Laboratorio di scrittura Mirko Tavosanis 27 febbraio 2017 Gli strumenti del mestiere Scrittura • Una distinzione classica, presente in molti manuali di linguistica: – La lingua parlata non richiede supporti tecnologici: solo il corpo umano e l’ambiente circostante (aria) – La lingua scritta invece richiede strumenti preparati • La distinzione è classica, ma è sbagliata. La scrittura si può fare e si fa benissimo usando solo il corpo e l’ambiente circostante… anche se di solito è comodo avere qualche strumento preparato! – Oggi ci occuperemo appunto di questi strumenti • La scrittura è in continuità con la capacità di lasciare segni, così come le lingue parlate sono in continuità con la capacità di emettere suoni Storia della scrittura • Si parla di scrittura in senso pieno solo quando il sistema è in grado di rappresentare una lingua parlata • Qui entrano in gioco la tecnologia e le convenzioni! • La scrittura in senso pieno è stata inventata indipendentemente almeno tre volte: • Sumeria (dal 3300 a. C.) ed Egitto (dal 3200 a. C.), considerati in connessione anche se sono sistemi molto diversi • Cina (1800 a. C.?) • Città maya dell’America Centrale (dal 200 a. C.) • Il principio comunque è unico La scrittura non riproduce tutti i tratti del parlato • Il parlato può essere riprodotto graficamente («scritto») da uno spettrogramma con opportuni metadati: in questo modo si conservano tutte le caratteristiche del parlato • Tuttavia, nessun sistema di scrittura storico (o utilizzabile facilmente da esseri umani) ha questa fedeltà di riproduzione • Le trascrizioni appena viste usano segni speciali per riprodurre le pause, ecc., ma anche così il risultato è parziale • I sistemi storici eliminano alcuni tratti… e introducono nuove possibilità Che cosa si perde La classificazione di Halliday (rielaborata e contestualizzata per la comunicazione elettronica in italiano da Pistolesi 2004) identifica come i principali elementi persi : • i tratti indicali (i tratti cioè che identificano il singolo parlante: estensione di tono e altezza della voce, cadenza e così via) • l’intonazione • i segni paralinguistici che accompagnano il discorso (gesti, espressioni della faccia...) Nella scrittura tradizionale, e nella scrittura elettronica, sono state elaborate varie strategie di sostituzione per recuperare qualche informazione di questo tipo La scrittura oggi • Sono in uso molti sistemi per rappresentare il parlato… con i limiti che abbiamo visto • I sistemi più diffusi rappresentano: – morfemi o parole (il cinese: 中文) – sillabe (hiragana giapponese: つづく, tsuzuku) – consonanti, con la distinzione tra: • sistemi che trascrivono solo le consonanti (abjad) come quello arabo • sistemi che indicano le vocali con segni ausiliari per le consonanti (abugida), come il devanagari per lo hindi – alfabeti completi di vocali e consonanti (alfabeto latino) • L’alfabeto è un sistema molto flessibile, ma non è il sistema più adatto per rappresentare molte lingue (infatti, per il cinese crea molte complicazioni) • Comunque l’alfabeto oggi è il sistema più diffuso Il principio alfabetico • In teoria, il principio alfabetico è semplice: una lettera per ogni fonema della lingua parlata • In pratica, nessun sistema di scrittura storico ha raggiunto questo obiettivo (lo raggiunge l’Alfabeto Fonetico Internazionale – IPA: se avete studiato sul manuale di Massimo Palermo ne avete conosciuto una parte) • Né il sistema di scrittura latino né quello italiano rispettano in pieno il principio alfabetico. Per esempio, nel settore delle vocali: – l’alfabeto latino (a differenza di quello greco, che lo fa parzialmente) non rappresenta la quantità delle vocali – l’ortografia italiana non distingue tra vocali aperte e vocali chiuse • Comunque, rispetto all’ortografia di molte altre lingue, quella latina e quella italiana hanno una buona corrispondenza tra lettere e fonemi Il trionfo dell’alfabeto latino • Esistono diversi tipi di alfabeto: greco, cirillico, latino... • Quello latino, codificato in Italia quasi 2500 anni fa, è oggi il più diffuso • L’alfabeto latino è stato adottato da tutte le lingue dell’Europa occidentale • Ha anche una grande diffusione extraeuropea e negli ultimi secoli si è espanso a spese di molti sistemi di scrittura di altro tipo • Per l’italiano è (quasi) dalle origini l’unico sistema adottato Verso l’alfabeto italiano • Dalle scritture semitiche (abjad)… • … si passa all’alfabeto greco: • Dall’alfabeto greco dell’Eubea si passa all’alfabeto etrusco… Origini dell’alfabeto italiano • … dall’alfabeto etrusco si passa poi all’alfabeto latino… • … che, nella forma grafica usata in età classica, in sostanza usiamo ancora oggi • Nel Medioevo l’alfabeto latino è stato usato anche per rappresentare i volgari italiani, e poi l’italiano… il che ha richiesto adattamenti! • Oggi ci sono le lettere accentate, la distinzione tra u e v, la j e la w; più le forme minuscole e corsive delle lettere • Riferimento: Florian Coulmas, The Blackwell Encyclopedia of Writing Systems, Oxford, Blackwell, 1996 Caratteri, glifi, font…? • Vedrete queste distinzioni in dettaglio all’interno di corsi come Progettazione grafica o Codifica di testi – Qui ci accontentiamo di alcune indicazioni di base: ne riparleremo comunque più avanti • Parleremo di lettere (solo quelle dell’alfabeto) o di caratteri (tutti i segni codificati) • Per i vari tipi di caratteri a stampa parleremo di font («disegno del carattere») • Partiamo dalla scrittura a mano… anche se ne parleremo poco • Dove si usa? Scrittura a mano • Dotata di altissimo prestigio sociale e mantenuta dai professionisti (medici) • In alcuni settori è importante anche dal punto di vista funzionale: grafica, progettazione, progettazione web per realizzare «prototipi di carta»… • Curare la vostra scrittura a mano è un buon investimento! Quattro tipi di caratteri a mano Oggi nella scuola italiana si insegnano di solito: • Corsivo minuscolo (nella forma della corsiva inglese tonda) • Corsivo maiuscolo • Stampato o stampatello minuscolo • Stampato o stampatello maiuscolo Corsivo • La parola è fonte continua di confusione, perché in italiano si indicano come corsivo due cose molto diverse (definizioni del dizionario De Mauro): 1. grafia usata comunemente quando si scrive a mano (corrispondente, aggiungo io, all’inglese cursive) 2. (Termine specialistico della tipografia) carattere inclinato verso destra, comunemente usato per dare risalto ad una parte di testo (corrispondente, aggiungo io, all’inglese italic) • Alle origini (inventato da Aldo Manuzio e Francesco Griffo nell’anno 1500) il corsivo a stampa era un font indipendente, creato per imitare l’elegante scrittura umanistica a mano; oggi esiste come forma alternativa di molti font • Ne riparleremo quando vedremo come si deve usare il corsivo nei testi professionali Dal manoscritto al dattiloscritto • Dalla fine dell’Ottocento si è diffusa nel mondo del lavoro la scrittura a macchina • Dattilografare è stato fino a tempi recenti un lavoro di basso rango, spesso femminile: chi sapeva dattilografare a volte nascondeva questa competenza • I professionisti e i dirigenti (ma anche i semplici impiegati) scrivevano a mano o dettavano testi che poi venivano battuti a macchina • A partire dal 1980, più o meno, anche i dirigenti hanno cominciato a scrivere da soli (di solito con due dita) usando il computer Dalla macchina da scrivere al computer… e oltre • Le tastiere delle macchine da scrivere sono state adottate dai computer, e poi da tablet e smartphone • Forse non sono il modo più efficiente per scrivere su questi strumenti (v. Swype, i sistemi di scrittura facilitata, ecc.); comunque c’è una forte inerzia storica • In ogni caso: – una volta c’era un apprendimento specifico di tecniche e convenzioni per la dattilografia – oggi non c’è, e molti utenti scrivono al computer in modo ben poco efficiente • Prima differenza: la dattilografia vera è a dieci dita, non a due, e richiede che lo sguardo non sia rivolto alla tastiera ma al testo da copiare («scrittura a tastiera cieca») • Questo sistema consente di trascrivere rapidamente grandi quantità di testo, e si impara in qualche giorno… decidete voi se investire in questo studio A ogni dito sono assegnati alcuni tasti Tastiere • Per la scrittura professionale in italiano è quasi indispensabile una tastiera italiana, dotata di caratteri accentati • Un testo italiano digitato con una tastiera inglese spesso richiede un po’ di lavoro per essere reso presentabile • Le tastiere dei tablet e dei portatili vanno bene per digitazione breve, ma una tastiera estesa italiana (103 tasti), con tastierino numerico, è utilissima per lavori prolungati • Se scrivete molto, investite su tastiera e dintorni: tastiera estesa, supporto per i polsi, mouse ergonomico, piano di lavoro adeguato, posizione corretta del corpo, pause nella scrittura, ecc. (ci sono ottime probabilità che da qui al 2067 le vostre mani e la vostra schiena vi ringrazino!) • Il compromesso migliore per le vostre esigenze dovete trovarlo voi, ma tenete presente che ci sono diverse possibilità Movimento • Per lavorare più rapidamente è consigliabile imparare a usare le scorciatoie da tastiera • Per esempio, muoversi con i tasti freccia o con il «Pagina su» / «Pagina giù», e non con il mouse • In molti programmi di scrittura, il cursore può essere spostato rapidamente usando il tasto «Control»: tenuto premuto, sposta il cursore di una parola, non di un carattere • Abilità di base: – Selezionare tenendo premuto il tasto delle maiuscole mentre si usa il cursore – Copiare, incollare e tagliare con CTRL+C, CTRL+V, CTRL+X – CTRL+Z per annullare l’ultima azione fatta • A seconda di quello che vi interessa fare, esistono molte scorciatoie da tastiera Programmi di scrittura • Molte delle funzioni richiamabili da tastiera dipendono dal programma che userete • Buona parte della scrittura professionale è effimera: dopo un po’ si butta via, quindi non occorre rielaborarla successivamente o tenere copie durature (gli archivi sono un costo, non una risorsa) • In casi del genere, va bene qualunque tipo di programma, inclusi i programmi on line come Google Docs • Per alcuni tipi di lavori rivolti al pubblico esterno, tuttavia, occorre usare strumenti professionali: spesso, programmi installati per l’elaborazione di testi • Anche per i vostri elaborati di laurea questo è un requisito fondamentale! Non cercate di scriverli con il Blocco note di Windows… • Per semplicità, vedremo i sistemi Windows 10, ma molte funzioni sono simili su Apple o su Ubuntu (e nelle vecchie versioni dei sistemi operativi); sono nozioni tipo ECDL Programmi per l’elaborazione di testi • I criteri per scegliere il programma dipendono da ciò che dovete fare, ma alcuni requisiti normali per i prodotti professionali sono: – capacità di importare ed esportare file in formato compatibile con Word e in PDF – capacità di usare gli apostrofi invece degli apici (ne parleremo più avanti) – evidenziazione degli errori ortografici in italiano – supporto degli stili • I prodotti on line come Google Docs sono utili in molte circostanze, ma non per gli usi più sofisticati • Tra gli installati, il mercato professionale è dominato da Word, come parte del pacchetto Office di Microsoft • Una buona alternativa a Word (open source e gratuita) è Writer, inserito nel pacchetto Libre Office Altri programmi di scrittura? • Dipende da che cosa dovete fare • I programmi di scrittura da ufficio non vanno bene quando si vuole avere il controllo diretto sui caratteri (per esempio, quando si scrive codice) • NotePad++ va benissimo per molti usi • Per file XML io uso Oxygen, ma è solo una possibilità tra tante • I docenti dei vari corsi vi indicheranno di volta in volta gli strumenti più adatti Varianti di carattere Tondo (la forma base del carattere) Corsivo (inclinato a destra) Grassetto (più spesso) MAIUSCOLETTO (le minuscole hanno le stesse dimensioni delle minuscole del tondo, ma l’aspetto delle maiuscole) Parlando dei font vedremo meglio che cosa significano… ma intanto vediamo l’uso Il corsivo • Inizialmente era un tipo di carattere con grazie indipendente dagli altri; poi è diventato una variante di diversi caratteri base • Tondo Times aaa Corsivo Times aaa • Corsivo Arial Corsivo Arial • Fondamentalmente legato alla tipografia (a mano ci dà problemi...) • Per che cosa si usa? Usi standard del corsivo Sono relativamente pochi: • Parole o espressioni straniere non entrate nell’uso italiano (“Un software à la page”) questo è il regno della soggettività! • Titoli di libri, di film ecc. (“Ho letto L’arcobaleno della gravità di Thomas Pynchon”) • Parole cui si vuol dare enfasi (“Vi consiglio di non aprire la porta”) Sconsigliato: il corsivo per le citazioni (a parte parole isolate) Altre varianti • Grassetto e MAIUSCOLETTO sono usati per evidenziare e hanno un uso ridotto nei libri tradizionali (sono usati soprattutto nei titoli) – Il grassetto è piuttosto diffuso nei siti web e nella scrittura su schermo – Il maiuscoletto oggi è poco usato • La sottolineatura era molto diffusa al tempo delle macchine da scrivere come sostituto del corsivo tipografico • Oggi viene interpretata (anche su carta!) come un link, come si vede in questo esempio su schermo • Quindi, meglio evitarla per tutto ciò che non è un link! Paragrafi • Più correttamente, in italiano andrebbero chiamati capoversi… ma non ci formalizziamo • Un paragrafo è la sequenza di testo compresa tra due a capo voluti (non il semplice fine riga) • Molti programme di scrittura permettono di gestire in un colpo solo diverse caratteristiche di un paragrafo: interlinea, allineamento, ecc. • Il testo di un paragrafo può essere allineato in cinque modi diversi: – Centrato (per alcuni titoli) – Allineato a sinistra (buono per testi distribuiti su righe corte) – Allineato a destra (per sezioni particolari) – Giustificato (lo standard per i libri) – Giustificato forzato (o “ripartito”) Gestire il testo • Se il vostro programma ha la correzione automatica delle parole, disabilitatela subito (oppure configuratela per particolari sequenze di caratteri) • Va invece sempre usata l’evidenziazione automatica degli errori • Il controllo grammaticale di Word in italiano è così scadente che in pratica è utile solo per evidenziare gli spazi doppi… • Titoli e altre cose: non cercate di allinearli battendo spazi! Usate i comandi di allineamento o, meglio ancora, gli stili Stili • Alla base, un principio che ritrovate con i fogli di stile per HTML o XML (CSS o XSL): separare il contenuto dalle istruzioni per presentarlo – Modulo B del corso di Progettazione e programmazione web – Corso di Codifica di testi del 1° semestre del III anno • Se in un documento le caratteristiche formali di una struttura (per esempio, i titoli) sono gestite in questo modo, quando si vuole cambiare la presentazione basta modificare lo stile, non tutte le occorrenze del testo, una per una • Inoltre, in questo modo è garantita la coerenza della presentazione formale • L’uso degli stili è quindi fortemente incoraggiato per tutti i vostri testi! • Vediamo un esempio di gestione degli stili con Word e Google Docs