principio) e siccome: dU = nCVʹ′ dT Segue che: dQ = nCVʹ′ dT + dL = nCV' dT + PdV si puo’ anche dimostrare (esercizio) che: dQ = nCPʹ′ dT − VdP Abbiamo dunque due modi per calcolare dQ nel caso generale. 40 ! ! Equazione di stato per trasformazioni adiabatiche di gas ideali Abbiamo gia’ visto che, per un gas perfetto: dQ = nCVʹ′ dT + PdV e siccome la trasformazione e adiabatica, ( dQ = 0 ), nCVʹ′ dT + PdV = 0 Sostituendo dall equazione dei gas perfetti: # nRT & nCV" dT + % ( dV = 0 $ V ' e sostituendo poi per R dalla relazione di Mayer: dV CV" dT = #(C"P # CV" )T V Riordinando: dT = −(γ − 1) dV V T con ed integrando f f "[lnT ] i = (# "1)[lnV ] i e, sostituendo T= PV nR γ = C Pʹ′ CVʹ′ cioe γ −1 Ti ⎛ V f = ⎜⎜ T f ⎝ Vi ⎞ ⎟⎟ ⎠ PV γ = costante ovvero TV γ −1 = costante 41 Riprendendo ora: Alcune trasformazioni communi (di gas ideali) (a)Espansione isoterma (quasistatica) P dU = dQ " PdV = 0 dQ = PdV • Vf $Vf ' Q = L = # PdV = nRT ln& ) % Vi ( Vi Tutto il calore ! ! (> 0) Q f lavoro • V (b) Espansione adiabatica P dU = dQ " PdV cioe' nCV# dT = "PdV Ti Tf $U = nCV# i f % dT = nC# (T V Ti f ) " Ti = " % PdV = "L ( < 0) i Tf Si noti che, per un espansione quasistatica, la variazione di energia interna e’ negativa. V 42 Trasformazioni cicliche e macchine termiche Si noti che, per il ciclo, QA a Q = QA + QC L = Le + Ls P ( > 0 ) Mentre, essendo U un funzione di stato, la sua variazione e nulla Le b LS QC ΔU = 0 V Ma, dal primo principio, ΔU = Q − L Segue che per il ciclo, Q=L Vale dire che, nel corso di un ciclo, calore viene trasformato in lavoro. Il processo ciclico costituisce dunque una macchina termica, il cui rendimento meccanico e (per definizione): Q L QA + QC η= = = 1+ C QA QA QA η = 1− QC QA 43 Il Ciclo di Carnot e composto da: a→ b espansione isoterma quasistatica P a QA ⎛ V ⎞ Le = QA = nRT2 ln⎜⎜ b ⎟⎟ (> 0) ⎝ Va ⎠ b QC Q=0 Leʹ′ = −(U c − U b ) = −nCVʹ′ (T1 − T2 ) (> 0 ) ʹ′ T2Vbγ −1 = T1Vcγ −1 dove γ = ⎛⎜ C P ʹ′ ⎞⎟ CV ⎠ ⎝ c→ d compressione isoterma quasistatica ⎛ V Ls = QC = nRT1 ln⎜⎜ d ⎝ Vc Va Vd c T1 Vb Vc V T2 ⎞ ⎟⎟ (< 0) ⎠ QA (>0) ⇒ L d → a compressione adiabatica quasistatica Q=0 QC (<0) L's = −(U a − U d ) = −nCVʹ′ (T2 − T1 ) = − L'e (< 0) T1Vdγ −1 = T2Vaγ −1 T2 d b→ c espansione adiabatica quasistatica T1 44 Per il ciclo, Q = QA + QC = L = Le + Leʹ′ + Ls + Lsʹ′ Il rendimento e’: Q L η= = 1+ C QA QA V V nRT1 ln⎛⎜ d ⎞⎟ T1 ln⎛⎜ c ⎞⎟ ⎝ Vc ⎠ = 1 − ⎝ Vd ⎠ η = 1+ V V nRT2 ln⎛⎜ b ⎞⎟ T2 ln⎛⎜ b ⎞⎟ ⎝ Va ⎠ ⎝ Va ⎠ e sostituendo: ma T2Vbγ −1 = T1Vcγ −1 T2Vaγ −1 = T1Vdγ −1 e dividendo queste due equazioni si ottiene: γ −1 ⎛ Vb ⎞ ⎜⎜ ⎟⎟ ⎝ Va ⎠ ⎛ V = ⎜⎜ c ⎝ Vd γ −1 ⎞ ⎟⎟ ⎠ cioe' Vb Vc = Va Vd Segue che η = 1− T1 T2 La macchina di carnot, pur non essendo realizzabile, e utile per stabilire il limite superiore teorico del rendimento. Il teorema di carnot (che vi viene chiesto di prendere per dato) recita : Il rendimento di tutte le macchine reversibili operanti tra gli stessi due termostati e il medesimo e nessuna macchina operante tra questi due termostati puo avere rendimento maggiore . 45 Il Ciclo Carnot Frigorifero (gas ideale) P Calore assorbito a temperatura bassa "V % QA = Le = nRT1 ln$ C V ' # d& a ( > 0) b Calore ceduto a temperatura alta ! V QC = Ls = nRT2 ln⎛⎜ a ⎞⎟ ⎝ Vb ⎠ QC d (< 0) T2 QA c T1 V Abbiamo gia’ dimostrato che il lavoro eseguito nelle trasformazioni adianatiche e’ complessivamente nullo. Segue che L = Le + Ls L efficienza o coefficiente di prestazione del frigorifero e definita: ( V) nRT1 ln Vc e= QA QA = = L Le + Ls nRT ln Vc 1 ( V) Ed avendo dimostrato che e= T1 T2 − T1 Vb Va d = d ( V) ! nRT2 ln Vb Vc Vd a segue che e il limite superiore dell efficienza 46 Entropia ed il secondo principio della termodinamica - reversibilita La variazione di entropia S per trasformazioni quasistatiche e , per definizione: f dQ T i Segue dalla definizione, che l entropia S e una funzione di stato. ΔS = ∫ Dimostrazione (per un ciclo di Carnot) Si consideri il ciclo di Carnot per un gas ideale b c d P a dQ dQ dQ dQ dQ = + + + ∫ T ∫a T ∫b T ∫c T ∫d T a Q Q Q Q = A +0+ C +0 = A + C T2 T1 T2 T1 b V V nRT2 ln⎛⎜ b ⎞⎟ nRT1 ln⎛⎜ d ⎞⎟ ⎝ Va ⎠ + ⎝ Vc ⎠ = T2 T1 d Vb Va Segue allora che, per il ciclo di Carnot: = Vc T2 QC c T1 V ⎡ ⎛Vb ⎞ ⎤ ⎢ ⎜⎝ Va ⎟⎠ ⎥ dQ ⎡ ⎛Vb ⎞ Vc ⎞⎤ ⎛ ∫ T = nR ⎢⎣ln⎜⎝ Va ⎟⎠ − ln⎜⎝ Vd ⎟⎠⎥⎦ = nR ln⎢ ⎛Vc ⎞ ⎥ ⎢ ⎜ ⎟ ⎥ ⎣⎢ ⎝ Vd ⎠ ⎦⎥ Ma abbiamo gia dimostrato che QA Vd ∫ dS = ∫ dQ =0 T 47 Si prenda per dato che questo risultato e’ generalizzabile a tutte le trasformazioni quasistatiche cicliche. Esiste dunque una funzione di stato S detta Entropia Si ipotizza, inoltre, che per tutte le trasformazioni mai osservate o concepite, ΔSU ≥ 0 Dove ΔSU e la variazione dell entropia dell universo (cioe del sistema + l ambiente). Generalizzando, quindi dall esperienza, si formula il secondo principio della termodinamica: Esiste una funzione di stato S, detta Entropia e tale che, per qualsiasi trasformazione tra stati di equilibrio, ΔSU ≥ 0 . Reversibilita Trasformazioni con ΔSU > 0 sono irreversibili. Questo segue dal secondo principio: supponendo che una trasformazione per la quale ΔSU > 0 possa essere invertita, invertendola si otterrebbe una trasformazione per la quale ΔSU < 0 (perche S e funzione di stato) . Questo sarebbe in contradizione col secondo principio della TD. I processi naturali sono sempre irreversibili ( direzione unica . ΔSU > 0). Vale dire che procedono in 48 Il secondo principio serve dunque a definire la direzione dei processi (trasformazioni) naturali. Es. Espansione libera di un gas perfetto (passa per stati di non-equilibrio) Es. Dissipazione dell energia meccanica. Es. Conduzione di calore. Generalmente, nelle trasformazioni irreversibili, si verificano uno o entrambi dei seguenti fenomeni: dissipazione di energia meccanica e/o passaggio attraverso stati di non-equilibrio. Una trasformazione quasistatica e reversibile se "SS = 0 e se non intervengono fenomeni dissipativi Variazione di Entropia di un gas perfetto. Sappiamo che, nel caso generale: ! dQ = nCPʹ′ dT − VdP per cui dQ dT V ʹ′ dS = = nCP − dP T T T cioe dS = nCPʹ′ dT dP − nR T P 49 ed integrando f f f ⎛ Pf dT dP dT ʹ′ ʹ′ ΔS = n ∫ CP − nR ∫ = n ∫ CP − nR ln⎜⎜ T P T ⎝ Pi i i i e, se C Pʹ′ e costante (es. gas ideale) ⎛ T f ΔS = nCPʹ′ ln⎜⎜ ⎝ Ti Partendo da: ⎞ ⎛ P ⎟⎟ − nR ln⎜⎜ f ⎠ ⎝ Pi ⎞ ⎟⎟ ⎠ dQ = nCVʹ′ dT + PdV ⎛ T f ΔS = nCVʹ′ ln⎜⎜ ⎝ Ti Si noti che ⎞ ⎟⎟ ⎠ ⎞ ⎛ V ⎟⎟ + nR ln⎜⎜ f ⎠ ⎝ Vi si ottiene ⎞ ⎟⎟ ⎠ f dQ = TdS e che Q = ∫ TdS T i isoterma Si consideri il ciclo di Carnot nel piano (T,S) Q = QA + QC = ∫ TdS = L T2 QA T1 Qc adiabatica b QA = ∫ TdS = T2 (S 2 − S1 ) a QC = T1 (S1 − S 2 ) η= QA + QC T2 − T1 T = = 1− 1 QA T2 T2 S1 S2 S 50 Macchine termiche ed il secondo Principio Si consideri la rappresentazione illustrata e si ricordi che, per una macchina ciclica segue, dal primo principio che: L = QA + QC e dalla definizione di rendimento : L "= QA che Q " = 1+ C ( < 1) QA Si ricordi inoltre che, per una macchina ciclica #SU = #SA + #SS = #SA perche, essendo S una funzione di stato, #SS = 0 per un ciclo. T2 QA (>0) macchina ⇒ L QC (<0) T1 Si noti, inoltre, che %Q QC ( A #SA = $' + * T T & 2 1 ) 51 Si ipotizzi ora una macchina perfetta η= L =1 QA cioe QA + QC = 1 ⇒ QC = 0 QA T2 QA ⇒L ⎛ Q Q ⎞ Segue che: ΔSU (ciclo ) = ΔS A = −⎜⎜ A + C ⎟⎟ ⎝ T2 T1 ⎠ cioe che: ΔSU < 0 T1 E siccome questa possibilita e esclusa dal secondo principio, segue che E impossibile realizzare un processo ciclico il cui unico risultato sia quello di assorbire calore da un serbatoio e convertirlo tutto in lavoro . Questo e l Enunciato di Kelvin-Plank del secondo principio della T.D. Analogamente, con riferimento and una macchina frigorifera (ciclo invertito) si dimostra che: E impossibile realizzare una trasformazione ciclica, il cui unico risultato sia quello di far passare calore da un corpo freddo ad uno piu caldo. Questo e l Enunciato di Clausius del secondo principio della T.D. 52 ! Si ipotizzi ora un frigorifero perfetto T2 Q e= A ⇒∞ L QC cioe che L = QA + QC = 0 ⇒ QC = −QA Allora per una trasformazione ciclica $ QA QC ' $1 1' "SU = "SA = #& + ) = #QA & # ) % T1 T2 ( % T1 T2 ( e siccome T2 > T1 , ΔSU < 0 QA T1 In contradizione col secondo principio Si verifica cosi che: E impossibile realizzare una trasformazione ciclica, il cui unico risultato sia quello di far passare calore da un corpo freddo ad uno piu caldo. 53