Addiction e nuove dipendenze Dott.ssa Ada Nicastro Psicologa-Psicoterapeuta Nel mondo giuridico latino "addictus”voleva dire "schiavo per debito“ (depersonalizzazione e sottomissione). Anche se per chi è vittima di addiction, più che 'schiavo per debito', occorrerebbe dire "schiavo per credito", vista la situazione delle relazioni infantili in cui essa è crescita (Zucca Alessandrelli, 2002). Otto Rank (1924) Allattamento Svezzamento (trauma secondario) Harry Harlow Trauma della separazione e ricorso alle dipendenze come forma di evitamento della stessa sofferenza. Dipendenza da sostanze Dipendenza da comportamenti PERDITA DI LIBERTA' Bulimia (dal greco, boulimía, composto di (bôus) "bue" e (limós) "fame"; propr. 'fame da bue') Anoressia Nervosa (dal greco ἀνορεξία anorexía, comp. di an- priv. e órexis 'appetito‘) Disturbi accomunati da una alterata percezione del proprio peso e della propria immagine corporea Il “Binge Eating Disorder” (disturbo da alimentazione incontrollata), caratterizzato da ricorrenti episodi di abbuffate di cibo in assenza delle condotte compensatorie (ad es. vomito, assunzione di lassativi, digiuno). È una patologia diffusa soprattutto tra le adolescenti che, in seguito ad una dieta eccessivamente restrittiva o a problemi personali, cercano un rimedio alla loro sofferenza nel cibo, fino ad arrivare a perdere il controllo. Sovrappeso-obesità (Dal greco orto e orexis, “sano” “appetito”) disturbo caratterizzato dalla maniacale ossessione per i cibi sani e “puri” (vegetali crudi, cereali e cibi macrobiotici, alimenti privi di pesticidi, conservanti ed altra sostanze artificiali). Per tali soggetti la preoccupazione per il cibo diventa il focus centrale dell’intera esistenza, molte ore sono dedicate alla ricerca del cibo, allo studio delle sue reali o presunte proprietà nutritive e alla sua preparazione. Nei casi più gravi si preferirebbe morire di fame piuttosto che assumere qualcosa che è considerato impuro o pericoloso per la propria salute. A differenza degli altri disturbi qui l’attenzione non è posta sulla quantità ma sulla qualità del cibo. Senso di superiorità rispetto a coloro che non mangiano responsabilmente. (inglese big, “grosso”) caratterizzato da una forte dispercezione corporea opposta a quella che caratterizza l’anoressia nervosa in quanto l’idea è di apparire piccolo, debole e magro. C’è un abuso di esercizio fisico, diete iperproteiche e anabolizzanti, per scongiurare la convinzione di apparire piccolo, esile ed inadeguato. (inglese drunk e anorexia “ubriaco” “anoressia”), caratterizzato dal digiuno prolungato durante il giorno per arrivare ad assumere ingenti quantità di alcolici nel tardo pomeriggio. La volontà di dimagrire non è fine a sé stessa, ma è strumentale all’assunzione di alcolici Mammoressia (mammaanoressia) Pregoressia (inglese pregorexia -pregnancy e anorexia – gravidanza e anoressia) Può concretizzarsi: in un’attenzione morbosa al cibo (dieta ipocalorica) nella pratica dello sport intensivo durante la gravidanza per paura di aumentare di peso. In un dimagrimento forzato post-parto spesso sintomo di un’ anoressia latente che emerge con la maternità. DIPENDENZAPSICOLOGIC A Perdita di controllo e comportamenti compulsivi. L’astinenza da zuccheri determina tremori, sudorazione; quella da grassi induce ansia. DIPENDENZA FISICA I centri nervosi che sono preposti alla fame ed alla sazietà (talamo/ipotalamici) funzionano usando un neurotrasmettitore, denominato dopamina. Questi centri nervosi sono gli stessi su cui agiscono alcuni farmaci psicoattivi. Non si ricerca più il cibo in quanto necessario al mantenimento del benessere fisico, per una necessità metabolica, ma lo si ricerca per l’attivazione di un fenomeno di dipendenza mediato dalla dopamina, quindi per una ricerca di GRATIFICAZIONE L’assuefazione e la dipendenza iniziano da bambini "Qualsiasi cosa distrugga la libertà non è amore. Deve trattarsi di altro, perché amore e libertà vanno a braccetto,sono due ali dello stesso gabbiano. Ogni volta che vedi il tuo amore in conflitto con la tua libertà, significa che stai facendo qualcos'altro in nome dell'amore.” Osho Quando si altera l'equilibrio tra il dare e il ricevere, tra il proprio confine e lo spazio condiviso, l'amore può trasformarsi in una gabbia senza prospettive di fuga, con pareti fatte di dolore. Donatore di amore Senza l'altro non si ha la percezione di esistere (“solo non valgo!”). I propri bisogni e desideri individuali vengono negati e annullati in una relazione simbiotica. I legami sono poco autentici, non si è in grado di apprezzare l’uomo in quanto tale, nel suo essere com’è, ma piuttosto è visto in base a propri bisogni. Amare troppo non rendendosi conto che questo comportamento distrugge l'amore che richiede invece autonomia e reciprocità. Ebbrezza: il soggetto prova una sensazione di piacere quando sta con il partner, che non riesce ad ottenere in altri modi. Tolleranza: il soggetto cerca dosi di tempo sempre maggiori da dedicare al partner, riducendo sempre di più il proprio tempo autonomo e i contatti con l’esterno. Astinenza: il soggetto sente di esistere solo quando c'è l'altro, la sua mancanza lo getta in uno stato di allarme. Pensare la propria vita senza l'altro è inimmaginabile. Incapacità di controllare il proprio comportamento: momenti di lucidità a cui segue un senso di prostrante sconfitta e una ricaduta nella dipendenza, che fa sentire più imminenti di prima i propri bisogni legati all’altro. Questi processi si colorano di rabbia e senso di colpa Dinamica a due L'assenza della possibilità di sperimentare una sensazione di sicurezza nell'infanzia genera un “egoismo a due regolato da una fusione senza reciprocità”, dove il desiderio di dominio dell’uno si coniuga con il desiderio di sottomissione dell’altro (Galimberti, 2007). Necessità del codipendente di avere il controllo attraverso il prendersi totalmente ed esclusivamente cura del partner “malato”, non prendendosi il rischio di condurre un'esistenza per sé. Quello che seduce è la lotta la dipendenza si alimenta del desiderio di essere amati proprio da chi non ci ricambia in modo soddisfacente, e cresce in proporzione al rifiuto, anzi se non ci fosse quest'ultimo, il presunto amore non durerebbe. Io ti salverò!!! “non posso stare con te” (per il dolore in seguito a umiliazioni, maltrattamenti, tradimenti) “ne senza di te”, (per l'angoscia al solo pensiero di perderti). Solo percependosi nella propria completezza è possibile donarsi senza annullarsi e senza perdersi nell'altro! Alonso-Fernandez sostiene che le nuove forme di dipendenza sono agevolate dall’innovazione tecnologica e dalla nuova civiltà che, da una parte genera stress, vuoto e noia; e dall’altra stimola la tendenza all’immediata gratificazione (creazione di bisogni e dei mezzi adatti per soddisfarli). Da alcuni studi emerge che il progresso tecnologico ha modificato non solo le abitudini delle persone, ma anche il loro modo di esprimersi e comunicare. La rete diventa uno spazio psicologico in cui proiettare vissuti e fantasie, che facilmente prevaricano sulla vita reale assorbendo l’individuo. Impossibilità a resistere all’impulso di mettere in atto il comportamento (compulsività). Sensazione crescente di tensione che precede l’inizio del comportamento (craving). Piacere o sollievo durante la messa in atto del comportamento. Percezione di perdita di controllo. Persistenza del comportamento nonostante la sua associazione con conseguenze negative. I sintomi fisici disturbi del sonno, mal di testa, mal di schiena, sindrome del tunnel carpale, stanchezza degli occhi, indebolimento del sistema immunitario; nei casi di dipendenza più severa, con utilizzo prolungato anche notturno di internet si può arrivare alla compromissione dei cicli circadiani; anche l'intero sistema muscoloscheletrico diventa a rischio. I sintomi psicologici disturbi dell’umore, ansia, diminuzione dell’autostima, fino a possibili livelli di dissociazione e depersonalizzazione di varia intensità. Nomofobia (formato col suffisso -fobia e un prefisso inglese, abbreviazione di no-mobile) paura sproporzionata di rimanere fuori dal contatto di rete mobile (stati di ansia) Per evitare gli stati ansiosi il soggetto mette in atto una serie di comportamenti: controllare frequentemente il credito (che deve essere sempre attivo) portare il carica batterie in ogni momento dare ai familiari e agli amici un numero alternativo di contatto se il cellulare dovesse rompersi o perdersi o se venisse rubato. I principali segnali di rischio di nomofobia: controllo frequente del proprio telefono, del livello di batteria, della suoneria e del campo di rete. Desiderio di utilizzo dello smartphone anche in posti inappropriati. Eccessiva paura di perdere il cellulare. Aumento repentino dell’ansia e dell’irritabilità nelle situazioni di sconnessione del cellulare dalla rete. L’uso del cellulare interferisce significativamente con le normali attività lavorative o familiari o sociali o di studio. A causa di questa condotta il soggetto corre il rischio di disimparare a giocare e a trasmettere le emozioni usando il linguaggio e la comunicazione verbale, come pure ad usare la mente per immaginare l’altro e il mondo in cui si relaziona (Cesare Guerreschi, 2005). “L’obbligo della mediazione tecnologica nei confronti delle relazioni affettive può, inoltre, mettere le persone a rischio di perdere la propria autenticità e con essa, la capacità di affrontare una relazione diretta con le sole proprie risorse emotive” (Di Gregorio, 2003) - Dipendenti da SMS Hanno il bisogno continuo di inviare e ricevere messaggi di testo. Spesso presentano un callo sul pollice di una delle due mani. - Dipendenti dal nuovo modello Cambiano in continuazione modello del cellulare acquistando quelli più accessoriati e ricchi di nuove funzioni (ogni 5 mesi). - Esibizionisti del cellulare Scelgono con accuratezza il design, colore e prezzo del loro cellulare. Stanno spesso con il cellulare in mano e quando telefonano, lo fanno tenendo la voce molto alta e prima di rispondere fanno squillare a lungo il telefonino. - Game Players Trasformano il loro telefonino in una “console”. Utilizzano i giochi presenti sul telefonino e vanno avanti a ripetizione spesso fino a quando non raggiungono un nuovo record. - Affetti da sindrome da cellulare acceso Hanno il terrore che il telefonino sia spento e perciò sono spesso attrezzati con batterie cariche di scorta. Lasciano spesso acceso il cellulare anche di notte. Centro Hikikomori - Milano - Settembre 2012 Cooper (1998), il rapporto di uomini dipendenti da cybersex rispetto alle donne è di 5 a 1, anche se il coinvolgimento delle donne è in crescita. Gli uomini si collegano principalmente per guardare foto pornografiche, mentre le donne sono più interessate alle chat erotiche, in quanto amano parlare di sesso e cercano di interagire con i “partner virtuali”. Le donne possono nascondere il proprio corpo e sentirsi disinibite e più libere nel manifestare il proprio piacere sessuale; gli uomini eviterebbero l’ansia da prestazione e le problematiche correlate come l’eiaculazione precoce o l’impotenza. Lo sviluppo della dipendenza dal sesso virtuale è facilitata da alcune caratteristiche della realtà virtuale: Anonimità consente una maggiore libertà di espressione del soggetto, al di là delle convenzioni sociali. Convenienza Ci si sente più liberi di esternare le proprie fantasie sessuali normalmente represse e di cambiare partner quando si vuole, nella completa accettazione della comunità virtuale. Evasione L’eccitazione che viene sperimentata nella pratica del sesso virtuale provoca una sorta di “fuga mentale”, di evasione dai problemi della vita quotidiana. (Young) La costruzione di un personaggio che occulta la vera identità del soggetto e l’espressione disinibita di fantasie erotiche, portano l’utente a vivere una realtà parallela più gratificante (almeno in apparenza) e a sostituirla a volte a quella reale. Per ricercare avventura o eccitamento possono essere necessarie scommesse e puntate progressivamente più ingenti . Irrequietezza o irritabilità quando si tenta di ridurre o di interrompere il bisogno di giocare del soggetto. Spesso sentimenti di impotenza, di colpa, ansia e depressione sono allontanati con il gioco. Ricerca spasmodica di un recupero a lungo termine. Il soggetto può mentire ai familiari o a persone significative, per occultare l’entità del proprio coinvolgimento nel gioco d’azzardo. Quando le possibilità di ottenere prestiti sono esaurite, il soggetto può ricorrere a comportamenti antisociali per ottenere denaro. Nei casi più gravi, si rischia la perdita di relazioni significative, lavoro, o altre opportunità . I principali stadi del gioco d’azzardo (Serpelloni, 2012) Generalmente, sono le famiglie dei giocatori a rivolgersi a centri che si occupano di dipendenze e prendono un appuntamento per loro. Comune è il sentimento della vergogna che accompagna i colloqui con i professionisti del settore: ci si vergogna perché ci si sente causa dell’infelicità delle proprie famiglie, perché si trascurano i figli, perché si hanno debiti con i gestori dei bar e con gli amici. Spesso è proprio questo forte sentimento a far scaturire una motivazione intrinseca nel voler risolvere il problema. LAVORO DI GRUPPO PSICOTERAPIA INDIVIDUALE GRAZIE DELL’ATTENZIONE