Proc. XIII Congress FeMeSPRum, Bari (Italy)1-3 September 2005 Approccio multivariato all’analisi di valori ematologici in differenti specie di ruminanti Multivariate approach to the hematological values of different ruminant species Rubino G.1, Lacinio R.1, Caroli A.1, Pieragostini E.2, Petazzi F.1 1 DiSBA - Università degli Studi di Bari - Strada provinciale per Casamassima km 3 - 70010 Valenzano (Bari) - Italy 2 DiProGeSa - Università degli Studi di Bari - Italy Abstract. The haematological picture of an animal gives a complex hint on its physiological, healthy, and productive conditions. Unlike many “standard” statistical techniques, the goal of most multivariate procedures is not statistical inference, but rather to summarize the information contained in several variables. One method of achieving this goal is Principle Component Analysis or PCA. In PCA, the aim is to reduce a complex, multi-dimensional problem to a few understandable components. We used the multivariate approach to describe the variability of haematological data in cattle (Italian Friesian, Italian Brown, Podolian breeds), sheep (Altamurana, Gentile di Puglia, Leccese breeds), and goats (Garganica, Jonica, Camosciata breeds). About 1500 animals belonging to different Apulian farms were considered. The multivariate analysis showed high discriminating efficiency. In particular, the local bovine breed Podolian was discriminated from the cosmopolitan ones, Italian Friesian and Italian Brown, whereas among ovine breeds, the fine wool Gentile di Puglia was separated from the dairy Leccese and Altamurana. Within the goat breeds, the autochthonous Garganica differed both from the local Jonica and the Camosciata. The investigation allowed to describe synthetically the variability of some haematological traits of particular clinical significance in those livestock breeds whose breeding site is conditioned by endemic tick borne parasites. Key words: haematology, cattle, goats, sheep, Principal Component Analysis (PCA). Riassunto. Il quadro ematologico di un animale fornisce un’indicazione poliedrica riguardo le sue caratteristiche fisiologiche, sanitarie e produttive. Nel presente lavoro è stato utilizzato un approccio multivariato, mediante l’analisi delle componenti principali, per descrivere la variabilità dei dati ematologici nella specie bovina (razze Frisona italiana, Bruna, Podolica), ovina (razze Altamurana, Gentile di Puglia e Leccese) e caprina (razze Garganica, Jonica e Camosciata). Sono stati analizzati circa 1500 animali, provenienti da diverse aziende zootecniche pugliesi. L’analisi multivariata ha discriminato in particolare, nell’ambito della specie bovina e caprina, le razze autoctone dalle cosmopolite e, nell’ambito della specie ovina, la Gentile di Puglia dalla Leccese e dall’Altamurana. L’indagine effettuata ha permesso di descrivere in modo sintetico la variabilità di alcuni parametri ematologici di significato clinico in particolare per quegli animali allevati in aree di allevamento condizionate dalla presenza di parassiti emotropici endemici. Introduzione Il quadro ematologico di un animale fornisce un’indicazione poliedrica riguardo le sue caratteristiche fisiologiche, sanitarie e produttive. Il gran numero di parametri che possono essere rilevati dall’analisi ematologica può essere sintetizzato in poche componenti mediante un approccio statistico multivariato. A differenza di molte tecniche statistiche standard, lo scopo della maggior parte delle procedure multivariate non è l’inferenza statistica, bensì sintetizzare l’informazione contenuta in numerose variabili. Tali procedure vengono classificate come tecniche di pattern recognition all’interno delle quali troviamo l’analisi delle componenti principali (Principle Components Analysis, PCA), particolarmente importante per porre le basi di numerose procedure multivariate. Questo metodo viene frequentemente impiegato nella prima fase di elaborazione dei dati e serve a dare una visione generale del problema, a capire le relazioni tra campioni ed a fornire un'indicazione preliminare sul ruolo delle variabili, mettendo eventualmente in luce la possibilità di eliminarne alcune che, essendo strettamente correlate tra loro, portano informazioni simili e possono quindi essere considerate ridondanti. La PCA può, a seconda dei casi, essere usata in tutte le fasi di riduzione, descrizione e classificazione di dati multivariati. Un aspetto di grande rilevanza nello studio di problemi multivariati riguarda la possibilità di "vedere" graficamente i dati ed in particolare la PCA fornisce una soluzione algebrica che consente anche rappresentazioni grafiche molto efficaci. Poiché una delle applicazioni tipiche della PCA è la ricerca di modelli di classificazione su dati clinici ed avendo a disposizione un ampio repertorio di dati ematologici di varie specie e razze di animali d’allevamento, gli autori hanno voluto testare la efficacia della suddetta procedura nel delineare diversi pattern ematologici ed in particolare per descriverne la variabilità nella specie bovina, ovina e caprina. Materiali e Metodi In 42 diverse aziende zootecniche pugliesi sono stati prelevati campioni di sangue dalla vena giugulare con il sistema Vacutainer BD, su un totale di 1515 animali, sia maschi che femmine, di specie bovina, ovina e caprina, in buono stato di nutrizione e di salute, valutazioni queste ultime scaturite da un esame clinico in campo, ripartiti come da Proc. XIII Congress FeMeSPRum, Bari (Italy)1-3 September 2005 prospetto (tab. 1). Il sistema d’allevamento, eccezion fatta per le capre Camosciate, condotte in allevamento strettamente stallino, era di tipo semibrado con sfruttamento di aree di pascolo naturali tipiche della Puglia. Le determinazioni ematologiche sono state effettuate mediante l’impiego dell’emocitometro a flusso CELL DYN 3700® ABBOTT. L’elettroforesi delle sieroproteine è stata condotta su gel di agarosio, secondo il metodo della Helena BioSciences®. I dati sono stati elaborati statisticamente mediante l’analisi PCA del pacchetto statistico SAS (1990). Tabella 1: Matrice della dimensione dei campioni per razza entro specie (GA = Garganica, JO = Jonica, CA = Camosciata, AL = Altamurana, GE = Gentile di Puglia, BR =Bruna italiana, FR = Frisona italiana, PO = Podolica). Aziende ♂♂ ♀♀ Totale Caprini GA 9 90 206 296 JO 7 44 100 144 CA 1 21 39 60 Ovini AL 2 15 75 90 GE 5 159 143 292 LE 2 10 91 101 Bovini BR 9 13 237 250 FR 2 0 66 66 PO 6 12 210 222 Totale 43 364 1167 1521 Risultati e Discussione I dati ematologici, i cui valori medi sono sintetizzati per le tre specie in tabella 2, sono riportati e discussi in dettaglio da Rubino (2004); come nota “a margine”, senza alcun approfondimento statistico, va tuttavia sottolineato che, pur non avendo ovviamente alcun senso pratico proporre un confronto tra le specie, è possibile rimarcare la distanza che separa bovini ed ovini dai caprini mentre, generalmente, si tende ad avvicinare come più simili, nell’immaginario, pecore e capre, confinando di fatto, dati alla mano questa sensazione di similitudine, solo ad una condivisione frequente di spazi, di pascoli e ad una suggestione dimensionale. Nella PCA la distribuzione della variabilità negli assi è un dato importante poiché i componenti principali sono gli assi relativi alle direzioni di massima varianza, in ordine via via decrescente: la prima componente principale sarà in grado di spiegare la maggior percentuale di varianza, la seconda ne spiegherà un po' meno, la terza meno ancora e così via, fino a che le ultime componenti contribuiranno a spiegare poco o nulla della variabilità presente nei dati in esame. Maggiore è la variabilità condensata nelle prime tre componenti minore è la variabilità residua e conseguentemente più significativa la descrizione del fenomeno rilevato. Nei casi in esame in questo lavoro le prime tre componenti ottenute dalla PCA spiegavano rispettivamente il 57%, 25% e 13% della variabilità dei valori ematologici nella specie bovina, il 42%, 27%, 15% nella specie ovina, e il 31%, 24%, 17% nella specie caprina, con una conseguente variabilità residua del 5%, 16% e 28%. Le figure 1, 2, e 3 mostrano la distribuzione associata delle prime due componenti ottenute dalla PCA, rispettivamente per le specie bovina, ovina e caprina. Nell’ambito della specie bovina (Fig.1),. le tre razze di distribuiscono lungo la prima componente principale (57% della variabilità). La razza autoctona pugliese Podolica si discosta nettamente dalle cosmopolite, in particolare dalla Bruna, mentre la Frisona occupa una posizione intermedia. In fig.2, le tre razze ovine sono pressoché sovrapposte sul primo asse (42% della variabilità), mentre sul secondo che condensa un 27% della variabilità la Gentile di Puglia si distingue dalla Altamurana e dalla Leccese, tra loro molto simili. In fig.3 si può osservare che, anche nel caso dei soggetti appartenenti alle tre razze caprine, questi presentano una distribuzione molto simile lungo il primo asse mentre sul secondo abbiamo una netta distinzione tra la Garganica da una parte e la Camosciata e la Jonica dall’altra. Per l’interpretazione dei pattern di distribuzione dei vari gruppi razziali nelle tre specie potrebbero essere chiamate in causa motivi di diversa natura comprendenti l’origine filogenetica, l’attitudine produttiva e le differenze ambientali in senso lato o più specificatamente pedoclimatiche. Ma scopo di questo lavoro era la valutazione dell’efficacia dello strumento statistico nel descrivere la variabilità dei dati ematologici. Considerando che nelle prime tre componenti principali risulta condensata in generale una elevata percentuale della variabilità che nella peggiore delle ipotesi, quella relativa alla specie caprina si ferma al 72%, assommando all’84% per quella ovina ed addirittura al 95% per quella bovina, si può concludere che i risultati ottenuti sono confortanti sulla utilità di questo approccio per il confronto dei pattern ematologici di gruppi, popolazioni, razze che meritano un approfondimento statistico che possa consentire di valutare opportunamente il peso relativo di ciascuna delle variabili originali sulle due componenti principali. Tabella 2: Medie delle variabili ematiche: confronto tra le tre specie; nd = parametro non determinato. Proc. XIII Congress FeMeSPRum, Bari (Italy)1-3 September 2005 Variabile Ematocrito (%) Eritrociti (x106/µl) Leucociti (x103/µl) Emoglobina (g/dl) Volume medio corpuscolare (fL) Emoglobina media corpuscolare (pg) MCH Concentration (%) Neutrofili (%) Linfociti (%) Eosinofili (%) Monociti (%) Basofili (%) Proteine totali (g/dl) Albumina (%) Alpha1 globulina % Alpha2 globulina % Alpha globulina % Beta1 globulina % Beta2 globulina % Beta globulina % Gamma globulina % Albumina g/dl Alpha1 globulina g/dl Alpha2 globulina g/dl Alpha globulina g/dl Beta1 globulina g/dl Beta2 globulina g/dl Beta globulina g/dl Gamma globulina g/dl Albumina/Globulina Sigla HCT RBC WBC HB MCV MCH MCHC N L E M B PTOT ALB % ALFA1 % ALFA2 % ALFA % BETA1 % BETA2 % BETA % GAMMA % ALB g/dl ALFA1 g/dl ALFA2 g/dl ALFA g/dl BETA1 g/dl BETA2 g/dl BETA g/dl GAMMA g/dl Alb/Glob Valore medio nella specie bovina ovina caprina 29,40 29,80 25,47 6,95 8,76 17,00 7,81 8,38 10,29 9,50 10,10 9,32 47,38 34,36 15,95 17,23 11,41 5,54 38,86 33,43 35,28 37,20 43,13 41,00 51,07 52,33 52,51 10,35 3,56 4,35 1,53 0,97 2,03 0,02 0,03 0,09 8,04 7,27 8,51 40,98 54,26 36,22 8,97 1,66 nd 8,64 7,15 nd 12,61 9,25 8,97 8,39 4,38 12,28 10,28 20,98 5,58 18,57 26,14 17,86 26,89 10,17 36,94 3,25 3,91 3,07 0,74 0,12 nd 0,72 0,53 nd 1,03 0,67 0,76 0,68 0,33 1,08 0,84 1,59 0,47 1,52 1,91 1,55 2,20 0,76 3,17 0,73 1,26 0,58 . Figura 1: Plot delle due prime componenti principali nella specie bovina. Proc. XIII Congress FeMeSPRum, Bari (Italy)1-3 September 2005 Figura 2: Plot delle due prime componenti principali nella specie ovina. Figura 3: Plot delle due prime componenti principali nella specie caprina. Bibliografia Rubino G., 2004. Studio degli animali da reddito in Puglia: normalità clinico-laboratoristica ed ematologica in un ambiente condizionato da TBD. Tesi di dottorato, pp. 3-85. SAS, 1990: SAS/STAT User’s Guide, version 6, 4th edn. SAS Institute Inc., Cary, N.C.